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O.T. ma sempre an odd news



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StampaSera - 31.08.1978 - numero 200 - pagina 3

L'anno scorso terrorizzò tutta Milano
[color=blue]Giunta a Torino la "vecchina" che predisse la fine del mondo

Parla di Moro e di Paolo VI - È volata in questa città «magica» a portare il turismo - Chiude gli occhi e vede la Sindone, crede negli Ufo e nella civiltà atomica - Poi va a Courmayeur e scompare nel nulla, come Mary Poppins, con sorriso e ombrello

La «vecchina», celebre per aver messo in subbuglio Milano nel febbraio dell'anno scorso preannunciando un cataclisma o addirittura la f iv ne del mondo,, è comparsa a Torino. Per «contattarla» ci siamo serviti di coloro che, in dimestichezza con il mondo dell'invisibile, sembrano potere tutto, muoversi in una dimensione sconosciuta ai più, passare attraverso i muri e leggere il futuro nei cristalli. Davanti al personaggio lo stupore è naturale : si stenta ad afferrarne subito i contorni, soprattutto ripensando alle copertine dei rotocalchi con le guglie del Duomo di Milano oscillanti, ai titoli a piena pagina, agli astrologhi e ai maghi riuniti in fretta in un hotel per verificare l'effettiva possibilità di un disastro imminente, ~ ricordando tutto quel clamore ripreso da un giornale popolare inglese, il Daily Mirror, che parlò di congiunzioni astrali «molto sfavorevoli». Atmosfera da diluvio universale, dunque, mentre gli «esperti» rammentavano còme anche Newton e Einstein tenesserol'astrologiain buona considerazione. Così, in quei giorni, s'iniziò la caccia alla «vecchina» che, buttate là le sue predizioni, si era poi dileguata, non lasciandosi né avvicinare né tantomeno fotografare. La sua identità rimane un mistero. Un nome e un cognome, del resto, non aggiungerebbero nulla. Diciamo che è, nell'insieme, di 9 lettere, 9 multiplo di 3, considerato da molti un numero magico. Il contrariarla sembrerebbe imprudente e renderebbe difficile l'incontro; su certi argomenti, da buon napoletano, Benedetto Croce diceva: «non è vero ma ci credo». La vecchina è davanti a noi; rassicuriamo che non ci sono obiettivi, cineprese, registratori. Risponde: «Lo so», e finalmente sorride ricordando per un verso Katie Johnson, l'attrice che con tanta graziosa ingenuità impersonò la «Signora omicidi», e per un altro Mary Poppins, con l'ombrello, in volo stavolta, fra il verde della collina, sui ponti del Po. Di terribile non ha proprio nulla, pur sprigionando una forte personalità, una sorta di magnetismo; questo va ammesso. Vestita con semplicità, in un abito senza tempo, del colore dei suoi occhi vivacissimi, fra il nocciola e l'azzurro, parla con sorprendente proprietà, rivelando di aver letto molto e di aver assimilato quasi tutto. Mentre beve un succo di frutta, buttiamo fuori la domanda più difficile: perché quel pandemonio a Milano per una fine del mondo che non c'è stata? «Non mi avevano per nulla capito. Dissi che avremmo vissuto "cose da fine del. inondo" e che vuole di più? L'elenco delle sciagure, degli attentati, la descrizione di una crisi che pesava molto, e pesa ancora, su Milano e sul resto del mondo? L'ondata dei "rapimenti, le angosce, l'atmosfera avvelenata, la terra inaridita, fino alla tragedia di Moro e ora alla scomparsa di Paolo VI? Fra. distruzioni, decessi, perso^ nalità che se ne sono uscite di scèna, non le sembra che si sia chiusa un'epoca? E forse none ancora finita...». Accenniamo al Papa. «Ho sentito un dolore qui — e indica il cuore — quando è iniziata la sua agonia, e l'ho vissuta attimo per attimo. Era come se morissi io. Assorbo molto le sofferenze altrui e questa volta è stato terribile; ma il suo successore verrà a Torino, è certo». E perché la vecchina a Torino? «Un po' per far dispetto ai milanesi. Vede, nonostante preannunci disastri, perché li sento, li capto, io porto bene, porto gente, favorisco il turismo. Vede da quando ci siamo seduti qui, in quest'angolo della collina, quanta gente è arrivata? Mi è sembrato che Torino meritasse la vecchina ed eccomi qua. Lei lo sa, certo, che Torino è città magica, no?». Che cosa preferisce di Torino, quale zona? «Amo molto Superga. Vengo adesso di lassù (e indica la basilica con l'ombrello) e là ho ricordato il Papa; mi sembrava, da morto, più presente là che non a Roma. Voleva venire a Torino perché sentiva questa attrazione... e poi amo il quadrato magico da via Palazzo di Città al Duomo, dove avete la Sindone. Mi basta chiudere gli occhi per vederla ben distesa, davanti a me, questa reliquia. Per ammirarla giungeranno anche due Capi di Stato. La Sindone è uno degli elementi che fanno Torino magica, legata a cose molto fontane. C'è un drago, e lei lo sa bene, che con la punta dell'ala, sulla carta europea tocca Praga, città di maghi e di alchimisti; il dragone tiene nel bec-1 co Londra, altra metropoli magica, e con le zampe afferra Lione e Torino; i quattro punti magnetici di un continente... ma basta passare vicino alla chiesa di San Filippo, soprattutto di sera. Non sente la forza che si sprigiona da quella facciata scura?». H museo egizio? Annuisce. «Avete racchiusa là l'essenza stessa dì un mondo, di una. civiltà, il mistero e la spiegazione delle piramidi, la chiave per capire il resto...». Si posala mano sugli occhi come se pensasse o se non volesse vedere qualcosa. Succederanno ancora fatti terribili? «Sì, ma non subito, più avanti, un po' più avanti». Una ragazza si è avvicinata a un juke-boxe dal quale esce ripetuto il motivo «...siamo figli delle stelle». Ora la vecchina ci guarda, ammiccante. «Anche una canzone può dire la verità, no? Siamo davvero figli delle stelle, almeno molti di noi, i migliori, gli spiriti che dovrebbero guidare gli altri; siamo, come dire? Ciascuno un piccolo Ufo». . Crede negli Ufo?'«Se vuole chiamarli così... certo ci credo. Siamo così pazzi da pensare di esserci soltanto noi nell'universo? Staremmo freschi Torino è prediletta dagli Ufo; è uno dei punti obbligati per le rotte che seguono. Né^vedremo molti in un prossimo futuro ... non importa se i più non ci credono. Le grandi verità ven¬ gono afferrate da pochi». Riflette un istante, poi parla del mondo di domani, di nuove energie, usando termini insospettabili e si diverte del nostro stupore. «Che cosa crede, che Fermi volesse distruggerci con l'atomica? Fermi e gli altri avevano trovato qualcosa che potrebbe cambiare la nostra vita, ma l'uomo non è preparato, preferisce l'autodistruzione». E ora dove andrà? «Vado a dare un'occhiata ai punti che convergono su Torino; così si attraggono i turisti, come usando una calamita». Esprime il desiderio di raggiungere subito Courmayeur, si alza e afferra l'ombrello come fosse la spada della giustizia; ci offriamo di accompagnarla e accetta. Durante il percorso diviene pensierosa e dice qualcosa di amaro, di spiacevole, e dobbiamo contraddirla. Con lo sguardo velato parla di Moro, accenna ancora a Paolo VI, e si lascia sfuggire: «...forse sono stanca, il mondo, la gente, non merita di essere salvata, è meglio lasciarli andare dove vogliono... forse ci vorrebbe ora anche il sacrificio della vecchina; forse ho finito il mio compito». Le diciamo fermamente di no e ripensiamo a Mary Poppins. A Courmayeur, due grossi cani di San Bernardo le si fanno incontro come vecchi amici, «...gli animali sono molto migliori degli uomini, danno più affidamento», dice ancora. Viene scattata una foto. Non protesta ma sorride serena. In cielo passa un aereo da turismo e alziamo lo sguardo a osservarlo. Quando riabbassiamo gli occhi vediamo i due cani scodinzolanti, la lingua fuori per il caldo. La vecchina non c'è, non la troviamo più. Nel bar di fronte, all'edicola, presso gli autobus in partenza, qualcuno ha visto una signora anziana con ur ombrello? No. Nessuno l'ha vista.

