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MessaggioInviato: 25/07/2010, 19:14 
il problema di fondo e' che di soldi ne girano a tonnellate, per lo sviluppo, per il sud, per di qua' e per di la'...... e' che si fermano nelle tasche della mafia-politica e nelle reti della criminalita' organizzata, quello che passa, ovvero le briciole se le spartiscono gli squaletti in regione e nei comuni e i furbetti del quartierino.
in italia si devono fare delle enormi carceri, con una capienza smisurata, e poi prendere tutta questa gente e metterceli dentro. e i soldi arriverebbero al cittadino sotto forma di servizi, meno tasse e piu' stato sociale = benessere.



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Se a ciascun l'interno affanno si vedesse in fronte scritto quanti che invidia fanno ci farebbero pietà
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MessaggioInviato: 25/07/2010, 19:14 
Però se hai letto bene rmnd,tutto questo non si è attuato mai come da articoli di legge!,siamo stati solo presi in giro.


Ultima modifica di bleffort il 25/07/2010, 19:14, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 25/07/2010, 19:33 
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Thethirdeye ha scritto:

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Blissenobiarella ha scritto:

Soldi che sono stati dirottati in gran parte al Nord, rispetto a una prima programmazione (fatta dallo stesso governo Berlusconi) che appena un anno fa vedeva comunque la Sicilia tra le aree più sostenute con almeno 15 milioni di euro. La ripartizione doveva essere solo una formalità, invece all´Isola sono andati appena 2,2 milioni di euro, mentre alla sola provincia di Trento sono stati assegnati 5,4 milioni di euro, più del doppio. Peccato però che la Sicilia abbia 60 mila famiglie in lista d´attesa per un alloggio popolare e Trento 3 mila.



Questo è niente.... aspetta che arriva il federalismo fiscale.... [:246]


Speriamo che arrivi presto. [:D]
Sull' inversione di tendenza riguardante i finanziamenti alle regioni, era ora che lasciassero un po più di soldi al nord, che non dimentichiamo è la parte più produttiva dela nazione (il traino dell' Italia) e per non restare schiacciata dalla concorrenza, aveva bisogno di infrastrutture nuove, visto che le precedenti non erano più adeguate per un area industriale che ha la velleità di competere con il sistema produttivo dell' Europa centrale.



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 19:33 
Cita:
bleffort ha scritto:

Però se hai letto bene rmnd,tutto questo non si è attuato mai come da articoli di legge!,siamo stati solo presi in giro.


L'articolo 36 è attuato , quella della completa autonomia impositiva...hai detto niente...



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 19:56 
L'art. 36 NON è mai stato attuato...Ma è pazzesco, ma anche sulle evidenze si chiudono gli occhi?


E questo ci spinge ad una riflessione doverosa.
L'art. 36, se fosse applicato, cosa che non è, darebbe alla Sicilia l'autonomia regionale sulla gestione di spese ed entrate. Una bella occasione per cominciare a promuovere quell'idea di federalismo partendo proprio dalle regioni già in possesso di uno statuto speciale, dove sarebbe possibile con pochissimo sforzo realizzare un'autonomia regionale. Ma, la Corte costituzionale, con la sentenza n.116 depositata in cancelleria il 25 marzo, ha negato il diritto della Regione Siciliana a percepire il gettito dei tributi erariali. Tutto questo mentre si parla di federalismo, da l'esatta misura di quelli che sono gli intenti di gestione di questa situazione...Non un autonomia egualitaria in cui ogni regione viene messa in grado di gestire i propri beni e proprie risorse, ma ancora una volta una sorta di protettorato dove saranno sempre gli stessi industriali a gestire risorse e bene demaniali in barba all'impoverimento dei territori.
Attenzione amici miei e occhi aperti: la situazione è potenzialmente esplosiva, non solo per il sud, ma con la crisi attuale, anche il nord rischia di essere vampirizzato...



