Capitolo 2 - Inizia il viaggioStava concentrando il suo momento-energia su quel pianeta, in quell'istante di tempo, su un unico pensiero. S'allontanò dagl'infiniti spazi, per sceglierne la singola porzione rappresentata da quell'essere umano.
Il fulcro della sua anima, la sua più intima coscienza, prese contatto con quella del Terrestre.
Era con lui. Pervadendo l'interezza di quell'essere biologico, sentì dentro sé la concretezza di una forma fisica. Non era nuovo alla compenetrazione con un altro agglomerato senziente in "carne e sangue". Mai aveva però intentato questa connessione con un essere così inferiore a Lui.
Nato intorno al trentacinquesimo miliardo di anni, dell'età del piano spazio-temporale in cui si stava intromettendo, apparteneva a quelle entità che anche per i Terrestri dei secoli futuri al suo sarebbero state catalogate come: Cita: Civiltà di 3° livello. Tipologia: Civiltà Multiversali complesse.Si sanno muovere tra vari Universi e possono esistere indifferentemente sotto forma di massa, energia, spazio o tempo.Sono in grado di manipolare masse di materia ed energie a livello galattico.
La vibrazione tra due esistenze che non potrebbero essere più lontane nella loro diversità, infine, si manifestò nel loro totale contatto. Nell'assoluta presenza di entrambi, negli stessi spazi di quella linea temporale. Con questa prima evoluzione di coscienza dell'ignaro terrestre, nacque una storia che millenni più avanti nel tempo, sarebbe entrata nelle memorie di buona parte degl'abitanti di questo Universo. E non solo..._____________________________________________________ Pianeta Terra. Anno 2014.Fu sconvolgente. Nella massima accezione del termine, moltiplicata per se stessa un numero altissimo di volte. Fin oltre l'illogicità e lo stesso concetto di determinazione delle cose.
Fu ciò che neanche un lucido pazzo come H.P. Lovecraft sarebbe mai arrivato a concepire.
Fu il tutto. Tutto insieme.
Come prima cosa, la sua concezione fu "temporale". Non sapeva come, non sapeva perchè, ma era conscio di essere stato "preso" e guidato per mano da un "qualcosa". Un'entità che proveniva originariamente da un punto nello spazio distante per lui 20 miliardi di anni nel futuro. Fece un balzo avanti nelle epoche, pari a quell'incredibile quantità di tempo. Con tutto se stesso avvolto in una sensazione di "esserci per imparare", vedeva scorrere davanti e dentro di sé un documentario sul Cosmo. Avanzò velocemente verso epoche lontanissime dal suo presente di pochi istanti prima. Quello che aveva sempre percepito come "il poi", divenne velocemente "l'adesso", per scomparire altrettanto velocemente nel "ciò che fu". Un "Universo e mezzo" avanti nel futuro. Laddove una nascita cosmica lo fece spettatore ed infine lo strinse a sé, iniziando a svelargli il suo infinito sapere.
L'essere che lo stava "guidando" si era materializzato come una condizione energetica durante una collisione tra buchi neri. Una peculiarità d'eventi avvenuta in un punto dell'Universo attraversato contemporaneamente da un'emissione pulsar e da un irraggiamento gamma di una supernova enorme appena esplosa.
La vibrazione energetica che ne scaturì, lo spaventò fin nel più profondo intimo dell'io. Talmente potente da creare una correlazione tra coscienze atomiche e radiazioni che le percorrevano, legando il tutto in un unico sistema di consapevolezza di sé che divenne essenza individuale, fu visibile in tutto il tessuto spaziotemporale del Multiverso che intuiva esserci oltre il suo singolo Universo. Quel Cosmo che fino a quell'istante aveva percepito come unico, si rivelo essere uno dei molteplici presenti nell'Ogniverso, di cui aveva ora una ancor velata, ma nuova consapevolezza. Tutto scaturiva dal nulla, e si formava come millenni di nozioni articolate, concretizzandosi nella memoria. Una capacità mnemonica potente, unica nel suo genere, tra gli esseri umani. Fuori da ogni descrizione che ne avrebbe saputo dare solo fino alla sera precedente.
