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Near ha scritto:

In arrivo altre 5 o 6 pagine del libro da atlantide a shamballah. Il racconto del viaggio di Nicholas Roerich in asia e tibet. Estremamente interessante!


Caro Near.... se non posti tu, vado avanti io con un'altra ricerca interessante....... [;)]



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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A proposito di cose che è necessario collegare tra loro..... [:)]


Montagna delle Superstizioni (Arizona)

Prendendo spunto da questo interessante testo:
http://www.livinginthelightms.com/in_se ... hala2.html

Un altro luogo in cui vale la pena indagare è la Montagna delle Superstizioni in Arizona.

Immagine


Qui un'immagine panoramica delle montagne:

Immagine

Qui il link alla stessa foto ad alta risoluzione (da vedere):
http://commondatastorage.googleapis.com ... 355124.jpg


Come accennato nel link, i sistemi di tunnel presenti nella Montagna delle Superstizioni sono considerati pericolosi perché, si dice, siano abitati da strane creature (Rettiliani compresi) e influenzati da presunte “forze soprannaturali”. Quelli che sostengono di aver penetrato il tunnel raccontano di resti di antiche strutture e di una sorta di scala a chiocciola che porterebbe (presumibilmente) nelle "viscere" della terra. L'ingresso del tunnel principale confluisce ad un sistema di collegamento composto da altri numerosi tunnel, il quali, sempre secondo queste fonti, arriverebbero addirittura in Centro America.

La cosa che mi ha particolarmente stupito, oltre da una serie di vicende che non mancherò di certo di riportare nel topic, è che questo grande complesso montuoso, si trova relativamente vicino ad un altro luogo ritenuto estremamente importante per l’ufologia mondiale. Mi riferisco alla città di Phoenix………….. emhmm…. vi ricorda qualcosa questa città? [:I]

Infatti, da un'immagine tratta da Google Earth, si può vedere la posizione di queste montagne e, approssimativamente, la distanza con la città di Phoenix.

(Cliccare per ingrandire)

Immagine

Qui una foto dove si intravede la città, attraverso le insenature della montagna.

(Cliccare per ingrandire)

Immagine


Qui altre foto di una imponente vetta della montagna…

(Cliccare per ingrandire)

Immagine

Immagine

Immagine

E qui un video con altre foto delle Montagne della Superstizione:




Diciamo che.. come ambientazione sinistra ci siamo, no? [:D]

Ora, per via di strane storie che circolano da quelle parti, ogni tanto qualcuno si cimenta in ricerche di gruppo allo scopo di cercare oro nel sottosuolo o comunque nei pressi della montagna.......

Al punto che succedono (a quanto pare anche con una certa frequenza) cose come queste..........

(Cliccare per ingrandire)

Immagine

Immagine

L'articolo del Corriere della Sera è del 15 Luglio 2010
(quindi anche recente) e lo potrete leggere per intero qui:
http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegn ... 406c8a.pdf

Ok......... per ora, sono tutte coincidenze.... Immagine

Ma andiamo avanti......... Immagine



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MessaggioInviato: 12/08/2010, 21:22 
Le Montagne delle Superstizioni

