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Chiudo entrambi i topic (ne è stato aperto un altro nel frattempo, dallo stesso) e riporto i post qui;
Messaggio di
Nunzio MiccoliIL SISTEMA DELLE BANCHE CENTRALI
Com’è noto, compito delle banche centrale dovrebbe essere controllare le altre banche ordinarie, emettere banconote, finanziare lo stato, contrastare le speculazioni sulla valuta nazionale e contrastare l’inflazione, evitando che l’incremento annuale di banconote superi l’incremento del reddito nazionale. Di fatto, queste sono astrazioni, come quelle della costituzione, spesso baipassata dalle leggi ordinarie, del resto si sa che in Italia i controlli non si fanno o non funzionano.
Il commendatore Giambattista Giuffrè, uomo dalla chiesa e detto banchiere di Dio, raccoglieva denaro a tassi elevati da organizzazioni religiose, al di fuori della legge bancaria, finché non sospese i rimborsi; la Banca d’Italia, per sollevarlo dai guai, precisò che la sola raccolta o il solo impiego del risparmio senza sua autorizzazione, non violava la legge bancaria; in secondo tempo, la Banca d’Italia si pronunciò contro le casse peote del Veneto che, a favore di comitati laici locali, facevano lo stesso mestiere di Giuffrè, ma a tassi più bassi.
La Banca d’Italia conosceva le irregolarità delle banche di Sindona, che avrebbero dovuto portare all’estromissione degli amministratori, all’amministrazione straordinaria ed alla loro liquidazione, ma non intervenne tempestivamente; anche Banca di Roma, Banco di Napoli e Banco di Sicilia, con il mancato controllo della Banca d’Italia, sono arrivate al dissesto ripianato dallo stato.
La Banca d’Italia si decise in ritardo a sottoporre ad ispezione le banche di Sindona, che portarono alla scoperta di gravi irregolarità, però all’inizio preferì non procedere, affermando che non voleva provocare serie turbative al sistema bancario; Andreotti difendeva Sindona e lo chiamava salvatore della lira, anche se aveva speculato sulla lira, d’accordo con Calvi e Ior, la banca del Vaticano.
La Banca d’Italia accordò protezione a Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, non difese adeguatamente la lira dagli attacchi speculativi, non perseguì per truffa e falso in bilancio Calvi, bene introdotto in Vaticano come Sindona, mentre Guido Carli, governatore della Banca d’Italia, a favore dei dirigenti del Banco di Sicilia, propose l’irresponsabilità penale dei banchieri. Sulla vicenda Calvi, ci fu poca collaborazione da parte della Banca d’Italia con la magistratura ed omissione di atti d’ufficio da parte della Banca Centrale, passarono mesi prima che la Banca d’Italia mandasse ispettori alla banca di Calvi.
L’emissione di banconote inconvertibili e con circolazione fiduciaria, sono il più grosso business della terra; con l’emissione di banconote da parte degli istituti centrali, lo stato paga alla banca centrale interessi passivi che aumentano il suo debito; ciò è accaduto perché lo stato ha rinunciato ad emettere direttamente denaro, vietandone la stampa anche ai privati, ma permettendone la stampa ad un’istituzione privata come la Banca Centrale, controllata da banche ordinarie. Oggi però, in alcuni paesi, si emettono anche banconote locali senza interessi.
Dopo l’unità, diverse banche italiane emettevano banconote, poi questa facoltà fu riservata alla Banca d’Italia; fin dalla prima guerra mondiale, il Banco di Roma e il Banco di Sconto erano alleate della Banca d’Italia, mentre le banche commerciali del nord, come il Credito Italiano e la Banca Commerciale, erano all’opposizione, la Banca d’Italia preferiva essere a fianco di banche speculative.
Oggi le prerogative e l’autonomia delle Banca d’Italia e delle banche in generale sono difese strenuamente dalla sinistra, le banche sono lobby che finanziano i partiti; prima del recente crack finanziario, nei tribunali italiani giacevano tante denunce a carico delle banche ed i magistrati non procedevano contro di esse, tante volte i magistrati hanno rinunciato volontariamente alla loro indipendenza, per favorire lo stato, un partito o potenti in generale.
