BASILEA III: come strozzare il credito porti al fallimento
Intrappolati nella Spirale di Basilea III. L’effetto di Strozzare il Credito ha come Risultato il Fallimento e Vengono Punite le Banche Locali per i Misfatti di Wall Street
Il mercato azionario rimbalzò il 13 settembre dopo che furono annunciate le nuove norme bancarie chiamate Basilea III. Wall Street tirò un sospiro di sollievo. Le megabanche, sostenute da operazioni di salvataggio ad opera di generosi contribuenti, non avrebbero nessun problema ad adeguarsi ai nuovi requisiti di capitale, che erano inferiori a quanto ci si aspettava e che non sarebbero entrati interamente in vigore fino al 2019. Soltanto le banche commerciali locali, quelle che già a stento raggiungono i requisisti di capitale, sarebbero seriamente sfidate dalle nuove regole. Sfortunatamente, queste sono le banche che erogano la maggior parte dei prestiti a imprese locali, le quali a loro volta contribuiscono maggiormente nelle assunzioni e nella produzione dell’economia reale. I requisiti di capitale secondo Basilea III sono stati apparentemente progettati per prevenire il ripetersi del collasso bancario del 2008, ma le nuove regole non vanno al cuore del problema.
Perché Basilea III Non Centra lo Scopo
Due anni dopo il salvataggio del 2008, l’economia continua a lottare contro una scarsità di credito, il marchio di garanzia di recessioni e depressioni. Il Credito (o il Debito) viene emesso dalle banche ed è di fatto la fonte di tutto il denaro oggi in circolazione. Quando non c’è disponibilità di credito, c’è insufficienza di denaro per comperare la merce o pagare gli stipendi, così i lavoratori vengono lasciati a casa, le imprese chiudono, in una brutale spirale di debito e depressione.
Oggi, siamo ancora intrappolati in quella spirale, nonostante l’enorme “quantitative easing” (di fatto è la stampa di banconote) da parte della FED. Il denaro in circolazione ha continuato a diminuire nel 2010 a un tasso allarmante. Ambrose Evans-Pritchard, in un articolo sul Financial Times dal titolo “ La Circolazione di Denaro negli Stati Uniti Precipita al Ritmo del 1930 Quale Nuovo Stimolo agli Occhi di Obama”, citò il Professor Tim Congdon dell’Institute Monetary Research (Istituto di Ricerca Monetaria), che ammoniva:
“La caduta dell’M3 (la più ampia misurazione del denaro circolante) non ha precedenti dai tempi della Grande Depressione. La principale ragione è che i regolatori in giro per il mondo stanno facendo pressione alle banche affinché aumentino il rapporto tra patrimonio e attività e diminuiscano le attività di rischio ponderate. Questo è il motivo per il quale non c’è una vera ripresa negli Stati Uniti”.
In un documento chiamato “Politiche Monetarie Non Convezionali: Una Valutazione”, la Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) concordò con il Professor Congdon. Gli autori sostenevano: “La principale restrizione esogena (esterna) all’espansione del credito sono i requisiti minimi di capitale” ( Per “capitale si intende “ le attività di proprietà della banca meno le passività, come distinte dalle proprie “riserve”, il che si riferisce ai depositi, e possono essere presi a prestito dalla FED o da altre banche).
La Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) é “la banca centrale dei banchieri centrali”, ha sede a Basilea, in Svizzera: e il Suo Comitato di Basilea sulla Vigilanza Bancaria (BCBS) ha il compito di stabilire gli standard di capitale a livello mondiale. La BIS riconosce che la pressione sulle banche per adeguarsi ai requisiti di aumento di capitale porta a una stagnazione dell’attività economica portando a una stagnazione del credito. Inoltre, con le nuove norme bancarie chiamate Basilea III, il BCBS sta aumentando i requisiti di capitale. Secondo le nuove regole, la riserva obbligatoria nota come Tier 1 passerà dal 4 al 4.5% entro il 2013 e diventerà del 6% nel 2019. Alle banche verrà anche richiesto di tenere una riserva di emergenza del 2.5%.
Perché il BCBS Sta Aumentando i Requisiti di Capitale Dal Momento che i Requisiti Esistenti Stanno Già schiacciando il credito?
Preoccupazioni sugli effetti della stretta sul credito dovuti a Basilea III sono stati pubblicati sul Huffington Post il 13 settembre in un articolo scritto da Greg Keller e Frank Jordans:
“Banchieri e analisti sostengono che le nuove regole mondiali potrebbero significare una minor quantità di denaro disponibile da prestare a imprese e consumatori…
“Le casse di risparmio europee hanno avvertito che i nuovi requisiti di capitale potrebbero colpire la loro capacità di prestito penalizzando ingiustamente piccole istituzioni in parte a partecipazione statale.
“‘Vediamo il pericolo nel fatto che la capacità delle banche tedesche di concedere crediti potrebbe pesantemente essere diminuita’, dichiarò Karl-Heinz Boos, capo dell’Associazione delle Banche di Stato Tedesche (VÖB)”.
