Coscienza, arte e creatività nel percorso evolutivo
e nella conoscenza del sè
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15/05/2010, 23:44

Si e i messia venuti sulla terra ne sono la testimonianza

16/05/2010, 09:22

Se chi non crede in Dio afferma che Dio è stato creato dall'uomo, chi ha creato l'uomo e tutto l'universo? Da dove ha avuto origine il tutto? almeno l'ipotesi dell'esistenza di un creatore deve essere presa in considerazione. chissà perché in questo caso gli atei rispondono che non si possono sapere tutte le cause. Si cerca una causa e si formula un'ipotei per tutto, dalla scomparsa dei dinosauri alla differenziazione delle specie e poi guarda caso quando si tratta di affrontare l'argomento che non può che avere una sola risposta, l'origine di tutto, si nicchia...

16/05/2010, 10:31

Aztlan ha scritto:


TTE, mi spiace ma se Zichichi ha detto questo è uno scienziato quanto sono io sono un pittore - e sottolineo che non so tenere in mano un pennello.



Caro Aztlan...... sai già come la penso in merito alle religioni e in merito alla (eventuale) presunzione della Scienza rispetto a certi temi....

Tuttavia, la mia voleva essere solo una sorta di provocazione. Ho letto questo libro di Zichichi: http://www.ibs.it/code/9788842807148/zi ... colui.html e devo dire che l'ho trovato davvero molto interessante.

Continuo a dire che "l’Ateismo non è un atto di Ragione dell’Immanente ma esclusiva e ingiustificata negazione del Trascendente.”

E la prova è rappresentata dal fatto che (ad esempio) in questo forum, coloro i quali si autodefiniscono "atei" fanno una fatica mostruosa ad accettare concetti che hanno a che fare con il trascendente..... che si tratti dell'esistenza di anima o di universi paralleli, di fenomeni che esulano dalla concezione scientifica o che siano fenomeni "eterici" comunemente chiamati "paranormali", poco importa.

E la cosa mi sembra davvero strana..... perchè certe cose possono esistere, imho, a prescindere dal fatto che la Scienza attuale possa NON avere gli strumenti per misurarle. E, soprattutto, le medesime cose, possono esistere indipendentemente da COME, ognuno di noi, percepisce e/o considera il concetto di "Dio" o di "Principio Creatore" che sia..... [;)]

Quindi il discorso di Zichichi - cattolico - è anti-scientifico al massimo, capovolgendo le basi del pensiero scientifico e metodo scientifico - Galileiano.


Ti posso assicurare che nel libro in questione viene citato Galilei sino all'esasperazione. Riporto la presentazione del libro che dice testualmente: "La contrapposizione tra fede e scienza rappresenta uno dei dilemmi più laceranti di oggi; un dramma che conobbe il suo primo, controverso atto con Galileo Galilei. In questo saggio Antonino Zichichi smentisce tale contrapposizione e la ribalta. Proprio il grande Galilei, scopritore del principio di inerzia, della relatività e delle prime leggi che reggono il creato, era credente e considerava la Scienza uno straordinario strumento per svelare i segreti di quella natura che porta le impronte di Colui che ha fatto il mondo. E credenti erano Maxwell e Planck, due padri della fisica contemporanea, uomini che hanno aperto nuovi orizzonti sulle leggi dell'universo grazie allo studio di particene infinitamente piccole; tanto piccole da non poter contenere traccia né di angeli né di santi, e da non poter quindi avallare, apparentemente, alcuna spiegazione razionale dell'esistenza del divino. Per Zichichi le conquiste della scienza non oscurano le leggi divine, ma le rafforzano, contribuendo a risvegliare lo stupore e l'ammirazione per il meraviglioso spettacolo del cosmo, che va dal cuore di un protone ai confini dell'universo".

Ora, questo "Colui", non deve mica essere per forza "l'uomo con la lunga barba" e/o comunque l'icona veicolata dalle grandi religioni monoteiste....... [;)]

17/05/2010, 00:23

Risposta complessa: Si, sono convinto che esista quello che comunemente viene chiamato "Dio", ma non credo abbia molto a che vedere con quello predicato dalle religioni monoteistiche.
Per me Dio è l'Uno-Tutto di cui ogni cosa fa parte, compresi noi stessi. Dio quindi non è trascendente, e non è separato dal mondo e dall'uomo.
Penso che il concetto di Dio nelle religioni monoteistiche è in forte crisi e probabilmente è destinato a sparire, proprio perché è un Dio troppo lontano dall'uomo e dal mondo, e quindi il mondo sente di non averne più bisogno.

