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Atlanticus81 ha scritto:I misteri di Samotracia e il culto dei Cabiri
Di Stefano Arcella
Le origini
Fra le isole del mare Tracio, quella di Samotracia – famosa nell’antichità per un alto monte che la fa scorgere da ciascuna delle terre a nord dell’Egeo: Grecia, Tracia ed Ionia – fu la sede, in epoca ellenistica, di un culto misterico dedicato ad un complesso di quattro divinità, note col nome di Cabiri (dal semitico Kabirim = i Grandi) detti anche i Grandi Dei, i Forti, i Potenti.
La testimonianza fondamentale è, al riguardo, quella di Erodoto, il quale conosce il culto di Samotracia e ne attribuisce la fondazione al popolo dei Pelasgi, facendo quindi risalire questi misteri ad un’epoca antichissima e ad un popolo che ha preceduto i Greci sul suolo ellenico.
Herod., II 51 “…A fare le statue di Ermes con il membro diritto, i Greci non lo hanno appreso dagli Egiziani, ma dai Pelasgi; primi fra tutti i Greci, sono stati gli Ateniesi ad adottare quest’ uso, e gli altri da loro. Gli Ateniesi, infatti, erano già annoverati tra i Greci quando i Pelasgi vennero a coabitare nel loro territorio, e da allora anche i Pelasgi cominciarono ad essere ritenuti Greci. Chiunque sia iniziato ai misteri dei Cabiri, che gli abitanti di Samotracia celebrano e che essi hanno adottato dai Pelasgi, costui sa che cosa dico. Quei Pelasgi, che vennero a coabitare con gli Ateniesi, abitavano in precedenza Samotracia, ed è da loro che gli abitanti di Samotracia hanno appreso i misteri. Dunque gli Ateniesi, primi tra i Greci, fecero le statue di Ermes con il membro dritto per averlo appreso dai Pelasgi. I Pelasgi a questo proposito tramandarono un racconto sacro, che viene rivelato durante i Misteri di Samotracia”.
Jean-Pierre Vernant, L'universo, gli dèi, gli uomini
E’ sintomatico che Erodoto menzioni questi Misteri dei Cabiri nello stesso contesto in cui parla del dio Ermes raffigurato col membro diritto, che viene fatto risalire alla medesima origine pelasgica, ossia pre-ellenica. Dionigi narra (I 61, 3) che il fondatore dell’isola di Samotracia fu Samo “figlio di Ermes e di una ninfa di Cillene chiamata Rene”.
Secondo una teoria storico-religiosa alquanto consolidata, i Pelasgi andrebbero identificati con le genti di Tracia che hanno diffuso nelle isole dell’Egeo e nella penisola ellenica i loro culti entusiastici: il dio Sabazio con la corte dei suoi seguaci, coribanti, satiri e menadi; il culto di Bendis (Ecate), dalle molteplici attribuzioni, che hanno avuto il loro spazio d’elaborazione sia nelle speculazioni degli Orfici, sia nelle pratiche della magia (le discese agli Inferi quale passaggio iniziatico).
I sacerdoti Cabirici sono detti Saboi, nome che designa pure una tribù tracia nonché un gruppo di Coribanti localizzati in Tracia e che si avvicina molto ai Saboi, gli iniziati al culto traco-frigio di Sabazio.
La teologia cabirica.
Le religioni dei misteri. 1.Eleusi, dionisismo, orfismo
Delle quattro divinità di Samotracia, tre sono maggiori ed una ha una posizione secondaria. Delle tre maggiori, due stanno in un rapporto di padre a figlio, la terza è una figura femminile che è letta come personificazione della terra feconda, in conformità ad un archetipo dominante nell’Egeo e nella vicina Anatolia.
Queste divinità, nella liturgia, erano onorate con una lingua straniera, secondo Diodoro (5, 47), a dimostrazione della loro origine pre-ellenica (e quindi pre-indoeuropea), in concordanza con la testimonianza di Erodoto.
