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Ma povero Bondi...... [:D]



Crolla portale santuario XV secolo a Gela

Immagine

19 novembre, 20:04

di Franco Infurna

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 12747.html

GELA - Dopo la Domus dei gladiatori di Pompei un altro monumento si sbriciola per l'incuria e l'abbandono. Questa volta finisce in frantumi il portale della sacrestia di un antico santuario di
Gela , intitolato alla patrona della citta', Maria d'Alemanna. Un crollo che rinfocola le polemiche. Italia Nostra punta il dito contro l'assenza di un piano di manutenzione straordinaria, invitando il ministro Bondi a dimettersi. Una richiesta che il ministero bolla come ''faziosa'', sottolineando che la tutela dei beni culturali della Sicilia spetta alla Regione. Ma anche il neo assessore regionale, Sebastiano Missineo, prende le distanze sostenendo che il monumento ''non e' di proprieta' della Regione'' e invitando ''a non fare paragoni con Pompei''. Il santuario, che risale al 1450, sarebbe stato costruito in una sua prima forma architettonica nel 1243 dall'ordine religioso dei cavalieri teutonici, iniziatori del culto di Maria d'Alemanna, per poi subire alcune modifiche. Nel 1979 fu parzialmente demolito, lasciando la sacrestia, e ricostruito in stile moderno. Nel 1985 e' stato riaperto al culto. La parte vecchia e' rimasta in attesa di restauro, insieme con l'alloggio delle suore francescane che ne curavano la gestione. La soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta ha subito inviato sul posto un suo esperto, l'architetto Antonino Ristagno, per una ricognizione e per accertare l'entita' dei danni. Il tecnico ha detto che ''l'edificio, catalogato come bene monumentale, va subito messo in sicurezza, per evitare ulteriori crolli. Solo in una seconda fase si procedera' a progettare e realizzare interventi mirati di recupero''. Anche a Gela il crollo suscita polemiche, prese di distanza e palleggiamenti di responsabilita'. ''L'accostamento con la tragedia culturale di Pompei - dice il sindaco, Angelo Fasulo - mi sembra alquanto esagerato. L'amministrazione non ha alcuna responsabilita' e non era nelle condizioni di intervenire, in quanto la zona interessata e' di proprieta' della Curia ed e' recintata ed inaccessibile''. Il sindaco lamenta ''l'eccessivo clamore mediatico che ancora una volta mette in cattiva luce Gela '' e sottolinea che ''non e' mai pervenuta in questi anni, ne' al Comune ne' alla Sovrintendenza, alcuna richiesta di restauro. Ma i cittadini del ''comitato pro-santuario'' non sono d'accordo: ''Sono anni che gridiamo ai quattro venti che l'intera struttura, risalente al XV secolo, e' in pericolo, che tutto sta per crollare, ma nessuno ci ascolta''. Don Carmelo Umana, direttore dei Salesiani, alla cui parrocchia appartiene l'edificio, nega pero' che si tratti del crollo di una struttura importante dal punto di vista architettonico. ''Dopo i primi cedimenti dell'antico santuario - racconta il custode volontario della chiesa, Calogero Blanco - le autorita' religiose ne decisero la parziale demolizione; il resto e' rimasto in stato di abbandono. Il nostro sogno e' quello di rivedere l'antico santuario ricostruito cosi' com'era''. Un sogno irrealizzabile, perche' il materiale del vecchio edificio non esiste piu'.



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MessaggioInviato: 20/11/2010, 00:50 
Diamola ai tedeschi...è meglio..[;)]

...e lasciate in pace quel povero cristo di Bondi che non ha nessuna colpa.

Cita:
[color=blue]Corsi fantasma con i soldi degli scavi
Danno all'erario per 700mila euro, 266 gli indagati. L'attività di formazione non è mai stata autorizzata dal ministero. A Pompei i fondi sono stati utilizzati per coprire gli straordinari tra 1988 e il 1996.

