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[color=blue]Salviamo l’Italia dalla follia sfascista
MARCELLO VENEZIANI
Da diverso tempo vorrei occuparmi d’altro piuttosto che della miserabile follia che tiene banco in questo Paese. Da tempo mi piacerebbe non occuparmi più di Fini, di Berlusconi e della sinistra, e di tutto quel mondo che si agita intorno a loro. Vorresti chiudere le finestre e metterti a leggere e scrivere cose migliori, e dedicarti di più alle cose che ami.
Vorresti, ma non puoi. Senti urla bestiali, feroci battute di caccia per strada e un rumore, un fetore, che sale fin dentro casa. Allora provi a distinguere, a ragionare, eviti la tv, scansi le corride. Provi a vedere le cose per intero e non solo a metà, come invece ci ha abituati questo bipolarismo per branchi di lupi. Ma non ce la fai, ti tirano dentro la mischia. Vedi capovolgere la realtà, con arroganza; vedi il livore scambiato per moralità, la barbarie per civiltà. Se provi a dirlo, se non t’ignorano o t’insultano. Tu credi all’onestà, non solo l’onestà intellettuale, come oggi si dice, ma l’onestà vera e totale, che passa per la mente, il cuore e le mani. Tu cerchi di vedere il buono e il cattivo di questo governo, perché sei convinto che siano legittime sia le critiche sia i consensi.
E invece no, ti dicono che il premier deve andar via di corsa, deve dimettersi prima che arrivi Natale. C’è una ragione oggettiva, urgente e suprema per gettare il Paese in un pozzo nero, è forse responsabile della crisi finanziaria e dell’emergenza mondiale in cui viviamo? No, il governo ha fatto cose che si possono approvare o disapprovare, ma nulla di così grave da aprire una crisi al buio, sfasciando tutto, fermando riforme e decisioni necessarie al Paese. Deve andar via subito perché così ha deciso un irresponsabile pallone gonfiato e chiama questa sua minaccia di crisi con vista sul baratro «un atto di responsabilità», chiamando irresponsabile chi pensa che in questo caos sia meglio avere un governo. Le parole funzionano a contrario, la verità è rovesciata. Il pressing in favore dello sfascista, acclamato come statista, si fa assordante.
Tu vorresti occuparti di altro ma come fai a star zitto? Non fai in tempo a criticare Berlusconi e il suo «stile di vita» che un’orda di astiosi sciacalli impianta un’oscena gazzarra per trasformare quella storiella in una crisi di governo per volontà planetaria. E se i leader degli Stati Uniti confermano la fiducia al premier, un pettegolezzo raccolto da un diplomatico diventa il Vangelo e bisogna cacciare il peccatore. Un governo caduto sul gossip: è possibile, è civile, è responsabile? Un Paese mandato allo sbaraglio per odio verso un premier voluto dagli italiani, mica da Putin. Tu magari pensavi che il ciclo di Berlusconi dovesse concludersi alla fine di questa legislatura, dopo aver assolto agli impegni promessi; e invece no, questa guerra feroce riapre la mischia, ti costringe a dir bianco per non veder nero, e costringe a sperare che quell’esperienza non si tronchi in questo modo bestiale. Tu avresti voglia di criticare Berlusconi e il berlusconismo, il Pdl, e Verdini, e Bondi, ma non fai in tempo a scriverne che ti ritrovi nell’alternativa tra Silvio e il Nulla, tra il morbillo e la peste. Ma non è solo questione di Berlusconi.