Lo scoliaste di Apollonio Rodio (I, 916-8b) ci ha conservato i nomi dei 4 Cabiri. Essi sono: Axierso (Demetra), Axiokersa (Persefone), Axiokersos (Hades) e Kasmilos (Hermes). In una fase storica più recente, quando la Grecia ellenica estese la sua influenza a tutto l’Egeo ed alle isole tracie, in Samotracia furono introdotte tre grandi divinità che i Misteri di Eleusi avevano associate: Demetra, Kore e Hades, cui si aggiunse poi Hermes; questi dèi vennero più o meno riconosciuti nelle tre divinità maggiori del culto samotracio e si ebbe così il gruppo dei quattro Grandi Dèi, che con un epiteto fenicio furono detti Cabiri (ne parla anche Varrone nel De lingua latina, 5, 58; 7, 34), nome loro attribuito dai navigatori Fenici i quali già adoravano un gruppo di divinità con quel nome. La letteratura storico-religiosa propende per limitare l’influenza fenicia nel culto di Samotracia a questa designazione delle divinità, senza ammettere l’introduzione di divinità fenicie, anzi valorizzando l’elemento ellenico e, prima ancora, quello “pelasgico”.
Le religioni dei misteri. 2.Samotracia, Andania, Iside, Cibele e Attis, mitraismo. Con testo a fronte
Nel corso dell’età ellenistica, tutto il fervore religioso dei territori che affacciavano sul mar Egeo, si concentrò, oltre che verso le divinità di Eleusi, anche su quelle di Samotracia. Ci è pervenuta la memoria storica di santuari cabirici nelle quattro isole tracie (Lemno, Imbro, Samotracia, Thaso), nella costa ionica (Ilio, Mileto, Teo, Efeso), nelle isole del medio e basso Egeo (fra le quali Rodi e Delo, a sua volta celebre centro oracolare dell’antichità) e nella Beozia (Anthedon e Tebe).
Il santuario Cabirico di Tebe merita un’attenzione particolare perché le sue vestigia – risalenti al VI secolo a.C. – mostrano, come a Samotracia, una fossa per le offerte ed i sacrifici (traccia di un culto alla Terra Madre e di atti rituali volti a propiziarsi le forze ctonie) nonché la presenza di due Cabiri, padre e figlio, con l’assimilazione di Cabiro padre a Dioniso, che era la divinità principale di Tebe e che – alla luce della comune origine pre-ellenica – doveva avere molti elementi di somiglianza con Cabiro.
Il culto presentava, pertanto, una spiccata valenza infero-ctonia, essendo in prevalenza centrato sull’oltretomba (Persefone e Hades) e sulla terra (Demetra). E’significativo che a questo complesso infero-ctonio sia associato Hermes, il dio dell’intelligenza sottile, il messaggero degli dèi, l’intermediario fra l’uomo e la divinità, figura connessa all’elemento “Aria” – viene raffigurato con le ali ai piedi – quindi duttile e sagace, dinamica e penetrante.
A queste divinità erano dedicati nell’isola: un santuario i cui resti risalirebbero al VI secolo a..C.; il tempio marmoreo a foggia di basilica, con navata transversa ed abside rotonda, con una fossa per uso sacrificale scavata al centro del tempio fino al vivo di una roccia (simbolismo della pietra quale allusione alla stabilità di un centro misterico, ma anche quale riferimento analogico al corpo umano quale tempio della scintilla divina nell’individuo); un edificio circolare a due piani, chiuso ermeticamente da ogni parte e probabilmente riservato alla riunioni ed alle esperienze misteriche degli iniziati, con un palese simbolismo del cerchio che rimanda al Cielo nonché al dinamismo della “potenza” – la shakti dello shivaismo dell’India – ed al suo movimento.
L’esperienza misterica
Guy G. Stroumsa, La sapienza nascosta
Dallo scoliaste di Euripide sappiamo che nei Misteri cabirici aveva luogo un dramma liturgico nel quale si rappresentava la ricerca di Armonia da parte dello sposo Cadmo, analoga a quella di Kore (Persefone) da parte della madre Demetra, rivissuta e riattualizzata nei Misteri di Eleusi.