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 20:36 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Attenzione amici miei e occhi aperti: la situazione è potenzialmente esplosiva, non solo per il sud, ma con la crisi attuale, anche il nord rischia di essere vampirizzato...


Lo sto dicendo da mesi.... ma niente, ciò che dice la lega è legge.
E non importa se è giusto o sbagliato.... lo dice la lega e si va avanti.
Praticamente come dei muli..... [:246]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 25/07/2010, 20:38 
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greenwarrior ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

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Blissenobiarella ha scritto:

Soldi che sono stati dirottati in gran parte al Nord, rispetto a una prima programmazione (fatta dallo stesso governo Berlusconi) che appena un anno fa vedeva comunque la Sicilia tra le aree più sostenute con almeno 15 milioni di euro. La ripartizione doveva essere solo una formalità, invece all´Isola sono andati appena 2,2 milioni di euro, mentre alla sola provincia di Trento sono stati assegnati 5,4 milioni di euro, più del doppio. Peccato però che la Sicilia abbia 60 mila famiglie in lista d´attesa per un alloggio popolare e Trento 3 mila.



Questo è niente.... aspetta che arriva il federalismo fiscale.... [:246]


Speriamo che arrivi presto. [:D]



Tranquillo..... arriverà prima il default [:D]



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 20:39 
Corte costituzionale, ente composto da vecchie cariatidi, conservatori all' inverosimile e probabilmente massoni deviati (intesi come grossi e pesanti sassi).

Se una parte della classe politica non vuole il federalismo è per mantenere lo status quo, l' attuazione del federalismo comporterebbe per loro l' assunzione di responsabilità e il dover rendere conto ai propri elettori, con tutte le conseguenze del caso.



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 20:40 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

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greenwarrior ha scritto:

Cita:
Thethirdeye ha scritto:

[quote]Blissenobiarella ha scritto:

Soldi che sono stati dirottati in gran parte al Nord, rispetto a una prima programmazione (fatta dallo stesso governo Berlusconi) che appena un anno fa vedeva comunque la Sicilia tra le aree più sostenute con almeno 15 milioni di euro. La ripartizione doveva essere solo una formalità, invece all´Isola sono andati appena 2,2 milioni di euro, mentre alla sola provincia di Trento sono stati assegnati 5,4 milioni di euro, più del doppio. Peccato però che la Sicilia abbia 60 mila famiglie in lista d´attesa per un alloggio popolare e Trento 3 mila.



Questo è niente.... aspetta che arriva il federalismo fiscale.... [:246]


Speriamo che arrivi presto. [:D]



Tranquillo..... arriverà prima il default [:D]
[/quote]

Ne saresti contento?



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 20:43 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

L'art. 36 NON è mai stato attuato...Ma è pazzesco, ma anche sulle evidenze si chiudono gli occhi?


E questo ci spinge ad una riflessione doverosa.
L'art. 36, se fosse applicato, cosa che non è, darebbe alla Sicilia l'autonomia regionale sulla gestione di spese ed entrate. Una bella occasione per cominciare a promuovere quell'idea di federalismo partendo proprio dalle regioni già in possesso di uno statuto speciale, dove sarebbe possibile con pochissimo sforzo realizzare un'autonomia regionale. Ma, la Corte costituzionale, con la sentenza n.116 depositata in cancelleria il 25 marzo, ha negato il diritto della Regione Siciliana a percepire il gettito dei tributi erariali. Tutto questo mentre si parla di federalismo, da l'esatta misura di quelli che sono gli intenti di gestione di questa situazione...Non un autonomia egualitaria in cui ogni regione viene messa in grado di gestire i propri beni e proprie risorse, ma ancora una volta una sorta di protettorato dove saranno sempre gli stessi industriali a gestire risorse e bene demaniali in barba all'impoverimento dei territori.
Attenzione amici miei e occhi aperti: la situazione è potenzialmente esplosiva, non solo per il sud, ma con la crisi attuale, anche il nord rischia di essere vampirizzato...


None! Ti stai confondendo .Tu stai parlando dell'articolo 37.

