05/10/2010, 10:13
mik.300 ha scritto:
blair..
ha portato una nazione in guerra
in base a bugie risapute..
per non parlare di strani omicidi politici,
l'attentato strano del metrò,
ecc. ecc.
sentita da fazio:
"abbiamo fatto bene ad ammazzare saddam.."
ecc. ecc.
per lui è normale invadere una nazione
perchè i suoi governanti sono "cattivi"..
bah..
se non se ne fosse andato,
il labour sarebbe andato sottozero..
altro che gordon brown..
ma pontificare da fuori è sempre facile..
un personaggio impresentabile..
05/10/2010, 10:17
05/10/2010, 10:24
05/10/2010, 14:50
[color=blue]Berlusconi: «Si va al voto il 27 marzo»
Lo ha respinto fisicamente. Giorgio Napolitano ha deciso di non concedere più il fianco a Silvio Berlusconi. Con lui non parlerà più. Certo, ascolterà sempre il presidente del Consiglio quando deciderà di salire al Quirinale per delle comunicazioni. Ma nessun confronto, nessun dialogo perché per il presidente della Repubblica l’uomo di palazzo Chigi non e’ più credibile.
Il giuramento di Paolo Romani, nuovo ministro dello Sviluppo dopo cinque mesi di interim di Berlusconi, è durato una manciata di minuti. Nessun membro della delegazione del governo nella sala della Pendola, nessun applauso. Anzi, a fronte del buon umore manifestato dal Cavaliere, non c’è stata alcuna stretta di mano. Il Capo dello Stato ha voluto far aspettare il premier, così come la presidenza della Repubblica ha dovuto aspettare per vedere il successore di Scajola.
Non solo: sul viso teso di Giorgio Napolitano c’era scolpita la rabbia per le ultime affermazioni del premier a Milano. «Ma come – si è sfogato l’inquilino del Colle - io predico una riforma della giustizia condivisa e lui chiede una commissione d’inchiesta? Io chiedo che ci siano toni bassi e lui vuole ancora una volta spaccare il Paese? Non mi faccio prendere in giro…».
Napolitano sa che Berlusconi dietro quella determinazione ad andare avanti nasconde la certezza che si andrà al voto presto. La fiducia ottenuta alla Camera e al Senato è servita solo a scongiurare il governo tecnico. Del resto Napolitano con chi lo ha contattato è stato chiaro: «Se ci sarà una crisi parlamentare è chiaro che chiederò una verifica sui numeri, ma non ci può essere un governo tecnico se non c’è qualcuno della maggioranza che si assume la responsabilità di guidarlo».
Quello del Colle è un no secco ad ogni tipo di ribaltone. Lo stesso Tremonti non intende avanzare la propria candidatura, lo farà dietro consenso di Bossi e Berlusconi ma solo quando – questa la strategia – il Cavaliere sostituirà l’attuale presidente della Repubblica.
Il premier dunque già pensa al voto. E ha già la data in tasca: il 27 marzo. Ha ipotizzato lo stesso giorno in cui vinse nel ’94. Ha lanciato la proposta durante una cena ad Arcore due giorni fa: «Io voglio un voto per governare, non per durare.
Con i finiani non ce la faccio, vogliono sempre fare il controcanto su tutto…». In realtà Berlusconi non ha voglia di andare alle urne. Ma allo stesso tempo non ci sta a traccheggiare ed è per questo che ai suoi ha spiegato di voler organizzare l’incidente pilotato proprio sulla giustizia, tra una o due settimane. Nell’eventualità che Fli si schierasse con l’opposizione il presidente del Consiglio darebbe il via libera a Bossi di staccare la spina all’esecutivo. La situazione è dunque precipitata.
Neanche Gianfranco Fini si aspettava un’accelerazione del genere: qualche giorno fa aveva dato l’ok a Bocchino di sondare l’altra parte per arrivare ad un patto federativo con il Pdl, con delle precise garanzie e la certezza della ricandidatura di una pattuglia di parlamentari. Tutto inutile. A seguire la linea Letta tra i ministri è rimasto il solo Frattini, gli altri da colombe (vedi la Prestigiacomo) si sono trasformati in falchi.
Ma il problema è anche in casa dell’ex leader di An che – dicono dal Pdl – sia terrorizzato dal voto. La paura è di non raggiungere la soglia del 4% alla Camera e dell’8% al Senato. La certezza e’ che non può in alcun modo scendere a patti sulla giustizia con Berlusconi. Verrebbe mollato dopo un secondo da una parte dei suoi, dalla sinistra e dall’Udc.
In Transatlantico poi girano strane voci: Casini considererebbe Fini una “zavorra” nel caso non si riuscisse a cambiare la legge elettorale. «Che ce ne facciamo di uno che vuole candidare cento persone e porta tre voti?», spiega un esponente centrista dietro l’anonimato.
La verità è che regna la confusione. E Berlusconi ha per ora buon gioco nel dire che «non c’e’ nessun altro leader possibile per palazzo Chigi».
