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Marco Travaglio:

37 porcate ad personam

di Marco Travaglio (Il Fatto)

Con il cosiddetto “legittimo impedimento” sale a 37 il numero dei provvedimenti ad personam varati dal 1994, cioè dall’entrata in politica di Silvio Berlusconi, contando soltanto quelli di cui si sono giovati personalmente il premier o una delle sue aziende.

1. Decreto Biondi (1994).

Approvato il 13 luglio 1994 dal governo Berlusconi I, vieta la custodia cautelare in carcere (trasformata al massimo in arresti domiciliari) per i reati contro la Pubblica amministrazione e quelli finanziari, comprese la corruzione e la concussione, proprio mentre alcuni ufficiali della Guardia di Finanza confessano di essere stati corrotti da quattro società del gruppo Fininvest (Mediolanum, Videotime, Mondadori e Tele+) e sono pronte le richieste di arresto per i manager che hanno pagato le tangenti. Il decreto impedisce cioè di arrestare i responsabili e provoca la scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 sono colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli (compresi la signora Pierr Poggiolini, l’ex ministro Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà, il medico di Totò Riina). Il pool di Milano si autoscioglie. Le proteste di piazza contro il “Salvaladri” inducono la Lega e An a ritirare il consenso al decreto e a costringere Berlusconi a lasciarlo decadere in Parlamento per manifesta incostituzionalità. Subito dopo vengono arrestati Paolo Berlusconi, il capo dei servizi fiscali della Fininvest Salvatore Sciascia e il consulente del gruppo Massimo Maria Berruti, accusato di aver depistato le indagini subito dopo un colloquio con Berlusconi.

2. Legge Tremonti (1994).

Il decreto n.357 approvato dal Berlusconi I il 10 giugno 1994 detassa del 50% gli utili reinvestiti dalle imprese, purchè riguardino l’acquisto di “beni strumentali nuovi”.La neonata società Mediaset (che contiene le tv Fininvest scorporate dal resto del gruppo in vista della quotazione in Borsa) utilizza la legge per risparmiare 243 miliardi di lire di imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per film d’annata: che non sono beni strumentali, ma immateriali, e non sono nuovi, ma vecchi. A sanare l’illegalità interviene il 27 ottobre 1994 una circolare “interpretativa” Tremonti che fa dire alla legge Tremonti il contrario di ciò che diceva, estendendo il concetto di beni strumentali a quelli immateriali e il concetto di beni nuovi a quelli vecchi già usati all’estero.

3. Legge Maccanico (1997).

In base alla sentenza della Consulta del 7 dicembre 1994, la legge Mammì che consente alla Fininvest di possedere tre reti tv sull’analogico terrestre è incostituzionale: la terza, presumibilmente Rete4, dev’essere spenta ed eventualmente passare sul satellite, entro il 28 agosto 1996. Ma il ministro delle Poste e telecomunicazioni del governo Prodi I, Antonio Maccanico, concede una proroga fino al 31 dicembre 1996 in attesa della legge “di sistema”. A fine anno, nulla di fatto per la riforma e nuova proroga di altri sei mesi. Il 24 luglio 1997, ecco finalmente la legge Maccanico: gli editori di tv, come stabilito dalla Consulta, non potranno detenere più del 20% delle frequenze nazionali disponibili, dunque una rete Mediaset è di troppo. Ma a far rispettare il tetto dovrà provvedere la nuova Authority per le comunicazioni (Agcom), che potrà entrare in azione solo quando esisterà in Italia “un congruo sviluppo dell’utenza dei programmi televisivi via satellite o via cavo”. Che significhi “congruo sviluppo” nessuno lo sa, così Rete4 potrà seguitare a trasmettere sine die in barba alla Consulta.

4. D’Alema salva-Rete4 (1999).

La neonata Agcom si mette all’opera solo nel 1998, presenta il nuovo piano per le frequenze tv e bandisce la gara per rilasciare le 8 concessioni televisive nazionali. Rete4, essendo “eccedente” rispetto alla Maccanico, perde la concessione; al suo posto la vince Europa7 di Francesco Di Stefano. Ma il governo D’Alema, nel 1999, concede a Rete4 una “abilitazione provvisoria” a seguitare a trasmettere senza concessione, così per dieci anni Europa7 si vedrà negare le frequenze a cui ha diritto per legge.

5. Gip-Gup (1999).

Berlusconi e Previti, imputati per corruzione di giudici romani (processi Mondadori, Sme-Ariosto e Imi-Sir), vogliono liberarsi del gip milanese Alessandro Rossa-to, che ha firmato gli arresti dei magistrati corrotti e degli avvocati Fininvest Pacifico e Acampora, ma ha pure disposto l’arresto di Previti (arresto bloccato dalla Camera, a maggioranza Ulivo). Ora spetta a Rossato, in veste di Gup, condurre le udienze preliminari dei tre processi e decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla procura di Milano. Udienze che iniziano nel 1999. Su proposta dell’on. avv. Guido Calvi, legale di Massimo D’Alema, il centrosinistra approva una legge che rende incompatibile la figura del gip con quella del gup: il giudice che ha seguito le indagini preliminari non potrà più seguire l’udienza preliminare e dovrà passarla a un collega, che ovviamente non conosce la carte e perderà un sacco di tempo. Così le udienze preliminari Imi-Sir e Sme, già iniziate dinanzi a Rossato, proseguono sotto la sua gestione e si chiuderanno a fine anno con i rinvii a giudizio degli imputati. Invece quella per Mondadori, non ancora iniziata, passa subito a un altro giudice, Rosario Lupo, che proscioglie tutti gli imputati per insufficienza di prove (poi, su ricorso della Procura, la Corte d’appello li rinvierà a giudizio tutti, tranne uno: Silvio Berlusconi, dichiarato prescritto grazie alle attenuanti generiche).

