RIFLESSIONI: SEMBRA CI SIA QUALCUN ALTRO CHE LA PENSI COME ME ...

Quando una cultura molto avanzata entra in contatto diretto con un cultura molto più primitiva, quest'ultima finirà per morire, traendo notevoli e devastanti influenze da quella molto più avanzata. La storia umana è piena di esempi del genere, culture primitive sono scomparse quando sono venute in contatto con culture più avanzate.
La cultura rappresenta l'identità di un popolo, quello che è riuscita a costruire e rappresenta sopratutto il variegato insieme dei costumi, delle credenze, degli atteggiamenti, dei valori, degli ideali e delle abitudini delle diverse popolazioni o società del mondo: in sostanza, la cultura rappresenta la civiltà esistente.
Per motivi di ordine universale, una cultura aliena, che si presenterebbe più progredita sotto ogni aspetto, avrebbe influenze tali sulla cultura umana al punto che questa scomparirebbe adattandosi a quella aliena e assorbendo da questa tutta una serie di cose che modificherebbero radicalmente la cultura umana, finendola quindi per ucciderla.
Tecnicamente è una cosa che andrebbe a vantaggio della società umana, perché la cultura e la civiltà attuali verrebbero sostituite con qualcosa di migliore e più progredito, ma ovviamente ci sono implicazioni universali di carattere morale ed etico su cui è difficile passare.
A tal proposito, è lecito pensare che gli alieni abbiano una loro "prima direttiva", che vieta fermamente di interferire nello sviluppo naturale di una civiltà di un altro pianeta finché essa non avrà raggiunto un certo livello tecnologico e sociale. La "prima direttiva" vieta i contatti che potrebbero influenzare le civiltà meno progredite, inquinandone lo sviluppo culturale, in tutti quei mondi il cui progresso tecnologico e sociale non è giunto a determinati livelli
Tanto più che, viste le distanze ed i potenti mezzi che devono impiegare, sulla Terra dovrebbero giungere solo scienziati e militari alieni selezionatissimi, quindi tutti individui in missione che non romperanno mai direttive impartite di non contatto o che andrebbero contro gli interessi del proprio popolo alieno.
Infine, un atteggiamento costante che ci si aspetterebbe da parte degli alieni sarebbe quello di studio e di documentazione sulla razza umana, in modalità molto simile a come gli esseri umani studino e documentino gli animali. Quindi, oltre a fare tutto questo di nascosto, solitamente gli alieni non interverrebbero a nostro favore neanche in casi estremi, d'altronde noi, ad esempio, quando osserviamo gli animali nella foresta non impediamo che muoiono o soffrono...
In sostanza, sebbene sia di fatto impossibile dimostrare qualsiasi ipotesi relativamente ad una osservazione aliena silenziosa della razza umana, l'ipotesi di questa sorta di "prima direttiva" rimane la più plausibile.
Ma non dimentichiamo anche che l'uomo compie in continuazione crimini contro l'umanità che eventuali osservatori di altri pianeti sarebbero in grado di osservare, con conseguente giudizio negativo nei confronti dell'uomo e quindi difficilmente ci entrerebbe in contatto diretto. Facciamo un esempio.
Riportiamo qui di seguito la cronaca di uno dei tanti eventi dimenticati che avrebbe potuto mostrare, ad osservatori extraterrestri, di cosa è capace la parte meno malvagia dell'umanità che combatte la parte più malvagia dell'umanità:
A fine luglio 43 Amburgo ricevette il battesimo di quella che doveva diventare la famosa Firestorm o tempesta di fuoco. Era una tecnica di bombardamento che prevedeva in zone densamente popolate lo sganciamento di bombe incendiarie ed esplosive, di cui quelle incendiarie erano composte da benzina, ossido di ferro e alluminio, e fosforo con un X in grado di sviluppare una Tempesta di Fuoco di tre giorni, in modo da creare una situazione al cui confronto Sodoma e Gomorra erano poca roba.
Amburgo, ore 0.55 del 28 luglio 1943.
"... Fu l'inizio di un nuovo attacco aereo. Il fosforo dilagò sull'asfalto. Bombe a benzina alzavano nell'aria fontane di fuoco alte venti metri. Fosforo già incendiato si riversò sulle rovine come un violento acquazzone. Sibilava e turbinava come un ciclone. Bombe più grosse e potenti sollevarono letteralmente in aria intere case.... Le persone uscivano urlanti dalle rovine. Torce viventi vacillavano e cadevano, si rialzavano e correvano sempre più in fretta... Alcuni bruciavano con fiamme biancastre, altri avvolti da fiamme di un rosso acceso. Alcuni si consumavano lentamente in una incandescenza giallo-blu, altri morivano in modo rapido e pietoso. Ma altri ancora correvano in circolo, o si agitavano a gambe all'aria, sbattendo la testa avanti e indietro e contorcendosi come serpi prima di ridursi a piccoli fantocci carbonizzati. Si muovevano, quindi erano ancora vivi..."
La mancanza di vento naturale sulla zona, portò alla formazione di una corrente ascensionale di aria calda di inaudita potenza e temperatura. L’aria surriscaldata a 600/1000 gradi saliva richiamando dalla periferia aria fredda creando una fornace a mantice da 300 km/h. La gente veniva letteralmente risucchiata verso il centro città (il centro della fornace). Oltre i 400 gradi la gente si volatilizzava, scendendo si andava dalla mancanza di ossigeno nelle case, alle ustioni e alla combustione. Gli stessi Lancaster sentivano il il soffio mortale e molti degli equipaggi vomitavano per il puzzo di carne bruciata che saliva fin là sopra. I morti ad Amburg furono almeno 50.000. Si calcola che in tutta la Germania superarono il mezzo milione.
Nel febbraio 1945 arrivò alle isole Marianne, il generale Curtis LeMay, per mettere in atto il bombardamento a tappeto con bombe incendiarie, lo stesso con cui Harris «il bombardiere» aveva provocato tempeste di fuoco sulle città tedesche. Tuttavia le bombe incendiarie degli equipaggi di LeMay erano però a base di carburante (napalm) gelatinizzante e molto più efficaci di quelle della RAF e, fatto più importante, le città giapponesi, costruite in legno e carta, si incendiavano più rapidamente di quelle europee. L'8 marzo 1945 il XXI Bombing Command attaccò Tokyo con 334 aerei, armati esclusivamente di bombe incendiarie, che arrivarono a bassa quota nell'oscurità. In pochi minuti il centro della città prese fuoco e in mattinata 41 chilometri quadrati erano inceneriti; 267.000 edifici distrutti e l'acqua dei canali all'interno dell'anello di fuoco che bolliva. Ci furono 89.000 morti e il doppio di feriti e ustionati. A metà giugno erano stati devastati altri cinque centri industriali giapponesi (Nagoya, Kobe, Osaka, Yokohama e Kawasaki) erano morte 260.000 persone, due milioni di edifici erano stati distrutti e i senzatetto erano da 9 a 13 milioni. Altro che bomba atomica.
Pasquariello Domenico
http://alieniemisteri.altervista.orgChi entrerebbe mai in contatto con una razza capace di fare questo?