La spaventosa energia da cui scaturì questa singolarita onnisenziente, si materializzo in tutto l'arco spaziale e temporale, in ragione di una parte su 10 elevato alla 13° dell'intero tessuto di quell'Universo. Assimilò il concetto di "è sempre stato e sempre sarà" con un immediatezza sconcertante. Avrebbe valutato di trovarsi al cospetto di Dio, fosse stato un credente. Percepì invece che "il creatore" era uno dei pochi concetti che ancora gli sarebbe stato negato. Tra le sfaccettature di questa rivelazione negata, carpì una lontana ammissione. Il suo ospitante aveva coscienza piena di tutto ciò che riguardava "l'inizio di tutto". Ma non l'avrebbe condivisa con lui.
Per un'attimo ebbe l'impressione d'aver sfiorato, per la prima ed ultima volta, colui che lo stava pilotando in tutto ciò. Avrebbe saputo, in seguito, che si sbagliava. Enormemente.
L'impressione di pochezza che l'intera filosofia delle cose, vista con occhio umano, gli regalava in questo momento, lo fece sentire quasi schifato della propria "mortalità terrestre"... Si sentiva naufrago privilegiato, ammirato e immeritevole, tra le sfaccettature di quella pienezza coinvolgente che stava incredibilmente vivendo.
Ciò che non sapeva per adesso definire altrimenti, se non "superiore consapevolezza", si fuse col suo essere.
Il "poco" che era stato sino a quel momento il suo sapere, divenne la base nella stessa percezione naturale della totalità delle cose. Ciò che per l'intera umanità è totalmente fuori portata, in un tempo brevissimo, l'aveva trasportato nel mezzo di un reale "essere conscio appieno di ogni cosa".
Sentiva con una completezza sensoriale che mai avrebbe immaginato di poter possedere, tutto ciò che era "se stesso" e che ora dominava. Percepiva percorsi che lo portavano a potersi osservare accuratamente, in ogni cellula, in tutto il suo corpo fisico. Sentiva attivarsi, una dopo l'altra sconosciute connessioni con la profonda essenza che ora faticava a chiamare semplicemente "anima". Arrivò a sfiorarne la caotica natura fisica che componeva ogni singolo atomo, ed in ciascuno di essi, ora, riconosceva una "consapevolezza di sé" pressoché identica alla sua di essere umano.
Riuscì, infine, a seppellire il terrore iniziale. Davanti all'immenso fascino a cui era stato così inaspettatamente invitato, si lasciò finalmente andare all'incontrastabile "rapimento".
----------------------------------------------------- - L'anima è quieta. Lunga e magica, la via. - Quelle parole ancestrali rimbombavano tra i pensieri, sino a sovrastarli completamente. Dettate da chissà dove, destinate forse a lui. Anche se l'impressione che facessero parte della fitta trama di eventi che costituivano l'ignoto, fu forte e chiara.
Ebbe d'un tratto, come una rivelazione. Non era beneficiario di un dono. La consapevolezza di essere al centro di un "gioco", fu netta come improvvisa. D'essere, lui stesso il centro del gioco, fu certezza con altrettanta immediatezza.
Un gioco semplice, quasi banale.Solo una questione di domande, alle quali sarebbe arrivata una risposta pronta e totale.
Raccolse tutto il coraggio che poteva, in una situazione ben oltre l'assurdo, rigirando a se stesso semplicemente la domanda da cui era stato catapultato in quella fantascientifica situazione.
- Ebbene...come sono fatti, allora, questi "alieni"?! - Avesse avuto ancora un corpo fisico, in quell'istante avrebbe chiuso gli occhi, impaurito dalla risposta che poteva arrivare a quella richiesta, così sfacciata e irriverente.
Inaspettatamente, invece, un turbinio di forme e di pianeti si alternarono velocemente nella sua coscienza. Vorticose immagini di un Universo pieno di vita, in mille e più forme differenti, si fece spazio nella mente "moltiplicata" con cui stava vivendo questi istanti d'assoluto.
Nell'abnorme semplicità della trama fondante dello stesso Cosmo, vide forme senzienti di materia biologica d'ogni foggia e dimensione. Capì quanto il grado evolutivo terrestre poco importasse, rispetto all'impotenza delle forme biologiche tutte, nell'univocità del loro essere legate al fattore temporale. Capì che le distanze erano davvero enormi e i vantaggi al contatto tra mondi planetari diversi, solo una mera sfaccettatura ideologica senza alcuna utilità.
Viaggiò, con tutto sé stesso, attraverso galassie remote...ed ovunque scorse miriadi di forme viventi.
