11/05/2012, 00:12
Joseph Stieglitz rivela i nomi della cupola finanziaria internazionale. Si chiama I.S.D.A. e la sede centrale è a Londra..
Chi ha incontrato Mario Monti, a New York, quindici giorni fa, di talmente importante, da fare in modo che nessun giornalista, curioso, (e tantomeno bloggers indipendenti) potessero sostenere di averli visti insieme?
In teoria, la persona più importante che lui ha visto in Usa è stato Barack Obama. Dopotutto si tratta del comandante in capo del più potente esercito mai esistito. Macché. Se Monti è un semplice ragioniere, Obama è, diciamo così, un solidissimo direttore generale.
Poi ci sono altri, nei piani alti. Il nostro baldo premier sembra che abbia incontrato un piccoletto anonimo,
un signore di Singapore, totalmente sconosciuto ai più. Il suo lavoro ufficiale consiste nell’insegnare all’università di Toronto “pianificazione dei sistemi di telecomunicazione avanzata” nella facoltà di ingegneria elettronica. E’ un grande esperto (considerato tra i primi cinque esperti al mondo) in “gestione delle risorse energetiche europee e sue applicazioni economiche”. Vabbé che è un professore pure lui, e tra professori si capiscono. Ma non basta per incontrarlo.
L’anonimo piccoletto di Singapore ha anche un’altra curiosa particolarità. Che a noi ci interessa. Eccome se ci interessa!!!
Dai primi di quest’anno 2012, infatti, questo professore ha trovato un nuovo lavoro. Glie lo hanno dato gli arabi. Per essere precisi gli emiri. Per essere ancora più precisi: gli sceicchi che rappresentano gli interessi petroliferi e finanziari dell’Emirato Arabi Uniti a Dubai.
In Usa è considerata la cupola finanziaria sovranazionale planetaria. E’ un acronimo. E’ il datore di lavoro di Mario Draghi. Praticamente è ufficiale, questo è il bello.
Costoro, quatti quatti, zitti zitti hanno di recente fatto un acquisto in apparenza disastroso: la più alta quota di maggioranza in Unicredit, la cosiddetta “banca del made in Italy” in teoria simile alla nave Concordia, dato che ha soltanto debiti, ma rappresenta la Repubblica Italiana (così recitava la pubblicità mandata in televisione per sedurre i gonzi italioti con patriottico cuore, pronti a versare i propri risparmi per acquistarne le azioni).
Possiedono, infatti, gli emiri, dal 28 gennaio 2012 il 6% del capitale finanziario della banca –sufficiente per imporre ogni decisione – attraverso un fondo reale del Dubai che si chiama “Abaar Investment Fund”.
Gli emiri hanno convocato a Dubai il nostro piccoletto anonimo e gli hanno delegato la rappresentanza. E così, l’ometto, alias “the professor”, alias “controllore della pianificazione investimenti in Europa di Unicredit” si è messo al lavoro.
Alias Lim Teng Joon: un genio della finanza al servizio dei cinesi. Un genio delle telecomunicazioni strategiche. E’ stato immediatamente cooptato come unico….forse è meglio ripeterlo….UNICO…rappresentante italiano (non è folle che noi italiani siamo rappresentati da un piccoletto di Singapore che in Italia non c’è mai neppure stato?) all’interno della più potente organizzazione finanziaria planetaria, che attualmente gestisce un capitale complessivo di 47 mila miliardi di euro. Questa è la cifra che la cupola tratta.
L’organizzazione ha sede a Londra. Si chiama I.S.D.A.
In Usa è considerata la cupola finanziaria sovranazionale planetaria.
E’ un acronimo. E’ il datore di lavoro di Mario Draghi. Praticamente è ufficiale, questo è il bello. Anzi, il triste. Per non dire, il tragico. Chi lo dice, questo? Il sottoscritto: macché. Il furioso Paolo Barnard?: proprio no. Il Wall Street Journal, allora?: no no no. Ce lo rivela, con parole semplici, dirette e un solo condizionale, il premio nobel per l’economia Joseph Stieglitz, ormai reo-confesso (“sì sono io la Gola Profonda di “occupy wall street” e allora?” confessione fatta a Bloomberg television in data 12 febbraio 2012) in un articolo pubblicato in data 6 febbraio 2012 da un modesto giornale studentesco della Columbia University dove lui insegna Economia, dato che la rivelazione è stata fatta, così, volutamente en passant, nel corso di una lezione registrata dagli studenti.
In tale articolo, Stieglitz ci spiega che la Bce non decide un bel nulla. Bensì, esegue gli ordini dell’I.S.D.A.
L’acronimo sta per “International Swaps and Derivatives Association”.
Secondo Stieglitz, sono loro a decidere il destino della Grecia sono loro che hanno deciso e stanno decidendo su come la Bce deve o non deve occuparsi della gestione della finanza in Europa. Il tutto non è stato presentato come uno scandalo, né come una notizia da scoop, né come un allarme clamoroso. Non è nella tradizione di Stieglitz.
L’esimio professore non è in cerca né di visibilità (non ne ha bisogno, dato che è il numero 1 al mondo) né tantomeno di pubblicità (ne ha fin troppa). Lo ha fatto commentando con i suoi studenti la situazione finanziaria dell’Europa, delle richieste fatte a Italia e Spagna e dell’imposizione dei tagli alla Grecia.
Tradotto e in sintesi, Stieglitz ci annuncia che la Bce è sottoposta a ordini esterni di privati, i quali porteranno l’economia europea al disastro. Intendiamoci, a naso e istinto lo sapevamo già. Ma è utile sapere nomi e cognomi, date e dati, quando l’informazione la dà un premio nobel dell’economia stimato in tutto il mondo.