Renzo Rossotti


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LaStampa - 21.10.1978 - numero 244 - pagina 2

Lo afferma il direttore del Centro ufologico di Biella

[color=blue]"Gli extraterrestri mi han detto come si potrà curare il cancro"

Biella ~ «Durante un contatto recentemente avuto con gli extraterrestri, ho ricevuto l'incarico di segnalare agli scienziati una possibilità, di studio per la cura di due tra le più gravi malattie che affliggono l'umanità: il cancro e la leucemia». Cosi ha esordito Carlo Rota, 40 anni invalido civile, un 'Ufologo» biellese, rivolgendosi al pubblico intervenuto alla conferenza organizzata dal «Centro ufologico biellese», che egli stesso dirige.

Parla di correnti di energia vitale che percorrono lo spazio in ogni direzione, una specie dì energia «biomagnetica» che, emanata in forma di radiazione cosmica, può «fungere da elemento equilibratore delle fondamentali funzioni biologiche». Le espressioni dei presenti denunciano talvolta curiosità, ma, benché l'argomento discusso possa far sorridere qualche scettico, il pubblico ascolta attento.

«Gli squilibri che provocano il cancro e la leucemia — prosegue — possono venire eliminati con l'uso appropriato delle radiazioni biomagnetiche provocando il regresso della malattia e la guarigione». A lle persone cheto ascoltano, spiegadi non essere uno scienziato e, quindi, di non poter dare esaurienti dettagli teòrici «il mio compito — aggiùnge — è quello di lanciare un invito agli studiosi affinché esplorino questo campo e arrivino al più presto alla utilizzazione di queste onde che permettono di debellare, con sicurezza, le gravi' malattie».

Nel corso della conferenza emergono discussioni su altre discipline: si parla di astrologia, parapsicologia, spiritismo, ipnotismo. Qualcuno, in sala, si domanda quale attinenza possa esserci tra l'ufologia, ad esempio, e lo spiritismo.

In un intervento, provocato. da una domanda rivoltagli, Cario Rota' afferma che la percezione extrasensoriale, in realtà non è che una delle componènti che contribuiscono a definire le caratteristiche della civiltà extraterrestre.

I messaggi appunto, li riceve telepaticamente. L'invito che rivolge al pubblico gli è stato trasmesso, a suo dire, da Un extraterrestre chiamato Bofta. «Non continuate a distruggere l'umanità terrestre. Non usate armi contro la vostra madreterra, perla del cosmo, ma abbiate solo amore, umiltà e fratellanza fra voi tutti»
D. ca.


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StampaSera - 24.10.1978 - numero 246 - pagina 1

UFO
[color=blue]Ci credono anche gli scienziati

Dopo la caduta d'un aereo in Australia

Il segreto militare imposto su tutto quanto riguardi gli Ufo (Unideritifìed flying object, oggetti volanti non identificati) dai governi dei vari Stati terrestri dall'America all'Urss, sta squarciandosi. Ormai la situazione si sta capovolgendo e mentre prima .erano gli avvistatori di Ufo a temere di passare per visionàri o pazzi (i piloti di linea e militari si autocensuravano drasticamente per non essere «messi a terra»), adesso sono scienziati e militari a cominciare a temere di passare per servi sciocchi.