Scoprì che i "bipedi" si sviluppavano, curiosamente, solo a certe distanze dai nuclei galattici. Apprese che gli unici esseri con scheletro che si fossero evoluti fino al viaggio nella galassia, erano creature erette su due arti, tranne pochissime eccezioni. Conobbe zone remote delle galassie, dove si trovano le forme biologiche più longeve. Lunghe esistenze, che scoprì possibili in quanto la stabilità geologica dei pianeti rocciosi e il "tempo relativo" ai cui ritmi vivono quelle entità fisiche, fa si che i tredici miliardi e tre quarti a cui noi Terrestri attribuiamo l'età dell'Universo,sia per loro un tempo paragonabile a milioni di miliardi d'anni. Concetti difficili, fatti propri in un'immediatezza sconcertante quanto lusinghiera.
Visse attimi d'esistenza, muovendosi alla velocità di un insetto sulla superficie terrestre e si rese conto di quanto fosse "rallentato" il mondo umano, rispetto alla percezione di quel piccolo, ronzante esserino. Scoprì che alcune forme di vita avevano dominato importanti porzioni dell'Universo per miliardi di anni, altre per pochi minuti. Ognuna delle creature dell'Universo che conosceva, aveva interpretato questi periodi nei propri tempi vitali, con lunghezze sempre equiparabili alle migliaia di anni terrestri. La sua intera esistenza...o meglio, l'intera esistenza dell'Homo Sapiens, era ad esempio un battito di ciglia per l'essere che lo stava trascinando in quest'immane esperienza. Questo fu un concetto che troppe volte l'aveva affascinato, ma mai era riuscito a comprendere così profondamente, negl'aspetti più minuscoli della sua totalità.
Vide la sua cara Terra, e la dominazione che inconsapevolmente subiva da sempre per mano di esseri "impercettibili". Coscienze che viaggiano a velocità superiori a quelle degli umani, ben superiori anche a quelle del moscerino che poco prima aveva avuto lo stupore d'impersonare, decidevano le sorti del pianeta da centinaia di miliardi dei "loro" anni. Si rese conto della semplicità del concetto, solo vivendone il manifestarsi attraverso un'esperienza decisamente mistica. Impercettibili per quanto veloci nel muoversi rispetto al nostro ritmo temporale, tanto quanto i Terrestri sono praticamente fermi al loro sguardo, costoro vivono esistenze lunghe intere Ere della Terra, portatori di una conoscenza ben più antica dell'Universo stesso...
Comprese che le forme di vita biologiche sono onnipresenti in un sistema solare ogni decina, ma il loro sviluppo difficilmente s'incrocia...diviso da troppi fattori, nei loro destini.
Divisi da tempi geologici differenti in cui i pianeti sono "abitabili". Divisi da piani temporali differenti anche dimensionalmente. Divisi da percorsi e tempi di vita quasi mai combacianti. Divisi da evoluzioni che molto raramente arrivano al viaggio interstellare.
Ciononostante vide che molte di queste civiltà erano comunque giunte al contatto reciproco. Gli fu concesso d'apprendere che, in alcune galassie, quando due processi evolutivi lontani si formano su piani temporali e spaziali identici e lungamente stabili...si sono create immancabilmente "associazioni di pianeti". Vide tutto questo in un medesimo istante che compenetrava altri infiniti "quanti" di tempo e piccoli angoli dello spazio su cui il suo personale tempo giaceva.
Si fermò a contemplare questo concetto, ch'era stato, fino a quel momento, così indefinito e fumoso.
Il tempo.
Ne comprese la corposa...inesistenza. Partorita da un concetto che ora era chiarissimo nel suo essere evidente. Come pure, l'immodificabilità delle cose, sulle quali si srotolavano esistenze legate ad un singolo spazio-tempo che procede lineare, in una singola direzione, era per lui ormai palese. Intimamente pieno di un fuoco ineguagliabile, che definire semplicemente "magnificenza" sarebbe stato un sacrilegio, si sporse verso concetti che mai mente umana aveva afferrato così concretamente. Legò l'inesistenza del tempo lineare all'ineluttabilità di altri eventi, con un filo che in un solo attimo seppe circoscrivere concetti profondissimi. Concetti che in un intera vita umana non si sarebbe stati in grado d'elaborare.