Mentre l'articolo 36 è applicato .



Cita:
Corte Costituzionale, sentenza n. 116 dep. il 25.03.2010.

Finanza regionale - Imposte e tasse – Attribuzione alla Regione Sicilia delle entrate tributarie erariali riscosse sul territorio regionale - Conflitto di attribuzione. La Corte ritiene non sussistente il conflitto di attribuzione tra gli artt. 36 e 37 dello Statuto della Regione siciliana, nonché gli artt. 2, 4 e 7 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1965, n. 1074 (Norme di attuazione dello Statuto della Regione Siciliana in materia finanziaria), in relazione alla nota del Ministero dell’economia e delle finanze - Dipartimento per le politiche fiscali del 18 dicembre 2007, prot. n. 27685-2007/DPF/UFF, con la quale lo Stato ha negato alla Regione Sicilia l’attribuzione del gettito dei tributi erariali il cui presupposto d’imposta si sia verificato nell’ambito del territorio regionale, ma il cui ammontare sia versato da soggetti passivi o sostituti d’imposta con domicilio fiscale fuori dal territorio regionale. La Corte, rivedendo un suo precedente orientamento espresso nelle sentenze 306/2004 e 138/1999, afferma il principio che spettano alla Regione Sicilia solo le entrate erariali riscosse nell’ambito regionale e non rileva il luogo in cui si è verificato il presupposto dell’imposizione tributaria. Conclude negando la sussistenza del conflitto di attribuzione.


Dunque la sentenza riguarda l'articolo 37.
E' un po' lungo e contorto ma trovi conferma qui:
http://www.innovazionediritto.unina.it/archivionewsletter/1003/g_03.html


Ultima modifica di rmnd il 25/07/2010, 20:56, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 25/07/2010, 21:12 
Cita:
greenwarrior ha scritto:
Se una parte della classe politica non vuole il federalismo è per mantenere lo status quo, l' attuazione del federalismo comporterebbe per loro l' assunzione di responsabilità e il dover rendere conto ai propri elettori, con tutte le conseguenze del caso.


Caro Green...... te lo ripeto ancora... sulla carta, la cosa funziona. Il punto è che, tra il dire e il fare, c'è di mezzo una crisi economica senza precedenti. E' il momento storico che è sbagliato.... non il federalisco fiscale.


Cita:
greenwarrior ha scritto:
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Tranquillo..... arriverà prima il default [:D]


Ne saresti contento?


Da una parte, assolutamente no..... perchè credo di avere la chiara e netta percezione delle inevitabili e disastrose conseguenze. Dall'altra - in un certo senso - assolutamente sì..... perchè ritengo che quando un palazzo (metaforicamente) non sta più in piedi, perchè l'intonaco cade, perchè le tubature sono vecchie, gli impianti elettrici vanno in corto circuito, le tegole permettono le infiltrazioni d'acqua, le fogne sono otturate e.... i PILASTRI sono fatiscenti e pieni di crepe..... è INUTILE tentare il ripristino. Si deve buttare giù tutto.... e ricostruire un nuovo edificio.



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 21:38 
Rmnd, ho saltato di citare la sentenza 115 che assieme alla 116 non concedono alla Sicilia l'autonomia sancita dallo statuto speciale, statuita dall'art. 36 in primis, che insisto e ti prego di approfondire, non è mai stato attuato, e dall'art. 37 ( e altri).