E perché lo fa? Perché la lezione che stava tenendo era di “democrazia e politica”, con il sottotitolo: “quale governance nell’interesse dei cittadini delle nazioni democratiche?”. E poi, perché ci teneva a fare il mago. Alla fine della sua lezione, infatti, ha predetto (davvero uno stregone) che “l’Isda annuncerà formalmente sul suo sito di qui a qualche giorno che posizione l’Europa deve assumere rispetto alla Grecia.
Sono un’associazione di industriali, non sono mica clandestini. Loro sono orgogliosi di essere al comando delle operazioni e da un mese a questa parte ci deliziano nel loro sito con il racconto addirittura sfacciato relativo a ciò che stanno facendo.
Quando loro parlano e scrivono sul sito, al massimo dopo 48 ore parlano la Merkel, Sarkozy, Monti”. Agghiacciante. Immancabilmente la profezia di Stieglitz è diventata realtà. E così, sul sito dell’Isda, in data 27 febbraio è comparso un comunicato stampa che sembrava inviato direttamente dal fronte di guerra. Il che ci chiarisce la posizione dei tedeschi, da efferati padroni integerrimi ridotti, povere stelle, a efficienti quanto efficaci ragionieri sottoposti.
Il comunicato, infatti, specifica che si riserva il diritto di stabilire se tutta la manovra finanziaria relativa alla Grecia può funzionare o meno (naturalmente per i loro interessi). Il che vuol dire che se loro decidono che non funziona, andiamo tutti a picco.
Non è una notizia clamorosa. Forse, per i più, non è neppure una notizia. Diciamo che è un buon segreto di Pulcinella. Ma è bene cominciare a passare dagli stereotipi alle informazioni garantite.
E soprattutto con nomi e cognomi, in modo tale da avere un quadro esauriente e veritiero su chi è al comando delle operazioni e chi decide per davvero. Se non altro, quando (nel caso esista qualcuno che in Italia intenda farlo potendoselo permettere) si va da Mario Monti in conferenza stampa o alla tivvù, si possono fare domande precise e nette a proposito di questi signori.
Ecco l’elenco dei nomi dei funzionari preposti alla gestione di quello che loro chiamano “il pacchetto Europa”.
Lista dei direttori:
Stephen O’Connor Morgan Stanley
Michele Faissola Managing Director Deutsche Bank
Gay Huey Evans Consultant Executive ISDA
Diane Genova Treasurer JPMorgan Chase & Co.
Guillaume Amblard Global Head Fixed Income Trading BNP Paribas
Brian Archer Managing Director Global Head Trading Citi
Martin Chavez Managing director Goldman Sachs & co.
Bill De Leon Global head of Portfolio risk management PIMCO
Thibaut De Roux Global head of structured derivatives HSBC bank
Nitin Gulabani Global head of Rates Standard Chartered Bank
George Handjinicolauou Deputy Chief Executive Officer ISDA
Harry Harrison Head Rates trading Barclays Capital
Alan Haywood Head Commercial Development BP p.l.c.
Peter Healey Fixed Income, Currency, Gold & Silver UBS AG
Jonathan Hunter Managing Director Fixed Income RBC Capital Markets
Jeroen Krens Managing director risk trading RBC market & Capital
T.J.LIM Global Co-Head of Markets Unicredit
Eric Litvack Chief Operating Global Equity Flow Societè Generale
Ted MacDonald Managing Director of Shaw The D.E. Shaw Group
Yutaka Nakajima Senior Managing Director Nomura Securities
Robert Pickel Chief Eexecutive Officer ISDA
Gerard Sheebacher Head Global Rates, Foreign Exchange and Structured Credit Trading Bank of America, Merryl Lynch
Yasushiro Shibata Head Fixed Income Group Mizuho Securities
Eraj Shirvani managing director Head Fixed income Credit Suisse
Stuart Spodek managing director Black Rock Investment
Emmanuel Vercoustre Head of AXA Bank Europe AXA Bank of Europe
Lili Wang….executive director and senior e vice-president… ICBC Ltd
Come noterete non c’è nessun italiano. Il che è una notizia. Non piacevole per i mitomani, ma mi auguro lo sia per tutti gli altri cittadini che ragionano. Così quando sentono il ragionier Monti che ci spiega come adesso contiamo in Europa, ecc., gli si può sempre dire “come mai visto che contiamo tanto non c’è nessun italiano seduto nel consiglio direttivo dell’I.S.D.A.?”. La risposta, molto probabilmente sarà “Non so che cosa sia questa sigla”.
Avrete notato che c’è Unicredit. Siamo rappresentati dal piccoletto di Singapore: il nostro Lim Teng Joon. In teoria, e in pratica, con la totale complicità del primo ministro in carica Mario Monti, e del PDL, PD, UDC, FLI, API che lo appoggiano, il nostro unico rappresentante è un anonimo quanto geniale ingegnere di Singapore che lavora per gli emiri del Dubai e ha rappresentato per quindici anni gli interessi finanziari dei cinesi.
Vi sembra normale, tutto ciò? Non pensate che sarebbe il caso di cominciare a far domande a furor di popolo? A pretendere delle risposte? Vogliamo che la gentile e squisita generosità di Joseph Stieglitz non trovi da noi una sponda? Vogliamo far credere al premio nobel per l’economia che siamo insipienti? Ingrati? O peggio ancora: indifferenti alle notizie che lui divulga? In Germania e Francia hanno cominciato la diffusione, analisi, dibattito e discussione sull’.I.S.D.A., sulle sue funzioni, sulle sue modalità, sulla sua natura. Sono 862 membri. Consiglio a chiunque sia in grado di leggere in inglese di andare a leggere il loro sito: troverà tutto lì.
http://www2.isda.org/
Per quanto riguarda il nostro prode ometto di Singapore, il geniale professor Lim Teng Joon, va ricordato che è il più grande esperto al mondo in “Energy harvest” (ovverossia “raccolta e sfruttamento energetico” oltre ad essere il riconosciuto inventore della “cognitive radio system”, nonché direttore generale del “Sistema Informatico Europeo Operativo nel campo delle Transazioni Elettroniche”. A Bruxelles è il duce.