Conobbe l'ineluttabilità delle cause nate da effetti ormai incontrovertibili, dove il destino era lo stesso tessuto del Cosmo. Tessuto che sentiva essere l'evoluzione del limite a lui ancora invalicabile. Ciò che c'era "dentro", lo viveva come parte di se, di cui faceva a sua volta parte. In quegli spazi, sull'intero arco temporale nel quale erano presenti, sentì che anche lui era ora materia integrante e conscia dell'intera essenza di cui era composta e che contribuiva a comporre.
Pura e limpida consapevolezza, che lo portò in visita ad un numero incredibile di forme di vita, sia corporee che eteree.
Si lasciò cullare in un veloce "sommario" di quello che è definibile come "il tutto". Ma presto si senti attirato ancora dalla domanda che l'aveva iniziato a quel luogo di assolute verità.
Un'attrattiva troppo forte, quella di scorgere anche le più remote coscienze di quel Cosmo in cui si sentiva già abile navigatore. Si lasciò andare allo scovare tutta la vita possibile, da quel momento in poi...______________________________________________________ Pianeta Terra. Anno 2872.Maurice rientrò nella sua lussuosa suite dalla rilassante doccia psionica appena goduta nella SPA dello splendido Hotel.Cita: Servizio accessibile. Mentalizzare impostazione.
Il messaggio olografico si materializzò al centro della stanza, appena dopo l'accensione automatica delle luci a diffusione tachionica che illuminarono a giorno la penombra della zona giorno di quel vero e proprio appartamento vestito da stanza d'hotel. Un veloce pensiero solcò i miliardi d'impulsi neurali nel suo cervello.
Il piccolo vano a sinistra dell'olovisore a parete, improvvisamente si animò. Apparvero colori, sapori e odori. Suoni e alcune sensazioni tattili erano superflue, in quest'applicazione.
Ne uscì un insalata mista.
Condita di tutto punto, mescolata e servita in una splendido vassoio concavo dai bordi ricurvi. Il contorto e armonioso recipiente lasciava trasparire quella nota esotica ricercatissima dagli chef più blasonati, e semprepresente tra i dettagli di strutture d'elite come quella in cui alloggiava da qualche giorno. Mentre cercava di riconoscere a quale dei mondi alieni conosciuti potesse appartenere quella foggia color legno ma di consistenza metallica,l'immagine tridimensionale si protrasse verso di lui.
Allungò una mano. Ma...inaspettato quanto improvviso, ebbe un sobbalzo. Istintivamente si tirò indietro, chiudendo il palmo a sé, mentre gli occhi si serravano, sino a stringersi. Lo sfarfallìo delle molecole d'insalatona mista che andavano materializzandosi, era cessato in uno schiocco luminoso a pochi centimetri dal suo viso.
Quasi a drammatizzare ulteriormente l'accaduto, un gorgoglìo di disapprovazione partì dal suo pancione affamato.
La scritta sullo schermo era inequivocabile: Cita: WINDOWS Real 2872Il sistema ha rilevato un rilievo rilevante. Nell'attesa che il tecnico a lei assegnato tenti, senza riuscirci, di risolvere il problema, siamo certi che gradirà un omaggio musicale che ci onoriamo di porgerle a titolo totalmente gratuito. Salvo commi: tre, sette, diciassei, millantacindiciaddue... Un pezzo "Ultra Heavy Disintegration Metal" dei Fondametallist, riempi la stanza di suoni incalzanti e pomposamente trionfali quanto brutali.
Un sorriso spontaneo precedette la consapevolezza d'assoluta impotenza di fronte a quello che stava succedendo. Era ormai da qualche anno che gli attacchi al Sistema Linformatico Mondiale si sviluppavano in "sabotaggi ai servizi". Iniziava sempre così. Con quel delirio di chitarre quantospettriche, e il coro costante dei 15 membri della band, distorto da filtri biomolecolari di dubbia "nascita". Con quei messaggi di goliardica derisione, tanto cari ai "topi informatici" d'ogni epoca, Maurice sapeva che la protesta era ora in evidenza su ogni apparato Domoquantistico acceso e collegato al Global Core in quel momento.
Quella del ROC era una delle poche aree ancora non pienamente protette dell'intera rete dati/gestione della società umana. Il ROC (Real Objective Creator), o "Creatore di Realtà Oggettiva", era tra le più recenti conquiste della ricerca tecnologica abitativa (Un tempo chiamata domotica).