Pompei crolla ma i soldi della Sovrintendenza finiscono a finanziare un corso fantasma per i dipendenti degli scavi. Per l'esattezza corsi di aggiornamento per il personale che non avevano mai ricevuto l'ok dal ministero dei Beni Culturali. Un danno erariale di 700 mila euro. Ed ora ci sono 266 indagati con l'accusa di truffa ai danni dello Stato tra cui l'ex direttore amministrativo pro-tempore della Sovrintendenza pompeiana Luigi Crimaco. Questo il bilancio di una indagine della Procura di Torre Annunziata e condotta dalla Gdf. I 266 indagati, 265 sono dipendenti della Sovrintendenza, sono stati deferiti all'autorità giudiziaria. Si apre così un nuovo capitolo nella vicenda della martoriata città romana distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79 dC.


Le indagini delle Fiamme gialle hanno evidenziato che i fondi stanziati dalla Sovrintendenza di Pompei per la realizzazione del corso che non era mai stato autorizzato dal ministero, sarebbero stati utilizzati per retribuire un debito ormai prescritto maturato per il mancato pagamento di ore di straordinario fatte tra il 1988 e il 1996. Il corso fu istituto dopo la minaccia delle diverse sigle sindacali - Fp Cgil, Fps Cisl, UilPa, PlpBac, UnsaSnabca e Intesa - di sciopero e quindi di bloccare gli scavi. Crimaco, ricostruiscono i pm, autorizzò così nel 2006 lo svolgimento del corso come espediente per distribuire «indebite indennità di straordinario». Queste, infatti, erano prescritte. Poi istituì anche una commissione ad hoc per convertire le ore di straordinario in ore di corso per ciascun partecipante. Il corso fu poi effettuato dal 5 giugno di quell'anno al 5 ottobre. I moduli di lezione, però, variavano per ciascun dipendente sebbene i contenuti didattici fossero invariati e il corso durava dei mesi. Ed è stata questa anomalia ad attirare l'attenzione delle Fiamme gialle. «In alcuni casi - sottolinea il procuratore Diego Marmo - i coordinatori incaricati alla predisposizione dei corsi ricoprivano anche il ruolo di discenti, percependo quindi un doppio compenso. Infine, i test valutativi di fine corso non sono stati mai corretti o valutati».


I dipendenti-discenti frequentavano le lezioni nelle stesse ore in cui erano in servizio in turni dentro gli scavi, sia a Pompei che a Ercolano, Oplonti, Boscoreale o Castellammare, non certo in aula dunque, e senza coordinatori presenti. La Procura di Torre Annunziata indaga inoltre su una ipotesi di reato in danno della Sovrintendenza, per quanto concerne interventi di ricostruzione del teatro Grande e della Caserma dei gladiatori. Ma nonostante siano due indagini distinte, è facile associare i 700mila euro che sarebbero stati distratti da altre finalità per andare a finanziare un corso di formazione «fantasma», alle mura crollate della domus dei gladiatori rimaste senza le dovute attenzioni.[/color]



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MessaggioInviato: 20/11/2010, 11:48 
..colpe,cosa vuoi
..nn parlerei nemmeno di colpe specifiche in questo porcaio berlusconiano.
dire con sicurezza chi è più leccaculo del boss tra bondi,cicchitto,capezzone,bonaiuti,liquori,lupi ecc ecc è come dire con estrema certezza qual'è pornostar più troia..ma quando mai.


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MessaggioInviato: 20/11/2010, 13:20 
Cita:
rmnd ha scritto:

Diamola ai tedeschi...è meglio.. [;)]

...e lasciate in pace quel povero cristo di Bondi che non ha nessuna colpa.


Tranne quella di essere ministro dei beni culturali nonostante la sua profonda ignoranza a riguardo. Pompei affidiamola all'ONU piuttosto. [:)]



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MessaggioInviato: 20/11/2010, 13:32 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Ronin77 ha scritto:


che batosta...[:D]



Credo che una raffica di schiaffi come quella che Travaglio
ha dedicato a Bondi in questa occasione, non si sia mai vista
nella storia della televisione.

