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MessaggioInviato: 13/03/2010, 19:51 
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Ufologo 555 ha scritto:

Sorry, ma io distinguo le due "cose"! [^]


Sai Ufologo...credo che il nostro nuovo amico Adoniesis non sbaglia i concetti...semmai sbagli la forma in cui li esprime.
La frase "Angeli ieri Extraterrestri oggi" fà riferimento più ad una differenza di termini piuttosto che sostanziale: nei tempi antichi certi esseri provenienti dal cielo su "vascelli luminescenti" l'uomo li poteva solo definire "Angeli" in quanto non aveva un grado di conoscienza tale per potre anche solo pensare che provenissero da altri mondi.
Probabilmente se avesse avuto le cognizioni scientifiche che abbiamo oggi, avrebbe optato per definirli ET.
Senza considerare che gli Angeli sono una cosa ben diversa.

Bisogna ricordare che il termine angelo è un termine derivato da una traduzione impropria, se vogliamo un adattamento alla lingua attuale.

L'origine della parola italiana angelo è costituita dal greco anghelos, che significava in origine messaggero, ma che nella terminologia della religione cristiana di lingua greca era usato come corrispettivo dell'ebraico mal'ak: indicava quindi quei servitori che, nell'Antico Testamento, formano le schiere celesti, circondano il trono di Dio e sono da lui inviati come messi agli uomini.

Il senso della frase riportata da Adoniesis credo che sia tutto qui, e quindi non errato , se spiegato. [:)]

Ecco Adoniesis...magari sarebbe cosa opportuna quando citi certe frasi non darle per scontate, ma spiegarne anche il senso all'interno del contesto in cui le esprimi...e questo solo per evitare eventuali incomprensi...che scrivendo è molto facile alimentare. [:)]



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Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli Arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh! Uomo conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei (Oracolo di Delfi)
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MessaggioInviato: 13/03/2010, 20:06 
Questa spiegazione è già più accettabile in effetti (anche se le cose celesti non danno mai adito a dubbi ...) [;)]



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MessaggioInviato: 13/03/2010, 20:42 
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Ufologo 555 ha scritto:
...anche se le cose celesti non danno mai adito a dubbi...


Se i terrestri vogliono capirle per quello che sobno certo che no....se vogliono trarre una qualche forma di profitto...beh...lo sai meglio di me...allora tutto diventa estramente complicato e misterioso [:p]



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MessaggioInviato: 13/03/2010, 20:48 
Vuoi che non si riconosca la differenza tra un vero Angelo da un"Nordico" o da un "Grigio"? Mi sembra persino puerile il confronto!



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MessaggioInviato: 13/03/2010, 21:25 
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Ufologo 555 ha scritto:
...da un"Nordico" o da un "Grigio"?...


Siamo ancora ancorati a questi fantasiosi termini? [:o)]
Forse a te sembrerà puerile...ma evidentemente visto che molti continuano a fare confusione non è così puerile... [8]
D'altronde se le cose non vengono comprese è perchè non vengono correttamente illustrate e spiegate. [:)]


Ultima modifica di Sognatore il 13/03/2010, 21:27, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 14/03/2010, 13:16 
Allora, ho semplicemente cercato di spiegare che un conto è un'apparizione mistica, un conto un avvistamento (di qualsiasi Tipo) riguardante il fenomeno Ufologico; tutto qui.
Sono due cose ben distinte, a mio avviso. Poi,c he qualcuno si ostini a dire che il Sole del miracolo di Fatima poteve essere un Disco Volante, è un altro conto; ma 70 mila persone assistettero e vi erno giornalisti , notabili etc... Ora se si vogliono "girare le carte in tavola", io, mi astengo (tanto più che di miracoli ne accadono tutt'ora e non mi risulta ALTRETTANTO con luoghi di atterraggio di UFO!).



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Ufologo 555 ha scritto:
Poi,c he qualcuno si ostini a dire che il Sole del miracolo di Fatima poteve essere un Disco Volante, è un altro conto; ma 70 mila persone assistettero e vi erno giornalisti , notabili etc... Ora se si vogliono "girare le carte in tavola", io, mi astengo (tanto più che di miracoli ne accadono tutt'ora e non mi risulta ALTRETTANTO con luoghi di atterraggio di UFO!).


Ufologo...il "miracolo del sole" avvenuto a Fatima all'analisi dei più risulta essere un evento ufologico in piena regola...che poi si faccia fatica ad ammettere che ci sia una collaborazione fra esseri che noi releghiamo all'aseptto mistico ed altri esseri che chiamiamo extraterrestri, questo dipende solo dal nostro modo di vedere le cose.
Gesù disse "il mio regno non è di questo mondo"...essere spirituale o extraterrestre...cambia molto? Non mi pare.



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MessaggioInviato: 14/03/2010, 14:12 
La "Terra cava" dell'Ammiraglio Byrd

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IL DIARIO SEGRETO DELL AMMIRAGLIO R.E. BYRD

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Da pochi anni però è uscito il diario completo della spedizione oltre il Polo Sud del Febbraio 1947 ed immediatamente si è sparsa la voce che fosse falso. Reputo che il diario abbia un bel fondo di verità, soprattutto perché si tirano fuori degli argomenti di rilevanza storica ed anche perché Byrd accusa senza mezzi termini l'incredibile comportamento dello stesso Governo degli Stati Uniti.
Reputo inoltre che qualche organizzazione abbia approfittato dell'incredibile evento per portare acqua al proprio mulino.
Byrd ha divulgato la sua esperienza in una maniera, diciamo, astuta, lasciando ai posteri l'onere di autenticare le sue affermazioni.
Nello studio di tale documento è naturale che vengano alla mente molte domande.
Perché è scomparso il diario di Byrd del 1925? Perché è stato "ritrovato" di recente?
Forse la speciale legge nazionale americana sulla libertà di informazione, meglio conosciuta come "Freedom of Information Act", ha permesso una cosa simile?
Che cosa conteneva realmente, da farlo sparire per un così lungo tempo?
Si è per caso messo in atto la stessa tecnica di divulgazione di notizie sui documenti segreti riguardanti gli UFO?
Questa tecnica, applicata soprattutto nell'ultimo decennio del secolo XX°, consiste nel far uscire documenti segreti di oltre 50 anni prima e poi creare una grande disinformazione, speculando sull'autorità degli stessi personaggi descritti o inserendo notizie false e molte altre furberie.
È giusto, a questo scopo, proporre il testo mancante nel diario ufficiale e pubblicato da poco tempo e che circola per il mondo, soprattutto tramite Internet.

«Admiral R. E. Byrd, USN

Devo scrivere questo diario di nascosto e in assoluta segretezza. Riguarda il mio volo del 19 Febbraio dell'anno 1947. Verrà un tempo in cui la razionalità degli uomini dovrà dissolversi nel nulla, e si dovrà allora accettare l'ineluttabilità della Verità. Io non ho la libertà di diffondere la documentazione che segue, forse non vedrà mai la luce, ma devo comunque fare il mio dovere e riportarla qui con la speranza che un giorno tutti possano leggerla, in un mondo in cui l'egoismo e l'avidità di certi uomini non potranno più sopprimere la Verità.

19 Febbraio 1947

Ore 6,00 - Tutta la preparazione per il nostro viaggio è completata e siamo in volo con il pieno di carburante alle ore 6,10.

Ore 6,20 - Aggiustato l'afflusso di carburante al motore destro e il Pratt Whitneys vola tranquillamente.

