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Enkidu ha scritto:
Penso che sarebbe ora che qualcuno scrivesse una "storia dell'ufologia" trattandola come un oggetto di studio culturale e storico.
Certo, sono d'accordo sul fatto che dopo 63 anni di ufologia, dal lontano 1947, siamo ancora qua ad aspettare che l'esistenza di visitatori alieni diventi un fatto accertato ed accettato da tutti... qualcosa non va. Cosa? Se gli UFO esistessero veramente, si sarebbe dimostrata la loro esistenza da tempo, ma se non esistessero, oggi nessuno ci crederebbe più.... eppure vediamo invece che sempre più gente ci crede, ma nessuno trova le prove definitive..... qualcosa non va.
É il problema in sé che ha qualcosa che non abbiamo valutato, o non abbiamo valutato qualcosa in noi stessi?
Che io sappia, nessuno finora ha fatto una storia dell'ufologia partendo dagli inizi e non limitandosi a parlare di casistiche e di dibattiti, o di personaggi singoli, ma di analizzare come il fenomeno si è evoluto e trasformato in questi 63 anni nelle masse e negli ufologi stessi.
Perché? Forse perché non interessa a nessuno? E forse non interessa a nessuno perché in fin dei conti tutti vogliamo che le cose restano così, e che così possiamo continuare che il problema sia FUORI di noi anziché DENTRO, potendo dare così la colpa ai governi, ai mass media, all'altro ufologo che per noi è un deficente, ai bufalari che screditano l'ufologia, agli scienziati che sono ottusi, alle masse che sono indifferenti, al mancato sviluppo evolutivo spirituale dell'umanità, al Diavolo, agli alieni che hanno fatto patti demoniaci con gli americani, etc; .... ma magari la "colpa" è da un'altra parte, magari è più vicina di quanto noi possiamo immaginare, magari dentro la nostra incapacità di guardarci da fuori e vederci per quello che siamo.....
Lo so, sono sibillino.... è che ho delle difficoltà a cercare di spingere a pensare in un modo nuovo il problema.....
sono totalmente daccordo con te:
penso che questa sia una cosa da fare,prima di tutto e secondariamente in modo critico ed essenziale.
Ê vero che noi abbiamo una resistenza notevole nel riconoscere TUTTE LE PARTI DI NOI,anche quelle scomode,pericolose : di solito risolviamo la cosa,come scrivi giustamente,nel proiettarle e immaginarle fuori di noi,
Siamo una specie piuttosto diffidente,paranoide e nel contempo un tantino maniacale: qualcuno o qualcosa...ci minaccia...noi siamo le vittime...ecc...
Questi meccanismi sono molto diffusi :scissione di parti del sé,loro proiezione sull'esterno,mancata integrazione interiore,ecc...
Infatti,o ci aspettiamo alieni...buoni o alieni cattivi,come se esistessero
esseri o enti che possano esserlo in un modo cosî scisso:gli alieni,se esistono,sono esseri problematici come noi,compositi e se sono davvero evoluti bene si presenterebbero integri e quesot già ci metterebbe un tantino in crisi.
Fagliela capire a tutti coloro che ,in buona fede sicuramente,si dibattono in questi dilemmi cercando risposte,forse,alla loro problematica interiore.
Ti ricordi quando,in un film di Star Trek,un vulcaniano nota il primo volo a curvatura degli umani e decide di prendere contatto perché per loro questa era la condizione per un primo contatto?
Bene,io la metto così:nel momento in cui gli umani sapranno "volare" metaforicamente,cioé muoversi sul pianeta integri e consapevoli,allora forse....ci sarà un contatto con alieni evoluti sul serio.
Per ora,mi pare che siamo ancora alle prese con l'idea sciamanica che il male deve essere espulso e non elaborato,che il pericolo viene da altri,
che i problemi sono dovuti a fattori quasi estranei o di qualche natura superiore,insomma siamo ancora dentro la magia e un certo tipo di religione,di filosofia,di ideologia.
Psicologicamente siamo ancora adolescenti quando non bambini,e
abbiamo un modo ambivalente,contraddittorio,spesso estremistico in un senso o in un altro,di vivere e vedere le cose.
Ti ringrazio per questo tuo post perché mette il dito su una piaga anche ufologica tutta da sanare.
ciao
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