Tu non fai in tempo a criticare la Lega perché ami l’Italia e non vuoi vederla spaccata, perché non ti piacciono le sue semplificazioni brutali e preferisci la cultura italiana alla fiction padana, che ti arriva un ciclone in tv e accusa la Lega del contrario di quel che è: di essere in combutta con il sud peggiore, quello camorrista e mafioso, proprio mentre un ministro leghista è impegnato in primo piano a combattere con successo la stessa criminalità organizzata. Vedi insorgere contro il governo, in nome della legalità, quel Granata che è stato per anni il vice di Cuffaro ed è l’alleato di Lombardo, ambedue accusati di associazione mafiosa. Poi vedi che il baluardo casertano contro la camorra è addirittura Bocchino, il più detestato dagli italiani (appena si parla di politica in tv tutti alla terza frase dicono: e quel Bocchino, così arrogante e minaccioso, ma chi è, che ha fatto nella vita, chi si crede d’essere?). E non basta.
Non fai in tempo a pensare che vuoi scriver meno di politica attuale – perché t’interessano altre cose e ti nauseano queste – che tappano la bocca a Feltri, mentre assassini condannati in vari gradi di giudizio, fior di falsificatori e diffamatori di mestiere, possono continuare indisturbati a spargere odio e menzogne a mezzo stampa. E allora che fai, ti barrichi in studio, fai finta di niente? Sei costretto a occuparti, di malavoglia, di questo. E appena accenni a farlo, c’è sempre il velenoso cretino di turno che scrive, su un blog, un sito, o altrove, che sei un servo pagato. E tu per quelli come lui devi lasciare magnifiche letture, devi accantonare i sereni giudizi e passare alle mani, seppur solo per digitare un articolo, come il presente. Ti sale la rabbia a pensare che quel che scrivi in libertà non lo pubblicherebbe nessun giornale dei loro o dei cosiddetti neutrali; e tu che difendi la tua libertà di scrivere quello che pensi, passi per servo assoldato…
Dopo che hai passato una vita all’opposizione, tra i maledetti di destra, e continui ad esserlo ancora perché Berlusconi è al governo ma il potere culturale è sempre dall’altra parte, ti devi sentir dare pure del servo di regime. Quando la verità è oltraggiata a questo punto sei costretto a scendere per strada, di malavoglia, per rispondere ai barbari e magari poi ritornare alle cose che ami. Nel brutto dicembre rincuora coltivare dentro di sé un magnifico giugno.
IL GIORNALE[/color]
06/12/2010, 13:22
06/12/2010, 23:57
09/12/2010, 01:11
Da parrucchiere a ingegnere – Bondi insorge
Leggiamo sui giornali e sui blogs che il parrucchiere del Ministro Sandro Bondi, Riccardo Micciché, fu incaricato della direzione dei lavori di opere di restauro da realizzare agli Uffizi di Firenze, il più importante museo italiano e tra i più importanti al mondo. Le cronache sono state poco sufficienti su alcuni dettagli. Questo Riccardo Micciché ha una laurea in Ingegneria o Architettura? L’entità dei lavori non è per nulla trascurabile; 29 milioni di euro sono una cifra da capogiro e la sola referenza di avere curato la capigliatura del ministro Bondi ad occhio e croce non sembra sufficiente. Al contrario, visto il deserto si capelli sulla testa del Ministro del Beni culturali, questo signor Micciché di sicuro non era la persona più adatta a curare un bene culturale del livello degli Uffizi. A meno che la testa di un ministro dei beni culturali sia anch’essa un bene culturale, anzi il massimo dei beni culturali, perché in questo caso tutto va a posto.
Questo sospetto ha prodotto la vibrata reazione del Ministro il quale ovviamente era all’oscuro di tutto e lo dimostrerà. Se il Ministro dice di essere estraneo, certamente lo è. Egli sarà pure a conoscenza delle cose che fa.
Chi ci sorprende è invece l’ineffabile Mariastella Gelmini quando dichiara che “Bondi è totalmente estraneo alla vicenda e che come al solito si tratta di una montatura”. Lei come fa a saperlo?
http://www.gallito.eu/2010/05/10/da-par ... i-insorge/
09/12/2010, 01:20
09/12/2010, 01:23
09/12/2010, 15:28
09/12/2010, 19:37
11/12/2010, 05:15
12/12/2010, 12:02