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MessaggioInviato: 11/05/2012, 00:12 
http://apocalisselaica.net/varie/miti-m ... anazionale

Cita:
Joseph Stieglitz rivela i nomi della cupola finanziaria internazionale. Si chiama I.S.D.A. e la sede centrale è a Londra..
Chi ha incontrato Mario Monti, a New York, quindici giorni fa, di talmente importante, da fare in modo che nessun giornalista, curioso, (e tantomeno bloggers indipendenti) potessero sostenere di averli visti insieme?

In teoria, la persona più importante che lui ha visto in Usa è stato Barack Obama. Dopotutto si tratta del comandante in capo del più potente esercito mai esistito. Macché. Se Monti è un semplice ragioniere, Obama è, diciamo così, un solidissimo direttore generale.
Poi ci sono altri, nei piani alti. Il nostro baldo premier sembra che abbia incontrato un piccoletto anonimo,

un signore di Singapore, totalmente sconosciuto ai più. Il suo lavoro ufficiale consiste nell’insegnare all’università di Toronto “pianificazione dei sistemi di telecomunicazione avanzata” nella facoltà di ingegneria elettronica. E’ un grande esperto (considerato tra i primi cinque esperti al mondo) in “gestione delle risorse energetiche europee e sue applicazioni economiche”. Vabbé che è un professore pure lui, e tra professori si capiscono. Ma non basta per incontrarlo.

L’anonimo piccoletto di Singapore ha anche un’altra curiosa particolarità. Che a noi ci interessa. Eccome se ci interessa!!!

Dai primi di quest’anno 2012, infatti, questo professore ha trovato un nuovo lavoro. Glie lo hanno dato gli arabi. Per essere precisi gli emiri. Per essere ancora più precisi: gli sceicchi che rappresentano gli interessi petroliferi e finanziari dell’Emirato Arabi Uniti a Dubai.
In Usa è considerata la cupola finanziaria sovranazionale planetaria. E’ un acronimo. E’ il datore di lavoro di Mario Draghi. Praticamente è ufficiale, questo è il bello.

Costoro, quatti quatti, zitti zitti hanno di recente fatto un acquisto in apparenza disastroso: la più alta quota di maggioranza in Unicredit, la cosiddetta “banca del made in Italy” in teoria simile alla nave Concordia, dato che ha soltanto debiti, ma rappresenta la Repubblica Italiana (così recitava la pubblicità mandata in televisione per sedurre i gonzi italioti con patriottico cuore, pronti a versare i propri risparmi per acquistarne le azioni).

Possiedono, infatti, gli emiri, dal 28 gennaio 2012 il 6% del capitale finanziario della banca –sufficiente per imporre ogni decisione – attraverso un fondo reale del Dubai che si chiama “Abaar Investment Fund”.

Gli emiri hanno convocato a Dubai il nostro piccoletto anonimo e gli hanno delegato la rappresentanza. E così, l’ometto, alias “the professor”, alias “controllore della pianificazione investimenti in Europa di Unicredit” si è messo al lavoro.

Alias Lim Teng Joon: un genio della finanza al servizio dei cinesi. Un genio delle telecomunicazioni strategiche. E’ stato immediatamente cooptato come unico….forse è meglio ripeterlo….UNICO…rappresentante italiano (non è folle che noi italiani siamo rappresentati da un piccoletto di Singapore che in Italia non c’è mai neppure stato?) all’interno della più potente organizzazione finanziaria planetaria, che attualmente gestisce un capitale complessivo di 47 mila miliardi di euro. Questa è la cifra che la cupola tratta.

L’organizzazione ha sede a Londra. Si chiama I.S.D.A.
In Usa è considerata la cupola finanziaria sovranazionale planetaria.
E’ un acronimo. E’ il datore di lavoro di Mario Draghi. Praticamente è ufficiale, questo è il bello. Anzi, il triste. Per non dire, il tragico. Chi lo dice, questo? Il sottoscritto: macché. Il furioso Paolo Barnard?: proprio no. Il Wall Street Journal, allora?: no no no. Ce lo rivela, con parole semplici, dirette e un solo condizionale, il premio nobel per l’economia Joseph Stieglitz, ormai reo-confesso (“sì sono io la Gola Profonda di “occupy wall street” e allora?” confessione fatta a Bloomberg television in data 12 febbraio 2012) in un articolo pubblicato in data 6 febbraio 2012 da un modesto giornale studentesco della Columbia University dove lui insegna Economia, dato che la rivelazione è stata fatta, così, volutamente en passant, nel corso di una lezione registrata dagli studenti.

In tale articolo, Stieglitz ci spiega che la Bce non decide un bel nulla. Bensì, esegue gli ordini dell’I.S.D.A.

L’acronimo sta per “International Swaps and Derivatives Association”.
Secondo Stieglitz, sono loro a decidere il destino della Grecia sono loro che hanno deciso e stanno decidendo su come la Bce deve o non deve occuparsi della gestione della finanza in Europa. Il tutto non è stato presentato come uno scandalo, né come una notizia da scoop, né come un allarme clamoroso. Non è nella tradizione di Stieglitz.

L’esimio professore non è in cerca né di visibilità (non ne ha bisogno, dato che è il numero 1 al mondo) né tantomeno di pubblicità (ne ha fin troppa). Lo ha fatto commentando con i suoi studenti la situazione finanziaria dell’Europa, delle richieste fatte a Italia e Spagna e dell’imposizione dei tagli alla Grecia.

Tradotto e in sintesi, Stieglitz ci annuncia che la Bce è sottoposta a ordini esterni di privati, i quali porteranno l’economia europea al disastro. Intendiamoci, a naso e istinto lo sapevamo già. Ma è utile sapere nomi e cognomi, date e dati, quando l’informazione la dà un premio nobel dell’economia stimato in tutto il mondo.

E perché lo fa? Perché la lezione che stava tenendo era di “democrazia e politica”, con il sottotitolo: “quale governance nell’interesse dei cittadini delle nazioni democratiche?”. E poi, perché ci teneva a fare il mago. Alla fine della sua lezione, infatti, ha predetto (davvero uno stregone) che “l’Isda annuncerà formalmente sul suo sito di qui a qualche giorno che posizione l’Europa deve assumere rispetto alla Grecia.

Sono un’associazione di industriali, non sono mica clandestini. Loro sono orgogliosi di essere al comando delle operazioni e da un mese a questa parte ci deliziano nel loro sito con il racconto addirittura sfacciato relativo a ciò che stanno facendo.

Quando loro parlano e scrivono sul sito, al massimo dopo 48 ore parlano la Merkel, Sarkozy, Monti”. Agghiacciante. Immancabilmente la profezia di Stieglitz è diventata realtà. E così, sul sito dell’Isda, in data 27 febbraio è comparso un comunicato stampa che sembrava inviato direttamente dal fronte di guerra. Il che ci chiarisce la posizione dei tedeschi, da efferati padroni integerrimi ridotti, povere stelle, a efficienti quanto efficaci ragionieri sottoposti.

Il comunicato, infatti, specifica che si riserva il diritto di stabilire se tutta la manovra finanziaria relativa alla Grecia può funzionare o meno (naturalmente per i loro interessi). Il che vuol dire che se loro decidono che non funziona, andiamo tutti a picco.

Non è una notizia clamorosa. Forse, per i più, non è neppure una notizia. Diciamo che è un buon segreto di Pulcinella. Ma è bene cominciare a passare dagli stereotipi alle informazioni garantite.

E soprattutto con nomi e cognomi, in modo tale da avere un quadro esauriente e veritiero su chi è al comando delle operazioni e chi decide per davvero. Se non altro, quando (nel caso esista qualcuno che in Italia intenda farlo potendoselo permettere) si va da Mario Monti in conferenza stampa o alla tivvù, si possono fare domande precise e nette a proposito di questi signori.

Ecco l’elenco dei nomi dei funzionari preposti alla gestione di quello che loro chiamano “il pacchetto Europa”.

Lista dei direttori:
Stephen O’Connor Morgan Stanley
Michele Faissola Managing Director Deutsche Bank
Gay Huey Evans Consultant Executive ISDA
Diane Genova Treasurer JPMorgan Chase & Co.
Guillaume Amblard Global Head Fixed Income Trading BNP Paribas
Brian Archer Managing Director Global Head Trading Citi
Martin Chavez Managing director Goldman Sachs & co.
Bill De Leon Global head of Portfolio risk management PIMCO
Thibaut De Roux Global head of structured derivatives HSBC bank
Nitin Gulabani Global head of Rates Standard Chartered Bank
George Handjinicolauou Deputy Chief Executive Officer ISDA
Harry Harrison Head Rates trading Barclays Capital
Alan Haywood Head Commercial Development BP p.l.c.
Peter Healey Fixed Income, Currency, Gold & Silver UBS AG
Jonathan Hunter Managing Director Fixed Income RBC Capital Markets
Jeroen Krens Managing director risk trading RBC market & Capital
T.J.LIM Global Co-Head of Markets Unicredit
Eric Litvack Chief Operating Global Equity Flow Societè Generale
Ted MacDonald Managing Director of Shaw The D.E. Shaw Group
Yutaka Nakajima Senior Managing Director Nomura Securities
Robert Pickel Chief Eexecutive Officer ISDA
Gerard Sheebacher Head Global Rates, Foreign Exchange and Structured Credit Trading Bank of America, Merryl Lynch
Yasushiro Shibata Head Fixed Income Group Mizuho Securities
Eraj Shirvani managing director Head Fixed income Credit Suisse
Stuart Spodek managing director Black Rock Investment
Emmanuel Vercoustre Head of AXA Bank Europe AXA Bank of Europe
Lili Wang….executive director and senior e vice-president… ICBC Ltd

Come noterete non c’è nessun italiano. Il che è una notizia. Non piacevole per i mitomani, ma mi auguro lo sia per tutti gli altri cittadini che ragionano. Così quando sentono il ragionier Monti che ci spiega come adesso contiamo in Europa, ecc., gli si può sempre dire “come mai visto che contiamo tanto non c’è nessun italiano seduto nel consiglio direttivo dell’I.S.D.A.?”. La risposta, molto probabilmente sarà “Non so che cosa sia questa sigla”.

Avrete notato che c’è Unicredit. Siamo rappresentati dal piccoletto di Singapore: il nostro Lim Teng Joon. In teoria, e in pratica, con la totale complicità del primo ministro in carica Mario Monti, e del PDL, PD, UDC, FLI, API che lo appoggiano, il nostro unico rappresentante è un anonimo quanto geniale ingegnere di Singapore che lavora per gli emiri del Dubai e ha rappresentato per quindici anni gli interessi finanziari dei cinesi.

Vi sembra normale, tutto ciò? Non pensate che sarebbe il caso di cominciare a far domande a furor di popolo? A pretendere delle risposte? Vogliamo che la gentile e squisita generosità di Joseph Stieglitz non trovi da noi una sponda? Vogliamo far credere al premio nobel per l’economia che siamo insipienti? Ingrati? O peggio ancora: indifferenti alle notizie che lui divulga? In Germania e Francia hanno cominciato la diffusione, analisi, dibattito e discussione sull’.I.S.D.A., sulle sue funzioni, sulle sue modalità, sulla sua natura. Sono 862 membri. Consiglio a chiunque sia in grado di leggere in inglese di andare a leggere il loro sito: troverà tutto lì.

http://www2.isda.org/

Per quanto riguarda il nostro prode ometto di Singapore, il geniale professor Lim Teng Joon, va ricordato che è il più grande esperto al mondo in “Energy harvest” (ovverossia “raccolta e sfruttamento energetico” oltre ad essere il riconosciuto inventore della “cognitive radio system”, nonché direttore generale del “Sistema Informatico Europeo Operativo nel campo delle Transazioni Elettroniche”. A Bruxelles è il duce.