Ore 7,00 - Controllo della posizione con il sestante, nuovo controllo della prua con la bussola, eseguito un lieve cambio di direzione ed eccoci sulla rotta stabilita.

Ore 7,30 - Controllo radio con il campo base. È tutto a posto e la ricezione è normale.

Ore 7,40 - Si nota una lieve perdita d'olio dal motore destro, tuttavia l'indicatore della pressione sembra normale.

Ore 8,00 - Notata una leggera turbolenza da est ad un'altitudine di 2321 piedi, correzione a 1700 piedi, la turbolenza cessa ma aumenta il vento in coda, piccolo aggiustamento della manetta, l'aereo procede ora normalmente.

Ore 8,15 - Controllo radio con il campo base, situazione normale.

Ore 8,30 - Incontrata nuovamente una turbolenza, saliti a 2900 piedi di quota, di nuovo ottime condizioni di volo.

Ore 9,00 - Distese di ghiaccio e neve sotto di noi. Notate delle colorazioni giallognole con disegni lineari. Alterata la crociera per un migliore esame di queste configurazioni colorate. Notate anche colorazioni violacee e rossastre. Controllata quest'area con due giri completi e ritornati sulla rotta stabilita. Effettuato un nuovo controllo di posizione con il campo base e riportate le informazioni circa le colorazioni nel ghiaccio e nella neve sottostanti.

Ore 9,10 - Sia la bussola magnetica che la girobussola cominciano a ruotare e ad oscillare. Non ci è possibile mantenere la nostra rotta con la strumentazione. Rileviamo la direzione con la bussola solare, tutto sembra ancora a posto. I controlli sembrano lenti nel rispondere e nel funzionare, ma non c'è indicazione di congelamento.

Ore 9,20 - In lontananza sembrano esserci delle montagne.

Ore 9,49 - 29 minuti di volo trascorsi dal primo avvistamento dei monti. Non si tratta di un'allucinazione. È una piccola catena di montagne che non avevo mai visto prima.

Ore 9,55 - Cambio di altitudine a 2950 piedi. Incontrata di nuovo una forte turbolenza.

Ore 10,00 - Stiamo sorvolando la piccola catena di montagne e procediamo verso nord per quanto possiamo appurare. Oltre le montagne vi è ciò che sembra essere una vallata con un piccolo fiume o ruscello che scorre verso la parte centrale. Non dovrebbe esserci nessuna valle verde qui sotto! C'è qualcosa di decisamente strano e anormale qui! Dovremmo sorvolare solo ghiaccio e neve! Sulla sinistra ci sono grandi foreste sui fianchi dei monti. I nostri strumenti di navigazione girano ancora come impazziti, il giroscopio oscilla vanti e indietro.

Ore 10,05 - Altero l'altitudine a 1400 piedi ed eseguo una stretta virata completa a sinistra per esaminare meglio la valle sottostante. È verde con muschio ed erba molto fitta. La luce qui sembra diversa. Non riesco più a vedere il sole. Facciamo un altro giro a sinistra e avvistiamo ciò che sembra essere un qualche tipo di grosso animale. Assomiglia ad un elefante! No!!! Sembra essere un mammut! È incredibile! Eppure è così! Scendiamo a quota 1000 piedi ed uso un binocolo per esaminare meglio l'animale. È confermato, si tratta assolutamente di un animale simile al mammut. Riporto questa notizia al campo base.

Ore 10,30 - Incontriamo altre colline verdi. L'indicatore della temperatura esterna riporta 24° centigradi. Ora proseguiamo sulla nostra rotta. Gli strumenti di navigazione sembrano normali adesso. Sono perplesso circa le loro reazioni. Tento di mettere in contatto il campo base. La radio non funziona.

Ore 11,30 - Il paesaggio sottostante è più livellato e normale (se è il caso di usare questa parola). Avanti a noi avvistiamo ciò che sembra essere una città!!! È impossibile! L'aereo sembra leggero e stranamente galleggiante. I controlli si rifiutano di rispondere! Mio Dio!
Alla nostra destra e alla nostra sinistra ci sono apparecchi di uno strano tipo. Si avvicinano rapidamente ai lati! Sono a forma di disco e qualcosa irradia da essi. Ora sono abbastanza vicini per vedere i loro stemmi. È uno strano simbolo. Non lo rivelerò. È fantastico. Dove siamo! Cosa è successo. Ancora una volta tiro decisamente i comandi. Non rispondono! Siamo tenuti saldamente da una sorta di invisibile morsa d'acciaio.

Ore 11,35 - La nostra radio gracchia e giunge una voce che parla in inglese. Il messaggio è: "Benvenuto nel nostro territorio, Ammiraglio. Vi faremo atterrare esattamente tra sette minuti. Rilassatevi, Ammiraglio, siete in buone mani". Mi rendo conto che i motori del nostro aereo sono spenti. L'apparecchio è sotto uno strano controllo ed ora vira da sé. I comandi sono inutilizzabili.

Ore 11,40 - Riceviamo un altro messaggio radio. Stiamo per cominciare la procedura d'atterraggio ed in breve l'aereo vibra leggermente cominciando a scendere come da un enorme, invisibile ascensore.

Ore 11,45 - Sto facendo un'ultima velocissima annotazione sul diario di bordo. Alcuni uomini si stanno avvicinando a piedi all'aereo. Sono alti ed hanno capelli biondi. In lontananza c'è una grande città scintillante, vibrante di tinte dei colori dell'arcobaleno. Non so cosa succederà ora, ma non vedo traccia d'armi su coloro che si avvicinano. Sento ora una voce che mi ordina, chiamandomi per nome, di aprire il portellone. Eseguo.


Fine del diario di bordo.

