sbaglio o sono coincidenze "strane"?
http://enricosabatino.blogspot.com/2010 ... estie.htmlhttp://www.comedonchisciotte.org/site/m ... e&sid=7332Incendi, inondazioni, siccità, carestie: cause naturali oppure no?
La Russia da alcuni giorni sta bruciando senza sosta e per fortuna è stato spento l'incendio che minacciava la centrale nucleare di Sarov, 500 chilometri a est di Mosca.
Ma l'emergenza non è affatto rientrata. La capitale russa resta ancora avvolta in una micidiale nube di fumo e smog, nelle ultime 36 ore i roghi intorno alla città si sono moltiplicati e il livello di monossido di carbonio resta 6,6 volte oltre i livelli di guardia.
Finora il bilancio ufficiale delle vittime registra 52 morti, numero destinato sicuramente ad aumentare per il combinato disposto caldo torrido-inquinamento atmosferico.
Ma siamo veramente di fronte a una catastrofe esclusivamente naturale?
E la stessa domanda potremmo rivolgerla anche alla luce delle recenti inondazioni in Pakistan che hanno già causato almeno 1.600 morti e l'evacuazione di 500.000 persone.
Idem dicasi davanti a quelle del Kashmir indiano dove si contano finora 137 morti e 400 dispersi.
Oppure ancora di fronte alle frane e smottamenti causati dalle pioggie torrenziali nel nord-ovest della Cina, dove almeno 127 persone sono morte, oltre 2000 sono disperse e 50.000 circa evacuate per l'esondazione del fiume Bailong.
In Cina il maltempo e le piogge torrenziali, dall'inizio dell'anno, hanno già provocato oltre 2.100 morti in tutto il paese, l'evacuazione di 12 milioni di persone e danni per oltre 30 miliardi di euro.
Tempo fa avevamo parlato del programma HAARP e di armi climatiche, un argomento inquietante su cui ritorniamo.
La guerra ambientale c'è già).
L’analisi è solo un tassello della complessa riflessione che ci dovrà imporre questa sconcertante catastrofe, che per le sue dimensioni si presta subito a diverse letture.
In un’intervista su «Le Monde», ad esempio, Marie-Hélène Mandrillon, una storica e specialista dell’ambiente russo, nonché ingegnere del CNRS (la più grande e prominente organizzazione di ricerca pubblica in Francia), non fa sconti a Vladimir Putin: per lei il disastro ha sì cause umane, ma per via dello smantellamento dell’efficiente corpo degli agenti forestali ereditato dall’era sovietica.
«Con l’implosione del regime e la crisi economica che è seguita, il mezzo trovato per assicurare il loro sostentamento è consistito nell’autorizzarli a vendere il bosco assegnatogli», ricorda la Mandrillon.
«Questa funzione ha presto prevalso sulle altre. Dal 1990, nessuno sul terreno si è più preoccupato di protezione, di manutenzione. La soppressione del ministero dell’ambiente nel 2000 e l’incorporazione, nel 2004, dell’agenzia federale della forestazione al ministero delle risorse naturali, che ha il compito dello sfruttamento e non della protezione dell’ambiente, hanno consolidato questa evoluzione».
Dunque: una gestione scellerata del territorio, concepito come deposito di materiali e non più come sistema dai delicati equilibri, combinandosi con un cambiamento climatico brusco e drammatico, avrebbe creato le premesse dell’attuale calamità, dove tutti fronteggiano scenari mai visti prima.
Si tratta di una spiegazione che calca la mano sulle responsabilità umane, ma non richiama uno scenario di guerra. Che invece è quanto fa Andrej Arešev. Per questo abbiamo tradotto di seguito l’articolo in cui si affaccia questo atroce sospetto.
Qualunque sia la causa dei fatti, con il diverso grado di implicazioni di ciascuna causa ipotizzata, rimane la sensazione che l’impatto dell’uomo sulle risorse ambientali si stia scontrando con problemi di crescente drammaticità, negli stessi giorni in cui si misura l’ampiezza inaudita dello scioglimento dei ghiacci artici e un iceberg vasto quattro volte Manhattan si stacca dalla Groenlandia.