Ad un certo punto mi ha fatto quasi pena....
Quoto!!! Però, devo ammettere che Bondi ha risposto in modo convincente!!! Forse perchè è un politico!? Comunque non dimentichiamoci che la colpa non è solo sua, ma di tutta la politica compresa quella passata, anzi forse (destra o sinistra che sia) la maggior parte della colpa è proprio degli ex politicanti!



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MessaggioInviato: 21/11/2010, 21:19 
Canne della Battaglia, chiude il bookshop
«Consegnate le lettere di licenziamento»
Il sito archeologico colpito dai tagli dei fondi della cultura
Lo stop del servizio è previsto per il prossimo 15 dicembre
Canne della Battaglia

BARLETTA - Nella storia di Canne della battaglia, cittadella archeologica a pochi chilometri da Barletta, si inserisce una nuova data. E questa volta non servirà a ricordare gesta epiche o gloriosi anniversari. Perché segnerà la chiusura del bookshop. Che avverrà il 15 dicembre prossimo «quando l’ultimo dei dipendenti andrà via definitivamente», dice Nino Vinella, presidente del «Comitato pro canne della battaglia», l’associazione che da diversi anni cura il sito storico. Tra poco più di un mese i turisti che vorranno virtualmente viaggiare nei luoghi in cui le truppe di Annibale nel 216 avanti Cristo sconfissero i romani, potranno farlo ma senza contare «sulla professionalità dei ragazzi che finora si sono occupati di accoglienza turistica e marketing del territorio», riferisce rammaricato Vinella. Perché lui, assieme ai sette dipendenti del sito, dalla primavera del 2001 ha coccolato la cittadella, l’ha valorizzata organizzando manifestazioni che la rilanciassero.

La chiusura del bookshop è conseguente a una decisione del ministero per i Beni e le attività culturali che ha scelto di classificare i siti di interesse archeologico e culturale in base a un dato: il numero dei visitatori paganti. «Secondo il ministero - spiega il presidente del Comitato - i siti archeologici che nel 2009 hanno avuto meno di 200mila visitatori sono da considerarsi piccoli e per questo vengono esclusi dai bandi di gara per l’affidamento della gestione dei servizi cosiddetti aggiuntivi, come biglietteria e bookshop». Così i quasi 20mila visitatori registrati lo scorso anno - un record per Canne della battaglia - diventano pochi per continuare a mantenere i servizi aggiuntivi. «Dispiace anche per i ragazzi, laureati e con un’età media di 30 anni, che lavorano nel bookshop e che perderanno il lavoro», evidenzia Vinella ed elenca alcune proposte per salvare il sito dall’abbandono: «Le possibilità sono due: o il Comune di Barletta diventa gestore diretto del sito oppure bisogna favorire la nascita di nuove forme di associazione in grado di dare continuità ai servizi di accoglienza turistica».

Fonte
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 2111.shtml


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MessaggioInviato: 21/11/2010, 21:53 
Cita:
vimana131 ha scritto:

«Secondo il ministero - spiega il presidente del Comitato - i siti archeologici che nel 2009 hanno avuto meno di 200mila visitatori sono da considerarsi piccoli e per questo vengono esclusi dai bandi di gara per l’affidamento della gestione dei servizi cosiddetti aggiuntivi, come biglietteria e bookshop».



Incredibile..... sono proprio i "piccoli siti" ad aver bisogno dei bandi di gara. Quelli più grandi, con gli introiti dei biglietti paganti, hanno molte più probabilità di essere autosufficienti......



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Cita:
Lawliet ha scritto:
Tranne quella di essere ministro dei beni culturali nonostante la sua profonda ignoranza a riguardo. Pompei affidiamola all'ONU piuttosto. [:)]



Ma giusto o sbagliato che sia un ministro politico non è quasi mai tenuto ad essere uno specialista o un fine conoscitore delle tematiche che il suo ministero implica . Anche per questo un ministro ha una pletora di consulenti. Un ministro deve essere in primo luogo un manager.
Se lo fosse (specializzato) non sarebbe più un ministro politico ma tecnico.