Non può negarsi, dunque, che, essendo proprio gli Statuti speciali e le relative norme attuative, a prevedere la necessità del coordinamento tra legislazione statale e regionale in materia fiscale, detto coordinamento costituisce un principio fondamentale che deve limitare in generale la potestà normativa delle Regioni a regime differenziato, in ossequio, peraltro, all’orientamento della Consulta secondo cui il potere normativo di tali Regioni deve trovare vincoli nella propria legge fondamentale e nell’armonia con i principi generali del sistema tributario dello Stato(3).
Se ciò è vero, non può negarsi l’obbligo in capo alla Regione Sicilia di contribuire, sia pur in misura più contenuta rispetto alle Regioni a Statuto ordinario, alla copertura della spesa pubblica.
E’ pur vero che un’interpretazione estensiva del principio interpretativo affermato dalla Consulta nelle sentenze nn. 115 e 116 del 2010 potrebbe privare la Sicilia di un gettito fiscale rilevante, ma bisogna riflettere sulla circostanza che lo Statuto siciliano è stato approvato in un contesto storico-normativo caratterizzato da un sistema tributario poco complesso ed esoso, per cui in tali condizioni un’interpretazione letterale del dettato di cui all’art. 2 comma 1 del D.P.R. 1074/1965 poteva essere giustificata; oggi, invece, in un sistema caratterizzato da un gettito elevato, attribuire alla Sicilia tutte le imposte il cui presupposto si verifichi sul suo territorio, significa darle assoluta autonomia di gestione di una rilevante ricchezza.
In conclusione, è da condividere sicuramente l’orientamento della Consulta teso a restringere le pretese fiscali della Regione Sicilia, ponendo un freno alla sua autonomia, ma è necessario che l’amministrazione centrale intervenga con decisione sul problema dell’arretratezza socio-culturale e della povertà di buona parte delle Regioni del Sud Italia, che devono essere viste come occasione di propulsione per la Nazione e non come una zavorra di cui liberarsene.
http://www.innovazionediritto.unina.it/ ... id_02.html

capisci a me...se le imposte è son poca roba, le regioni se le possono tenere, se invece si tratta di roba grossa non possono essere usate autonomamente dalla regione che vuole investire sul proprio territorio... devono passare per le mani di uno stato centralizzato che poi si occupa di elargire fondi per il rilancio territoriale...anzi no...perchè mai reinvestire in Sicilia dove non c'è niente e che è solo un peso morto per Italia? Il federalismo si lo vogliamo, ma non è che tutti possono guadagnarci o possono pretendere di essere padroni per le proprie cose...quel che è mio è mio e quel che è tuo...è mio lo stesso.



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 21:53 
ART. 36

http://www.laltrasicilia.org/modules.ph ... e&sid=1351

Al fabbisogno finanziario della Regione si provvede con i redditi patrimoniali della Regione e a mezzo di tributi, deliberati dalla medesima. Sono però riservate allo Stato le imposte di produzione e le entrate dei tabacchi e del lotto.

«Questo articolo, senza enfasi, è il più importante dell'intero statuto, e infatti non funziona. Tutti i cittadini siciliani dovrebbero conoscerlo sin dalla scuola primaria. Cerchiamo di capirlo sino in fondo. Non c'è scritto che la Regione vive di trasferimenti dello Stato, né di entrate erariali disposte dallo Stato, né di tributi che lo Stato istituisce e poi le lascia manovrare "quasi" fossero tributi propri, come le addizionali. Nessuna entrata, tranne le poche di cui si dirà in articoli successivi, viene da Roma per effetto della Costituzione ma solo per effetto degli abusi costituzionali che si sono avuti nel tempo. Gridiamolo in faccia a quelli che dicono che l'Autonomia Siciliana è fatta di privilegi e di sprechi! Per quelli cercate in Trentino – Alto Adige o in Val d'Aosta...

La Regione si alimenta innanzitutto di entrate patrimoniali. Cosa sono? Sono tutte le entrate extratributarie che derivano dalla gestione del patrimonio. Si è visto che in Sicilia praticamente tutto il patrimonio dello Stato, anche quello indisponibile, e persino il demanio che patrimonio non è, passa sotto il controllo della Regione.

Ne consegue che tutti i benefici di natura patrimoniale, dalle royalties per l'estrazione di minerali e fonti d'energia, alle concessioni per l'utilizzo del suolo pubblico, ai fitti per immobili di proprietà pubblica e dati in locazione, ai dividendi per imprese a partecipazione regionale, costituiscono una prima voce d'entrata del bilancio regionale.

