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Grigio
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MessaggioInviato: 20/02/2009, 08:24 
Il nostro caro Ilvio ha appena annunciato alla nazione che esiste ed è concreta l'ipotesi della nazionalizzazione delle banche, dato che ormai se ne parla ovunque in tutto il mondo.

Non ricordo chi, ma in questo topic ( nel vecchio forum ) c'è chi suggeriva di prendere tutto il dineiros dalla banca e ficcarlo sotto al materasso, beh forse non aveva davvero detto castronerie!


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Sirius ha scritto:

Il nostro caro Ilvio ha appena annunciato alla nazione che esiste ed è concreta l'ipotesi della nazionalizzazione delle banche, dato che ormai se ne parla ovunque in tutto il mondo.

Non ricordo chi, ma in questo topic ( nel vecchio forum ) c'è chi suggeriva di prendere tutto il dineiros dalla banca e ficcarlo sotto al materasso, beh forse non aveva davvero detto castronerie!


eccoti servito

Lo scrive 'MF-Milano Finanza'

Banche, Ue: 18mila mld asset a rischio tossicità. Confcommercio: nel 2009 pil e consumi come nel '99

Lo rivela un documento preparato dalla Commissione europea e discusso la scorsa settimana dai ministri delle Finanze della Ue in sede Ecofin. Contro la crisi larga parte degli italiani risponde con la prudenza: il 73% si dice ottimista per il futuro


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ultimo aggiornamento: 18 febbraio, ore 13:41
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - E' pari a 18mila miliardi di euro la stima sull'entita' degli asset a rischio di tossicita' delle banche europee inserita in un documento preparato dalla Commissione europea e discusso la scorsa settimana dai ministri delle Finanze della Ue in sede Ecofin. Lo scrive oggi 'MF-Milano Finanza' che, citando il documento riservato datato 6 febbraio di cui e' venuto in possesso, sostiene che esso e' una prima bozza delle linee guida che i governi dovranno tenere in tema di quantificazione degli asset tossici degli istituti di credito.

Fatti i conti, si legge nell'articolo, ''il 44% degli asset delle banche europee dovra' sostenere il cosiddetto impairment test per un totale appunto di 18.200 miliardi. Chi superera' il test e quanti asset invece diventeranno impaired, cioe' verranno svalutati? Difficile fare un pronostico, ma l'Europa - scrive 'MF' - e' comunque seduta su una bomba ad alto potenziale distruttivo''.

Sempre secondo il quotidiano, il documento della Commissione ha anche ''sdoganato il concetto di 'asset tossico allargato'. Alle pagine 9 e 10 del documento infatti si precisa che con il termine di asset tossici ci si riferisce in genere solo a quegli strumenti che hanno innescato la crisi finanziaria'', ma ''una misura che prevedesse - prosegue l'articolo - 'un rilievo di asset troppo limitato implicherebbe il rischio di riportare la fiducia nel sistema bancario solo per poco'''. Ci vorra' quindi ''un approccio pragmatico'' che estenda cioe' l'eventuale soccorso governativo ''anche agli asset non strettamente tossici ma comunque illiquidi e contagiati dalla crisi''.

Per quanto riguarda l'Italia, nel 2009 fara' un salto all'indietro di 10 anni in termini di Pil e consumi pro capite reali che risulteranno uguali a quelli registrati all'inizio del 1999.

E' la previsione del Centro Studi di Confcommercio che ha scattato una fotografia sul presente e sul futuro a breve termine, interpretando gli effetti della crisi economica in atto. Una fotografia che ha anche qualche sfumatura rosa visto che, nonostante "un innegabile clima di crisi in cui larga parte degli italiani sembra rispondere con un atteggiamento improntato a prudenza, risparmio, ricerca di occasioni" che consentano di coniugare "buona qualita' dei prodotti acquistati e cifre non esorbitanti", poco piu' della meta' delle famiglie guarda al futuro "con ottimismo". Esiste insomma "qualche importante segnale della presenza di un capitale fiduciario" anche se, viene precisato, "e' alimentato piu' dalla reazione privata che da segnali di intervento pubblico".


