Porto Torres - Marea nera, la Provincia chiede lo stato di calamità naturale. Si lotta anche per salvare Capo TestaIn seguito all'incidente accaduto a Fiume Santo, con lo sversamento a mare di 18 tonnellate di olio combustibile, il Governo deve dichiarare lo stato di calamità nel Golfo dell'Asinara. A chiederlo è il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici
di Pinuccio Saba
Catrame sulle spiagge e sugli scogliPORTO TORRES. Contemporaneamente i sindaci di Porto Torres, Sassari e Sorso hanno ribadito a E.On la necessità della dismissione dei gruppi di produzione 1 e 2, alimentati con olio combustibile.
Anche ieri sono proseguiti i lavori di bonifica lungo i 16 chilometri di costa fra Porto Torres e Marrizza, pesantemente contaminati dalla marea nera fuoriuscita dal terminal E.On di Fiume Santo. Nel frattempo sono stati effettuati i controlli al largo, anche in seguito alle segnalazioni dei pescatori che denunciano la presenza di macchie oleose, mentre sotto costa sono all'opera i sommozzatori per verificare la presenza di eventali tracce di olio combustibile sui fondali marini o lungo le scogliere.
Superata la fase acuta dell'emergenza, o forse solo la più visibile, il territorio ora presenta il conto alla multinazionale tedesca. Per adesso non ci sono pressanti richieste di risarcimenti (a questo proposito, i pescatori di Porto Torres hanno deciso di costituirsi parte civile) ma gli amministratori locali hanno avviato una serie di iniziative di carattere politico.
A dare il fuoco alle polveri ci ha pensato la presidente della Provincia di Sassari Alessandra Giudici, all'indomani del nuovi incidente al Pontile liquidi di Porto Torres.
Già avantieri, incontrando il direttore generale di E.On, Paolo Venerucci, il presidente della Provincia ha ribadito la preoccupazione per una situazione che «oltre il gravissimo danno ambientale, che è sotto gli occhi di tutti, rischia di avere clamorose ripercussioni economiche». Il riferimento è al pericolo che «se non si interviene con risorse e mezzi adeguati alle proporzioni effettive del danno, che oggi sono più chiare - ha aggiunto la Giudici - si rischia di compromettere la stagione turistica di tutta l'area litoranea del Nord Sardegna, e questo sarebbe un colpo mortale per la nostra economia».
Ma la Provincia ne ha anche per la Regione e l'assessore all'Ambiente Paolo Denegri ha definito «semplicemente assurdo il comportamento assunto dalla Regione che ha convocato E.On e si è dimenticata di coinvolgere gli enti locali. A iniziare dalla Provincia, che in materia di vigilanza ambientale e di coordinamento degli interventi di salvaguardia ha specifiche competenze e le sta esercitando. Non si può svalutare il lavoro fatto in questi giorni - ha concluso Denegri - con comportamenti lesivi della dignità di questo ente».
Quasi contemporaneamente i sindaci di Sassari, Porto Torres e Sorso hanno chiesto l'apertura immediata dei cantieri per la costruzione del quinto gruppo a carbone e lo smantellamento dei vecchi gruppi 1 e 2, risalenti alla prima metà degli anni '80.
Per Gianfranco Ganau, Beniamino Scarpa e Giuseppe Morghen «i fatti accaduti questa settimana non fanno altro che confermare l'incompatibilità ambientale dei gruppi 1 e 2 a olio combustibile». Per i rappresentanti del territorio non è più rinviabile da parte di E.On «una completa assunzione di responsabilità attraverso la loro chiusura e l'immediato rispetto dell'impegno di realizzare il quinto gruppo a carbone (autorizzato fin dallo scorso mese di ottobre), che garantisce il pieno ossequio delle norme in materia ambientale. Nel frattempo - hanno aggiunto i tre sindaci - dovrà essere limitato l'esercizio dei gruppi 1 e 2 ai soli servizi di rete, ossia alle sole condizioni di emergenza indispensabili per il sistema energetico regionale».
