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27/01/2009, 21:06

esatto....! Si sa che gli americani hanno accordi con israele, sopratutto per il passaggio di oleodotti! [;)]

27/01/2009, 23:17

due mie opinioni:

violenza in Italia
è il risultato di anni di tolleranza ed ipocrita buonismo in nome di una illusione di integrazione

situazione crisi internazionale
dopo lo scorso 20 gennaio (insediamento di Obama), si può iniziare a parlare di incontro di tutti i paesi al fine di riscrivere le regole di mercato (stile Breton Woods)... resettare il sistema e ripartire...
in realtà l'economia non risente ancora del tutto della crisi finanziara (occorono almeno sei mesi a partire da ottobre scorso)... poi, se riparte la finanza ne occorreranno altretti affinchè la produttività vada in segno positivo

28/01/2009, 19:12

Bel prospetto..........! [:0] [:(!]

28/01/2009, 20:32

AUTO: MARCEGAGLIA, A RISCHIO 300 MILA POSTI ROMA - La crisi nel settore auto e indotto rischia di mettere in pericolo fino a 300 mila posti di lavoro sul totale di una filiera di un milione di addetti. E' quanto ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, al tavolo con il governo sulla crisi auto, secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti all'incontro. La previsione si riferisce all'eventualità di un calo degli ordinativi del 60% nel primo trimestre dell'anno.

Secondo la presidente di Confindustria, infatti, nei primi tre mesi dell'anno potrebbe verificarsi un calo degli ordinativi del 60% che porterebbe, secondo le previsioni piu' pessimistiche, ad una contrazione dell'occupazione quantificabile in 60 mila posti di lavoro alla Fiat e in 300 mila nell'intero settore auto, compreso l'indotto. Confindustria ha quindi proposto, secondo quanto riferito, di aprire con il governo due diversi tavoli, uno sul sostegno al settore e l'altro sugli ecoincentivi.


''Duecentocinquantamila posti di lavoro a rischio nei prossimi sei mesi, a partire dagli operai''. Le organizzazioni del settore delle costruzioni e dell'impiantistica che fanno capo a Confindustria lanciano insieme un allarme per le infrastrutture. Chiedono al governo di aprire un confronto per mettere a punto insieme un ''piano straordinario di rilancio infrastrutturale'', che hanno gia' impostato, e che intendono presentare al ministro Altero Matteoli.

Come ''misura di emergenza'', indica il vicepresidente di Confindustria per il settore, Cesare Trevisani, le imprese del settore chiedono l'avvio in tempi strettissimi delle opere immediatamente cantierabili. Un pacchetto di interventi che richiede 7-8 miliardi di spesa pubblica, pari allo 0,5% del prodotto interno lordo, per aprire subito 167 cantieri (al 30-35% grandi opere, per il resto medio-piccole).

Ogni miliardo di spesa pubblica - e' stato spiegato nel corso di una conferenza stampa - puo' salvare 23mila posti di lavoro. Poi serviranno ''misure strutturali'' per rilanciare il settore anche come ''leva contro la crisi''. Lo chiede con una sola voce tutto il ''sistema associativo di Confindustria impegnato nella filiera'', con le associazioni di settore Ance (costruttori edili), Agi (associazione imprese generali), Oice (organizzazioni di ingegneria e architettura), e Federprogetti (impiantistica).

29/01/2009, 08:40

Adesso è ufficiale: abbiamo bisogno di un Nuovo Ordine Mondiale, equo e sostenibile. No, non ho assunto cocaina di prima mattina, sono le parole del Primo Ministro Cinese, Wen Jiabao, sentite a SKYTG24 stamattina, comunicate al Forum Davos.