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

"Le Montagne delle Superstizioni, appena fuori Phoenix, fanno da sfondo a una nutrita serie di storie in cui la gente sostiene di aver visto esseri rettiliani in "carne ed ossa". Una di queste ha per protagonista una donna nota come "Angie" che amava scalare le montagne intorno a Phoenix, comprese quelle della Superstizioni. Una volta vide una caverna e vi entrò. Si sedette e cominciò a bere un po' d'acqua dalla sua borraccia. Dopo un po' si alzò per andarsene, ma improvvisamente sentì afferrarsi la mano da dietro. Rimase stupefatta nel vedere sopra di lei un muso rettiliano. Cercò di ridere, pensando che fosse qualcuno che indossava una maschera. Quando si rese conto che era tutto vero, cercò di gridare, ma la voce non le usciva. Perse conoscenza e quando si risvegliò sentì strani suoni simili a latrati e stridii, che in seguito capì essere una sorta di "lingua" usata dai rettiliani. Quando cercò di alzarsi, si accorse di non riuscire a muovere né le braccia, né le gambe. Sentì una mano tra le cosce e cercò con tutte le sue forze di aprire gli occhi. Riuscì quasi ad aprirne uno e vide uomini con il muso di lucertola. Si sentì mancare e una scossa di orrore le percorse il corpo. Riprovò ad urlare ma, anche questa volta, non vi riuscì. Vide parecchi rettiliani verdastri che la spogliavano. Sembravano essere una strana combinazione tra umani e serpenti, disse. Le grandi fessure al posto degli occhi sembravano accendersi di una luce giallastra (esattamente ciò che dice anche Credo Mutwa) e le loro pupille erano verticali e scintillanti. Avevano inoltre grossi nasi schiacciati, le cui narici piatte, durante l'esame condotto sul suo corpo, scintillavano e soffiavano. Ella aggiunse che alcuni avevano una bocca molto larga, costituita da molti strati di epidermide, mentre altri ce l'avevano piccola e priva di quegli strati. Avevano piccole orecchie tonde, posizionate molto in alto sulla testa e prive di lobi. Notò inoltre che le loro squame presentavano un colore diverso rispetto alla pelle della testa. Erano di un verde cachi che diventava verde-grigio sulla nuca. Il loro muso era liscio e terminava con un mento stretto e aguzzo. Due di loro indossavano una tuta bianca con uno stemma che raffigurava un drago ricurvo con una stella a sette punte nel mezzo. Gli altri "uomini-rettili" indossavano uniformi nere con lo stesso stemma. Ella parlò anche di un altro essere dall'aspetto di lucertola, alto, con la pelle bianca e gli occhi azzurri - che corrisponde a quelli molte volte identificati come "Draco reale", e che occupano il livello più alto nella gerarchla rettiliana. Costui indossava una "tuta color arancio bruciato" con tre stemmi sul lato sinistro. Si trattava di un triangolo nero invertito, uno stemma circolare che racchiudeva un drago con una stella e uno ovale con dentro delle stelle in movimento. Sul lato destro della sua uniforme c'erano tre sbarre nere su un piatto d'argento; e sul polsino sinistro appariva una fila di triangoli invertiti, tagliati da tre linee. Era più alto degli altri, misurava quasi due metri e quindici centimetri. A questo punto Angie era nuda sul pavimento e chiese al "Draco bianco" di aiutarla. Sentì qualcosa di freddo toccarle la fronte e una strana calma si impadronì di lei. Allora vide che si trovava in una stanza ovale ampia circa quattro metri e mezzo. Cercò di voltare la testa, ma senza successo. Vide dei tubi da cui pendevano strani "sacchi", simili a palloncini sformati alcuni dei quali cominciarono a muoversi. Si ricordò di come il ventre della sua cagna si muovesse in quello stesso modo quando stava per partorire i cuccioli. Un'ondata di terrore si impadronì di lei. Era come se dentro di lei ci fossero due menti. Una era calma, l'altra in preda al terrore. La parte , calma controllava il suo corpo. Si chiese come facesse il suo corpo ad essere così calmo quando avrebbe potuto succederle di tutto. Uno degli uomini lucertola si svestì e si avvicinò all'estremità del tavolo. Era muscoloso e presentava squame sul petto e sulla parte inferiore dello stomaco. A quel punto la paura ebbe il sopravvento su quella calma artificiosa ed ella iniziò ad urlare e a raccogliere tutte le sue forze per scacciarlo. Gli uomini lucertola le puntarono addosso una luce blu e lei perse conoscenza. L'ultima cosa che ricordava era la sensazione del peso del corpo di lui. Quando Angie rinvenne, si trovava nella sua auto. Si guardò intorno confusa, cercando di capire perché fosse lì. Sapeva che si era trovata sul punto di fare qualcosa, ma non ricordava cosa. Si avviò verso casa, stordita e disorientata. Lì sentì improvvisamente la necessità di fare una doccia e si strofinò il corpo per più di due ore. Si sentiva debole e arrabbiata per qualcosa che non riusciva a ricordare. Passò i giorni successivi a letto, rifiutandosi persino di andare a rispondere alla porta. Sua sorella Susari notò che Angie aveva ogni notte degli incubi e si svegliava urlando. Angie rifiutò anche di avvicinarsi alle montagne che amava così tanto. Quando in seguito rientrò a lavorare, scappò tre giorni dopo, quando un cliente portò una lucertola dentro al negozio. Non aveva la minima idea del perché l'avesse spaventata tanto, visto che i rettili, là nel deserto, avevano sempre fatto parte della sua vita. In seguito, grazie all'aiuto dell'ipnosi regressiva, ricordò ciò che era accaduto sotto alle Montagne delle Superstizioni e riemerse in lei ciò che aveva vissuto, in modo vivido e particolareggiato".