Bisogna ricordare che il mercato, indipendentemente dal fatto che sia una cosa buona o cattiva, è stato spesso contrastato da stato e corporazioni, però ha sempre dominato nelle istituzioni; nella Roma dei papi si faceva mercato di sentenze e la Sacra Rota non volle correggersi, il peccato di simonia dei papi era quasi una costante; perciò oggi le lobby commissionano a parlamento e governo leggi a loro favorevoli, inviando in cambio cesti di denaro; è così che funziona la nostra democrazia, la sovranità del popolo è una chimera.
Già nel III secolo i vescovi facevano gli strozzini, ad Antiochia, Alessandria e Roma e questa pratica continuò nei secoli, i vescovi erano spesso usurai o banchieri, anche se generalmente si avvalevano di prestanomi; anche Gregorio XVI (1831-1846) aprì scuole d’usura e nel XX secolo il cardinale Giordano di Napoli è stato inquisito per usura, poi prosciolto dalla magistratura; a Venezia erano stati usurai il doge Sebastiano Ziani (1172-1178) e il doge Nicola Tron (1471-1473); chi faceva l’usuraio, non disdegnava fare anche il pirata e lo schiavista, comunque, i potenti esercitavano l’usura o la finanza tramite prestanomi, spesso ebrei, che erano poi odiati dal popolo.
Il denaro amministrato da finanzieri ebrei non è stato mai loro perché le banche, per definizione, amministrano denaro degli altri, anche quelle che operano all’ingrosso ed anche le finanziarie di famiglia quotate in borsa; i principi autorizzavano gli ebrei a fare tassi usurai perché guadagnavano di più sui loro capitali e li potevano passare meglio, poi gli ebrei erano indicati al popolo come usurai.
Per prevenire l’usura, nel 1492 nacque a Perugia il primo Monte di Pietà, queste nuove istituzioni prestavano ai poveri ad interessi bassi, che servivano a coprire solo le spese, erano cioè senza profitto, i loro capitali erano forniti dai comuni e dalla carità. Oggi i monti di pietà sono stati assorbiti dalle banche ordinarie, fanno prestiti con garanzie in oro e quindi i relativi tassi dovrebbero essere più bassi di quelli dei comuni prestiti bancari, ma non è così, anzi sono più alti; forse le banche non si vogliono fare troppi danni agli usurai, i quali sono in aumento, hanno affidamenti in banca a tassi di favore, cioè sono amici delle banche e, come le banche, sono raramente perseguiti dalla magistratura “indipendente”.
Per quanto riguarda le norme contro il riciclaggio di denaro mafioso, che ha previsto i certificati antimafia, che hanno creato complicazioni solo ai piccoli imprenditori onesti, questo riciclaggio in attività legali è stato ostacolato in Italia ma è tranquillamente accettato negli altri paesi dell’Europa occidentale, dove i capitali mafiosi sono regolarmente investiti; è come se ci fosse un accordo tacito dell’élite mondialista, in Italia si delinque, però i relativi alti proventi si possono investire legalmente solo all’estero.
In passato l’economia criminale, basata su traffico di schiavi, usura, racket, brigantaggio, pirateria e contrabbando, ha arricchito dei centri marittimi in tutto il mondo, ora pare che dall’elite sia venuta una direttiva che tollera le attività illegali in Italia, ma i relativi profitti devono essere investi all’estero, in Svizzera, Germania, Scozia e Spagna, dove chi beneficia di questi investimenti ne conosce l’origine ma fa finta di niente e li accetta. Sarebbe meglio che lo stato italiano, invece di ospitare a palazzo e tollerare i mafiosi, perseguisse i loro crimini invece di inseguire il riciclaggio.
Speculatori italiani e internazionali si sono arricchiti con le periodiche svalutazioni della lira, con la passività della Banca d’Italia che doveva prevenirle e contrastarle; per favorire le svalutazioni della lira, si alimentarono anche crisi di governo e terrorismo; allora gli italiani, che sono sempre contro tutti i loro governi ma vanno a votare, erano anche vittime del dogma dell’Unione Europea.
Tanto denaro italiano, provento d’attività illecite criminali, evasioni, speculazioni sui cambi, speculazioni in generale, furti allo stato, alle aziende ed ai piccoli azionisti, affluì all’estero, principalmente in Svizzera e Usa e poi nei paradisi fiscali; fino a venti anni fa, questi miliardi andarono a pareggiare le rimesse che i poveri emigranti italiani facevano dall’estero in Italia, un’altra pagina di vergogna della classe dirigente italiana.
