Questo perchè il Sole dista dalla Terra 8 minuti luce.....
Una stella con una diversa distanza dal pianeta o semplicemente un pianeta posto a una distanza diversa rispetto al Sole avrebbero un altro rapporto di tempo.
Niente di metafisico.
Tornando in topic, questi simboli comuni a tutte le civiltà antiche, come tutti gli altri, e a tutto ciò che a diverso grado le accomuna, sono senza dubbio fondamentali da interpretare correttamente per risolvere molti enigmi e scoprire molte informazioni nascoste.
E' noto come il modo migliore di tramandare una conoscenza complessa destinata altrimenti a corrompersi e disperdersi del tutto nel tempo con l' imbarbarimento collettivo, sia quello di tramutarlo in simbolo, in mito, in religione.
Il problema, come al solito, è trovare l' interpretazione corretta.
Bisognerebbe ricordare che i simboli, per loro natura, cambiano spesso significato nel corso del tempo, degli imperi, delle culture, religioni.... e che quindi l' interpretazione che ne diamo oggi non è spesso lo stesso significato che gli davano gli antichi.
E che similmente interpretazioni diverse possono essere sovrapponibili.
In poche parole, venendo al problema ora in questione, l' una non eslcude l' altra.
La onnipresente Pigna impugnata dalle Divinità Antiche rappresenta forse la ghiandola pineale?
Ovvero la parte del corpo collegata, oltre alle funzioni note, ai fenomeni misteriosi di Proiezione Astrale. E dunque di Anima, o comunque di un Corpo Sottile rispetto a quello fisico.
Del resto, se questi fenomeni esistono, ed esistono eccome, deve esistere anche il suo agente, e dato che esso è in qualche modo una parte misteriosa dell' Essere Umano, deve esistere pure il collegamento tra esso e noi, e data la sua natura deve trovarsi nel cervello.
E quindi non solo l' ipotesi è possibile, ma il candidato migliore che abbiamo è appunto la nostra cara ghiandola pineale.
Per cui, nell' illustrare la mia tesi, partiremo da questo presupposto - non dato per certo, ma come assunto di un teorema: "mettiamo che...".
Mettiamo che appunto la Ghiandola Pineale sia sede oltre che di talune funzioni note dalla medicina comune, anche del controllo e/o collegamento con il Corpo Astrale o Anima o come vogliamo chiamarlo.
Questo la renderebbe anche il contenitore di ciò che renderebbe l' Essere Umano "immortale" o almeno parte di esso.
E dunque, della Vita Eterna. O dell' infinito succedersi di vite e reincarnazioni, o quello che è.
Ora, voi come lo spieghereste a dei popoli primitivi, a malapena usciti dalla Caverna?
Considerato che forse dalla caverna li avete fatti uscire voi, magari dopo averli anche creati con l' ingegneria genetica?
Ricorrereste appunto alla religione, al mito, al simbolo.
E per descrivere l' oggetto del contendere partireste dalla cosa più semplice. Dalla forma. La forma è quella di una pigna.
Non una pigna qualunque, naturalmente, ma un attributo della Divinità.
Il frutto della Vita (Eterna).
Con tutte le trasformazioni che poi avrà nel corso dei secoli e dei millenni, col succedersi degli imperi, delle civiltà, delle religioni.
Così quando i redattori della Bibbia, copiando a piene mani dai Sumeri e dagli Egizi e da altri per i "loro" miti, come il Diluvio Universale o... il Giardino dell' Eden, ritroveremo un Albero della Vita - che non è da confondere con l' Albero della Conoscenza, quello proibito: l' Albero della Conoscenza è quello che donava la vita eterna. Cacciati dall' Eden, Adamo ed Eva non possono più nutrirsi dell' Albero della Vita Eterna e divengono mortali. Ma hanno in compenso la Conoscenza del Bene e del Male.
Et voilà, il mito è al suo ennesimo rivestimento e il significato originale si è trasformato ancora.
Forse è meglio partire dall' inizio.
Immaginiamo un piccolo pianeta, come ce ne sono trilioni nell' Universo, che orbita intorno a una stella media.
E' il terzo pianeta, che noi oggi chiamiamo Terra, in ordine di orbita dalla Stella, che oggi noi chiamiamo Sole, ed è per due terzi coperto di abbondanti ed accoglienti acque.
Pronto ad essere inseminato coi primi germi della vita.
Questi prima o poi arrivano, trasportati da una cometa, un meteorite, o un'.... astronave.
La vita nasce e si riproduce abbondantemente e l' evoluzione la differenzia e sviluppa per miliardi di anni.
Ora Qualcuno, forse gli stessi di prima, forse i loro eredi o chi c' è al loro posto in quel momento a contare il piccolo pianeta selvaggio nel suo spazio, si avvede che tra le milioni di forme di vita esistenti, alcune, che noi oggi chiamiamo Primati, sono prossime - relativamente parlando, in termini evoluzionistici, quindi di milioni di anni - allo stadio intelligente.