Dalle testimonianze di Clemente Alessandrino (Protrettico, 2, 19, 1) e di Firmico Materno (de errore. rel. pag., 11), apprendiamo che nel santuario cabirico di Tessalonica si celebrava un dramma liturgico di morte e resurrezione, nel quale si ricordava e si riattualizzava la morte del più giovane degli dèi Cabiri ad opera degli altri due.
La funzione del dramma era quella di reiterare una vicenda mitica nella sua vivezza, nella sua intensità vibrante, nella sua capacità d’impatto emotivo, quindi d’incidenza sul mondo astrale dell’individuo. Il dramma è un linguaggio che si rivolge al “cuore” dell’uomo, alla sua sensibilità ed alla sua capacità di provare intense emozioni, nel momento in cui egli s’immedesima nel dramma e lo vive come qualcosa di personale. Poiché il dramma era vissuto in modo comunitario, essendo rappresentato davanti alla comunità degli iniziati, si creava una comune vibrazione emotiva, un comune “clima psichico” che cementava la coesione della comunità e creava una “energia di gruppo”.
Le risultanze epigrafiche testimoniano di un pasto sacramentale in cui ai mysti venivano offerti cibo e bevande, aspetto, questo, comune ad altri culti misterici, come il mithraismo romano, per il quale il pasto sacro è testimoniato dai dipinti e dalle sculture nei templi ipogèi.
Infine va rilevato che la gente di mare era particolarmente devota alle divinità cabiriche, poiché l’isola di Samotracia era molto importuosa e quindi esse erano considerate protettrici contro i pericoli del mare ed assimilate ai Dioscuri, anch’essi considerati s?t??e?, salvatori. E’ questo, probabilmente, l’aspetto exoterico, pubblico, del culto misterico cabirico legato alla protezione dei marinai e dei naviganti in genere, mentre nel chiuso dell’edificio circolare si svolgevano i riti riservati agli iniziati.
Questi ultimi si dividevano nelle due classi degli iniziati semplici e degli iniziati pii; l’iniziazione semplice era preceduta da un rito di purificazione che comprendeva pure un’ammissione delle proprie impurità davanti al sacerdote purificatore.
Ai Misteri potevano essere ammessi anche le donne e i fanciulli; essi comprendevano anche una dottrina sulle origini dell’umanità – dal momento che Ippolito, scrittore cristiano del III sec. d.C., ravvicina Cabiro ad Adamo – e sul post-mortem se, come riferisce Diodoro Siculo (5,49, 5-6), questi misteri rendevano gli uomini migliori, dato peraltro confermato dalla relazione dei Cabiri con le divinità di Eleusi, i cui Misteri davano un particolare risalto alla concezione di una beata vita futura per gli iniziati.
I Misteri Cabirici e le origini di Roma Andrea Carandini, La nascita di Roma. Dèi, lari, eroi e uomini all'alba di una civiltà (2 vol.)
La fortuna di questi misteri, durante l’epoca greco-romana, fu assicurata dal rapporto dei Cabiri con le origini di Roma, sul piano della narrazione mitica, per cui i Romani li associarono ai Penati di Roma (Penates Publici). Secondo la tradizione, riportata in varie fonti greche – quali Dionigi d’Alicarnasso (I, 68) e Diodoro Siculo (5, 48) – e latine (Macrobio, Saturnalia, 3, 4, 7-9), Dardano, capostipite mitico dei Troiani (e dei Romani attraverso Enea), dopo aver ucciso il fratello Iasione ed essersi rifugiato in Frigia (dove sposò Crisa figlia del re Teucro), avrebbe eretto nell’isola di Samotracia un tempio in onore dei Grandi Dèi “i cui particolari appellativi egli tenne segreti e non rivelò agli altri; inoltre istituì in loro onore i misteri che si celebrano ancora oggi da parte dei Samotraci” (Dion. Hal. I, 68), mentre avrebbe portato con sé il palladio – ossia i doni della dea Athena – e le imagines deorum a Dardania, da dove passarono a Troia e poi a Roma per il tramite del pio Enea.