Ancora, maggiori tasse, maggiori costi, maggiore burocrazia e omessi rimborsi fiscali alle imprese, sono serviti ad incentivare gli investimenti all’estero ed a delocalizzare industrie, provocando crisi occupazionale e di consumi in Italia; il fatto è che i gli imprenditori capitani di ventura, prestanome e soci dell’élite, non sono ideologici come i militanti di partito e seguono solo i loro interessi, perciò sono stati protezionisti quando in Italia i costi erano bassi e il paese si voleva industrializzare, mentre oggi sono liberisti perché preferiscono produrre all’estero a costi più bassi e poi importare i loro prodotti in Italia.
Mentre in Italia non affluivano investimenti dall’estero, fino a poco tempo fa, l’esportazione di capitali dall’Italia era soprattutto di provenienza illecita oppure erano esportazioni valutarie del Vaticano; ora, grazie alla nostra classe politica ottusa, con la liberalizzazione del movimento dei capitali, attraverso i moderni circuiti finanziari, anche i piccoli risparmiatori esportano all’estero i loro risparmi di una vita, risparmi che poi sono polverizzati dalla note insolvenze finanziarie; ciò è accadito mentre la nostra costituzione afferma di tutelare il risparmio (art.47), un’altra delle promesse della costituzione.
Ci sono dirigenti politici, bancari e industriali che, al servizio dell’élite, hanno promosso speculazioni, però, poiché rispondevano di atti ispirati dai loro padroni occulti e potevano ricattare, erano remunerati bene; purtroppo poi hanno affidato i loro risparmi alla speculazione internazionale e li hanno perduti ed oggi non hanno il coraggio di lamentarsi perché dovrebbero spiegare dove hanno preso tutti quei soldi.
Il progetto di nascita di un nuovo Nuovo Ordine Mondiale si fonda anche su una valuta unica per il commercio internazionale, ma anche su un unico governo mondiale autoritario; oggi, per prevenire la crisi del dollaro, pare che anche Russia e Cina non siano contrarie alla moneta unica. Le grandi emissioni di dollari da parte della Federal Reserve, giustificate dalla crisi americana e dalle necessità di bilancio americane, possono alimentare inflazione e svalutazione del tasso di cambio del dollaro.
La Cina teme questa svalutazione perché è il primo creditore degli Usa e non vuole che i suoi crediti si svalutino, perciò propone di ampliare il ruolo dei diritti speciali di prelievo del Fondo Monetario Internazionale e propone anche il ritorno ad un regime di cambi fissi, come al tempo degli accordi di Bretton Woods, il che però presuppone più valute e non una valuta unica. Bisogna dire però che i cambi fissi non erano sempre fissi, perché erano periodicamente aggiustati dalle autorità monetarie, spesso in accordo, con le svalutazioni, cioè erano fissi ma periodicamente aggiustabili; sulle svalutazioni c’era chi guadagnava e chi perdeva, come in borsa.
Attualmente i Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario Internazionale si fondano su quattro valute, cioè dollaro, euro, yen e sterlina, perciò la Cina ha chiesto un allargamento del paniere; i cinesi temono che, visto che attualmente esiste la contrarietà ad accettare il dollaro come moneta di pagamento, si potrebbe arrivare ad un blocco del commercio internazionale e ad una grande depressione, con la caduta delle loro esportazioni e della loro produzione.
Nel Nuovo Ordine Mondiale, la banca centrale del sistema, presumibilmente la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, avrebbe la funzione di sorveglianza e godrebbe di linee di credito da parte delle banche centrali nazionali, non sarebbe alla mercé delle legislazioni nazionali e dei governi, ma potrebbe essere sotto il controllo del G20 o di un’Autorità Monetaria Globale, banche e finanziarie dovrebbero registrarsi presso questa autorità.
Un sistema monetario basato su cartamoneta o moneta di conto elettronica si finanzia da se e non ha bisogno di contributi statali o di banche o finanziarie, funzione monetaria e contributi statali servirebbero a rafforzare il governo mondiale perché, con il controllo della moneta, si controllano gli stati. Si dice che la nuova banca centrale e la moneta unica dovrebbero servire a scongiurare un’altra crisi finanziaria, ma nessuno lo può garantire; attualmente fondi speculativi, fondi sovrani islamici e private equity, diversamente dalle banche, sono esenti da regolamentazione, perciò un nuovo regolamento dovrebbe disciplinare queste attività e prevedere sanzioni, però i sudditi non devono sperare molto.
