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Ufetto
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 Oggetto del messaggio: Mussolini & Hitler
MessaggioInviato: 28/12/2009, 16:47 
MUSSOLINI & HITLER (UN’ALTRA CAMPANA)

Alla conferenza di Ginevra del 1932 Dino Grandi propose la parificazione degli armamenti e la distruzione delle armi più letali, il duce aveva anche proposto la revisione del trattato di Versailles, che metteva a rischio la pace futura, però l’Inghilterra di Chamberlain era contro questi progetti.
Ufficialmente, Francia e Inghilterra si dissero indifferenti alle mire sull’Etiopia da parte del fascismo, in fondo Francia e Inghilterra si erano spartita quasi tutta l’Africa, però, segretamente, l’Inghilterra sosteneva il Negus ed armava gli abissini, tanto che nel 1934 a Dubai, cioè fuori del loro territorio, attaccarono il distaccamento somalo-italiano, questo attacco era guidato dall’ufficiale inglese Glifford.
L’11/4/1935 in Italia si era tenuta la conferenza di Stresa tra Italia, Francia e Inghilterra, per iniziative comuni contro il riarmo tedesco che, per volontà di Hitler, procedeva speditamente; Mussolini era interessato a contenere la Germania, però Francia e Inghilterra erano antifasciste e non erano pragmatiche.
Dopo il recupero della Renania, occupata dopo la prima guerra mondiale dalla Francia perché i francesi avevano voluto garantirsi sulle riparazioni e intanto la sfruttavano, Hitler voleva mettere fine al trattato di pace di Versailles e annettersi l’Austria, Mussolini conosceva questi progetti; il 25.7.1934 il cancelliere austriaco Dollfuss fu ucciso a Vienna da nazisti, perciò Mussolini, contrariato, inviò quattro divisioni al Brennero e Hitler, per il momento, rinviò l’Anschluss; in quell’occasione, Parigi e Londra non si mossero a favore dell’Austria.
Come accadeva nei paesi del corno d’Africa, Eritrea e Somalia erano insediate da bande di predoni etiopi che compivano razzie e poi si rifugiavano in territorio abissino, queste bande arrivarono ad attaccare il consolato italiano di Gondar; il negus, forte dell’appoggio franco-britannico, rifiutò scuse e riparazioni, comunque, il 3.9.1935 una commissione arbitrale italo-etiopica, presieduta dal greco Nicolaos Politis, riconobbe che la responsabilità degli scontri era delle autorità abissine.
Il 3.10.1935 le truppe italiane, al comando del generale De Bono, varcarono il confine con l’Etiopia, però il generale credeva ancora ad una soluzione pacifica; il 7.10.1935, sotto la spinta di franco-britannica; dalla Società delle Nazioni, l’Italia fu dichiarata paese aggressore e furono imposte sanzioni economiche a suo carico, che peraltro ebbero poco effetto, si astennero Giappone, Germania e Stati Uniti; pian piano l’Italia era spinta nelle braccia di Hitler.
Visti precedenti insuccessi coloniali italiane in Etiopia, francesi e inglesi pensavano che l’Italia si sarebbe impantanata nella guerra d’Etiopia, da loro rifornita di armi, e pensavano di indebolirla con questa guerra, invece l’impresa etiopica si concluse rapidamente e positivamente in sette mesi, anche se con largo impiego di mezzi militari.
Lo storico Renzo De Felice ha scritto che l’impresa doveva servire soprattutto a favorire l’emigrazione italiana in quel paese, il regime fascista pensava di farci arrivare 15 milioni d’italiani; questo nuovo tipo di colonialismo era una novità per inglesi e francesi, che praticavano lo sfruttamento delle colonie. Comunque, a causa della seconda guerra mondiale persa, il progetto di Mussolini non si concretizzò mai, ma in cinque anni il regime fascista realizzò notevoli investimenti pubblici nel paese, soprattutto in infrastrutture e strade.
A quell’epoca Mussolini, che aveva aiutato economicamente l’ascesa al potere di Hitler, non desiderava un alleanza con lui e diffidava di Hitler, ma lo scenario europeo cambiava; il 3.5.1936 il fronte popolare antifascista francese, fatto di comunisti filosovietici e socialisti, vinse le elezioni in Francia, il governo era diretto dal socialista Leon Blum.
