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MessaggioInviato: 29/10/2010, 08:55 
Luci

Il sole è uno scudo luminoso
che un dio un giorno ha creato
e appeso presso il sentiero blu.

La luna è la torcia
di un vecchio uomo
che inciampa nelle stelle.

Canto Navajo


credit photo: Luigi Taufer (Rheticus) - Panorama dal Colbricon (BL)




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MessaggioInviato: 29/10/2010, 13:33 
Davvero magnifiche, grazie Kasimir! :)


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MessaggioInviato: 30/10/2010, 11:37 
Le meraviglie del mondo viste dal satellite

L'isola nell'isola

Siete in cerca di un paradiso terrestre dove trascorrere gli ultimi giorni dell’anno? Maupiti Island, l'isola con la "piscina incorporata", potrebbe fare al caso vostro. L'atollo, poco più di 13 chilometri quadrati in pieno sud Pacifico (Polinesia francese), è infatti famoso per avere una specie di altro isolotto al suo interno: il vulcano spento Teurafaatiu. Il monte Teurafaatiu, alto 380 metri è infatti circondato da acqua e un sottile strato di terra. Il risultato è una laguna d'acqua chiarissima popolata da varie specie di animali marini come le mante, diffusissime da queste parti.


credit photo: NASA




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MessaggioInviato: 03/11/2010, 09:34 
A 7000 anni luce da noi, nella costellazione del Serpente, apre le immense ali una splendida nebulosa, (nota anche come M 16 o NGC 6611) al pari di un aquila, di cui ricorda appunto la forma. Le sue dimensioni sono impressionanti: 55 per 70 anni luce. Ma ancora più impressionanti sono i suoi “pilastri della creazione”, enormi filamenti di gas denso che racchiudono al loro interno alcune stelle in formazione. Essi vengono modellati, illuminati e distrutti lentamente dalla luce ultravioletta che proviene dalle brillanti stelle appena nate e che formano appunto l’ammasso chiamato NGC 6611.

Eccezionali immagini riprese nel vicino infrarosso e nei raggi X hanno svelato le gemme che si nascondono al loro interno, embrioni che tra poco diventeranno vere stelle ed usciranno dalla loro “placenta” di gas denso e scuro. Recentemente il telescopio da 2.2 metri dell’ESO ha ripreso una nuova immagine a grande campo che permette di vedere la nebulosa in grande dettaglio ed in tutta la sua estensione. E’ giusto ammirarla fino a che è possibile. Infatti, i pilastri così affascinanti stanno scomparendo per lasciare liberi i loro splendidi segreti tenuti amorevolmente nel loro interno. La luce ultravioletta delle stelle vicine li sta sgretolando in un gioco di morte e di vita. Tra pochi milioni di anni non si vedranno più e le nuove stelle andranno ad accompagnare le compagne che le stanno aiutando ad uscire allo scoperto. Il pilastro chiamato “la guglia” è già quasi evanescente nella sua struggente bellezza e pensate che si prolunga per circa 10 anni luce.

In allegato l'immagine a grande campo ripresa all’ESO. Notare la forma simile al grande rapace. Al suo centro si vedono i filamenti che formano i “pilastri della creazione” e alla sinistra in alto (su un’ala) si nota molto bene “la guglia”. Sopra i pilastri della creazione l’ammasso aperto NGC 6611 risplende brillantissimo e le sue stelle appena nate scolpiscono e distruggono le stalagmiti gassose.



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MessaggioInviato: 04/11/2010, 09:20 
L’aurora di Saturno in falsi colori



Oggi Vi proponiamo un’immagine molto particolare del Signore degli Anelli, in falsi colori, ottenuta assemblando 65 riprese individuali della sonda Cassini, fatte nello spettro del visibile e dell’infrarosso il 1° novembre 2008.



In verde è visibile la luminescenza dell’aurora di Saturno, i cui bagliori si sprigionano a circa 1000 km dalla sommità delle nubi che avvolgono la regione polare del pianeta. L’immagine è una delle prime rese pubbliche, nell’ambito di un studio che ha catalogato tutte le riprese di Saturno, fatte da Cassini, in cui sono visibili emissioni di tipo aurorale.