Anche il barone David Rothschild è a favore del progetto di un Nuovo Ordine Mondiale, la moneta unica riduce la sovranità degli stati e dei popoli, supera il concetto di collaborazione economica e di alleanza tra nazioni, implicherebbe un corpo di leggi imposte agli stati aderenti, secondo il modello dell’Unione Europea; anche l’Europa dispone di leggi, di una corte suprema ed di una valuta, perciò l’Europa potrebbe essere l’esempio per il nuovo progetto.
Un mercato finanziario globale implicherebbe un dominio globale di certe leggi su tutta la terra o sui paesi che partecipano al sistema; poiché il nuovo governo globale tenderebbe all’efficienza, sarebbe per forza antidemocratico, infatti, la democrazia è anche paralizzante. L’esperienza insegna che quando i singoli paesi dell’Unione Europea si sono rivolti agli elettori su dei progetti di maggiore coesione, sono stati anche sconfitti, anche per questo l’Italia preferisce non consultarli, quindi questi referendum dovrebbero essere banditi; oggi le democrazie sono in crisi o sono una truffa, mentre soprattutto i regimi autoritari del terzo mondo paiono poco efficienti, perciò, secondo il Nuovo Ordine Mondiale, tutti gli stati necessitano di regolamentazione o direzione esterna.
Come data fatidica per il progetto si prospetta il 2025, per quella data alcuni integralisti islamici affermano che il mondo sarà islamizzato, strana coincidenza, forse pianificata dall’élite che desidera un nuovo ordine medievale ed uomini schiavi. Un’altra data fatidica è il 2012, che è vicina, per allora vedremo cosa ci stanno preparando.
Oggi. accanto al progetto della valuta unica, accanto alle valute nazionali, esistono progetti di valute regionali asiatiche, americane, eccetera, con accordi continentali tra paesi; purtroppo, sono tanti i paesi che considerano più importane lo sviluppo economico che la democrazia, la quale nello stesso occidente è falsata da leggi, politica, religione ed economia; con il Nuovo Governo Mondiale, il popolo consegnerà totalmente il potere nelle mani di èlite internazionali, mentre attualmente lo fa, con una delega in bianco, nelle mani di politici nazionali, con il sistema elettorale rappresentativo.
Le banche centrali nazionali, che sono istituzioni private in mano a banche, fino ad oggi hanno agito in coordinamento, anche per svalutare valute, sotto il controllo della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, che è pure un’istituzione privata, perché sotto il controllo delle banche centrali. Lo schema è lo stesso della Banca d’Italia, della Banca d’Inghilterra e delle Federal Reserve, che appartengono alle banche, ma dovrebbero controllare le banche.
Prima della banconote degli Istituti centrali, erano esistiti certificati rappresentativi di beni emessi da privati che circolavano come denaro, biglietti di stato che attestavano un credito verso lo stato e circolavano come denaro, inoltre esistevano gli assegnati della rivoluzione francese, che all’inizio erano garantiti dalla terra espropriata agli aristocratici e alla chiesa. Con le banconote inconvertibili delle banche centrali, sulle quali gli stati pagano interessi, tutto cambiò e la circolazione divenne solo fiduciaria, quindi oggi le banconote ufficiali sono garantite da niente, cioè sono a corso forzoso e inconvertibili in oro.
Durante la Grande depressione degli anni trenta, poiché la disoccupazione era alta e mancava il denaro, nacquero valute complementari locali in Europa e Usa, queste favorirono scambi e produzione; attualmente le valute locali operano legalmente il 35 paesi. Queste monete locali pare che rimettano in moto l’economia e non prevedono interessi a favore della Banca Centrale, come avviene con la moneta nazionale.
Nel 1995, forse a causa delle ricette del FMI sulle privatizzazioni, l’Argentina subì il tracollo e in quel paese la gente cedeva beni in cambio di tagliandi regionali, poi nacque una Rete di Scambio Globale con una valuta complementare, l’iniziativa fu poi imitata da altri paesi sudamericani; oggi queste valute locali potrebbero affiancare quella unica mondiale, dopo aver debellato stati nazionali e relative monete.