L'intervento di Wen Jiabao. Il premier cinese Wen ha messo in evidenza nel suo intervento che "è imperativo un accordo ampio in ambito internazionale per stabilire un nuovo ordine economico mondiale".
Secondo Wen, il "protezionismo non farebbe altro che peggiorare la crisi" e per questo è necessario "andare avanti con la liberalizzazione del commercio e degli investimenti". Il premier cinese ha quindi annunciato che la Cina intende "contribuire in modo importante alla stabilità economica del mondo", precisando che in concreto la Cina aumenterà "le importazioni e gli investimenti all'estero".

fonte: http://www.repubblica.it


Altra notizia: la camera usa ha approvato il pacchetto di incentivi da 819 milardi di dollari, e secondo l'ONU sono a rischio 50 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.

fonte: SKYTG24, http://www.repubblica.it
Ultima modifica di Sirius il 29/01/2009, 08:43, modificato 1 volta in totale.

29/01/2009, 09:35

Sirius ha scritto:


Adesso è ufficiale: abbiamo bisogno di un Nuovo Ordine Mondiale, equo e sostenibile. No, non ho assunto cocaina di prima mattina, sono le parole del Primo Ministro Cinese, Wen Jiabao, sentite a SKYTG24 stamattina, comunicate al Forum Davos.



Beh..... questo è sempre stato il loro vero obiettivo.
Ne parliamo ormai da ANNI.

Anche perchè chi ha messo in moto tutto questo.... una finalità ben precisa, dovrà pur averla no? O c'è qualcuno che pensa ancora che questa CRISI MONDIALE sia il frutto del CASO?

secondo l'ONU sono a rischio 50 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.


Se si dovesse verificare tale previsione...... allora vuol dire ne vedremo davvero di tutti i colori.... [V]

29/01/2009, 09:47

ho appena segnalato la notizia alla redazione di Voyager! spero la prendano in considerazione

29/01/2009, 20:59

Era ora che uno di loro si sbilanciasse ed ammettesse la finalità che tutti i potenti del mondo o almeno quelli che controllano l'economia avevano intenzione di raggiungere........! Almeno quello che diciamo già da anni non risulta essere il frutto della nostra immaginazione! [:0]
Ultima modifica di damomars il 29/01/2009, 21:00, modificato 1 volta in totale.

30/01/2009, 01:36

SINTESI DI CONTROINFORMAZIONE ECONOMICA
MONETA CIRCOLANTE E MONETA “VIRTUALE”

Ovvero..... le 13 famiglie che comandano il mondo:

http://209.85.129.132/search?q=cache:gN ... cd=1&gl=it

Buona lettura [8)]

30/01/2009, 10:33

PER LA SERIE TUTTO IL MONDO E' PAESE...
NOI CON I NOSTRI IMMIGRATI LORO CON NOI...

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... iew=Libero


Operai inglesi contro gli italiani: ci rubano il lavoro. Il video
di Leonardo Maisano

commenti - 3| | 30 gennaio 2009


Guarda il video


Leggi l'articolo e i commenti degli operai inglesi






Uomini contro, sulle banchine dell'Humber, l'ampio estuario del Lincolnshire. Inglesi versus italiani per lavorare in una raffineria francese (Total). Ovvero, storia europea ricca di metafore in questa congiuntura che comincia a svelare la bava di rabbia dopo aver riempito la testa di parole. Da tre giorni centinaia di operai inglesi sfilano davanti alla raffineria di Lindsey, la seconda del Regno Unito con 200mila barili al giorno. Contestano l'arrivo degli italiani, dipendenti della Irem di Siracusa che ha vinto un'asta come sub contractor dell'americana Jacobs, chiamata da Total per costruire un impianto.

Novantatre anime del Mezzogiorno mandano il sangue alla testa delle Trade Union inglesi, d'improvviso riemerse dal letargo ordinato da Margaret Thatcher, pronte a sventolare l'improbabile bandiera del "nazionalismo proletario". «No, non è così - spiega Bernard Mcauley leader locale di Unite il sindacato più attivo - noi contestiamo un'altra cosa. Manovali stranieri, italiani e portoghesi, sono qua per fare un lavoro che avrebbe potuto svolgere la comunità locale.