Fonti:

Figli di Matrix
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__figli_di_matrix.php

Reptilian Agenda
http://www.reptilianagenda.com/index.shtml



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MessaggioInviato: 12/08/2010, 22:55 
Scusate ma se una forta inonandazione coprisse un luogo dove c'è un ingresso? l'acqua non sorgherebbe tutta?

Parlando del diluvio universale, se l'acqua riempisse un tunnel di 500 km penso che assisteremmo al crollo della crosta torrestre soprastante e la scomparsa dell'acqua in superficie.



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MessaggioInviato: 13/08/2010, 09:58 
Sinceramente non credo...Però non saprei dirti con sicurezza.

Interessanti questi post tte!


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MessaggioInviato: 13/08/2010, 10:01 
Inizio col presentare chi è questa persona, che sarà il personaggio principale di cui leggerete tra poco nelle pagine del libro che posterò.


Nikolaj Roerich


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Nikolaj Roerich (San Pietroburgo, 10 ottobre 1874 – Kullu, 13 dicembre 1947) è stato un pittore, antropologo, diplomatico archeologo, poeta, scenografo e costumista russo.
Roerich passò la maggior parte della gioventù nei pressi di Gat#269;ina. Qui sviluppò l'interesse per la caccia, la storia naturale e l'archeologia. Scrisse racconti di avventure e illustrò una storia basata sull'incontro con un orso. L'artista Michail O. Mikeshine vide i suoi disegni e lo incoraggiò dandogli le prime lezioni di pittura. Nicolaj voleva intraprendere la carriera artistica, ma il padre, famoso avvocato, decise che doveva studiare legge. E così fece entrambi gli studi iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti e all’Università di San Pietroburgo. Nel 1898 gli venne assegnata una cattedra all’Istituto Imperiale Archeologico e nel 1901 sposò Helena Ivanovna Shaposhnikov, nipote del compositore Modest Musorgskij e pronipote del generale russo Kutuzov, colui che riuscì a sconfiggere Napoleone nel 1812.
Ebbero due figli: Georgij, uno scienziato, e Svjatoslav, un artista. Nei primi anni del 1900, il professor Roerich dipingeva, organizzava scavi archeologici, studiava architettura, teneva conferenze e scriveva di arte e archeologia. Su invito dell’impresario Sergei Diaghilev, diventò membro della società Mondo dell’Arte di Pietroburgo e per qualche tempo ne fu anche presidente.
Nel 1906 venne nominato Direttore della Scuola per l’Incoraggiamento alle belle Arti in Russia. Nel 1907 applicò il suo talento al disegno di scene e costumi per Djagilev e per il balletto di Igor Stravinsky La Sagra della Primavera. L’anno seguente diventò membro del consiglio della Società Imperiale di Architettura e nel 1909 fu eletto accademico dell’Accademia Imperiale Russa di Belle Arti. All’inizio della rivoluzione bolscevica nel marzo del 1917, Maksim Gorkij riunì a San Pietroburgo i connazionali che si occupavano di arte. Elessero un Comitato che si riuniva al Palazzo d’Inverno e Roerich ne fu il presidente per soli due mesi. In quel periodo era candidato per l’ufficio di ministro delle belle arti per questa sua capacità, ma non accettò l’alta carica.