Da questo punto in poi scrivo gli eventi che seguono richiamandoli dalla memoria. Ciò rasenta l'immaginazione e sembrerebbe una pazzia se non fosse accaduto davvero. Il tecnico ed io fummo prelevati dall'aereo ed accolti in modo cordiale. Fummo poi imbarcati su un piccolo mezzo di trasporto simile ad una piattaforma ma senza ruote! Ci condusse verso la città scintillante con grande celerità. Mentre ci avvicinavamo, la città sembrava fatta di cristallo. Giungemmo in poco tempo ad un grande edificio, di un genere che non avevo mai visto prima. Sembrava essere uscito dai disegni di Frank Lloyd Wright o forse più precisamente da una scena di Buck Rogers!
Ci fu offerta un tipo di bevanda calda che sapeva di qualcosa che non avevo mai assaporato prima. Era deliziosa. Dopo circa 10 minuti, due dei nostri mirabili ospitanti vennero nel nostro alloggio invitandomi a seguirli. Non avevo altra scelta che obbedire. Lasciai il mio tecnico radio e camminammo per un po' fino ad entrare in ciò che sembrava essere un ascensore. Scendemmo per alcuni istanti, l'ascensore si fermò e la porta scivolò in alto silenziosamente! Procedemmo poi per un lungo corridoio illuminato da una luce rosa che sembrava emanare dalle pareti stesse! Uno degli esseri fece segno di fermarci davanti ad una grande porta. Sopra di essa c'era una scritta che non ero in grado di leggere. La grande porta scorse senza rumore e fui invitato ad entrare. Uno degli ospiti disse: "Non abbiate paura, Ammiraglio, state per avere un colloquio con il Maestro...".
Entrai ed i miei occhi si adeguarono lentamente alla meravigliosa colorazione che sembrava riempire completamente la stanza. Allora cominciai a vedere quello che mi circondava. Ciò che si mostrò ai miei occhi era la vista più stupenda di tutta la mia vita. In effetti, era troppo magnifica per poter essere descritta. Era deliziosa. Non credo che esistano termini umani in grado di descriverla in ogni dettaglio con giustizia. I miei pensieri furono interrotti dolcemente da una voce calda e melodiosa. "Le do il benvenuto nel nostro territorio, Ammiraglio". Vidi un uomo dai lineamenti delicati e con i segni dell'età sul suo viso. Era seduto ad un grande tavolo. Mi invitò a sedermi su una delle sedie. Dopo che fui seduto, unì le punte delle sue dita e sorrise. Parlò di nuovo dolcemente e mi disse quanto segue: "L'abbiamo lasciata entrare qui perché lei è di nobile carattere e ben conosciuto nel mondo di superficie, Ammiraglio". Mondo di Superficie, quasi rimasi senza fiato!
"Sì, ribatté il Maestro con un sorriso, lei si trova nel Mondo Sotterraneo della Terra. Non ritarderemo a lungo la sua missione e sarete scortati indietro sulla superficie e un poco oltre senza pericolo. Ma ora, Ammiraglio, le dirò il motivo della sua convocazione qui. Il nostro interessamento cominciò esattamente subito dopo l'esplosione delle prime bombe atomiche, da parte della vostra civiltà, su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone. Fu in quel momento inquietante che spedimmo sul vostro mondo di superficie i nostri mezzi volanti, per investigare ciò che la vostra civiltà aveva fatto. Questa è ovviamente storia passata, Ammiraglio, ma mi permetta di proseguire. Vede, noi non abbiamo mai interferito prima d'ora nelle guerre e nella barbarie della vostra civiltà, ma ora dobbiamo farlo poiché voi avete imparato a manipolare un tipo d'energia, quella atomica, che non è affatto per l'uomo. I nostri emissari hanno già consegnato dei messaggi alle potenze del vostro mondo e tuttavia esse non se ne curano. Ora voi siete stato scelto per essere testimone qui che il nostro mondo esiste. Vede, la nostra cultura e la nostra scienza sono avanti di diverse migliaia di anni rispetto alle vostre, Ammiraglio". Lo interruppi: "Ma tutto ciò che cosa ha a che fare con me, Signore". Gli occhi del Maestro sembrarono penetrare in modo profondo nella mia mente, e dopo avermi studiato per un po', rispose: "La vostra civiltà ha raggiunto il punto del non-ritorno, perché ci sono tra voi alcuni che distruggerebbero il vostro intero mondo piuttosto che rinunciare al potere così come lo conoscono...". Annuii e il Maestro continuò: "Dal 1945 in poi abbiamo tentato di entrare in contatto con la vostra civiltà, ma i nostri sforzi sono stati accolti con ostilità, fu fatto fuoco contro i nostri mezzi volanti. Sì, furono persino inseguiti con cattiveria ed animosità dai vostri aerei da combattimento. Così ora, figlio mio, le dico che c'è una grande tempesta all'orizzonte per il vostro mondo, una furia nera che non si esaurirà per diversi anni. Non ci sarà difesa dalle vostre armi, non ci sarà sicurezza dalla vostra scienza. Imperverserà fino a quando ogni fiore della vostra cultura sarà stato calpestato e tutte le cose umane saranno state disperse nel caos. La recente guerra è stata soltanto un preludio a quanto deve avvenire alla vostra civiltà. Noi qui possiamo vederlo più chiaramente ad ogni ora... Crede che mi sbagli?" "No, risposi, è già successo una volta nel passato, giunsero gli anni oscuri e durarono per cinquecento anni". "Sì, figlio mio, replicò il Maestro, gli anni oscuri che giungeranno ora per la vostra civiltà copriranno la Terra come una coltre, ma credo che qualcuno tra voi sopravviverà alla tempesta, oltre questo non so! Noi vediamo in un futuro lontano riemergere, dalle rovine della vostra civiltà, un mondo nuovo, in cerca dei suoi leggendari tesori perduti ed essi saranno qui, figlio mio, al sicuro in nostro possesso. Quando giungerà il momento ci faremo nuovamente avanti per aiutare la vostra cultura e la vostra civiltà a rivivere. Forse per allora avrete appreso la futilità della guerra e della sua lotta... e dopo quel momento, una parte della vostra cultura e scienza vi saranno restituite così che la vostra civiltà possa ricominciare. Lei, figlio mio, deve tornare nel Mondo di Superficie con questo messaggio..."
Con queste parole conclusive il nostro incontro sembrava giunto al termine. Per un attimo mi sembrò di vivere un sogno... eppure sapevo che quella era la realtà e per qualche strana ragione mi inchinai lievemente, non so se per rispetto od umiltà. Improvvisamente mi resi conto che i due fantastici ospitanti che mi avevano condotto qui erano di nuovo al mio fianco. "Da questa parte, Ammiraglio", mi indicò uno di loro. Mi girai ancora una volta prima di uscire e guardai indietro verso il Maestro. Un dolce sorriso era impresso sul suo anziano viso delicato. "Addio, figlio mio", mi disse e fece un gesto soave con la sua esile mano, un gesto di pace ed il nostro incontro ebbe definitivamente termine. Uscimmo velocemente dalla stanza del Maestro attraverso la grande porta ed entrammo ancora una volta nell'ascensore. La porta si abbassò silenziosamente e ci muovemmo subito verso l'alto. Uno dei miei ospitanti parlò di nuovo: "Ora dobbiamo affrettarci, Ammiraglio, giacché il Maestro non desidera ritardare oltre il vostro programma previsto e dovete ritornare dalla vostra civiltà con il suo messaggio".
Non dissi nulla, tutto ciò era quasi inconcepibile e una volta ancora i miei pensieri si interruppero non appena ci fermammo. Entrai nella stanza e fui di nuovo con il mio tecnico radio. Aveva un'espressione ansiosa sul suo volto. Avvicinandomi dissi: "È tutto a posto Howie, è tutto a posto". I due esseri ci fecero segno verso il mezzo in attesa, salimmo e presto giungemmo al nostro aereo.
I motori erano al minimo e ci imbarcammo immediatamente. L'atmosfera era ora carica di una certa aria di urgenza. Dopo che il portellone fu chiuso, l'aereo fu immediatamente trasportato in alto da quella forza invisibile fino a quando raggiungemmo i 2700 piedi. Due dei mezzi aerei erano ai nostri fianchi ad una certa distanza facendoci planare lungo la via del ritorno. Devo sottolineare che l'indicatore di velocità non riportava nulla, nonostante ci stessimo muovendo molto rapidamente.


Ore 2,15 - Ricevemmo un messaggio radio. "Ora vi lasciamo, Ammiraglio, i vostri controlli sono liberi. Arrivederci!" Guardammo per un istante i loro mezzi volanti fino a quando non scomparvero nel cielo blu pallido. L'aereo sembrò improvvisamente catturato da una corrente discensionale. Ne riprendemmo immediatamente il controllo. Non parlammo per un po', ognuno di noi era immerso nei propri pensieri.

CONTINUANO LE ANNOTAZIONI DEL DIARIO DI BORDO

Ore 2,20 - Sorvoliamo nuovamente distese di ghiaccio e neve, a circa 27 minuti dal campo base. Inviamo un messaggio radio, ci rispondono. Riportiamo condizioni normali... normali. Dal campo base esprimono sollievo per aver nuovamente stabilito il contatto.

Ore 3,00 - Atterriamo dolcemente al campo base. Ho una missione da compiere...

