Segnali di guerra: flotta americano-israeliana verso il Golfo PersicoLUNEDÌ 21 GIUGNO 2010 06:29 WATCH INTERNATIONAL
In un momento in cui si parla solo di “peace flottilas”, di navi cariche di “rifiuti umanitari”, di “pacifisti armati” e di simili controsensi globali, è quasi passato inosservato il maestoso passaggio della flotta americano-israeliana nel Canale di Suez in direzione Golfo Persico.
Fonti militari egiziane fanno infatti sapere che venerdì scorso una imponente flotta da guerra guidata dalla portaerei Truman con i suoi 60 cacciabombardieri e i suoi 6000 marines, è transitata nel Canale di Suez in direzione del Golfo Persico. La novità sensazionale sta però nella presenza di almeno una nave israeliana anche se si suppone che le navi con la Stella di David siano di più, accompagnate da almeno un sommergibile nucleare che si va ad aggiungere a quello/i già presente di fronte alle coste iraniane.
Per molte ore le autorità egiziane hanno bloccato tutto il traffico commerciale per permettere il passaggio della flotta da guerra che non va nel Golfo Persico per avvicendare altre unità ma va a potenziare la struttura navale già presente. Nei giorni scorsi l'arrivo della Truman e della sua squadra di appoggio era stato visto come un potenziamento della VI flotta americana presente nel Mediterraneo e si era detto che la squadra navale della Truman si sarebbe posizionata di fronte alle coste del Libano. Evidentemente gli analisti si sbagliavano.
Come detto, desta stupore (ma nemmeno tanto) la presenza nella squadra d'attacco di unità israeliane. Sembra un segnale diretto a Teheran, un segnale forte e chiaro che non può essere interpretato.
Bocche cucite al comando della VI flotta di Napoli così come al comando generale della Marina Israeliana dove si nascondono dietro a un eloquente “no comment” sulla presenza di unità da guerra israeliane e sulle motivazioni di questo spiegamento di forse nel Golfo Persico. L'unica cosa che trapela dal Comando di Napoli è che, nell'ambito della stessa politica militare, unità della VI flotta si stanno dirigendo nelle acque antistanti il Libano ma senza specificare né il numero né la composizione, il che è tutto un dire.
Guerra all'Iran: arriva anche la squadra d'assalto della NassauMERCOLEDÌ 30 GIUGNO 2010 05:17 WATCH INTERNATIONAL
Continuano a moltiplicarsi i segnali di un imminente attacco all'Iran. Infatti secondo fonti militari americane, confermate anche da fonti israeliane, la squadra navale d'attacco della Nassau è stata spostata da Bab al-Mandeb, nello Stretto di Aden, dove faceva base, alle coste di fronte al Bahrein.
Quello della Nassau è il terzo gruppo navale d'attacco che sta raggiungendo il mare antistante l'Iran. La squadra è composta dalla nave anfibia d'attacco Nassau, dalla nave da trasporto USS Mesa Verde e dalla nave da sbarco USS Ashland. La Nassau trasporta attualmente 3.000 marines, ha due ponti per il decollo degli elicotteri d'assalto ( quattro AH- 1W Super Cobra e Dodici CH -46 Sea Knight) e per gli aerei a decollo verticale Harrier (sei aerei che potrebbero diventare dieci). La Mesa Verde trasporta 800 marines attrezzati per missioni speciali. La Ashland trasporta 400 marines e 102 commandos addestrati per azioni dietro alle linee nemiche.
Come detto, quello della Nassau è il terzo gruppo navale che si posiziona davanti alle coste iraniane, tuttavia la specificità del gruppo navale, cioè quello di essere un gruppo usato esclusivamente per l'attacco e non per la difesa o per il controllo, fa si che la notizia assuma una valenza strategica del tutto straordinaria.
Il fatto stesso che la squadra della Nassau sia stata spostata da un settore molto importante (qual'è quello dello stretto di Aden) nel Golfo Persico, la dice lunga sulle intenzioni americane. Secondo fonti militari anonime sentite a Washington, l'imponente spiegamento di forze americane di fronte all'Iran servirebbe da deterrente per eventuali ritorsioni iraniane a seguito dell'ormai quasi certo attacco israeliano alle strutture nucleari iraniane e non come una vera e propria “forza di occupazione”. Se l'Iran dovesse reagire lanciando i suoi missili balistici su Israele o cercando di bloccare lo Stretto di Hormuz interverrebbero le forze americane a distruggere le basi di lancio dei missili e a impedire alla flotta iraniana di bloccare lo Stretto di Hormuz. Tuttavia non può non saltare all'occhio l'imponenza dello schieramento navale americano, il che fa pensare che a Washington non la raccontino giusta e che le forze americane nel Golfo siano qualcosa di più che una semplice forza di deterrenza.
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