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MessaggioInviato: 21/11/2010, 21:58 
Cita:
rmnd ha scritto:

Ma giusto o sbagliato che sia un ministro politico non è quasi mai tenuto ad essere uno specialista o un fine conoscitore delle tematiche che il suo ministero implica. Anche per questo un ministro ha una pletora di consulenti.



Infatti..... tra i consulenti di Bondi ci sono persone della protezione civile, un ex carabiniere in pensione.... e uno che si occupa di prodotti per i capelli.

Dei veri specialisti..... santo Dio.



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MessaggioInviato: 21/11/2010, 22:18 
La "Villa del Casale" di Piazza Armerina è all'abbandono,i pregiati mosaici di epoca Romana continuando di questo passo,ne resteranno solo le foto,non si è salvata neanche la strada che conduce al sito!.[:(]


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MessaggioInviato: 22/11/2010, 17:44 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
rmnd ha scritto:

Ma giusto o sbagliato che sia un ministro politico non è quasi mai tenuto ad essere uno specialista o un fine conoscitore delle tematiche che il suo ministero implica. Anche per questo un ministro ha una pletora di consulenti.



Infatti..... tra i consulenti di Bondi ci sono persone della protezione civile, un ex carabiniere in pensione.... e uno che si occupa di prodotti per i capelli.

Dei veri specialisti..... santo Dio.

Allora Bondi ha persone incopetenti sotto di lui! Prodotti per i capelli............................!!!!!!!????????? [:261] Su di lui sicuramente non lavorano bene!!!!!!!! [:o)]



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MessaggioInviato: 27/11/2010, 14:33 
L'attrice bulgara Bonev a Venezia. Bondi paga le spese: 400mila euro. Tutto a carico dell'erario

Due lettere del ministro di Sofia per autorizzare il viaggio. In Italia per ritirare un premio con una delegazione di 40 connazionali. Tutto a carico dell'erario
dal nostro inviato PAOLO BERIZZI

NOVI LIGURE - L'attrice-imprenditrice bulgara Michelle Bonev viaggiò dalla Bulgaria all'Italia con un volo pagato dal governo italiano. Poi, arrivata al festival del cinema di Venezia dove il ministro della Cultura Sandro Bondi si era adoperato per farle assegnare un premio - premio effettivamente ritirato dalla Bonev per la non indimenticabile opera prima "Goodbye Mama" - alloggiò e cenò lussuosamente, assieme a una delegazione di 40 connazionali. Sempre e tutto a spese del "paese ricevente". L'Italia. A confermarlo, con tanto di lettere ufficiali, è il ministro della Cultura bulgaro, Vejdi Rashidov. Intervistato dall'emittente Btv-mediagroup, il collega di Bondi racconta che all'attrice - "un'amica molto cara al primo ministro bulgaro e a Berlusconi", già coinvolta nel caso intercettazioni Saccà, con l'ex direttore generale della Rai che la impone al Dopofestival di Sanremo - l'invito per la gita veneziana arrivò con una lettera spedita dal nostro titolare della Cultura al suo omologo di Sofia: la missiva è del 25 agosto 2010.

Ed è quello, di fatto, il trampolino di lancio tanto atteso da Michelle, desiderosa di vedere il suo film consacrato alla Biennale del cinema (riconoscimento assegnato da "Action for Women" della deputata Pdl Debora Bergamini) . Prima di confermare la presenza al Lido della delegazione bulgara, Rashidov, come prevede la prassi istituzionale, chiede l'autorizzazione al primo ministro, Boyko Borisov. Che ovviamente non ha

nulla in contrario, anzi. Purché a sostenere le spese di viaggio sia il "paese ricevente". E infatti andrà così. Tra voli privati, cene al ristorate Cipriani, pernottamento in hotel pluristellato, trasferimenti e spese varie, il tour veneziano della compagnia partita da Sofia sarebbe costato non meno di 400mila euro. Una cifra ragguardevole.