Tre episodi, di ieri, tutti egualmente eccezionali Melbourne (Australia) — Continuano le operazioni di ricerca di un piccolo aereo scomparso ieri mentre sorvolava lo" Stretto di Bass, che separa l'Australia dalla Tasmania, poco dopo una segnalazione del pilota che comunicava alla base di aver avvistato un grande oggetto volante non identificato. Il dialogo con la torre di controllo è stato riferito dal portavoce del dipartimento dei trasporti australiano, Kenneth Williams. Il pilota è Fredrick Valentich. 20 anni. Stava portando il monomotore Cessna 182 da Melbourne a King Island. Valentich chiama per la prima volta alle 19,06. Chiede se risulta presenza di traffico aereo nella zona, sotto i 5000 piedi (1500 metri).

«C'è —dice — un grosso aereo. Vedo quattro luci brillanti. Mi sembrano luci di atterraggio... Mi ha appena superato un migliaio di metri sopra». Sei in grado di identificarlo? «non è un aereo...». A questo punto la trasmissione si interrompe per riprendere due minuti più tardi. «Si sta avvicinando da Est e sembra stia facendo qualche tipo di gioco... Vola ad una velocità che non riesco a valutare; mi sta sorpassando... ha una forma allungata... non riesco ad identificarlo più... adesso punta su di me... sembra stazionario... sto girando in cerchio e la "cosa" fa altrettanto sopra di me. Ha una luce verde metallica all'esterno».

Ore 19,12 Valentich fa sapere di aver noie al motore: «Tossisce...» dice, «procedo verso King Island. L'aereo sconosciuto rimane adesso sopra di me». Poi un lungo rumore metallico ed il controllo perde il contatto con il Cessna.

Mosca — Il 30 giugno del 1908 una tremenda esplosione ed un successivo incendio devastarono la regione di Tunguska nella Siberia Centrale. A radere al suolo centinaia di alberi ed a creare tutto intorno una nube radioattiva fu la caduta di un misterioso corpo. Lo scienziato sovietico Felix Zigel, un astronomo di chiara fama ieri ha dichiarato: «Più conosciamo della catastrofe di Tunguska e maggiore conferma abbiamo del fatto che l'Ufo che esplose sulla foresta nel 1908 era una sonda extraterrestre». La sua teoria si basa sul fatto che altri scienziati hanno appurato che lo strano oggetto descrisse prima di schiantarsi un'ampia virata puntando prima a Nord, poi ad Ovest, e che l'esplosione lasciò quantitativi di zinco, bromio, sodio e ferro ed altri elementi atipici rispetto ai nuclei di una cometa e spiegabili invece in strutture artificiali.

Napoli — Descrizione attendibile di un Ufo avvistato domenica pomeriggio dal professor Antonino Palumbo docente in meteorologia ed oceanografia, direttore dell'osservatorio dell'Istituto di fisica terrestre dell'Università, e dal suo collaboratore Ciro Fasano: «Era un oggetto sconosciuto, fusiforme, fortemente luminoso e non lasciava la caratteristica scia da condensazione che segue gli aerei a reazione». m. b.


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LaStampa - 24.10.1978 - numero 246 - pagina 13

[color=blue]I drammatici messaggi del pilota: Ufo o abbaglio?


Un monomotore disperso in Australia inseguito da un misterioso oggetto
Melbourne — Un monomotore Cessna è scomparso in Australia dopo che il pilota aveva segnalato la presenza di un oggetto sconosciuto sopra di sé. Il fatto è avvenuto dopo il tramonto: il pilota. Frederick Valentich. 20 anni, aveva 18 mesi di volo al suo attivo e stava per conseguire il brevetto di pilota commerciale, ma aveva scarsa esperienza di volo notturno e non conosceva la zona dove è avvenuto l'incidente, lo stretto di Bass fra l'Australia e la Tasmania.

Ed ecco la versione dei fatti data da un portavoce del Dipartimento dei trasporti australiano. Centocinquanta chilometri a Sud-Ovest di Melbourne Valentich ha co municato al servizio di controllo che il suo velivolo era seguito da un grande aereo che viaggiava ad altissima velocità, un aereo del quale non era in grado di indicare il modello, ma dotato di quattro luci abbaglianti. -Mi ha appena superato, un migliaio di metri sopra di me ha detto il pilota. Poi: -Non è un aereo, è...-. A questo punto il contatto radio si é interrotto.

Due minuti dopo la trasmissione è ripresa. «Si sta avvicinando da Est — ha detto il pilota — sembra stia giocando... Vola ad una velocità che non riesco a valutare... Ha forma allungata, una luce metallica all'esterno...-. Alle 19.12 l'oggetto era sparito, ma Valentich ha comu nicato che il motore del suo aereo tossiva. Si è poi udito, sempre secondo il portavoce, un lungo suono metallico, infine si é perduto il contatto con il Cessna.

Il funzionario del Dipartimento dei trasporti ha avanzato l'ipotesi che l'aereo di Valentich si sia capovolto, ed il pilota abbia visto i fari di Cape Otway e King Island riflessi sulle nubi, scambiandoli per un Ufo. Ieri all'alba si è iniziata l'operazione di ricerca, senza risultati. Una grande macchia d'olio è stata avvistata al largo della zona nella quale il Cessna sarebbe caduto, ma secondo il portavoce sarebbe troppo grande per essere stata causata da un piccolo aereo.
r.s.