Anche in quelle condizioni, Mussolini tentò il riavvicinamento a Francia e Inghilterra, conosceva le mire dei tedeschi e paventava la sorte di Austria, Cecoslovacchia e Polonia, sapeva che ciò avrebbe portato alla guerra generale in Europa e perciò chiedeva un cambiamento d’atteggiamento delle democrazie verso il fascismo, però il fronte popolare non raccolse l’offerta.
In Spagna il fronte popolare repubblicano, fatto di partiti di sinistra, compresi i comunisti, per ordine di Stalin fece una lega, fu cacciata la monarchia e nel 1936 scoppiò la rivoluzione che uccise politici, suore e preti e distrusse chiese, sedi di partiti e giornali; da ricordare che Lenin, prima di morire e dopo gli insuccessi della rivoluzione tedesca, aveva affermato che, dopo la Russia, il paese dove poteva instaurarsi la dittatura del proletariato era la Spagna, mentre il papa Pio XI temeva la rivoluzione comunista anche nel Messico.
Il 17.7.1936 la guarnigione spagnola del Marocco, comandata da Francisco Franco, che era sostenuto da Mussolini e dal papa Pio XI, iniziò la guerra civile; immediatamente, il fronte popolare spagnolo chiese aiuti militari al fronte popolare francese, perciò arrivarono aiuti militari da Francia e Russia, la quale inviò anche specialisti rivoluzionari non combattenti, tra i quali era anche Bela Kun; in quella occasione, il ministro della difesa francese, Deladier, sfilò dietro una bandiera rossa con il pugno chiuso. Mussolini non faceva che ricevere schiaffi in faccia dalla Francia.
Poiché il passaggio delle forze franchiste, dall’Africa alla Spagna, era impedito dalla marina spagnola, Franco chiese a Mussolini di acquistare degli aerei militari per il trasporto delle truppe, quando Mussolini si accorse che Francia e Inghilterra erano schierate con i repubblicani spagnoli, Mussolini e Hitler inviarono aerei da trasporto.
Mussolini si accorse che alla sorte della Spagna era interessata l’Unione Sovietica, all’inizio non era stato ostile a Stalin ed aveva fatto accordi commerciali con l’Unione Sovietica, ma quando ebbe coscienza dell’evolversi dello stalinismo in Russia, prese le distanze, la sovietizzazione della Spagna avrebbe messo in mani di Stalin il mediterraneo occidentale.
Grazie ai buoni uffici di Leon Blum, brigate internazionali furono mandate in aiuto dei repubblicani spagnoli da Francia, Inghilterra e Stati Uniti, ma arrivarono volontari anche dall’Italia; in tale quadro, l’Italia era spinta sempre di più tra le braccia dei tedeschi. Il 21.10.1936 a Berlino fu firmato un protocollo segreto tra l’Italia, rappresentata da Ciano, e la Germania, nasceva l’asse per una comune politica estera, comunque, Mussolini desiderava ancora la pace in Europa, però il primo ministro inglese Chamberlain era sempre intransigente verso l’Italia.
Francia e Inghilterra erano ostili al fascismo, il 25.9.1937 Mussolini era in visita in Germania e fu impressionato dal riarmo tedesco, a novembre dello stesso anno Ribbentrop era a Roma, per sondare l’atteggiamento di Mussolini verso la questione austriaca, le democrazie parevano disinteressate al problema; in quell’occasione, Mussolini si disse neutrale, perciò l’11.3.1938 l’esercito tedesco entrò in Austria, votarono per l’annessione il 99,75% degli austriaci; anche questo fu un plebiscito truccato, come quelli italiani, anche se forse gli austriaci erano in maggioranza a favore dell’annessione.
La Cecoslovacchia, come la Jugoslavia e l’Iraq, era uno stato inventato dal trattato di pace di Versailles e aveva nei suoi confini una forte rappresentanza dei tedeschi nei Sudeti; viste le mire di Hitler, Chamberlain, per preservare la pace con la Germania, dichiarò che l’Inghilterra non era tenuta ad intervenire a favore di quel paese; comunque, il governo cecoslovacco arrestò il capo del partito nazionalsocialista cecoslovacco e Hitler inviò un ultimatum a Praga.