Va ricordato che, secondo la tradizione, Dardano sarebbe partito dall’umbilicus Italiae, il centro sacro dell’Italia, presso il lago di Cotilia nell’Italia centrale, località di cui sarebbe stato originario, per cui lo sbarco di Enea nel Lazio e la successiva fondazione di Roma da parte dei suoi discendenti assume il senso di una re-volutio, ossia un ritorno alle origini, da cui gli antenati si erano allontanati in seguito ad un ver sacrum, una primavera sacra, ossia una migrazione scandita da ritmi cosmico-religiosi, in sintonia con l’inizio del risveglio primaverile, dall’equinozio del 21 marzo al tempo dell’apertura fra uomo e natura (il mese di aprile trae il suo nome daaperior = mi apro).
Oltre al rapporto con le origini di Roma, l’intreccio e l’assimilazione fra questi Misteri e quelli di Eleusi fu, peraltro, un altro importante motivo della loro forza e continuità nell’età imperiale romana. Non è certo un caso che, sul finire del IV secolo d.C. – quando ormai il Cristianesimo era dominante in tutto l’Occidente e gli editti di Teodosio proibivano i culti della religione tradizionale anche in forma privata – i misteri di Samotracia erano ancora vivi, perpetuando una tradizione spirituale antichissima e pre-ellenica.
Considerazioni d’attualità
E’ centrale, in questi Misteri, come in quelli di Eleusi, la meditazione sul tema della morte, sul rapporto vita-morte e la conseguente scala di valori nel corso dell’esistenza terrena. Comune agli altri Misteri, è il rinnovamento interiore nel senso di un morire a se stessi e di un rinascere, esperienza che anticipa, in un certo modo, quella della morte, per cui il miste si prepara alla morte in modo sereno e gioioso, la morte essendo solo un passaggio nei termini di una liberazione e di un compimento realizzativo.
Altri aspetti comuni alla misteriosofia del mondo arcaico e di quello classico sono: il dramma liturgico, la sacralità del pasto comune (che ha la funzione di far circolare una comune “energia di gruppo”), la segretezza dei riti riservati agli iniziati.
L’aspetto certamente più originale è quello della presenza di Hermes-Mercurio quale divinità misterica, quale dio delle iniziazioni.
La saggezza astuta, duttile e penetrante di Hermes è incarnata da Ulisse nel poema omerico, mentre Achille rappresenta uno spirito guerriero che, non integrato con Hermes, ha nella furia distruttiva il suo limite fondamentale, privo di uno sbocco creativo.
L’associare Hermes a divinità dell’oltretomba, nei misteri cabirici, è ancora più illuminante.
L’uomo non entra nelle proprie profondità, nel suo “mondo sotterraneo” – ossia nel proprio mondo astrale (a-stron = senza luce) che è la sede delle emozioni e delle sensazioni – senza una facoltà d’intelligenza penetrante e duttile, dolce e gioconda, capace di operare interiormente e flessibilmente con le circostanze della vita, assumendole come occasione e supporto di perfezionamento interiore. Non si va avanti sulla via della ricerca spirituale, senza aprirsi al soffio di Hermes-Mercurio, senza interiorizzare questa dimensione sottile ed intuitiva.
Julius Evola, La Tradizione Ermetica
Si leggano, al riguardo, La Tradizione Ermetica di J. Evola, sull’alchimia quale “Arte di Ermete” e quelle di G. Kremmerz nella Scienza dei Magi, sulla “Volontà Ermetica” e la sua profonda diversità rispetto alla volontà marziale.