Bondi, già travolto dalle vicende del crollo di Pompei e della parentopoli di famiglia, l'altro giorno ha smentito: "Nessun viaggio pagato". Ma ora a metterlo in fuori gioco è la versione del collega bulgaro. "Pagò l'Italia, certo, ma non ho chiesto lo scontrino", dice Rashidov.

Tira un vento decisamente contrario in questi giorni sul ministro della Cultura. La rivolta del mondo del cinema e del teatro. La figuraccia mondiale dei resti pompeiani venuti giù per l'incuria. L'imbarazzo derivato dalla disinvoltura con cui ha risolto i suoi affanni familiari (un posto al ministero per il figlio della compagna, la deputata pidiellina Emanuela Repetti, e 25 mila euro di fondi Fus per l'ex marito, Roberto Indaco).

Uno tsunami di cui si avverte la forza anche qui, a Novi Ligure. Il paese della fidanzata dove Bondi ha trasferito la sua residenza e che tanto vorrebbe (o avrebbe voluto) trasformare se non in feudo elettorale (la giunta eletta lo scorso anno è saldamente di centrosinistra) almeno in un suo piccolo regno. Sul modello Scajola-Imperia.

Del clan Bondi, in queste ore, almeno ufficialmente, non vi è traccia. Manuela Repetti è a Roma. Suo padre, il potente immobiliarista Giovanni, ex panettiere detto "Panetto" (e sua figlia "Panetta"), sponsor del Pdl, di questa storia non ne vuole nemmeno sapere. Come fantasmi sono i due parenti - per estensione - beneficiati da "Sandro", il generoso ministro che qui molti considerano una specie di Santo Patrono. Di Fabrizio Indaco, laureando in architettura e figlio di Manuela, essendo stato piazzato alla Direzione generale del cinema in Piazza S. Croce in Gerusalemme, a Roma, si dice sia giustamente nella capitale. Non pervenuto nemmeno il padre, Roberto, che conobbe la Repetti quando da Viterbo venne qui in servizio militare (quando nasce Fabrizio lei ha solo 17 anni). Per lui il buon cuore di Bondi ha prodotto un incarico di consulente dell'Osservatorio dello Spettacolo nell'anno 2009. Per occuparsi genericamente di "Teatro e Moda" gli vengono riconosciuti 25 mila euro.

Sarebbero loro, gli Indaco padre e figlio, i "due casi umani" per i quali Bondi dichiara di essersi speso. Il secondo in particolare sarebbe il protagonista di una "vicenda molto dolorosa, una storia privata", spiega il ministro. Già, risolta però con soldi pubblici. Dai microfoni della Zanzara su Radio 24 Manuela Repetti difende il compagno. "Solo una combinazione", dice a proposito del posticino ricavato da Bondi per il figliastro. "Non è mica vietato, è giovane, è uno studente come tanti altri che ha fatto la sua piccola esperienza di lavoro".

Da quando Bondi è arrivato a Novi, il paese è molto cambiato. I soldi del ministero arrivano a getto continuo. Un decreto dei Beni culturali ha appena stanziato 670 mila euro per i lavori di due chiese (il Duomo, 500 mila, e San Pietro, 170 mila). Prima c'era stata la promessa dei fondi necessari per il restauro del teatro Marenco. E i soldi (550 euro) per la banda del paese. Nel frattempo Bondi aveva già fatto felice la compagnia teatrale di Mariano Anagni, vicina a Fivizzano, il suo paese: 285 mila euro di finanziamenti. Se fosse una commedia s'intitolerebbe lui lei il figlio e l'ex. Tutti insieme a Novi Ligure. Ma la battuta più graffiante è di un anziano all'ora dell'aperitivo: "Bondi prendendosi la Panetta (Repetti, ndr) si è dovuto prendere tutto il pacchetto".

http://www.repubblica.it/politica/2010/ ... v-9557701/



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Ancora un crollo a Pompei cedono due muri
Si tratterebbe di due pareti senza affreschi

POMPEI (NAPOLI) - Sono crollati altri due muri all'interno dell'area archeologica di Pompei. La notizia è stata confermata dal sindaco di Pomepi, Claudio d'Alessio. Secondo le prime informazioni si tratta di due pareti senza affreschi. Ieri c'é stato il crollo di un muretto grezzo di sei-sette metri nel giardino della Casa del Moralista mentre il 6 novembre scorso ci fu il cedimento della Schola Armaturarum.