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LaStampa - 24.10.1978 - numero 246 - pagina 15

[color=blue]Ora anche Stati Uniti e Urss vanno in cerca di extraterrestri


Non soltanto, come nel passato, pochi scienziati isolati, ma grosse organizzazioni di vari Paesi, compresi gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, sono ormai impegnati nel cercare un contatto con gli altri mondi dell'universo nella speranza di trovare tracce di una civiltà extraterrestre. Per il futuro è già prevista la fabbricazione in orbita di speciali stazioni spaziali con gigantesche antenne capaci di captare le eventuali trasmissioni radio provenienti dalla nostra galassia e dalle profondità dell'universo.

E' l'impressione che si ricava dalle due sessioni sulla «comunicazione con intelligenze extraterrestri», svoltesi durante il 29" congresso della Federazione astronautica internazionale (Pai) a Dubrovnik. Il progetto americano, sotto l'auspicio della Nasa, si chiama «Sete» (dalle iniziali delle parole inglesi_«ricerca delle intelligenze extraterrestri») e dopo tre anni di studio sta per cominciare la costruzione delle apparecchiature riceventi e di una serie di antenne radio.

Completato l'impianto, ci vorranno cinque anni per esplorare circa 1,80 per cento del cielo attraverso l'intera gamma di frequenze da 1.4 a 25 gigahertz. Un programma di tipo «Sete» è in corso da cinque anni nell'università statale dell'Ohio, con un radiotelescopio, al quale un gruppo di ricercatori dedica il suo tempo libero.

«Quantunque non siano stati ricevuti segnali confermati come provenienti da una civiltà extraterrestre — è detto nella relazione presentata a Dubrovnik —sono stati captati numerosi segnali extraterrestri non identificati». Al futuro la soluzione del mistero. Un programma in tre stadi, che si estende sino al duemila, è stato proposto da un gruppo di ricercatori dell'istituto sovietico per le ricerche spaziali. Il primo periodo, sino al 1985, prevede gli studi preliminari e la ricerca di segnali mediante radiotelescopi con antenne da 30 metri di diametro poste in orbita. Montate le strutture, il loro funzionamento è automatico. La seconda fase, fino al 1990, comprende la costruzione di antenne modulari, con un diametro di 200 metri, destinate sempre a funzionare in orbita, in modo da evitare tutti i disturbi associati alla terra. Infine, nel decennio successivo, si dovrà lavorare a migliorare la sensibilità e le altre caratteristiche dei radiotelescopi orbitali. In tal modo non soltanto si amplierà il campo di ricerca per le intelligenze extraterrestri, ma si potranno anche risolvere, in un modo completamente nuovo numerosi problemi di radioastromia.


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LaStampa - 25.10.1978 - numero 247 - pagina 8

C'è chi vede gli Ufo nel cratere dell'Etna
[color=blue]Colloquio con un ex daziere che si ritiene l'« ambasciatore degli extraterrestri»


Dal nostro corrispondente Catania — La «zona dei misteri, si trova tra i monti San Leo e Sona, sul versante orientale dell'Etna, a una quota compresa tra i 1182 e i 1373 metri, a circa due chilometri dal cratere centrale. Il paesaggio è «lunare», come del resto la maggior parte delle distese che formano il cono del vulcano. E' in questo spiazzo (che si domina dalla «superstrada» dell'Etna, dieci chilometri oltre Nicolosi, pittoresco paese di villeggiatura a una decina di chilometri dal capoluogo) che secondo concordi testimonianze accadono fatti a dir poco strani; improvvisi bagliori illuminano la distesa lavica; oppure rapide luci solcano «quel» tratto di cielo; oppure ancora rumori metallici e voci umane vengono avvertiti da chi si reca sul posto per verificare il fenomeno.

Suggestione? Può darsi. Eugenio Siragusa, ex dazie re, fondatore del «Centro di fratellanza cosmica» (chiuso dopo tre lustri di attività «per compiuta missione») e riconosciuto dai suoi seguaci «ambasciatore degli extraterrestri», fornisce una suggestiva spiegazione. «Come ho tante volte riferito anche nel corso delle conferenze tenute in questi anni — dice — il mio primo incontro con gli extraterrestri lo ebbi proprio sul monte Sona. L'Etna (ho detto anche questo ripetutamente) è la zona preferita dai piloti dei dischi volanti per compiervi atterraggi. La zona dove sono stati osservati fenomeni notturni si trova ai piedi del monte Sona. Non dice niente questo?».

Suggestione o no, nella «zona dei misteri» ogni tanto, di notte, accadono fatti singolari. Il più clamoroso risale all'estate 1977. Quattro persone (due sottufficiali dell'aviazione, un sottufficiale di marina e una signora) stavano tornando in auto da una gita sul cratere quando, superato il deserto di lava ai piedi del monte Sona, videro «grandi globi luminosi solcare il cielo e scomparire rapidamente», in picchiata, dietro il monte. Era notte fonda. I quattro, spinti dalla curiosità, fecero marcia indietro e fermarono l'auto sul ciglio della «zona dei misteri» dove scorsero uno strano riverbero. Scavalcato il guard-rail, con l'aiuto di una torcia elettrica s'inoltrarono nella distesa di lava e a un tratto, dietro il monte, a una cinquantina di metri, scorsero un grande oggetto di metallo, pulsante, emanante «una vivida luce lattea».

Franco Sampognaro


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StampaSera - 26.10.1978 - numero 248 - pagina 18
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Ufo in corso Moncalieri

Torino, città magica (con Praga, Lione e Londra) ha un pubblico di affezionati del mondo dell'occulto. Questo spiega il successo che in primavera ebbero al Teatro Erba (corso Moncalieri) serate dedicate alla parapsicologia, al misterioso mondo profetico, all'enigma degli Ufo, che pure conta fra i torinesi tanti appassionati ricercatori. Filmi servizi giornalistici, inchieste, hanno alimentato questo interesse e il 30 ottobre, di nuovo all'Erba, ricompariranno gli Ufo a volo radente con una conferenza di Marzio Forgione, accompagnato da proiezione di diapositive.