La partenza dalla Russia
Prevedendo i notevoli cambiamenti del suo paese, decise di lasciare la Russia, trasferendo la famiglia in Finlandia. Su invito del direttore dell’Art Institute of Chicago, Roerich si recò negli Stati Uniti nel 1920. Aveva già eseguito più di 2500 dipinti ed era un artista di fama internazionale. Venne influenzato da molti artisti, tra cui Gauguin e Van Gogh. Le sue opere raffigurano scene naturali, temi ispirati dalla storia e dalla religione, molti sono nello stile degli antichi dipinti della chiesa russa. In America viaggiò a lungo, espose i suoi lavori, frequentò i circoli migliori, tenne conferenze.
Fondò Cor Ardens (Società Internazionale degli Artisti), il Master Institute of United Arts nel 1921 e Corona Mundi (Centro Internazionale d’Arte) nel 1922. Dopo aver progettato la sua prima spedizione in Asia, si imbarcò per l’India nel 1923. I membri del consiglio del Master Institute of United Arts fondarono il Roerich Museum nel 1923, in cui vennero raccolte moltissime opere di Roerich. Nel 1928 fondò l’Urusvati Himalayan Research Institute nella valle di Kullu in India, che fu un centro per lo studio di materiale etnografico e archeologico. Durante la sua vita produsse qualcosa come circa 7 000 dipinti, scrisse 1 200 opere di tutti i tipi e fu una delle “forze” che pose il Grande Sigillo degli Stati Uniti sulle banconote dei dollari. Nel 1929 e nel 1935 venne proposto come Premio Nobel per la pace per gli sforzi compiuti a favore della pace mondiale per mezzo dell’arte e della cultura e per i tentativi di proteggere l’arte in tempo di guerra.
Il Terzo Convegno Internazionale sulla Bandiera della Pace di Roerich nel novembre del 1933, fu un punto di svolta che portò poi all’approvazione del patto che venne in seguito conosciuto come il “Patto Roerich”. In sostanza si obbligava le nazioni a rispettare i musei, le università, le cattedrali e le biblioteche come si faceva per gli ospedali. Mentre gli ospedali in tempo di guerra esponevano la bandiera della Croce Rossa, le istituzioni culturali avrebbero esposto la “Bandiera della Pace”, cioè tre sfere color magenta inscritte in un cerchio dello stesso colore su sfondo bianco. Il 15 aprile 1935, Roerich finalmente vide la nascita di un trattato consistente in un patto firmato alla Casa Bianca da rappresentanti degli Stati Uniti e di altre venti nazioni dell’America Latina. I biografi hanno scritto molto sulla vita di Roerich, ma hanno trascurato quello che era il vero “motore” della sua ricerca: il lato spirituale. A un certo punto della loro vita, i coniugi Roerich acquisirono una profonda conoscenza della letteratura e delle tradizioni della religione esoterica.
L’intima conoscenza dell’Oriente e le molteplici esperienze di Nicholas unite alla sua vasta cultura, spiegano perché venne ricevuto con onore quasi ovunque egli andò durante la spedizione in Asia Centrale e perché cinesi meravigliati dalla sua conoscenza lo chiamavano “l’Iniziato”. Uno dei biografi di Roerich diceva che le prime esperienze cominciarono nella sua infanzia con l’apparizione in sogno di una figura vestita di bianco. Alcuni seguaci affermano che il suo maestro di pittura Kuindži fu per un certo tempo il suo guru. In un tributo a Kuindži, Roerich disse: “ …non solo era un artista straordinario, ma era anche un grande maestro di vita”. Alcuni credono che Kuindži avrebbe introdotto Roerich alle idee e alla letteratura esoterica, ma quel che insegnò oltre alla pittura è avvolto nel mistero. In ogni modo i coniugi Roerich furono membri per breve tempo della Società Teosofica e tradussero in lingua russa La dottrina segreta di Madame Blavatsky. Nel corso degli anni pubblicarono diversi libri su una grande varietà di argomenti spirituali. Alcuni non identificano nemmeno l’autore e altri, come nel caso di Helena Roerich, vennero scritti sotto pseudonimo.
Attratti dall’Oriente i Roerich partirono per l’Asia nel 1923 e la spedizione durò quattro anni e mezzo. Viaggiarono attraverso il Sikkim, India, Ladakh, Tibet, Cina e Mongolia. Malgrado le enormi difficoltà, durante il viaggio Roerich realizzò 500 dipinti. Scrisse poi a riguardo del viaggio: “L’Himalaya è una vera Mecca per uno scienziato”. Fu proprio nella regione del Ladakh che, visitando monasteri buddisti e parlando con la popolazione locale, raccolse la leggenda del passaggio di Gesù Cristo per quelle terre antiche. Nicholas Roerich ci ha lasciato moltissime opere, tra le quali Himalaya, Altai-Himalaya e Il Cuore dell’Asia.
Le sue ceneri furono sepolte su un'altura di fronte alle vette himalayane che aveva tanto amato e magistralmente ritratto.