PROSSIMO passo la statalizzazzione...
ragazzi togliete i soldi dalle banche e comprate oro sementi farina
materie prime.



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MessaggioInviato: 20/02/2009, 10:34 
€ 18.000.000.000.000 ovvero il 44% degli asset delle banche europee è composto da titoli tossici.

Se questa cifra dovesse essere confermata, le banche europee si troveranno con i propri utili decurtati da queste somme.

Si passerà quindi alla nazionalizzazione delle banche, ovvero i debiti contratti da altri, le banche, ricadranno sull'intera colletività.

Bella prospettiva.....

Ricordiamoci di tutte le volte che noi siamo andati in banca a chiedere prestiti e mutui, il trattamento che abbiamo ricevuto.....

Oggi sono le banche che vengono a chederci un "prestito" tramite la nazionalizzazione, prestito a fondo perduto e senza corresponsione di interessi....

Sarebbe meglio mandare tutto all'aria e darci tutti alla vita bucolica......[xx(]


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Ultima modifica di DeMultaNocte il 20/02/2009, 10:43, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/02/2009, 11:48 
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DeMultaNocte ha scritto:
Sarebbe meglio mandare tutto all'aria e darci tutti alla vita bucolica...... [xx(]


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Sesso, droga e rock&roll? [^]


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MessaggioInviato: 20/02/2009, 12:18 
In Venezuela chavez e tra poco anche da noi?
i risparmiatori in coda per ritirare i loro soldi.
ILSOLE24ORE.COM > Finanza e Mercati ARCHIVIO
Chavez «confisca» le banche dei broker
dal corrispondente Roberto Da Rin

commenti - | | 20 FEBBRAIO 2009


Usa: il truffatore miliardario Allen Stanford trovato dall'Fbi


VIDEO / Le code dei risparmiatori in America Latina


VIDEO / Il servizio della BBC



È bastato il timore di un effetto panico a indurre il Governo venezuelano a intervenire nel caso Stanford international bank.
Le centinaia di risparmiatori, in coda a Caracas per ritirare i propri risparmi, hanno spinto l'Esecutivo di Hugo Chavez al controllo di Stanford Group Asesores de Inversion, merchant bank. Il Commissario per il settore bancario del Venezuela, Edgar Hernandez Behrens, dice che «molti venezuelani hanno fatto investimenti nello Stanford Bank Antigua per un totale di 2,5 miliardi di dollari, raccolti in fondi venezuelani di Stanford Group Asesores de Inversion».

Il gigantesco crack di Robert Allen Stanford, pari a 8 miliardi di dollari, ha quindi coinvolto anche il Venezuela. Secondo le prime stime pare che i venezuelani abbiano acquistato certificati di deposito di Stanford Financial Group pari a 3 miliardi di dollari. In Venezuela Stanford Bank avrebbe 14 succursali e 15mila clienti.

Le lunghe code per ritirare i depositi sono state riprese da tutte le tv latinoamericane. Ora c'è chi teme un effetto imitativo in altri Paesi, Messico, Colombia ed Ecuador dove migliaia di risparmiatori hanno depositato dei fondi. Non sono bastate le dichiarazioni di Rocio Fernandez, portavoce di Stanford Group in Venezuela, secondo cui «la filiale venezuelana non è affiliata a quella di Antigua e quindi non corre rischi».

Troppo poco per dissuadere migliaia di risparmiatori e investitori dal ritirare i depositi.
Il paradosso è che i venezuelani, scottati da altre crisi finanziarie, abbiano cercato rifugio in un operatore che pareva offrire un'immagine di soliditá. È ancora vivido il ricordo del biennio 1994-95, anni in cui il sistema finanziario venezuelano sfiorò la bancarotta, dopo che vennero «bruciati» 11 miliardi di dollari.

