dato che x quel che potra accadere nel 2012 ci sono tante supposizioni vorrei postare questa medesima di x se molto interessante "Il punto di partenza sono le profezie di Nostradamus e quelle dei Maya, indipendenti ma sovrapponibili in corrispondenza del 2012. Secondo gli esperti che dicono di saperle interpretare, a scadenza di due anni incombe sulle nostre teste una catastrofe cosmica: «Gran fuoco dal cielo in tre notti piombera'» (Nostradamus I. 46) e il cataclisma potrebbe comportare un cambiamento epocale per tutta l'umanita' o addirittura la fine del mondo (il calendario Maya colloca proprio nel 2012 l'apocalisse della Quinta Era). Per continuare a leggere quest'articolo non e' necessario credere alle favole: il gioco consiste nel provare per un attimo a ricostruire la logica che sta dietro a questi vaticini e poi immaginare in che maniera potrebbero realizzarsi in concreto, qualora il destino decidesse di assestarci questa mazzata. Per chiarire, facciamo un esempio di ipotesi che «non» funziona ai nostri fini (a prescindere che sia valida o no). Secondo i ricercatori Maurice Cotterell e Adrian Gilbert, le quattro precedenti e're dei Maya sarebbe finite per cataclismi causati da un'inversione del campo magnetico terrestre. Ma questa e' una tesi che non si presta ad esame alla luce delle conoscenze dei Maya e delle nostre: dovremmo prendere per buono, in modo acritico, che i Maya sapessero prevedere le inversioni del campo magnetico, mentre noi stessi non lo sappiamo fare, con tanta scienza accumulata in piu'. Noi contemporanei sappiamo solo che le inversioni avvengono, in media, ogni 250 mila anni; che l'ultima c'e' stata 780 mila anni fa; e che quindi la prossima e' (statisticamente) in abbondante ritardo; dunque potrebbe arrivare in qualunque momento, anche nel 2012, perche' no; ma come avrebbero fatto i Maya a calcolarlo? Qui il filo logico si spezza. Invece un'ipotesi valutabile alla luce della scienza e' che i Maya abbiano osservato per molti secoli il passaggio regolare delle comete e abbiano calcolato che nel 2012 una di esse fosse destinata a finire in rotta di collisione con la Terra. Il calendario Maya parte dal 3114 avanti Cristo (in verita', a quell'epoca una civilta' Maya ancora non esisteva, ma non e' inverosimile che i Maya abbiano ereditato le osservazioni delle civilta' precedenti). Lo studioso Robert Bast, partendo da questo calendario, e costruendoci complicati ragionamenti che qui non riportiamo, congettura che una cometa che passa vicino alla Terra con un periodicita' media di circa 1025 anni sia comparsa proprio nel 3114 a.C. e poi di nuovo attorno al 2089 a.C., al 1604 a. C., al 39 a.C., al 987 dopo Cristo, e sia destinata a rifarsi viva, in base a un calcolo meccanico, nel 2012. Potrebbe essere la nostra Nemesi. Secondo Bast e' importante sottolineare, in questa sua ipotesi, due sfumature: 1) la cometa sarebbe passata «all'incirca» negli anni indicati, ma non si e' di necessita' fatta viva precisamente in quelli, perche' ogni sua orbita viene deviata dalla forza di gravita' dei pianeti avvicinati e questo puo' anticipare o ritardare ogni apparizione del corpo celeste di qualche anno; 2) i Maya, avendo assistito (nell'ipotesi di Robert Bast) alle prime quattro apparizioni, avrebbero calcolato l'appuntamento successivo in base alla media di 1025 anni da loro stessi verificata; ma il 2012 e', da parte loro (come accennato sopra), un puro calcolo meccanico, a cui in realta' puo' rispondere una certa variabilita': a causa delle perturbazioni gravitazionali la cometa potrebbe arrivare qualche anno dopo il 2012 - o anche qualche anno prima, anche se per questa eventualita' il tempo ormai stringe. Al di la' di quel che avrebbero visto o non visto i Maya, noi in Occidente siamo in grado di testimoniare i passaggi di quella cometa? In base all'ipotesi dei transiti «all'incirca» ogni 1025 anni, Bast ritiene che il passaggio della cometa da lui ipotizzato aritmeticamente attorno al 39 a.C. sia avvenuto (in realta') cinque anni dopo, nel 44 a.C., quando l'apparizione del corpo celeste fu registrata a Roma. Giulio Cesare era stato assassinato da poco allorche' brillo' in cielo quest'astro funesto e luminosissimo. Plinio riporta questa testimonianza: «Una grande cometa fu visibile per sette giorni interi, nel cielo di settentrione. Si accese verso l'undicesima ora e fu cosi' brillante da essere osservata in ogni luogo...». Non ci sono rimaste, invece, indicazioni precise del successivo passaggio ipotizzato da Bast attorno al 987 d.C. Resta solo un riferimento (indiretto) di un monaco benedettino di nome Eilmero di Malmesbury, troppo vago pero' per datarlo. Per spiegare questo relativo vuoto, Bast fa due congetture: la prima, abbastanza tranquilla, e' che la pochezza o assenza delle fonti sia dovuta ai Secoli Bui che viveva allora l'Europa, il periodo peggiore del Medioevo, di cui ci sono rimaste pochissime testimonianze in assoluto, figuriamoci poi quelle sulle comete; la seconda ipotesi di Bast, piu' inquietante, e' che la cometa di Cesare sia diventata, nel passaggio attorno all'anno Mille, una «cometa oscura», cioe' priva dello strato di ghiaccio che crea la coda luminosa, quando il corpo celeste si avvicina al Sole. Il ghiaccio disperso nello spazio e illuminato dal Sole e' l'unica cosa che possiamo vedere della cometa; quando e' tutto evaporato, non resta che un grosso blocco roccioso, invisibile fino all'ultimo momento nel malaugurato caso di impatto con la Terra. Questo non ci darebbe tempo per approntare quelle difese dallo spazio che alcuni film di fantascienza hanno prospettato (vedi «Armageddon» con Bruce Willis, per quanto li' si trattasse di un asteroide). In conclusione: dobbiamo preoccuparci per il 2012? Gli astronomi dicono, quasi in coro, di no. Ma due di loro, Bill Napier e David Asher, hanno pubblicato proprio l'anno scorso uno studio che valuta in 3 mila le comete oscure a tiro della Terra. E va' a sapere dove si stanno dirigendo, la' fuori, nel buio cosmico. da tuttoscienze
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