Superare i confini e creare buchi neri
Altri indizi tradiscono la presenza di dimensioni nascoste. Partiamo dal concetto della loro esistenza. La forza di gravità differirebbe, a brevi distanze, dalla normale legge dell'inverso, enunciata da Isaac Newton tre secoli fa, secondo la quale la forza di gravità aumenta in maniera inversamente proporzionale al quadrato della distanza esistente tra due masse. A distanze minori di un millimetro, la gravità dovrebbe aumentare in percentuale maggiore di quanto afferma la legge di Newton. Gli esperimenti precedenti, svolti a dimostrazione di tale legge, hanno sempre riguardato misurazioni gravitazionali a distanze maggiori di un millimetro, mentre ora si cercano variazioni dalla legge a distanze minori, submillimetriche. Uno dei test attualmente in corso all'Università del Colorado, a Boulder, è una moderna variante dell'esperimento svolto nel 18° secolo dal fisico britannico Henry Cavendish, che misurò l'attrazione gravitazionale esistente tra due piccole sfere. A Boulder si sta misurando l'attrazione tra due minuscole lamine sospese a meno di un millimetro l'una dall'altra. Secondo Lykken i risultati sono dietro l'angolo.
Ulteriori conferme sull'esistenza di altre dimensioni potrebbero pervenirci nei primi anni del nuovo secolo grazie ad un nuovo disintegratore atomico europeo. Sebbene le particelle di materia siano solitamente confinate nelle tre dimensioni o tri-branes, il grande apparecchio Hadron Collider in costruzione nel laboratorio CERN di Ginevra potrà creare delle particelle con energia sufficiente ad uscire dalla brane e ad entrare nella grande massa. "Si potrà effettivamente deformare la brane e produrre particelle che si spostino nelle altre dimensioni", afferma il Dott. Lykken. Tali particelle fuggitive dimostrerebbero di essersi dileguate grazie all'energia mancante rilevabile dopo che siano stati misurati tutti gli altri frammenti derivanti dalla collisione delle particelle. È possibile che i fisici trovino indizi di tale energia mancante anche nei dati sulle collisioni già registrati nel disintegratore atomico del laboratorio Fermi.
L'esistenza di dimensioni nascoste implica l'affascinante eventualità che il disintegratore atomico CERN possa addirittura creare dei minuscoli buchi neri, che probabilmente scomparirebbero in un istante, ma producendo uno scoppio di radiazioni che gli scienziati identificherebbero immediatamente come la riuscita creazione di un buco nero.
Apertura mentale e nessuna presunzione
Le implicazioni di tale teoria sulla storia dell'Universo sono al vaglio dei ricercatori. Ad una riunione del laboratorio Fermi, Antonio Riotto del CERN ha descritto il possibile ruolo delle branes e delle altre dimensioni al tempo del Big Bang, che diede inizio all'espansione dell'Universo circa 15 miliardi di anni fa. In particolare, le nuove dimensioni potrebbero contribuire a spiegare il subitaneo scoppio di espansione che fu, secondo molti esperti, necessario per dare all'Universo visibile la sua attuale struttura. Tuttavia, altri sospettano che l'ipotesi di millimetriche dimensioni nascoste potrebbe contrastare con i dati raccolti sull'Universo e sul suo passato. In uno studio diffuso via Internet, Katherine Freese e Daniel Chung dell'Università del Michigan obiettano che molte versioni della teoria delle dimensioni nascoste crollano a confronto con quanto si sa dell'Universo primitivo e non coincidono con le attuali stime sull'età dell'Universo e con le misurazioni delle quantità dei vari elementi chimici generati dal Big Bang.
Inoltre, secondo la Freese, è difficile conciliare certe caratteristiche delle branes con una forza di gravità oggi costante nell'Universo e si sospetta che difficoltà di questo tipo potrebbero risultare piuttosto comuni anche con altre teorie sulle branes. Le obiezioni, però, non si applicherebbero a tutte le versioni dell'approccio alle branes. In effetti, il concetto di braneworld è ancora piuttosto vago e confuso. Nessuno può affermare con sicurezza quante ulteriori dimensioni possano essere determinanti, sebbene le attuali teorie suggeriscano che non potrebbero essercene più di sette. Anche la grandezza esatta delle dimensioni nascoste dipenderebbe da quante ve ne siano. Il Dott. Kolb, pur affascinato, si dichiara scettico: "Siamo disponibili, ma si tratta di un tiro alla cieca...". Eppure, secondo Lykken, "Anche se una nuova idea si rivela errata, il fatto che non siamo stati capaci di concepirla fino ad ora dimostra che la vera nuova fisica può rivelarsi estremamente diversa da quel che ci aspettiamo e per cui stiamo lavorando".
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