Dallo schermo olografico di casa, con una semplice applicazione, si potevano creare oggetti reali. La gamma era per ora limitata al cibo, agli arnesi erotici, ai vestiti e poco altro.
Tutto merito della Molecolarizzazione Temporanea scoperta una ventina di anni addietro. Oltre ad essere invenzione recente, la molecolarizzazione temporanea aveva nel suo nome il suo stesso "difetto". La scarsa durata (30 ore circa) dei prodotti ROC, ne limitava il campo d'azione a ciò che veniva "consumato velocemente".
Il costo ancora elevato dell'apparecchiatura, faceva si che fosse ad appannaggio solo di strutture alberghiere d'eccellenza o persone molto abbienti. Maurice aveva un livello sociale elevato (Essendo un Ricercatore in Vibronica Massiva Multicosmologica) ma era pur sempre un semplice UDDAN. Si sentiva un privilegiato a poter godere di simili lussi, in una società che si stava chiaramente auto-distruggendo. E anche un po' colpevole, nel più profondo senso di coscienza.
Ogni UDDAN (uomo/donna/doppio/alieno/nullo) sul pianeta Terra dell'anno 2872, possedeva una sua mappa sociale impressa nel DNA. Livello sociomatico internazionale, generalità, genealogia, permessi d'accesso, crediti e debiti sociali; tutto quello che riguarda ogni singolo individuo lo si poteva apprendere, avendone i diritti sociali, semplicemente avendo un livello superiore al suo.
Era stata questa netta divisione in livelli che si protraeva da 400 anni, a generare la guerra sotterranea al Sistema Linformatico Mondiale, anche conosciuto come Global Core. Miliardi di persone erano escluse dalla maggior parte dei servizi, causa il loro basso Livello Sociomatico. Il denaro non esisteva più da tempo immemore. I Crediti Sociomatici basati sulla propria appartenenza media genitoriale, e soprattutto su ciò che si era riusciti a fare per la Società in virtù di valutazioni a dir poco "fantasiose", era ciò che generava il diffuso malcontento. Ma il sistema globale si reggeva su questo "curriculum sociale prenatale" ormai da troppo tempo, per essere intaccato facilmente. Ogni atto indirizzato al danneggiare il sistema sociale vigente, se accertato da una corte popolare (sistematicamente prezzolata), era destinato a generare sentenza di esilio dal pianeta. Moltitudini di povera gente, finivano così, da centinaia d'anni, a rimpinguare le mortali legioni di lavoratori nelle miniere di mezzo Sistema Solare. Tutto ciò, secondo la Costituzione Mondiale.
Purtroppo la natura umana era riuscita a stravolgere in peggio, nei secoli, anche questo ennesimo tentativo di creare "regole per una società equa". La protesta andava avanti da più di 200 anni e sembrava arrivato ormai il momento in cui tutto sarebbe crollato su se stesso, in un'anarchia totale e ingovernabile. Probabile transizione fatta di drastica riduzione della popolazione mondiale e presumibile arretramento socio/culturale, che avrebbe avuto la durata di almeno altri due secoli, secondo la maggior parte delle ricerche operate in merito.
Le mille e frammentate organizzazioni "rivoluzionarie", erano gruppuscoli di hacker allo sbando, fino a pochi anni prima. Ma da qualche tempo, una nuova compattezza della protesta mondiale sembrava muovere le azioni della lotta di classe. A poco meno di 130 anni all'inizio del Terzo Millennio, sia sulla Terra, che sulla Luna (Terra 2, nel linguaggio comune), che su Marte, la rinata protesta organizzata pareva minare il sistema alle fondamenta, più forte di come non fosse mai stata.
Ma quante volte era già successo?
Mentre si poneva questa domanda, dandosi risposte e date storiche, Maurice sentì nuovamente brontolare il suo stomaco vuoto.
Sarebbe sceso volentieri al ristorante dell'albergo, ma era quasi certo che l'attacco al GlobalCore (Il "WorldWideWeb" sino al 2670), avesse creato danni ovunque, nei dintorni. Era meglio evitare i teletrasporti interni dell'albergo, che probabilmente sarebbero stati, comunque, già bloccati.
Non ultimo, mancavano pochi minuti all'appuntamento. Stava per andarsene. Lontano. Molto più lontano di dove fosse mai andato.
