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Grigio
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 Oggetto del messaggio: 354ma Festa di Sant'Efisio
MessaggioInviato: 01/05/2010, 15:59 
Oggi, come ogni anno, ho potuto apprezzare la Festa di Sant'Efisio

La vita di Sant'Efisio

Efisio nacque in Elia, città dell'Asia Minore vicino ad Antiochia, da Cristoforo, cristiano segretamente, e Alessandra, pagana. Alla morte del marito Cristoforo, Alessandra insegnò al figlio Efisio l'adorazione agli dei. Venuta a sapere che l'Imperatore Diocleziano si trovava ad Antiochia, Alessandra si presentò a Lui, assieme ad Efisio, chiedendogli di prendere il proprio figlio come soldato delle proprie guardie. L'imperatore, notato il nobile e bell'aspetto di Efisio, lo tenne con se amandolo sino ad affidargli il Comando di gran parte del suo esercito. Lo inviò inoltre in Italia affinché perseguitasse i Cristiani.

Efisio si diresse verso Urittania dove gli abitanti lo accolsero con gioia e rispetto. Una notte, un rumore terribile tramortì Efisio e i soldati mentre una voce scese dal Cielo e si rivolse a lui dicendogli: "Oh Efisio, donde vieni e donde vai?". Efisio fortemente impaurito rispose: "Vengo dalla città di Antiochia, sono figlio di Alessandra prima dei cittadini di Elia e Diocleziano mi ha concesso piena autorità in Italia contro i Cristiani". Si udì di nuovo la voce dal cielo: "Oh Efisio anche tu verrai a me, per mezzo della palma del Martirio". Dopo aver fatto alcune domande Efisio si sentì rispondere: "Io sono Colui che tu perseguiti Figlio del Dio Vivo". Improvvisamente una croce splendente gli apparve nel cielo e quella stessa croce si impresse nel palmo della sua mano portando da quel momento Efisio a beatificare il Signore Dio. La notte seguente Efisio entrò a Gaeta e convocò gli artigiani della città chiedendo loro chi fosse disposto a fargli un oggetto che gli era necessario. Gli artigiani, intimoriti non accettarono l'incarico. Efisio chiamò quindi un tale di nome Giovanni e gli comandò di realizzare la croce che aveva impressa nel palmo della mano. Da quel momento Efisio non perseguitò i cristiani ma li difese disobbedendo agli ordini di Diocleziano. L'imperatore incaricò allora il giudice Iulisio di sostituire Efisio ed incarcerarlo. Il giudice Iulisio sentendosi prossimo alla morte, lasciò a Flaviano l'incarico di procedere con il martirio di Efisio che fu condotto a Nora dove venne giustiziato il 15 gennaio del 303 d.c.


Il culto

Efisio è patrono dell'Arcidiocesi e compatrono di Cagliari: una devozione "viscerale" l'ha portato a soppiantare nel cuore della gente il primo patrono di Cagliari, San Saturno. È venerato in ampie zone dell'isola, e in modo particolare nella regione sud-occidentale.
Le grandiose celebrazioni che si svolgono a maggio in onore di Efisio affondano le radici nel secolo XVII.

L'epidemia di peste che colpì l'isola alla metà del secolo viene ricordata come una delle più drammatiche calamità che l'isola ha subito in epoca moderna, come durata e numero di vittime. L'11 luglio del 1652 la Municipalità di Cagliari si appellò a Sant'Efisio affinché proteggesse la città dal morbo, e l'assemblea civica espresse un voto con cui si impegnava a tributare ogni anno una processione in suo onore.
Nel maggio del 1657 avvenne la prima solenne processione per lo scioglimento del voto: il simulacro del Santo venne trasportato fino alla chiesetta di Nora, accompagnato dalle autorità cittadine e dai rappresentanti di tutti i paesi liberati dal morbo.
Ma Cagliari è debitrice nei confronti di Efisio per un suo secondo intervento prodigioso. Tra il 17 e il 18 febbraio del 1793, la flotta francese comandata dall’ammiraglio Truguet assediava Cagliari con un fitto bombardamento. I Cagliaritani invocarono il loro protettore e le milizie popolari capeggiate da Girolamo Pitzolo respinsero i francesi sbarcati sulla spiaggia di Quartu S. Elena.
Al Santo venne attribuito il titolo di "comandante supremo dei combattenti".


La festa

Ogni anno un corteo di carri, cavalieri, devoti e pellegrini scorta il simulacro del Santo Martire Efisio da Cagliari fino a Nora, luogo del martirio. Questo evento di straordinaria partecipazione popolare, in equilibrio tra fede e devozione, folklore e tradizione, viene vissuto con grande intensità emotiva. Le manifestazioni durano un mese, ma l'apice della festa è rappresentato dalla sfilata del primo maggio.
I protagonisti
La custodia, la tradizione e l'organizzazione dei riti dedicati a Sant'Efisio è a cura esclusiva dell' Arciconfraternita del Gonfalone. I preparativi della festa cominciano alla fine di aprile, quando l'Arciconfraternita procede alla vestizione del simulacro.
Il 30 aprile la vestizione viene completata con l'aggiunta di ori e gioielli offerti dai fedeli come ex-voto.
Quindi il Presidente dell'Arciconfraternita e il Sacrista Maggiore depongono la statua nel cocchio.
La mattina del primo maggio, Su Carradori, preposto alla guida dei buoi che trainano il cocchio, addobba gli animali con fiori e campanelli. Quindi il Terzo Guardiano a cavallo, accompagnato dalla Guardianìa, si reca al Palazzo Civico. Qui li attende l'Alter Nos, ovvero il rappresentante del sindaco della città. Insieme si recano alla chiesa di Sant'Efisio dove viene celebrata la "Messa dell'Alter Nos".