I colori visibili nell’immagine rispondono a un uso convenzionale da parte degli scienziati: il blu indica la luce solare riflessa a una lunghezza d’onda di 2 micron, il verde la luce riflessa a 3 micron, il rosso l’emissione termica a 5 micron. Pertanto, gli anelli appaiono di un blu profondo, perché riflettono la luce solare a 2 micron, ma non a 3 e a 5. La foschia presente nell’alta atmosfera del pianeta riflette la luce solare a 2 e 3 micron, ma non a 5, così appare di colore blu-verde. Il calore emesso dall’interno di Saturno è visto solo nella lunghezza d’onda di 5 micron e pertanto il corpo del pianeta appare rosso. Le forme scure viste in silhouette sono formazioni nuvolose e tempeste, che vengono illuminate dal basso dal calore emesso dal pianeta, rilevato da Cassini nelle frequenze dell’infrarosso.



Credit photo: NASA/JPL/University of Arizona/University of Leicester

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MessaggioInviato: 06/11/2010, 21:45 
"L'universo si espanderà, poi tornerà a collassare su se stesso

e poi si espanderà di nuovo, ripetendo questo processo all'infinito.

Ciò che non sai è che, quando l'universo si espanderà di

nuovo, tutto quanto sarà come adesso.

Qualunque errore commetterai in questa vita,

lo ripeterai nel tuo prossimo passaggio.



Ogni errore che commetterai sopravviverà ancora e ancora, per sempre.

Quindi il consiglio che ti do è di fare le scelte giuste questa volta,

perchè questa volta è tutto ciò che hai"

(dal film: K-PAX - Da un altro mondo)


credit photo: NASA



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MessaggioInviato: 09/11/2010, 11:28 
Legame precario



Quando si dice essere "appesi a un filo"… queste galassie situate a 17 milioni di anni luce da noi sono connesse da una sottile (ai nostri occhi) "stringa" luminosa. La scia che collega NGC 5216 (in alto) alla sua compare NGC 5218, è formata da stelle, polveri e gas spaziali, e misura circa 22 mila anni luce. Il nastro cosmico è la conseguenza delle forze di marea - un effetto della forza di gravità - presenti all'interno del sistema, anche conosciuto come Arp 104. Secondo gli esperti questo incontro stellare porterà, nel corso dei millenni, alla formazione di un'unica, grande galassia.

credit photo: Adam Block, Mt. Lemmon SkyCenter, U. Arizona



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MessaggioInviato: 09/11/2010, 11:30 
L’ammasso aperto Pismis 24 nel core della nebulosa NGC 6357 nella costellazione dello Scorpione.

Moltissime stelle in questo ammasso presentano una massa estremamente elevata, quasi un centinaio di volte quella solare, rendendoli di conseguenza simili a dei veri e propri “mostri stellari”.

Le forma della nube è il risultato dell’emissione di radiazione da parte delle stelle massicce dell’ammasso, che si trova a circa 2100 anni luce di distanza dalla Terra.

L’immagine è stata ottenuta combinando tre differenti filtri della regione visibile dello spettro elettromagnetico (in B, in V e in R) con il telescopio danese di 1.5 metri all’Osservatorio di La Silla in Cile dell’European Southern Observatory (ESO).



Credit photo: ESO



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MessaggioInviato: 12/11/2010, 11:43 
In un'epoca non poi tanto remota, il limite spaziale dell'occhio umano era rappresentato dalla galassia di Andromeda.

Fino a cento anni fa la luce fioca e diffusa di questa galassia era ancora percepibile nelle notti senza luna, anche dai centri abitati. Ciò significa che , senza ricorrere a nessuno strumento ottico, potevamo guardare fino a una distanza di 2,5 milioni di anni luce.

(Pochi rispetto ai 14 miliardi di anni luce che ci separano dal confine dell'Universo in espansione, e tuttavia molto per i nostri deboli sensi).