Certo, con tanti cervelloni europei, a me sembra quanto meno strano che un anonimo signore di Singapore sia riuscito ad avere un potere così forte, così vasto, al punto tale da poter andare in giro per il mondo e con il suo inglese -.peraltro declinato in maniera non certo decorosa- presentarsi a chiunque sostenendo, a ragione “Salve io rappresento Unicredit”.
Buona fortuna a tutti noi.
Articolo di Sergio di Cori Modigliani
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... hiedo.html
http://www.stampalibera.com/?p=44631
11/05/2012, 11:33
11/05/2012, 12:17
11/05/2012, 12:26
11/05/2012, 12:58
Atlanticus81 ha scritto:
http://apocalisselaica.net/varie/miti-m ... anazionale
Joseph Stieglitz rivela i nomi della cupola finanziaria internazionale. Si chiama I.S.D.A. e la sede centrale è a Londra..
Chi ha incontrato Mario Monti, a New York, quindici giorni fa, di talmente importante, da fare in modo che nessun giornalista, curioso, (e tantomeno bloggers indipendenti) potessero sostenere di averli visti insieme?
(cut)
Buona fortuna a tutti noi.
Articolo di Sergio di Cori Modigliani
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... hiedo.html
http://www.stampalibera.com/?p=44631
11/05/2012, 20:18
11/05/2012, 21:09
Ecco il simbolo della nuova dittatura europea. In memoriam di Sandro Pertini
di Sergio Di Cori Modigliani
L’immagine che vedete qui riprodotta in bacheca è un logo, un acronimo. Un simbolo. E’ bene visualizzarlo con attenzione. Ma soprattutto leggere ciò che sta dietro (e soprattutto sopra).
Diventerà, a breve, il nostro pane quotidiano. Ossessivo. Contundente. Costante.
Né più né meno di quanto non lo fossero i fasci da combattimento nel 1925, le croci svastiche nel 1935, le falci e martello di sapore sovietico nel 1955.
Come ci ricorda lo splendido scrittore Jack London nel suo celebre romanzo “Il tallone di ferro” nel delineare la genesi di una dittatura planetaria, “si presenteranno agli inizi bardati di stemmi, simboli e gonfaloni magari addirittura camuffati da paladini e difensori della libertà dei popoli”.
Neppure io ci avevo fatto caso.
Ne conoscevo il progetto e ne avevo un’idea vaga, basata su quanto avevo letto sui giornali, sia italiani che europei. Ma non conoscevo i dettagli, e soprattutto la specifica precisione chirurgica delle date, il che conferma come tutto ciò di cui siamo testimoni oggi, dallo spread su o giù, dalla borsa su o giù, dal fallimento sì o no di una grande banca, di una grande nazione, di una importante multinazionale, siano tutti elementi calcolati, previsti, pilotati, applicati da un management occulto sovranazionale il cui fine palese consiste nell’appropriarsi di un intero continente (in questo caso specifico la nostra cara Europa) perché sono riusciti a gettare le basi di un sistema operativo legale, con specifici dispositivi in automatico, che scatterà meccanicamente e non sarà più possibile né fermarlo né contestarlo e tantomeno opporvisi. Per portare fino in fondo questo atto di pirateria estrema, a loro manca ancora un ultimo tassello, quello definitivo: l’accordo che hanno già firmato deve essere ratificato “ufficialmente” dai rispettivi parlamenti nazionali.
Una volta approvata la Legge, “magicamente” le singole nazioni si estingueranno nella realtà pratica dei fatti, sena sparare un colpo, senza dire una parola, ma soprattutto senza che la gente ne venga messa al corrente.
Per impedire che, nell’affrontare lo scoglio specifico di un dibattito parlamentare ampio con partecipazione mediatico-televisiva dei singoli popoli, si corra il rischio di opposizioni, antagonismi forti e addirittura un voto negativo di alcune nazioni, faranno in modo di determinare una situazione che -secondo bloggers indipendenti olandesi e scozzesi (in questo momento i più attivi e scatenati nella denuncia, che già sono partiti nel diffondere il tam tam in rete)- provocherà una situazione di tale drammaticità, emergenza economica e sconquasso finanzario per cui il varo di questa specifica “Legge” verrà presentato come la panacea di tutti i mali, la risoluzione della crisi economica, e il salvataggio dell’Europa.
Ne sarà invece la tomba.
Ma è bene fare un piccolo passo indietro e spiegare di che cosa si tratta e di che cosa sta accadendo in questi giorni convulsi in Europa.
Una settimana fa, per un puro caso, stavo guardando una trasmissione televisiva su Rai3, di ascolto limitato, “TG3 Linea Notte” verso l’una del mattino, quindi ad un’ora poco accogliente per la massa. Si parlava delle solite cose, dello spread, dell’Europa, ecc.
Si facevano ascoltare le opinioni dei soliti noti, visibili e ormai riconoscibili a tutti. Per una pura coincidenza, del tutto casuale, una delle personalità che avrebbe dovuto dire la sua (un economista della Bocconi) si era reso indisponibile. E così, all’ultimo momento era stato sostituito –volevano metterci una faccia nuova- da una giovane economista siciliana, un dirigente dell’Idv, il che consentiva alla testata di rispettare la par condicio.
E così compare questa ragazza molto giovane (neppure trent’anni) presentata come “Studiosa di diritto ed economia applicata all’università di Palermo, dove presta servizio come ricercatrice scientifica nel campo dell’economia delle nazioni in qualità di precaria”. Il suo nome. Lidia Undiemi.
Siccome la trasmissione era virata pochi minuti fa sulla questione dei precari, stavo per lanciarmi in uno zapping immediato per evitare la consueta lagna e tiritera. Ma dopo tre parole, mi metto ad ascoltare.