17/05/2010, 02:18

Enkidu ha scritto:


Risposta complessa: Si, sono convinto che esista quello che comunemente viene chiamato "Dio", ma non credo abbia molto a che vedere con quello predicato dalle religioni monoteistiche.
Per me Dio è l'Uno-Tutto di cui ogni cosa fa parte, compresi noi stessi. Dio quindi non è trascendente, e non è separato dal mondo e dall'uomo.
Penso che il concetto di Dio nelle religioni monoteistiche è in forte crisi e probabilmente è destinato a sparire, proprio perché è un Dio troppo lontano dall'uomo e dal mondo, e quindi il mondo sente di non averne più bisogno.


Con il tuo intervento, hai espresso anche il mio pensiero. Quoto tutto.


Saluti

17/05/2010, 05:40

Carissimo TTE, dire che gli atei faticano a ragionare in maniera metafisica è come dire che i credenti fatichino a ragionara in maniera materialista.

Semplicemente è ovvio, ognuno segue il proprio pensiero e in base ad esso ha una forma mentis di conseguenza.

Chi non crede fatica a pensare all' anima come chi crede non riesce proprio a pensare all' uomo e alla vita come essere biologico e basta.


Per mettere i puntini sulle "i", non fatico affatto ad accettare l' idea di Universi Paralleli, la Teoria del Multiverso è scientifica e ne sono un sostenitore.

Saluti,

Aztlan

20/05/2010, 21:39

Salute a tutti, volevo inserirmi nel contendere in maniera civile, ma prima devo dire che mi ha affascinato il

42


ed ho dato una risposta qui: http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=107822

Torniamo a bomba alla domanda di green;

E' superfluo forse dirlo, penso di essere abbastanza noto in ciò e l'ho già dichiarato apertamente

Io credo in Dio, un Dio che è innanzi tutto Padre Onnipotente Creatore di Cielo e Terra, un Dio Figlio Unigenito Gesù Cristo, apparso in forma umana e un Dio Spirito Santo consustanziale al Padre e al Figlio, una trinità un solo Dio.
E poichè Credo anche la Chiesa, Una Santa Cattolica e Apostolica, e le cose non mi appaiono scindibili, mi spiace Green, ma non riesco a tenerla fuori, quindi chiudo il quadro.

Credo anche, però, che la Chiesa, Una Santa Cattolica e Apostolica nei secoli si sia allontanata più volte dalla buona novella, ed è bisognosa di atti di contrizione per gli errori che ha commesso, che commette e che continuerà a commettere.

Cio non di meno, credo anche che nell'eucarestia celebrata in seno alla Chiesa realmente avviene la transustanziazione e pane e vino si trasformano in corpo e sangue di Cristo.

Ecco, io credo in un Dio che si nasconde dentro un po' di pane.

Un saluto.

21/05/2010, 00:19

quoto con le parole che ha scritto Kaone

21/05/2010, 21:01

Risposta per kaone e il suo 42
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=107923

23/05/2010, 20:13

Vedendo la piega che ha preso la discussione, sento il bisogno di affermare che, pur ritenendomi io una persona con una forte spiritualità e caratterizzata da una lunga e costante ricerca di Dio, sono arrivato a una fondamentale accettazione degli atei e dell'ateismo.
Credo in Dio, ma la mia fede in Dio non avrebbe nessun significato se non credessi nei diritti dell'uomo, fra cui il diritto di credere o non credere quello che vuole, dato che in ciò che non è certo, ognuno è libero di fare le scelte che sente più giuste per sé.
Penso che coloro che si dichiarano credenti farebbero un bel passo in avanti nella loro evoluzione spirituale, il giorno in cui capiranno che non devono convertire nessuno e non devono criticare chi ha fatto scelte diverse da loro, seppellendoli sotto i loro triti e ritriti pregiudizi.
Penso che sia offensivo e ingiusto definire "presuntuoso" chi ha scelto di non credere, e penso che sia un pregiudizio bello e buono credere che una persona non può trovare un significato all'esistenza se non crede in Dio.
Dio è un termine così vago e variegato, che sarebbe ora che certi credenti capissero che l'umanità non ha più bisogno del loro concetto di Dio di quanto ne abbia di una marca di scarpa piuttosto che di un'altra.
Non è affatto detto che il significato dell'Essere si identifichi con il concetto di "Dio" comunemente inteso, e un conto è il problema filosofico del significato dell'esistenza, e un conto il significato della fede, che non essendo certa per definizione, non può essere imposta a nessuno.
Io parlo di Dio, ma non voglio convertire nessuno, lascio che i cattolici rimangano cattolici, gli atei rimangano atei e i musulmani restino musulmani, solo pretendo che nessuno critichi le mie scelte religiose, come io non critico quelle degli altri, compresa la scelta, rispettabilissima e che io difendo a spada tratta, di non credere in nessun Dio.
Ultima modifica di Enkidu il 23/05/2010, 20:14, modificato 1 volta in totale.