«È stata quell'esperienza spiega Mary Guevara, 56 anni, venezuelana a spingere la nostra famiglia a unire i risparmi di tutti, 56mila dollari, e metterli in un canale, Stanford appunto, che pareva molto solido. Ora il rischio di vedere volatilizzato tutto non è affatto remoto».
I vertici del sistema bancario venezuelano ribadiscono la stabilità del sistema finanziario a quattro giorni dal successo di Hugo Chavez al referendum sulla riforma della Costituzione che gli permette la rielezione. Le parole sono di Domingo Maza Zabala, già direttore del Banco Central del Venezuela.


Per rassicurare i mercati è intervenuto anche Alí Rodriguez, ministro dell'Economia del Venezuela, molto vicino al Presidente Chavez; ha confermato «la totale stabilità del sistema ed escluso rischio di contagio».
L'effetto panico è comunque un rischio che già ha spinto le autorità di vigilanza di Messico e Perù a sospendere «preventivamente» le attività di gruppi legate finanziari legati a Stanford.



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MessaggioInviato: 20/02/2009, 12:53 
AUTO, CROLLANO FATTURATO E ORDINATIVI DEL 2008
ROMA - Il fatturato del settore autoveicoli è crollato a dicembre del 29,6% rispetto a dicembre 2007 e gli ordinativi sono andati a picco del 33,3%. Lo comunica l'Istat.

Nel 2008 il fatturato del settore autoveicoli (autovetture e altri mezzi di trasporto su gomma) e' diminuito del 7,6%, il calo piu' significativo dal '93. Gli ordinativi, invece, sono diminuiti nel corso dell'anno dell'11,4%, la contrazione piu' significativa dal '92.

INDUSTRIA: FATTURATO DICEMBRE -10,3% ANNO, -3,8% MESE
Il fatturato dell'industria italiana a dicembre è diminuito del 10,3% rispetto a dicembre 2007 e del 3,8% rispetto a novembre 2008.

Il calo complessivo del 10,3%, spiega l'Istat, è il risultato di una contrazione più significativa sul mercato nazionale (-11,4%) e di una meno marcata sul mercato estero (-7,6%). L'indice del fatturato è cresciuto a dicembre 2008 rispetto allo stesso mese del 2007 del 3,2% per i beni di consumo, in positivo soprattutto grazie alla tenuta dei beni non durevoli (+6,5% determinato in gran parte dall'andamento al rialzo degli alimentari), cui ha fatto da contrappeso il -11,4% dei beni durevoli. In calo del 28,8% l'energia (soprattutto per la netta diminuzione dei prezzi), del 16,3% i beni intermedi e del 10,2% i beni strumentali. Gli indici destagionalizzati registrano, rispetto a novembre, un aumento dell'1,7% per i beni di consumo (-0,3% per quelli durevoli e +2% per quelli non durevoli) e variazioni negative del 10,9% per l'energia, del 7,5% per i beni intermedi e del 3,1% per i beni strumentali. Guardando ai settori di attività economica, il fatturato ha segnato variazioni positive nei settori delle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (+11,4%) e dell'industria della carta, stampa ed editoria (+1,2%); le diminuzioni più significative hanno riguardato invece le raffinerie di petrolio (-28,3%), l'estrazione di minerali (-26,5%) e la fabbricazione di prodotti chimici e fibre sintetiche (-18,1%).

Nell'intero 2008 il fatturato dell'industria italiana ha registrato una lieve flessione dello 0,3%, mentre gli ordinativi sono diminuiti del 3,2%. Lo rende noto l'Istat specificando che il calo è concentrato soprattutto nell'ultima parte dell'anno. Nel quarto trimestre 2008 il fatturato è infatti diminuito dell'8,3% e gli ordinativi del 18%.