La Undiemi, invece di rispondere alla domandina di rito “lei che è una giovane scienziata, che fa ricerca applicata, come vive il disagio del suo essere precaria in Sicilia?”.
La giovane donna, con una splendida faccia tosta, risponde come se nulla fosse, bypassando lo sciocco quesito. E dice testuali parole: “La politica di Mario Monti e, mi dispiace aggiungere, anche di Barack Obama, è semplicemente fallimentare e porterà l’Europa a un imminente disastro perché stanno immettendo liquidità dentro un secchio bucato, approvvigionando banche sull’orlo del fallimento.
I 125 miliardi di euro che Monti sta spremendo agli italiani, tramite un dispositivo del fonda salva-stati che io ho studiato con attenzione perché è il mio lavoro, non finiranno nel bilancio della Repubblica Italiana, bensì nel cosiddetto “Fondo salva-stati”…..a questo punto, si sentono dei rumori di fondo e si capisce che nello studio c’è sconcerto.
Ma evidentemente non potevano tagliare. La giovane economista, quindi, prosegue: “L’aspetto saliente consiste nel fatto che il Fondo Salva-Stati non sarà più gestito dalle istituzioni nazionali, e neppure da una istituzione comunitaria dell’Unione Europea, bensì da un’organizzazione finanziaria intergovernativa.
I soggetti che gestiranno questo fondo godranno di totale immunità e carta bianca nell’applicazione delle manovre finanziarie. Il governo Monti non ha informato i cittadini che ignorano il varo di questo dispositivo. Si tratta della fondazione di una dittatura economica”.
A questo punto il collegamento da Palermo si è interrotto e lei è sparita.
Sono rimasto colpito, perché l’economista non aveva l’aria di una facinorosa e tantomeno di un’estremista farloccona. Vado in rete e clicco alla ricerca di informazioni, come avrebbe fatto chiunque di voi. Vengono fuori delle notizie su di lei dal sapore gossip (non molte ma ci sono) che ruotano intorno allo slogan (essendo l’economista anche una bella donna) “questa bella donna non piacerà mai a Berlusconi”.
Dopodichè cerco ESFM e trovo parecchio “materiale ufficiale” dove mi spiegano che l’European Stability Financial Mechanism è la soluzione politica dei problemi finanziari europei e ci salverà a tutti.
Mi metto in collegamento con alcuni bloggers europei di cui mi fido e chiedo ragguagli per essere informato meglio.
Dopo due giorni comincio a ricevere del materiale, delle risposte, e infine mi comunicano che in Olanda, Scozia, Danimarca hanno già iniziato a far scattare un tam tam di allerta cercando di spingere la gente a “pretendere che venga ufficialmente pubblicato il Trattato firmato da Italia, Francia e Germania in data 2 febbraio 2012 a Bruxelles, per intero, con tutte le clausole annesse e che venga spiegato subito ai singoli popoli che tale trattato deve essere ratificato entro primavera per diventare automaticamente esecutivo a partire dal 1 luglio 2012”.
(cut)
Il linguaggio non è semplice da decrittare, perché pieno di terminologia tecnico-finanziaria molto specifica. Ma alcuni passi sono chiari, soprattutto quando si spiega che le nazioni “perdono il diritto di poter avere accesso a meccanismi di sovvenzione, aiuto e salvataggio finanziario nel caso non rientrino nei parametri stabiliti, pena la automatica e immediata cancellazione anche di patti regressi”; e più avanti spiega come l’erogazione del finanziamento di questo super-ente (garantito dal Fondo Monetario Internazionale e dalla BCE) viene elargito ponendo come condizione la garanzia di tutto il sistema di proprietà di beni nazionali pubblici: acqua, energia, comunicazioni, infrastrutture.
Per farla in breve: sale lo spread, l’Italia ha bisogno di una mano dall’Europa, la ottiene senza nessuna necessaria trattativa.
”Automaticamente e immediatamente” –faccio un qualunque esempio a caso- la gestione del sistema della metropolitana di Milano, o la gestione delle fonti naturali d’acqua, o il pacchetto di maggioranza di Finmeccanica passano sotto il controllo dell’ ESFM, che uno voglia o non voglia. Poiché il trattato è stato approvato dai singoli parlamenti, non c’è alcun bisogno che i singoli governi comunichino ai cittadini l’accadimento. Non farà notizia.
Veniamo alle informazioni. Chiunque sia interessato –dovrebbe essere un dovere perché riguarda tutti i popoli d’Europa- può intanto andare a vedersi il video lanciato su you tube dall’economista Lidia Undiemi.
Oppure può scriverle per chiedere dettagli e ragguagli a li.undiemi@gmail.com. Potete ricevere anche materiale in pdf.
Quello che lei spiega è che hanno creato una entità finanziaria sovranazionale che esula anche dal controllo dell’Unione Europea. La BCE, infatti, viene definita “ausiliaria”. Si tratta di un super-governo legalmente valido composto da un pool di creditori internazionali. A questo nuovo super-ente gli Stati partecipano non più come governi-sovrani bensì (così lo definisce la Undiemi) “in qualità di soci debitori”.
Nel nome di questi principii, l’Italia, la Spagna, il Portogallo, ecc., ricevono istruzioni sulle (così è scritto nel Trattato ufficiale) “….specifiche manovre correttive di bilancio che ogni singolo Stato è tenuto a predisporre immediatamente al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il potenziale default”.
L’ESFM quindi, potrà predisporre a proprio piacimento come e quando svuotare le casse dei singoli Stati senza che venga data nessuna comunicazione ai cittadini. Il cittadino, quindi, si trova in una situazione per cui non viene più riferita né la ragione né il motivo per cui questa o quella Legge viene passata (soprattutto tagli alla spesa pubblica, ecc.) dato che l’unica argomentazione che viene prospettata è “o è così oppure il baratro”.