6. Rogatorie (2001).

Nel 2001 Berlusconi torna a Palazzo Chigi e fa subito approvare una legge che cancella le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani, comprese ovviamente quelle che dimostrano le corruzioni dei giudici romani da parte di Previti & C. Da mesi i legali suoi e di Previti chiedono al tribunale di Milano di cestinare quei bonifici bancari svizzeri perché mancano i numeri di pagina, o perché si tratta di fotocopie senza timbro di conformità,o perchè sono stati inoltrati direttamente dai giudici elvetici a quelli italiani senza passare per il ministero della Giustizia. Il Tribunale ha sempre respinto quelle istanze. Che ora diventano legge dello Stato. Con la scusa di ratificare la convenzione italo-svizzera del 1998 per la reciproca assistenza giudiziaria (dimenticata dal centrosinistra per tre anni), il 3 ottobre 2001 la Cdl vara la legge 367 che stabilisce l’inutilizzabilità di tutti gli atti trasmessi da giudici stranieri che non siano “in originale” o “autenticati” con apposito timbro, che siano giunti via fax, o via mail o brevi manu o in fotocopia o con qualche vizio di forma. Anche se l’imputato non ha mai eccepito sulla loro autenticità, vanno cestinati. Poi, per fortuna, i tribunali scoprono che la legge contraddice tutte le convenzioni internazionali ratificate dall’Italia e tutte le prassi seguite da decenni in tutta Europa. E, siccome quelle prevalgono sulle leggi nazionali, disapplicano la legge sulle rogatorie, che resterà lettera morta.

7. Falso in bilancio (2002).

Siccome Berlusconi ha cinque processi in corso per falso in bilancio, il 28 settembre 2001 la sua maggioranza approva la legge-delega numero 61 che incarica il governo di riformare i reati societari. Il che avverrà all’inizio del 2002 con i decreti delegati che: abbassano le pene da 5 a 4 anni per le società quotate e addirittura a 3 per le non quotate (prescrizione più breve, massimo 7 anni e mezzo per le quotate e 4 e mezzo per le non quotate; e niente più custodia cautelare né intercettazioni); rendono il falso per le non quotate perseguibile solo a querela del socio o del creditore; depenalizzano alcune fattispecie di reato (come il falso nel bilancio presentato alle banche); fissano amplissime soglie di non punibilità (per essere reato, il falso in bilancio dovrà superare il 5% del risultato d’esercizio, l’1% del patrimonio netto, il 10% delle valutazioni. Così tutti i processi al Cavaliere per falso in bilancio vengono cancellati: o perché manca la querela dell’azionista (B. non ha denunciato B.), o perché i falsi non superano le soglie (“il fatto non è più previsto dalla legge come reato), o perché il reato è ormai estinto grazie alla nuova prescrizione-lampo.

8. Mandato di cattura europeo (2001).

Unico fra quelli dell’Unione europea, il governo Berlusconi II rifiuta di ratificare il “mandato di cattura europeo”, ma solo relativamente ai reati finanziari e contro la Pubblica amministrazione . Secondo “Newsweek”, Berlusconi “teme di essere arrestato dai giudici spagnoli” per l’inchiesta su Telecinco. L’Italia otterrà di poter recepire la norma comunitaria soltanto dal 2004.

9. Il governo sposta il giudice (2001).

Il 31 dicembre, mentre gli italiani festeggiano il Capodanno, il ministro della Giustizia Roberto Castelli, su richiesta dei difensori di Previti, nega contro ogni prassi la proroga in Tribunale al giudice Guido Brambilla, membro del collegio che conduce il processo Sme-Ariosto, e dispone la sua “immediata presa di possesso” presso il Tribunale di sorveglianza dov’è stato trasferito da qualche mese, senza poter completare i dibattimenti già avviati. Così il processo Sme dovrebbe ripartire da zero dinanzi a un nuovo collegio. Ma poi interviene il presidente della Corte d’appello con una nuova “applicazione” di Brambilla in Tribunale fino a fine anno.

10. Cirami (2002).

I difensori di Previti e Berlusconi chiedono alla Cassazione di spostare i loro processi a Brescia perché, sostengono, a Milano l’intero Tribunale è viziato da inguaribile prevenzione contro di loro. E, per oliare meglio il meccanismo, reintroducono il vecchio concetto di “legittima suspicione” per motivi di ordine pubblico , vigente un tempo, quando i processi scomodi traslocavano nei “porti delle nebbie” per riposarvi in pace. E’ la legge Ci-rami n. 248, approvata definitivamente il 5 novembre 2002. Ma nemmeno questa funziona: la Cassazione, nel gennaio 2003, respinge la richiesta di trasloco: il Tribunale di Milano è sereno e imparziale.