[align=right]Fonte: Wikipedia[/align]


___________________________________________________________



Posto qui di seguito alcune opere da lui realizzate, riguardanti Shamballah


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Questo dipinto si intitola "Path of Shambalah"



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Questo dipinto si intitola "Song of Shambalah"



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Questo dipinto si intitola "Message of Shambalah"


Ultima modifica di Bastion il 13/08/2010, 10:02, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 13/08/2010, 10:03 
Ora le pagine del libro che dicevo.

ALLA RICERCA DI SHAMBALLAH


Come l'altra volta se volete scaricare lo zip con le scansioni qua di seguito postate: http://rapidshare.com/files/412665866/A ... ballah.rar


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MessaggioInviato: 13/08/2010, 11:24 
Interessante discussione [;)]!
Per quel che riguarda le scan: ho appenna finito di scannerizzare le pagine che citavo nel mio precedente messaggio, il roblema e che sono un po' più grandi di 197 kb.
Creo problemi se le invio tramite messaggio privato a Thethirdeye o a Near?


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MessaggioInviato: 13/08/2010, 12:51 
No problema. Invia pure. Dopo ci penso io a postarle su imageshack se nn sai farlo.


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MessaggioInviato: 13/08/2010, 15:26 
Solo più una cosa: come faccio ad inserire un file in un messaggio privato?


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No, non puoi. Devi inviarlo tramite mail. Invia qui:
Near_posta@live.it