FINE DELLE ANNOTAZIONI

11 Marzo 1947
Ho appena avuto un incontro di Stato Maggiore al Pentagono. Ho riportato interamente la mia scoperta ed il messaggio del Maestro. È stato tutto doverosamente registrato. Il Presidente ne è stato messo al corrente. Sono trattenuto per diverse ore (6 ore e 39 minuti per l'esattezza). Sono accuratamente interrogato dal Top Security Forces e da una équipe medica. È stato un travaglio!!!
Sono posto sotto stretto controllo attraverso i mezzi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti d'America. Mi viene ordinato di tacere su quanto appreso, per il bene dell'umanità!!! Incredibile! Mi viene rammentato che sono un militare e che quindi devo obbedire agli ordini.

ULTIMA ANNOTAZIONE

30 Dicembre 1956
Questi ultimi anni trascorsi dal 1947 ad oggi non sono stati buoni... Ecco dunque la mia ultima annotazione in questo diario singolare. Concludendo, devo affermare che ho doverosamente mantenuto segreto questo argomento, come ordinatomi, durante tutti questi anni. Ho fatto questo contro ogni mio principio di integrità morale. Ora sento avvicinarsi la grande notte e questo segreto non morirà con me, ma, come ogni verità trionferà. Questa è la sola speranza per il genere umano. Ho visto la verità ed essa ha rinvigorito il mio spirito donandomi la libertà!
Ho fatto il mio dovere nei confronti del mostruoso complesso industriale militare. Ora, la lunga notte comincia ad avvicinarsi, ma ci sarà un epilogo. Come la lunga notte dell'Antartico termina, così il sole brillante della verità sorgerà di nuovo, e coloro che appartengono alle tenebre periranno alla sua luce... Perché io ho visto "Quella Terra oltre il Polo, quel Centro del Grande Ignoto".»

Termina così il diario "segreto" dell'Ammiraglio Byrd e bisogna anche rimarcare che egli parlava, quando era possibile, di terra di perenne mistero o meglio di "Grande Ignoto". Non aveva senso proporre una simile espressione se non fosse stato realmente in quel posto

La Terra Cava - Orazio Valenti
Eugenio Siragusa

http://www.facebook.com/topic.php?u...&topic=13560




Immagine

L'Ammiraglio Richard E. Byrd (primo a sinistra) con alcuni collaboratori durante la sua quinta ed ultima spedizione antartica del 1955-56, facente parte dell'operazione Deep Freeze che fu organizzata per l'anno geofisico internazionale. Il grande esploratore scomparve l'11 Marzo 1957.


Riuscì ugualmente a compiere un altro raid aereo e penetrare ancora una volta nel Mondo Sotterraneo il 13 Gennaio 1956. La notizia venne fortunatamente confermata dalla stampa americana il 5 Febbraio. Veniva riportato il laconico messaggio radio:

«Il 13 Gennaio, alcuni membri della spedizione statunitense hanno effettuato un volo di 2700 miglia, a partire dalla base di McMurdo Sound, 400 miglia ad ovest del Polo Sud e sono penetrati per 2300 miglia in una terra che si estendeva al di là del Polo.»

L'Ammiraglio Byrd morirà poco tempo dopo a Boston, all'età di 69 anni, riconfermando, nei suoi ultimi giorni di vita, che la spedizione americana aveva incontrato un grande territorio nuovo, un continente incantevole, terra di perenne mistero.
Non ci sono parole per descrivere l'enorme opera di questo grande uomo che ha interessato lo scibile della conoscenza umana. Aveva capito totalmente il senso della vita e le conseguenze dell'attività scientifica-militare portata avanti in quel periodo dalle due superpotenze USA e URSS, impegnate alacremente ad ingigantire la cosiddetta "guerra fredda" che ha condotto moltissime volte l'umanità ad un passo da una guerra "calda", basata sull'utilizzo reale di armi nucleari.

http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/tc_byrd.htm


Ultima modifica di Ufologo 555 il 14/03/2010, 14:26, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 14/03/2010, 20:50 
Non allarmatevi, l'ho postata più che altro per ... curiosità!
Un po come Adamsky che vide correre i conigli sulla Luna! (Ma cosa gli Avranno fatto vedere?) Su tutto aleggia sempre un bel : MAH!
Nel caso Adamsky, può aver confuso la Luna con un altro Pianeta! Oppure gli hanno fatto vedere lucciole per lanterne; e allora diremmo: cui prodest? Boh!?
Lo stesso può essere accaduto a Byrd ... Possibile che questa gente sia tutta matta? Non so cosa dire!
Non capisco allora come mai tutta questa "pazzia" in giro; e Byrd ebbe anche altri incarichi; e Adamsky è sepolto vicino a J.F.K. ....



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MessaggioInviato: 15/03/2010, 18:45 
LA NOTTE IN CUI UN "OCCUPANTE" FU COLPITO


Immagine

Il caso seguente, trascritto da un’intervista condotta da un agente del Tesoro statunitense che vuole rimanere anonimo, è avvenuto nel gennaio 1968. Contiene numerosi elementi che ci costringono a considerarlo in cima alla scala delle “stranezze”. Non è mai stato spiegato. D’altra parte, si basa su un numero sufficiente di dati tali da consentire che venga preso sul serio.

L’incidente è avvenuto in una fredda notte di novembre nelle pianure settentrionali degli Stati Uniti. Quattro uomini stavano tornando da una battuta di caccia, guidando in una zona coperta di neve. Nella loro auto c’era un fucile carico…


- Ora, vediamo, Mr. H., si era nell’ultima parte di novembre del 1961 quando la cosa avvenne, non è così?

Esatto


- Voi e Mr. D. vi trovavate sul sedile posteriore, addormentati; e il conducente dell’auto, Mr. T., era sul sedile anteriore, esatto?

Si.


- Continuate da questo punto, e raccontate la storia con le vostre parole.

Stavamo percorrendo la strada, tornando a casa dopo questa battuta di caccia. Pioveva, cadeva nevischio, e la pioggia gelava sul parabrezza e rendeva realmente minima la visibilità. In ogni modo, quell’uomo che stava guidando l’auto era l’unico sveglio, se ricordo bene. Il sistema di riscaldamento nell’auto non funzionava troppo bene e, perciò, un bel po’ di ghiaccio si stava raccogliendo sul parabrezza. Lui notò quell’oggetto nel cielo, che stava scendendo. Era come se fosse rovente, sapete, come se fosse stato sul fuoco. Così lo tenne d’occhio e sembrava continuare a scendere, probabilmente a mezzo miglio sulla destra dell’auto e più avanti sulla strada.


- Questo è quello che vi ha detto dopo avervi svegliato?

Esatto. A questo punto scuote l’altro che gli è seduto accanto sul sedile anteriore (Mr. R.) e lo risveglia. Anche lui si mette a osservare l’avvicinamento di quell’oggetto. Scomparve dalla vista e pensarono che fosse un aereo che fosse sceso e precipitato. Quando, continuando ad avanzare, ebbero percorso la distanza che li separava dal punto in cui l’avevano visto per la prima volta, videro quella cosa infilata nel terreno come la coda di un aereo ad un angolo di ottantacinque gradi.


- Era infilata nel terreno, inclinata ad un angolo impossibile, giusto?

