assomigliano molto a questi
http://www.satorws.com/dischi-bayan-kara-ula.htmI dischi di Bayan-Kara-Ula, sono degli Ooparts (oggetti fuori posto) molto particolari dal fatto che sono accompagnati da una storia che ha dell'incredibile ma allo stesso tempo assai avvincente. Una storia antichissima svoltasi tra le montagne del Tibet e riportata alla luce quasi sessanta anni fa. Era il 1938, nella zona di Bayan-Kara-Ula infatti, fra Cina e Tibet, un territorio ancora oggi poco esplorato, durante una spedizione archeologica cinese con a capo l'archeologo Chi Pu-Tei. Durante la spedizione questi scoprirono una grotta stupefacente fino ad allora rimasta inesplorata; quando i ricercatori entrarono si resero conto che più che una grotta si trattava di un sistema di gallerie artificiali e interconnesse. Le pareti erano state levigate e sembravano cristallizzate, come se fossero state tagliate da una fonte di calore estremo, mentre c'erano incise sopra della strane iscrizioni che rappresentavano tutti i pianeti del nostro Sistema Solare, compresi il Sole e la Luna. Nell'antro erano disposte in fila una serie di tombe e quando gli uomini le aprirono, con grande sbalordimento trovarono all'interno tanti scheletri di dimensione ridotta, di circa 1,30 m alti con enormi crani; di sicuro appartenevano a un razza sconosciuta. All'inizio uno dei suoi collaboratori ipotizzò che si trattasse di di una specie di primati, ma giustamente il professor Chi Pu-Tei fece notare che nessuno mai ha visto delle scimmie seppellire i propri morti. Accanto a queste tombe gli archeologi trovarono ammassati 716 dischi di granito con diametro dai 35 ai 50 cm e con un foro centrale, spessi un centimetro. I dischi erano coperti da strani geroglifici e incisioni a spirale che partivano dal centro e terminavano verso il bordo esterno, un po' come gli odierni dischi musicali in vinile. Questi reperti vennero trasferiti segretamente a Pechino per essere studiati da un team di scienziati guidati dal professor Tsum Um Nui. Prima di lui, fu lo studioso russo Vyacheslav Zaitsev della russa Accademia delle Scienze a parlare dei dischi di pietra alla fine degli anni '50. Più tardi, nel 1962 lo studioso cinese passò altri anni ad analizzare i simboli sulla superficie dei dischi senza ottenere alcun risultato, ma alla fine riuscì a decifrare gli strani geroglifici. Quello che scoprì era qualcosa di così inquietante che le autorità gli impedirono di divulgare l'esito della sua scoperta, ma nonostante tutto, tempo dopo il professore decise di rendere pubblico il contenuto dei dischi datati 10mila anni prima di Cristo.
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3,65 KBuna domanda, ma non potrebbero essere le impronte lasciate dal robot, che con un po' di umidita' si sono indurite?
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Diego il 20/03/2010, 10:34, modificato 1 volta in totale.