E’ una lezione, questa della mistericità ermetica, che ha una sua pregnante attualità, in quest’inizio del XXI secolo, alla luce della storia del Novecento, in cui certe tendenze esoteriche spurie, come quelle presenti nel nazionalsocialismo tedesco, mostrano di contenere un furor distruttivo, privo dell’intelligenza di Hermes e sono quindi sprovviste della chiarezza, della lucidità e della saggezza necessarie per perseguire uno scopo autenticamente positivo.
Senza l’intelligenza di Hermes, non si va da nessuna parte, si gira in tondo senza mai trovare il centro della circonferenza. Il risultato, nel ’900, è stato solo un tragico cumulo di lutti e di rovine, morali e materiali.
Tratto da Hera, n°73, febbraio 2006, pp.86-89.
BIBLIOGRAFIA
Sui Misteri di Samotracia v. N. Turchi, Le religioni dei Misteri nel mondo antico, Il Basilisco, Genova, 1987(1923), pp.85- 90; V. Magnien, I Misteri di Eleusi, Edizioni di Ar, Padova, 1996, pp. 45-73 ; P. Scarpi (a cura di), Le religioni dei Misteri, Vol. II, Fondazione L.Valla-Mondadori, 2004, pp. 3 – 99, con commento alle fonti ivi, pp. 415-454. Sul mito di Dardano e la sua relazione con le origini di Roma, v. R. Del Ponte, Teofanie animali e “primavere sacre” italiche. Mito e mistica di Italia-Vitalia, in Arthos, nn-22-23-24 (numero speciale triplo su La Tradizione Italica e Romana), 1980-81, pp.82-112. Sulla saggezza ermetica v. J. Evola, La Tradizione Ermetica, Mediterranee, Roma, 1996; G. Kremmerz, La Scienza dei Magi, Vol. II, Il Basilisco, Genova, 1987, pp. 161-162, particolarmente illuminanti sulla differenza essenziale fra volontà ermetica e volontà marziale.
http://informazioneconsapevole.blogspot ... o-dei.html
17/06/2015, 15:07
Atlanticus81 ha scritto:Il Segreto dell'Ingranaggio Cosmico e del Numero 72
Un giorno Gesù ci spiegò i segreti delle stelle. Era
un mattino di Primavera.
Dall’alto del colle vedevamo, nella pianura lontana,
sorgere il Sole là dove nell’orizzonte ancora
brillava una luminosa costellazione.
“Passano le costellazioni.” disse Gesù “dopo
l’Ariete i Pesci. E poi verrà l’Acquario. Allora
l’uomo scoprirà che i morti sono vivi e che la
morte non esiste.”
(Da “Il Gesù proibito” di Mario Pincherle, capitolo “il quinto Vangelo” o il Vangelo secondo
Tommaso).
Come fare per trasferire un sapere scientifico all’interno di un contesto culturale illetterato?..Trasformandolo in una storia bilanciata dal giusto equilibrio tra eventi storici reali ed episodi mitici dal ricco contenuto simbolici. Il mito come il valoroso Amleto è astutamente armato di simulata follia, celando una saggezza troppo elevata per l’umano ingegno sotto una mirabile finzione di stoltezza. In questo modo il mito è riuscito a garantire per migliaia di anni la sopravvivenza dell’antica scienza, permettendo all’antico sapere di viaggiare sulle ali del tempo.
Le antiche civiltà all’interno dei loro testi religiosi hanno inserito conoscenze astronomiche molto avanzate ed avvalendosi del linguaggio simbolico hanno tramandato le loro competenze fino ai giorni nostri. Essi avevano compreso che la nostra terra fa parte di un’enorme sistema cosmico che come ingranaggio gira all’infinito con movimenti perfettamente calibrai e di conseguenza prevedibili.
I movimenti di questo immaginario ingranaggio, visti dalla terra, sono rilevati dagli spostamenti del Sole, nel breve come nel lungo periodo. Durante i principali momenti dell’anno, gli equinozi e i solstizi, quando il Sole sorge, alle sue spalle si presentano diverse costellazioni. Durante l’equinozio di primavera il Sole sorge nella costellazione dell’acquario, nel solstizio estivo in quella dei gemelli, nell’equinozio d’autunno in quella del leone e nel solstizio invernale in quella dello scorpione.