Certo, con tanti cervelloni europei, a me sembra quanto meno strano che un anonimo signore di Singapore sia riuscito ad avere un potere così forte, così vasto, al punto tale da poter andare in giro per il mondo e con il suo inglese -.peraltro declinato in maniera non certo decorosa- presentarsi a chiunque sostenendo, a ragione “Salve io rappresento Unicredit”.

Buona fortuna a tutti noi.

Articolo di Sergio di Cori Modigliani

Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... hiedo.html

http://www.stampalibera.com/?p=44631



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MessaggioInviato: 11/05/2012, 11:33 
Mah.. che la City of London è probabilmente il centro finanziario che controlla l'occidente è noto da tempo.. però ultimamente se ne sentono cosi tante che onestamente non so più a cosa credere.



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MessaggioInviato: 11/05/2012, 12:17 
L`isola degli angeli e` uno dei piu` potenti centri in cui operano le fratellanze mai tanto bene conosciute soprattutto dagli uomini e dalle donne della strada.
Sono sicuro che anche dietro nota morte di nota ex principessa vi sia un loro disegno...
Hai presente un certo film girato in noto palazzo "maledetto" a New York ?
Il centro finanziario e` solo uno dei moderni strumenti di cui si servono.
E per le olimpiadi qualche cosa accadra` stanne certo...
Quest`anno poi sembra che noto rampollo compia 30 anni.
Grazie.

Marco71.



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MessaggioInviato: 11/05/2012, 12:26 
Questo è il Potere....

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MessaggioInviato: 11/05/2012, 12:58 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

http://apocalisselaica.net/varie/miti-m ... anazionale

Cita:
Joseph Stieglitz rivela i nomi della cupola finanziaria internazionale. Si chiama I.S.D.A. e la sede centrale è a Londra..
Chi ha incontrato Mario Monti, a New York, quindici giorni fa, di talmente importante, da fare in modo che nessun giornalista, curioso, (e tantomeno bloggers indipendenti) potessero sostenere di averli visti insieme?

(cut)

Buona fortuna a tutti noi.

Articolo di Sergio di Cori Modigliani

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Gran bel contributo Atlanticus.... [;)]



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MessaggioInviato: 11/05/2012, 20:18 
Grazie... una goccia nel mare rispetto a quelli caricati da te!

Ma spero possa essere di aiuto alla ricerca e alla divulgazione della Verità.



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MessaggioInviato: 11/05/2012, 21:09 
Si è già ampiamente discusso di ESM in questo forum.. ma credo non sia mai abbastanza.

Ho evidenziato in giallo alcuni passi che mi sono piaciuti particolarmente.

Cita:
Ecco il simbolo della nuova dittatura europea. In memoriam di Sandro Pertini

di Sergio Di Cori Modigliani

L’immagine che vedete qui riprodotta in bacheca è un logo, un acronimo. Un simbolo. E’ bene visualizzarlo con attenzione. Ma soprattutto leggere ciò che sta dietro (e soprattutto sopra).
Diventerà, a breve, il nostro pane quotidiano. Ossessivo. Contundente. Costante.

Immagine

Né più né meno di quanto non lo fossero i fasci da combattimento nel 1925, le croci svastiche nel 1935, le falci e martello di sapore sovietico nel 1955.
Come ci ricorda lo splendido scrittore Jack London nel suo celebre romanzo “Il tallone di ferro” nel delineare la genesi di una dittatura planetaria, “si presenteranno agli inizi bardati di stemmi, simboli e gonfaloni magari addirittura camuffati da paladini e difensori della libertà dei popoli”.

Neppure io ci avevo fatto caso.

Ne conoscevo il progetto e ne avevo un’idea vaga, basata su quanto avevo letto sui giornali, sia italiani che europei. Ma non conoscevo i dettagli, e soprattutto la specifica precisione chirurgica delle date, il che conferma come tutto ciò di cui siamo testimoni oggi, dallo spread su o giù, dalla borsa su o giù, dal fallimento sì o no di una grande banca, di una grande nazione, di una importante multinazionale, siano tutti elementi calcolati, previsti, pilotati, applicati da un management occulto sovranazionale il cui fine palese consiste nell’appropriarsi di un intero continente (in questo caso specifico la nostra cara Europa) perché sono riusciti a gettare le basi di un sistema operativo legale, con specifici dispositivi in automatico, che scatterà meccanicamente e non sarà più possibile né fermarlo né contestarlo e tantomeno opporvisi. Per portare fino in fondo questo atto di pirateria estrema, a loro manca ancora un ultimo tassello, quello definitivo: l’accordo che hanno già firmato deve essere ratificato “ufficialmente” dai rispettivi parlamenti nazionali.
Una volta approvata la Legge, “magicamente” le singole nazioni si estingueranno nella realtà pratica dei fatti, sena sparare un colpo, senza dire una parola, ma soprattutto senza che la gente ne venga messa al corrente.

Per impedire che, nell’affrontare lo scoglio specifico di un dibattito parlamentare ampio con partecipazione mediatico-televisiva dei singoli popoli, si corra il rischio di opposizioni, antagonismi forti e addirittura un voto negativo di alcune nazioni, faranno in modo di determinare una situazione che -secondo bloggers indipendenti olandesi e scozzesi (in questo momento i più attivi e scatenati nella denuncia, che già sono partiti nel diffondere il tam tam in rete)- provocherà una situazione di tale drammaticità, emergenza economica e sconquasso finanzario per cui il varo di questa specifica “Legge” verrà presentato come la panacea di tutti i mali, la risoluzione della crisi economica, e il salvataggio dell’Europa.

Ne sarà invece la tomba.

Ma è bene fare un piccolo passo indietro e spiegare di che cosa si tratta e di che cosa sta accadendo in questi giorni convulsi in Europa.

Una settimana fa, per un puro caso, stavo guardando una trasmissione televisiva su Rai3, di ascolto limitato, “TG3 Linea Notte” verso l’una del mattino, quindi ad un’ora poco accogliente per la massa. Si parlava delle solite cose, dello spread, dell’Europa, ecc.

Si facevano ascoltare le opinioni dei soliti noti, visibili e ormai riconoscibili a tutti. Per una pura coincidenza, del tutto casuale, una delle personalità che avrebbe dovuto dire la sua (un economista della Bocconi) si era reso indisponibile. E così, all’ultimo momento era stato sostituito –volevano metterci una faccia nuova- da una giovane economista siciliana, un dirigente dell’Idv, il che consentiva alla testata di rispettare la par condicio.

E così compare questa ragazza molto giovane (neppure trent’anni) presentata come “Studiosa di diritto ed economia applicata all’università di Palermo, dove presta servizio come ricercatrice scientifica nel campo dell’economia delle nazioni in qualità di precaria”. Il suo nome. Lidia Undiemi.
Siccome la trasmissione era virata pochi minuti fa sulla questione dei precari, stavo per lanciarmi in uno zapping immediato per evitare la consueta lagna e tiritera. Ma dopo tre parole, mi metto ad ascoltare.

La Undiemi, invece di rispondere alla domandina di rito “lei che è una giovane scienziata, che fa ricerca applicata, come vive il disagio del suo essere precaria in Sicilia?”.

La giovane donna, con una splendida faccia tosta, risponde come se nulla fosse, bypassando lo sciocco quesito. E dice testuali parole: “La politica di Mario Monti e, mi dispiace aggiungere, anche di Barack Obama, è semplicemente fallimentare e porterà l’Europa a un imminente disastro perché stanno immettendo liquidità dentro un secchio bucato, approvvigionando banche sull’orlo del fallimento.

I 125 miliardi di euro che Monti sta spremendo agli italiani, tramite un dispositivo del fonda salva-stati che io ho studiato con attenzione perché è il mio lavoro, non finiranno nel bilancio della Repubblica Italiana, bensì nel cosiddetto “Fondo salva-stati”…..a questo punto, si sentono dei rumori di fondo e si capisce che nello studio c’è sconcerto.

Ma evidentemente non potevano tagliare. La giovane economista, quindi, prosegue: “L’aspetto saliente consiste nel fatto che il Fondo Salva-Stati non sarà più gestito dalle istituzioni nazionali, e neppure da una istituzione comunitaria dell’Unione Europea, bensì da un’organizzazione finanziaria intergovernativa.

I soggetti che gestiranno questo fondo godranno di totale immunità e carta bianca nell’applicazione delle manovre finanziarie. Il governo Monti non ha informato i cittadini che ignorano il varo di questo dispositivo. Si tratta della fondazione di una dittatura economica”.

A questo punto il collegamento da Palermo si è interrotto e lei è sparita.

Sono rimasto colpito, perché l’economista non aveva l’aria di una facinorosa e tantomeno di un’estremista farloccona. Vado in rete e clicco alla ricerca di informazioni, come avrebbe fatto chiunque di voi. Vengono fuori delle notizie su di lei dal sapore gossip (non molte ma ci sono) che ruotano intorno allo slogan (essendo l’economista anche una bella donna) “questa bella donna non piacerà mai a Berlusconi”.
Dopodichè cerco ESFM e trovo parecchio “materiale ufficiale” dove mi spiegano che l’European Stability Financial Mechanism è la soluzione politica dei problemi finanziari europei e ci salverà a tutti.

Mi metto in collegamento con alcuni bloggers europei di cui mi fido e chiedo ragguagli per essere informato meglio.

Dopo due giorni comincio a ricevere del materiale, delle risposte, e infine mi comunicano che in Olanda, Scozia, Danimarca hanno già iniziato a far scattare un tam tam di allerta cercando di spingere la gente a “pretendere che venga ufficialmente pubblicato il Trattato firmato da Italia, Francia e Germania in data 2 febbraio 2012 a Bruxelles, per intero, con tutte le clausole annesse e che venga spiegato subito ai singoli popoli che tale trattato deve essere ratificato entro primavera per diventare automaticamente esecutivo a partire dal 1 luglio 2012”.

(cut)

Il linguaggio non è semplice da decrittare, perché pieno di terminologia tecnico-finanziaria molto specifica. Ma alcuni passi sono chiari, soprattutto quando si spiega che le nazioni “perdono il diritto di poter avere accesso a meccanismi di sovvenzione, aiuto e salvataggio finanziario nel caso non rientrino nei parametri stabiliti, pena la automatica e immediata cancellazione anche di patti regressi”; e più avanti spiega come l’erogazione del finanziamento di questo super-ente (garantito dal Fondo Monetario Internazionale e dalla BCE) viene elargito ponendo come condizione la garanzia di tutto il sistema di proprietà di beni nazionali pubblici: acqua, energia, comunicazioni, infrastrutture.
Per farla in breve: sale lo spread, l’Italia ha bisogno di una mano dall’Europa, la ottiene senza nessuna necessaria trattativa.

”Automaticamente e immediatamente” –faccio un qualunque esempio a caso- la gestione del sistema della metropolitana di Milano, o la gestione delle fonti naturali d’acqua, o il pacchetto di maggioranza di Finmeccanica passano sotto il controllo dell’ ESFM, che uno voglia o non voglia. Poiché il trattato è stato approvato dai singoli parlamenti, non c’è alcun bisogno che i singoli governi comunichino ai cittadini l’accadimento. Non farà notizia.

Veniamo alle informazioni. Chiunque sia interessato –dovrebbe essere un dovere perché riguarda tutti i popoli d’Europa- può intanto andare a vedersi il video lanciato su you tube dall’economista Lidia Undiemi.

Oppure può scriverle per chiedere dettagli e ragguagli a li.undiemi@gmail.com. Potete ricevere anche materiale in pdf.

