Cita: Thethirdeye ha scritto: Wikileaks, nuovi file sul Vaticano: resistenze nell'inchiesta pedofiliaAssange in isolamento, ma avrà un pc. Nasce Openleaks, scissione dal sito originale. Accuse a Eni sull'Uganda11 dicembre, 00:34  Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 79926.htmlROMA - Il Vaticano non ha permesso a suoi rappresentanti di testimoniare nell'ambito dell'inchiesta della commissione irlandese sullo scandalo degli abusi sessuali mostrandosi cosi' poco collaborativo con il governo irlandese sulla questione. E' quanto si afferma in un 'cable' diffuso da Wikileaks e citato dal Guardian che fa riferimento ad informazioni provenienti da diplomatici Usa e irlandesi presso la Santa Sede. "L'ambasciatore britannico presso la Santa Sede ha messo in guardia che l'apertura di Benedetto XVI agli oppositori Anglicani sul sacerdozio femminile di convertirsi al Cattolicesimo e' cosi' 'inflammatory' (provocatoria, ndr) che potrebbe portare a discriminazioni e anche la violenza contro i cattolici in Gb". Lo si legge in un articolo del britannico Guardian che cita un dispaccio diplomatico statunitense dall'ambasciata presso la Santa Sede. RATZINGER SCETTICO SU TURCHIA ISLAMICA IN UE - Il cardinale Joseph Ratzinger espresse nel 2004 scetticismo verso l'adesione della Turchia all'Unione Europea differenziandosi cosi' dalla posizione di neutralita' assunta dal Vaticano sulla questione. E' quanto emerge da documenti rivelati da Wikileaks e resi noti dal Guardian. P.LOMBARDI,CABLE NON SONO ESPRESSIONE S.SEDE - Il contenuto dei documenti diffusi da Wikileaks riguardanti il Vaticano ''riflettono le percezioni e le opinioni di coloro che li hanno redatti e non possono essere considerati espressione della stessa Santa Sede'': lo afferma il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, interpellato dall'Ansa in relazione ai file Wikileaks in cui si cita la Santa Sede ASSANGE IN ISOLAMENTO, MA AVRA' COMPUTER di Patrizio Nissirio ROMA - Julian Assange è in cella a Londra, in isolamento per garantire la sua sicurezza. Presto avrà un computer, e aspetta solo questo strumento per iniziare a preparare la propria difesa contro le accuse di stupro e la richiesta di estradizione della Svezia. Lo dicono i suoi avvocati, i quali si stanno preparando anche a un'accusa di spionaggio da parte degli Usa, che già definiscono "incostituzionale". Secondo il Guardian, che cita l'avvocato Mark Stephens, gli è "tornato il buon umore" alla notizia che "potrà avere in carcere un computer con accesso, seppur limitato, ad internet".
Per Stephens il padre di Wikileaks, in cella "si sta facendo forza". L'hacker australiano, che appena entrato in cella aveva chiesto, ricevendo un rifiuto, un computer portatile, potrà ora avere, nell'ambito di un programma intitolato "accesso alla giustizia" un pc per poter lavorare sul suo caso. Per l'altro suo legale, Jennifer Robinson, Assange è stato messo in cella di isolamento nel carcere di Wandsworth a Londra "per garantire la sicurezza". "Abbiamo reso nota la nostra preoccupazione per quanto riguarda eventuali problemi di sicurezza - ha detto Robinson - ma non abbiamo mai chiesto che venisse messo in isolamento". Robinson ha anche detto alla Abc americana che lei e il suo team legale sono pronti ad affrontare una eventuale "imminente" incriminazione negli Stati Uniti per spionaggio, e sottolineano fin d'ora di ritenerla "incostituzionale". "La nostra posizione è che l' accusa (di spionaggio, basata sull'Espionage Act del 1917, ndr) non rientri nel caso di Assange" ha detto la legale. Assange in quanto direttore ed editore di Wikileaks è a suo avviso protetto dal Primo Emendamento della Costituzione americana, che garantisce libertà di espressione e di stampa. Nel caso di