Oggi in Nordamerica sono disponibili oltre 30 valute cartacee complementari, gli americani sono spesso senza dollari e tanti dollari, a causa del deficit della bilancia valutaria americane e del ruolo del dollaro come moneta di riserva, sono detenuti all’estero; queste monete, se sono accettate, stimolano l’economia locale, creano posti di lavoro e sono garantite solo dal lavoro muscolare; sono valute indipendenti dal governo e dalle banche, ragguagliate in dollari od ore lavoro; sono rappresentate da tagliandi, tengono unite le comunità locali ed aiutano agricoltori e commercio.
Oggi non è più necessario stampare moneta, perché i regolamenti monetari possono avvenire per via elettronica, perciò negli Usa la moneta elettronica è anche moneta complementare, non prevede né imposte, né interessi, né scadenze, né riserve; si prendono a credito beni e servizi e si restituiscono altri beni e servizi, come nel baratto che precedeva la moneta, questi sistemi di pagamento si sono diffusi. Purtroppo, poiché a volte questi debiti non sono restituiti, si sono richieste garanzie a copertura dei debiti; è da notare che, con queste valute complementari, riconosciute solo da comunità locali, tasse, utenze e benzina sono comunque pretese in valute nazionali, perciò, chi vuole certi servizi, ha bisogno della valuta legale.
Per quando riguarda l’Islam, con i suoi ricchi fondi sovrani, poiché il corano vieta l’usura, con artifici si è tentato di eliminare l’interesse, sostituito da contratti di riporto, società di venture capital anche temporanee e tassi di mora e rate maggiorate, che sono modi surrettizi per reintrodurre l’interesse e l’utile che scaturisce dalla finanza; però nell’Islam si progetta anche di reintrodurre l’oro come moneta.
La crisi monetaria e finanziaria non significa solo carenza di denaro, ma anche inflazione, la quale può essere sanata con il ritorno all’oro, assieme a platino, argento, carte di credito e moneta elettronica; sarebbe una scelta valida ma è osteggiata dalle banche e da chi sta loro dietro, perché prosperano e s’ingrassano con il signoraggio bancario ed il signoraggio monetario; poi, quando decidono di far sparire i soldi guadagnati, nascondere scandali e speculazioni, si dicono insolventi e chiedono aiuto alla comunità.
Le banche centrali lavorano segretamente ed in coordinamento, sotto la Banca dei Regolamenti Internazionali, tutte istituzioni private controllate da banche, le quali sanciscono il dominio di un sistema monetario speculativo, per favorire il quale in Usa, come in Italia, si abolì la separazione tra banche commerciali e banche d’affari. Da allora, le speculazioni finanziarie sono cresciute fino alla bancarotta attuale, con il declino dell’economia reale americana e lo sviluppo dei derivati, che sono spesso solo un gioco d’azzardo; però lo stato non dovrebbe garantire i debiti di gioco, ma aiutare famiglie e piccole imprese produttive indebitate, la politica ha deciso una strada diversa.
La dittatura dei banchieri di Maastricht e Lisbona, affermando di voler preservare il patto di stabilità, impone multe agli stati che superano il debito consentito, il che porta al restringimento del credito e fissa un limite al credito produttivo ma non ai salvataggi bancari. Attualmente l’economia è dominata dai sistemi monetari, invece che da quelli creditizi, con ridotta sovranità degli stati, perché il controllo centrale sulla moneta è un modo surrettizio di governare, in barba alla sovranità popolare.
La costituzione italiana tutela il risparmio (art. 47), è uno dei tanti sproloqui della nostra costituzione; i governi italiani, anche a causa della sudditanza verso l’oligarchia mondialista e verso la Banca dei Regolamenti Internazionali, alla quale è soggetta la Banca d’Italia, hanno portato a sistemi d’insolvenze che mortificano il risparmio, senza i necessari controlli statali o della banca centrale; a tale proposito, di fronte ad un crollo generalizzato del sistema finanziario, a nulla servono le garanzie statali sul risparmio, si sa che gli stati non mantengono promesse, cambiano le leggi in corso d’opera e, con le emissioni monetarie e l’aumento delle tariffe pubbliche, alimentano l’inflazione; generalmente, ciò che è lecito per lo stato, non è lecito per i privati.
Fascismo e nazismo furono sostenuti da un’alleanza internazionale di banchieri, il progetto dei sinarchisti voleva una fratellanza di finanzieri ed un’Europa autoritaria, perciò nel 1930 diedero vita alla Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS); gli artefici furono Montagiu Norman, governatore della Banca d’Inghilterra, Hjalmar Schacht, che divenne ministro dell’economia di Hitler e capo della Banca centrale tedesca e l’italiano Alberto Benedice, a capo della politica economica del fascismo.