11. Lodo Maccanico-Schifani (2003).

Le sentenze Sme e Mondadori si avvicinano. Su proposta del senatore della Margherita Antonio Maccanico, il 18 giugno 2003 la Cdl approva la legge 140, primo firmatario Renato Schifani, che sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del senato, del Consiglio e della Corte costituzionale. I processi a Berlusconi si bloccano in attesa che la Consulta esamini le eccezioni di incostituzionalità sollevate dal Tribunale di Milano. E ripartono nel gennaio 2004, quando la Corte boccia il “lodo”.

12. Ex Cirielli (2005).

Il 29 novembre 2005 la Cdl vara la legge ex Cirielli (misconosciuta dal suo stesso proponente), che riduce la prescrizione per gli in-censurati e trasforma in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni (Previti ha appena compiuto 70 anni, Berlusconi sta per compierli). La legge porta i reati prescritti da 100 a 150 mila all’anno, decima i capi di imputazione del processo Mediaset (la frode fiscale passa da 15 a 7 anni e mezzo) e annienta il processo Mills (la corruzione anche giudiziaria si prescrive non più in 15, ma in 10 anni).

13. Condono fiscale (2002).

La legge finanziaria 2003 varata nel dicembre 2002 contiene il condono tombale. Berlusconi giura che non ne faranno uso né lui né le sue aziende. Invece Mediaset ne approfitta subito per sanare le evasioni di 197 milioni di euro contestate dall’Agenzia delle entrate pagandone appena 35. Anche Berlusconi usa il condono per cancellare con appena 1800 euro un’evasione di 301 miliardi di lire contestata dai pm di Milano.

14. Condono per i coimputati (2003).

Col decreto 143 del 24 giugno 2003, presunta “interpretazione autentica” del condono, il governo ci infila anche coloro che hanno “concorso a commettere i reati”, anche se non hanno firmato la dichiarazione fraudolenta. Cioè il governo Berlusconi salva anche i 9 coimputati del premier, accusati nel processo Mediaset di averlo aiutato a evadere con fatture false o gonfiate.

15. Pecorella (2006).

Salvato dalla prescrizione nel processo Sme, grazie alle attenuanti generiche, Berlusconi teme che in appello gli vengano revocate, con conseguente condanna. Così il suo avvocato Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera, fa approvare nel dicembre 2005 la legge che abolisce l’appello, ma solo quando lo interpone il pm contro assoluzioni o prescrizioni. In caso di condanna in primo grado, invece, l’imputato potrà ancora appellare. Il presidente Ciampi respinge la Pecorella in quanto incostituzionale. Berlusconi allunga di un mese la scadenza della legislatura per ripresentarla uguale e la fa riapprovare (legge n.46) nel gennaio 2006. Ciampi stavolta è costretto a firmarla. Ma poi la Consulta la boccia in quanto incostituzionale.

16. Frattini (2002).

Il 28 febbraio 2002 la Cdl approva la legge Frattini sul conflitto d’interessi: chi possiede aziende e va al governo, ma di quelle aziende è soltanto il “mero proprietario”, non è in conflitto d’interessi e non è costretto a cederle. Unica conseguenza per il premier:deve lasciare la presidenza del Milan

17.Gasparri-1(2003).

In base alla nuova sentenza della Consulta del 2002, entro il 31 dicembre 2003 Rete4 deve essere spenta e passare sul satellite. Il 5 dicembre la Cdl approva la legge Gasparri sulle tv: Rete4 può seguitare a trasmettere “ancorchè priva di titolo abilitativo”, cioè anche se non ha più la concessione dal 1999; il tetto antitrust del 20% sul totale delle reti non va più calcolato sulle 10 emittenti nazionali, ma su 15 (compresa Telemarket). Dunque Mediaset può tenersi le sue tre tv. Quanto al tetto pubblicitario del 20%, viene addirittura alzato grazie al trucco del “Sic”, che include un panel talmente ampio di situazioni da sfiorare l’infinito. Confalonieri calcola che Mediaset potrà espandere i ricavi di 1-2 miliardi di euro l’anno. Ma il 16 dicembre Ciampi rispedisce la legge al mittente: è incostituzionale.

18. Berlusconi salva-Rete4 (2003).

Mancano due settimane allo spegnimento di Rete4. Alla vigilia di Natale, Berlusconi firma un decreto salva-Rete4 (n.352) che concede alla sua tv l’ennesima proroga semestrale, in attesa della nuova Gasparri.

19. Gasparri-2 (2004).

La nuova legge approvata il 29 aprile 2004, molto simile a quella bocciata dal Quirinale, assicura che Rete4 non sfora il tetto antitrust perché entro il 30 aprile il 50% degli italiani capteranno il segnale del digitale terrestre, che garantirà loro centinaia di nuovi canali. Poi però si scopre che, a quella data, solo il 18% della popolazione riceve il segnale digitale. Ma poi l’Agcom dà un’interpretazione estensiva della norma: basta che in un certo luogo arrivi il segnale digitale di una sola emittente, per considerare quel luogo totalmente digitalizzato. Rete4 è salva, Europa 7 è ancora senza frequenze.