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2010/10/05/AMQoTC7D-berlusconi_voto_marzo.shtml[/color]
06/10/2010, 09:02
06/10/2010, 16:31
06/10/2010, 19:45
mik.300 ha scritto:
come già ho detto..
se b. perde finisce al gabbio,
se fini perde non succede nulla,
ergo b. ha tutto da perdere
fini tutto da guadagnare,
qualunque cosa faccia fini sarà un successo
qualunque cosa faccia b. sarà un fallimento..
ecc. ecc.
ecco..
http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... ref=HREA-1
ROMA - "Non sarà una An in piccolo, ma un Pdl in grande". Con queste parole Gianfranco Fini ufficializza l'inizio della trasformazione di Futuro e Libertà da gruppo parlamentare a vero e proprio partito. Non usa la parola partito, il presidente della Camera. Puntando piuttosto su "un movimento d'opinione". Non un partito tradizionale, con una struttura gerarchica piramidale. Ma qualcosa di più agile: "Non possiamo mettere in moto una struttura così pesante" sintetizza. Ma qualcosa andava fatto. Se non altro per non restare "in mezzo al guado" e per rispondere ai molti "che ci chiedono di aderire". E a chi pensa a una possibile alleanza con il centrosinistra, replica senza esitazione il presidente dei deputati di Futuro e Libertà, Italo Bocchino: "Le alleanze spurie sono possibili solo sulle regole - dice durante la registrazione della puntata di Porta a porta - quindi per cambiare la legge elettorale".
ragazzi,
forse non lo sapete ancora..
ma fini..ha già vinto..
08/10/2010, 01:32
13/10/2010, 10:57
13/10/2010, 16:45
13/10/2010, 17:02
Lawliet ha scritto:
Le solite figurelle internazionali..
http://www.haaretz.com/print-edition/op ... e-1.317239
Un pezzettino:
"Once again, Europe's pathetic clown, Silvio Berlusconi, has delivered a tasteless joke, proving how little dignity is left in Italian politics. This time, the joke involved anti-Semitic motifs and made light of Holocaust victims.
But as far as Israel's government is concerned, Berlusconi can rest easy with his orgies and his demagogic speeches. And he can always be counted on to supply the latter, as he did on Europe's Holocaust Day in 2009, when he stated: "Anti-Semitic laws [instituted under Mussolini] are still perceived as a deep wound inflicted not only on the Jewish community, but on Italy's entire society, which suddenly lost part of its history" (La Stampa, January 29, 2009 )."
Qui una traduzione di google per gli sfaticati: http://tinyurl.com/37v3xzb
13/10/2010, 17:17
15/10/2010, 11:55
15/10/2010, 12:50
Leggete l'articolo,ma io mi soffermerei sul titolo "Berlusconi striglia i suoi: cado io cadono tutti"nemesis-gt ha scritto:
Roma: indagati Berlusconi e il figlio su inchiesta diritti tv Mediaset
Ipotesi di frode fiscale in relazione ai bilanci di Rti per gli anni 2003-2004
ROMA - Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, il figlio Piersilvio e altri dirigenti Mediaset sono indagati a Roma per evasione fiscale e reati tributari nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta milanese sulla compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset. In procura a Roma è stato precisato che al momento non ci sono inviti a comparire. Nell'inchiesta si ipotizza il reato di frode fiscale in relazione ai bilanci di Rti (Reti televisive italiane, controllata Mediaset al 100%), che ha sede legale nella capitale, per gli anni 2003-2004. L’inchiesta romana nasce da quella milanese. Gli accertamenti del pm Barbara Sargenti e dell’aggiunto Pier Filippo Laviani, responsabile del pool sui reati tributari, sono basati sulle carte inviate dai magistrati milanesi. Gli investigatori, da diverse settimane, stanno lavorando - secondo quanto si è appreso - sull’incartamento e potrebbero a breve procedere con l’interrogatorio di chi è stato messo sotto accusa. A Milano, dove il premier risponde di frode fiscale, il processo è sospeso in attesa che la Corte costituzionale decida sulla validità della legge sul legittimo impedimento.
L'INCHIESTA DI MILANO - La procura di Milano lo scorso aprile aveva chiesto di rinviare a giudizio per «appropriazione indebita» e per «frode fiscale» il presidente del Consiglio, accusato (nella compravendita Mediaset di diritti tv) di aver concorso nel 2002-2005 a «svuotare» di 34 milioni di euro la società quotata in Borsa di cui è azionista di maggioranza, e a frodare il fisco per 8 milioni di euro. La procura del capoluogo lombardo aveva chiesto di processare per frode fiscale anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, il il vice presidente e presidente Rti Pier Silvio Berlusconi, più altre nove persone, tra le quali il produttore tv americano Farouk «Frank» Agrama.
Redazione online
15 ottobre 2010
http://www.corriere.it/cronache/10_otto ... aabc.shtml