Esatto. Così fermarono l’auto. Attraverso questo bagliore riuscimmo a vedere che si trattava di una capsula o di un qualcosa che assomigliava ad una capsula che era infilata nel terreno ed era circondata dal bagliore. Avevamo solo un piccolo punto di luce che usciva dall’accendino, e ce ne servimmo per dare un’occhiata più attenta alla cosa. Vedemmo quattro persone intorno alla capsula, o come volete chiamarle.


- A questo punto a che distanza stimate si trovasse la vostra auto da quell’oggetto e da quella gente?

Direi che erano circa 150 metri; c’è una scarpata, uno steccato, le tracce della ferrovia, ed era a circa 50 metri dall’altra parte delle rotaie. Quando ci puntarono la luce sopra… questo mi venne detto in seguito… quando puntarono la luce su quel veicolo e su quelle quattro persone, bé, fu come se ci fosse stata un’esplosione, una specie, e, tutto era scomparso. E questo è quello che abbiamo pensato, che un’esplosione avesse cancellato tutto.


- Fino a questo punto pensavate che si trattasse di un incidente aereo o qualcosa del genere?

Esatto! Adesso non ne sono troppo sicuro, ma mi sembra proprio di ricordare che questo terzo membro del gruppo che si trovava sul lato destro del sedile posteriore vide anche lui scendere quella cosa. Io so di non averla vista. Non ho visto niente di tutto questo. Ero ancora addormentato sul sedile posteriore. Avevo una coperta addosso e me l’ero tirata sulla testa ed ero tutto avvolto, perché faceva freddo e il riscaldamento non funzionava più.
Decisero di proseguire il viaggio. Non potevano attraversare il campo in quel punto, ma volevano andare ad aiutare quella gente come meglio potevano. Pensavano che fossero tutti bruciati con l’esplosione dell’aereo, naturalmente; in ogni modo proseguimmo la nostra strada. E circa mezzo miglio più avanti, voltammo di nuovo a destra, puntando nel campo dove quel velivolo era, o era stato, penso che si potrebbe dire. Questo è il punto in cui mi svegliarono ed io vidi che quel prato era tutto bianco per il ghiaccio provocato dalla pioggia gelida. Stavano cercando di guidare attraverso il campo. Ma penso che quella piccola auto in cui ci trovavamo non ce l’avrebbe fatta per cui non potevamo avere troppo successo. E così mi svegliarono e mi dissero che c’era stato un incidente aereo, e che poiché ero un medico forse potevo portare il mio aiuto. Così stavano cercando di trovare il punto in cui avevano visto quella cosa posata e non riuscivano a trovarlo. Io dissi: “Bé, torniamo sulla strada? Potete ritrovare il punto in cui l’avete visto per la prima volta? E Mr. T. disse di si, senza dubbio. C’era un cartello stradale ed un gatto morto sulla strada. Così voltammo di nuovo, e mentre stavamo tornando lungo la strada riconoscemmo il punto, così fermammo l’auto. Il conducente era adesso dall’altra parte, dalla stessa parte del velivolo, e vide di nuovo quelle forme e il velivolo, e disse: “Eccolo!”. A questo punto mi sporsi in avanti, gli tolsi di mano la mini torcia e dissi: “Che cosa vedi?”. E feci scorrere la luce su e giù su quell’oggetto che là, immobile. Era come il silos di un granaio, come ho detto, là immobile e…


- Aveva un colore argenteo, volete dire?

Un colore argenteo. Proprio mentre gli puntavo la luce contro e la muovevo su e giù, dissi: “E’ uno di loro”. E l’individuo, o qualunque cosa fosse, era alto circa un metro e sessanta o meno e portava quella che sembrava una tuta bianca. Per quanto riguarda il copricapo, non saprei dire. Ci ripensai solo un po’ di tempo dopo, e so che aveva qualcosa addosso, ma non so che cosa fosse. Però non gli copriva tutta la testa. E a questo punto eravamo tutti pronti a darci da fare, pensando che forse qualcuno era rimasto ferito. Cominciammo perfino ad uscire dall’auto per avvicinarci, e io tenni la luce puntata su quella persona. In quel momento fece il gesto di, bé, muovetevi, e andatevene da qui! Naturalmente, noi tutti ce ne siamo accorti e non riuscivamo a spiegarcelo. Se erano feriti, se ci fosse stato un disastro aereo, allora avrebbero voluto aiuto invece di mandarci via. A meno che non ci fosse qualcosa che non avremmo dovuto vedere. Come un veicolo dell’Aeronautica di nuova progettazione. Ma non sapevamo, così cominciammo a parlare di questa cosa a lungo e loro mi dissero che erano in quattro; non so dove fossero gli altri tre. Bé, naturalmente, uno del nostro gruppetto è un tipo grande e grosso, alto un metro e novanta, 115 chili, ed è anche un lottatore. Decide di andare una buona volta a vedere che cosa sta succedendo. Abbiamo discusso questo punto per alcuni minuti ed infine due di noi decidono di andare a dare un’occhiata. Il fucile salta fuori qui. Avevamo un Hornett 22, un Modello Winchester 43, insieme ad un Weaver K-4. A questo punto io dissi: “No, no! Non potete sparare su un agricoltore!”. Dissi che quello poteva anche essere un maledetto silos e che qualcuno poteva girarci intorno. Naturalmente allora le discussioni ripresero.


“Sto per impazzire!”

- Per quale motivo a questo punto è saltato fuori il fucile e perché avete cominciato tutti a parlare in questo senso? A questo punto avete avuto tutti la sensazione che c’era qualcosa di diverso da un disastro aereo?

No, penso proprio di no. Tranne forse per uno di noi che… bé, non lo so, perché erano esseri umani e ne vidi uno. Lo vidi camminare. Lo vidi che muoveva un braccio come per dire: andatevene da qui. Lo vidi allontanarsi.


- In altre parole, la gente nel campo sembrava umana sotto tutti gli aspetti, giusto?

Esatto. Indubbiamente, si. Adesso il tizio che stava guidando l’auto, cita il fatto di aver visto un poliziotto stradale seduto nella sua auto sulla strada principale della cittadina che avevamo appena attraversato, una città che ha un solo edificio in mattoni. E’ l’unica cosa che ricordo di quella città. Non sono mai tornato a cercare il punto, o l’edificio. Ci ho pensato un mucchio di volte ma non sono mai tornato lì. In ogni modo, abbiamo deciso di tornare indietro, e dal punto della strada dove c’erano l’insegna stradale ed il gatto morto, abbiamo dato un’occhiata al tachimetro in modo da sapere a che velocità avevamo guidato, così da poter ritrovare il posto. Così tornammo indietro. Spiegammo a quel poliziotto quello che avevamo visto. Lui voleva sapere dov’era successo. E dov’eravamo stati. Eravamo stati svegli tutto il week-end. La notte prima, avevamo guidato tutta la notte e poi avevamo cacciato tutto il giorno, ed eravamo tornati quella sera. Così lui volle sapere tutte queste cose e se avessimo bevuto, e così via.


- Ora questo accadde la domenica sera, vero?