20. Decoder di Stato (2004).

Per gonfiare l’area del digitale, la finnaziaria per il 2005 varata nel dicembre 2004 prevede un contributo pubblico di 150 euro nel 2004 e di 70 nel 2005 per chi acquista il decoder per la nuova tecnologia televisiva. Fra i principali distributori di decoder c’è Paolo Berlusconi, fratello di Silvio,titolare di Solaris (che commercializza decoder Amstrad).

21. Salva-decoder (2003).

Il digitale terrestre è un affarone per Mediaset, che vi trasmette partite di calcio a pagamento, ma teme il mercato nero delle tassere taroccate: prontamente, il 15 gennaio 2003, il governo che ha depenalizzato il falso in bilancio porta fino a 3 anni con 30 milioni di multa la pena massima per smart card fasulle per le pay tv.

22. Salva-Milan (2002).

Col decreto 282/2002, convertito in legge il 18 febbraio, il governo Berlusconi consente alle società di calcio, quasi tutte indebitatissime, diammortizzare sui bilanci 2002 e spalmare nei dieci anni successivi la svalutazione dei cartellini dei giocatori. Il Milan risparmia 242 milioni di euro.

23. Salva-diritti tv (2006).

Forza Italia blocca il ddl, appoggiato da tutti gli altri partiti di destra e di sinistra, per modificare il sistema di vendita dei diritti tv del calcio in senso “collettivo” per non penalizzare le società minori privilegiando le maggiori. Il sistema resta dunque “soggettivo” , a tutto vantaggio dei maggiori club: Juventus, Inter e naturalmente Milan.

24. Tassa di successione (2001).

Il 28 giugno 2001 il governo Berlusconi abolisce la tassa di successione per i patrimoni superiori ai 350 milioni di lire (fino a quella cifra l’imposta era già stata abrogata dall’Ulivo). Per combinazione, il premier ha cinque figli e beni stimati in 25mila miliardi di lire.

25. Autoriduzione fiscale (2004).

Nel 2003, secondo “Forbes”, Berlusconi è il 45° uomo più ricco del mondo con un patrimonio personale di 5,9 miliardi di dollari. Nel 2005 balza al 25° posto con 12 miliardi. Così, quando a fine 2004 il suo governo abbassa le aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti, “L’espresso” calcola che Berlusconi risparmierà 764.154 euro all’anno.

26. Plusvalenze esentasse (2003).

Nel 2003 Tremonti vara una riforma fiscale che detassa le plusvalenze da partecipazione. La riforma viene subito utilizzata dal premier nell’aprile 2005 quando cede il 16,88% di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando 340 milioni di tasse.

27. Villa abusiva con condono (2004).

Il 6 maggio 2004, mentre «La Nuova Sardegna» svela gli abusi edilizi a Villa Certosa, Berlusconi fa approvare due decreti. Il primo stabilisce l’approvazione del piano nazionale anti-terrorismo e contiene anche un piano (segretato) per la sicurezza di Villa La Certosa. Il secondo individua la residenza di Berlusconi in Sardegna come «sede alternativa di massima sicurezza per l’incolumità del presidente del Consiglio e per la continuità dell’azione di governo». Ed estende il beneficio anche a tutte le altre residenze del premier e famiglia sparse per l’Italia. Così si bloccano le indagini sugli abusi edilizi nella sua villa in Costa Smeralda. Poi nel 2005 il ministro dell’Interno Pisanu toglie il segreto. Ma ormai è tardi. La legge n. 208 del 2004, varata in tutta fretta dal governo Berlusconi, estende il condono edilizio del 2003 anche alle zone pro-tette: come quella in cui sorge la sua villa. Prontamente la Idra Immobiliare, proprietaria delle residenze private del Cavaliere, presenta dieci diverse richieste di condono edilizio. E riesce a sanare tutto per la modica cifra di 300mila euro. Nel 2008 il Tribunale di Tempio Pausania chiude il procedimento per gli abusi edilizi perchè in gran parte condonati grazie a un decreto voluto dal mero proprietario della villa.

28. Ad Mediolanum (2005).

Nonostante le resistenze del ministro del Welfare, Roberto Maroni, Forza Italia impone una serie di norme favorevoli alle compagnie assicurative nella riforma della previdenza integrativa e complementare (dl 252/2005), fra cui lo spostamento di 14 miliardi di euro verso le assicurazioni, alcune norme che forniscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale (a beneficio anche di Mediolanum, di proprietà di Berlusconi e Doris) e soprattutto lo slittamento della normativa al 2008 per assecondare gli interessi della potente lobby degli assicuratori (di cui Mediolanum è una delle capofila). Intanto, nel gennaio del 2004, le Poste Italiane con un appalto senza gara hanno concesso a Mediolanum l’utilizzo dei 16mila sportelli postali sparsi in tutta Italia.

29. Ad Mondadori-1 (2005).

Il 9 giugno 2005 il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti stipula un accordo con le Poste Spa per il servizio «Postescuola»: consegna e ordinazione – per telefono e on line – dei libri di testo destinati agli alunni della scuola secondaria. Le case editrici non consegneranno i loro volumi direttamente, ma tramite la Mondolibri Bol, una società posseduta al 50 per cento da Arnoldo Mondadori Editore Spa, di cui è mero proprietario Berlusconi. L’Antitrust esamina il caso, ma pur accertando l’indubbio vantaggio per le casse Mondadori, non può censurare l’iniziativa perché a firmare l’accordo non è stato il premier, ma la Moratti.