Da dove vengono questi «dischi volanti? E' la domanda a cui si tenterà, per l'ennesima volta, di dare una risposta, ma è ovvio che l'interrogativo rimarrà, anche se il dibattito sarà accesissimo. A questa serata ne seguiranno altre, una il 6 novembre con R. Boscolo dedicata alle profezie sui papi, una il 13 novembre sullo yoga, disciplina antichissima ma riscoperta di recente, che verrà presentata da George T. Dharmarama dell'Associazione italo-indiana.

Il 20 novembre sarà di scena il mondo dell'astrologia. Federico Capone, un nome ben noto agli esperti di questo settore, affronterà il tema «L'astrologia: noi egli astri». Nicola Riccardi, autore di articoli e di volumi («L'occulto in laboratorio»), parlerà la sera del 27 novembre su «Parapsicologia: alla scoperta dei poteri nascosti dell'uomo». Il ciclo di serate si concluderà il 4 dicembre con «fenomeni spiritici e medianità: la dimensione dell'uomo dopo la morte», con Marzio Forgione e Renato Profeta.

Ogni serata sarà abbinata a un film di fantascienza. Vedremo // mondo dei robot, di Michael Crichton; Uomini H, del giapponese Inoshiro Honda; La Terra contro i dischi volanti, di Fred S. Sears; Viaggio allucinante, di Richard Fleischer; L'ultima odissea, di Jack Sight e Barbarella, di Roger Vadim. Si tratta di film in genere noti, alcuni classici per i cultori di questo genere, particolarmente quello celebre che vede la terra unita contro gli invasori spaziali.

Tutte le serate sono promosse dal Centro studi e ricerche Cta 102 di corso Francia 222. Il posto unico, per una sola serata, è di lire 3000, l'abbonamento per sei serate lire 10.000, ridotto 8000. A ben considerare il programma, un cocktail dell'insolito che può appagare tutti, balza evidente che l'interesse maggiore è suscitato ancora dagli Ufo, che non per nulla compariranno già nella prima serata, quella del 30 ottobre.

E' un peccato che, nei dibattiti che seguono, manchi sempre la controparte: qualcuno che spieghi come certe profezie si avverino sempre, ma il «giorno dopo» che i fatti sono accaduti; qualcuno che controbatta le argomentazioni degli astrologi e dei parapsicologi. Per l'affascinante mistero dei «dischi volanti» sarebbe eccessivo pretendere di avere in sala un marziano che ci spieghi tutto, ma qualche alto funzionario dell'Aeronautica potrebbe intervenire a dire la sua.

r. ros.


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LaStampa - 26.10.1978 - numero 248 - pagina 7

Parapsicologia all'Erba

[color=blue]Incontri con l'insolito

L'anno scorso il titolo era «Incontri ravvicinati di ogni tipo», quest'anno l'ironia ha lasciato il posto ad un più serio «incontri con l'insolito». Il ciclo di conferenze dibattito su ufologia, parapsicologia, yoga, profezie, astrologia e medianità si tiene al teatro Erba, divenuto ormai, dopo l'assedio di pubblico, della scorsa stagione, la sede naturale degli incontri oltre il razionale.

Sei le serate: lunedi 30 ottobre: Ufologia: provenienza degli Ufo con Marzio Forgione: lunedi 6 novembre: Profezie: Nostradamus-Boscolo, le profezie sui nuovi Papi con Renucio Boscolo; lunedi 13: Yoga: Disciplina trasformatrice con George Dharmarama della associazione italo-indiana: lunedi 20: Astrologia: noi e gli astri con Federico Capone: lunedi 27: Parapsicologia: Alla scoperta dei poteri nascosti dell'uomo con Nicola Riccardi; lunedi 4 dicembre: Fenomeni spiritici e medium: la dimensione dell'uomo dopo la morte con Renato Profeta e Marzio Forgione.

Quest'anno ad ogni serata è abbinata la proiezione di un film di fantascienza (la rassegna si intitola: «Fantascienza giocattolo»): // mondo dei robot, Uomini H, La terra contro i dischi volanti, Viaggio allucinante, L'ultima odissea, Barbarella. Il costo dell'ingresso è di 3 mila lire, 10 mila l'abbonamento per le sei serate. Ieri mattina, nel corso della conferenza stampa, Marzio Forgione del gruppo «C.T.A. 102» ha promesso se nazionali rivelazioni sul mondo dell'ignoto che verranno fatte in sala nei prossimi incontri. A differenza del ciclo precedente non vi sarà nessuna dimostrazione pratica, perché allora erano state accolte o da incredulità o con eccessive aspettative.

m.ca.


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StampaSera - 31.10.1978 - numero 252 - pagina 19

Il primo incontro con l'insolito al Teatro Erba

[color=blue]Finalmente! Gli Ufo vengono dalle Pleiadi

Robot ed extraterrestri hanno fatto spettàcolo ieri sera al Teatro Erba aprendo la serie di «Incontri con l'insolito», che per altri cinque lunedi impegneranno gli appassionati di Ufologia, profezie, yoga, astrologia, parapsicologia e fenomeni spiritici. I film proiettati prima delle conferenze non hanno alcun collegamento con il tema in programma.

Quello di ieri sera era Il mondo dèi robot di Michael Crichton, trasposizione sullo schermo di ciò che oltre trent'anni fa Rolf Strehl aveva pronosticato con il volume I robot sono tra noi. Per divertire i turisti, vengono istituite due città, una ambientata nel mondo del West, l'altra all'epoca dei romani. Entrambe popolate da robot.