Ma c’è dell’altro, che è ciò che a me importa più di ogni altra cosa.
Il super-ente ESFM gode, per statuto riconosciuto da 26 paesi dell’Unione Europea (la Gran Bretagna si è rifiutata di aderire) di una totale impunità extra-legale.
Nel comma tre dell’articolo due del Trattato (già firmato da Mario Monti) si legge “nel trattato fondativo, l’ESFM, il suo personale, i suoi dirigenti, i suoi beni, godono dell’immunità di ogni forma di giurisdizione”, tradotto vuol dire che un qualunque rappresentante di tale ente può venire in Italia prendere a randellate un passante e non può essere sottoposto a incriminazione perché gode “di immunità da ogni forma di giurisdizione”, come un diplomatico di carriera.
In aggiunta, viene specificato che non viene data a nessun giudice di nessun paese la possibilità neppure di leggere documentazione alcuna inerente a tale ente perché, così recita il Trattato “l’EFSM non può essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative e normative, trovandosi nella condizione di soggetti operanti sotto la condizione extra-giudiziale”.
In Olanda si stanno scatenando su questo e hanno aperto un sito per allertare il resto d’Europa, che si chiama “Money for nothing”. (money-for-nothing.nl) oppure “alles overhet monetaire system”. Purtroppo è scritto solo in olandese (ma lo traduce google) perché è una chiamata alle armi per gli olandesi (saranno il primo parlamento a dover discutere la firma del Trattato). Ma c’è un altro link.
Un certo Thomas Moerman, scozzese. Trovate il tutto sotto thomas moerman.eu/post/.
Dobbiamo far qualcosa perché si accenda il dibattito su questo prima che chiudano l’accordo politico tra Mario Monti da una parte e PD PDL Udc dall’altra, votando la Legge senza che nessuno ne sappia nulla.
Ci tenevo a informare i miei lettori, di tutto ciò, oggi.
E’ il mio modo di commemorare il 22 esimo anniversario della dipartita estrema di Sandro Pertini, un italiano per bene. Lasciamo perdere la retorica e le celebrazioni.
So soltanto che se lui fosse stato vivo avrebbe preso Mario Monti e l’avrebbe volato giù dalla finestra, magari mettendoci sotto un bel materassone per non causargli alcun danno fisico, purchè le tivvù riprendessero il suo gesto.
Era un uomo pragmatico. Dobbiamo diventarlo anche noi.
In calce e a conclusione, la citazione di una sua frase del 1983, a commento dello scandalo della P2. Sono trascorsi da allora 29 anni.
Purtroppo siamo andati indietro.
Sarebbe ora di riprendere il cammino segnato e segnalato da chi ci ha preceduto e aveva costruito una società dall'esistenza sostenibile.
“Noi italiani ci siamo guadagnati la democrazia, quarant’anni fa, con il sangue e la galera. Non dobbiamo permettere, oggi, che la libertà tanto cara venga calpestata e uccisa da ladri, corrotti e malfattori che si stanno annidando nelle istituzioni per svuotarle di senso. Essere italiani, oggi, vuol dire schierarsi e combattere contro il malaffare: esso è il cancro della libertà e della democrazia”.
Sandro Pertini. 10 giugno 1983.
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... atura.html
23/05/2012, 20:35
Le parole di «Satana»
di Giacinto Auriti
Goethe affermava che «nessuno è più schiavo di chi si ritiene libero senza esserlo». Questo principio è particolarmente valido nel sistema monetario vigente. Il cittadino si illude di essere proprietario dei soldi che ha in tasca, mentre ne è debitore.
La banca, infatti, emette la moneta solo prestandola, sicché la moneta circola gravata di debito. Il segno della schiavitù monetaria è data dal fatto che la proprietà nasce nelle mani della banca o, per meglio dire, del banchiere ché emette prestando e prestare è prerogativa del proprietario.
La moneta, invece, deve nascere di proprietà del cittadino perché è lui che, accettandola, ne crea il valore; tanto è vero che, se si mette un governatore a stampare moneta in un isola deserta, il valore non nasce perché, mancando la collettività, viene meno la possibilità stessa della volontà collettiva che causa questo valore.
Come ogni unità di misura (e la moneta è la misura del valore) anche la moneta è una convenzione. Quando la moneta era d’oro chi trovava una pepita se ne appropriava senza addebitarsi verso la miniera. Oggi al posto della miniera c’è la banca centrale, al posto della pepita un pezzo di carta, al posto della proprietà il debito.
Non si può comprendere come sia stata possibile questa mostruosità storica (nata nel 1694 con la Banca d’Inghilterra e con l’emissione della sterlina) se non si muove dalla definizione della moneta strumento (sterco) del demonio. La verità di questa definizione è stata avvertita anche da San Francesco d’Assisi quando vietava ai padri questuanti di ricevere oboli in moneta.
Noi ora ne dimostreremo la piena fondatezza sulla base delle stesse parole di Satana che stanno nel Vangelo. Satana, nel Vangelo, parla tre volte.
Dopo il digiuno di Cristo nel deserto, Satana Gli dice: «Tramuta le pietre in pane». Per lo più queste parole sono interpretate nel senso di considerarle come tentazione in quanto Cristo era affamato e mangiare pane sarebbe stato motivo della tentazione. Questa interpretazione non è accettabile perché la tentazione è sempre relativa ad un peccato e mangiare pane dopo quaranta giorni di digiuno è moralmente ineccepibile.
Dunque la giustificazione delle parole di Satana va intesa diversamente e chi ci dice come interpretare le parole di Satana è proprio Cristo quando, rispondendo a Satana, afferma (Mt. 4,4): «Sta scritto, non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Ciò che sorprende in questa frase di Gesù è la novità della proposta, mai considerata dai teorici dell’interpretazione, di dedurre il significato delle parole non dalla loro espressione letterale, ma dalla bocca che le pronuncia.