30. Ad Mondadori-2 (2005).

L’8 febbraio 2005 scatta l’operazione “E-book”, per il cui avvio il governo stanzia 3 milioni. E a chi affidano la sperimentazione i ministri Moratti (Istruzione) e Stanca (Innovazione)? A Monda-dori e Ibm: la prima è di Berlusconi, la seconda ha avuto come vicepresidente Stanca fino al 2001.

31. Indulto (2006).

Nel luglio 2006 centrosinistra e centrodestra approvano l’indulto Mastella (contrari Idv, An, Lega, astenuto il Pdci): 3 anni di sconto di pena a chi ha commesso reati prima del 2 maggio di quell’anno. Lo sconto vale anche per i reati contro la Pubblica amministrazione (che sul sovraffollamento della carceri non incidono per nulla), compresa la corruzione giudiziaria, altrimenti Previti resterebbe agli arresti domiciliari. Una nuova legge ad personam che regala anche al Cavaliere un “bonus” di tre anni da spendere nel caso in cui fosse condannato in via definitiva.

32. Lodo Alfano (2008).

Nel luglio 2008, alla vigilia della sentenza nel processo Berlusconi-Mills, il Pdl tornato al governo approva il lodo Alfano che sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e del Consiglio. Soprattutto del Consiglio. Nell’ottobre 2009 la Consulta boccerà anche quello in quanto incostituzionale.
33. Più Iva per Sky (2008). Il 28 novembre 2008 il governo raddoppia l’Iva a Sky, la pay-tv di Rupert Murdoch, principale concorrente di Mediaset, portandola dal 10 al 20%.

34. Meno spot per Sky (2009).

Il 17 dicembre 2009 il governo Berlusconi vara il decreto Romani che obbliga Sky a scendere entro il 2013 dal 18 al 12% di affollamento orario di spot.

35. Più azioni proprie (2009).

La maggioranza aumento dal 10 al 20% la quota di azioni proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La norma viene subito utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset.

36. Ad listam (2010).

Visto che le liste del Pdl sono state presentate fuori tempo massimo nel Lazio e senza timbri di autenticazione a Milano, il governo vara un decreto “interpretativo” che stravolge la legge elettorale, sanando ex post le illegalità commesse per costringere il Tar a riammetterle. Ma non si accorge che, nel Lazio, la legge elettorale è regionale e non può essere modificata da un decreto del governo centrale. Così il Tar ribadisce che la lista è fuorilegge, dunque esclusa.

37. Illegittimo impedimento (2010).

Non sapendo più come bloccare i processi Mediaset e Mills, Berlusconi fa approvare il 10 marzo 2010 una legge che rende automatico il “legittimo impedimento” a comparire nelle udienze per sé stesso e per i suoi ministri, il tutto per una durata di 6 mesi, prorogabili fino a 18. Basterà una certificazione della Presidenza del Consiglio e i giudici dovranno fermarsi, senza poter controllare se l’impedimento sia effettivo e legittimo. Il tutto in attesa della soluzione finale, cioè delle nuove leggi ad personam che porteranno il totale a quota 40: “processo breve”, anti-intercettazioni e lodo Alfano-bis costituzionale. Cioè incostituzionale.


Ultima modifica di Lawliet il 12/03/2010, 15:21, modificato 1 volta in totale.


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eSQueL ha scritto:

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a giorni compio 44 anni


Auguri, cara [:)]



Grazie, eSQuel, sei un vero gentleman [:)]



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Berlusconi ordinò: "Chiudete Annozero".

E fatelo sembrare un incidente.



Berlusconi chiama Minzolini "direttorissimo".

Strano modo di chiamare il maggiordomo.



Berlusconi chiama Minzolini "direttorissimo".

Effettivamente chiamarlo Fido era troppo banale.


Berlusconi voleva mettere il bavaglio a Santoro.

Ma frustino e manette le serbava sempre per Minzolini.



Minzolini: "Non vedo dove stia il reato"

In fondo la prostituzione è perseguita solo se viene praticata per strada.





http://forum.spinoza.it/viewtopic.php?f=3&t=9463



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barionu ha scritto:



Minzolini: "Non vedo dove stia il reato"

In fondo la prostituzione è perseguita solo se viene praticata per strada.


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Berlusconi indagato a Trani Intercettato diktat su Annozero

Fonte: http://temporeale.libero.it/libero/fdg/3431000.html

ROMA - Il leader dell'Italia dei valori chiede le dimissioni del direttore del Tg1 Augusto Minzolini e del commissario all'autorità delle Comunicazioni Giancarlo Innocenzi dopo che il quotidiano "Il Fatto" riferisce di telefonate intercettate in un' inchiesta della procura di Trani. Intercettazioni nelle quali - si legge sul quotidiano - Berlusconi, Minzolini e il commissario Agcom Giancarlo Innocenzi discutono della tv pubblica, delle sue trasmissioni con Annozero e Santoro nel mirino.