Si. Il mattino seguente dovevamo tornare tutti al lavoro. In ogni modo, dicemmo all’ufficiale tutto questo, e lui guardò nella nostra auto e vide che eravamo cacciatori e che nell’auto non c’era una goccia di liquore. Sono sicuro che riuscì a capire che non avevamo bevuto. Ci disse, però che se questa era un burla od uno scherzo, ci avrebbe sbattuti tutti al fresco. Ed io ricordo che prese i nostri nomi e li trascrisse. In ogni modo, lo convincemmo a tornare con noi. Arrivammo in quel punto. Ci fermammo, lui era dietro di noi. Puntammo la luce verso quel punto dove l’ultima volta avevamo visto il velivolo, e non c’era nessuno. Non c’era niente. Naturalmente anche lui se ne accorse e ci sentimmo molto scossi. Anche lui. Così rimanemmo lì a parlare e notammo sulla sinistra qualcosa come luci posteriori. Mi diedero l’impressione di un’auto che si stesse muovendo da quella parte. Il poliziotto disse che conosceva bene la zona e che non c’erano strade, niente, tranne un campo là fuori. Così disse: “Andiamo, andiamo a vedere cosa diavolo sta succedendo”. Così tornammo di nuovo nel campo, e penso che uno di noi rimase sull’auto con lui.


- E’ stato Mr. D. a salire sull’auto della polizia, giusto?

Si, penso di si. Non riesco a ricordare troppo bene. Come ho detto, era una notte estremamente gelida. In ogni modo, puntammo verso quel “veicolo”, un’auto dietro l’altra. Tutto d’un tratto, fu come se lo avessero acceso, in quanto tornò visibile e luminoso! Quando ci avvicinammo, eravamo abbastanza eccitati, la cosa era di nuovo scomparsa! Scendemmo dall’auto, ci guardammo intorno senza vedere tracce. Era scomparsa, non c’era altro da dire, ma l’avevamo vista tutti, anche se non sappiamo cosa fosse.


- Quel poliziotto, e Mr. D. che era sull’auto con lui, hanno seguito questa “auto” nei campi o lungo la strada?

Eravamo fuori nei campi. C’era un’altra strada di campagna, una strada comunale, ma la zona in cui ci trovavamo si apriva in mezzo ai campi.


- Le luci sull’oggetto sembravano le luci posteriori di un’auto, e poi scomparvero tutt’a un tratto?

Esatto, scomparvero semplicemente, e non c’era più nulla


- Era rimata qualche traccia nei campi, qualche indicazione della presenza di qualcosa in quel punto?

No, niente tracce e niente altro. Come ho detto, stava piovendo, nevischiava, e il terreno era ancora abbastanza fangoso e penso che avrebbe dovuto lasciare tracce, il fango era untuoso, e abbastanza spesso.


- A questo punto, allora, il poliziotto ha deciso di tornare in città?

Esatto


- Ha parlato a qualcuno di quello che aveva sentito o pensato quando visse quella esperienza?

Pensava che fosse estremamente e dannatamente strano, e che non riusciva a capirci nulla. Non sapevamo cosa diavolo fosse stato, era un’esperienza abbastanza insolita. Lui non sapeva che cosa pensare in proposito e rimanemmo per un po’ a parlare; lui disse infine: “Bé, è una di quelle cose”, e ce ne andammo, tornammo nella strada. Questa fu l’ultima volta che vidi quell’uomo.


- D’accordo. Quando se ne fu andato, che cosa avete fatto voi ragazzi, siete tornati nella vostra auto e avete ripreso il cammino o che altro?

Abbiamo deciso di tornare, ed è stato a questo punto che… Ho fatto una telefonata poco prima di venire qui; ed ho parlato ad uno dei ragazzi che sono stati coinvolti; egli mi ha detto che ero maledettamente pazzo se ne parlavo con voi, e che avevamo fatto tutti un patto che non avremmo mai parlato di questa parte del fatto a nessuno, e che ero impazzito se adesso volevo farlo. Ma ho vissuto per sei anni tenendomi dentro questa cosa e sto per impazzire! Stavamo procedendo lungo la strada verso casa, e penso che avessimo già percorso un paio di miglia quando quell’oggetto ricomparve. Così fermammo l’auto e notammo che la cosa stava scendendo.


- Questa volta avete visto tutti quanti scendere l’oggetto, giusto?

Questa volta l’ho visto scendere. Aveva una luminosità propria ed era uno spettacolo che valeva realmente la pena di vedere.


- Quel “bagliore” sembrava attribuito a fiamme che ne scaturivano come una propulsione di qualche tipo?

No, era più simile ad un bagliore; se pensate ad un arco voltaico…


- Bagliore bianco?

Bé, no, era più sul rosso. Un rosso con, non lo so, all’estero un bagliore veramente intenso, come un bianco o blu, dall’aspetto realmente caldo; discese, come cala una ghigliottina, delicatamente e morbidamente, e uscirono di nuovo. Questa volta c’erano due individui, ed erano vestiti allo stesso modo.


- Li avete visti realmente uscire da quella cosa? Come li avete visti sulle prime?

Non li abbiamo visti uscire. Non so come siano usciti da quella macchina, era solo spendente sul fondo, e era sempre circondata dal bagliore. Accendemmo ancora una volta la mini torcia, e cominciammo a discutere… su quello che dovevamo fare. Due di noi a questo punto scesero dall’auto. Adesso c’erano sempre le stesse rotaie ferroviarie, e penso che questa volta il veicolo fosse un po’ più vicino, e c’era una collinetta sulla sinistra ed una collinetta sulla destra, e nel centro questa affossatura. Direi che era circa venti o trenta metri più bassa del terreno circostante, forse non di più; in ogni modo, uno di noi si spostò dall’auto verso sinistra e l’altro verso destra. A questo punto uscimmo fuori e non saprei dire a che cosa stavamo pensando, ma i due uomini che rimasero sull’auto tenevano i fari puntati sulle “due forme uscite dal veicolo”. Erano parecchio vicini tra di loro, direi ad una decina di metri di distanza, uno leggermente più avanti dell’altro.


- Si limitavano a restare immobili, a guardarvi?

Erano immobili e ci guardavano, così a questo punto il tipo sulla collinetta destra si inginocchio, per poi sdraiarsi puntando il fucile. Questo individuo guardò nel mirino telescopico ed esamino l’altro dalle ginocchia in su. Come ho detto, non so che tipo di copricapo portasse, e questo è un enigma che non sono mai riuscito a togliermi dalla testa.


“Avete mai sparato di notte con un mirino telescopico?”

- Ora, la luce che permetteva ai due sulle collinette di vedere le due forme proveniva dalla pila tenuta dagli altri due rimasti nell’auto?

Si, e se aveste mai sparato su un punto illuminato, non importa quanto la scena circostante sia in ombra, sapreste che basta guardare l’oggetto che si vuole colpire e si riesce a vederlo abbastanza bene. In ogni modo, a questo punto venne sparato un colpo, che colpì alla spalla destra una delle “forme”, nella parte alta della spalla destra. Quando l’individuo fu colpito girò su se stesso, si inginocchiò, e poi si rialzò con l’assistenza dell’altro tipo; si guardò intorno e disse, o gridò: “Cosa diavolo credete di aver fatto?”. Tutti a questo punto rimasero estremamente sconvolti e ci fu un ritorno affrettato all’auto. A questo punto si conclude la nostra storia.


- Ricordate a questo punto che cosa è successo a quegli individui che erano ancora là fuori? Li avete visti tornare nell’oggetto e l’oggetto si è risollevato in aria, andandosene, o che altro?

No. No. Nessun ricordo.


- Nessun ricordo da parte di nessuno?

No. Penso che l’unica cosa che ci interessava fosse andarcene di lì senza mai voltarci indietro.


- D’accordo. Adesso, per quanto riguarda il colpo che è stato sparato, avete detto che ha colpito alto e nella spalla destra. C’è stato un impatto udibile, voglio dire oltre al rumore dello sparo? Avete sentito il rumore dell’impatto?