Benedice garantì la massima indipendenza della Banca d’Italia dal fascismo e perciò divenne vicepresidente della BIS, questa indipendenza della banca dal governo rimase anche in era repubblicana ed oggi è caldamente tutelata dalla sinistra; lo scopo ufficiale era assicurare stabilità al sistema economico finanziario, controllare le anticipazioni al Tesoro, influenzare attività economica e commercio e regolare i cambi; erano tutti bluff perché si favorirono, soprattutto da parte dei banchieri, anche le speculazioni sui cambi, senza i necessari controlli da parte della Banca d’Italia.
Secondo messaggio di
Nunzio MiccoliL’EVOLUZIONE DELLA MONETA E DELLA GLOBALIZZAZIONE
Il signoraggio monetario è il profitto ricavato dalle banche centrali, che sono istituzioni private controllate da banche ordinarie, con l’emissione di banconote; in tal modo, caduto il gold standard, cioè la moneta aurea, con dei pezzi di carta, circolanti solo su base fiduciaria, che cioè hanno valore solo perché sono accettati, si possono comprare beni reali.
Il signoraggio bancario è il vero palo della cuccagna dei tempi moderni, in tal modo tutti lavorano per i titolari del signoraggio, che sono i nostri veri padroni ed i padroni occulti dello stato; infatti, la sovranità appartiene da sempre a chi emette moneta metallica o banconote ed a chi è esente dalle tasse, mai ai sudditi contribuenti.
A causa dell’attuale crisi del dollaro, nel 2009 si sono formulati nuovi piani per costituire nuove valute di riserva internazionali, a fianco del dollaro; il Fondo Monetario Internazionale già emette i diritti speciali di prelievo, che sono una moneta di conto esente dal controllo dei governi; uno dei primi strumenti del governo mondiale, perché i veri sovrani sono quelli che riscuotono le tasse, beneficiano del signoraggio monetario, sono indipendenti e irresponsabili, anche se occulti.
Il primo ministro britannico Gordon Brown, nella logica della globalizzazione, vorrebbe trasformare il FMI in una banca centrale globale; un ex governatore della Banca d’Inghilterra, con lo scopo di evitare future crisi finanziarie, ha proposto anche di conferire il ruolo di controllore alla Banca dei Regolamenti Internazionali; praticamente, la crisi attuale, dovrebbe servire ad accentrare il potere a livello mondiale e metterlo delle mani dell’alta finanza, destinata a dirigere le sorti del mondo.
L’1.1.1999 in Europa occidentale, dopo 45 anni di accordi di libero scambio, per dare stabilità agli scambi ed al corso delle monete, nacque come moneta regionale europea, l’euro che, com’era previsto, ridusse la sovranità degli stati partecipanti. Si accusava il nazionalismo monetario di aver alimentato l’instabilità, però l’attuale crisi finanziaria è la crisi del dollaro, che è stata l’unica vera moneta di riserva internazionale, ora il dollaro sta cadendo, come caddero il fiorino e lo zecchino; comunque, si dimentica di dire che, a causa del signoraggio, la moneta rimane un grande affare nelle mani di chi la emette, perché con un pezzo di carta fiduciaria si posso acquistare beni reali.
Visto il successo dell’euro, si è richiesta la creazione anche di altre monete regionali, perciò il 23.5.2008 dodici nazioni sudamericane dell’Unione Nazioni sudamericane (UNASUR), hanno promosso la loro integrazione economica ed hanno proposito di creare una banca centrale e una moneta comune; però del gruppo fanno parte Colombia e Venezuela, che non si possono vedere, vedremo come andrà a finire.
Nel 2005 il consiglio di cooperazione del Golfo persico (GCC), costituito da cinque paesi eccetto l’Iran, con lo scopo di incrementare i rapporti economici tra i loro paesi, ha preso l’impegno di creare una moneta comune entro il 2010, con l’impegno che la banca centrale sarebbe stata indipendente dai governi (ma non naturalmente dai padroni occulti); da questi fatti si capisce che esistono sovrani al di sopra degli stati, che tirano il sasso e nascondono la mano. Sostenendo questo disegno, in Italia la sinistra è paladina della difesa dell’autonomia della Banca d’Italia, dagli italiani e dal governo italiano, l’ex governatore Calvi la voleva autonoma anche dalla magistratura; la Banca d’Italia ha omesso di controllare le banche e le esportazioni illegali di valuta, a vantaggio dei soliti ignoti, ed oggi dipende dalla Banca Europea.
