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30/10/2009, 14:00
nemozero ha scritto:
ma se la pesca crolla all'80% allora come per magia non c'e' piu pericolo...no?
E SE FOSSE L'OLANDESE VOLANTE ?
Data: Venerdì, 30 ottobre @ 07:03:32 CDT
Argomento: Italia
DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.com/
Gentile Ministro Prestigiacomo,
quella che può osservare nella fotografia, sarebbe il relitto scovato dalla nave oceanografica “Mare Oceano” al largo di Cetraro, in Calabria. Molto probabilmente lo è, perché la nave “Città di Catania” (all’epoca si apponeva sempre, prima, la locuzione “Città di”) fu affondata nel Marzo 1917 da un sommergibile tedesco – all’Ufficio Storico della Marina lo confermeranno di certo – e siamo dunque felici che la “Città di Catania” (proveniente dall’India e diretta a Napoli) sia stata finalmente ritrovata.
Siamo un po’ più freddi, invece, al riguardo della “cessata emergenza” diramata ai quattro venti poiché – a nostro avviso – la conclusione ci sembra cozzare contro le più elementari regole della logica.
Soprattutto della logica delle costruzioni navali.
Partiamo dall’inizio.
La presunta “nave dei veleni”, individuata dalla ricerca finanziata dapprima dalla Regione Calabria, doveva essere la Kunsky (che risultava, invece, demolita in Oriente ma, sulle pratiche di demolizione in quelle aree, meglio non fare troppo affidamento) ed invece si scopre che è un relitto italiano risalente alla Prima Guerra Mondiale. Le vendite di pesce sono crollate dell’80%, ed è dunque un bel sollievo sapere che si tratta di un innocente piroscafo italiano.
Ci sono, però, alcune discrepanze fra le due descrizioni, che saltano agli occhi.
Nelle risultanze pubblicate sui primi rilevamenti – quelli ordinati dalla Regione Calabria – si dice che:
E' lei. E' la nave descritta dal pentito di mafia Francesco Fonti. E' come e dove lui aveva indicato. Sotto cinquecento metri di acqua, lunga da 110 a 120 metri e larga una ventina, con un grosso squarcio a prua dal quale fuoriesce un fusto. Si trova venti miglia al largo di Cetraro (Cosenza). I fusti sarebbero 120, tutti pieni di rifiuti tossici [1].
Ci sono dei fusti. Fusti in metallo, ovviamente. Peccato, Ministro Prestigiacomo, che lo stivaggio di materiali in fusti metallici non fosse assolutamente in uso agli inizi del ‘900: all’epoca, tutto veniva stivato in barili di legno, tanto che le tabelle d’armamento, almeno fino alla Seconda Guerra Mondiale, prevedevano che a bordo vi fosse almeno un mastro bottaio con alcuni aiutanti. Controlli, la prego.
Ci sono dei fusti nei pressi della “Città di Catania”? Approfondisca.
Altro capitolo che non ci convince riguarda le dichiarazioni della “Grande Silenziosa”, la Regia Mar…pardon, oggi Marina Militare Italiana:
Di certo i misteri che hanno sempre avvolto questa vicenda non lasciano sperare bene. Come aveva già confermato la Marina Militare, nella zona – siamo a venti miglia al largo di Cetraro (CS) – non ci sono relitti bellici né della prima né della seconda guerra mondiale. [2]
Ohibò, vuoi vedere che alla gloriosa Marina Italiana era sfuggita la povera “Città di Catania”? Oppure qualcuno se n’era scordato? Per di più: una nave che porta il nome della sua città natale…
Insomma: furono oppure no affondate navi, per eventi bellici, nel mare di Cetraro? Controlli, la prego: se desidera, posso inviarle i riferimenti dell’Ufficio Storico della Marina, ma sono certo che lei già li possiede.