Gli ordinativi dell'industria italiana a dicembre sono calati del 15,4% su dicembre 2007 e del 2% su novembre 2008.
Gli ordinativi sono diminuiti soprattutto fuori dai confini nazionali. Il calo tendenziale del 15,4% è stato infatti determinato da una netta contrazione del 19,7% sul mercato estero e da un -13,1% sul mercato interno. Tutti i settori di attività economica, precisa l'Istat, hanno registrato rispetto a dicembre 2007 variazioni negative, con le diminuzioni più marcate nella produzione di metallo e prodotti in metallo (-21,4%), nell'industria del legno e prodotti in legno (esclusi i mobili) (-20,1%) e nella fabbricazione di prodotti chimici e fibre sintetiche (-19,8%).

fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/ ... 27023.html


imho solo 1 richiesta ai moderatori: non è il caso di cambiare il titolo in "sta succedendo, ormai da mesi, qualcosa di grosso " ?


Ultima modifica di Sirius il 20/02/2009, 12:54, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/02/2009, 20:54 
UN VENERDI' NERO PER LE BORSE
di Alfonso Neri

MILANO - Il crollo delle Borse europee e mondiali non si ferma: nell'ennesimo venerdì nero, nel quale sono stati bruciati 154 miliardi di euro di capitalizzazione, i listini continentali sono scesi ai minimi degli ultimi sei anni. L'indice Dow Jones Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sul Vecchio Continente, ha infatti perso il 3,52%, tornando sui livelli della primavera del 2003. E quella che si è chiusa con una giornata contraddistinta da vendite da panico è stata una settimana di scivoloni simili a quelli dello scorso novembre, uno dei periodi più neri per le piazze di ogni parte del mondo, con Milano che si è mostrata particolarmente debole e ha ceduto con l'indice S&P quasi il 6%. Ribassi di oltre quattro punti per Parigi e Francoforte, di oltre tre per Londra, Amsterdam, Madrid e Stoccolma.

Tra i listini europei principali, si è tenuto sotto questa soglia solo quello di Zurigo, che comunque ha chiuso in perdita di oltre due punti e mezzo. Solo leggermente più contenuto il pessimismo degli operatori statunitensi: nella prima metà di seduta, il Dow Jones ha ceduto due punti e mezzo, mentre il Nasdaq circa un punto e mezzo.

Le prime avvisaglie dell'ennesimo venerdì nero sono arrivate dalle Borse asiatiche, con Tokyo che ha ceduto quasi due punti anche a causa di alcuni titoli industriali, come Bridgestone, in chiaro affanno. Ma sono state le voci di una possibile nazionalizzazione di colossi del credito statunitensi a far partire la girandola delle vendite sulle banche, le assicurazioni e i titoli europei dei servizi finanziari. Bank of America ha detto di "non vedere motivo per una nazionalizzazione" e Citigroup non avrebbe discusso con il governo di Washington l'ipotesi di essere nazionalizzata, ribadendo che il proprio capitale è solido. Ma ormai nelle Borse europee tutti alleggerivano i portafogli, anche per il timore di un weekend che potrebbe portare annunci inattesi.

Gli operatori affermano di non volersi tenere in tasca titoli ritenuti a rischio durante il fine settimana e hanno venduto in massa, ancora una volta. Il risultato è stato che l'indice Dow Jones dei titoli assicurativi europei è crollato in un giorno di oltre il 6%, con Axa scesa del 18,41%, Ing il 12,39%, Allianz l'8,98%. Pesanti anche gli italiani Alleanza (-8,96%), Unipol (-7,21%) e Generali (-6,26%). Simile la chiusura dell'indice Dow Jones stoxx dei titoli bancari ed è stato il comparto del credito, con i suoi ingenti volumi, a trascinare al ribasso la generalità dei listini.