Questa previsione, però, non era necessario avesse rango costituzionale, e ciò per due motivi.

In primo luogo perché qualunque ente pubblico, anche minore, anche non territoriale, può avere entrate patrimoniali, cioè entrate assimilabili a quelle di un privato cittadino, senza che ciò necessiti di una tutela di rango costituzionale.

In secondo luogo perché in uno stato moderno le entrate patrimoniali, o di diritto privato, rappresentano un canale di finanziamento affatto secondario rispetto a quelle tributarie, o di diritto pubblico, a meno di non trovarsi a vivere su rendite tanto elevate (tipo gli Emirati Arabi o il Brunei) da non avere più bisogno di alcuna pressione tributaria.

La norma in parola, quindi, è inserita solo per "non escludere" le entrate patrimoniali in un articolo che, avendo natura sistematica, vuole prevedere TUTTI E SOLI i tipi di entrata della Regione, salvo norme speciali, quale quella del successivo art. 38, che dispongano altrimenti. Le entrate per trasferimento statale o per trasferimento del gettito di imposte e tasse erariali (cioè dello Stato) o per addizionali e imposte istituite dallo Stato, quindi, o non esistono o, visto che non sono né elencate né vietate dall'art. 36 che si premura di citare "persino" le entrate patrimoniali, devono essere del tutto marginali ed eccezionali.

Perché si volle questo?

Perché le tre forme di finanziamento che abbiamo sopra elencato (trasferimenti, imposte erariali, imposte "locali" disposte dal centro) creano dipendenza (economica, politica e psicologica) in chi le percepisce. Non solo: la logica che accomuna queste tre forme di finanziamento "incostituzionali" che di fatto hanno regolato e regolano la vita della Regione (e degli enti che da quella dipendono) trasformando la Regione in un mero "ente di erogazione" non hanno responsabilizzato la classe dirigente sulle politiche di sviluppo. In altre parole il "politico" non ha molto interesse ad ampliare la base produttiva o a razionalizzare la spesa, poiché non può manovrare l'entrata ma ha solo da ripartire una spesa: fatale che la utilizzi per spartirla in modo clientelare. Che è ciò che a Roma tutti vogliono perché, così facendo:

fallisce l'istituto autonomistico;
l'economia siciliana resta subalterna e dipendente da quella della Penisola;
la rappresentanza politica dell'isola resta "incatenata" agli ascari che erogano i finanziamenti suddetti senza reale possibilità di alternativa o di ricambio.
Chi ha voluto NON APPLICARE l'Art. 36 sapeva benissimo ciò che stava facendo, perché dall'applicazione di questo articolo nasce quell'indipendenza economica che può far rimettere in discussione i rapporti strutturali di colonialismo che oggi incatenano la Sicilia.

Ma veniamo alla seconda parte del primo comma, la più importante: "

...a mezzo di tributi, deliberati dalla medesima".

Che sono questi tributi?

Semplicemente prelievi istituiti con legge regionale COME SE la Sicilia fosse un ente sovrano. In altre parole, in materia tributaria la Sicilia (diciamolo alla UE) E' UNO STATO SOVRANO, ha la soggettualità tributaria attiva, la potestà tributaria, non derivata o concessa dallo Stato, bensì originaria.

Nel proprio territorio e sulla propria popolazione, al pari di qualunque stato sovrano, può decidere se e quali tributi istituire, come accertarli, etc. Certo, nell'istituirli non può disapplicare i principi costituzionali della Repubblica Italiana, né le Direttive e i Regolamenti Comunitari, ma questi obblighi, per l'ARS, sono cogenti né più né meno di quanto non lo siano per il Parlamento Italiano.

Le politiche tributarie della Regione Siciliana, in quanto costituzionali e sovrane, non sono quindi "aiuti di stato", come vuole l'esecutivo fazioso di Bruxelles, spalleggiato silenziosamente ed ipocritamente dagli esecutivi di Roma, ma sono politiche tributarie di uno stato autonomo, né più né meno legittime di quelle dell'Irlanda o di Malta!