DI PIETRO: ORA CACCIARE INNOCENZI E MINZOLINI - "Abbiamo presentato un'interrogazione urgente rivolta al premier per chiedergli con quale diritto si è arrogato il potere di condizionare un organi di controllo come l'Agicom chiedendo la chiusura di 'Annozero'. Il responsabile dell'Agicom Innocenzi deve dimettersi ed essere cacciato a calci nel sedere, così come il direttore del Tg1 Minzolini". Così Antonio Di Pietro commenta, in una conferenza stampa, le intercettazioni pubblicate oggi da "Il Fatto Quodidiano".

Di Pietro si riferisce a quanto pubblicato oggi in prima pagina dal quotidiano di Antonio Padellaro. "Così Berlusconi ordinò: 'Chiudete Annozero'", titola 'Il Fatto', raccontando di un'inchiesta della procura di Trani su carte di credito nell'ambito della quale le intercettazioni, fatte dalla Guardia di Finanza, hanno raccolto conversazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi, Giancarlo Innocenzi (ex deputato della Pdl, ora commissario dell'Autorità per le comunicazioni), il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ed il dg Rai Mauro Masi. L'indagine sulle carte di credito, scrive il quotidiano, era partita nel 2009. Non si precisano le date ed il numero delle conversazioni intercettate che coinvolgono il premier, Innocenzi ed i dirigenti Rai, ma 'Il Fatto' afferma che durarano "settimane" e che "raggiungono il parossismo" attorno a fine anno.

Da quanto riporta il quotidiano, il premier avrebbe chiesto ad Innocenzi di far chiudere Annozero e, sempre secondo 'Il Fatto', il commissario dell'Agcom si sarebbe attivato in questo senso. Il dg Rai, con il quale Innocenzi avrebbe parlato della richiesta - sempre secondo il quotidiano - avrebbe risposto che "certe pressioni non si ascoltano neppure in Zimbawe". Il direttore del Tg1 Minzolini - si legge sul Fatto - conversando al telefono con il premier, avrebbe promesso editoriali sulle "balle di Spatuzza" e servizi su alcuni magistrati. "Se esistono reati" in queste conversazioni, conclude il quotidiano, saranno i magistrati ad accertarlo, ma "la notizia é che il 'regime' è stato trascritto in migliaia di pagine di brogliacci".

INTERCETTAZIONI: L'INCHIESTA DELLA PROCURA DI TRANI - L'inchiesta nel corso della quale sarebbero state raccolte le intercettazioni sul 'Caso Annozero' al quale ha fatto riferimento Antonio Di Pietro è coordinata dal pm della procura di Trani Michele Ruggero. Sono ipotizzati i reati di truffa e usura aggravate ed è relativa a finanziamenti per il credito al consumo di una carta di credito del tipo 'revolving' chiamata Gold credit card American express. Nello scorso settembre sequestri furono compiuti nella sede romana dell'American express e avvisi di garanzia furono notificati dai militari del nucleo di polizia tributaria di Bari della guardia di finanza ai due rappresentanti legali della sede italiana della multinazionale. La guardia di finanza sequestrò l'archivio informatico relativo ai titolari di 'revolving card', la contabilità, copie della corrispondenza della società, del software per la gestione delle carte e del software per il calcolo degli interessi. L'indagine fu avviata sulla base della denuncia di un titolare di carta di credito il quale lamentava l'applicazione di tassi usurai. A fronte di un fido di 2.600 euro, non avendo pagato una rata di 129 euro ricevette una richiesta di pagamento di 686,54 euro. Secondo calcoli compiuti da consulenti di parte dello stesso consumatore, della procura e dalla guardia di finanza, a quella rata sarebbe stato applicato un tasso superiore al tasso soglia del 28.98%. Il tasso soglia è stabilito dalla legge: oltre quel tasso gli interessi applicati vengono considerati usurari.

BERLUSCONI INDAGATO? PROCURATORE, NON DICO NIENTE - Nessuna risposta il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Trani, Carlo Maria Capristo, ha fornito ai giornalisti che, mentre lasciava la procura, gli chiedevano se Berlusconi è indagato nell'ambito dell'indagine condotta dal pm Michele Ruggiero. "Non dico niente", ha ripetuto più volte, si è infilato in ascensore e ha lasciato il palazzo. Negli uffici della procura sono rimasti - chiusi ciascuno nella propria stanza - il pm inquirente, Michele Ruggiero, e qualche altro pm. Uno di questi, insieme col personale di segreteria, ha invitato i giornalisti a lasciare il corridoio della procura sottolineando che nessuno avrebbe risposto ad alcuna loro domanda.

LEGALI, PREMIER INDAGATO? NON RISULTA - "Non risulta". Così, i legali del premier Niccolò Ghedini e Piero Longo rispondono alla domanda se il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi risulti o meno indagato a Trani per le presunte pressioni sull'Agcom per bloccare le trasmissioni di "Annozero". "Premesso che se lo avesse fatto davvero - commenta Longo - sarebbe stato encomiabile visto che 'Annozero' è di una noia insopportabile, ma quale sarebbe poi il reato contestato?". "E' chiaro che la qualificazione giuridica del fatto appartiene al magistrato - aggiunge Longo - ma non mi viene in mente quale potrebbe essere...". Tornando ad "Annozero", Longo sottolinea: "Quel programma è davvero noioso, proprio come quelle telenovelas in cui sembra che succedano grandi cose e in realtà non accade mai nulla. Eccezion fatta per Dallas e Dynasty dove invece succedeva di tutto ad ogni puntata...".