Oltre allo scivolone di oltre il 15% di Intesa SanPaolo, spiccano i cali di Ubs (-14,06%) per l'azione legale dell'amministrazione Usa contro l'evasione fiscale dei clienti del gruppo, Deutsche bank (-9,58%), Credit Agricole (-9,23%) e Commerzbank (-8,55%). In difficoltà inoltre il settore delle costruzioni e dell'automobile: in quest'ultimo comparto Porsche ha perso il 7,90%, Daimler il 6,79%, Peugeot il 5,76% e Renault il 5,74%. Tra i titoli principali del settore auto il calo minore è stato accusato da Bmw, che ha pur lasciato sul terreno il 3,14% del suo valore. Fiat, scesa del 3,65%, non ha potuto beneficiare della notizia dell'avvio di una linea di credito da un miliardo, uscita a mercati chiusi. L'unico comparto che ha cercato di limitare le perdite è stato quello delle telecomunicazioni (-1,07% l'indice Dj di settore), nel quale le perdite più rilevanti sono state accusate da Telecom Italia (-3,02%), Deutsche Telecom (-1,52%) e Telefonica (-1,44%). In controtendenza del 3,44% Mobistar dopo la conferma dell'ingresso nel capitale di Goldman Sachs, mentre France Telecom, in positivo per quasi tutta la seduta, ha registrato la limatura finale dello 0,60%. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse mondiali: - Londra -3,22% - Parigi -4,25% - Francoforte -4,76% - Madrid -3,46% - Milano -5,88% - Amsterdam -3,59% - Stoccolma -3,97% - Zurigo -2,79% - Tokyo -1,87% - Dow Jones -2,51% (seduta in corso) - Nasdaq -1,50% (seduta in corso)

INDUSTRIA: FATTURATO E ORDINI ANCORA GIU', AUTO A PICCO
di Mila Onder - Non si arresta la caduta dell' industria italiana. La curva disegnata da fatturato e ordinativi nell'ultimo scorcio del 2008 è drammaticamente rivolta verso il basso. I due indici hanno infatti mostrato a dicembre un altro calo a due cifre, dopo quello già registrato nel mese di novembre, con una vera e propria gelata sull'auto, sempre più colpita dalla crisi economica. Per il settore autoveicoli l'emorragia pre-incentivi statali é stata grave: il fatturato è diminuito nell'ultimo mese dell'anno del 29,6% e gli ordini, che forniscono indicazioni sull'andamento del settore nell'immediato futuro, sono crollati del 33,3% rispetto a dicembre 2007.

Numeri che lasciano il segno e che portano il consuntivo 2008 a -7,6% per le vendite e a -11,4% per gli ordinativi, i dati più neri, calcola l'Istat, dall'inizio degli anni '90 (dal '93 nel primo caso e dal '92 nel secondo). Il peggio sembra comunque essere alle spalle dopo il decreto salva-auto dello scorso 6 febbraio. Per il Centro studi Promotor, infatti, ''secondo le prime indicazioni provenienti dal mercato gli incentivi dovrebbero consentire di contenere in maniera significativa le perdite". Al di là dell'industria automobilistica, a dicembre nessun settore è stato risparmiato dalla crisi, ad eccezione degli alimentari, gli unici che hanno tenuto e che hanno mostrato ancora a dicembre il segno positivo, con un +11,4% che ha tenuto a galla le vendite complessive dei beni di consumo. Il fatturato é invece precipitato per le raffinerie di petrolio (-28,3%, complice anche il calo dei prezzi alla produzione del comparto energetico) e per l'estrazione dei minerali (-26,5%). Male anche la fabbricazione di prodotti chimici e fibre sintetiche, crollate del 18,1%, la produzione di mezzi di trasporto e quella di metallo e prodotti in metallo (entrambe -17%).

Meglio non è andata per gli ordinativi: "tutti i settori di attività economica - evidenzia l'Istat - hanno registrato rispetto a dicembre 2007 variazioni negative", con le diminuzioni più marcate nella produzione di metallo e prodotti in metallo (-21,4%), nell'industria del legno e prodotti in legno (-20,1%) e nella fabbricazione di prodotti chimici e fibre sintetiche (-19,8%). Guardando all'intero 2008, i dati sono meno drammatici. Gli ordinativi sono diminuiti infatti del 3,2% mentre il fatturato é sceso di un quasi impercettibile 0,3%. Su quest'ultimo dato, misurato a prezzi correnti, influiscono in particolare i prezzi alla produzione che, sottolinea l'Istat, sono aumentati considerevolmente nel corso del 2008. Considerando le vendite al netto dell'aumento dei prezzi, il calo sarebbe decisamente maggiore. La contrazione è peraltro concentrata soprattutto nell'ultima parte dell'anno: nel quarto trimestre il fatturato é infatti diminuito dell'8,3% e ancora peggiore è stata la performance degli ordinativi, scesi del 14,3%.


