Cita:
Knukle ha scritto:
Moltissimi scienziati e studiosi hanno da sempre mischiato scienza e superstizione; rigorosi esperimenti e occultismo. Prendiamo come esempio Newton: ha rivoluzionato la fisica ed introdotto idee e concetti per l'epoca impossibili anche solo da concepire, eppure credeva nell'alchimia e si dilettava di alchimia egli stesso. E con questo diciamo che l'alchimia è una scienza seria solo perchè Newton la praticava?
Di esempi così se ne possono fare a bizzeffe. Jung è stato senza dubbio un grandissimo psicologo e una persona dotta che ha rivoluzionato il modo di intendere lo studio della psiche. Il fatto che però appoggiasse l'astrologia non rendel'astrologia una materia seria. Lui, come tanti altri studiosi e scienziati, ha mischiato teorie serie e dimostrabili con credenze superstiziose.
No, no. Sul punto devo dissentire vigorosamente
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Spesso, il modo con il quale il processo conoscitivo funziona si basa pesantemente, almeno nella sua fase inziale, sull'intuizione. Ossia su di un processo che di scientifico ha veramente poco, mentre ha molto, moltissimo dell'atto magico.
L'esempio che sempre si fa in questi casi è quello di Bohr e del modello atomico. Bohr ci arriva passando per una piazza vicino casa sua. Vede la piazza, nel centro della quale sta una fontana e vede la gente che si muove attorno al centro. E' lì che Bohr 'sa' che un atomo è fatto in quel modo.
Ecco, questo è ciò che chiamo un atto conoscitivo puro. Ossia una costruzione mentale che giunge al cuore del problema senza avere alcuna informazione specifica.
Lo stesso ha fatto Jung (solo in scala molto superiore) con la teorizzazione dell'Inconscio Collettivo e con l'uso del materiale mitologico (astrologia compresa). Senza l'intero corredo mitologico, Jung non avrebbe mai avuto la possibilità di giungere alla teorizzazione dell'IC. A tale proposito, Jung trattò astrologia, alchimia e ogni mito in genere come produzioni del sapere umano. E lo fece proprio perché conscio di come l'atto conoscitivo avviene.
Sotto questo profilo, Jung non si sognò mai di sottovalutare il mito. Anzi, vi si immerse completamente e ciò gli diede il destro per giungere ad una conoscenza che gli odierni 'psico-razionalisti' nemmeno si sognano di poter padroneggiare.