Quelle parole erano uscite dalla bocca di Satana; sicché per interpretarle esattamente va considerata l’ipotesi, peraltro assurda, che Cristo avesse accettato l’invito di Satana e trasformato le pietre in pane.
In tal caso avrebbe potuto ben dire a Cristo: “Tu puoi mangiare pane per mio merito perché io ti ho dato il consiglio di trasformare le pietre in pane.”
Quindi Cristo sarebbe stato trasformato da “padrone” a “debitore” del Suo pane. A ben guardare questa ipotesi si verifica puntualmente nell’emissione della moneta nominale.
Quando la banca centrale emette moneta prestandola, induce la collettività a crearne il valore accettandola, ma contestualmente la espropria ed indebita di altrettanto, esattamente come Satana avrebbe fatto se Cristo avesse accettato l’invito di trasformare la pietra in pane.
Se si mette al posto della pietra la carta, ed al posto del pane l’oro, al posto di Satana la banca, si riscontrano nella emissione della Sterlina oro-carta e di tutte le successive monete nominali, tutte le caratteristiche della tentazione di Satana.
Con la costituzione della Banca d’Inghilterra e del sistema delle banche centrali, tutti i popoli del mondo sono stati trasformati da proprietari in debitori ineluttabilmente insolventi del proprio denaro.
La banca, infatti, prestando il dovuto all’atto dell’emissione, carica il costo del denaro del 200%. L’Umanità è così precipitata in una condizione inferiore a quella della bestia. La bestia, infatti, non ha la proprietà, ma nemmeno il debito. È gran tempo ormai che si comprenda che tutti possono prestare denaro tranne chi lo emette.
Con la moneta debito l’Umanità è stata talmente degradata che non a caso si è verificato il fenomeno del “suicidio da insolvenza” come malattia sociale che non ha precedenti nella storia. Ciò conferma la Profezia di Fatima: “I vivi invidieranno i morti”.
Non si possono valutare esattamente le tentazioni di Satana se non le si considerano nel loro contesto globale. Particolarmente significativa, in questo senso, è la terza tentazione (Mt. 4, 8-9): «… Gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro magnificenza, poi disse a Gesù: tutto questo io Ti darò. Se Ti prostri e mi adori».
Adorare prostrati significa mettere Satana sull’altare al posto di Dio. Ciò spiega perché gli adoratori di Satana contestano fondamentalmente e necessariamente l’Eucarestia Cattolica.
La circostanza che il Protestantesimo si sia basato sulla contestazione dell’Eucarestia Cattolica ed abbia promosso la costituzione delle banche centrali come promotrici della moneta-debito parla da se.
Non a caso il parlamento inglese approva nel 1673 il Test Act: l’editto con cui viene dichiarata illegittima l’Eucarestia Cattolica e la Transustanziazione.
Non a caso nel 1694 viene fondata la Banca d’Inghilterra che emette la sterlina sulla regola di trasformare il simbolo di costo nullo in moneta, inaugurando l’era dell’oro-carta.
Non a caso nasce la subordinazione del potere religioso a quello politico quando il re d’Inghilterra diventa anche capo della religione protestante anglicana sovvertendo l’ordine gerarchico del Sacro Romano Impero per cui l’autorità politica era autonoma ed eticamente subordinata alla sovranità religiosa.
Non a caso quando il protestantesimo entra in Europa continentale non fonda una chiesa, ma una banca: la Banca Protestante il cui presidente, il Neker, diventa consigliere di Luigi XIV.
Non a caso tutte le monarchie cattoliche della vecchia Europa si disintegrano perché si indebitano senza contropartita verso i banchieri per la moneta satanica da questi emessa a costo nullo e che gli stessi re avrebbero potuto emettere gratuitamente per proprio conto senza indebitarsi.
Non a caso in Svizzera vige la regola di essere ad un tempo “banchieri” e “protestanti”.
Non a caso la differenza essenziale tra Sacro Romano Impero e Commonwealth Britannico è la moneta. Lì il portatore è proprietario delle moneta, qui è debitore.
Non a caso, dopo aver tolto Dio dall’altare con la negazione dell’Eucarestia Cattolica e fondata la Banca d’Inghilterra, il Commonwealth raggiunge nel 1855 una estensione di 22 milioni e 750 mila chilometri quadrati. Oggi tutto il mondo è Commonwealth.
Tutto il mondo è “colonia monetaria”. Satana, principe di questo mondo, è una persona seria: mantiene le promesse fatte a fin di male. Dopo che il male è stato fatto concede ai suoi adoratori il dominio su tutti i popoli del mondo. Su queste premesse ci si spiega anche la tentazione di Satana quando esorta Cristo a gettarsi dalla cima del tempio della Città Santa.
Chi è padrone di tutto il mondo e di tutto il denaro del mondo, o perché lo possiede o perché ne è creditore, non desidera sovranità e ricchezza perché già le possiede, ma ha sete di vanagloria. Si giustifica così anche questa tentazione.
Fonte: http://www.nwo.it/parole_satana.html
27/05/2012, 09:04
28/05/2012, 13:12
Sheenky ha scritto:
LA STORIA OCCULTA DELLA MASSONERIA
Fonte: http://mikeplato.myblog.it/archive/2010 ... grete.html
28/05/2012, 13:24
28/05/2012, 14:02
30/05/2012, 18:52
30/05/2012, 18:55
Wolframio ha scritto:
Purtroppo i vermi hanno intaccato tutte le mele in apparenza sane della cesta
http://www.horizons-et-debats.ch/index.php?id=3328
«METREX» : La Megalomania senza limiti del Nuovo Ordine Mondiale
COS'E' “METREX” E COME SI DISGREGANO INSIDIOSAMENTE LE FRONTIERE NAZIONALI
L’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo” è plasmata ad immagine e somiglianza dell’associazione internazionale “METREX”, la cui missione consiste nel disintegrare le frontiere internazionali e nel creare nuove regioni sovrastatali, non più controllate democraticamente. L’Associazione ha sede in Belgio e sottosta dunque alle leggi belghe. I parallelismi con l’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo” sono eclatanti. Si capisce chiaramente su che basi si fonda l’ideatore dello Spazio metropolitano di Zurigo, l’ex consigliere di stato Markus Notter.