Tuttavia le costellazioni che fanno da sfondo agli equinozi e ai solstizi durante il sorgere del Sole non rimangono immutate nell’arco del tempo, ma con un movimento retrogrado si spostano a causa del fenomeno della precessione degli equinozi. Come abbiamo detto, attualmente il Sole equinoziale di primavera sorge nella costellazione dell’acquario mentre nell’era precedente sorgeva in quella dei pesci.
Questi spostamenti richiedono tempi lunghissimi e non possono essere scrutati nell’arco della vita di un solo uomo, ma solo tramite l’attenta e costante osservazione di più generazioni. Gli equinozi e solstizi restano in una costellazione per 2160 anni e questo periodo segna la distanza che intercede tra due grandi ere. Tramite le millenarie osservazioni e le ancestrali memorie l’uomo ha osservato il ciclico ritorno di sconvolgimenti climatici e le ha messe in relazione al lento, inesorabile e ripetuto movimento dell’ingranaggio cosmico. Un indizio di questo lo troviamo nella mitologia Maya secondo la quale l’uomo ha già attraversato quattro grandi ere (definite “soli”) e sta vivendo nella quinta.
Secondo i maya la quarta era (il quarto sole) è terminato con un’evento catastrofico avvenuto sotto forma di diluvio che ha quasi estinto il genere umano proprio come descritto dal racconto biblico e da moltissimi altri testi antichi. Gli antichi hanno inserito queste informazioni all’interno di un linguaggio simbolico capace di sopravvivere allo scorrere del tempo, il mito. I loro testi contengono un avvertimento per le future generazioni e il codice per decodificare queste informazioni è proprio la conoscenza della precessione mentre lo strumento di osservazione sono i templi in pietra lasciati in eredità ai posteri.
Davvero povero sarà quell’uomo che non riuscirà
ad andare oltre il linguaggio cifrato ed allegorico
delle parole.
Veramente piccolo sarà l’uomo che si fermerà solo
alle apparenze, poiché intrappolato nel proprio
labirinto non troverà il filo di Arianna che lo
guiderà alla salvezza.
Vane sarebbero state le ciclopiche fatiche dei nostri
antenati dalle menti eccelse e dai cuori divini.
Ringraziamo questi fratelli poiché il loro compito è
arrivato a termine ed abbracciandoli, idealmente ci
incamminiamo per vincere l’ultimo drago,
togliendo la verità dalla sabbia e dall’oblio.
fonte: GIORGIO TERZOLI – 2012: L’ULTIMO MISTERO DEI MAYA
Non bisogna dubitare del fatto che gli antichi avessero già in tempi preistorici dettagliate conoscenze astronomiche e che monitorassero lo scorrere delle grandi ere. La dimostrazione di questo sono le informazioni codificate nei miti e nella leggende antiche di ogni parte del mondo. Se ci pensate questo era l’unico modo possibile per conservare le informazioni ad imperitura memoria. Un linguaggio troppo tecnico non sarebbe sopravvissuto a lungo senza una casta erudita che lo potesse conservare, ma nelle mani di pochi sarebbe sicuramente andato perduto prima o poi tra le fasi turbolente della storia del genere umano.
Tramite il significato simbolico e i numeri chiave inseriti nelle leggende di tutte le mitologie antiche invece il messaggio è stato conservato e tramandato all’insaputa dei più, in attesa del momento propizio in cui sarebbe stato compreso e riscoperto. Il numero più importante inserito nei miti è sicuramente il 72 che corrisponde agli anni necessari per lo spostamento di un grado precessionale. In realtà il numero esatto calcolato scientificamente è 71,6 anni, ma chiaramente un linguaggio basato su figure simboliche non poteva prevedere numeri decimali così gli antichi sono giunti ad una approssimazione per eccesso. Sapendo che il Sole equinoziale impiega 72 anni per spostarsi di un grado e che ogni costellazione zodiacale occupa 30° dell’orizzonte celeste su un totale di 360°, servono 2160 anni per far si che il Sole equinoziale attraversi per intero una costellazione e passi a quella successiva (anche se è meglio dire quella precedente dato che il movimento è retrogrado) .