23/05/2010, 21:19

Quoto Enki, immenso come al solito.

Un ottimo esempio di come anche chi crede può farlo nel rispetto altrui.

Fossero tutti così....

23/05/2010, 22:19

A me viene spontaneo credere in un'intelligenza presente dietro l'ordine del Cosmos intero, che si identifica con esso e che lo trascende al tempo stesso. Questo è il modo in cui sento Dio. Il modo in cui lo penso invece è un po' più ampio; diciamo che penso il Cosmos come un sottoinsieme di Dio. Questo perché mi viene istintivo pensare il divino come posto oltre ogni limite, e la coppia immanenza (che è tale sempre rispetto a qualcosa) e trascendenza (idem), così come quella identità ed alterità sanno ancora di dualità e quindi di limite. Ma siccome io vivo nel Cosmos e non fuori di esso, mi basta in prima battuta sentire Dio in ogni aspetto dell'Universo. Dal punto di vista emotivo mi sento molto vicino al modo di sentire il Cosmos tipico dell'antico stoicismo, soprattutto quello romano (vedi i pensieri di Marco Aurelio).

Detto questo penso che ci siano tanti modi di rapportarsi all'idea del sacro quanti siano gli individui. Sotto questo aspetto non ho nessuna difficoltà ad accettare l'ateismo (ci sono poi molti modi per essere e dirsi atei) o qualunque altro punto di vista religioso, purché rispettosi dei punti di vista altrui. Mi viene facile vedere il divino nei molteplici aspetti della vita e del mondo, quindi da questo punto di vista non ho nessuna difficoltà a simboleggiare ciò con la parola Dei, senza per altro scordare che il simbolo non è qualcosa di puramente astratto ma è anche una forza, un numen. Io la questione la vedo e la sento così.

Se devo pregare preferisco scegliere io le parole in base alla mia sensibilità del momento, senza seguire gli schemi creati dagli altri; ma se dovessi scegliere una preghiera creata da altri allora sceglierei senza dubbio l'inno a Zeus di Cleante. Se dovessi scegliere degli aggettivi per simboleggiare Dio sceglierei : ottimo massimo, eterno, beato, giusto, perfetto e compiuto. Questo perché l'essere buoni (in senso ampio) al massimo grado mi sembra divino, così come l'essere nel tempo senza esserne intaccato (anzi il tempo è in Dio); la felicità poi è cercata da ogni essere vivente e non può che essere divina, io credo poi che la giustizia e l'equilibrio (in senso vasto) siano cose degne di massimo rispetto e quindi le attribuisco alla divinità; quanto alla perfezione ed alla compiutezza mi sembra un fatto scontato attribuirle alla divinità.

Se dovessi scegliere un'immagine antropomorfica che simboleggi il Divino sceglierei senza dubbio il Giove di Otricoli.

Immagine

Immagine tratta da http://www.summagallicana.it/lessico/z/ ... ricoli.jpg
Ultima modifica di quisquis il 23/05/2010, 22:25, modificato 1 volta in totale.

24/05/2010, 09:43

Carissimo TTE, dire che gli atei faticano a ragionare in maniera metafisica è come dire che i credenti fatichino a ragionara in maniera materialista.


Cit da Aztlan.

Sintetico ma efficace. Come al solito la verità è nel mezzo.[;)]
Ultima modifica di greenwarrior il 24/05/2010, 09:43, modificato 1 volta in totale.

24/05/2010, 09:46

quisquis ha scritto:

A me viene spontaneo credere in un'intelligenza presente dietro l'ordine del Cosmos intero, che si identifica con esso e che lo trascende al tempo stesso. Questo è il modo in cui sento Dio. Il modo in cui lo penso invece è un po' più ampio; diciamo che penso il Cosmos come un sottoinsieme di Dio. Questo perché mi viene istintivo pensare il divino come posto oltre ogni limite, e la coppia immanenza (che è tale sempre rispetto a qualcosa) e trascendenza (idem), così come quella identità ed alterità sanno ancora di dualità e quindi di limite. Ma siccome io vivo nel Cosmos e non fuori di esso, mi basta in prima battuta sentire Dio in ogni aspetto dell'Universo. Dal punto di vista emotivo mi sento molto vicino al modo di sentire il Cosmos tipico dell'antico stoicismo, soprattutto quello romano (vedi i pensieri di Marco Aurelio).