Non poteva assolutamente rischiare che...non lo trovassero. Si sdraiò sul comodo letto e lasciò correre i pensieri. Un po' per ingannare l'attesa. Molto di più, per non sentire il senso di fame che sapeva essere, al momento, insaziabile. Ma, soprattutto, perché non aveva nessun bisogno d'abbandonare la stanza per poter iniziare il suo viaggio. Passarono pochi minuti prima che si udisse un tonfo sordo. Tutta la struttura ebbe un sussulto. Alcuni oggetti nella stanza, caddero a terra.
-Ecco, ci siamo...- ____________________________________________________________ Anno indefinito. Vari Spazio-Tempo differenti. Ciò che lo tenne impegnato per un certo periodo, fu il curiosare tra le diversissime forme coscienti di pura energia che animavano lo Spazio.
"Lesse" vibrazioni che comunicano tra loro da una galassia all'altra, percependone l'arbitrio totalmente libero e individuale. Una determinazione di sé sviluppata su due piani fisici differenti, uno dei quali ospita l'essere vibrazionale, e l'altro la comunicazione coi propri "simili".
Sentì i pensieri dei filamenti energetici d'alcune nebulose, percepì l'eterea essenza di esseri pan-dimensionali, incrociò gli spazi e le apparizioni fugaci che le entità pluri-temporali distribuiscono in ogni singolo "presente".
Abbandonò quasi sul nascere questa sua esplorazione delle energie pensanti, rimandandola al dopo. Decise che era il momento di dare sfogo alla vera curiosità che il suo essere uomo gli dettava. Quindi si diede all'esplorazione delle forme viventi dotate di una fisicità.
Rimase affascinato dalle creature fisiche che, seppe in quel momento, essere le più longeve del Cosmo. Rare quanto diversissime dalla concezione di "vita" che aveva fino a quel giorno, queste forme viventi erano rocce, animate dalla duttilità dei metalli che le formavano. Rocce con una propria coscienza, molto più collettiva di quella Terrestre, che vivevano su 43 pianeti abitabili di tre sistemi solari vicini tra di loro.
Erano partiti da 1 satellite di un pianeta gassoso, 5 miliardi e 300 milioni di anni prima, rispetto al suo tempo di terrestre del 2013 d.C.. La civiltà più longeva dell'Universo, tra quelle a lui "contemporanee".
Gli esseri che potevano però fregiarsi della palma di "più evoluti" tra le forme fisiche, erano incredibilmente una specie vegetale di un immenso pianeta roccioso...ovoidale. Le radici delle piante, percorrendo l'intera massa planetaria fino a profondità di centinaia di chilometri, avevano creato, in un processo durato 1 miliardo e mezzo di anni, una connessione tra loro. Connessione che durava da tempo lunghissimo. Nel seguente miliardo di anni terrestri, sono addivenute una coscienza singola, che forma, tra l'altro, l'organismo fisico vivente più vasto dell'Universo.
Ubicata in posizione tale da generare la sua influenza sull'intera stringa di coscienza che attraversa gl'organismi vegetali di mezzo Cosmo, questa vera e propria "madre Natura", è ciò che di più vicino a un entità divina l'uomo possa immaginare. La "magia" è nella peculiarità raggiunta da questo organismo, di "annusare" il proprio costitutivo genomico laddove sia presente, percependone la presenza a livello quantistico. L'uomo del 3° millennio non è ancora in grado di capire appieno le meccaniche dei quanti, mentre quest'organismo le usa naturalmente, dalla sua "immotilità" di vegetale-pianeta, per comunicare e influenzare la crescita e la metamorfosi di qualsiasi altro vegetale presente in metà dello spazio, sulla sua intera linea temporale. La linea temporale di cui anche la nostra civiltà terrestre fa parte.
L'altra metà dell'universo su quella linea temporale, la vede assente. Prolifera, al posto del vegetale, una forma molto simile al corallo. Che si sviluppa però sulla terraferma, in ambienti atmosferici tra i più disparati. Questa forma non dispone di un "Dio" tra i coralli che ne possa favorire la sopravvivenza, influenzandone la stessa base quantistica di cui è composta "nell'infinitamente piccolo" come invece fa il pianeta-Madre Natura.
Ebbe una specie di flash. Un impulso a lasciar scemare ogni altro pensiero, per focalizzarsi in una serie di confronti che la mente pareva dettargli come obbligatori da affrontare, esattamente in quel momento. Erano degli opposti fattori che, prepotentemente, stavano annullando le sue forze, calamitandole in una concentrazione che non riusciva a respingere da sé.