Poi l'inquinamento luminoso non solo ha cancellato la galassia di Andromeda, ma anche la Grande e Piccola nube di Magellano (le galassie dalla forma irregolare a circa 200mila anni luce da noi), la Via Lattea (cioè la parte visibile della galassia nella quale siamo immersi), un sistema stellare che ci permette di spaziare su 100mila anni luce, e poi, un po' alla volta, tantissime stelle relativamente vicine.

Al punto che oggi dalle città siamo fortunati se scorgiamo una decina di stelle tra la prima e la seconda magnitudine, contro le 2000 che dovremmo scorgere se il buio fosse totale. L'orizzonte in pratica si è ristretto da 2 milioni di anni luce a un centinaio di anni luce. Cioè di 20mila volte.

Se è vero, come risulta, che ogni dieci anni l'inquinamento luminoso raddoppia, è facile calcolare quando scomparirà perfino la stella più luminosa del cielo, cioè Sirio (magnitudine -1.5): succederà intorno al 2050. In quell'anno il cielo diventerà più piccolo di 8.6 anni luce, la distanza di Sirio.

Vedremo ancora i pianeti Venere, Giove e ogni tanto Marte.



Piero Bianucci - La Stampa





In allegato una significativa immagine della nostra penisola fotografata di notte dalla Stazione Spaziale Internazionale. Ovviamente ogni commento è puramente superfluo...

credit photo: NASA

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MessaggioInviato: 12/11/2010, 11:48 
Curiosando…

Piove di più di giorno o di notte?

Va premesso che le nuvole – quindi le piogge – si formano solo dove l’atmosfera è animata da correnti ascendenti. Infatti in tale situazione la massa d’aria in ascesa, incontrando pressioni decrescenti, si dilata e quindi si raffredda. Se l’aria è abbastanza umida, il raffreddamento fa condensare una parte del vapore acqueo presente nell’aria sotto forma di goccioline in sospensione, originando le nuvole.

Si conoscono 4 cause che possono portare alla formazione di correnti ascendenti:

1) la presenza di una bassa pressione che fa convergere aria dalle zone circostanti;

2) il sollevamento forzato (la spinta verso l’alto che una massa d’aria subisce per la presenza di un ostacolo naturale, per esempio una catena montuosa);

3) il sollevamento di una massa d’aria fredda che incontri aria più calda o viceversa

4) i moti di natura termica (detti “convettivi”) che si generano di giorno al di sopra dei suoli più riscaldati dal sole, perché l’aria calda tende a salire.

Mentre le prime 3 cause possono verificarsi sia di giorno sia di notte, i moti convettivi si verificano solo di giorno. Per questo motivo in qualunque località, in media, piove più di giorno che di notte.

credit photo: Massimo Russo

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MessaggioInviato: 23/11/2010, 15:29 
Dune al polo nord



Qui siamo al polo nord e come tutti i poli che si rispettino anche quello di Marte è coperto di ghiaccio. Ghiaccio di anidride carbonica. L’inverno marziano infatti è particolarmente rigido, arrivando fino a meno 140 gradi, l’anidride presente nell’aria si ghiaccia e va a ricoprire le dune sabbiose (le macchie scure sono le dune senza ghiaccio).



credit photo: NASA



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MessaggioInviato: 23/11/2010, 15:32 
Gli anelli di Saturno, più vecchi di quanto si pensava…



Nuove osservazioni della sonda Cassini della NASA indicano che gli anelli di Saturno, che si riteneva si fossero formati durante l’era dei dinosauri, invece si dovrebbero essere formati circa quattro miliardi e mezzo di anni fa, quando il Sistema Solare era ancora “in costruzione”…



I dati raccolti nel tempo, dalla sonda Voyager prima e dal Telescopio Spaziale Hubble, in seguito, avevano convinto gli astronomi che il sistema di anelli di Saturno fosse relativamente giovane, formatosi circa 100 milioni di anni fa probabilmente da un evento cataclismico, come l’impatto di una cometa su una delle lune di Saturno. Ora questo quadro sembra destinato ad essere profondamente rivisto.