Assange "dal mio punto di vista ogni incriminazione basata sull'Espionage Act dovrebbe essere considerata incostituzionale" ha aggiunto la legale, secondo la quale se mai dovesse passare la tesi dello spionaggio, "allora sarebbero a rischio tutti gli organismi d'informazione degli Stati Uniti". Intanto è emerso che non avrebbe trovato riparo in Cisgiordania - come pubblicato ieri da alcuni mezzi stampa - Anna Ardin, una delle due donne svedesi che accusano di molestie sessuali e di stupro Julien Assange. Il quotidiano israeliano Jerusalem Post aveva scritto che la donna aveva scelto come rifugio il villaggio cisgiordano di Yamun. Ma una organizzazione cristiana attiva nel dialogo israelo-palestinese con cui la Ardin sembra essere in contatto ha spiegato da Gerusalemme che la improvvida divulgazione delle notizie ha costretto la donna a restare per il momento in Svezia. "Ardin ha dovuto rinunciare ai propri progetti e non è più diretta in Palestina" ha detto oggi una portavoce della organizzazione coinvolta nella vicenda, la Ecumenical Accompaniment Programme in Palestine and Israel (Eappi). E' SCISSIONE: OPENLEAKS CONTRO ASSANGE di Eloisa Gallinaro
ROMA - 'Coming soon!': gli scissionisti di WikiLeaks fanno il loro ingresso in rete e firmano cosi' la home page del nuovo sito, OpenLeaks.org che, da lunedi', sara' il diretto concorrente dell'organizzazione di Julian Assange. Il logo, un doppio semicerchio verde e nero che si fonde con una freccia, e' una sorta di invitante 'enter' su imprevedibili nuove rivelazioni che, pero', non saranno diffuse direttamente sul web. I dissidenti, che hanno rotto con Wikileaks per contrasti editoriali e personali, intendono limitarsi a fare da ''intermediari'' tra le fonti, che resteranno anonime, in possesso di informazioni riservate e i media partner che vogliono pubblicarle. Il tutto attraverso una serie di link che metteranno in contatto tra loro le 'gole profonde' che hanno voglia di parlare e i siti di tv e giornali interessati. L'obiettivo di lungo termine, ha detto al giornale svedese 'Dagen Nyheter' uno dei fondatori del nuovo gruppo, e' ''costruire una piattaforma forte e trasparente per sostenere chi ci passa il materiale, sia in termini di tecnologia che di politica, e al tempo stesso incoraggiare altri ad avviare progetti analoghi''. Il contrasto tra Julian Assange e i promotori di OpenLeaks, come l'ex portavoce tedesco Daniel Domscheit-Berg e l'ex membro islandese Herbert Snorrason, si e' consumato sull' ''atteggiamento dittatoriale'' dell'australiano, come l'ha definito Snorrasson, e su una insoddisfatta voglia di trasparenza. ''Se volete la trasparenza per tutto il mondo, dovete essere trasparenti voi stessi. E dovete avere gli stessi standard che esigete dagli altri'', ha detto il tedesco in un'intervista alla televisione svedese Svt che andra' in onda domenica sera e che e' stata anticipata dall'Afp. OpenLeaks, affermano i suoi fondatori, dovra' essere ''democraticamente governata da tutti i suoi membri, piuttosto che da un solo gruppo o da un solo individuo''. Insomma, il protagonismo di Assange, voluto o subito, non piace ai dissidenti. E il quotidiano 'Dagen Nyheter' sostiene di essere in possesso di documenti che provano il malcontento all'interno di Wikileaks: i problemi di accessibilita' che hanno colpito il sito nei mesi scorsi quindi, non sarebbero dovuti a sabotaggi esterni , ma ad attacchi provenienti dall'interno per segnalare ad Assange un malcontento crescente. La cyber guerra si espande ancora. Oltre ai governi in fibrillazione per i 'cable' delle ambasciate Usa nel mondo, alla possibile e forse imminente incriminazione per spionaggio negli Stati Uniti, Assange deve temere da lunedi' attacchi da chi, di lui, sa davvero molto.