Spostamenti del Sole Equinoziale
lo spostamento di 1° avviene nell’arco di 72 anni
360° dell’orizzonte celeste / 12 costellazioni = 30° per ogni costellazione
72 anni x 30° = 2160 anni impiegati dal Sole equinoziale per attraversare una costellazione
2160 anni x 12 costellazioni = 25920 anni impiegati dal Sole per attraversare tutte le costellazione e completare un intero ciclo precessionale.
Per chiarire il concetto ai meno esperti dell’argomento; se durante lo scorso equinozio di primavera del 2014 ci fossimo trovati ad osservare il cielo durante il sorgere del Sole, quest’ultimo nel levarsi avrebbe occupato la porzione di cielo appartenente alla costellazione dell’acquario, ben visibile all’orizzonte poco prima dell’albeggiare. Se potessimo osservare la medesima scena durante l’equinozio di primavera tra 2160 anni (nel 4174 d.C.) non vedremmo più la costellazione dell’acquario nella zona del cielo dove sorge il Sole, ma quella del capricorno. Dopo altri 2160 anni (nel 6334 d.C.) quella sagittario. Mentre dopo 25920 anni a partire dal 2014 (nel 27934 d.C.) troveremmo nuovamente la costellazione dell’acquario.
Dopo 25920 anni un grande ciclo precessionale sarà concluso e ne comincerà un’altro. Il numero precessionale fondamentale 72, i suoi multipli ed gli altri numeri chiave sono stati inseriti all’interno delle mitologie di tutto il mondo:
Nel lungo computo Maya i cicli temporali sono divisi in 360 giorni (tun), 720 giorni (2 tun), 7200 giorni (katun) e 720.000 giorni (baktun).
Nel mito di Osiride furono 71 i cospiratori che al fianco di Seth (72 totali) attentarono alla vita del grande Re pastorale.
72 è il numero degli immortali Taoisti
Nella Cabala indiana sono 72 gli angeli nominati per invocare i poteri divini.
72 è il numero di discepoli scelti da Gesù secondo alcuni manoscritti di Luca 10,1 e Luca 10,17 (altri parlano di 70 discepoli invece)
72 erano le lingue confuse della torre di Babele
72 erano le colonne dell’Apadana sulla TERRAZZA DI PERSEPOLI
72 è il numero totale degli articoli del codice Templare
72 sono le pagine del codice di Dresda, uno dei pochi manoscritti Maya scampati alla distruzione durante la conquista spagnola contenente le osservazioni di Venere
72 sono le stupa del tempio Borobudur in Indonesia
72 sono i templi di Angkor in Cambogia
72 sono gli angeli della tradizione ebraica
72 sono i nomi di Dio nella Cabala ebraica
72 è il numero totali di libri nella sacra Bibbia
72 sono le volte in cui nella sacra Bibbia compare la parola maledizione
72 sono gradini della scala di Giacobbe
72 è il numero delle malattie di Adamo ed Eva nella Genesi
72 sono le razze nate da Noè enunciate al capito 10 della Genesi
ecc…![]()
i 72 nomi di Dio della Cabala ebraica
Mi sono limitato ad elencare alcuni esempi in cui compare il numero 72, ma sono moltissimi i casi in cui compaiono anche i suoi multipli. I testi antichi ce lo ripetono all’infinito, il numero 72 è la chiave per capire come funziona l’ingranaggio cosmico. Il Sole equinoziale è da considerarsi come una lancetta cosmica che tiene il computo delle grandi ere.
Vorrei chiudere con una curiosità riguardante il grande genio Leonardo Da Vinci a cui sicuramente non è sfuggita l’importanza di questo numero visto quello che è stato trovato nel suo dipinto più famoso, la Gioconda. Nascosto sotto l’arco di un ponte che compone gli elementi dello sfondo sorprendentemente c’è proprio il numero 72.