Il 16.5.2005 tredici nazioni asiatiche hanno gettato le basi per un’unica moneta asiatica, con relativa banca centrale, però i paesi partecipanti sono riluttanti a perdere fette di sovranità; nel 2002 nacque l’Unione Africana che ora progetta il rafforzamento dell’integrazione, con creazione di una moneta comune con relativa banca centrale, che dovrebbe nascere entro il 2020 ed avere sede nella capitale della Nigeria.
Nel gennaio del 2008 in Nordamerica è stata proposta, al posto del dollaro, una nuova moneta, l’Amero o NAMU, per Usa, Canadà e Messico, che comporterebbe la fine della sovranità del Canadà, questa nuova moneta dovrebbe dare equilibrio a commercio e tassi, intanto si teme un’iperinflazione del dollaro; nel mondo esistono tanti dollari falsi e più della metà dei dollari circolati sono fuori degli Usa. Anche in Oceania si dibatte per una fusione tra dollaro australiano e dollaro neozelandese.
Dal 1998 si è ipotizzata anche la creazione di una moneta unica mondiale, il Phoenix, secondo la proposta, il FMI avrebbe avuto la responsabilità di fissare il tasso d’inflazione mondiale; in Italia abbiamo sorriso sul tasso d’inflazione programmata del governo che mirava a contenere la dinamica salariale; però a ben vedere il governo, se le statistiche sull’inflazione non sono truccate, può effettivamente programmare l’inflazione, programmando le emissioni monetarie, perché la dinamica dei prezzi è in relazione all’incremento del reddito e delle emissioni monetarie. Comunque, non ci facciamo illusione, l’ultima frontiera della propaganda di stato, è data dalle statistiche false.
Il Phoenix dovrebbe iniziare come cocktail di valute nazionali o regionali, come i diritti speciali di prelievo, imporrebbe rigidi vincoli ai governi, ufficialmente dovrebbe servire ad espandere il commercio mondiale e a dare stabilità ai mercati finanziari; è da definire il problema della riserva a copertura della moneta, messa disposizione degli stati, la copertura naturalmente sarebbe parziale. Ha detto Paul Volcher, ex governatore della Federal Reserve, che una moneta unica ha un senso se l’economia deve essere globale. Si dice che con una moneta unica i prezzi sarebbero espressi nella stessa unità monetaria, tuttavia i prezzi non sarebbero gli stessi, come promette il liberismo con la legge o dogma della domanda e dell’offerta, perché anche all’interno degli stati, i prezzi, per uno stesso prodotto, hanno difficoltà a livellarsi.
Il presidente americano Obama, rinnovando il mandato al presidente della Fed, Ben Bernanke, vorrebbe dare respiro al sistema bancario e monetario, però Fed, banche americane e dollaro si stanno disgregando, il deficit del bilancio americano è fuori controllo e il sistema si regge sul presupposto di una ripresa in realtà ancora inesistente. Obama vorrebbe fare dei tagli alla sanità, non per mortificare gli americani, ma per ridurre la spesa e le speculazioni della sanità, ma come si fa a mortificare il cartello di Big Pharma?
Il ministro italiano dell’economia, Giulio Tremonti, afferma che, invece di salvare le banche, che hanno provocato il collasso del sistema, bisognava salvare famiglie e industria, perché i consumi non cadano e riparta la produzione; attualmente invece si è dato sostegno solo alle banche, mettendo a carico del pubblico le loro perdite, però i guadagni usurai passati delle banche, fatti pagare a risparmiatori e piccoli produttori, non si sa che fine abbiano fatto.
Per rimarcare quanto pesano la chiesa cattolica e il Vaticano nel mondo, bisogna ricordare che l’ex capo del governo inglese, Tony Blair, si è convertito al cattolicesimo, naturalmente non si tratta di una vera conversione, ma di una scelta trasformista di potere; Blair ha creato una Fondazione, attraverso la quale insegna religione e globalizzazione; tra i membri del suo consiglio direttivo troviamo Lord Richard Chartres, vescovo anglicano di Londra e decano della cappella reale, il dottor Ismael Khudr Al –Shatti, membro della fratellanza Islamica, il rabbino David Rosen, capo della lega antidiffamazione in Israele, e Rick Warren, pastore evangelico fondamentalista della chiesa di California.