La processione

Il corteo del primo maggio viene aperto dalle traccas, carri trainati da buoi addobbati a festa.
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Alla sagra solitamente partecipano trenta o quaranta carri provenienti dal circondario di Cagliari. Seguono i gruppi folk in costume, a piedi, che recitano o cantano le preghiere della tradizione religiosa isolana, i goccius.
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Dietro i gruppi folk sfilano i cavalli. Aprono i Cavalieri del Campidano, in sella a cavalli addobbati con coccarde e rosette. Quindi è la volta dei Miliziani, armati di archibugio e sciabole.
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Miliziani

Il corteo a cavallo prosegue con il corpo della Guardianìa, che sfila in frac nero, cilindro e fascia azzurra ai fianchi. In prima fila, il Terzo Guardiano regge il Gonfalone dell'Arciconfraternita.
In frac e cilindro, con una fascia tricolore sui fianchi, procede l'Alter Nos, rappresentante del sindaco di Cagliari.
Quindi sfilano i membri dell’Arciconfraternita del Gonfalone, introdotti da un confratello che regge un crocifisso del '700.
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Consorelle - Arciconfraternita del Golfalone

Due confratelli, chiamati i "Collaterali", hanno il compito di stare ai lati del cocchio durante tutto il percorso della sfilata, e aprono le porte quando si ferma per consentire ai fedeli di depositare all'interno fiori, offerte, ex-voto e suppliche.
L'arrivo del cocchio con il simulacro è annunciato dal suono delle launeddas.
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Suonatori di Launeddas

Il cocchio è trainato da un imponente giogo di buoi ornati da manti colorati e fiori e condotti da Su Carradori. In via Roma, di fronte al palco in cui siedono le autorità, il cocchio del santo procede su un tappeto di petali (sa ramadura)
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Sa Ramadura - un enorme tappeto di petali sparsi subito prima del passaggio del cocchio del Santo

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Sa Ramadura - Il tappeto di petali in onore al Santo

salutato dalle sirene delle navi attraccate al porto.
È un momento molto emozionante, soprattutto per l'intervento della folla che si avvicina al Santo per la richiesta di una grazia.
Quindi il cocchio continua il suo tragitto verso Nora accompagnato dai fedeli che hanno fatto voto di percorrere il cammino a piedi.



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MessaggioInviato: 01/05/2010, 22:05 
Molto bello, grazie Cagliari79



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E molto piu` facile parlare di cospirazione, quando si ignorano le cause ed i motivi.

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MessaggioInviato: 02/05/2010, 13:50 
Bravissimo anche se sono solo foto, hai saputo introdurci in un "rito" che supera ogni credenza, e che riaffiora da ricordi "collettivi". Io sono sicura che tantissime delle persone presenti non sono cattolici praticanti, ma in questa occasione portano a beneficio di tutti, le loro emozioni, vere emozioni che si sommano alle emozioni di tutti e che annullano in un attimo il tempo trascorso e che rafforzano il cordone di vita emotiva che ci lega Tutti.
Stupendi costumi, molto ricchi, ma magnifico anche il tappeto di fiori, pensa quante persone hanno contribuito a raccogliere petali.....
Se solo fossimo capaci a misurare le nostre vibrazioni, sono sicura che in questa occasione le vibrazioni del popolo cagliaritano si sono eguagliate alle vibrazioni musicali dell'Universo!!!
grazie Luigi
[:158] [:158] [:98]



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MessaggioInviato: 02/05/2010, 14:29 
Grazie Cinzia, bellissime parole.
In effetti, anche chi non è credente praticante (come me) non posso fare a meno di seguire questa festa. E' una cosa indescrivibile... l'impegno delle persone, gli animali, i carri, i costumi con i loro meravigliosi colori (cambiano di paese in paese). Ormai siamo abituati a vestirci "casual", non si usano più i colori e gli ornamenti di un tempo.
Pensa che la chiesa in onore al santo, nella quale son custoditi sia cocchio che statua, mesi fa stava cadendo a pezzi. E' stata restaurata a tempo di record, così come la statua e il carro da festa (ci sono 2 carri per portare in processione la statua, 1 da festa si usa solo il 1° maggio, il carro da campagna si usa per andare a Nora e ritorno).
Tu dirai "è logico che l'abbiano restaurata, basta pagare".
Io credo che in realtà, chi ha contribuito al restauro delle varie opere, l'abbia fatto nel migliore dei modi. Un lavoro che non invecchia nel giro di pochi anni, ma di molti decenni.

Concordo sul fatto delle vibrazioni... magari potessimo misurarle. Immaginati ai funerali di Papa Wojtyla [:0]

p.s.: la foto della "tracca" (del carro) l'ho scattata io [:D]



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