Detto questo penso che ci siano tanti modi di rapportarsi all'idea del sacro quanti siano gli individui. Sotto questo aspetto non ho nessuna difficoltà ad accettare l'ateismo (ci sono poi molti modi per essere e dirsi atei) o qualunque altro punto di vista religioso, purché rispettosi dei punti di vista altrui. Mi viene facile vedere il divino nei molteplici aspetti della vita e del mondo, quindi da questo punto di vista non ho nessuna difficoltà a simboleggiare ciò con la parola Dei, senza per altro scordare che il simbolo non è qualcosa di puramente astratto ma è anche una forza, un numen. Io la questione la vedo e la sento così.

Se devo pregare preferisco scegliere io le parole in base alla mia sensibilità del momento, senza seguire gli schemi creati dagli altri; ma se dovessi scegliere una preghiera creata da altri allora sceglierei senza dubbio l'inno a Zeus di Cleante. Se dovessi scegliere degli aggettivi per simboleggiare Dio sceglierei : ottimo massimo, eterno, beato, giusto, perfetto e compiuto. Questo perché l'essere buoni (in senso ampio) al massimo grado mi sembra divino, così come l'essere nel tempo senza esserne intaccato (anzi il tempo è in Dio); la felicità poi è cercata da ogni essere vivente e non può che essere divina, io credo poi che la giustizia e l'equilibrio (in senso vasto) siano cose degne di massimo rispetto e quindi le attribuisco alla divinità; quanto alla perfezione ed alla compiutezza mi sembra un fatto scontato attribuirle alla divinità.

Se dovessi scegliere un'immagine antropomorfica che simboleggi il Divino sceglierei senza dubbio il Giove di Otricoli.

Immagine

Immagine tratta da http://www.summagallicana.it/lessico/z/ ... ricoli.jpg


L' ateismo è sinonimo di rifiuto e di incomprensione (forse di paura recondita).
Abbiamo ancora molta strada da fare per rimettere insieme i tasselli di una verità che ritengo inconfutabile, l' esistenza di Dio.

24/05/2010, 21:14

greenwarrior ha scritto:
L' ateismo è sinonimo di rifiuto e di incomprensione (forse di paura recondita).
Abbiamo ancora molta strada da fare per rimettere insieme i tasselli di una verità che ritengo inconfutabile, l' esistenza di Dio.


Rudolf Steiner diceva che l’ateo è privo di sensi spirituali; in pratica paragonava gli atei a dei ciechi, in questo caso nel campo spirituale ed il paragone era inteso in senso oggettivo, non metaforico. Io penso che questo modo di ragionare sia molto sbagliato. Le inclinazioni mentali degli individui sono molteplici, non si può pretendere che tutti gli individui abbiano lo stesso modo di porsi di fronte alla realtà o alle idee che da essa vengono suscitate; questo vale in massimo grado per quei concetti che esprimono una miscela delicata e composita di sentimenti, identità, comportamenti, credenze, senso del destino e della propria posizione nel mondo quali sono i concetti legati alla sfera di ciò che di solito si intende per “sacro”. Chi non sente un’intelligenza dietro l’ordine del mondo non fa niente di male, segue solo il suo istinto e fa benissimo, ha tutto il mio rispetto esattamente come chi si sente in vario modo religioso; il punto di discrimine non può essere questo; chi non trova naturale credere in un Dio o in più Dei fa benissimo a seguire questa sua tendenza. Fare diversamente gli complicherebbe solamente la vita, non sarebbe un atto libero, non sarebbe un atto in armonia con la sua natura profonda. Costringere a credere è ripugnante, come ben sentivano e sapevano i maiores nostri quando contestavano ai primi cristiani proprio questo atteggiamento assurdo. Nel mondo antico c’era molto più rispetto per i diversi stili di vita ( e le scuole filosofiche antiche prima di tutto, a differenza della filosofia moderna, erano uno stile di vita), fede o culto religioso (e ce n’erano davvero molti), finché non assumevano atteggiamenti sovversivi nei confronti dello stato e delle sue leggi. C’era tranquillamente posto anche per vie che per certi aspetti ricordano molto l’ateismo moderno, ossia l’Epicureismo (che però non era teoricamente ateo, anche se pragmaticamente di fatto lo era e a ragion veduta) e lo scetticismo. Come aveva intuito Epicuro, meglio un equilibrato e sereno ateo materialismo che molte forme di esagitato o morboso misticismo ed io sono d’accordo con questa impostazione. Il mondo antico, che nei suoi modelli e nei suoi esponenti migliori era permeato da ed aveva come ideale la serenità olimpica, non poteva non guardare con favore a queste forme positive di ateismo, senza per altro escludere (anzi tutt’altro) altre vie che di certo atee non erano.
Ultima modifica di quisquis il 24/05/2010, 21:17, modificato 1 volta in totale.
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