INNOCENZI,CONTESTO ILLAZIONI E QUERELO - Il commissario Agcom Giancarlo Innocenzi ha dato mandato "all'avv. Marcello Melandri per predisporre le denunce e le querele necessarie alla tutela della verità dei fatti e della mia onorabilità". Lo rendo noto in riferimento a quanto apparso oggi su "Il Fatto Quotidiano". Innocenzi dice di "contestare in maniera assoluta tutte le illazioni in esso contenute" e sottolinea "l'assoluta in conferenza delle intercettazioni e la illiceità della pubblicazione delle stesse".

CICCHITTO, DI PIETRO CAVALCA SPAZZATURA - "Di Pietro, con le sue solite espressioni sguaiate e violente, cavalca anche oggi la spazzatura che pubblica l'organo ufficiale del giustizialismo per cercare di colpire la libertà d'informazione". Così Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. " Di Pietro, adesso attaccando Minzolini e Innocenzi - spiega - persiste meticolosamente a coltivare la politica della demonizzazione dell'avversario perché è un fattore essenziale della sua strategia eversiva che punta all'esasperazione dello scontro politico".

MINZOLINI, MAI RICEVUTO NULLA - "Non ho ricevuto nulla e non mi è arrivato alcun avviso di garanzia. In ogni caso dov'é il reato?" Questo il primo commento del direttore del Tg1 Augusto Minzolini a quanto riportato da Il Fatto sulle intercettazioni della Guardia di Finanzia di Bari. Minzolini denuncia però "la fumosità e l'assenza di chiarezza dell'articolo", che parla di sue conversazioni telefoniche con il premier Silvio Berlusconi.

USIGRAI, MINZOLINI NON FIRMI PIU' TG1 - ''Se e' vero che abbiamo un 'direttorissimo' asservito, la Rai dia subito al Tg1 un direttore autorevole e al di sopra delle parti,come il prestigio storico della testata ammiraglia esige e come il servizio pubblico e' obbligato a garantire ai cittadini''. Lo sostiene il segretario dell'Usigrai Carlo Verna spiegando che ''l'Usigrai e' gia' oltre la richiesta di dimissioni di Augusto Minzolini, che, dopo le rivelazioni de Il Fatto, neanche avrebbe dovuto firmare l'edizione delle 13,30''. ''Ma evidentemente - continua il segretario - lui ragiona con categorie diverse dalle nostre e da quelle di tanti utenti, che avrebbero diritto ad un prodotto ben diverso, laddove invece il sindacato e' costretto ad agire come un nucleo anti-sofisticazioni. E' bene distinguere i piani. Il dato politico del far comunella e' di per se' scandaloso ed esige immediate risposte. Per il resto male fa Di Pietro ad usare certi linguaggi, conservi quelle espressioni, se crede, per gli altri protagonisti della vicenda e lasci Minzolini alle cure dell'ordine dei giornalisti, cui l'Usigrai si rivolgera' con un esposto se e quando con certezza saranno chiari elementi contrari alla deontologia professionale. Sicuramente gia' per quel che e' emerso la sua direzione e' incompatibile coi doveri del servizio pubblico. Come raccontera' nel suo Tg fatti cosi' rilevanti che lo riguardano''
BONAIUTI, PUBBLICAZIONE FUORI LEGGE - "Ancora una volta spezzoni di ipotetiche intercettazioni, estrapolate da ogni contesto, vengono pubblicate con una palese violazione della legge, senza avere alcuna attinenza con i procedimenti dai quali derivano e senza avere alcuna rilevanza penale. Come mai l'autorità giudiziaria non interviene?". E' quanto si chiede il sottosegretario alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti.

BINDI (PD), RAI REVOCHI MINZOLINI - ''Altro che Zimbawe! Il direttore generale della Rai non dovrebbe lamentarsi per le pressioni che riceve evocando paesi piu' civili e seri del nostro. Solo nell'Italia prigioniera dell'invasivo conflitto d'interessi di Berlusconi si puo' leggere una storia come quella che ha raccontato oggi il 'Fatto quotidiano'''. Lo afferma Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e presidente del Pd, chiedendo alla Rai di revocare la nomina di Augusto Minzolini a direttore del Tg1. ''Si conosceva - prosegue - la sua insofferenza al pluralismo delle idee e alla libera informazione. Ne abbiamo visti tanti frutti amari, dall'editto bulgaro fino all'ultimo blitz sulla 'impar condicio'. Stavolta emerge la vergogna di pesanti e plateali condizionamenti condotti in prima persona dal capo del governo, proprietario della piu' importante azienda privata di comunicazione del Paese, a danno di trasmissioni del servizio pubblico come 'Annozero'. Anche cosi' si delegittimano le istituzioni. E' intollerabile servirsi di chi dovrebbe svolgere una funzione terza, di vigilanza sull'equilibrio e la correttezza del sistema delle comunicazioni, per mettere la mordacchia all'informazione piu' scomoda e piu' seguita delle reti Rai''. ''Alla luce di quanto sta emergendo, la Rai non e' tenuta a pagare multe ne' ad ottemperare alle diffide di un'Authority priva di credibilita' e di autonomia. Quanto al ruolo di Minzolini, mi chiedo cosa aspetti il Cda della Rai a revocare la nomina a direttore del Tg1 e l'Ordine dei giornalisti ad intervenire per difendere la dignita' della professione'', conclude.
SANTORO, AUTORITA' VA AZZERATA - L'Agcom è un organismo che va azzerato in favore di un Garante monocratico: Michele Santoro, da sempre critico verso l'Autorità, indica questa soluzione estrema contro ogni forma di 'lottizzazione' dopo aver letto le intercettazioni pubblicate sul Fatto nell'ambito dell'inchiesta di Trani. Intercettazioni nelle quali - si legge sul quotidiano - Berlusconi, Minzolini e il commissario Agcom Giancarlo Innocenzi discutevano della tv pubblica, delle sue trasmissioni con Annozero e Santoro nel mirino.