Il crollo ha interessato due muretti della lunghezza complessiva di due metri. Il primo é avvenuto in via Stabiane mentre il secondo cedimento si è verificato nel Lupanare Piccolo. In entrambi casi si tratti di muri senza affreschi anche se la Soprintendenza sta valutando i casi. Il cedimento sarebbe conseguenza della pioggia abbondante caduta negli ultimi giorni.

SOPRINTENDENTE 'NO ALLARMISMI' - "Si tratta di episodi possibili nel corso della vita di uno vasto sito archeologico di 2000 anni, soprattutto in condizioni climatiche come quelle di questi giorni e che non devono generare alcun allarmismo né generare casi sensazionalistici." La soprintendente di Pompei Jeannette Papadopoulos commenta così i due nuovi crolli scoperti questa mattina nel sito archeologico. E dalla sopritendenza spiegano che "Stamane, tra le 7 e le 7,30, si è verificato il cedimento per un altezza di circa 2 metri e per una larghezza di circa tre metri della parte superiore del muro grezzo in opera incerta divisorio tra i civici 1 e 2 della reg. VII, ins. 2, lungo la via Stabiana. La zona è stata immediatamente transennata e si stanno già mettendo in atto i primi interventi". Contestualmente, proseguono dalla soprintendenza di POmpei, "é stato rilevato anche il cedimento della parte superiore della parete d'accesso di un piccolo ambiente laterale di servizio della casa detta del lupanare piccolo (Reg. IX, ins.5, nr.16), chiusa al pubblico. Anche in questo caso si sono immediatamente posti in opera gli interventi del caso. Le cadute di tali parti murarie- concludono- vanno verosimilmente riportate alla perdita di coesione della malta antica che le legava a seguito delle martellanti piogge di questi giorni".

SOLO IERI GIU' UN ALTRO MURO
Ieri ancora un crollo all'interno degli Scavi di Pompei: un muretto grezzo di sei-sette metri per 60/70 centimetri di altezza nel giardino della Casa del Moralista, la domus pompeiana che deve il nome alle frasi moralizzatrici che il proprietario aveva fatto incidere sui muri per i suoi ospiti. Niente di che, se si pensa alla recente ferita del crollo della vicina Schola Armaturarum, ben più imponente, ma quanto basta per svelare le magagne di un sistema di manutenzione che vede una tra le aree archeologiche più importanti del mondo impotente rispetto alle piogge abbondanti. Insomma, sarà pure poca cosa, ma l'ultimo cedimento negli Scavi oltre a riaprire la ferita non ancora sanata del disastro del 6 novembre scorso, riaccende le polemiche nei confronti del ministro Sandro Bondi. Il luogo è lo stesso dove è avvenuto il crollo della Schola Armaturarum, quella via dell'Abbondanza che è una delle principali arterie della città archeologica di 66 ettari. E anche questa volta, come circa un mese fa, a cedere è stato il terrapieno che si trova alle spalle delle antiche costruzioni, a pochi metri l'una dall'altra. Ingrossato dalle abbondanti piogge di questi giorni, il terreno che sta alle spalle della domus ha travolto la staccionata di legno che lo doveva contenere e ha abbattuto un pezzo di quel muro che, bombardato durante la seconda guerra mondiale, era stato rifatto uguale a prima con la sua caratteristica pietra pomice del 79 d.C. mista a malta.