[fonte http://civiltaanticheantichimisteri.blogspot.it]
22/06/2015, 14:37
08/07/2015, 00:12
08/07/2015, 01:54
08/07/2015, 10:51
08/07/2015, 11:59
Aztlan ha scritto:Sull' ipotesi dell' origine del popolo ebraico a partire dai seguaci di Aton in Egitto mi ero già espresso favorevolmente, quindi non mi dilungo.
Gli elementi qui presentati se non probanti sono senza altro significativi.
08/07/2015, 12:45
Basta questo per capire che la storia come ci è stata raccontata da teologi e accademici vari è una interpretazione strumentale dei fatti descritti nella Bibbia, veri o meno che siano questo poco importa ora.
Indagini linguistiche e filologiche sugli antichi testi (le saghe sumere, la Torah etc.) hanno evidenziato una parentela fra i termini Shumer-Shinar e Shem-Sem, quindi fra l’enigmatico popolo dei Sumeri (“Guardiani"?Teste nere”?) ed i Semiti. L’assenza di riferimenti ai Sumeri nel Pentateuco, se si esclude il cenno alla regione di Shinar, quasi certamente la terra di Sumer,
E’ un’incomprensibile ed imperdonabile dimenticanza? Il sumerologo Kramer ci riconduce agli studi del suo maestro Poebel raccolti in un articolo in cui in sostanza si afferma che gli Ebrei sono i discendenti dei Sumeri
08/07/2015, 13:13
cecca ha scritto:falso e riportato male. come tanti altri passaggi che non ho voglia di commentare.
cecca ha scritto:Come sempre: leggi i libri VERI, non le scemenze di tale gente.
08/07/2015, 13:33
Atlanticus81 ha scritto:cecca ha scritto:falso e riportato male. come tanti altri passaggi che non ho voglia di commentare.
Ma se non hai mai voglia di commentare nulla allora cosa partecipi al forum a fare scusa?!
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Comunque di dove era originario Abramo?
Di Ur...
Non ho altro da aggiungere, per ora...
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Tu piuttosto.. parli di articoli, di autori e di materiale che potrebbe essere utile al dibattito a confutazione delle cose che diciamo.
Ran Zadok? Non ho mica vergogna a dire che non lo conosco. Ma se sono sul forum è anche per l'auspicio che gente come te condivida e metta a disposizione le proprie competenze e conoscenze per discutere civilmente.
Bene... quando pensi di collaborare aiutandoci a capire cosa gli autori da te citati dicono? E' da quando ti sei iscritto che aspetto. La mia pazienza è infinita, ma non posso parlare per tutti.
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cecca ha scritto:falso e riportato male. come tanti altri passaggi che non ho voglia di commentare.
falso. Dicevano cose diverse da quelle riportate, anche moolto diverse. ma per saperlo occorre leggersi gli originali, non le sciocchezze riportate in modo falsato.
08/07/2015, 14:10
09/07/2015, 17:59
Aztlan ha scritto:
Sarò malizioso, ma mi sorge il dubbio che se li postassi correresti il rischio che comprenderemmo esattamente quanto dicono e che useremmo quegli elementi contro di te
Atlanticus81 ha scritto:cecca ha scritto:
l'ho scritto : anunna significa "quelli della semenza principesca/nobile"
Anunnaki ha lo stesso identico significato, essendo solo un prestito linguistico.
Quindi a parte il dettaglio del termine "terra" mi sembra che Russo non sia andato troppo lontano nelle sue proposte di significato del termine.
1) La prole più importante/principale/migliore della Terra;
2) Il padre (in questo caso “i padri”) più importante/principale/migliore della Terra;
3) Il liquido seminale più importante/principale/migliore della Terra.
http://www.schiavideglidei.it/Approfond ... fault.aspx
09/07/2015, 19:00