Si è poi iniziato il discorso sugli ufo e Marzio Porgione e Renato Profeta hanno dato finalmente una risposta, secondo loro definitiva, alla domanda: da dove vengono i «dischi volanti»? Prima sono state proiettate foto a colori e in bianco e nero, per la maggior parte note; su alcune gli oratori hanno espresso ampi dubbi. Fotomontaggi, nuvole di forma lenticolare, effetti ottici, non contribuiscono a chiarire l'enigma. Sgombrato il terreno da questa parte che possiamo definire «di preparazione», ecco il solenne annuncio, la risposta della serata. Ha detto Renato Profeta; «Gli Ufo vengono dalle Pleiadi». Silenzio e sbigottimento in sala. Le Pleiadi, nella costellazione del Toro, si rivelano al telescopio come un insieme di almeno duemila stelle ; la loro apparizione segnava anticamente l'inizio della stagione propizia per le navigazioni. Gli oratori non hanno detto quanti anni dovrebbero mai impiegare gli extraterrestri per arrivare fino a noi.

Poi, passato lo sbigottimento, sono cominciate le domande, a tappeto. Come potete dimostrare che vengono dalle Pleiadi? «Noi non dimostriamo niente e non vogliamo convincere nessuno. L'ultima foto che abbiamo proiettato è stata da noi ottenuta applicando una lastra sulla fronte d. uno dei nostri associati, del C.TA. 102, Centro Studi e Ricerche».

Un fenomeno come quello che ha sbalordito l'America, con Ted Serios, che pensa una certa cosa e la fa apparire su una pellicola? «No, per noi è tutto diverso», ha risposto Renato Profeta. «Siamo giunti a fotografare mentalmente un Ufo e alla conclusione che vengono dalle Pleiadi, attraverso una particolare meditazione, una concentrazione psichica e spirituale».

Il pubblico, insoddisfatto, voleva saperne di più. «Potremo essere più esaurienti nel nostro ultimo incontro, a dicembre, quando parleremo dei fenomeni spiritici». Qualche protesta, altre domande, ma nessun passo avanti. « Vengono dalle Pleiadi e sappiamo, con certezza assoluta, che in un domani abbastanza vicino avranno parte importante nelle vicende del pianeta terra.

In che modo? Perché? Quando? Come motivate queste asserzioni? «Non motiviamo niente. Sappiamo che è cosi e ne siamo sicuri»

Quello delle Pleiadi come punto di partenza degli Ufo è insomma un dogma. Discuterlo sembrava del tutto inutile. Dopo mezzanotte, gli interrogativi fioccavano ancora, ma gli esponenti del C.TA. 102 non avevano altro da aggiungere. Dalle Pleiadi e basta.

Renzo Rossotti


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LaStampa - 31.10.1978 - numero 252 - pagina 8

[color=blue]"Ufo" con luce rossa avvistati a Bari

BARI — Tre punti luminosi, a volte in movimento, altre volte fermi, sono stati segnalati a Bari ed in provincia da numerose persone che hanno telefonato ai comandi dei carabinieri ed alla capitaneria di porto di Bari.

Gli «Ufo» emettevano luce rossa intermittente e si spostavano in formazione, soprattutto lungo la zona costiera barese.


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StampaSera - 03.11.1978 - numero 254 - pagina 2

Spaventati, molti rinunciano a pescare

[color=blue]Strane colonne d'acqua al largo di San Benedetto

San Benedetto Del Tronto —Strani fenomeni si manifestano, a partire dal 18 ottobre scorso, nelle acque antistanti la costa picena e in particolare nel tratto compreso fra la foce dei fiumi Tronto e Tesino e non mai oltre le 4-5 miglia al largo della costa.

Secondo molte testimonianze, in diverse occasioni colonne d'acqua alte circa trenta metri e larghe non meno di cinque si sono improvvisamente sprigionate dai flutti, formando un fungo pauroso prima di ricadere a ventaglio. Tutto questo, solitamente in condizioni di mare calmo e cielo sereno.

Federico Ricci, un marinaio che da trenta anni va a pesca con la sua imbarcazione, il «Gabriele Padre», insieme con il figlio Gabriele, ha vissuto due volte questa esperienza e l'ha segnalata alla marineria di San Benedetto del Tronto.

Ancora più allarmante il racconto di Giuseppe Merlini, titolare dello «Stefano Padre», che è un'imbarcazione adibita alla pesca sotto costa. Era in navigazione nei pressi della foce del Tesino quando la superficie del mare si è increspata come se fosse solcata da qualcosa ad alta velocità. Molto nitida in questo caso la scia come quella che di solito lasciano i motoscafi.

Dà qualche giorno i pescatori della zona, anche i più noti ed esperti, salpano all'alba e non di notte come al solito. Altri hanno interrotto addirittura, la loro attività. Anche perché questi fenomeni ora vengono collegati a quanto era successo nella notte fra il 13 e il 14 ottobre quando due marinai di Martinsicuro persero la vita facendo naufragio mentre pescavano con la loro imbarcazione nei pressi della foce del Tronto. La loro morte rimane un fatto inspiegabile perché il mare era calmo e la perizia necroscopica non ha, chiarito i dubbi.

Sono molte le interpretazioni che si danno a questi fenomeni. Si parla di «Ufo base», di «manovre militari o eruzioni sottomarine».

I più cauti ritengono siano «fatti naturali» anche se non si sono mai verificati in precedenza. Tra l'altro, nella stessa zona di mare alcuni motopescherecci hanno registrato sul radar di bordo la presenza di «qualcosa» che non appariva in superficie.

p. r.