Il muro - assicurano dalla Soprintendenza - si potrà ricostruire per l'ennesima volta, ma l'allarme resta per tutti gli altri che non godono di copertura. E sono tanti. "Viviamo una emergenza continua - spiega il soprintendente degli Scavi di Pompei Jeannette Papadopoulos dopo aver constatato di persona l'entità del danno - Pompei è una città fragile e se continua a piovere così tutti i muri senza copertura sono a rischio. Purtroppo sono due mesi che sto qui e non fa che piovere. In ogni caso - ha sottolineato - quanto accaduto oggi non è paragonabile a episodi più gravi". Per il futuro l'impegno è quello di procedere con la mappatura dell'area, ma si capisce che di fronte al perdurare delle piogge non si possono escludere nuovi crolli: "Spero di no, stiamo lavorando per evitarli" è la replica. I carabinieri, intanto, hanno acquisito una serie di documenti negli uffici della Soprintendenza degli Scavi: l'obiettivo è ricostruire la gestione recente e verificare la correttezza degli interventi. Gli stessi militari non escludono che il crollo di oggi possa risalire a qualche giorno fa. Per il direttore degli Scavi Antonio Varone "la casa del Moralista non è a rischio crollo e le piogge di questi giorni sono davvero inusuali".

Parole che servono a raffreddare la temperatura, ma non a stoppare il fuoco incrociato che si alza verso il ministero diretto da Sandro Bondi. Contro di lui si scaglia il Pd con Bossa, Marcucci e Vaccaro e l'Idv con Belisario. Per Casini (Udc) il ministro non ha colpa ma "questi crolli sono la metafora dello stato in cui versano i beni culturali". Dalla Regione Campania si leva la voce dell'assessore al Turismo Giuseppe De Mita che chiede al ministro un'azione "più efficace e concreta". "Occorre - la replica di Bondi - evitare ogni inutile allarmismo. La situazione a Pompei è continuamente monitorata dalla soprintendenza: il cedimento non ha coinvolto alcun manufatto di pregio storico, artistico o archeologico". "Evita i contrasti e rinvia i litigi se puoi" recita una delle iscrizioni all'interno della Casa del Moralista. E chissà cosa penserebbe oggi l'ignoto Moralista sapendo che duemila anni dopo proprio la sua casa è al centro di un vespaio senza fine.

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...sì però,dai...diobonino...altri due muri crollati, a Pompei...
son stati in piedi per dumila anni e li van'a crollare ora...
Povero lol Bondi...l'è un pò come la maledizione del tutancamen...proprio nel Lupanare Piccolo poi...
L'è un segno divino...[:246]



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è solo questione di risonanza mediatica...oggi la si butta tutta in politica, mentre è una questione trasversale.

Cita:
' ECCO LA GEOGRAFIA DELL' ITALIA CHE CROLLA'