Quello che lei spiega è che hanno creato una entità finanziaria sovranazionale che esula anche dal controllo dell’Unione Europea. La BCE, infatti, viene definita “ausiliaria”. Si tratta di un super-governo legalmente valido composto da un pool di creditori internazionali. A questo nuovo super-ente gli Stati partecipano non più come governi-sovrani bensì (così lo definisce la Undiemi) “in qualità di soci debitori”.

Nel nome di questi principii, l’Italia, la Spagna, il Portogallo, ecc., ricevono istruzioni sulle (così è scritto nel Trattato ufficiale) “….specifiche manovre correttive di bilancio che ogni singolo Stato è tenuto a predisporre immediatamente al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il potenziale default”.

L’ESFM quindi, potrà predisporre a proprio piacimento come e quando svuotare le casse dei singoli Stati senza che venga data nessuna comunicazione ai cittadini. Il cittadino, quindi, si trova in una situazione per cui non viene più riferita né la ragione né il motivo per cui questa o quella Legge viene passata (soprattutto tagli alla spesa pubblica, ecc.) dato che l’unica argomentazione che viene prospettata è “o è così oppure il baratro”.

Ma c’è dell’altro, che è ciò che a me importa più di ogni altra cosa.

Il super-ente ESFM gode, per statuto riconosciuto da 26 paesi dell’Unione Europea (la Gran Bretagna si è rifiutata di aderire) di una totale impunità extra-legale.

Nel comma tre dell’articolo due del Trattato (già firmato da Mario Monti) si legge “nel trattato fondativo, l’ESFM, il suo personale, i suoi dirigenti, i suoi beni, godono dell’immunità di ogni forma di giurisdizione”, tradotto vuol dire che un qualunque rappresentante di tale ente può venire in Italia prendere a randellate un passante e non può essere sottoposto a incriminazione perché gode “di immunità da ogni forma di giurisdizione”, come un diplomatico di carriera.

In aggiunta, viene specificato che non viene data a nessun giudice di nessun paese la possibilità neppure di leggere documentazione alcuna inerente a tale ente perché, così recita il Trattato “l’EFSM non può essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative e normative, trovandosi nella condizione di soggetti operanti sotto la condizione extra-giudiziale”.

In Olanda si stanno scatenando su questo e hanno aperto un sito per allertare il resto d’Europa, che si chiama “Money for nothing”. (money-for-nothing.nl) oppure “alles overhet monetaire system”. Purtroppo è scritto solo in olandese (ma lo traduce google) perché è una chiamata alle armi per gli olandesi (saranno il primo parlamento a dover discutere la firma del Trattato). Ma c’è un altro link.

Un certo Thomas Moerman, scozzese. Trovate il tutto sotto thomas moerman.eu/post/.

Dobbiamo far qualcosa perché si accenda il dibattito su questo prima che chiudano l’accordo politico tra Mario Monti da una parte e PD PDL Udc dall’altra, votando la Legge senza che nessuno ne sappia nulla.

Ci tenevo a informare i miei lettori, di tutto ciò, oggi.

E’ il mio modo di commemorare il 22 esimo anniversario della dipartita estrema di Sandro Pertini, un italiano per bene. Lasciamo perdere la retorica e le celebrazioni.

So soltanto che se lui fosse stato vivo avrebbe preso Mario Monti e l’avrebbe volato giù dalla finestra, magari mettendoci sotto un bel materassone per non causargli alcun danno fisico, purchè le tivvù riprendessero il suo gesto.

Era un uomo pragmatico. Dobbiamo diventarlo anche noi.
In calce e a conclusione, la citazione di una sua frase del 1983, a commento dello scandalo della P2. Sono trascorsi da allora 29 anni.
Purtroppo siamo andati indietro.

Sarebbe ora di riprendere il cammino segnato e segnalato da chi ci ha preceduto e aveva costruito una società dall'esistenza sostenibile.

“Noi italiani ci siamo guadagnati la democrazia, quarant’anni fa, con il sangue e la galera. Non dobbiamo permettere, oggi, che la libertà tanto cara venga calpestata e uccisa da ladri, corrotti e malfattori che si stanno annidando nelle istituzioni per svuotarle di senso. Essere italiani, oggi, vuol dire schierarsi e combattere contro il malaffare: esso è il cancro della libertà e della democrazia”.

Sandro Pertini. 10 giugno 1983.

Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... atura.html



Ultima modifica di Atlanticus81 il 11/05/2012, 21:18, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/05/2012, 20:35 
"Nessuno è più schiavo di chi si ritiene libero senza esserlo". Frase di Goethe che diventa motto per il Progetto Atlanticus.

E' proprio il tentativo di rendere le persone il più possibile consapevole della propria situazione di 'schiavitù' che nasce il Progetto Atlanticus come tentativo di offrire un punto di vista diverso e al tempo stesso semplice di quanto necessario alla comprensione del sistema in cui stiamo vivendo - e quindi a liberarci dallo stato di asservimento nei confronti dei poteri forti.

Ciò a nostro parere è possibile solo attraverso ricerche e indagini interdisciplinari sul nostro passato, anche remoto, fino al nostro presente per migliorare il nostro prossimo futuro.

Cita:

Le parole di «Satana»

di Giacinto Auriti

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Goethe affermava che «nessuno è più schiavo di chi si ritiene libero senza esserlo». Questo principio è particolarmente valido nel sistema monetario vigente. Il cittadino si illude di essere proprietario dei soldi che ha in tasca, mentre ne è debitore.

La banca, infatti, emette la moneta solo prestandola, sicché la moneta circola gravata di debito. Il segno della schiavitù monetaria è data dal fatto che la proprietà nasce nelle mani della banca o, per meglio dire, del banchiere ché emette prestando e prestare è prerogativa del proprietario.

La moneta, invece, deve nascere di proprietà del cittadino perché è lui che, accettandola, ne crea il valore; tanto è vero che, se si mette un governatore a stampare moneta in un isola deserta, il valore non nasce perché, mancando la collettività, viene meno la possibilità stessa della volontà collettiva che causa questo valore.

Come ogni unità di misura (e la moneta è la misura del valore) anche la moneta è una convenzione. Quando la moneta era d’oro chi trovava una pepita se ne appropriava senza addebitarsi verso la miniera. Oggi al posto della miniera c’è la banca centrale, al posto della pepita un pezzo di carta, al posto della proprietà il debito.

Non si può comprendere come sia stata possibile questa mostruosità storica (nata nel 1694 con la Banca d’Inghilterra e con l’emissione della sterlina) se non si muove dalla definizione della moneta strumento (sterco) del demonio. La verità di questa definizione è stata avvertita anche da San Francesco d’Assisi quando vietava ai padri questuanti di ricevere oboli in moneta.

Noi ora ne dimostreremo la piena fondatezza sulla base delle stesse parole di Satana che stanno nel Vangelo. Satana, nel Vangelo, parla tre volte.

Dopo il digiuno di Cristo nel deserto, Satana Gli dice: «Tramuta le pietre in pane». Per lo più queste parole sono interpretate nel senso di considerarle come tentazione in quanto Cristo era affamato e mangiare pane sarebbe stato motivo della tentazione. Questa interpretazione non è accettabile perché la tentazione è sempre relativa ad un peccato e mangiare pane dopo quaranta giorni di digiuno è moralmente ineccepibile.

Dunque la giustificazione delle parole di Satana va intesa diversamente e chi ci dice come interpretare le parole di Satana è proprio Cristo quando, rispondendo a Satana, afferma (Mt. 4,4): «Sta scritto, non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

Ciò che sorprende in questa frase di Gesù è la novità della proposta, mai considerata dai teorici dell’interpretazione, di dedurre il significato delle parole non dalla loro espressione letterale, ma dalla bocca che le pronuncia.

Quelle parole erano uscite dalla bocca di Satana; sicché per interpretarle esattamente va considerata l’ipotesi, peraltro assurda, che Cristo avesse accettato l’invito di Satana e trasformato le pietre in pane.

In tal caso avrebbe potuto ben dire a Cristo: “Tu puoi mangiare pane per mio merito perché io ti ho dato il consiglio di trasformare le pietre in pane.”

Quindi Cristo sarebbe stato trasformato da “padrone” a “debitore” del Suo pane. A ben guardare questa ipotesi si verifica puntualmente nell’emissione della moneta nominale.

Quando la banca centrale emette moneta prestandola, induce la collettività a crearne il valore accettandola, ma contestualmente la espropria ed indebita di altrettanto, esattamente come Satana avrebbe fatto se Cristo avesse accettato l’invito di trasformare la pietra in pane.

Se si mette al posto della pietra la carta, ed al posto del pane l’oro, al posto di Satana la banca, si riscontrano nella emissione della Sterlina oro-carta e di tutte le successive monete nominali, tutte le caratteristiche della tentazione di Satana.

Con la costituzione della Banca d’Inghilterra e del sistema delle banche centrali, tutti i popoli del mondo sono stati trasformati da proprietari in debitori ineluttabilmente insolventi del proprio denaro.

La banca, infatti, prestando il dovuto all’atto dell’emissione, carica il costo del denaro del 200%. L’Umanità è così precipitata in una condizione inferiore a quella della bestia. La bestia, infatti, non ha la proprietà, ma nemmeno il debito. È gran tempo ormai che si comprenda che tutti possono prestare denaro tranne chi lo emette.

Con la moneta debito l’Umanità è stata talmente degradata che non a caso si è verificato il fenomeno del “suicidio da insolvenza” come malattia sociale che non ha precedenti nella storia. Ciò conferma la Profezia di Fatima: “I vivi invidieranno i morti”.

Non si possono valutare esattamente le tentazioni di Satana se non le si considerano nel loro contesto globale. Particolarmente significativa, in questo senso, è la terza tentazione (Mt. 4, 8-9): «… Gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro magnificenza, poi disse a Gesù: tutto questo io Ti darò. Se Ti prostri e mi adori».

Adorare prostrati significa mettere Satana sull’altare al posto di Dio. Ciò spiega perché gli adoratori di Satana contestano fondamentalmente e necessariamente l’Eucarestia Cattolica.

La circostanza che il Protestantesimo si sia basato sulla contestazione dell’Eucarestia Cattolica ed abbia promosso la costituzione delle banche centrali come promotrici della moneta-debito parla da se.

Non a caso il parlamento inglese approva nel 1673 il Test Act: l’editto con cui viene dichiarata illegittima l’Eucarestia Cattolica e la Transustanziazione.

Non a caso nel 1694 viene fondata la Banca d’Inghilterra che emette la sterlina sulla regola di trasformare il simbolo di costo nullo in moneta, inaugurando l’era dell’oro-carta.

Non a caso nasce la subordinazione del potere religioso a quello politico quando il re d’Inghilterra diventa anche capo della religione protestante anglicana sovvertendo l’ordine gerarchico del Sacro Romano Impero per cui l’autorità politica era autonoma ed eticamente subordinata alla sovranità religiosa.

Non a caso quando il protestantesimo entra in Europa continentale non fonda una chiesa, ma una banca: la Banca Protestante il cui presidente, il Neker, diventa consigliere di Luigi XIV.

Non a caso tutte le monarchie cattoliche della vecchia Europa si disintegrano perché si indebitano senza contropartita verso i banchieri per la moneta satanica da questi emessa a costo nullo e che gli stessi re avrebbero potuto emettere gratuitamente per proprio conto senza indebitarsi.

Non a caso in Svizzera vige la regola di essere ad un tempo “banchieri” e “protestanti”.

Non a caso la differenza essenziale tra Sacro Romano Impero e Commonwealth Britannico è la moneta. Lì il portatore è proprietario delle moneta, qui è debitore.