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Scusate, non sono riuscito ad utilizzare il link di Near.
Riporto direttamente qui le parole di Charroux:
"Nel Medioevo, C'era una forte predisposizione nei confronti del meraviglioso caratteristico dell'epoca: ci riferiamoall'ambito della religione ed a quello dell'occultismo. Di fatto, queste due mitologie si sovrapponevano spesso, il cielo degli angeli finendo per evocare il regno delle fate e gli abissi infernali risvegliavano l'idea di popoli e di mondi sotteranei.
Anche ai nostri giorni, dei fatti insoliti lascerebbero supporre che queste antiche credenze non dovevano essere totalmente destituite di fondamento.
Il 29 agosto 1911, a mezzanotte, gli addetti del mattatoio di una cittadina della California, Negli Stati Uniti, rinvennero, mezzo morto dallo sfinimento, un uomo nudo, che parlava una lingua non appartenente a nessuno dei dialetti aborigeni classificati.Da dove veniva?Nessuno lo seppe mai, pur se gli antropologi affermarono che si trattava di uno degli ultimi indiani selvaggi del continente americano.
Ben più straordinari fu la comparsa, nella Spagna del secolo scorso, di due fanciulli di razza sconosciuta. La storia è stata raccontatanel numero del febbraio 1972 de La Vie Claire, da George Langeelan.
Era il pomeriggio di una bella giornata di Agosto 1887 a Banjos, presso Gerona, in Catalogna.
Dei contadini facevano la siesta all’ombra degli ulivi, quando videro due bambini che piangevano a calde lacrime. Con stupore e quasi con orrore, i catalani si accorsero che i bambini, maschio e femmina, erano seminudi e che la loro pelle era di un colore verde uniforme, molto simile a quello delle loro olive.
Gli strani esserini cercarono di mettersi in salvo ulando, ma furono ben presto acciuffati e condotti a casa del signor Ricardo de Calno, sindaco di Banjos, il quale cominciò ad interrogarli. A dire il vero,fu necessarrio prima calmarli, far comprendere loro che non avevano nulla da temere, e solo dopo pronunciarono delle parole in una lingua sconosciuta.
Allora, la signora de Calno fece il bagno ai due piccoli, poiché quel color verde, diabolico, non le ispirava niente di buono. I bambini verdi però non persero nemmeno un ombra del loro colore, tanto che il sindaco, sempre più perplesso, decise di ricorre al parere di un medico edelle autorità di Gerona. Furono redatti dei processi verbali dei vari esami, di cui si dovrebbe trovare traccia a Banjos, stando a quanto afferma Langelaan.
Ben presto fu evidente che le due creture verdi non appartenevano alla razza umana, sia per la pigmentazione che per il loro modo di comportarsi. Avevano dei caratteri un po’ negroidi, gli occhi sbarrati, e se accettavano di bere dell acqua, rifiutavano con ostinazione selvaggia ogni alimento abituale.
Dopo cinque giorni di digiuno, quando si disperava ormai di far mangiare loro qualcosa, i bambini verdi videro dei fagioli sbucciati e li divorarono con avidità.
Il bambino, più piccolo di età ed anche più fragile, potè sopportare per un solo mese la vita con gli uomini dalla pelle bianca: si spense dolcemente e fu sotterrato nel cimitero del villaggio.
La fanciulla, che dimostrava 13-14 anni, si abituò poco a poco alla nuova vita e imparò lo spagnolo abbastanza da poter raccontare una storia che sfidava ogni credenza e, a quanto pare, ogni reale possibilità.
“Mio fratello ed io”, queste furono più o meno le sue parole, ”siamo usciti dalla collina attraverso una grotta che si apre sul nostro mondo. Vivevamo con la nostra famiglia e la nostra gente in un paese in cui regnava una notte quasi sempre totale. Eppure, si vedeva, di tanto in tanto, un immensa luce, molto lontana sull’ orizzonte, al di là di un grande lago. Un giorno, mentre ero con mio fratello, ci fu un boato assordante intorno a noi…..Come se la montagna esplodesse, e, senza sapere come, ci trovammo improvvisamente nella grotta vicino al villaggio”.
Il sindaco di Banjos e dalcuni archeologi dilettanti tornarono alla gruta, la esplorarono a fondo, sondarono le rocce, ma non scoprirono né gallerie né fenditire né soluzioni di continuità verso le viscere della terra. Un serpente non avrebbe trovato dove nascondersi!
La fanciulla verde che veniva dal paese dell al di là visse cinque anni nella famiglia de Calno, nella quale si era completamente integrata.
Come suo fratello, morì dolcemente e fu inumata accanto a lui, portando con sé il segreto di quella vita, di quel colorito, di quella razza, e, forse, di quell’universo.”
Tratto da “Civiltà perdute e misteriose”.