Si, è stato un impatto, un colpo sordo, come quando si colpisce un animale. E’ sempre possibile capire il punto che si è colpito.


- Avete visto del sangue?

No. La persona che ha sparato il colpo non ricorda di aver visto del sangue. A questo punto tutti erano troppo sconvolti per poter notare altri particolari. Volevamo solo andarcene con la massima velocità possibile. Ma il colpo aveva raggiunto indiscutibilmente qualcosa di solido, non solo un ammasso di tessuti fluttuanti nell’aria.


- Adesso, dopo l’incidente della sparatoria ed il ritorno dei due uomini nell’auto dalla loro postazione sulle collinette, sull’auto che cosa venne detto?

Non ricordo che cosa venne detto.


- Non mi avevate già detto qualcosa sul fatto che uno di voi disse: “Togliamoci alla svelta di qui perché abbiamo colpito un uomo”, o qualcosa del genere?

I due uomini nell’auto hanno detto che il fucile non è mai stato tolto dall’auto. Si, ricordo, e qualcuno era indubbiamente sconvolto.


- Evidentemente i due ragazzi nell’auto, o forse dovrei dire, che voi sappiate, i due rimasti nell’auto furono anche solo consapevoli del fatto che gli altri due erano scesi dall’auto?

Bé, è una risposta realmente difficile. Questo è uno degli argomenti su cui da allora abbiamo discusso sempre, due di noi sanno senza possibilità di dubbio che un colpo è stato sparato e gli altri due dicono: “Siete completamente pazzi”. Questo è quello che sosterranno se parlerete con loro, non so perché. D’altra parte quello che ha sparato, ha una mira veramente buona, e non avrebbe mai sparto a nulla se non fosse stato sicuro o almeno se non avesse pensato di esserlo, perché il grilletto si mosse non lo so, e non so neanche perché il fucile è stato preso dall’auto.


- Quanto questi due individui tornarono nell’auto, e voi terminaste la vostra discussione sul fatto che il fucile non era mai uscito dall’auto, poi che cosa è successo, avete ripreso la strada del ritorno o che altro avete fatto?

Si, siamo tornati indietro. Siamo andati a casa ed era abbastanza tardi.


La perdita di tempo

- Una volta mi avete detto che tutti voi vi eravate più o meno messi d’accordo dopo il vostro ritorno che c’è stato un certo periodo di tempo che avete perso “da qualche parte”, per strada, e che non riuscite ad immaginare dove e perché?

Proprio così.


- Cosa vi ha permesso di accorgervi che mancava un periodo di tempo?

Dal momento in cui cominciammo questo viaggio pensavamo che fosse più presto, e quando tornammo a casa era già l’alba, le nostre mogli erano tutte sveglie e ci stavano aspettando, sapevamo benissimo che avevamo impiegato troppo tempo a tornare indietro, non avevamo passato tanto tempo ad inseguire quella cosa. Tutti noi lo sapevamo ed avevamo la sensazione che doveva esserci qualcosa di mancante, e ancor oggi non sappiamo che cosa fosse.


- Per quanto riguarda il colpo che è stato sparato: avete detto che un individuo ha aiutato l’altro a rialzarsi in piedi quando quest’ultimo fu colpito. Avete visto cosa hanno fatto dopo, se sono tornati nel loro veicolo?

No, penso di essere fuggito troppo velocemente per potermi accorgere di qualcosa del genere.


- In quel momento l’oggetto stava ancora splendendo, che voi abbiate notato?

A dire il vero non mi sono mai voltato a guardare quella cosa ancora dopo aver visto quella gente. Non mi sono mai nemmeno voltato per vedere se c’era proprio; voglio dire che questa è una cosa che non so proprio.


- Benissimo, adesso siete tornati tutti a casa, e naturalmente l’accordo è stato di non parlarne con nessuno; cosa vi è successo il giorno seguente a proposito di alcune persone che sono venute a vedere dove lavorate?


L’intimidazione

Sono stato chiamato dal mio superiore per scendere a vedere questi individui, e subito dopo si presentarono (solo con il nome) e mi chiesero se l’evento che avevo visto la notte precedente fosse stato vero; io dissi di si, e loro vollero sapere che tipo di abiti indossavo; mi fecero qualche altra domanda su questo oggetto che avevamo visto e la maggior parte delle loro domande erano come se avessero saputo quello che avevamo visto e volessero solo scoprire fino a che punto avevamo visto; in ogni modo chiesero quali abiti indossassi.


- Quando vi fecero questa domanda, hanno esordito dicendo: “Abbiamo sentito”, “Abbiamo ricevuto un rapporto”, o che altro?

Sapevano il mio nome, sapevano dove lavoravo, e io diedi semplicemente per scontato che avessero avuto il rapporto da quel poliziotto del paese, e che stessero solo facendo un controllo per vedere che cosa avevamo visto con precisione. Naturalmente, ero ancora abbastanza scosso per gli eventi che erano successi la notte prima, specialmente per quanto riguarda l’ultima parte, ma il poliziotto non ne poteva sapere nulla, in quel momento era già tornato in città, così pensai bene, questa è l’Aeronautica Statunitense, e siccome avevamo dato i nostri nomi al poliziotto, pensavo che sapessero anche chi era stato a sparare alla gente dell’Aeronautica. Così mi chiesero che tipo di abiti indossavo, e io dissi loro: “Vestiti da cacciatore”. Mi chiesero se ero sceso dall’auto per andare nel campo nel punto in cui venne effettuato il primo avvistamento, e stavano parlando esclusivamente del primo avvistamento. Dissi loro di si; e la conversazione continuò e mi chiesero delle scarpe. Dissi loro che avevo stivali da cacciatore.


- Questo non successe dopo che li accompagnaste fino a casa vostra?

Si. Mi portarono a casa per guardare i miei vestiti da caccia, e gli stivali. Non dissero mai perché volevano vedere quelle cose. La sola cosa che chiesero fu se ero uscito dall’auto nei campi fangosi ed io dissi di si, ed è in quel momento che ho mostrato loro gli stivali che portavo allora. Chiesero se avessi avuto qualche altro tipo di stivali, io dissi di si, che ne avevo avuto un altro paio. Naturalmente, dissi loro che quello che avevo avuto addosso il giorno precedente erano quelli da caccia, ma loro vollero vedere in ogni modo anche gli altri. Così li mostrai loro. Ci pensarono ancora un po’ e poi dissero: “Benissimo, per adesso può bastare”, e se ne andarono… davvero strato (scuote la testa).


- Quando dite che se ne andarono, volete dire che vi lasciarono a casa?

Si, salirono sulla loro auto e se ne andarono. Io ero venuto a casa sulla loro auto, così dovetti chiamare un taxi per tornare al lavoro. Mia moglie era al lavoro. E questa è la prima e unica volta che qualcuno mi ha fatto domande a proposito di quegli avvistamenti, fino a quando non siete arrivati voi.


- Quando vi si sono avvicinati per la prima volta in ufficio, vi hanno mai mostrato qualche credenziale come agenti governativi o cose del genere?

No.


- Hanno detto che l’informazione era pervenuta loro, è esatto?

Si, hanno detto di aver ricevuto quell’informazione in un rapporto, e adesso se potete fermatevi un momento e pensate alle mie reazioni. Questo successe il giorno seguente, appena dopo mezzogiorno. Erano uomini molto distinti, dall’aspetto ufficiale, proprio come se avessero un lavoro da svolgere, voglio dire che si comportavano come dei perfetti uomini d’affari.


- Erano vestiti con abiti civili?