Con i tributi propri la Regione deve alimentarsi, non con i tributi erariali riscossi in Sicilia! Questa differenza rispetto alla condizione odierna è abissale. La Regione deve programmare le proprie spese, i propri servizi ai cittadini, i propri organici, i propri programmi di sviluppo sulle "proprie risorse" e sul sacrificio che la società e l'economia siciliana sono disposte a sopportare. Solo così si potrà creare vero sviluppo e non assistenzialismo.

A questo punto sorge un problema: ma i tributi erariali, visto che lo stato, nelle sue leggi, non dispone la "non applicazione" al territorio siciliano, si applicano o no?

Il secondo comma dell'articolo in tal senso è chiaro: solo le entrate da giochi e scommesse (interpretazione analogica estensiva rispetto al solo "lotto" previsto), i tabacchi e le imposte di produzione, sono a beneficio dello Stato.

Queste imposte sono il vero tributo, e l'unico tributo, che i Siciliani devono pagare per i servizi che lo Stato italiano le rende (e che servizi!): fuori dal territorio la rappresentanza diplomatica e consolare e la difesa, dentro il territorio alcuni servizi, sebbene amministrativamente delegati alla Regione ma pur sempre di competenza statale, quali l'ordine pubblico e la giustizia, e poco altro.

Fuori da queste entrate gli altri tributi erariali, e con essi il grosso dell'attuale finanza pubblica, sono completamente illegittimi e incostituzionali: l'Irpef, l'Ires, l'Iva, tanto per limitarci ai maggiori tributi, ma anche il Canone Rai, SONO FURTI ai danni dei Siciliani, in quanto non previsti dall'Art.36!

Ma... ma la solita Corte costituzionale (che non ha competenze in Sicilia) dice che i tributi erariali si applicano dappertutto se così delibera il Parlamento nazionale. Alla faccia del nostro art. 36! E i "tributi propri"? Sì, è vero, potremmo istituirli, ma solo "aggiuntivi"...cioè economicamente non sopportabili, giuridicamente mostruosi in quanto configurerebbero una doppia imposizione e comunque invisi, tanto che ogni volta che la Sicilia ha ingenuamente provato a istituirli è stata bacchettata di brutto, a Roma e a Bruxelles, nell'ignoranza e nell'acquiescenza generale da parte del Popolo Siciliano.

La Sicilia dovrebbe decidere che tipo di tributi istituire, da quelli importantissimi (sul reddito, sui patrimoni) fino alle più minute tasse e contributi (universitarie, concessioni governative, bollo) e non un centesimo di queste dovrebbe varcare lo stretto. Alcune imposte, come l'IVA, non sarebbero completamente libere nella legislazione perché dovremmo tenere conto della legislazione comunitaria, ma nessuno ci imporrebbe di tenere il vessatorio 20 %, istituito per il dissesto delle finanze italiane, mentre le transazioni tra Sicilia e resto d'Italia si assimilerebbero a quelle che oggi sono le compravendite "intracomunitarie" (cioè tra paesi appartenenti all'Unione, tassate unicamente nel paese di destinazione, dove si compie il consumo, e non in quello di partenza, come avviene oggi per le merci italiane, tantissime, "esportate" in Sicilia).

C'è da dire, purtroppo, che la riserva allo Stato delle imposte di produzione non ci aiuterebbe con il costo sproporzionato delle accise sugli idrocarburi. Statuto alla mano, le imposte sulla benzina resterebbero allo Stato. Dato, però, che i servizi statali residuali resi alla Sicilia costano molto, ma molto, di meno del "maltolto" sugli idrocarburi, un Governo regionale responsabile potrebbe negoziare con Roma non l'eliminazione di queste accise (l'Italia cadrebbe nel baratro e non ce lo concederebbero mai, tanto più che su queste non abbiamo neanche tutela statutaria) ma una loro sensibile riduzione e compartecipazione della Regione e degli enti locali interessati.