Horizons et Débats
http://www.horizons-et-debats.ch/index.php?id=3328
E’ evidente per tutti coloro che hanno indagato almeno un pochino che il concetto di spazio metropolitano europeo è stato creato dietro le quinte dell’UE. Tutto ciò che contribuisce a dissolvere le frontiere storiche, come i parchi naturali, che vanno oltre non solo le frontiere cantonali ma anche nazionali, come i differenti programmi Interreg, sono il prodotto di pianificatori strategici dell’UE, di una UE in fallimento. METREX è stato creato nel 1996, nel corso di una conferenza di Spazi metropolitani tenutasi a Glasgow, con l’aiuto della commissione europea allo scopo di cancellare le frontiere nazionali, con la scusa eufemistica di una cooperazione più stretta tra gli Spazi metropolitani al di là delle frontiere. METREX cita come padre di questa idea uno “dei più importanti pianificatori europei, l’ecologista e pedagogista Patrick Geddes (1854-1932), che ha concepito il centro della città di Tel-Aviv e si è occupato principalmente della pianificazione delle metropoli.
METREX, abbreviazione di Metropolitan Exchange, si considera come “una rete di specialisti pratici. Possono diventarne membri coloro che partecipano al processo di decisione della pianificazione del territorio e di questioni collegate, questioni sociali, economiche e di protezione dell’ambiente; si tratta sia di politici che di funzionari e dei loro consiglieri”. Dalla nascita del METREX, ad oggi esistono in Europa “più di 100 Spazi metropolitani riconosciuti” comprendenti più di 500.000 abitanti.
Lo scopo dell’associazione, grazie ad una stretta collaborazione, è dissolvere a poco a poco gli Stati nazionali cancellandone le frontiere, beninteso senza nessuna legittimità democratica.
Quando si studiano i documenti pubblicati da METREX, si scopre, oltre allo statuto dell’Associazione, una lista di città associate. Finora hanno aderito circa 50 città europee, o Spazi metropolitani, quasi solo città con le loro periferie, appartenenti a Stati dell’UE. Quando si legge la lista fino in fondo, si scopre con stupore che pure lo Spazio metropolitano di Zurigo è membro e che è rappresentato dall’”Associazione centrale di Zurigo e periferia”. L’affiliazione all’Associazione ha un costo e sarebbe interessante sapere se i parlamenti dei cantoni o delle città associate, così come i cittadini dei diversi comuni siano stati consultati e se abbiano approvato l’affiliazione a METREX e se siano stati informati delle spese che ne risulterebbero.
L’Associazione aggira deliberatamente le strutture statali e si considera rappresentante delle città e delle loro zone residenziali.
Il termine “governo metropolitano”, che indica semplicemente il pilotaggio dei grandi agglomerati, chiarisce la visione politica. Secondo METREX, ciò rappresenta il livello in cui la pianificazione del territorio europeo può essere realizzata nella maniera più efficace. Senza “governo metropolitano” gli abitanti delle regioni metropolitane non hanno voce sulle questioni chiave che riguardano il loro avvenire.
Una piccola élite si è creata un organo con cui aggirare completamente le deboli strutture democratiche dell’UE e si arroga il diritto di rappresentare gli abitanti degli spazi metropolitani, che essa stessa ha creato, concedendosi la competenza di concretizzare politicamente i suoi auspici. E’ assurdo. Non solo le popolazioni coinvolte non hanno avuto voce in capitolo dalla creazione dell’Associazione, ma non partecipano nemmeno al processo decisionale.
Questo significa che METREX non ha alcuna legittimità democratica. Esiste un gran numero di gruppi e di organizzazioni che si considerano come federazioni o centri di coordinamento degli “spazi metropolitani”. Tutti i programmi Interreg dell’UE mostrano che si vogliono distruggere le frontiere nazionali ed edificare nuove strutture. Associazioni di diritto privato, come l’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo”, iniziano ad assumere missioni sovrane, senza mai aver ricevuto un ordine democratico. Bisogna perciò informare i cittadini, perché sono veramente pochi coloro che sanno dell’esistenza degli spazi metropolitani e del modo di agire di METREX, che si è appropriato di competenze enormi, in definitiva. Peraltro questa Associazione vive a spese dei contribuenti, mentre il denaro manca per i bambini, gli anziani, i malati, i disoccupati.
A proposito della tabella qui sotto
La procedura di adesione di due spazi metropolitani, Marsiglia e Istanbul, è in corso. L’Associazione è composta da 48 spazi metropolitani spesso rappresentati da più organizzazioni. Quello che colpisce è che molti spazi metropolitani si trovano in paesi UE in fallimento.
Si vuole creare una dipendenza rispetto agli stati ricchi dell'UE per rifinire la dittatura dell'Unione Europea prima che tutto crolli?