Non a caso, dopo aver tolto Dio dall’altare con la negazione dell’Eucarestia Cattolica e fondata la Banca d’Inghilterra, il Commonwealth raggiunge nel 1855 una estensione di 22 milioni e 750 mila chilometri quadrati. Oggi tutto il mondo è Commonwealth.

Tutto il mondo è “colonia monetaria”. Satana, principe di questo mondo, è una persona seria: mantiene le promesse fatte a fin di male. Dopo che il male è stato fatto concede ai suoi adoratori il dominio su tutti i popoli del mondo. Su queste premesse ci si spiega anche la tentazione di Satana quando esorta Cristo a gettarsi dalla cima del tempio della Città Santa.

Chi è padrone di tutto il mondo e di tutto il denaro del mondo, o perché lo possiede o perché ne è creditore, non desidera sovranità e ricchezza perché già le possiede, ma ha sete di vanagloria. Si giustifica così anche questa tentazione.

Fonte: http://www.nwo.it/parole_satana.html



Ultima modifica di Atlanticus81 il 23/05/2012, 20:37, modificato 1 volta in totale.


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LA STORIA OCCULTA DELLA MASSONERIA

Fonte: http://mikeplato.myblog.it/archive/2010 ... grete.html

Per la maggioranza degli storici la frammassoneria risale al XVIII sec., quando venne resa pubblica. Ma esistono prove che questa società segreta andò materializzandosi lentamente molto prima della costituzione della Gran Loggia d’Inghilterra nel 1717. Le sue origini perdute potrebbero risalire ai misteri egizi, alla sapienza sufi, all’occultismo ebraico e ai templari. Che fondamento ha questa ipotesi? Esiste una storia perduta della massoneria?
di Josep Guijarro


Per gli storiografi la massoneria nacque nel 1717 grazie ai pastori protestanti inglesi James Anderson e J.T. Desaguliers, ma è ovvio che i loro riti e credenze erano ispirate a leggende molto più antiche, le cui origini continuano a essere oggetto di discussione. Discendono per caso dagli Antichi Misteri Pagani, dal Tempio di Re Salomone, dai Templari o dai Massoni Operativi del Medioevo? Al British Museum sono conservati due dei documenti massonici più antichi che si conoscano. Sembra che risalgano rispettivamente al 1390 e al 1450. Il primo ha il nome di Manoscritto Regius, mentre il secondo è il Manoscritto Matthew Cooke. Questo è costituito da due parti, conosciute come “La Storia” e “Gli Incarichi Antichi”, che facevano parte delle Regole generali massoniche compilate nel 1720, e che anche James Anderson utilizzò come materiale di riferimento per la sua Costituzione di tre anni prima. Nel migliore dei casi, quindi, le prime menzioni alla massoneria risalgono al XIV sec. E’ questa l’età della potente società o esiste un’origine anteriore, mitica e misteriosa?

Estetica salomonica
Il pioniere degli occultisti Eliphas Levi ci ricorda una leggenda massonica che rapporta le origini di questa istituzione con un manoscritto dell’VIII sec. riguardante la costruzione del Tempio di Salomone e il suo architetto Hiram Abiff. Il mitico tempio era un autentico trattato di geometria che riproduceva nelle sue strutture simboliche i differenti piani e livelli del cosmo. La vera importanza di questa storia però è da ricercare nel punto di vista allegorico. Quindi, questa costruzione non sarebbe altro che una riproduzione della volta celeste dove il Sole è il re e l’altare punterebbe verso la costellazione dell’ariete. Cosa che risulta evidente nel testo biblico della Lettera agli Ebrei (9:24), quando si dice che «Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso…». Ancora oggi, la decorazione delle logge massoniche prevede sul soffitto una decorazione che rappresenta la volta celeste con tutt’intorno i segni dello zodiaco. La Bibbia dice che per la costruzione del Tempio di Gerusalemme furono necessari 153.300 operai, divisi gerarchicamente in tre gradi: 70.000 apprendisti, 80.000 funzionari o compagni e 3.300 maestri. La leggenda sostiene che comunicavano tra di loro con parole segrete, segni e rintocchi diversi per ogni categoria. Secondo la tradizione massonica, Hiram completò la costruzione del Tempio in 7 anni e poi venne assassinato a martellate. «Quando la costruzione del Tempio di Salomone stava per finire – spiega l’erudito di massoneria Mario Pérez Ruiz – tre compagni volevano conoscere i segreti dei maestri e in tal modo sfruttare il grado superiore. Ma, non conoscendo la parola segreta, assassinarono a martellate Hiram Abiff». Gli assassini seppellirono il cadavere lontano da Gerusalemme e Salomone ordinò che venisse cercato da 9 maestri… Che lo trovarono. Per riconoscere il luogo dove venne sepolto vi piantarono un ramo di acacia. La storia della morte di Hiram ha una relazione simbolica con quella di Osiride. L’architetto del Tempio dei giudei è stato assassinato presso la porta occidentale, dove tramonta il Sole. Nella mitologia egizia anche le Sale di Amenti, governate dal dio della morte e della reincarnazione, si trovano a Occidente. Osiride ritorna dal regno dei morti a Nord, che nella mitologia egizia è associato alla costellazione del Leone. Hiram Abiff torna dal regno dei morti tramite una stretta di mano massonica denominata “la presa del leone”. Infine, sia nei misteri massonici che in quelli egizi, il “dio” risorto viene sepolto in una collina segnalata con un albero. L’entrata al Tempio di Salomone è fiancheggiata da due colonne conosciute con il nome di Jachim e Boaz, allo stesso modo degli obelischi utilizzati allo stesso scopo all’ingresso dei principali templi egizi. Ad esempio, le iscrizioni sull’obelisco egizio che si trova a Central Park, a New York, mostrerebbero simboli massonici dei tempi di Tuthmosi III. Lawrence Gardner è convinto che Hiram Abiff riprese il costume egizio di situare pilastri all’entrata dei templi quando pose Jachim e Boaz nel Tempio di Salomone. Il loro interno era cavo ed era stato pensato così per conservare gli archivi e i testi delle norme dei costruttori. Per gli storiografi della massoneria non è una coincidenza: «Tutta la Luce viene da Oriente; tutte le iniziazioni dall’Egitto», scrisse Cagliostro, fondatore del Rito della Massoneria Egizia. Oggi il ricordo della luce d’Egitto continua ad affascinare molti massoni, che non smettono di sognare lo splendore e la perfezione delle piramidi e dei templi della civiltà dei faraoni.

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I Tre Pilastri della Massoneria

Sufi, sabei e templari
Nonostante tutto – ci ricorda Gérald Galtier – per la maggioranza dei frammassoni, la Terra Santa è quella di Gerusalemme e ciò che andrebbe ricostruito è il tempio di questa città. In effetti, Salomone custodirebbe la chiave che permette di accedere ai segreti della frammassoneria. Già dal XVIII sec. diversi autori suggeriscono che l’origine della massoneria andrebbe cercata nei Templari. Secondo le teorie di questi studiosi, questa confraternita di monaci-guerrieri fondata nel 1118 sarebbe rimasta chiusa per 9 anni nel tempio dei giudei e dopo una rapida espansione in tutta Europa sarebbero stati responsabili del finanziamento di gran parte delle cattedrali gotiche. Per caso il movimento massonico prese le mosse dai Templari? Il celebre scrittore Robert Graves ne deduce che la massoneria fu introdotta in Europa, più precisamente in Scozia, sotto le spoglie di una confraternita di artigiani grazie ai Templari. Questo Ordine avrebbe recuperato in Terra Santa un’abbondante documentazione di origine islamica ed ebraica, cosicché alcuni specialisti percepiscono negli insegnamenti massonici una certa influenza sufi. Il traduttore delle Mille e una notte, Sir Richard Burton, definì il sufismo come il parente orientale della massoneria. Più in là si spinge Idris Shah al concludere che “Boaz” e Salomone non fossero israeliti, ma architetti sufi. Di fatto, Salomone viene venerato dall’Islam come un profeta. Ma Jorge Blaschke e Santiago Río avvertono che i sufi non sono la sua origine primigenia. Le radici dei suoi insegnamenti andrebbero cercate nei sabei, una setta di artigiani e commercianti che professavano una dottrina ellenistica attribuita a Hermes e che si insediarono nell’Alta Mesopotamia e a Nordest di Aleppo tra il IX e l’XI sec. Praticavano un comunismo iniziatico che propugnava un rituale di cameratismo, un’intesa tra corpi dello stesso mestiere. Nella sua opinione, la riforma della massoneria che venne effettuata a Londra all’inizio del XVIII sec. commise un grave errore, in quanto confuse con termini ebraici quelli saraceno, svilendo l’antica tradizione sufi.

Costruttori di cattedrali
Comunque, la maggioranza degli storici concordano nel fatto che gli inizi della massoneria sono radicati nelle corporazioni dei mestieri e costruttori medievali. «Parliamo di Uomini che interpretavano in un senso molto sottile questa pedagogia di massa che la Chiesa pone in atto in funzione della pietra, quest’arte illustrativa che tentava di trasmettere al popolo ciò che non poteva leggere perché non sapeva farlo – spiega Eduardo R. Calley – Quando osserviamo un portico romanico siamo di fronte a un libro che tenta di trasmettere delle cose. Nel corso della storia dell’Umanità, costruire edifici ha sempre avuto una funzione sacra perché quello che si costruiva erano i templi. Il resto non ci è rimasto. Ciò che è giunto sino a noi sono le pietre delle ziggurat, delle piramidi, dei grandi templi d’Oriente. Pertanto, c’è sempre stata una connotazione sacra nel mestiere di costruire». Nella sua opinione, questa responsabilità nel Medioevo ricadde sugli ordini monastici e, in particolare, su quello benedettino. In effetti, sotto la direzione dei grandi abati, apparivano le prime espressioni di un’architettura rinnovata che mostrerà le proprie possibilità nell’arte romanica ed esploderà in tutta la sua potenza con il gotico. Sotto la sua protezione troveremo anche le prime prove di una massoneria primitiva, frutto del rinnovamento della conoscenza e delle tecniche di costruzione. I benedettini prima e i cistercensi più tardi dominarono l’edilizia medievale. Ogni convento era una colonia dove, oltre a dedicarsi alla pratica della pietà, si studiavano le lingue, la teologia e la filosofia, ci si occupava attivamente di agricoltura e si insegnavano ed esercitavano tutti i mestieri… Gli abati tracciano i progetti e dirigono le costruzioni, stabilendo in questo modo una corrente di intelligenza tra i conventi. Se Calley è nel giusto, la spiritualità occidentale ha le sue radici nell’esoterismo giudaico-cristiano e il lavoro iniziatici di raffinare la “pietra grezza” – simbolo centrale della dottrina massonica – incontra un antecedente diretto nell’azione di “squadrare la pietra” piantata dai grandi maestri benedettini come allegoria della costruzione dell’ “Uomo spirituale”, adatto al compito di costruire sulla Terra il riflesso della Città Sacra, la mitica Gerusalemme Celeste. Cosa che è di una formidabile ironia alla luce dell’attitudine pugnace che la Chiesa ha sempre dimostrato nei confronti della massoneria. Per dimostrare ciò lo storico argentino si serve di fonti dell’epoca e di scritti storici, come un manoscritto di Wilhelm de Hirsau, uno dei più grandi abati costruttori dell’Ordine Benedettino nell’XI sec., in cui si fa riferimento al grembiule di cuoio e al suo significato profondo. Xavier Casinos assicura che i massoni godevano, inoltre, di privilegi che non avevano altri artigiani, come la libertà o franchigia di spostarsi da un luogo a un altro per effettuare il proprio lavoro. Per questo li si chiamava frammassoni (da francmasons = carpentieri liberi). Questa mobilità, ad ogni modo, diede luogo ai segni segreti, che avevano l’obiettivo di fare in modo che si riconoscessero tra di loro quando iniziavano una nuova costruzione. Durante il XVII sec. ebbe luogo il processo di transizione che portò le corporazioni di costruttori a trasformarsi nella massoneria così come la conosciamo attualmente. Vale a dire che abbandonò la propria operatività per trasformarsi in una società filosofica che manteneva buona parte della simbologia medievale, come il compasso, la squadra, il grembiule di cuoio e il filo a piombo. Con la nascita di questa massoneria speculativa, i suoi membri non dovevano più costruire una cattedrale, ma un’umanità migliore a partire dal tempio interiore di ogni massone. Il cavalier Ramsay introdusse l’ “ipotesi templare”, più adeguata alla nobiltà del XVIII sec. rispetto al carattere borghese delle corporazioni di mestieri, e diede origine al sistema conosciuto oggi come Rito Scozzese Antico e Accettato. A partire da allora, si introdusse un nuovo elemento di controversia tra chi abbracciò l’origine templare dell’istituzione come fondamento storico dell’Ordine e coloro che tentarono di sostenere l’origine nei costruttori di cattedrali.