Inoltre, E.On deve «procedere alla restituzione a usi civili di tutto il litorale, previa bonifica delle aree retrostanti. Le amministrazioni locali - hanno concluso Ganau, Scarpa e Morghen - continueranno a vigilare sulle operazioni di bonifica ambientale riservandosi ogni intervento di tutela che riterranno necessario».
(20 gennaio 2011)
http://lanuovasardegna.gelocal.it/detta ... le/3224838 Marea nera, si lotta per salvare il paradiso di Capo Testa Zollette di catrame tra i granelli d'argento. Rocce candide macchiate dai veleni dell'olio combustibile. La costa gallurese da Capo Testa a Monte Russu, tra i comuni di Santa Teresa ed Aglientu, prova a difendersi dall'inquinamento. Il pericoloso nemico arriva dal mare
di Serena Lullia
Il catrame è arrivato in Gallura
SANTA TERESA. Cullato dalle onde, l'olio combustibile fuoriuscito dall'impianto E.On di Porto Torres, approda sui lidi sotto forma di palle di catrame. Si lotta per salvare il paradiso di Capo Testa, da alcuni anni dichiarato sito di interesse comunitario. Scogliere di granito scolpite dal maestrale che contemplano un mare da cartolina. Alle forze dell'ordine si uniscono i volontari. Tute, guanti e mascherine per cancellare le macchie nere che avvelenano la Gallura.
Da ieri la stazione marittima è il quartier generale delle operazioni di bonifica. Istituita una unità di crisi coordinata dalla Provincia attraverso la Protezione civile. I sindaci di Santa Teresa, Stefano Pisciottu e di Aglientu, Gabriela Battino, seguono sul campo l'evolversi della emergenza. Una settantina le persone impegnate nelle operazioni di bonifica e monitoraggio, a mare e a terra. 8 gli uomini della E.On, la multinazionale proprietaria dello stabilimento di Fiume Santo.
Oggi la società manderà i rinforzi. Altre 25 unità. Per il sindaco uno sforzo apprezzabile, ma ancora insufficiente. In prima linea la Guardia Costiera della Maddalena guidata dal comandante Fabio Poletto, la Protezione Civile, il Corpo Forestale, gli agenti della Polizia locale di Santa Teresa e Aglientu. E tanti volontari, membri del Wwf, studenti. Pronti a sporcarsi le mani per proteggere il loro paradiso. A fine serata si fa la conta delle zollette di catrame raccolte sui litorali dalle sei squadre al lavoro. Alcune centinaia di chili.
Questa mattina alle prime luci del giorno scatterà una nuova operazione di monitoraggio di tutto il litorale. Alle 9,30 riprenderanno i lavori di pulizia. «La situazione è più o meno quella di ieri - spiega il primo cittadino, Stefano Pisciottu -. La buona notizia è che non c'è traccia della macchia oleosa al largo della costa. Il materiale spiaggiato, questi grumi bituminosi con un diametro tra i 3 e i 5 centimetri, vengono raccolti dalle squadre.
Molti sono volontari, a cui abbiamo fornito un minimo di attrezzatura, tute, guanti e maschere. La raccolta del materiale bituminoso è più complicata sugli scogli. La situazione è grave perché si tratta di inquinamento in una zona altamente sensibile. Ma non drammatica. L'emergenza è sotto controllo. Il coordinamento delle operazioni di bonifica, a mare e a terra, sta funzionando in modo positivo. Vedo che c'è una grande attenzione da parte di tutti.
La ditta E.On ha garantito che finita la fase di emergenza provvederà a una ripulitura più approfondita. Le nostre coste ritorneranno come prima». L'emergenza durerà ancora qualche giorno. Una corsa contro il tempo e le previsioni meteo. Fra qualche giorno è previsto un peggioramento.
(20 gennaio 2011)
http://lanuovasardegna.gelocal.it/detta ... lo/3224845