Quali i benefici dell'applicazione dell'Art. 36? Incalcolabili!

La fiscalità di vantaggio attirerebbe investimenti da ogni parte del mondo e farebbe ritornare i nostri emigrati. Le tassazioni di favore per redditi che in Sicilia ad oggi non esistono o quasi (come i redditi di capitale) attirerebbero capitali ed investimenti praticamente senza nessun costo per l'erario. La responsabilizzazione della classe politica sulle entrate si trasferirebbe prima o poi anche sulle spese che verrebbero razionalizzate. La sensibilizzazione dei cittadini nei confronti del nuovo soggetto impositore (regionale) creerebbero nuove aspettative nei confronti di un amministratore che oggi invece si "nasconde" dietro il paravento delle politiche finanziarie nazionali.

L'unico problema potrebbe essere quello della "sostenibilità" di questa devoluzione nel breve periodo (nel medio e lungo non c'è dubbio che l'ampliamento della base produttiva risolverebbe alla radice ogni problema).

Il punto è che le "spese" dell'ente pubblico in Sicilia oggi sono fuori controllo. Una razionalizzazione e dimagrimento degli organici, anche graduale, insostenibile in regime di finanza derivata, sarebbe soltanto salutare in regime di finanza autonoma, perché trasformerebbe la Sicilia da terra di pensionati e mantenuti a terra di lavoratori ed imprenditori. Ma c'è qualcuno a cui questo non piace. E poi, al di là delle spese, le entrate sono solo in parte di natura fiscale. Uno stato sovrano ha anche entrate dall'emissione di moneta e dall'indebitamento (ideale per gli sfasamenti temporanei tra flussi in entrata e in uscita). Ma a questi canali sono dedicati altri articoli del nostro poco conosciuto Statuto e di cui si dirà appresso.»

Massimo Costa



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MessaggioInviato: 25/07/2010, 22:44 
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Thethirdeye ha scritto:

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greenwarrior ha scritto:
Se una parte della classe politica non vuole il federalismo è per mantenere lo status quo, l' attuazione del federalismo comporterebbe per loro l' assunzione di responsabilità e il dover rendere conto ai propri elettori, con tutte le conseguenze del caso.


Caro Green...... te lo ripeto ancora... sulla carta, la cosa funziona. Il punto è che, tra il dire e il fare, c'è di mezzo una crisi economica senza precedenti. E' il momento storico che è sbagliato.... non il federalisco fiscale.


Cita:
greenwarrior ha scritto:
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Tranquillo..... arriverà prima il default [:D]


Ne saresti contento?


Da una parte, assolutamente no..... perchè credo di avere la chiara e netta percezione delle inevitabili e disastrose conseguenze. Dall'altra - in un certo senso - assolutamente sì..... perchè ritengo che quando un palazzo (metaforicamente) non sta più in piedi, perchè l'intonaco cade, perchè le tubature sono vecchie, gli impianti elettrici vanno in corto circuito, le tegole permettono le infiltrazioni d'acqua, le fogne sono otturate e.... i PILASTRI sono fatiscenti e pieni di crepe..... è INUTILE tentare il ripristino. Si deve buttare giù tutto.... e ricostruire un nuovo edificio.


Sono daccordo con te, ma ricordati che abbattere completamente l' edificio non sarebbe indolore nemmeno per noi.
Basterebbe una solida ristrutturazione.
La guerra civile non è auspicabile, perchè è questo il rischio.



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Blissenobiarella ha scritto:

Rmnd, ho saltato di citare la sentenza 115 che assieme alla 116 non concedono alla Sicilia l'autonomia sancita dallo statuto speciale, statuita dall'art. 36 in primis, che insisto e ti prego di approfondire, non è mai stato attuato, e dall'art. 37 ( e altri).