Se il mistero dei fusti e dei barili, più le incertezze della Marina, ancora non la convincono, le sottoponiamo la relazione stesa durante i primi rilevamenti:
L’epoca della costruzione della nave affondata, secondo quanto emerso dai primi rilievi, risalirebbe agli anni `60-´70. Secondo quanto riferito dal procuratore Bruno Giordano, infatti, non sarebbe visibile la bullonatura, il che indurrebbe a pensare che sia stata costruita in quegli anni. Il relitto è coperto da numerose reti da pesca [3].
Non vorremmo tediarla con inutili dissertazioni sulle costruzioni navali, ma vorremmo ricordarle – questa è Storia, non invenzioni – che le prime navi a non avere bulloni per collegare le lamiere alle ordinate furono le corazzate “tascabili” tedesche della classe Admiral Graf von Spee (più precisamente, Admiral Graf von Spee, Admiral Scheer e Deutschland, poi Lützow), le quali – dovendo sottostare ai limiti imposti dalle Conferenze Navali di Londra e Washington – non potevano dislocare più di 10.000 tonnellate.
I tedeschi, per risparmiare il peso dei bulloni, “inventarono” la saldatura della lamiere alle ordinate, il che consentì di costruire navi con cannoni di maggior calibro (280 mm) al posto dei 203 mm dei “classici” incrociatori pesanti da 10.000 tonnellate.
Tutto questo, per dirle che – come afferma il Procuratore di Paola – se la nave in questione non ha bulloni nello scafo, non può essere la “Città di Catania” (varata nel 1906, quando si “bullonava” sempre, da non confondere con l’omonima nave affondata in Adriatico durante il secondo conflitto mondiale), ma un’altra. Che la Kunsky sia solo un poco più in là? Perché chiudere così frettolosamente le indagini? “Caso chiuso”: così in fretta?
Rimane il mistero del Cesio 137 ritrovato nei molluschi [4], proprio in quel mare: siccome il Cesio 137 non si trova in natura, chi ce lo avrà messo? Lei ha un’idea? Che siano stati gli iraniani?
Le ricordo, infine, che le precedenti rilevazioni stabilirono che – nel mare di Cetraro – il SONAR aveva individuato ben sette “macchie scure”, che non indicano necessariamente una nave, ma che forniscono alte probabilità che lo siano.
Ciò che insospettisce, è che la notizia fu pubblicata da AdnKronos e – proprio mentre scrivevo questo articolo – è sparita! Sì, ritirata dal circuito!
Credo che, anche per lei, la cosa risulterà assai strana.
Non vorremmo che, per correre dietro all’urgenza economica di garantire la pesca, per ovviare alle proteste dei pescatori e per tacitare chi fa “allarmismo”, aveste semplicemente scambiato una nave per un’altra. Capita. In fin dei conti, quel che conta è la verità mediatica: il resto…
Provi a rifletterci un poco; se mai, chieda lumi a Bertolaso ed alla Marina: vedrà che – con un poco di calma e di riflessione – tutto si chiarirà. Come sempre, in Italia.
Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.com
Link: http://carlobertani.blogspot.com/2009/1 ... lante.html
30.10.2009
Articolo liberamente riproducibile nella sua integrità, ovvia la citazione della fonte.
[1] Fonte: http://www.repubblica.it/2009/09/sezion ... ovata.html
[2] Ibidem.
[3] Fonte: Il Secolo XIX – 12 Settembre 2009.