Francia e Inghilterra chiesero a Mussolini di intervenire come mediatore presso Hitler, per una conferenza a quattro che risolvesse pacificamente la questione dei Sudeti; Hitler accettò la mediazione, la mobilitazione tedesca contro la Cecoslovacchia fu bloccata ed il presidente americano Roosevelt inviò un messaggio a Mussolini, invitandolo ad impegnarsi per salvare la pace. La conferenza di Monaco ebbe inizio il 29.9.1938, vi parteciparono Hitler, Chamberlain, Mussolini e Deladier; all’inizio Francia e Inghilterra non volevano che fosse presente un rappresentante del governo cecoslovacco, però, dopo le proteste di questo, fu ammesso.
I rappresentanti francesi e inglesi erano superficiali, avevano fretta e consideravano il piano di spartizione già accettato, però, quando dopo la prima guerra mondiale fu inventata la Cecoslovacchia, Francia, Inghilterra e Unione Sovietica ne garantirono l’integrità e la difesa militare; il 23.11.1938 fu firmata l’intesa, la Cecoslovacchia cedette alla Germania 11000 miglia quadrate di territorio, con 2.800.000 tedeschi e 800.000 minoranze.
Francesi e inglesi si erano accorti che Mussolini aveva ascendente su Hitler e perciò l’intervento di Mussolini pesò sulla bilancia, in Europa, tanti ritenevano che era l’unico in grado di evitare un altro conflitto; in USA si affermò che Monaco era stato il migliore momento di Mussolini, della stessa opinione era la stampa democratica mondiale. In controtendenza, Churchill, che non era ancora cancelliere, affermò che le democrazie avevano subito una disfatta; Mussolini era inquieto per il ruolo che stava assumendo la Germania in Europa, la quale ormai si affacciava al Brennero, la guerra era stata rimandata perché nessuno degli stati europei era pronto per la guerra.
Intanto in Spagna infuriava la guerra civile, con le democrazie e l’Unione Sovietica da una parte, Italia e Germania dall’altra, l’asse inviò armi e truppe e la guerra civile finì il 26 marzo del 1939 con la vittoria di Franco; negli Usa, Roosevelt aveva consentito l’apertura d’uffici d’arruolamento per le brigate internazionali destinate alla Spagna, a fianco dei repubblicani, l’Italia si sentiva sempre più spinta tra le braccia della Germania.
A fine novembre del 1938 Ribbentrop era a Roma e s'incontrò con Mussolini e Ciano, affermò che il Fuhrer era convinto che la guerra sarebbe scoppiata fra tre o quattro anni e, vista l’irrisolutezza delle democrazie, propose un’alleanza, ma Mussolini dichiarò di non essere pronto; intanto il duce fece fortificare le frontiere con la Germania, queste opere di fortificazioni furono sospese solo nel 1941, a guerra inoltrata.
Mussolini attendeva messaggi concilianti dalla democrazie che non arrivarono, ma invece arrivarono provocazioni; fra gli errori di Versailles c’era il corridoio terrestre che assicurava alla Polonia un accesso al mare, dopo aver tolto alla Germania la città di Danzica, abitata in prevalenza da tedeschi. Il reich, per collegare Germania con Prussia orientale, aveva proposto la costruzione di un’autostrada e di una linea ferroviaria che attraversasse il corridoio, assieme ad un trattato d’amicizia, ma la Polonia rispose di no, si sentiva sicura perché il 31.3.1939 Francia e Inghilterra avevano garantito la sua indipendenza.
Intanto Roosevelt, con poco pragmatismo, faceva una crociata ideologica contro tutte le dittature, di destra e di sinistra, il 31.3.1939 ai comuni, il primo ministro Chamberlain offrì garanzie a Polonia, ma anche a Romania e Grecia, cioè a danno anche delle mire italiane. Il 15.3.1939 Goering giunse a Roma e chiese a Mussolini quando avrebbe dovuto iniziare la guerra, il duce rispose, non prima del 1942-43, però la Germania, all’insaputa dell’Italia, aveva già fissato l’attacco alla Polonia per l’autunno.