Non si capisce il vero scopo della fondazione, forse si cerca la pace religiosa o l’alleanza tra religioni, a spese però della libertà dei sudditi; per dare visibilità alla sua conversione, Blair ha partecipato al meeting di Rimini, ha lodato l’enciclica papale Caritas in Veritate ed ha suggerito che la chiesa cattolica divenga il pilastro della globalizzazione; promuove misure contro i cambiamenti climatici che, come le epidemie, possono essere un’altra emergenza che può aumentare i potere d’intervento di un governo mondiale; intanto il governo inglese fa concessioni all’Islam, come i tribunali islamici.
C’è in occidente chi, come la chiesa cattolica, invidia la sottomissione e la religiosità dell’Islam, l’uscita di Blair è giustificata dal fatto che i vecchi dissapori tra monarchia inglese e papi paiono ormai superati; i dirigenti delle religioni monoteiste sono spesso solidali, hanno affermato che non si può criticare un giorno una religione ed un altro giorno un’altra, effettivamente, la religione è uno strumento di governo ed un modo per fare affari; Tony Blair mira alla presidenza dell’Unione Europea, il trattato di Lisbona prevede che la carica di presidente dell’Europa debba essere permanente, cioè una specie di monarchia, però anche Blair, in realtà rappresenterebbe altri poteri più alti ed anonimi, sarebbe solo il solido fiduciario munito di privilegi.
Nunzio Miccoli
http://www.viruslibertario.it numicco@tin.itMessaggio di
nuages:
In realtà, come più volte detto, oggi il vero potere risiede in società finanziarie multinazionali che estendono il loro potere su tutti gli aspetti della vita di miliardi di persone in tutto il mondo. Un esempio?
Analizziamo il caso Goldman Sachs.
Si tratta di una banca, forse la più potente al mondo attualmente, fondata a New York nel 1869 e oggi conta filiali sparse in tutte il globo. Offre servizi finanziari e di consulenza a grandi gruppi industriali, organi finanziari, governi e uomini d'affari miliardari.
Si dice che dietro l'aumento del prezzo del grano (sta pagando contadini di vari paesi produttori per non coltivarlo più) e dell'oro (invita i propri assistiti a speculare sui "beni rifugio" come l'oro) ci siano le sue mani.
In occasione della crisi dei subprime, che sta mettendo in ginocchio tantissime banche, Goldman Sachs dichiara alla CNN il 20 Settembre del 2007 che «perdite significative» su alcune delle obbligazioni detenute sono state «più che compensate da guadagni ottenuti shortando prodotti basati sui mutui». Fortuna o incredibili capacità? Chi lo sa, ma il fatto che l'attuale Segretario del Tesoro USA, Henry Paulson, sia stato per anni l'amministratore delegato della banca può aiutare!
Passiamo a vedere come questa banca stia controllando l'Italia.
Romano Prodi ne è stato consulente per anni e attraverso Linda Costamagna, moglie di Claudio Costamagna (alto dirigente GS) la banca americana è stata la prima finanziatrice della sua campagna elettorale.
I ringraziamenti non si sono fatti attendere: Massimo Tononi, altro dirigente GS, è stato nominato Sottosegretario all'Economia e responsabile delle privatizzazioni!
Ovviamente la GS è interessata anche a Banca Italia; infatti Mario Monti è attualmente membro dell'advisory board internazionale con competenze sulle questioni di politica internazionale, mentre Mario Draghi, l'attuale Governatore di Banca Italia, è stato presidente della Goldman Sachs Europe per quattro anni!
Infine, è di questi giorni la notizia che Gianni Letta, ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e braccio destro di Silvio Berlusconi è stato nominato consulente dell'advisory board internazionale della Goldman Sachs!
Quindi, mentre i politicanti italiani cercano di fregarci col miraggio del ritorno alle urne per ridare il potere decisionale al popolo, c'è già chi ha vinto: la Goldman Sachs, che si è già comprata entrambi gli schieramenti partitici e Bankitalia!
Invece di scannarci tra Centro-destra e Centro-sinistra, dobbiamo capire chi comanda veramente il Paese e chi è il vero responsabile dell'attuale drammatica situazione, e combatterlo duramente tutti insieme.
Goldman Sachs: ecco i veri padroni dell'Italia
di Manuel Zanarini - 06/02/2008 - Tratto da Arianna Editrice