Rosslyn e il segreto dei massoni scozzesi
Questa discussione, che va avanti da più di due secoli, è stata rinfocolata negli ultimi anni dall’apparizione di numerosi libri, tanto di carattere storico come dovuti ai difensori di questa origine templare della massoneria. Molto credono di aver trovato nella Cappella di Rosslyn il legame definitivo che unirebbe la fine dell’Ordine del Tempio e i maestri scalpellini. Secondo gli scrittori britannici Christopher Knight e Robert Lomas, il punto di partenza della frammassoneria va cercato qui, perché i membri della famiglia Saint Clair di Rosslyn divennero i Grandi Maestri ereditari delle Arti, dei Mestieri e degli Ordini di Scozia e ostentarono l’incarico di Maestri dei massoni di Scozia sino alla fine del XVIII sec. La cappella di Rosslyn si trova a 16 km da Edimburgo. Venne eretta tra il 1440 e il 1490 da William Saint Clair e le sue pareti e colonne sembrano nascondere un sapere ancestrale trasmesso trasmesso attraverso le generazioni. La relazione tra i Templari e Rosslyn risalirebbe ai tempi della prima crociata. Henry Saint Clair vi partecipò insieme al fondatore del Tempio Hugues de Payns, sposato a sua cugina Caterina. Al suo ritorno avrebbe ricevuto il titolo di barone. Anche se il suo nome non compare tra i 9 fondatori dell’Ordine del Tempio, è evidente che tra di loro mantenevano stretti vincoli. L’ipotesi di Knight e Lomas è che William Saint Clair sapesse che i manoscritti che sembrava fossero stati recuperati dai Templari nel Tempio di Salomone fossero nascosti in Scozia. Costruì Rosslyn per custodirli e fondare una Nuova Gerusalemme. Ciò naturalmente, presuppone l’ammissione che i Templari non si recarono in Terrasanta per difendere i pellegrini, ma con un proposito più esattamente archeologico che filantropico. Per questa ragione, 9 uomini (come quelli che rinvennero il corpo di Hiram) rimasero per 9 anni chiusi tra quelle mura. Molti esperti hanno condotto ricerche sulla persistenza di questa chiave numerica: il 9. Accade che la nona lettera dell’alfabeto ebraico è la Taw (la Tau greca). Questa lettera, rappresentata dal nono sephiroth cabalistico (Yesod o Fondazione) è legata al simbolismo del serpente taumaturgo e al segreto della sua sapienza. Ma, inoltre, il marchio del Tau era quello che i cainiti portavano sulla fronte quando Mosé li incontrò. Nella Cappella di Rosslyn, curiosamente, i 14 pilastri sono stati disposti in modo che gli 8 del lato Est formano la sagoma di un triplo tau. Sospetto che Hugues de Payns e i suoi 8 fratelli fondatori ignorassero i codici e il significato di ciò che trovarono nel Tempio e, per questa ragione, dovettero ricorrere all’aiuto di cabalisti ebraici e saggi islamici attraverso il loro protettore Bernardo da Chiaravalle, il riformatore dei cistercensi. Due secoli dopo la simbologia era stata svelata e messa in salvo nella Cappella di Rosslyn. Questo santuario sarebbe, quindi, una replica del Tempio di Salomone, con torri e un enorme tetto centrale di forma curva sostenuto da archi. Una ricostruzione del Tempio adornata da simbolismo nazireo (gruppo mistico giudaico facente parte dell’area essena, la cui etimologia viene da “Custode” o “Conservatore”) e templare per dare rifugio al “segreto”. Quando le logge scozzesi decisero di eleggere una Gran Loggia per la loro amministrazione, ne convennero che William Sinclair (discendente diretto per linea paterna del costruttore della cappella) doveva occupare l’incarico vitalizio di Gran Maestro.

Il ritorno dell’Antica Alleanza
Ben presto sorsero dei disaccordi in seno alla massoneria inglese. Dopo la fondazione della Gran Loggia di Londra si formarono due gruppi: gli “antichi” e i “moderni”. Questi ultimi erano preoccupati dal fatto che gli antichi avevano deciso di difendere il patrimonio giacobita (paladino del diritto divino dei monarchi) e dalla minaccia che ciò presupponeva per gli Hannover, di estrazione protestante. I giacobiti vedevano nella leggenda di Hiram, nel terzo grado del loro rito, un’allegoria dell’assassinio di Carlo I Stuart, così come i simboli erano stati ripresi dalla congiura tramata dai paladini di questo re per vendicare la sua morte e porre sul trono il figlio. Comunque,secondo quanto riferisce Gerard de Nerval, una versione molto simile della leggenda di Hiram si poteva ascoltare nei caffé di Istanbul sotto forma di racconti. Ciò pone un serio interrogativo sull’origine della cerimonia più importante della frammassoneria, anche se forse la fonte originale del grado di maestro risiede nelle abbazie in quanto, come ci ha chiarito Calley, esiste una notevole somiglianza tra questa cerimonia di esaltazione e i voti del monaco benedettino nella sua ultima tappa di ordinazione. Ciò significherebbe un ritorno all’Antica Alleanza con i cattolici giacobiti, i quali introdussero numerosi elementi centrali dei rituali a base templare e spiegherebbe l’abbondante presenza di ecclesiastici nella frammassoneria del XVIII sec.


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Cita:
Sheenky ha scritto:

LA STORIA OCCULTA DELLA MASSONERIA

Fonte: http://mikeplato.myblog.it/archive/2010 ... grete.html


Grande Mike Plato....



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«METREX» : La Megalomania senza limiti del Nuovo Ordine Mondiale

COS'E' “METREX” E COME SI DISGREGANO INSIDIOSAMENTE LE FRONTIERE NAZIONALI

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L’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo” è plasmata ad immagine e somiglianza dell’associazione internazionale “METREX”, la cui missione consiste nel disintegrare le frontiere internazionali e nel creare nuove regioni sovrastatali, non più controllate democraticamente. L’Associazione ha sede in Belgio e sottosta dunque alle leggi belghe. I parallelismi con l’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo” sono eclatanti. Si capisce chiaramente su che basi si fonda l’ideatore dello Spazio metropolitano di Zurigo, l’ex consigliere di stato Markus Notter.

Horizons et Débats
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E’ evidente per tutti coloro che hanno indagato almeno un pochino che il concetto di spazio metropolitano europeo è stato creato dietro le quinte dell’UE. Tutto ciò che contribuisce a dissolvere le frontiere storiche, come i parchi naturali, che vanno oltre non solo le frontiere cantonali ma anche nazionali, come i differenti programmi Interreg, sono il prodotto di pianificatori strategici dell’UE, di una UE in fallimento. METREX è stato creato nel 1996, nel corso di una conferenza di Spazi metropolitani tenutasi a Glasgow, con l’aiuto della commissione europea allo scopo di cancellare le frontiere nazionali, con la scusa eufemistica di una cooperazione più stretta tra gli Spazi metropolitani al di là delle frontiere. METREX cita come padre di questa idea uno “dei più importanti pianificatori europei, l’ecologista e pedagogista Patrick Geddes (1854-1932), che ha concepito il centro della città di Tel-Aviv e si è occupato principalmente della pianificazione delle metropoli.

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METREX, abbreviazione di Metropolitan Exchange, si considera come “una rete di specialisti pratici. Possono diventarne membri coloro che partecipano al processo di decisione della pianificazione del territorio e di questioni collegate, questioni sociali, economiche e di protezione dell’ambiente; si tratta sia di politici che di funzionari e dei loro consiglieri”. Dalla nascita del METREX, ad oggi esistono in Europa “più di 100 Spazi metropolitani riconosciuti” comprendenti più di 500.000 abitanti.

Lo scopo dell’associazione, grazie ad una stretta collaborazione, è dissolvere a poco a poco gli Stati nazionali cancellandone le frontiere, beninteso senza nessuna legittimità democratica.

Quando si studiano i documenti pubblicati da METREX, si scopre, oltre allo statuto dell’Associazione, una lista di città associate. Finora hanno aderito circa 50 città europee, o Spazi metropolitani, quasi solo città con le loro periferie, appartenenti a Stati dell’UE. Quando si legge la lista fino in fondo, si scopre con stupore che pure lo Spazio metropolitano di Zurigo è membro e che è rappresentato dall’”Associazione centrale di Zurigo e periferia”. L’affiliazione all’Associazione ha un costo e sarebbe interessante sapere se i parlamenti dei cantoni o delle città associate, così come i cittadini dei diversi comuni siano stati consultati e se abbiano approvato l’affiliazione a METREX e se siano stati informati delle spese che ne risulterebbero.

L’Associazione aggira deliberatamente le strutture statali e si considera rappresentante delle città e delle loro zone residenziali.

Il termine “governo metropolitano”, che indica semplicemente il pilotaggio dei grandi agglomerati, chiarisce la visione politica. Secondo METREX, ciò rappresenta il livello in cui la pianificazione del territorio europeo può essere realizzata nella maniera più efficace. Senza “governo metropolitano” gli abitanti delle regioni metropolitane non hanno voce sulle questioni chiave che riguardano il loro avvenire.

Una piccola élite si è creata un organo con cui aggirare completamente le deboli strutture democratiche dell’UE e si arroga il diritto di rappresentare gli abitanti degli spazi metropolitani, che essa stessa ha creato, concedendosi la competenza di concretizzare politicamente i suoi auspici. E’ assurdo. Non solo le popolazioni coinvolte non hanno avuto voce in capitolo dalla creazione dell’Associazione, ma non partecipano nemmeno al processo decisionale.

Questo significa che METREX non ha alcuna legittimità democratica. Esiste un gran numero di gruppi e di organizzazioni che si considerano come federazioni o centri di coordinamento degli “spazi metropolitani”. Tutti i programmi Interreg dell’UE mostrano che si vogliono distruggere le frontiere nazionali ed edificare nuove strutture. Associazioni di diritto privato, come l’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo”, iniziano ad assumere missioni sovrane, senza mai aver ricevuto un ordine democratico. Bisogna perciò informare i cittadini, perché sono veramente pochi coloro che sanno dell’esistenza degli spazi metropolitani e del modo di agire di METREX, che si è appropriato di competenze enormi, in definitiva. Peraltro questa Associazione vive a spese dei contribuenti, mentre il denaro manca per i bambini, gli anziani, i malati, i disoccupati.

A proposito della tabella qui sotto

La procedura di adesione di due spazi metropolitani, Marsiglia e Istanbul, è in corso. L’Associazione è composta da 48 spazi metropolitani spesso rappresentati da più organizzazioni. Quello che colpisce è che molti spazi metropolitani si trovano in paesi UE in fallimento.