Mussolini seppe da Attolico, ambasciatore a Berlino, dell’imminente attacco tedesco alla Polonia e, volendo impedire la guerra, chiese un incontro tra Ciano e Ribbentrop, Ciano ribadì che l’Italia voleva la pace per tre anni e Ribbentrop si disse d’accordo; forse, vista la fiacchezza precedente delle democrazie, la Germania non credeva alla reazione anglo-francese, anche se era stata minacciata.
Gli italiani non valevano più il fatto compiuto dei tedeschi e perciò pensarono di tutelarsi con un patto militare, perciò Mussolini accettò l’alleanza con la Germania o patto d’acciaio, il quale fu firmato a Berlino il 22.5.1939; per Hitler, la guerra era prima o poi inevitabile e teneva l’Italia e il Giappone al segreto dei suoi progetti; Mussolini autorizzò la firma dell’alleanza da parte di Ciano, dopo aver avuto assicurazione dai tedeschi di un periodo di pace di tre anni; l’alleanza era difensiva e prevedeva consultazioni in caso di guerra, però Hitler studiava l’attacco senza consultare l’Italia e sperava sempre nel non intervento di Francia e Inghilterra.
Visti gli sforzi per le guerre d’Etiopia e Spagna, Mussolini ribadiva l’impreparazione militare italiana, e chiese forti aiuti militari a Hitler, che furono rifiutati; il duce era sicuro che l’attacco alla Polonia avrebbe scatenato la guerra; il 10 agosto Ciano era a Salisburgo e s’incontrò con Ribbentrop, ribadì i punti di vista di Mussolini, si sentiva ingannato e vedeva il regime fascista messo a rischio dalla guerra. Il 26 agosto del 1939 Mussolini cercò ancora di dissuadere Hitler da iniziare la guerra, proponendo una soluzione politica, mentre Roosevelt invitava la Polonia a non cedere.
Il 31 agosto Attolico comunicò che l’attacco tedesco era imminente, il duce telefonò a Londra, proponendo una conferenza per il 5 settembre, per rivedere il trattato di Versailles e per fermare la guerra, purtroppo, l’ufficio telefonico comunicò che Londra aveva tagliato la comunicazione con l’Italia, sembrava che l’Inghilterra volesse la guerra.
Intanto nel Mediterraneo la marina militare inglese portava all’esasperazione i capitani nelle nostre navi mercantili, con provocatori atti di pirateria; malgrado l’Italia non fosse ancora entrata in guerra ed avesse tante riserve al riguardo, dal 1 settembre 1939 al 25 maggio 1940 (l’Italia dichiarò la guerra il 10.6.1940) inglesi e francesi fermarono 1347 navi di linea e mercantili italiani, con gravi perdite economiche; questi fermi e dirottamenti avvennero in acque internazionali e furono veri atti di guerra; gli inglesi, contro ogni convenzione internazionale, sequestrarono anche 200 sacchi disposta diretta a città italiane.
Churchill divenne primo ministro dal 1940, succeduto a Chamberlain; quando Mussolini fu ucciso dai partigiani il 28 aprile 1945, al duce fu rubato un tesoro personale ed un carteggio segreto da lui avuto con Churchill, del quale s’ignora il contenuto, forse il carteggio fu recuperato dall’Inghilterra e forse vi si parlava di questi fatti e dei rapporti tra Mussolini e l’Inghilterra, prima dell’alleanza con Hitler.

Fonte:
“Evviva la Guerra” di Filippo Giannini.

Nunzio Miccoli http://www.viruslibertario.it numicco@tin.it


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MessaggioInviato: 28/12/2009, 17:47 
notevole...ottimo post [;)]



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« Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. In tempi posteriori,essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. »


ex Tecnico di volo militare....in pensione.....studi aeronautici
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Stellare
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MessaggioInviato: 28/12/2009, 19:30 
E' vero che la verità prima o poi viene a galla!.[;)]


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Marziano
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MessaggioInviato: 28/12/2009, 21:00 
Ottimo post, grazie



_________________
E molto piu` facile parlare di cospirazione, quando si ignorano le cause ed i motivi.

Pain is weakness leaving the body. US Marine Corps

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