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StampaSera - 03.11.1978 - numero 254 - pagina 22
L’angolo del filatelico

[color=blue]Sempre più Ufo

Esaurita la serie ungherese per la fantascienza, è scomparsa dalla circolazione anche la serie di Grenada dedicata alle inchieste che vari governi hanno compiuto per risolvere il mistero dei «dischi volanti». Questi francobolli, che vengono «ingoiati» dal mercato, confermano come i motivi ufologici, inseriti nel più vasto tema spaziale, incontrino molte simpatie fra i collezionisti. • Natale «boom» — Forse sarà impossibile, per motivi di spazio, dare una elencazione di tutti i paesi che dedicano francobolli al Natale di quest'anno. E' talmente prorompente questa tematica che quasi non passa giorno senza che siano annunciati esemplari singoli o serie complete. Difficile raccapezzarsi per il tema «natalizio» e ancor più difficile far fronte a questa collezione che, un tempo pregevole e simpatica, si va rivelando

Renzo Rossotti


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LaStampa - 05.11.1978 - numero 257 - pagina 1

Prelevato nel 1971 da extraterrèstri

[color=blue]Chiuso dentro un Ufo gli cambiarono il sangue

Citta' Del Messico — Gli extraterrestri stanno intensificando la loro «esplorazione ravvicinata del pianeta Terra», pare, secondo gli Ufologi, con un piano ben determinato. I primi «contattisti», ossia coloro che affermarono di aver avuto rapporti diretti con gli «extra», appaiono del tutto superati da quanto sta ora accadendo. George Adamski, che disse di aver volato a bordo dei «dischi volanti» e scrisse volumi sulle sue esperienze cosmiche, Freitas Guimaraes e molti altri, appartengono alla «Vecchia generazione».

Oggi gli stessi «incontri ravvicinati del terzo tipo» sembrano subire un mutamento e si moltiplicano i casi di terrestri che, prelevati da Ufonauti, vengono analizzati, sottoposti a trattamenti speciali, come se gli «extra» fossero ansiosi di portare à compimento la loro analisi, sull'«animale uomo» in vista di un intervento nei nostri affari terrestri, preannunciato del resto a Torino, in maniera ufficiale, sere fa, al Teatro Erba, quando il Gruppo Ricerche denominato CTA 102 ha informato gli spettatori sbigottiti che non vi sono dubbi: gli Ufo vengono dalle Pleiadi!

Ora notizie altrettanto sensazionali giungono dal Messico,, un paese dove le esperienze Ufologiche sono state già in passato piuttosto frequenti. II giornale di Città del Messico El Sol, annuncia che un messicano di trentanni, che dice di esser stato rapito da extraterrestri nel 1971.

Il sangue del messicano — afferma El Sol, non corrisponde più ad alcun tipo conosciuto sulla terra; l'uomo inoltre presenta curiose for mazioni come sei capezzoli, che gli sono spuntati sul torace. L'uomo, la cui identità non è stata rivelata, si trovò coinvolto in una incredibile avventura nell'aprile del 1971, durante la siesta. Sentì dei rumori in una casa vicina, andò a vedere che succedeva, si trovò davanti un tipo strano, alto circa due metri, che lo fece poi salire su una nave spaziale atterrata nei paraggi.

Poco dopo il messicano e l'Ufonauta presero a passeggiare per le vie della città ma invisibili senza cioè che nessuno li potesse scorgere. L'apparecchio nel quale entrarono era rotondo;dentro c'erano tre altri «extra» che parlarono «telepaticamente» con il messicano e, con uno strano congegno, gli prelevarono sangue dal pollice e poi gli dissero: «Adesso tu sei dei nostri».

Il messicano parve ridestarsi da un sogno quando si ritrovò a casa propria, a letto, con il pollice della mano destra che sanguinava. Quattro mesi dopo l'uomo sentì male ai reni e poi si scoprì il mistero del suo sangue di tipo sconosciuto. Tre specialisti studiosi dei fenomeni legati agli extraterrestri lo stanno ora tenendo sotto controllo.


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StampaSera - 09.11.1978 - numero 259 - pagina 3

Così, 40 anni fa, Welles terrorizzò l'America

[color=blue]I marziani sono qui!

«La terra è invasa dai marziani»: tutti gli anni, il 30 ottobre, una piccola stazione radiofonica di Princeton dà l'allarme. Chi ascolta si diverte, anche se l'arrivo di ominidi d'altri mondi con le loro macchine spaziali è per gli ufologi cosa tutt'altro che fantasiosa, da non prendere cosi alla leggera. Forse si diverte, più che per la concitata e drammatica radiocronaca del gigantesco mostro d'acciaio che tutto calpesta e tutti uccide sul suo cammino, al ricordo del terrore che quarantanni fa — il 30 ottobre 1938 — gli Stati Uniti provarono per quella stessa trasmissione. «La terra è invasa dai marziani», captarono allora sei milioni di apparecchi radio.

E fu il panico. Per quarantanni sociologi ed esperti dì mass-media hanno cercato di dare una spiegazione scientifica a quel trauma collettivo, che portò decine di persone sull'orlo del suicidio e che resta, a tutt'oggi, il più famoso programma nella storia della radio. L'invasione dei marziani, annunciata con un'interruzione dei normali programmi, portava due firme celebri: quella di H.G. Wells, autore della «Guerra dei mondi», e quella dell'attore e regista Orson Welles, che trasformò il romanzo in una drammatica sceneggiatura è la lanciò nell'etere con il suo celebre «Teatro Mercury».

«Il centro dell'aggressione è Grovers Hill», diceva il radiocronista. E gli abitanti di quella cittadina nel New Jersey si riversarono nelle vie, cercando di fuggire, mentre altri si rifugiavano a pregare e chiedere salvezza nelle chiese e nelle sinagoghe. Welles e il suo «Teatro dell'etere» avevano preso ogni precauzione, prima dell'inizio del «bollettino di guerra» e delle successive interruzioni dei programmi, e avevano avvertito che si trattava di pura e semplice fantasia. Molti, però, avevano prestato pochissima attenzione agli annunciatori e la loro attenzione s'era destata soltanto all'udire i drammatici messaggi.