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aethiopicus ha scritto:

Trani: Berlusconi, Innocenzi e Minzolini indagati
per concussione: "Pressioni su Tg1 e Agcom"


è ufficiale....sono indagati [:136] [:136]

http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... m-2602943/


Vi ricordo che scrivere a caratteri cubitali equivale ad urlare, evitiamolo per cortesia.



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Berlusconi preso con le mani nella marmellata.



zio ot


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barionu ha scritto:


Berlusconi chiama Minzolini "direttorissimo".

Strano modo di chiamare il maggiordomo.



Che Minzolini sia un discendente della dinastia Carolingia? Visto mai... [;)]


Ciao



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barionu ha scritto:


Berlusconi preso con le mani nella marmellata.



zio ot



Che tavano che sei. [:D] [:D] [:D] [:D] [:D] [:D]



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MessaggioInviato: 13/03/2010, 12:45 
Il pm punta a interdire anche il capo del governo
http://www.corriere.it/politica/speciali/2010/elezioni/notizie/pm-interdire-capo-governo-sarzanini_770d484a-2e70-11df-81be-00144f02aabe.shtml


Sembra che una certa magistratura con l'intento di colpire Berlusconi lo favorisca, radicalizzando e polarizzando lo scontro.

Indagare su tutti, Berlusconi in primis è diritto sacrosanto della magistratura ma certe sparate creano solo un clima di sospetti e veleni e forniscono una sponda inaspettata a Berlusconi che potrebbe benissimo dire (e penso lo farà) qualcosa del genere: "ecco, avete visto? avevo ragione io, una parte della magistratura sta tentando in tutti i modi di fare cadere il mio governo e di fatto si sta prefigurando un tentativo di colpo di stato" .



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MessaggioInviato: 13/03/2010, 13:09 
Cita:
greenwarrior ha scritto:

Cita:
barionu ha scritto:


Berlusconi preso con le mani nella marmellata.



zio ot



Che tavano che sei. [:D] [:D] [:D] [:D] [:D] [:D]


Ahaahah, barionu mi fa morire. [:D]

P.S. Concordo con rmnd, fuori le intercettazioni!



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MessaggioInviato: 13/03/2010, 14:54 
Santoro

http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... t-2632632/


Beppe

http://www.beppegrillo.it/2010/03/i_dir ... l#comments


Marco

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... blog=96578

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... le=2455166



zio ot [;)]


Ultima modifica di barionu il 13/03/2010, 15:35, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 13/03/2010, 15:33 
Cita:
mik.300 ha scritto:

http://www.corriere.it/politica/special ... aabe.shtml

BONDI - Sulla vigilia pre-elettorale interviene anche Sandro Bondi. «Il segno che in Italia è definitivamente scomparsa una vera classe dirigente - afferma il coordinatore Pdl - è confermato dal fatto che si stanno ricreando le stesse condizioni che hanno reso possibile l'attentato avvenuto a Milano lo scorso dicembre nei confronti del Presidente del Consiglio».

per me tra un po` fanno succedere qualcosa..


ecco..
come il cacio sui maccheroni..


Falso allarme bomba sull' aereo di Berlusconi

http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... i-2638075/

ROMA - Falso allarme bomba sull'aereo di Berlusconi: la notizia è stata comunicata da Palazzo Chigi durante la manifestazione dell'opposizione. Alle ore 09.30 circa di questa mattina, è stata ascoltata una comunicazione radio su una frequenza di servizio dell'aeroporto di Ciampino, che annunciava la presenza di una bomba a bordo dell'aereo del Presidente del Consiglio dei Ministri. Lo rende noto un comunicato della Presidenza del Consiglio. Il velivolo in quel momento era predisposto per effettuare, nel corso della mattinata, il trasporto del Capo del Governo da Roma a Milano. I controlli subito scattati hanno consentito di escludere la presenza di qualsiasi ordigno; sono in corso indagini per rintracciare la provenienza della comunicazione. Il Presidente, poco prima delle ore 13.30, è giunto a destinazione utilizzando un vettore diverso.

questa sì che è una montatura..


Ultima modifica di mik.300 il 13/03/2010, 15:36, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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