L'asta è stata vinta dall'impresa italiana (contro cinque inglesi Ndr) è vero, ma devono impiegare personale della zona. Abbiamo perso cinquecento posti in questo fazzoletto di terra nel solo mese di dicembre. E invece sfruttano gli stranieri. Oggi sono 93, ma ne arriveranno 400. Li fanno dormire in quattro in una stanza, li portano in cantiere al mattino, li riportano a pranzo a casa, poi ancora in cantiere fino a sera. E poi non li fanno uscire». Ci dà dentro con le tinte forti il battagliero Bernard, ma sulla previsione di quanto accadrà potrebbe anche prenderci. Mercoledì erano trecento i dimostranti, ieri novecento. «Lunedì arriveranno delegazioni da tutta l'Inghilterra in segno di solidarietà».

A Grimsby, 87mila anime, maggior centro della contea, la notizia sta facendo rumore. Sul Telegraph, testata locale, la protesta lievita e perde ogni pudore. «Quanto sta succedendo darà la sveglia a questo Governo e metterà fine all'invasione di stranieri a prezzi di saldo...» scrive Mick al sito del giornale. «Non c'è lavoro per noi inglesi e ci tocca darlo a questi immigrati...» replica JB, madre di un sedicenne che teme essere destinato a sicura disoccupazione. «Non è vero che si tratta di un lavoro specialistico, lo potrebbero fare maestranze britanniche» insiste Fred manager, fra l'altro, del progetto di rinnovamento della raffineria.

Voci di un mondo globale che si risveglia piccolo piccolo, chiuso com'è nel particolare di un salario bruciato dalla crisi. Umano, fin troppo umano.

Eppure, la crepa nel modello di sviluppo che la Gran Bretagna ha contribuito a esportare è profonda, è dolorosa. «È semplicemente ingiusto che sia negato il lavoro a chi paga le tasse. Per darlo ad altri» conclude Bernard. La crisi come un binocolo rovesciato cambia la percezione del mondo, in Inghilterra.

Resta da capire l'effetto che fa, in Italia, scoprire che sulle banchine dell'Humber gli "immigrati" torniamo a essere noi.
Ultima modifica di estraterrestre il 30/01/2009, 10:35, modificato 1 volta in totale.

30/01/2009, 17:24

Repubblica.it
La guerra dei soldati robot
(30 gennaio 2009)

'Future Combat Systems': il progetto di ammodernamento delle forze armate Usa

VIDEO
http://tv.repubblica.it/copertina/la-gu ... 8804?video

30/01/2009, 19:37

estraterrestre ha scritto:

PER LA SERIE TUTTO IL MONDO E' PAESE...
NOI CON I NOSTRI IMMIGRATI LORO CON NOI...

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... iew=Libero


Operai inglesi contro gli italiani: ci rubano il lavoro. Il video
di Leonardo Maisano

commenti - 3| | 30 gennaio 2009


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Leggi l'articolo e i commenti degli operai inglesi






Uomini contro, sulle banchine dell'Humber, l'ampio estuario del Lincolnshire. Inglesi versus italiani per lavorare in una raffineria francese (Total). Ovvero, storia europea ricca di metafore in questa congiuntura che comincia a svelare la bava di rabbia dopo aver riempito la testa di parole. Da tre giorni centinaia di operai inglesi sfilano davanti alla raffineria di Lindsey, la seconda del Regno Unito con 200mila barili al giorno. Contestano l'arrivo degli italiani, dipendenti della Irem di Siracusa che ha vinto un'asta come sub contractor dell'americana Jacobs, chiamata da Total per costruire un impianto.