Si vuole creare una dipendenza rispetto agli stati ricchi dell'UE per rifinire la dittatura dell'Unione Europea prima che tutto crolli?

Regioni metropolitane
La tabella la vedete nello screen che ho inserito ad inizio post

Fonte:
http://www.vocidallastrada.com/2012/05/ ... i-del.html


Ultima modifica di Wolframio il 28/05/2012, 14:04, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 30/05/2012, 18:52 
Rockfeller e famiglia Rothschild uniscono le forze

I due imperi miliardari creano un "mostro" nel settore degli investimenti. RIT Capital rileva quota del 37% di Rockefeller Financial Services. Partnership strategica tra le due dinastie della finanza.


New York - L'impero petrolifero dei Rockfeller e la famiglia di potenti bancari Rothschild uniranno le forze per dare alla luce un "mostro" della finanza. RIT Capital, presidiato da Jacob Rothschild, si prepara infatti a rilevare una quota del 37% di Rockefeller Financial Services, nell'ambito di una alleanza strategica tra le due dinastie finanziarie.

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Rockefeller Financial Services e' la societa' madre di Rockefeller & Co, creata nel 1882 per gestire la fortuna della famiglia del magnate del petrolio John D. Rockefeller. A oggi e' ancora detenuta dalla famiglia che porta il nome del suo fondatore.

Da parte sua la famiglia Rothschild, di origini ebree ma culture differenti (tra tedeschi, francesi, britannici, israeliani, etc.), e' famosa dal quattordicesimo secolo, per il suo dominio nelle banche e nel mondo della finanza.

L'operazione, per la quale non sono stati ancora resi noti i dettagli finanziari, si va a inquadrare in un progetto piu' ampio di partnership strategica che unisce due dei nomi piu' conosciuti e rispettati nel mondo degli investimenti, come sottolineato da RIT in un comunicato.

Il gruppo dei Rockfeller ha avuto un'ascesa folgorante durante la rivoluzione industriale, grazie al boom petrolifero. Il fondatore John Davison Rockefeller voleva costruire il suo impero a Cleveland, che dopo la Guerra di Secessione era tra i cinque principali centri di raffinazione di oro nero in Usa. Una volta respinto dall'amministrazione locale ha fatto fortuna a New York.

La famiglia da' il nome al Rockefeller Center, un conglomerato immobiliare di Manhattan, all'Universita' Rockefeller, sempre a Manhattan, al Rockefeller Group, societa' di real estate con sede a New York e alla Fondazione Rockefeller. I Rockfeller sono alla testa di un impero che dura da due secoli e che vede in Exxon Mobil la principale societa' controllata.

Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/article ... forze.aspx



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MessaggioInviato: 30/05/2012, 18:55 
Cita:
Wolframio ha scritto:

Purtroppo i vermi hanno intaccato tutte le mele in apparenza sane della cesta

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http://www.horizons-et-debats.ch/index.php?id=3328

«METREX» : La Megalomania senza limiti del Nuovo Ordine Mondiale

COS'E' “METREX” E COME SI DISGREGANO INSIDIOSAMENTE LE FRONTIERE NAZIONALI

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L’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo” è plasmata ad immagine e somiglianza dell’associazione internazionale “METREX”, la cui missione consiste nel disintegrare le frontiere internazionali e nel creare nuove regioni sovrastatali, non più controllate democraticamente. L’Associazione ha sede in Belgio e sottosta dunque alle leggi belghe. I parallelismi con l’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo” sono eclatanti. Si capisce chiaramente su che basi si fonda l’ideatore dello Spazio metropolitano di Zurigo, l’ex consigliere di stato Markus Notter.

Horizons et Débats
http://www.horizons-et-debats.ch/index.php?id=3328


E’ evidente per tutti coloro che hanno indagato almeno un pochino che il concetto di spazio metropolitano europeo è stato creato dietro le quinte dell’UE. Tutto ciò che contribuisce a dissolvere le frontiere storiche, come i parchi naturali, che vanno oltre non solo le frontiere cantonali ma anche nazionali, come i differenti programmi Interreg, sono il prodotto di pianificatori strategici dell’UE, di una UE in fallimento. METREX è stato creato nel 1996, nel corso di una conferenza di Spazi metropolitani tenutasi a Glasgow, con l’aiuto della commissione europea allo scopo di cancellare le frontiere nazionali, con la scusa eufemistica di una cooperazione più stretta tra gli Spazi metropolitani al di là delle frontiere. METREX cita come padre di questa idea uno “dei più importanti pianificatori europei, l’ecologista e pedagogista Patrick Geddes (1854-1932), che ha concepito il centro della città di Tel-Aviv e si è occupato principalmente della pianificazione delle metropoli.

Immagine

METREX, abbreviazione di Metropolitan Exchange, si considera come “una rete di specialisti pratici. Possono diventarne membri coloro che partecipano al processo di decisione della pianificazione del territorio e di questioni collegate, questioni sociali, economiche e di protezione dell’ambiente; si tratta sia di politici che di funzionari e dei loro consiglieri”. Dalla nascita del METREX, ad oggi esistono in Europa “più di 100 Spazi metropolitani riconosciuti” comprendenti più di 500.000 abitanti.

Lo scopo dell’associazione, grazie ad una stretta collaborazione, è dissolvere a poco a poco gli Stati nazionali cancellandone le frontiere, beninteso senza nessuna legittimità democratica.

Quando si studiano i documenti pubblicati da METREX, si scopre, oltre allo statuto dell’Associazione, una lista di città associate. Finora hanno aderito circa 50 città europee, o Spazi metropolitani, quasi solo città con le loro periferie, appartenenti a Stati dell’UE. Quando si legge la lista fino in fondo, si scopre con stupore che pure lo Spazio metropolitano di Zurigo è membro e che è rappresentato dall’”Associazione centrale di Zurigo e periferia”. L’affiliazione all’Associazione ha un costo e sarebbe interessante sapere se i parlamenti dei cantoni o delle città associate, così come i cittadini dei diversi comuni siano stati consultati e se abbiano approvato l’affiliazione a METREX e se siano stati informati delle spese che ne risulterebbero.

L’Associazione aggira deliberatamente le strutture statali e si considera rappresentante delle città e delle loro zone residenziali.

Il termine “governo metropolitano”, che indica semplicemente il pilotaggio dei grandi agglomerati, chiarisce la visione politica. Secondo METREX, ciò rappresenta il livello in cui la pianificazione del territorio europeo può essere realizzata nella maniera più efficace. Senza “governo metropolitano” gli abitanti delle regioni metropolitane non hanno voce sulle questioni chiave che riguardano il loro avvenire.

Una piccola élite si è creata un organo con cui aggirare completamente le deboli strutture democratiche dell’UE e si arroga il diritto di rappresentare gli abitanti degli spazi metropolitani, che essa stessa ha creato, concedendosi la competenza di concretizzare politicamente i suoi auspici. E’ assurdo. Non solo le popolazioni coinvolte non hanno avuto voce in capitolo dalla creazione dell’Associazione, ma non partecipano nemmeno al processo decisionale.

Questo significa che METREX non ha alcuna legittimità democratica. Esiste un gran numero di gruppi e di organizzazioni che si considerano come federazioni o centri di coordinamento degli “spazi metropolitani”. Tutti i programmi Interreg dell’UE mostrano che si vogliono distruggere le frontiere nazionali ed edificare nuove strutture. Associazioni di diritto privato, come l’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo”, iniziano ad assumere missioni sovrane, senza mai aver ricevuto un ordine democratico. Bisogna perciò informare i cittadini, perché sono veramente pochi coloro che sanno dell’esistenza degli spazi metropolitani e del modo di agire di METREX, che si è appropriato di competenze enormi, in definitiva. Peraltro questa Associazione vive a spese dei contribuenti, mentre il denaro manca per i bambini, gli anziani, i malati, i disoccupati.

A proposito della tabella qui sotto

La procedura di adesione di due spazi metropolitani, Marsiglia e Istanbul, è in corso. L’Associazione è composta da 48 spazi metropolitani spesso rappresentati da più organizzazioni. Quello che colpisce è che molti spazi metropolitani si trovano in paesi UE in fallimento.

Si vuole creare una dipendenza rispetto agli stati ricchi dell'UE per rifinire la dittatura dell'Unione Europea prima che tutto crolli?

Regioni metropolitane
La tabella la vedete nello screen che ho inserito ad inizio post

Fonte:
http://www.vocidallastrada.com/2012/05/ ... i-del.html


Notizia estremamente rilevante! Grazie wolframio



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MessaggioInviato: 31/05/2012, 01:59 
A bordo del Britannia, a decidere le sorti dell'Italia.
Era il 1992.... un anno cruciale.


Tratto da:
topic.asp?whichpage=-1&TOPIC_ID=11714&REPLY_ID=204383

Angeldark ha scritto:

Tutti a bordo
Partiamo proprio dal mare. Eccoci a bordo del Britannia, il panfilo della regina Elisabetta in rotta lungo le coste tirreniche, dalle acque di Civitavecchia e quelle dell’Argentario. E’ il 2 giugno, festa della Repubblica, sono trascorsi esattamente cento giorni dall’arresto di Chiesa. Ma i potenti, si sa, hanno le antenne ben tese e si organizzano in un baleno. Negli splendidi saloni del panfilo si son dati appuntamento oltre centro tra banchieri, uomini d’affari, pezzi da novanta della finanza internazionale, soprattutto di marca statunitense e anglo-olandese. A guidare la nostra delegazione - raccontano in modo scarno le cronache dell’epoca - proprio lui, Draghi, che ai «signori della City» illustra per filo e per segno il maxi programma di dismissioni da parte dello Stato e di privatizzazioni. Un vero e proprio smantellamento dello Stato imprenditore.

A quel summit, secondo i bene informati, avrebbe partecipato anche l’attuale ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che sul programma Draghi cercò di far da pompiere: «non venne programmata alcuna svendita - osservò - fu solo il prezzo da pagare per entrare tra i primi nel club dell’euro». Più chiari di così…. In perfetta sintonia con l’attuale “avversario” (del Polo) l’allora presidente Iri, Romano Prodi e quello dell’Eni, Franco Barnabè.

Fonte:http://www.disinformazione.it/stirpedraghi.htm

"L’anno 1992 fu davvero un anno cruciale per il destino del nostro paese, tant’è vero che quando Amato divenne presidente del Consiglio qualche giorno dopo l’incontro sul panfilo, con il decreto 333 dell’11 luglio trasformò in SpA le aziende di Stato IRI, ENI, INA ed ENEL e mise in liquidazione l’Egam. In quell’anno, quando Amato dovette far fronte alla speculazione contro la Lira di Soros, utilizzò 48 milioni di dollari delle riserve della Banca d’Italia, dopo avere operato un prelievo forzoso dell’8 per mille dai conti correnti degli italiani. Sempre in quell’anno mise in liquidazione l’Efim, le cui controllate passarono all’IRI e trasformò le FS in SpA. Sempre nel 1992 Draghi, Direttore del Tesoro preparò la Legge Draghi che entrerà in vigore nel 1998 con il governo Prodi e si predispose una legge per permettere la trattativa privata nella cessione dei beni pubblici qualora fosse in gioco “l’interesse nazionale”….
Prodi, che dal 1990 al 1993 fu consulente della Unilever e della Goldman Sachs, quando nel maggio del 1993 ritornò a capo dell’IRI riuscì a svendere la Cirio Bertolli alla Unilever al quarto del suo prezzo e a collocare le azioni che le tre banche pubbliche, BNL (diventanta della BNP Paribas), Credito italiano e Comit detenevano in Banca d’Italia, privatizzando il 95% della stessa. Indovinate chi scelse come "Advisor"?
Uomini della Goldman, nel senso che vi hanno lavorato sono, oltre a Costamagna e Prodi, Monti (catapultato alla carica di Commissario), Letta, Tononi e naturalmente Draghi. Sicuramente ce ne sono altri; molti nostri uomini politici se non lavorano per la Goldman, lavorano per l'FMI, come Padoa Schioppa, presidente della BEI, Banca europea per gli Investimenti.