Ultima modifica di Sirius il 20/02/2009, 20:56, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/02/2009, 23:35 
Ma come in questi ultimi 50 anni si è fatto di tutto per privatizzare il piu possibile e ora lo stato...(pur sempre privato tutto sommato) decide di ristatilizzare il tutto?



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Mi sembra utile ricordare che la Banca d'Italia si trova in una situazione
totalmente diversa rispetto a quelle in cui si trovano le Banche Centrali straniere.

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si me ne ricordavo di questa immagina TTE l'avevi già postata tempo addietro mi pare. Certo che... seriamente parlando, secondo voi quanta probabilità c'è che lo stato arrivi a congelare i conti in banca? QUANTO siamo messi REALMENTE male in italia?


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Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Mi sembra utile ricordare che la Banca d'Italia si trova in una situazione
totalmente diversa rispetto a quelle in cui si trovano le Banche Centrali straniere.

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Io direi, perchè noi ci facciamo inc...e in tutto....! [:204]



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MessaggioInviato: 22/02/2009, 23:12 
non so se è stato riportato ma questo leggo su tgcom.it proprio adesso:
Cita:
Crisi economica, i leader europei a Berlino
"Più regole, serve un nuovo ordine"


Capi di Stato, governo e ministri delle Finanze europei per una linea comune da seguire al prossimo G20 che si terrà ad aprile
Al vertice di Berlino i Paesi europei hanno trovato una posizione comune anti-crisi da presentare al G20 che si svolgerà il 2 aprile a Londra. In particolare, secondo Brown, serve "un nuovo ordine mondiale" e occorre riformare gli istituti finanziari in modo da non ripetere più le condizioni che hanno portato a questa crisi e garantire più stabilità al mercato.


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MessaggioInviato: 23/02/2009, 00:14 
Cita:
helian ha scritto:

non so se è stato riportato ma questo leggo su tgcom.it proprio adesso:
Cita:
Crisi economica, i leader europei a Berlino
"Più regole, serve un nuovo ordine"


Capi di Stato, governo e ministri delle Finanze europei per una linea comune da seguire al prossimo G20 che si terrà ad aprile
Al vertice di Berlino i Paesi europei hanno trovato una posizione comune anti-crisi da presentare al G20 che si svolgerà il 2 aprile a Londra. In particolare, secondo Brown, serve "un nuovo ordine mondiale" e occorre riformare gli istituti finanziari in modo da non ripetere più le condizioni che hanno portato a questa crisi e garantire più stabilità al mercato.





No,non era ancora stata riportata,infatti la notiza è nuova.


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MessaggioInviato: 23/02/2009, 10:46 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Mi sembra utile ricordare che la Banca d'Italia si trova in una situazione
totalmente diversa rispetto a quelle in cui si trovano le Banche Centrali straniere.

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Perchè noi siamo speciali...... in TUTTO.




Tutto questo grazie ai nostri politici che si sono venduti anche le mutande .Dalle banche agli immobili delo stato a due soldi finiti nelle mani di caltagirone e tronchetti provera fino ad arrivare,e questa per me è la più grossa,a concedere l'appalto per lo sfruttamento delle ingenti risorse energetiche presenti sul nostro territorio a compagnie straniere come la gazprom;invece di estrarre il gas per conto nostro(il costo delle bollette sarebbe stato abbattuto) e non dipendere da gruppi stranieri, hanno fatto esattamente il contrario.
L'accordo fu definito storico,poichè dopo secoli l'invasore straniero varcava le alpi non con le truppe d'assalto ma con un contratto scritto...incredibile...


Ultima modifica di tommaso il 23/02/2009, 10:47, modificato 1 volta in totale.


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ITALIA....! Non possiamo dire altro! [:142] [:142] [:142] [:142] [:142] [:142] [:142]



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