15/05/2010, 23:44
16/05/2010, 09:22
16/05/2010, 10:31
Aztlan ha scritto:
TTE, mi spiace ma se Zichichi ha detto questo è uno scienziato quanto sono io sono un pittore - e sottolineo che non so tenere in mano un pennello.
Quindi il discorso di Zichichi - cattolico - è anti-scientifico al massimo, capovolgendo le basi del pensiero scientifico e metodo scientifico - Galileiano.
17/05/2010, 00:23
17/05/2010, 02:18
Enkidu ha scritto:
Risposta complessa: Si, sono convinto che esista quello che comunemente viene chiamato "Dio", ma non credo abbia molto a che vedere con quello predicato dalle religioni monoteistiche.
Per me Dio è l'Uno-Tutto di cui ogni cosa fa parte, compresi noi stessi. Dio quindi non è trascendente, e non è separato dal mondo e dall'uomo.
Penso che il concetto di Dio nelle religioni monoteistiche è in forte crisi e probabilmente è destinato a sparire, proprio perché è un Dio troppo lontano dall'uomo e dal mondo, e quindi il mondo sente di non averne più bisogno.
17/05/2010, 05:40
20/05/2010, 21:39
21/05/2010, 00:19
21/05/2010, 21:01
23/05/2010, 20:13
23/05/2010, 21:19
23/05/2010, 22:19
24/05/2010, 09:43
24/05/2010, 09:46
quisquis ha scritto:
A me viene spontaneo credere in un'intelligenza presente dietro l'ordine del Cosmos intero, che si identifica con esso e che lo trascende al tempo stesso. Questo è il modo in cui sento Dio. Il modo in cui lo penso invece è un po' più ampio; diciamo che penso il Cosmos come un sottoinsieme di Dio. Questo perché mi viene istintivo pensare il divino come posto oltre ogni limite, e la coppia immanenza (che è tale sempre rispetto a qualcosa) e trascendenza (idem), così come quella identità ed alterità sanno ancora di dualità e quindi di limite. Ma siccome io vivo nel Cosmos e non fuori di esso, mi basta in prima battuta sentire Dio in ogni aspetto dell'Universo. Dal punto di vista emotivo mi sento molto vicino al modo di sentire il Cosmos tipico dell'antico stoicismo, soprattutto quello romano (vedi i pensieri di Marco Aurelio).
Detto questo penso che ci siano tanti modi di rapportarsi all'idea del sacro quanti siano gli individui. Sotto questo aspetto non ho nessuna difficoltà ad accettare l'ateismo (ci sono poi molti modi per essere e dirsi atei) o qualunque altro punto di vista religioso, purché rispettosi dei punti di vista altrui. Mi viene facile vedere il divino nei molteplici aspetti della vita e del mondo, quindi da questo punto di vista non ho nessuna difficoltà a simboleggiare ciò con la parola Dei, senza per altro scordare che il simbolo non è qualcosa di puramente astratto ma è anche una forza, un numen. Io la questione la vedo e la sento così.
Se devo pregare preferisco scegliere io le parole in base alla mia sensibilità del momento, senza seguire gli schemi creati dagli altri; ma se dovessi scegliere una preghiera creata da altri allora sceglierei senza dubbio l'inno a Zeus di Cleante. Se dovessi scegliere degli aggettivi per simboleggiare Dio sceglierei : ottimo massimo, eterno, beato, giusto, perfetto e compiuto. Questo perché l'essere buoni (in senso ampio) al massimo grado mi sembra divino, così come l'essere nel tempo senza esserne intaccato (anzi il tempo è in Dio); la felicità poi è cercata da ogni essere vivente e non può che essere divina, io credo poi che la giustizia e l'equilibrio (in senso vasto) siano cose degne di massimo rispetto e quindi le attribuisco alla divinità; quanto alla perfezione ed alla compiutezza mi sembra un fatto scontato attribuirle alla divinità.
Se dovessi scegliere un'immagine antropomorfica che simboleggi il Divino sceglierei senza dubbio il Giove di Otricoli.
Immagine tratta da http://www.summagallicana.it/lessico/z/ ... ricoli.jpg
24/05/2010, 21:14
greenwarrior ha scritto:
L' ateismo è sinonimo di rifiuto e di incomprensione (forse di paura recondita).
Abbiamo ancora molta strada da fare per rimettere insieme i tasselli di una verità che ritengo inconfutabile, l' esistenza di Dio.