Queste sono informazioni che dovrebbero essere spiegate in lungo e in largo dalla stampa, e sicuramente superate dagli avvenimenti - tranne articoletto del Corriere sopra - e invece sono state, e lo sono tutt'ora, accuratamente occultate al grande pubblico, anche se per quelli che gli altri si divertono a chiamare complottisti, per denigrarne le parole, è storia arcinota."
Fonte: Nicoletta Forcheri
http://governoladroinfo.blogspot.com/20 ... a-nel.html





"Governo tecnico e svendita dell'Italia"

Pubblicato il 21 maggio 2012| Ora 12:18

http://www.wallstreetitalia.com/article ... talia.aspx

Intervista a Rino Formica nella trasmissione "L'Ultima Parola" in onda su "RAI 2". Si parla di sistema di poteri occulti, lobby nazionali e internazionali, le decisioni prese sul Panfilo Britannia il 2 giugno 1992, la svendita all'estero dei gioielli di casa, le aziende italiane come banche, Enel, Eni, Finmeccanica, telefonia. Politica subalterna ad economia e finanza. E poi Bce, Mario Draghi.



Roma - Intervista a Rino Formica nella trasmissione "L'Ultima Parola" in onda su "RAI 2". Si parla di sistema di poteri occulti, lobby nazionali e internazionali, le decisioni prese sul Panfilo Britannia il 2 giugno 1992, la svendita all'estero dei gioielli di casa, le aziende italiane come banche, Enel, Eni, Finmeccanica, telefonia. Politica subalterna ad economia e finanza. E poi Bce, Mario Draghi.

L'incontro, avvenuto in acque italiane, divenne famoso, tra l'altro, per quella che sarebbe stata secondo alcuni critici e complottisti "la pianificazione della svendita dell'industria italiana".

La nave attracco' al porto di Civitavecchia facendo poi rotta lungo la costa dell'Argentario. Alla riunione parteciparono, oltre ad alcuni banchieri inglesi, anche un gruppo di manager ed economisti italiani, tra cui l'attuale presidente della Bce Mario Draghi, allora direttore Generale del Ministro del Tesoro, Herman van der Wyck, presidente Banca Warburg, Lorenzo Pallesi, presidente INA Assitalia, Jeremy Seddon, Direttore Esecutivo Barclays de Zoete Wedd, Innocenzo Cipolletta, direttore Generale di Confindustria, Giovanni Bazoli, Presidente Banco Antonveneto, Gabriele Cagliari, presidente ENI, e il politico Luigi Spaventa.





Cita:
ubatuba ha scritto:


La lunga marcia di logoramento dell’Italia

Dietro le forti pressioni esercitate dalla Commissione Europea e dagli organismi dell’Antitrust sia europeo che italiano, l’ENI si accinge a cedere la propria quota di controllo (51%) della Snam. Le ragioni che stanno alla base dello scorporo discendono tutte dal mantra liberista venerato acriticamente dalle istituzioni europee, secondo il quale sottraendo la distribuzione all’azienda si attiverebbe un circolo virtuoso di “sana” concorrenza che garantisca a tutti gli operatori del settore le pari condizioni di accesso che il controllo della Snam da parte dell’ENI avrebbe compromesso. Le compagnie statunitensi, francesi e britanniche avevano caldeggiato con forza questa svolta, in virtù del fatto che dal loro punto di vista lo scorporo della Snam comporta un netto indebolimento dell’ENI.
L’hedge fund statunitense Knight Winke, che controllava una quota ridotta del pacchetto azionario dell’ENI, aveva invece svolto un lavoro “interno” all’azienda, intraprendendo un’opera di convincimento nei confronti dell’azionariato incardinata sul concetto che vendendo la Snam, l’Ente Nazionale Idrocarburi avrebbe incamerato ricchi proventi che avrebbero a loro volta reso possibile l’allargamento del raggio operativo della società. Quando l’Amministratore Delegato di questo hedge fund è volato in Italia per partecipare alla presentazione del bilancio 2011, egli ha sottolineato che la fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia è subordinata all’implementazione dei piani di privatizzazione delle ultime aziende su cui lo Stato è ancora in grado di esercitare un controllo effettivo, più che nei confronti del debito pubblico.
Il parossismo generale nei riguardi del debito pubblico – che, lungi dall’essere il fulcro del problema come vorrebbe qualcuno, costituisce invece la vera cartina tornasole capace di misurare grado di deterioramento delle altre attività economiche nazionali – non è altro che uno specchietto per le allodole, utile per giustificare lo smantellamento totale e definitivo dell’industria strategica italiana in nome dell’imperativo categorico di “far cassa”.
Per questa ragione il nuovo piano strategico elaborato da Finmeccanica ha suscitato l’approvazione di Morgan Stanley, che ha alzato il rating sulla società romana poche ore dopo che l’Amministratore Delegato Giuseppe Orsi ebbe esternato pubblicamente l’intenzione di “alleggerire” la holding attraverso la dismissione di alcune aziende “meno produttive”.
Parlare, inoltre, di concorrenza in un sistema estremamente corporativo ed oligopolistico come quello dell’energia appare quanto meno fuorviante, dal momento che i prezzi di petrolio e gas vengono stabiliti arbitrariamente da un cartello composto da un pugno di società petrolifere e da un numero altrettanto esiguo di istituzioni finanziarie che speculano sui rialzi. Alla luce di tutto ciò, giustificare l’indebolimento dell’ENI in nome della concorrenza tirando persino in ballo i minori costi che gli utenti si ritroverebbero ad affrontare appare analogo alla crociata guidata dall’attuale esecutivo “tecnico”, che intendeva provocare una diminuzione dei prezzi della benzina liberalizzando le pompe di distribuzione senza prendere in minima considerazione il ruolo di quelle che Enrico Mattei definiva “sette sorelle”. Il che la dice lunga sulla presunta risolutezza del governo Monti, che “non guarda in faccia nessuno”.
L’ultimo tassello da inserire in questo desolante mosaico è costituito dalla nomina ad advisor (consigliere), con compiti di valutazione delle modalità di vendita della Snam, di Goldman Sachs da parte della Cassa di Depositi e Prestiti presieduta da Franco Bassanini, che nel 1992 era salito a bordo del Panfilo Britannia in compagnia di una nutrita schiera di alti esponenti della politica e dell’economia italiana (Ciampi, Draghi, Costamagna, ecc.).
Sull’onda di Tangentopoli si insediò il governo tecnico presieduto da Giuliano Amato, il quale si affrettò a trasformare le aziende pubbliche in Società Per Azioni mente il Fondo Monetario Internazionale segnalava la necessità di provocare una svalutazione della moneta italiana per favorire il processo di privatizzazione. Così, non appena i “tecnici” del governo Amato ebbero incaricato Goldman Sachs di supervisionare alla vendita dell’ENI, il gruppo Rothschild “prestò” il direttore Richard Katz al Quantum Fund di George Soros per imbastire la colossale manovra speculativa contro la lira, provocando una svalutazione della moneta italiana pari al 30%. Ciò consentì ai Rothschild di acquisire parte dell’ENI a un prezzo fortemente “scontato”.

Lo scorporo della Snam appare quindi come una fase avanzata della lunga marcia di logoramento di quel che rimane dell’industria strategica italiana avviata nel 1992, con Tangentopoli e con gli attentati del 1992 che costarono la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle rispettive scorte.
Proprio in questi giorni è stato celebrato l’anniversario della strage di Capaci tra altisonanti discorsi da parte dei più autorevoli esponenti istituzionali. Sarebbe stato interessante se qualcuno avesse osato tirare in ballo le dichiarazione rese dall’ex ministro dell’interno Vincenzo Scotti nel corso di un’intervista resa al quotidiano romano “Il Tempo” il 6 dicembre 1996.

In quell’intervista, Scotti spiegò che nel febbraio 1992 i servizi segreti e il capo della polizia Vincenzo Parisi avevano redatto e fatto pervenire sulla sua scrivania un rapporto in cui erano sommariamente elencate e descritte le modalità di un imminente piano di destabilizzazione politico, sociale ed economico dell’Italia, orchestrato da svariate potenze internazionali in combutta con alcune potenti lobby finanziarie. Il piano in questione, secondo quanto affermato da Scotti, comprendeva attentati di varia natura atti a distorcere la percezione di sicurezza nazionale in seno alla società, in modo da creare un clima di instabilità che spianasse la strada agli attacchi finanziari diretti contro il patrimonio industriale e bancario di stato. Non ricorda qualcosa?

http://www.statopotenza.eu/3809/la-lung ... dellitalia






DECRETO INTERNAZIONALE SULLA FINE DELL'ITALIA.


17/12/2010

Per inquadrare con precisione ciò che accadde in Italia nei primi anni Novanta è sufficiente rimandare la memoria alla spudorata affermazione resa dall'allora direttore della CIA William Webster, secondo il quale, all'indomani del crollo dell'URSS, "Gli alleati politici è militari dell'America sono ora i suoi rivali economici". In sostanza, dal punto di vista di lorsignori, alla defunta Unione Sovietica si erano immediatamente andati a sostituire Europa e Giappone, nani militarmente parlando ma giganti sotto l'aspetto economico.

E' forse superfluo sottolineare il fatto che, in un contesto simile, un paese debole o comunque privo di solidità strutturale non avrebbe potuto far altro che crollare sotto i terribili colpi inferti dall'"alleato" e diventarne una sorta di feudo. Solo rifacendosi a questi precisi presupposti è possibile comprendere a fondo la natura e le modalità dell'inaudita aggressione di cui fu vittima il nostro sciagurato paese nel non lontano 1992. L'aggressione si palesò in tutta la sua gravità in occasione degli attentati che stroncarono le vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (e rispettive scorte), dell'improvviso vortice giudiziario scatenato dal pool milanese di "Mani Pulite", che risucchiò tra le proprie spire un'intera classe politica nata, cresciuta ed invecchiata all'ombra del Muro di Berlino, della privatizzazione ai saldi dell'intero patrimonio industriale e bancario di stato e del violentissimo attacco alla lira.


Tangentopoli

Il 17 febbraio 1992 l'arresto della pedina Mario Chiesa innescò un impressionante effetto domino, una reazione a catena di politici, imprenditori, faccendieri e compagnia bella che si decisero improvvisamente a vuotare il sacco. Emerse un desolante ma arcinoto quadro fatto di clientelismi, tangenti, bustarelle, connivenze, contiguità e quant'altro che portò alla decapitazione e al conseguente disfacimento dei due storici partiti di governo, Democrazia Cristiana (DC) e Partito Socialista Italiano (PSI), crollati sotto i colpi di un'agguerritissima magistratura (con la superstar Antonio Di Pietro in prima linea) sponsorizzata in tutto e per tutto dalla consueta stampa ("La Repubblica", "La Stampa", "Corriere della Sera") di riferimento dei poteri forti che monitoravano (e molto probabilmente orchestravano) la situazione. Nel frattempo, una congrega di rinnegati del comunismo e di transfughi della DC (come Romano Prodi e Oscar Luigi Scalfaro) si attrezzava di tutto punto per "traghettare", come Caronte, il paese in vista delle nuove elezioni, che in quel momento pareva dovessero celebrare il successo della variegata e policromatica Armata Brancaleone in questione.

