Su questo non c'è dubbio...
e non a caso De Benedetti prima inquisito e messo sotto torchio non solo dalla Boccassini ma dallo stesso Di Pietro, diventa qualche anno dopo mani pulite, un compagno di merende di quest'ultimo.
E sempre quest'ultimo (Di Pietro) da magistrato mediatico diventa un politico altrettanto mediatico.
LaStampa - 13.01.1996 - numero 12 - pagina 5
[color=blue]«Pronto, l'ho svegliata?» [i]La chiamata di De Benedetti - L'expm: «Prodi? E' uno degli amici comuni... Il nostro progetto va avanti»
Il dialogo registrato
Brescia dal nostro inviato
Anche Antonio Di Pietro aveva i telefoni sotto controllo. Le intercettazioni erano state chieste dai magistrati bresciani Fabio Salamone e Silvio Bonfigli e autorizzate (per un certo periodo) dal gip Anna Di Martino. Le intercettazioni, scrive il gip nella sua revoca del 1. dicembre, vennero concesse «per accertare se sulla utenza in uso al Di Pietro si siano registrate conversazioni tali da significare "pressioni" penalmente apprezzabili».
Tra quelle bobine registrate dalla Digos, «pressioni» a parte (ma il gip dice che non ci furono, n.d.r.), c'è di tutto. Anche i frenetici colloqui con politici e imprenditori dell'ex magistrato simbolo di Mani pulite. Di una di quelle telefonate (ore 10,31 del 19 novembre 1995) si conosce anche il testo integrale.
Sul cellulare della Libera Università di Castellanza in uso ad Antonio Di Pietro arriva una telefonata. A chiamare è l'ingegner Carlo De Benedetti, il presidente della Olivetti. Ecco il testo.
Di Pietro: Pronto? De Benedetti: Dottor Di Pietro?
Di Pietro: Sì? De Benedetti: Non l'ho svegliata?
Di Pietro: No, assolutamente, come va innanzi tutto? De Benedetti: Sono De Benedetti, bene.
Di Pietro: Sì. L'avevo riconosciuta benissimo, che piacere sentirla. De Benedetti: Bene, bene anch'io.
Di Pietro: Noi a questo punto, ho capito che abbiamo tanti amici comuni (risata). De Benedetti: Eh... ne abbiamo tanti...
Di Pietro: Tanti amici comuni, con cui lavoriamo insieme. De Benedetti: Bene. Prodi è uno di questi, no?
Di Pietro: Prodi è uno di questi, sì. In questo momento, pensi, sono davanti al computer. De Benedetti: Sì.
Di Pietro: Eh... sto scrivendo una affettuosa lettera di attenzione verso Prodi, che credo che farò con Scalfari pubblicamente, perché lui più volte mi sta tirando in ballo in questi giorni, e voglio raccomandargli discrezione e serenità, ma lo faccio in modo molto cordiale. De Benedetti: Sì, ma il suo progetto va avanti?
Di Pietro: Il nostro progetto, il nostro. E sì il mio progetto va avanti, stiamo lavorando, ma quando avremo modo di parlarne, poi preferisco parlargliene a voce. De Benedetti: Con grande piacere.
Di Pietro: Eh. De Benedetti: Quando vuole, ho piacere anchi'io.
Di Pietro: Se... . De Benedetti: Di... (incomprensibile) qualche, perché secondo me ci vuole un'accelerazione dei tempi.
Di Pietro: Credo che ci sia un'accelerazione in tanti sensi, devo dire che anche noi stiamo facendo parecchio, anche poi... grazie ad amici comuni, insomma ecco... De Benedetti: Senta una cosa, poi ne parliamo perché mi interessa anche sapere la sua idea... su questa finta o pseudo entrata di Romiti.
Di Pietro: Eh... non lo so se poi è pseudo o se è finta (risata) credo che sia una, una variabile... anch'io ci sto riflettendo... per certi versi interessante... per certi versi... come si può dire... De Benedetti: Conturbante.
Di Pietro: Conturbante, conturbante (risata), perché credo di capire dove vuole andare a virare. De Benedetti: Mah... le dirò... molto convinto di quello che anche lei una volta mi ha detto, e cioè che bisogna evitare il partito azienda, ora questo...
Di Pietro: Eh, sì. De Benedetti: Quello di Berlusconi è una cosa del tutto anomala, però io trovo che tutte le invasioni di campo...
Di Pietro: Ma, quello, che partito azienda è azienda potere... De Benedetti: Quindi è una cosa diversa infatti...
Di Pietro: Ancora un po' più... De Benedetti: Al peggio, in quanto...
Di Pietro: Qui siamo... De Benedetti: Senta, quando lei ha un momento mi telefoni che ci vediamo.
Di Pietro: Va bene... va bene. Oggi sono qui a casa, settimana prossima... De Benedetti: Grazie dottore.
Di Pietro: Grazie a lei arrivederci. Fine della telefonata intercettata. Ma non delle polemiche. Secco il commento (alla diffusione del testo) di De Benedetti. Che dice: «La mia nota schiettezza è a prova anche di intercettazione telefonica». Replica pure Massimo Dinoia, difensore di Di Pietro: «Sono sempre più indignato per la perfetta regia dello stillicidio di notizie ad orologeria. Chi muove i fili, e perché?».
[f. poi.]
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Autore: f. poi.
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Per qualche ragione De Benedetti inquisito per tangenti miliardarie (in lire) dallo stesso Di Pietro, diventerà negli anni successivi , uno dei 'grandi vecchi' di questo paese con il sostegno di una parte della magistratura.
Per capire la situazione attuale bisogna tornare a mani pulite, alla guerra tra le procure, al colpo di stato mal riuscito della magistratura. Mal riuscito perchè quel colpo di stato ci ha regalato il 'ventennio berlusconiano'.
Come sempre più spesso si sente dire, "Il più sano ha la rogna".
Quindi non si stupiscano quelli che non comprendono la longevità di Berlusconi in termini di consenso elettorale.
Se la scelta si riduce tra lui e gli altri...