[4] Fonte: http://www.repubblica.it/2009/09/sezion ... agini.html
30/10/2009, 14:06
Messaggio di mik.300
ROMA - «La nave dei veleni non è la nave dei veleni. Si tratta di una nave passeggeri, la Catania, affondata nel 1917». Lo ha annunciato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in una conferenza stampa congiunta con il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso,
30/10/2009, 18:47
31/10/2009, 11:08
31/10/2009, 12:50
04/11/2009, 07:18
04/11/2009, 11:31
grigione ha scritto:
CETRARO - Un documento inedito. E' la parte segreta di una seduta della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Un documento ufficiale dove si dice che le navi sono tre, non una. E che sono stati pescati fusti in mare. Ma nessuna delle tre navi corrisponde alle misure e alla profondità del "Catania", il relitto della prima guerra mondiale ritrovato proprio dove si credeva potesse esserci una nave dei veleni. Così, quello che dopo la dichiarazione di chiusura del caso di Cetraro, sembrava una mera ipotesi, oggi ritorna a prendere corpo. Come resta, nero su bianco, il verbale che riporta tracce di cesio rinvenute nei pesci. Analisi, lo ricordiamo, scomparse nel nulla.
Il documento inedito si riferisce ad una seduta del 24 gennaio 2006 dove il pm Franco Greco, che all'epoca aveva aperto l'inchiesta sulla nave di Cetraro, dice davanti alla commissione che i pescatori della zona hanno pescato dei bidoni: "Ho cercato in tutti i modi di capire quale fosse il luogo preciso. Mi sono state date delle coordinate, che ho riportato al consulente, per verificare il sito.... Ed è stato rilevato un corpo estraneo della lunghezza di 126 metri. I consulenti hanno escluso che si possa trattare di un oggetto naturale... non si spiegano cosa sia. Potrebbe essere una nave... si trova a 680 metri di profondità".
Una nave, non l'unica nave. Infatti, si legge nel documento di un secondo ritrovamento: una nave lunga tra gli 88 e i 108 metri, larga dai 15 ai 20 metri, a 380 metri di profondità. Intorno alla pancia di questo relitto c'è un alone di 200 metri quadri, scuro, che - dice davanti alla commissione il Sostituto Procuratore Franco Greco - "non può essere liquido e deve per forza essere il carico della nave che appoggiandosi, si è aperto ed è fuoriuscito"
Greco racconta di aver chiesto alla Capitaneria di Porto se c'erano navi da guerra affondate in quell'area. Alla Capitaneria non risultavano unità da guerra. Risultava solo una nave affondata nel 1989, a 15 miglia, verso Scalea. Incrociando dati con l'ufficio maridrografico di Genova, Greco scoprì che esisteva un relitto della prima guerra mondiale ma scoprì anche due grandi punti interrogativi: la nave risulterebbe affondata nel 1920, cioè dopo la fine della guerra. Si chiamava "Federico II", ma gli atti sono "classificati, ossia coperti da segreto militare". Un segreto militare dopo ottanta anni dall'affondamento?
La nave di cui parla Fonti sarebbe affondata nel '92. Le mappe nautiche riportano la Federico II dal 1993, come relitto non pericoloso con battente d'acqua sconosciuto. "Il che vuol dire - dice il pm Greco - che non sanno cos'è; ma allora come fanno a dire che non è un relitto pericoloso? Ho chiesto il motivo per il quale questa nave non è stata mai riportata nelle mappe nautiche e non mi hanno saputo dare una risposta". Di certo c'è che nella zona della nave Federico II la Capitaneria di Porto di Cetraro vietò la pesca per un anno e quattro mesi perché proprio lì le analisi hanno rilevato metalli pesanti, tra cui arsenico e mercurio, fuori dai livelli consentiti. Come mai proprio in quel punto la concentrazione dei metalli?
La seduta segreta tra Greco e la commissione viene sintetizzata in una domanda che lo stesso Presidente della Commissione rivolge al pm: "Dottore, mi faccia capire, mi sto perdendo. C'è quindi una nave certa, una che si vede e una che potrebbe esserci". E il pm risponde: " Sì, quello è il posto dove sono stati trovati i bidoni".
http://www.repubblica.it/2009/09/sezion ... attro.html
Chissà che non ci sia anche qualcosa di interesse ufologico
06/11/2009, 13:13
12/11/2009, 10:36