Gli attentati

Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone saltò per aria assieme a sua moglie e agli uomini della sua scorta nei pressi di Capaci e cinquantasette giorni dopo la stessa sorte toccò a Paolo Borsellino, anch'egli in compagnia della scorta. Costoro avevano processato e fatto incarcerare il braccio armato di "Cosa Nostra", ma stavano anche risalendo le vie impervie che conducevano agli storici intrecci che sono sempre intercorsi tra mafia e settori dello stato, dell'economia, della finanza e che hanno costantemente e pesantemente influenzato la storia d'Italia. E' bene sottolineare il fatto che la mafia giocò sempre un ruolo attivo nel determinare gli equilibri che regolano questo paese fin dal giorno in cui gli USA se ne servirono per agevolare lo sbarco alleato in Sicilia nel 1943. Da allora la mafia è sempre stata un interlocutore obbligato per i governi di qualsiasi colore e più volte è scesa in capo per risolvere a modo suo questioni che riguardavano direttamente alti esponenti delle istituzioni (come nel caso degli omicidi del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e di Mino Pecorelli). Nella logica bipolare della "Guerra Fredda" la mafia (come Gladio) è stata un bastione dell'atlantismo, ed è sempre stata utile a sventare i pericoli di slittamento "rosso" in Italia, ed è a questo specifico fattore che si deve il supporto incondizionato fornitole pressoché ininterrottamente fino ad oggi e il suo coinvolgimento nei vari progetti di golpe (golpe Borghese, piano Solo) tentati in Italia. Una volta caduta l'URSS, la mafia ha indubbiamente visto restringere la propria sfera di "competenze", pur rimanendo un solido e fido alleato "atlantico".


La crociera sul Britannia

Il 2 giugno 1992 il panfilo Britannia, con a bordo la regina Elisabetta II e un nutrito "team" di finanzieri angloamericani (rappresentanti di Barclays, della Baring & Co., della Warburg, ecc.), gettò l'ancora al largo di Civitavecchia per far salire il gotha dell'industria e della finanza italiana di stato. Salirono Beniamino Andreatta (ENI) e Riccardo Gallo (IRI), Mario Draghi (direttore generale del tesoro) e Giovanni Bazoli (Ambroveneto), assieme a tanti altri. In sostanza, alti rappresentanti dell'industria e della finanza pubblica italiana si ritrovarono in "trasferta" a discutere coi loro potenziali acquirenti dei destini da riservare all'ingente patrimonio in questione, stimato in decine e decine di miliardi di dollari. La "trattativa" diede, a quanto pare, i frutti sperati (dalle parti della City, per lo meno), se è vero che nell'arco di pochi anni la finanza anglosassone ebbe modo di mettere le mani sul 48% delle aziende italiane, come IRI, Enel, ENI, Telecom, Comit, Buitoni, Locatelli, Ferrarelle, Perugina, Galbani, Negroni. I pochi giornali che si degnarono di sottrarre qualche angusto spazio a "Tangentopoli" per concederlo a questo scempio corsero comunque, come sempre, in aiuto dei più forti, adducendo ridicole e strampalate legittimazioni all'operazione. Furono tirati in ballo l'elevato debito pubblico e la necessità di "aprire" le frontiere ai mercati, motivazioni false alla radice, che si rivelarono ben presto come tali, poiché si tradussero nella formazione di giganteschi oligopoli di cartello che sono andati a distruggere la concorrenza e nell'incasso dell'irrisoria cifra di 198.000 miliardi di lire (8% del debito) da parte dell'erario a fronte dei 2.500.000 miliardi di lire di debito, con il gigantesco particolare che così facendo, i filibustieri che guidarono le svendite non fecero altro che privare definitivamente lo stato italiano delle industrie strategiche in grado di garantire all'Italia un margine di manovra in politica estera e di far ripartire l'economia in corrispondenza di congiunture di crisi.


L'attacco alla lira

Pochi giorni dopo la crociera del Britannia si insediò il governo presieduto da Giuliano Amato. In puntuale corrispondenza dell'insediamento, l'agenzia di rating Moody's decise di retrocedere drasticamente l'Italia, in risposta ai mancati tagli di bilancio e all'ostinata politica assistenziale portata avanti dai passati governi. Questa scelta improvvisa fu varata di punto in bianco nonostante i dati relativi al deficit fossero pressoché inalterati da un paio d'anni. Amato corse immediatamente ai ripari, disponendo di colpo un cospicuo innalzamento dei tassi di interesse sui buoni del tesoro per evitare che i mercati si interrogassero, riflessivi come sono, sull'instabilità italiana e interrompessero, di conseguenza, il flusso degli investimenti. All'epoca il dollaro galleggiava ai minimi storici sul marco tedesco mentre la lira arrancava nella disperata rincorsa ai parametri fissati dal Sistema Monetario Europeo (SME). In questo desolante contesto, il governo Amato e Bankitalia decisero di comune accordo di accedere al credito illimitato concesso momentaneamente dalla Bundesbank, allo scopo di difendere la lira dalle torve manovre speculative internazionali senza ricorrere alla svalutazione. La corpose iniezioni di denaro parvero però non frenare la pericolosissima inerzia innescatasi, cosa che spinse la Germania a chiudere i rubinetti finanziari lasciando così la lira al suo destino. La svalutazione diventava così l'ultima carta da giocare, e infatti la lira subì in breve tempo un deprezzamento del 7% e fu costretta ad uscire dallo SME. Nei quattro anni successivi la lira fu svalutata del 30% rispetto al dollaro. Dietro la colossale manovra speculativa si celavano i soliti noti della finanza internazionale, ovvero il gruppo Rotschild, le banche d'affari Goldman Sachs e Merrill Lynch e soprattutto il magnate popperiano George Soros, il quale usufruì del fiume di denaro anticipatogli dalla Goldman Sachs per l'acquisto all'estero di lire deprezzate da rivendere poi in Italia alla massima quotazione. Una tecnica assai cara al famigerato nababbo ebreo, quella di architettare crisi valutarie per mezzo dei propri ingenti fondi, per poi acquistare i capitali a prezzi oscenamente bassi in dollari. Della svalutazione della lira non beneficiarono tuttavia solo Soros e banche d'affari sopra citate, ma tanti altri squali della finanza, che ebbero così la possibilità di approfittare dell'allora vantaggiosissima situazione di cambio lira - dollaro per accaparrarsi gran parte del patrimonio bancario e industriale di stato a prezzi incredibilmente bassi.

Conclusioni

I sicari mediatici e giudiziari profusero enormi sforzi per fare in modo che le gravissime vicende sopra descritte rimanessero rigorosamente slegate le une dalle altre, al fine di occultare il terribile progetto eversivo nei confronti dell'Italia, e in parte ci riuscirono. Giornalisti pennivendoli assai in voga tentano ancora oggi di ridurre la "stagione" di Tangentopoli a una mera campagna giudiziaria volta a smantellare il sistema di endemico malaffare che attanagliava l'Italia e di spiegare i terribili attentati del 1992 con l'esclusiva follia sanguinaria dei corleonesi assecondata da qualche settore, rigorosamente "deviato", dello stato. Della crociera del Britannia non si è invece mai parlato seriamente, quasi si trattasse di cronaca locale di quart'ordine. Vecchi trucchi che non smettono mai di garantire risultati, a quanto pare. Tuttavia, nel corso di un'intervista resa al quotidiano romano "Il Tempo" il 6 dicembre 1996, l'ex ministro degli interni Vincenzo Scotti spiegò che nel febbraio 1992 i servizi segreti e il capo della polizia Vincenzo Parisi redassero e fecero pervenire sulla sua scrivania un rapporto in cui erano sommariamente elencate e descritte le modalità di un imminente piano di destabilizzazione politico, sociale ed economico dell'Italia, orchestrato da svariate forze internazionali in combutta con alcune potentissime lobbies finanziarie. Il piano in questione, secondo quanto affermato da Scotti, comprendeva attacchi diretti di varia natura ad alti rappresentanti delle istituzioni e al patrimonio industriale e bancario di stato. In effetti le tessere si inseriscono alla perfezione nel mosaico descritto da Scotti. Una classe politica completamente screditata e conseguentemente distrutta da un lato dalla campagna giudiziaria "Mani Pulite" portata avanti da una magistratura a orologeria, che ha agito con modalità decisamente discutibili e una tempistica assai sospetta, dall'altro dall'incapacità di tenere a bada i deliri di onnipotenza della mafia, che mai in passato era apparsa così invincibile. Le due vicende, mixate e strumentalizzate a dovere dai media di riferimento dei poteri forti sopra nominati, portarono all'inevitabile esautorazione degli esponenti del cosiddetto "pentapartito" (DC, PLI, PSI, PSDI, PRI) retto sull'asse DC - PSI e alla loro sostituzione con rinnegati del comunismo, che sono andati a formare governi pieni zeppi di tecnocrati reduci dalla crociera sul Britannia e di altri ben noti elementi come Prodi (ex "senior advisor" della Goldman Sachs), Ciampi (lo strenuo "difensore" della lira), Padoa Schioppa (membro attivo dei quel covo di vampiri che risponde al nome di BCE) o Amato (il primo "svenditore"), personaggi sul cui operato e sulle cui "amicizie" urgerebbe fare un minimo di chiarezza, che per ora non si intravede. Visti i miracoli compiuti dai santi e beati, dai "salvatori" (Draghi su tutti) che ancora oggi vengono acclamati a gran voce dalle masse manifestanti ossessionate dall'ingordigia del "Caimano", è forse opportuno chiudere questa rapida disamina degli orrori con un passo scritto dall'Innominato, colui il quale è stato assurto a status symbol della corruzione, il ladro per antonomasia, la figura su cui si è abbattuta con inedita furia la scure di "sacrosanta" (e altrettanto idiota e sconsiderata) indignazione popolare; il borioso Bettino Craxi che, nell'isolata latitanza di Hammamet, ebbe a scrivere che "Sarebbe interessante riuscire a ricostruire, almeno in parte limitata, la lista dei maggiori soggetti, internazionali e nazionali, che parteciparono allora alla grande manovra speculativa. E' evidente che nelle acque della speculazione si mossero a proprio agio anche astuti squali della finanza italiana e forse anche banche nazionali, presumibilmente tutti bene informati di dove si sarebbe andati a finire. Secondo notizie di stampa, uno degli operatori internazionali sarebbe stato il solito Soros, finanziere americano di larghe vedute e di grandi possibilità, quello che ebbe a dire che l'Italia era un "Boccone ghiotto". Speculando contro la lira, sempre secondo queste notizie, avrebbero realizzato in quattro e quattr'otto utili intorno ai 280 milioni di dollari, con un investimento di 50 milioni (...). Tutto questo naturalmente è finito di corsa in cavalleria. Nessuno si è mai preoccupato di ricostruire la stravagante e singolarissima vicenda, e di chiederne conto agli autori che, con la loro condotta inadeguata, furono responsabili di un autentico disastro finanziario. Alcuni di loro appartengono semmai al gruppo di quanti vediamo sempre, ancora oggi, candidati a tutto e circondati da aureole di olimpica sacralità. Un brutto vezzo di un "Bel Paese". Uno di loro, che di quella assurda e inspiegabile strategia della sconfitta fu il principale responsabile [Ciampi], fu poco dopo persino premiato con la carica di presidente del Consiglio e ancora oggi è nientemeno che il ministro del Tesoro, che pontifica sul risanamento delle finanze pubbliche che, almeno in quel caso, certo non secondario, ha contribuito non poco a dilapidare. Ma, come vediamo, quello che succede in Italia non succederebbe in nessuna democrazia e in nessuna società industriale avanzata del mondo".

da "Il primo attacco all'italia" (di G. Gabellini) - http://conflittiestrategie.splinder.com ... -gabellini



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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