Non può negarsi, dunque, che, essendo proprio gli Statuti speciali e le relative norme attuative, a prevedere la necessità del coordinamento tra legislazione statale e regionale in materia fiscale, detto coordinamento costituisce un principio fondamentale che deve limitare in generale la potestà normativa delle Regioni a regime differenziato, in ossequio, peraltro, all’orientamento della Consulta secondo cui il potere normativo di tali Regioni deve trovare vincoli nella propria legge fondamentale e nell’armonia con i principi generali del sistema tributario dello Stato(3).
Se ciò è vero, non può negarsi l’obbligo in capo alla Regione Sicilia di contribuire, sia pur in misura più contenuta rispetto alle Regioni a Statuto ordinario, alla copertura della spesa pubblica.
E’ pur vero che un’interpretazione estensiva del principio interpretativo affermato dalla Consulta nelle sentenze nn. 115 e 116 del 2010 potrebbe privare la Sicilia di un gettito fiscale rilevante, ma bisogna riflettere sulla circostanza che lo Statuto siciliano è stato approvato in un contesto storico-normativo caratterizzato da un sistema tributario poco complesso ed esoso, per cui in tali condizioni un’interpretazione letterale del dettato di cui all’art. 2 comma 1 del D.P.R. 1074/1965 poteva essere giustificata; oggi, invece, in un sistema caratterizzato da un gettito elevato, attribuire alla Sicilia tutte le imposte il cui presupposto si verifichi sul suo territorio, significa darle assoluta autonomia di gestione di una rilevante ricchezza.
In conclusione, è da condividere sicuramente l’orientamento della Consulta teso a restringere le pretese fiscali della Regione Sicilia, ponendo un freno alla sua autonomia, ma è necessario che l’amministrazione centrale intervenga con decisione sul problema dell’arretratezza socio-culturale e della povertà di buona parte delle Regioni del Sud Italia, che devono essere viste come occasione di propulsione per la Nazione e non come una zavorra di cui liberarsene.
http://www.innovazionediritto.unina.it/ ... id_02.html

capisci a me...se le imposte è son poca roba, le regioni se le possono tenere, se invece si tratta di roba grossa non possono essere usate autonomamente dalla regione che vuole investire sul proprio territorio... devono passare per le mani di uno stato centralizzato che poi si occupa di elargire fondi per il rilancio territoriale...anzi no...perchè mai reinvestire in Sicilia dove non c'è niente e che è solo un peso morto per Italia? Il federalismo si lo vogliamo, ma non è che tutti possono guadagnarci o possono pretendere di essere padroni per le proprie cose...quel che è mio è mio e quel che è tuo...è mio lo stesso.



Primo, di cosa stiamo parlando?
Della difesa di un privilegio?



Cita:
Art. 36
Al fabbisogno finanziario della Regione si provvede con i redditi patrimoniali della Regione e a mezzo di tributi, deliberati della medesima.
Sono però riservate allo Stato le imposte di produzione e le entrate dei tabacchi e del lotto.


L'art.36 è applicato, solo che alla Sicilia così com'è non piace.
Cita:
a Corte Costituzionale è stata chiamata a giudicare sulla sussistenza o meno di conflitto di attribuzione tra lo Stato e la Regione Sicilia, in quanto con tre diverse note l’amministrazione centrale ha negato a tale Regione, che ne aveva fatto richiesta, l’attribuzione del gettito derivante dalle seguenti imposte:
-imposta sulle assicurazioni;
-IVA;
-imposta sugli interessi e premi;
-ritenute d’acconto sugli stipendi pubblici, effettuate per il pagamento di imposte dirette;
-accise sui prodotti energetici, quali carbone, lignite, coke e gas naturale.


Il punto è questo:
La Sicilia oltre ai balzelli locali di cui ha totale autonomia impositiva, vorrebbe poter incassare anche le tasse di competenza statale.

Un po' troppo direi. La Sicilia è sempre Italia, non uno stato estero.


Ultima modifica di rmnd il 25/07/2010, 23:44, modificato 1 volta in totale.


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[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
© Anonymous/The Irish Rovers
http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
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