...
Tempo o Spazio Avanti o Indietro Sopra o Sotto Vivo o Morto Acceso o Spento Positivo o Negativo
Si sentì parte di questa evidente dualità, quando si rese conto che era ciò di cui era composta esattamente l'intera frattalità del TUTTO. Non esiste concetto che determini l'intera essenza di qualsiasi "cosa", che non sia ascrivibile ai "due opposti" che compongono il tessuto del concetto stesso. Era un'evidenza, ai suoi sensi, palesatasi dal nulla.
Il Tutto, fatto di correlazioni tra microscopicamente piccolo e infinitamente grande. Correlazioni che non possono manifestarsi se non con una generazione, nel mezzo tra le due "polarità", di una realtà determinata dall'incrocio di questi distantissimi opposti. Due opposti che esistono in due realtà su scale talmente lontane tra loro da essere nel concetto umano, semplicemente "non relazionabili". Questa relazione, capì in quel momento, è invece il vero motore di ogni cosa. Un motore che muoveva le molteplici realtà...a balzi di 2. L'Universo, frontiera della scala di grandezza percepibile da chi lo popola, intese pienamente come non fosse in correlazione diretta coi quanti che ne compongono la fisica che lo governa. Scorse invece la correlazione diretta con ciò che compone i quanti stessi, come comprese i meccanismi per i quali lo stesso "quantuum" è in correlazione micro-macroscopica con ciò di cui il nostro Universo fa parte. Un'unità di grandezza che si srotola un numero quasi infinito di volte, sino a ridiventare parte di se stessa, dopo un processo che la sua ormai lontana ed obsoleta mente umana, non avrebbe mai compreso.
Le nozioni s'aprivano nella ricettività più profonda, promettendo d'imprimersi a fuoco nella stessa coscienza del minuscolo "conglomerato vivente chiamato Homo" alle cui sembianze sarebbe forse tornato, una volta finito quel percorso incredibile.
In un viaggio che abbracciò via via l'intero ciclo dell'Ogni, la sua anima si mise a "piangere" di gioia più e più volte. Ne rimase tuttavia un'unica incancellabile e singola traccia, sulla struttura Universale più grezza che componeva quel TUTTO a cui così inaspettatamente era stato invitato. Si sentì parte della totalità di un unico, ciclico insieme. Un insieme nel quale l'intera regolamentazione fisica parrebbe essere volutamente falsata. Una osservabilità delle cose priva di una logica calcolabile, rispetto a ciò che la crea.
In quel momento comprese quale altro fosse il suo limite...rendendosi conto che stava per ricongiungersi al corpo terreno. Percepì la propria presenza fisica sempre più vicina, ma ciò che aveva davanti lo getto nello sgomento.
Guardò verso il basso. Quelle che un tempo erano le sue gambe, si mostravano ora come zampe nodose, lunghe circa due metri. Quelle che sembravano protuberanze ossee con tre lunghe dita artigliate, erano ciò che aveva al posto di quelli che fino al giorno prima erano "piedi terrestri". Si toccò il petto con entrambe le mani. Anch'esse avevano un'aspetto che era solo lontanamente definibile come "mani". In realtà, due chele molto simili a quelle d'un granchio, erano la dotazione di cui disponeva alla voce "arti superiori". Capì che il suo viaggio l'aveva portato a vivere, in questo momento, nel corpo di chissà quale remota creatura. Mentre cercava di riaversi dallo stupore misto a sgomento, un sibilo acutissimo si tramutò, in un paio di secondi, in un'ululato difficile da sopportare. Il rumore in aumento esponenziale di quel fischio minaccioso, terminò infine con un botto fortissimo poche decine di metri alle sue spalle. Cadde a terra, dopo un volo di qualche metro, causato dall'esplosione. Si stupì d'essere ancora tutto intero, dandosi una scrollata dalla polvere che gli era entrata in ognuna delle giunture a vista che formavano le sue articolazioni.
Alzò lo sguardo e...si rese conto di essere finito nel mezzo di una guerra tra esseri d'altri Mondi.
...continua...
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_________________ Ore 10.30 AM Me & Sir Pent... lui, appena svegliatosi. Io, di rientro dalla nottata. Perdonatemi occhiaie e scapigliatura. ^_^
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