Tutti in abiti civili. Non ricordo che cosa indossassero. Ricordo che avevano la cravatta, e che come ho detto erano molto distinti, tipi esattamente come noi, senza particolari differenze. In effetti pensavo che fossero agenti del servizio segreto di qualche tipo, e in quel momento l’arrivo di quella gente mi aveva abbastanza sconvolto, dopo quello che era successo la notte prima; perciò mi limitai a rispondere di si e di no a tutte le domande che mi posero e accettai di andare con loro. Dopotutto, pensai che cercassero me, e che sapessero benissimo che cosa volevano.


- Ricordate che tipo di auto stavano guidando?

Si, era… no, non lo so, penso che fosse un’auto bianca. Ricordo che era un modello di quell’anno, penso che fosse una Plymouth del ’61, anche se non ne sono sicuro. Non c’era nulla di superfluo in quell’auto. Era esattamente un’auto ufficiale ed austera, senza tocco personale. Quando entrai nell’auto mi misi davanti con uno di loro, e gli altri due si misero dietro.


- Avete notato un qualche documento particolare?

No, come ho detto ero abbastanza sconvolto, mi limitai ad entrare nell’auto con loro, era proprio di fronte al mio posto di lavoro, e sembravano sapere tutto di me, dove lavoravo, il mio nome, e tutto il resto.


- Dopo l’episodio a casa, ho ragione se ricordo che avete detto che hanno pronunciato qualcosa di simile ad un avvertimento di non parlare a nessuno di tutto questo?

Si, in effetti uno di loro, quello che faceva tutte le domande, disse chiamandomi per nome: “Vogliamo ringraziarvi per la vostra collaborazione” e “vogliamo che teniate tutto questo per voi” e “è meglio che a partire da questo momento non ne parliate con nessun altro”: io mi affrettai a rassicurarlo che non l’avrei fatto. Così entrarono nell’auto. Poi mi ritrovai abbastanza innervosito per il fatto che mi avevano lasciato lì, senza mezzi per tornare sul posto di lavoro.


- Da allora siete mai stato avvicinato da questi uomini o da altri simili?

Mai, mai.


- Mentre vi stavano interrogando, hanno mai fatto riferimento all’incidente della sparatoria?

Mai. E’ una cosa che non venne mai citata.


- Allora sembrava che fossero solo coscienti od interessati alla prima parte dell’avvistamento?

Come vi ho detto, non hanno mai fatto domande a proposito della sparatoria, e tutte le loro domande riguardavano completamente la prima parte dell’avvistamento. Penso che probabilmente ne sapessero molto più di quando dicevano, ma non lo so. Questa cosa mi è rimasta in mente per un bel po’, e, bé, non è poi così brutta adesso, ma il primo anno da allora, ogni volta che sentivo bussare alla porta pensavo che fossero quei tipi che volevano saperne di più, su quello che era successo!


- C’è qualcos’altro che vi è successo da allora, che sentite che potrebbe essere collegato in qualche modo a questo incidente?

Bé, questo è meglio non dirlo, sapete. No, non ho intenzione di rispondere a questa domanda.


Conseguenze delle apparizioni

L’impianto psicologico di un caso di questo tipo è enorme, come è possibile rilevare dalla discussione tra colui che poneva le domande e questo testimone per il quale l’incidente possedeva ancora una qualità onirica molti anni dopo l’avvistamento. La perdita di tempo ricorda un po’ il caso di Betty Hill, esaminato nel capitolo precedente. La discussione tra quegli uomini se il fucile fosse stato portato o meno fuori dall’auto è stupefacente. Questi testimoni avevano in effetti perso il loro senso della realtà. Avevano superato i confini, penetrando in un mondo alternativo. La visita da parte di uomini dall’aspetto ufficiale il giorno seguente peggiorò ulteriormente la situazione.
Questo non è assolutamente un caso isolato.

Che cosa avevano visto questi uomini? Qual è la natura di un’ “apparizione”? Queste domande hanno costituito la base per la seguente discussione tra gli autori con lo psicologo Dr. Arthur Hastings di nuovo riuniti. Discutendo questo caso, uno di noi ha posto la domanda sulla sua natura fisica.


(Dal volume: "UFO: relatà di un Fenomeno"; Amenia Ed. 1975)


(Un ringraziamento particolare all'utente Cagliari79, per la stesura del testo)



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Ora manca solo il rapporto sessuale (l'unico di cui si èsicuri ) e abbiamo inserito tutto ciò di cui siamo a conoscenza riguardo gli Alieni ...
(Prossima stesura)


Ultima modifica di Ufologo 555 il 15/03/2010, 20:23, modificato 1 volta in totale.


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Attendo....


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Australia, anno 1954: la RAAF e il “mostro volante”


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Questo stralcio di documento proviene dagli archivi australiani, i quali hanno messo “online” molti documenti sugli UFO. Tra i più interessanti quello che vi proponiamo di seguito è inerente l’avvistamento di uno strano UFO, il quale somigliava ad un aereo futuristico. L’avvistamento avvenne il giorno 28 ottobre 1954, alle ore 23:25 circa, a Perth. Il testimone descrive l’oggetto come una sorta di “mostro volante”, in contrasto coi velivoli conosciuti all’epoca. Nel documento in questione si ipotizza che, guardando il disegno fatto dal testimone, l’UFO ha una forte somiglianza con un disegno effettuato tecnici della Germania, che lavoravano vicino Praga, negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale. Secondo le intenzioni dei tedeschi questo oggetto poteva volare, ad una velocità di circa 10.000 chilometri per ora. Progetti o meno, cosa era quell’oggetto che volò a Perth, il giorno 28 ottobre 1954?


[align=right]Fonte: http://centroufologicotaranto.wordpress ... o-volante/
Fonte: http://naa12.naa.gov.au/ poi cliccare Guest. Dopodichè su la casella Keywords digitare la parola UFO e poi cliccare su Search. Dopo aver fatto ciò andate su Items 25 e cliccate su Display. Ecco per incanto centinaia di pagine sugli UFO australiani. Il documento in questione è catalogato come A705, pagine 80-81-82. Buona lettura.
[/align]


Ultima modifica di Bastion il 16/03/2010, 19:00, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 18/03/2010, 12:44 
USAF: ecco alcuni filmati UFO “non identificati”

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Quello proposto è uno spezzone di un film documentario, andato in onda nel 1956 negli Stati Uniti d’America, dal titolo “Unidentified Flying Objects”. Il film fu commissionato, a quanto si dice, dall’USAF (United States Air Force). Quindi sarebbe il primo e unico (finora) film documentario sugli UFO, di provenienza militare, andato in onda nelle sale cinematografiche. Il film non è stato mai tradotto in italiano. In questo spezzone vengono analizzati i famosi casi di “Great Falls Montana” del 1950 e delle “luci in formazione” di Tremonton dell’anno 1952. Analisi che dissero una cosa importantissima. Erano video reali e mostravano reali UFO. Ecco il video dell’epoca, in lingua originale.

http://centroufologicotaranto.wordpress.com/




Il film di Utah, chiamato dall'ATIC film di "U", fu visto molte volte dall'ex Magg. dei Marines Donald E. Keyhoe; ma l?USAF non si decideva mai direnderlo pubblico, lo ritenevano troppo importante ai fini di svelare la provenienza Extraterrestre degli Oggetti filmati ...



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MessaggioInviato: 18/03/2010, 18:21 
I Dischi Volanti avvistati e fotografati da Meyer; non me la sento di dubitare ...

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