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Cita:
Glypto ha scritto:

La storia è stata raccontatanel numero del febbraio 1972 de La Vie Claire, da George Langeelan.
Era il pomeriggio di una bella giornata di Agosto 1887 a Banjos, presso Gerona, in Catalogna.
Dei contadini facevano la siesta all’ombra degli ulivi, quando videro due bambini che piangevano a calde lacrime. Con stupore e quasi con orrore, i catalani si accorsero che i bambini, maschio e femmina, erano seminudi e che la loro pelle era di un colore verde uniforme, molto simile a quello delle loro olive.
Gli strani esserini cercarono di mettersi in salvo ulando, ma furono ben presto acciuffati e condotti a casa del signor Ricardo de Calno, sindaco di Banjos, il quale cominciò ad interrogarli. A dire il vero,fu necessarrio prima calmarli, far comprendere loro che non avevano nulla da temere, e solo dopo pronunciarono delle parole in una lingua sconosciuta.
Allora, la signora de Calno fece il bagno ai due piccoli, poiché quel color verde, diabolico, non le ispirava niente di buono. I bambini verdi però non persero nemmeno un ombra del loro colore, tanto che il sindaco, sempre più perplesso, decise di ricorre al parere di un medico edelle autorità di Gerona. Furono redatti dei processi verbali dei vari esami, di cui si dovrebbe trovare traccia a Banjos, stando a quanto afferma Langelaan.
Ben presto fu evidente che le due creture verdi non appartenevano alla razza umana, sia per la pigmentazione che per il loro modo di comportarsi. Avevano dei caratteri un po’ negroidi, gli occhi sbarrati, e se accettavano di bere dell acqua, rifiutavano con ostinazione selvaggia ogni alimento abituale.
Dopo cinque giorni di digiuno, quando si disperava ormai di far mangiare loro qualcosa, i bambini verdi videro dei fagioli sbucciati e li divorarono con avidità.
Il bambino, più piccolo di età ed anche più fragile, potè sopportare per un solo mese la vita con gli uomini dalla pelle bianca: si spense dolcemente e fu sotterrato nel cimitero del villaggio.
La fanciulla, che dimostrava 13-14 anni, si abituò poco a poco alla nuova vita e imparò lo spagnolo abbastanza da poter raccontare una storia che sfidava ogni credenza e, a quanto pare, ogni reale possibilità.
“Mio fratello ed io”, queste furono più o meno le sue parole, ”siamo usciti dalla collina attraverso una grotta che si apre sul nostro mondo. Vivevamo con la nostra famiglia e la nostra gente in un paese in cui regnava una notte quasi sempre totale. Eppure, si vedeva, di tanto in tanto, un immensa luce, molto lontana sull’ orizzonte, al di là di un grande lago. Un giorno, mentre ero con mio fratello, ci fu un boato assordante intorno a noi…..Come se la montagna esplodesse, e, senza sapere come, ci trovammo improvvisamente nella grotta vicino al villaggio”.
Il sindaco di Banjos e dalcuni archeologi dilettanti tornarono alla gruta, la esplorarono a fondo, sondarono le rocce, ma non scoprirono né gallerie né fenditire né soluzioni di continuità verso le viscere della terra. Un serpente non avrebbe trovato dove nascondersi!
La fanciulla verde che veniva dal paese dell al di là visse cinque anni nella famiglia de Calno, nella quale si era completamente integrata.
Come suo fratello, morì dolcemente e fu inumata accanto a lui, portando con sé il segreto di quella vita, di quel colorito, di quella razza, e, forse, di quell’universo.”
Tratto da “Civiltà perdute e misteriose”.


Moolto interessante Glypto.... grazie [:)] Certo che.... un'analisi del DNA di queste presunte creature, oggi come oggi, avrebbe pututo aiutarci molto a stabilire la loro presunta provenienza. Chissà che un approfondimento di questa storia non possa rivelare sosprese.... qualora fosse vera [;)]



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Grazie Glypto!


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questa storia dei bambini verdi x dar a cesare quel che è di cerare, l'ha resa nota al pubblico italiano, x la prima volta, anni fa, Giacobbo a Voyager


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