E per motivi che ignoriamo, forse solo per esperimento, decidono che invece di aspettare - non ci saranno per sempre - preferiscono dare una spinta agli eventi.
Con l' ingegneria genetica, e attravero diversi tentativi a dire il vero ed altrettanti fallimenti e relativa frammentazione ed estinzione, alla fine raggiungono un risultato che noi oggi chiamiamo Homo Sapiens Sapiens, o, semplicemente, specie umana. Noi, insomma.
I nostri Creatori - non li si può chiamare altrimenti - consegnano a questi sparuti primitivi le nozioni di base: agricoltura, scrittura, leggi. Le fondamenta della Civiltà.
La Prima di questo Pianeta, ben lungi dall' essere la nostra o quelle che consideriamo le prime e più antiche.
Come ammonisce Platone nel Timeo, "Voi ricordate un solo diluvio, mentre invece ce ne furono diversi, e ogni volta si ricomincia daccapo, come bambini".
Uno di questi diluvi, di questi cataclismi, fa ritornare il mondo all' Età della Pietra.
Può essere stato un disastro naturale di tipo interno al pianeta come la periodica inversione dei poli magnetici, oppure esterno, come una meteora, una tempesta solare, o una combinazione delle due.
Può essere stata anche colpa dell' Uomo e del suo sciagurato modo di rapportarsi alla Natura stessa.
O può essere davvero che furono gli "Dei" come narra il mito, infastiditi dall' ambizione degli umani, si riunirono in consiglio e decisero di porre fine al problema in maniera decisa.
Del resto, di babeliche torri destinate a raggiungere il cielo e sfidare gli Dei, ne abbiamo sentito parlare a iosa.
Ora mettiamo il piede sull' acceleratore ed osserveremo questo meccanismo ripetere il suo ciclo diverse volte, come una Ruota che scandisce le Ere del Mondo e le relative Civiltà e Fine... come quella Maya.
Una Civiltà guarda caso, terrorizzata dall' idea di un Universo crudele che periodicamente distrugge il mondo e lo fa rinascere dalle sue ceneri.
Un evento da predire per tempo, con complessi calcoli astronomici, per prendere provvedimenti.
Già ma che provvedimenti avrebbero potuto prendere dei popoli che certo non avevano la tecnologia per opporsi nè rimediare?
Forse quelli precolombiani erano gli ultimi popoli della nostra Era che ricordavano, seppure limitatamente, e in forma mitica, tutto questo, e lo portavano avanti sotto forma di religione.
Il Dio del Sole esigeva sangue per nutrirsi se non si voleva correre il rischio che si spegnesse di nuovo.
Torniamo indietro di qualche passo e domandiamoci cosa può essere successo alla fine del Ciclo precedente.
Intendendo per Ciclo non necessariamente quello del Calendario Maya, ma i Cicli di cui parlavamo, di cui i Cicli Maya erano il ricordo.
Ritorniamo insomma con la mente alla Civiltà Madre, l' Ultima di una lunga serie, quella che ha civilizzato i superstiti dell' appena trascorsa fine - naturale? antropica? esotica? - quella che ha concluso l' Era precedente - istruiti allo scopo di accelerare il processo di rinascita e salvare il salvabile.
Poniamo dunque che una Civiltà precedente alla nostra possedesse le conoscenze di cui parlavamo prima - e qui si vede come questo NON sia un fuori tema ma solo un lungo ma necessario excursus - conoscenze molto più approfondite delle nostre.
Poniamo che sappia che un evento catastrofico inevitabile distruggerà tutto o quasi sulla Terra, cosa farebbe?
Cercherebbe di salvare il salvabile, sia in termini di vite, cioè di sopravvissuti, che di tecnologia, che di conoscenza perchè l' Uomo nel ricominciare la dura scalata alla Civiltà possa avere una spinta.
Eccoli quindi partire per tempo a fondare nuovi insediamenti nelle zone che saranno meno colpite, istruire le popolazioni locali e, aiutati dall' alone di magia che esse nella loro primitività vi attribuiranno, mettervi alla loro guida.
Usare ogni risorsa umana e non a disposizione nel compimento del progetto.
Che comprende la Costruzioni di Siti in grado di resistere alla furia degli elementi e al trascorrere del tempo, per servire come capsule del tempo.
Camere in cui conservare strumenti, conoscenze, e lanciare un messaggio: "Noi esistevamo prima di voi e quello che è successo a noi può succedere anche a voi".
Nella speranza che l' Uomo, una volta tanto, impari dai suoi errori e non li ripeta.
E che stavolta non si ripeta, o non ripeta egli, ciò che già accadde tante volte e che costrinse l' Uomo a risalire la china dalla barbarie alla Civiltà.
Il tempo del prossimo "Diluvio", della prossima Catastrofe, e stavolta non ci sono dubbi che la catastrofe ambientale sia il risultato delle colpe dell' Uomo, è prossimo.
Dipenderà dalle nostre scelte in questi tempi difficili quello che accadrà e quello che sarà del nostro futuro e della nostra Civiltà.
Saluti,
Aztlan
Tornato ora online.
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