Regioni metropolitane
La tabella la vedete nello screen che ho inserito ad inizio post
Fonte:
http://www.vocidallastrada.com/2012/05/ ... i-del.html
31/05/2012, 01:59
ubatuba ha scritto:
La lunga marcia di logoramento dell’Italia
Dietro le forti pressioni esercitate dalla Commissione Europea e dagli organismi dell’Antitrust sia europeo che italiano, l’ENI si accinge a cedere la propria quota di controllo (51%) della Snam. Le ragioni che stanno alla base dello scorporo discendono tutte dal mantra liberista venerato acriticamente dalle istituzioni europee, secondo il quale sottraendo la distribuzione all’azienda si attiverebbe un circolo virtuoso di “sana” concorrenza che garantisca a tutti gli operatori del settore le pari condizioni di accesso che il controllo della Snam da parte dell’ENI avrebbe compromesso. Le compagnie statunitensi, francesi e britanniche avevano caldeggiato con forza questa svolta, in virtù del fatto che dal loro punto di vista lo scorporo della Snam comporta un netto indebolimento dell’ENI.
L’hedge fund statunitense Knight Winke, che controllava una quota ridotta del pacchetto azionario dell’ENI, aveva invece svolto un lavoro “interno” all’azienda, intraprendendo un’opera di convincimento nei confronti dell’azionariato incardinata sul concetto che vendendo la Snam, l’Ente Nazionale Idrocarburi avrebbe incamerato ricchi proventi che avrebbero a loro volta reso possibile l’allargamento del raggio operativo della società. Quando l’Amministratore Delegato di questo hedge fund è volato in Italia per partecipare alla presentazione del bilancio 2011, egli ha sottolineato che la fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia è subordinata all’implementazione dei piani di privatizzazione delle ultime aziende su cui lo Stato è ancora in grado di esercitare un controllo effettivo, più che nei confronti del debito pubblico.
Il parossismo generale nei riguardi del debito pubblico – che, lungi dall’essere il fulcro del problema come vorrebbe qualcuno, costituisce invece la vera cartina tornasole capace di misurare grado di deterioramento delle altre attività economiche nazionali – non è altro che uno specchietto per le allodole, utile per giustificare lo smantellamento totale e definitivo dell’industria strategica italiana in nome dell’imperativo categorico di “far cassa”.
Per questa ragione il nuovo piano strategico elaborato da Finmeccanica ha suscitato l’approvazione di Morgan Stanley, che ha alzato il rating sulla società romana poche ore dopo che l’Amministratore Delegato Giuseppe Orsi ebbe esternato pubblicamente l’intenzione di “alleggerire” la holding attraverso la dismissione di alcune aziende “meno produttive”.
Parlare, inoltre, di concorrenza in un sistema estremamente corporativo ed oligopolistico come quello dell’energia appare quanto meno fuorviante, dal momento che i prezzi di petrolio e gas vengono stabiliti arbitrariamente da un cartello composto da un pugno di società petrolifere e da un numero altrettanto esiguo di istituzioni finanziarie che speculano sui rialzi. Alla luce di tutto ciò, giustificare l’indebolimento dell’ENI in nome della concorrenza tirando persino in ballo i minori costi che gli utenti si ritroverebbero ad affrontare appare analogo alla crociata guidata dall’attuale esecutivo “tecnico”, che intendeva provocare una diminuzione dei prezzi della benzina liberalizzando le pompe di distribuzione senza prendere in minima considerazione il ruolo di quelle che Enrico Mattei definiva “sette sorelle”. Il che la dice lunga sulla presunta risolutezza del governo Monti, che “non guarda in faccia nessuno”.
L’ultimo tassello da inserire in questo desolante mosaico è costituito dalla nomina ad advisor (consigliere), con compiti di valutazione delle modalità di vendita della Snam, di Goldman Sachs da parte della Cassa di Depositi e Prestiti presieduta da Franco Bassanini, che nel 1992 era salito a bordo del Panfilo Britannia in compagnia di una nutrita schiera di alti esponenti della politica e dell’economia italiana (Ciampi, Draghi, Costamagna, ecc.).
Sull’onda di Tangentopoli si insediò il governo tecnico presieduto da Giuliano Amato, il quale si affrettò a trasformare le aziende pubbliche in Società Per Azioni mente il Fondo Monetario Internazionale segnalava la necessità di provocare una svalutazione della moneta italiana per favorire il processo di privatizzazione. Così, non appena i “tecnici” del governo Amato ebbero incaricato Goldman Sachs di supervisionare alla vendita dell’ENI, il gruppo Rothschild “prestò” il direttore Richard Katz al Quantum Fund di George Soros per imbastire la colossale manovra speculativa contro la lira, provocando una svalutazione della moneta italiana pari al 30%. Ciò consentì ai Rothschild di acquisire parte dell’ENI a un prezzo fortemente “scontato”.
Lo scorporo della Snam appare quindi come una fase avanzata della lunga marcia di logoramento di quel che rimane dell’industria strategica italiana avviata nel 1992, con Tangentopoli e con gli attentati del 1992 che costarono la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle rispettive scorte.
Proprio in questi giorni è stato celebrato l’anniversario della strage di Capaci tra altisonanti discorsi da parte dei più autorevoli esponenti istituzionali. Sarebbe stato interessante se qualcuno avesse osato tirare in ballo le dichiarazione rese dall’ex ministro dell’interno Vincenzo Scotti nel corso di un’intervista resa al quotidiano romano “Il Tempo” il 6 dicembre 1996.
In quell’intervista, Scotti spiegò che nel febbraio 1992 i servizi segreti e il capo della polizia Vincenzo Parisi avevano redatto e fatto pervenire sulla sua scrivania un rapporto in cui erano sommariamente elencate e descritte le modalità di un imminente piano di destabilizzazione politico, sociale ed economico dell’Italia, orchestrato da svariate potenze internazionali in combutta con alcune potenti lobby finanziarie. Il piano in questione, secondo quanto affermato da Scotti, comprendeva attentati di varia natura atti a distorcere la percezione di sicurezza nazionale in seno alla società, in modo da creare un clima di instabilità che spianasse la strada agli attacchi finanziari diretti contro il patrimonio industriale e bancario di stato. Non ricorda qualcosa?
http://www.statopotenza.eu/3809/la-lung ... dellitalia