TULLOW ACCUSA ENI: MAZZETTE UGANDA; GRUPPO QUERELA- L'Eni avrebbe pagato mazzette in Uganda per aggiudicarsi la partita, poi persa, per acquisire i pozzi petroliferi della Heritage. L'accusa, riportata in un cable di Wikileaks, e' del vicepresidente della concorrente Tullow Oil, Tim O'Hanlon, che parla di corruzione nei confronti di due ministri ugandesi: ma il Cane a sei zampe smentisce e annuncia querela. La storia risale a un anno fa, quando l'Eni punto' sull'Uganda per allargare la propria presenza nell'Africa sub-sahariana, considerata una delle aree piu' promettenti del mondo. Del novembre 2009 e' infatti l'annuncio della firma dell'accordo preliminare per l'acquisto, dalla societa' canadese Heritage, del 50% di alcuni pozzi petroliferi per un ammontare pari a 1,35 miliardi di dollari. Il 18 dicembre, giorno dell'acquisto, sembrava fatta, ma non era cosi'. In attesa di avere l'ok definitivo da parte del governo ugandese, infatti, sulla strada dell'Eni si mise di traverso la Tullow Oil, societa' britannica che aveva in mano l'altro 50% dei pozzi e il relativo diritto di prelazione sulla quota d'interesse del gruppo italiano. Il diritto di prelazione fu infatti esercitato a gennaio e da li' comincio' un estenuante tira e molla per vincere la sfida e ottenere il via libera da parte dell'esecutivo, che si pronuncio' prima a favore degli italiani e poi degli inglesi. La battaglia si concluse il 5 febbraio, quando l'Eni decise di mollare l'osso e di uscire dalla contesa, risolvendo il preliminare del contratto d'acquisto: l'11 febbraio, l'ad Paolo Scaroni annuncio' pubblicamente che la partita era da considerarsi definitivamente chiusa. E' in questo contesto che, secondo le rivelazioni di Wikileaks, O'Hanlon parla di un accordo, presumibilmente quello originario, tra Heritage e Eni che ''e' frutto apparentemente di corruzione'' a favore di due ministri ugandesi. O'Hanlon lo rivela in un incontro con l'ambasciatore americano a Kampala, Jerry P. Lanier, del 14 dicembre 2009. ''La Tullow afferma che alti responsabili del governo dell'Uganda sono stati 'compensati' per sostenere la vendita alla rivale compagnia italiana Eni. O'Hanlon ha 'identificato' il ministro della sicurezza, Amama Mbabazi, e quello dell'energia, Hilary Onek, come quelli che hanno beneficiato dall'acquisto dei diritti della Heritage a Eni'', si legge nel cable pubblicato da Wikileaks. La risposta dell'Eni non si e' fatta attendere: fonti del Cane a sei zampe hanno infatti subito contestato ''le gravi affermazioni prive di ogni fondamento''. Il gruppo ha cosi' dato mandato ai propri legali ''di avviare le azioni a tutela della propria immagine e reputazione e per il doveroso risarcimento del danno arrecato''. Ma i dispacci di Wikileaks sulle attivita' dell'Eni non si limitano all'Uganda. Ce n'e' uno anche sul Venezuela: ''O accettate o prendo un aereo'', avrebbe detto Scaroni al governo di Caracas lo scorso gennaio. Frasi immediatamente smentite da Eni che, con il presidente Roberto Poli nega anche di aver mai pensato di far marcia indietro su South Stream. Mentre le cablogrammi si susseguono, il gruppo annuncia intanto lo sbarco su un nuovo settore per l'approvvigionamento energetico. Si tratta del gas non convenzionale europeo, dove, con l'acquisto di Minsk Energy Resources, diventa operatore di tre licenze nel bacino baltico in Polonia, area ad alto potenziale per lo shale gas.
ao`.. ma sulla exxon, BP, microsoft, bush, obama, israele, nisba.. ZERO ASSOLUTO.. sotto l`incudine i soliti in agenda.. vaticano, eni, ecc. ecc.
ma che manica di pagliacci.. "..ma mi faccino il piacere..!" avrebbe detto Toto`..
che poi le impressioni di codesti funzionari, come e` gia ` stato detto e stradetto, non sono oro colato..
wikileaks wikipedia
ma quelli di wikipedia non hanno protestato per l`utilizzo (politico) del marchio?
assange in isolamento col computer..!!
ma non vi pare strano?
Ultima modifica di mik.300 il 11/12/2010, 09:53, modificato 1 volta in totale.
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_________________ https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».
http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923 il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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