[color=red]Repubblica — 21 giugno 1992
pagina 22 sezione: CRONACA
ROMA - Crolli & Rovine. Il ministero dei Beni Culturali cerca fondi per disegnare la carta del rischio e intanto da ogni regione i soprintendenti lanciano un allarme dopo l' altro. Un giro di pareri e si scopre che mezza Italia potrebbe scomparire in pochi anni. Dal campanile di Santa Giustina a Padova che, come la torre di Pavia, rischia di sbriciolarsi alle tremila ville venete, duemila delle quali versano in condizioni gravissime, dal centro storico di Pienza, al complesso di Santa Chiara a Urbino, il cui giardino pensile rischia di crollare. Dalla torre del Castello di Feltre, in costante pericolo, ai mali nascosti delle basiliche di Assisi, fino al degrado della zona Etrusca, i parchi di Veio e Cerveteri, le tombe di Tarquinia. E poi le mura di Lucca, il tempio di Segesta, abbandonato a se stesso, la valle di Agrigento in balia dei turisti. Non è una lista di lamentazioni, ma regione per regione, una geografia dei capolavori ad alto rischio. Veneto. Le antiche ville. Secondo il soprintendente Guglielmo Monti, il sessanta per cento di queste ha bisogno di urgenti riparazioni". Per non parlare di Venezia, delle sue chiese ormai preda dei vandali, in attesa di restauri costosissimi. Friuli Venezia Giulia. Una soprintendenza ricca: cinquanta miliardi l' anno che evidentemente danno frutti. E' l' unica regione d' Italia senza monumenti ad alto rischio. Situazioni di collasso strutturale soltanto in qualche antico maniero abbandonato. Liguria. Tre miliardi di lire dallo stato per tutelare il patrimonio d' arte regionale. "Troppo pochi", assicurano i responsabili. Tra i monumenti in pericololo la chiesa di San Lorenzino di Varigotti, priva di copertura e il campanile di San Biagio a Final Borgo, con problemi statici ancora da quantificare in assenza dei fondi per un monitoraggio della struttura". Toscana. Oltre alla Torre di Pisa, simbolo del "rischio d' arte" regionale, altre decine di monumenti in Toscana sono minacciati dall' inquinamento, dal traffico, vittime di mancati interventi. Dalle mura di Lucca alle torri di San Gimignano, dalla cattedrale di Pienza alla Fortezza Vecchia del porto Mediceo di Livorno. Pieno di crepe il centro storico di Firenze, ed in particolare il loggiato degli Uffizi. Preoccupazioni anche per Palazzo Strozzi e per Palazzo Pitti. La sola manutenzionedei monumenti richiederebbe fra i 30 e i 50 miliardi, la soprintendenza ne possiede solo 7. Marche. Sono otto i ' punti caldi' nella cinta muraria di Urbino e si parla di 40 miliardi necessari ad un completo restauro. Rischio di crollo anche per le cinquecentesche mura della città di Pesaro. Drammatica la situazione dei paesini della riviera. Hanno bisogno di restauri il centro antico di porto San Giorgio, il cinquecentesco palazzo comunale di Senigallia. Lazio. Poche parole. Roma, con tutti i suoi tesori, soprattutto archeologici, è in una situazione disperata. Ma l' Etruria, la terra delle tombe etrusche non è in migliori condizioni. Basta ascoltare il soprintendente ai beni artistici e archeologici dell' Etruria meridionale, Giovanni Scichilone. "Sarei disposto a correre il rischio di perdere il Colosseo e anche le tombe di Tarquinia - dice - purchè questo servisse a far capire all' opinione pubblica e ai politici i rischi immani che corre tutto il nostro patrimonio nazionale che sta vivendo una spaventosa, lentissima agonia". Umbria. Pieni di crepe i complessi monumentali di Orvieto e di Assisi, ma anche Gubbio con il suo palazzo dei Consoli, e tutti i borghi d' arte, compresi Spoleto e Todi apparentemente in ottima salute. Abruzzo. In pericolo decine di castelli medievali, innumerevoli palazzi gentilizi, fontane, interi centri storici minacciati da frane e dissesti. Quasi del tutto abbandonato il patrimonio archeologico, diffusissimo e prezioso. Campania. Forte stato di degrado nei complessi monumentali e artistici di Napoli, e nelle grandi aree archeologiche di Pompei, Ercolano, della zona flegrea e del casertano. Allarme rosso per l' anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, seconda grave emergenza in Italia dopo il Colosseo. In condizioni disastrose il Tempio di apollo, nella zona Flegrea Puglia. Il teatro Petruzzelli è ancora un grande catino a cielo aperto a otto mesi dall' incendio che lo ha distrutto. Tutto il patrimonio del Barocco attende da decenni interventi di restauro. Sicilia. Sono moltissimi nell' isola i beni archeologici e monumentali in crisi. A partire dallo scempio del centro storico di Palermo, passando per palazzo del Gattopardo a Palma di Montechiaro. E poi i resti del tempio di Segesta, in provincia di Trapani, le centinaia di chiese e palazzi barocchi nel ragusano, fino alla valle dei Templi di Agrigento. [/color]



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[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
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