Infatti i dati raccolti dalla sonda Cassini sembrano contrastare l’ipotesi della cometa, anzi indicano come verosimilmente il materiale degli anelli sia molto più antico, con materia risalente proprio all’età di formazione del Sistema Solare, e sottoposto a continui rimescolamenti…



Nell'immagine artistica in allegato una visione ravvicinata degli anelli di Saturno

Credits: NASA/JPL/University of Colorado

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MessaggioInviato: 23/11/2010, 15:33 
Luna della città mi sembri stanca,

più stanca più triste più ricolma di fumo.

D'un tratto arrivo vicino al mare

e un'altra luna mi sembri:

bianca, bagnata e fresca,

giovane come una perla.



(Luna di città, luna di mare)

PABLO NERUDA


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MessaggioInviato: 25/11/2010, 10:17 
Composizione del Sistema Solare

Posto nella periferia galattica, e precisamente nel Braccio di Orione della Via Lattea, il Sistema Solare è composto dal Sole, che ne rappresenta la stella centrale, e da una serie di corpi celesti che gli orbitano intorno e che in base alla nomenclatura ufficiale della UAI possono essere riassunti come segue


- otto pianeti (Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno)

- un pianeta nano (Cerere)

- quattro plutoidi (Plutone, Eris, Makemake e Haumea);

- più di 140 satelliti;

- milioni di asteroidi;

- miliardi di comete;

- un numero indecifrato ed elevatissimo di meteoroidi.

La maggior parte degli asteroidi è racchiusa in una zona tra Marte e Giove, nota come Fascia Principale degli Asteroidi. Le comete, invece, provengono da due sacche distinte, note come Fascia di Kuiper, più vicina, e Nube di Oort, più remota.

Intorno a questi oggetti, lo spazio è definito mezzo interplanetario ed è composto di gas e polvere che interagisce in continuazione con il vento solare, uno sciame di particelle emesse dal Sole che viaggiano nel Sistema Solare alla velocità di svariate centinaia di chilometri ogni secondo. Proprio l'effetto di questo vento stellare serve a definire i confini del nostro Sistema Solare. Laddove il vento solare riesce a produrre effetti con la sua presenza, si parla ancora di Sistema Solare e le zone raggiunte dal vento solare formano l'eliosfera. Il confine che segna l'ultima distanza raggiunta dal vento solare si chiama eliopausa oppure termination shock.
L'eliosfera è la regione dello spazio nella quale la densità di energia del vento solare è superiore a quella del mezzo interstellare.
L'eliopausa è il limite convenzionale dell'eliosfera, lungo il quale la densità di energia del vento solare è in equilibrio con quella del mezzo interstellare.

L'eliosfera, quindi, rappresenta tutto il campo raggiunto dal vento solare. Gli scienziati che elaborano i dati della sonda Voyager2 hanno osservato proprio questa bolla di vento solare che circonda il sistema solare, descrivendone una forma non circolare ma schiacciata.

Gli scienziati riportano che il Voyager2 ha attraversato questo confine più vicino al Sole di quanto ci si attendesse, suggerendo quindi che l'eliosfera in questa regione è stata spinta avanti, più vicina al Sole, da un campo magnetico interstellare. Queste scoperte aiutano a costruire una immagine di come il Sole interagisce con il mezzo interstellare circostante.

credit photo: Miguel Claro



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MessaggioInviato: 26/11/2010, 11:52 
Spandea il suo chiaror per ogni banda
la sorella del sole, e fea d’argento
gli arbori ch’a quel loco eran ghirlanda.

Limpido il mar da lungi, e le campagne
e le foreste, e tutte ad una ad una
le cime si scoprìan delle montagne.

In queta ombra giacea la valle bruna,
e i collicelli intorno rivestia
del suo candor la rugiadosa luna.

Un nugol torbo, padre di procella,
sorgea di dietro ai monti, e crescea tanto,
che più non si scoprìa luna né stella.



Giacomo Leopardi (Canti)



credit photo: Rheticus



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