11/02/2010, 18:45
11/02/2010, 19:34
11/02/2010, 20:46
11/02/2010, 20:51
Ufologo 555 ha scritto:
...Ma con questi commenti ...Per ricordare altri morti (robs79, furono circa 80 milioni comunque) mi si dice che "aggredisco"... non so io ...
Il fatto è, Lawliet, che a te, basta non parlare contro quella parte, poi sono tutti bravi; dimmi in che modo ti ho aggedito (anzi, lascia stare! E' implicito).
Semeru ha scritto:
Infatti l'aggressione non c'è...
24/02/2010, 00:48
mik.300 ha scritto:barionu ha scritto:
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=z0EkUlgHAe4
LA GUERRA RENDE TUTTI GLI UOMINI UGUALI
da
topic.asp?TOPIC_ID=94&whichpage=5
..appunto..
ipocrisia pura..
24/02/2010, 00:50
rmnd ha scritto:mik.300 ha scritto:barionu ha scritto:
LA GUERRA RENDE TUTTI GLI UOMINI UGUALI
da
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ ... hichpage=5
..appunto..
ipocrisia pura..
Penso che non abbiate afferrato il nocciolo della questione.
In Italia per motivi noti, è stato rimosso per decenni l'eccidio delle foibe.
Se la guerra rende tutti gli uomini uguali tanto più la morte.
Quindi il giorno della memoria sulle foibe non è meno importante di altri giorni della memoria.
Ogni nazione onora i propri morti in guerra, anche la Germania rende onore ai suoi soldati caduti in Normandia, benchè fossero l'esercito occupante.
24/02/2010, 00:57
Lawliet ha scritto:Messaggio di BlitzKrieg
Cosa schifosa, che alcuni docenti comunisti, duri a morire, abbiano censurato di fatto la giornata.
Consiglierei un controllo medico, non vorrei che avessi contratto la Sindrome di B.
24/02/2010, 19:38
28/01/2012, 14:38
[color=blue]“No a riti della memoria, uccidono l’Olocausto”. Libro-choc di Rosenfeld
http://www.ilfoglio.it/soloqui/12074
“La morte di milioni è stata trasformata in intrattenimento popolare e in una forma di liturgia teologica, persino in una banale piattaforma di educazione civica”. Alvin Rosenfeld, storico americano dell’Università dell’Indiana e pioniere di fama negli studi sull’antisemitismo, è durissimo con i guardiani della memoria dell’Olocausto...
...Nelle pagine del libro ricorre spesso la figura di Anna Frank, la ragazzina di Amsterdam autrice del celebre “Diario” e assurta a simbolo della Shoah. Rosenfeld scrive che Anna Frank è stata oggetto di una “mistica della vittimizzazione”, ne è stata fatta una “santa laica” e un’icona della “bontà umana”.
Secondo Rosenfeld, “la continua evocazione di Anne Frank come metafora di altri eventi ha trasfigurato la sua storia fino al punto che è stata privata di ogni base storica”. “Il termine ‘Olocausto’ è diventato plastico e senza significato”, è stato “americanizzato”, perfino “de-giudaizzato”, ovvero svuotato del suo carattere religioso specifico della distruzione del giudaismo europeo.
Rosenfeld attacca il film “Schindler’s List” di Steven Spielberg, perché a suo dire descrive “gli ebrei come figure irreali, vittime passive o venali collaboratori”. ...
...Il libro decritta la martellante “retorica di pubblica e vuota pietà” che ha fatto sì che l’enormità della Shoah venisse alla fine “disumanizzata”. Una memoria vuota, “placida”, universale, facilmente politicizzabile a fini antiebraici.
Un tema enucleato anche da “The Holocaust and Collective Memory”, il libro di Peter Novick in cui ha avvertito: “La memoria ha sensibilizzato e desensibilizzato”. Sempre più consistenti gruppi militanti di minoranza (gay, afroamericani, latinos, indiani, senza tetto, animalisti e malati di Aids) si sono appropriati facilmente dell’Olocausto. Secondo Rosenfeld si tratta di operazioni “revisioniste per esprimere il senso di ‘oppressione’ e ‘vittimizzazione’” ...
...“Più diventa mainstream, più l’Olocausto diventa banale”, afferma Rosenfeld. “Una versione della storia ancora ricolma di sofferenza, ma una sofferenza senza peso morale, più facile da sopportare”.
Nel recensire il libro sul Tablet, Ron Rosenbaum, il celebre storico e giornalista americano autore del “Mistero Hitler”, ha scritto che lo scopo del saggio di Rosenfeld è salvare “l’ebraicità dello sterminio” contro un banale “universalismo” infarcito di frasi come “la barbarie dell’uomo sull’uomo”, che tanto ricorrono oggi nelle celebrazioni della giornata della memoria.
“La libertà artistica porta alla corruzione della verità, alla ‘Vita è bella’”, scrive Rosenbaum riferendosi al film di Roberto Benigni....
....Secondo Rosenfeld è stata anche compiuta una operazione culturale sui sopravvissuti tesa alla “trasformazione artificiale della vittima in prototipo culturale privilegiato”. Eccolo il paradosso: “Il successo stesso della disseminazione della conoscenza dell’Olocausto nella sfera pubblica può sminuirne la gravità e renderlo più familiare.
La storia è stata normalizzata”. Nonostante tutti i musei, i curricula, i libri, i film, i documentari, gli articoli di giornale e le visite guidate ai campi, la memoria dell’Olocausto è diventata “pop”, una sorta di sacrario laico delle buone intenzioni per ipocrite promesse di “never again”. Mai più. “Così fra due generazioni la parola ‘Olocausto’ sarà ancora in circolazione, ma senza riferimenti storici. E’ la fine dell’Olocausto”.
Secondo Rosenfeld, la vittima principale di questa operazione è stato proprio lo stato d’Israele. Mai quanto oggi la memoria è disseminata, eppure mai quanto oggi l’Olocausto viene usato contro l’eredità vivente dei sei milioni, il piccolo stato ebraico sotto assedio pre atomico. “La memoria dell’Olocausto, lungi dall’essere una profilassi, è stata capace di provocare nuove forme di ostilità antiebraica.[/color]