“Si sostiene che le banche francesi ‘erano tra quelle con la più alta capacità di adattarsi alle nuove regole,’ la federazione delle banche francesi tuttavia puntualizzò che tali regole erano ‘una forte restrizione che peserà inevitabilmente sul finanziamento dell’economia, in particolar modo sul volume e sul costo del credito’. ”
Juan Jose Toribio, precedente direttore esecutivo del FMI e ora preside della IESE Business School di Madrid, sostiene che le regole potrebbero danneggiare la fragile ripresa.
“Ci sono disposizioni e vincoli sui risultati delle banche che hanno senso solo in tempi di espansione monetaria e del credito”.
Per le banche commerciali di piccole dimensioni e le banche nazionalizzate (banche di proprietà dello Stato diffuse in Europa), gli effetti restrittivi sul credito di Basilea III sono un problema serio. Ma, secondo Keller e Jordans, “le banche di maggiori dimensioni sono state veloci ad approvare l’accordo e hanno insistito sul fatto che avrebbero raggiunto le riserve richieste per tempo”.
Queste banche più grandi non erano preoccupate, perché “le maggiori banche americane sono già allineate con gli standards di aumento capitale previsti da Basilea III, il che significa che i loro clienti non ne saranno direttamente colpiti.” I loro clienti, per certo, sono principalmente le grandi corporazioni. Dall’altra parte, “le piccole imprese che contano sul prendere a prestito dalle banche locali potrebbero essere le più colpite…. e tenteranno di mettere assieme più alti requisiti di capitale prestando a tassi più alti e a condizioni più rigide.”
Se le grandi banche che ci hanno portato all’attuale crisi del credito possono già conformarsi ai nuovi requisiti, a cosa serve precisamente Basilea III, se non a far crollare le banche concorrenti di minori dimensioni? Come osservò David Daven in un articolo del 13 settembre dal titolo ”Le Più Grandi Banche Sono Già in Linea con le Riforme di Basilea III”.
Punire le Banche Locali per i Misfatti di Wall Street
Ciò che fece precipitare la crisi del credito e il salvataggio delle banche del 2008 non fu dovuto dal fatto che i requisiti di capitale esistenti secondo Basilea II erano troppo bassi. Accadde che le banche trovarono un modo al di là delle regole per acquistare “contratti assicurativi” non regolamentati, conosciuti come credit default swaps (CDS). Le regole di Basilea II basavano i requisiti di capitale su quanto rischio vi era dichiarato nel bilancio di una banca alla voce prestiti e le banche potevano far apparire i loro bilanci meno rischiosi comperando i CDS.
Questa “assicurazione” si dimostrò, comunque, essere una frode quando AIG, il maggior venditore di CDS, fallì il 15 settembre 2008. Seguì così il salvataggio delle banche di Wall Street, colte in questo sistema di derivati.
Le banche locali più piccole non scatenarono la crisi né ricevettero denaro stanziato per il salvataggio. E ancora una volta saranno loro ad essere colpite da queste nuove regole e tale effetto potrebbe paralizzare il prestito locale. Aumentare i requisiti di capitale sulle piccole banche sembra così controproducente, tanto che osservatori sospettosi potrebbero chiedersi cos’altro ci sia dietro a ciò.
Il Professor Carroll Quigley, un insider educato dai banchieri internazionali, in “Tragedia e Speranza” nel 1966 descrisse il ruolo centrale della BIS nel grande piano dei suoi mentori:
“I poteri del capitalismo finanziario avevano un altro scopo di vasta portata, niente di meno che creare un sistema mondiale di controllo delle finanze nelle mani di privati capaci di dominare il sistema politico di ogni singolo paese e tutta l’economia mondiale.
Questo sistema doveva essere controllato in concerto dalle banche centrali secondo uno stile feudale, su accordi segreti ai quali sono giunti con frequenti incontri privati e conferenze. Il vertice del sistema doveva essere la BIS di Basilea, Svizzera, una banca privata, controllata e di proprietà dei banchieri centrali, i quali erano essi stessi le corporazioni private.”
La BIS é diventata ora il vertice del sistema come aveva previsto il Dr. Quigley, dettando le regole che rafforzano un impero internazionale bancario a discapito delle rivali di minori dimensioni e dei mercati in generale. I grandi banchieri mondiali sono un passo più vicini al dominio globale, manovrato dalla mano invisibile dei capitani alla BIS.
In un gioco al quale i banchieri hanno partecipato da secoli, la riduzione del credito nei ribassi del “ciclo del mercato” crea onde di fallimenti e pignoramenti, acconsentendo che le proprietà vengano strappate a prezzi svalutati da finanzieri che non solo avevano visto l’onda sopraggiungere ma, che addirittura hanno accelerato il suo infrangersi.
Ellen Brown é un procuratore e autrice di undici libri: Nel Web of Debt: The Shocking Truth About Our Money System and How We Can Break Free, ci mostra come la FED e “la fiducia monetaria” hanno usurpato il potere dei popoli di creare denaro e come noi, i popoli stessi, possiamo riappropriarcene. I suoi siti sono webofdebt.com, ellenbrown.com, e public-banking.com.
Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1736