La cronaca era precisa: s'era svolta una prima battaglia a Grovers Hill, settemila uomini erano scesi in campo contro la gigantesca macchina giunta da Marte, solo 120 si erano salvati «Gli altri — diceva il radiocronista con la voce rotta dall'emozione —sono stati schiacciati fra Grovers Hill e Plainsboro dai piedi metallici del mostro».

À Newark, sempre nel New Jersey, centinaia di persone si riversarono nelle vie coprendosi il volto con fazzoletti e asciugamani bagnati, per proteggersi dai «gas velenosi» degli invasori. Nel giro di due ore la compagnia telefonica smistò centomila chiamate, e la polizia dovette adottare misure d'emergenza per arginare l'ondata di isterismo. Le sentinelle alla caserma di Princeton tennero la folla a bada con le armi: centinaia di persone, in preda a suggestione collettiva, tossivano e lacrimavano, e chiedevano maschere antigas. Ci sono ancora le tracce delle pallottola con cui la folla spaventata crivellò il serbatoio cittadino dell'acqua, scambiato per il mostro con i piedi d'acciaio.

Il terrore non fu limitato al New Jersey. Ovunque, negli Stati Uniti, la vita fu come paralizzata. Stazioni radiofoniche e redazioni di giornali furono prese d'assalto da gente che voleva maggiori ragguagli sull'invasione, migliaia di persone caricarono i bambini in auto per portarli in salvo. A Pittsburgh un tale rincasò appena in tempo per bloccare la moglie che stava ingerendo un veleno: «Preferisco morire in questo modo piuttosto che sotto le zampe dei ragni giganti di Marte», disse la donna.

In California le stazioni di polizia e i centri d'arruolamento dell'esercito ricevettero numerose telefonate di volontari, pronti ad andare in guerra contro i marziani. Ad Ashville, nel North Carolina, cinque studenti svennero nella calca per raggiungere l'unico telefono a. gettoni dell'università e chiedere ai genitori di riportarli a casa.

A Boston la gente che si era riversata nelle vie gridava: «Vediamo le fiamme». Dopo la paura, naturalmente, le polemiche: Welles e la sua compagnia meritavano medaglie per la loro bravura o la corda al collo per i guai che avevano combinato? L'attore, del tutto ignaro di quanto stava accadendo, vide comunque ingigantire la sua celebrità, e da allora il suo nome è comparso innumerevoli volte nei saggi mass-mediologici.

La sua trasmissione, se non altro, provò quanto l'America fosse vulnerabile al panico. Ci si domanda se lo stesso isterismo collettivo potrebbe ripetersi: altre trasmissioni, in anni più recenti, indicherebbero di no. La gente è più smaliziata. Semmai è propensa a prendere per f antacronaca un allarme presumibilmente vero, come sta accadendo in Australia dopo la scomparsa, due settimane fa, di un pilota d'aereo che negli ultimi minuti di contatto radio ha descritto un Ufo che gli ronzava attorno.

Frederick Valentich, vent'anni, stava dirigendosi all'Isola del Re, nello Stretto di Bass, ai comandi di un Cessna 182: improvvisamente vide una strana luce verde, e lo comunicò via radio. Poi la descrisse meglio: era uno strano oggetto, lungo quaranta metri, che gli girava attorno, gli si affiancava, lo superava e si lasciava poi superare. Qualche attimo prima che la comunicazione fra il piccolo aereo e la torre di controllo si interrompesse definitivamente, il pilota ebbe il tempo di gridare nel microfono: «Non è un aereo». Il Cessna è scomparso nel nulla, gli aerei, della Marina che hanno partecipato alle ricerche non ne hanno localizzato i resti, né macchie d'olio.

Valentich è davvero incappato in un Ufo proveniente da altri mondi? Per inverosimile che sia, nessuno è in grado, di escluderlo. Eppure, forse ammaestrati dall'«invasione marziana» di Orson Welles, nessuno vuole crederci. Anzi, c'è chi di fronte alla totale scomparsa del pilota e del suo aereo parla di una clamorosa messa in scena, ricordando che Valentich era un appassionato lettore di fantascienza e di recente si era molto interessato al problema degli Ufo. Una beffa bene architettata, con Valentich che se la gode da qualche parte leggendo sui giornali le cronache del suo «avvistamento»? E' un'ipotesi che quanti conoscevano bene il giovane pilota smentiscono con sdegno. Ma allora: è scomparso in fondo al mare senza lasciare traccia, oppure è stato davvero intercettato da un Ufo proveniente da altri pianeti? La vecchia cronaca di Orson Welles potrebbe avere, in questo caso, una patina di reale.

Fabio Galvano


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[color=blue]Arrivano gli Ufo?

Un giovane di Saluzzo, Roberto Comba di 18 anni, nella notte tra sabato e ieri è arrivato a casa sotto choc e ha chiesto di dormire in camera con la madre: alla periferia della città aveva visto un disco enorme, a pochi metri da lui: emanava una " luce intensa e intermittente pareva un Ufo che volesse atterrare.
Dopo pochi istanti l'Ufo è.ripartito velocissimo e il Comba che spaventassimo aveva inchiodato l'auto, è corso a casa a tutto acceleratore.

I giornali del KUWAIT raccontavano ieri con molto rilievo che un Ufo è atterrato al centro ascolto satelliti, a 50 chilometri dalla capitale, davanti a decine di impiegati esterrefatti: un'immensa palla di fuoco che si è fermata per sette minuti, poi è scomparsa vertiginosamente


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