Novantatre anime del Mezzogiorno mandano il sangue alla testa delle Trade Union inglesi, d'improvviso riemerse dal letargo ordinato da Margaret Thatcher, pronte a sventolare l'improbabile bandiera del "nazionalismo proletario". «No, non è così - spiega Bernard Mcauley leader locale di Unite il sindacato più attivo - noi contestiamo un'altra cosa. Manovali stranieri, italiani e portoghesi, sono qua per fare un lavoro che avrebbe potuto svolgere la comunità locale.

L'asta è stata vinta dall'impresa italiana (contro cinque inglesi Ndr) è vero, ma devono impiegare personale della zona. Abbiamo perso cinquecento posti in questo fazzoletto di terra nel solo mese di dicembre. E invece sfruttano gli stranieri. Oggi sono 93, ma ne arriveranno 400. Li fanno dormire in quattro in una stanza, li portano in cantiere al mattino, li riportano a pranzo a casa, poi ancora in cantiere fino a sera. E poi non li fanno uscire». Ci dà dentro con le tinte forti il battagliero Bernard, ma sulla previsione di quanto accadrà potrebbe anche prenderci. Mercoledì erano trecento i dimostranti, ieri novecento. «Lunedì arriveranno delegazioni da tutta l'Inghilterra in segno di solidarietà».

A Grimsby, 87mila anime, maggior centro della contea, la notizia sta facendo rumore. Sul Telegraph, testata locale, la protesta lievita e perde ogni pudore. «Quanto sta succedendo darà la sveglia a questo Governo e metterà fine all'invasione di stranieri a prezzi di saldo...» scrive Mick al sito del giornale. «Non c'è lavoro per noi inglesi e ci tocca darlo a questi immigrati...» replica JB, madre di un sedicenne che teme essere destinato a sicura disoccupazione. «Non è vero che si tratta di un lavoro specialistico, lo potrebbero fare maestranze britanniche» insiste Fred manager, fra l'altro, del progetto di rinnovamento della raffineria.

Voci di un mondo globale che si risveglia piccolo piccolo, chiuso com'è nel particolare di un salario bruciato dalla crisi. Umano, fin troppo umano.

Eppure, la crepa nel modello di sviluppo che la Gran Bretagna ha contribuito a esportare è profonda, è dolorosa. «È semplicemente ingiusto che sia negato il lavoro a chi paga le tasse. Per darlo ad altri» conclude Bernard. La crisi come un binocolo rovesciato cambia la percezione del mondo, in Inghilterra.

Resta da capire l'effetto che fa, in Italia, scoprire che sulle banchine dell'Humber gli "immigrati" torniamo a essere noi.




La grossa differenza è che gli italiani di cui si parla nell'articolo sono tutti regolari ed assunti con un contratto.
Quelli che arrivano qui da noi, per la stragrande maggioranza, sono irregolari ed entrano in Italia clandestinamente.

30/01/2009, 19:57

[:o)]
Ultima modifica di estraterrestre il 30/01/2009, 20:02, modificato 1 volta in totale.

30/01/2009, 20:02

The Guardian ha scritto:

quelli che arrivano qui da noi, per la stragrande maggioranza, sono irregolari ed entrano in Italia clandestinamente.

ma cosa stai cercando di dire che in ITALIA abbiamo lavoratori extracomunitari
irregolari clandestini e forse anche SOTTOPAGATI...
ed è per questo che GLI ITALIANI DISOCCUPATI tutti quelli senza lavoro fanno a gara per riprendersi i lavori sottratti dai
infernali clandestini ...
che dobbiamo mandarli via perchè sono tutta feccia o forse...
IN QUESTO MOMENTO DI CRISI E' PIU' FACILE ADDITARE IL DIVERSO COME CAUSA COMUNE DI TUTTI I MALI
PER LA LEGGE MORS TUA VITA MEA?

31/01/2009, 13:50

Concordo con The Guardian, anche se devo ammettere che non tutti sono clandestini irregolari. Ma forse quello che più ci fa incazz. è l'aumento della criminalità grazie agli extracomunitari....! Ed è per questo che involontariamente si diventa razzisti! [B)] [:(!]
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