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MessaggioInviato: 20/03/2011, 11:52 
Non siamo stati noi a lanciarci in un conflitto senza tenere conto delle conseguenze... per me invece è Gheddafi che ha dichiarato guerra al mondo (e al suo stesso popolo) quando è salito al potere 42 anni fa. Con la sua follia tirannica, gonfiato dallo stropotere che gli dava il petrolio in un paese semi-deserto in una posizione strategica del Mediterraneo, ha fatto il bello e il cattivo tempo riuscendo a diventare odioso al mondo intero, se non ai tiranni suoi colleghi (per questo Russia e Cina non hanno approvato l'attacco nei suoi confronti).
Il suo popolo, o meglio le etnie sue suddite si sono ribellate semplicemente perché non ne potevano più, e perché, come tutti i popoli del Terzo Mondo che escono progressivamente dalla povertà e dall'arretratezza, i libici si sono detti: "perché diavolo non possiamo avere gli stessi diritti che hanno gli occidentali?" Richiesta assolutamente legittima su cui non è lecito neanche discutere, se si crede ai diritti umani e civili. Hanno cominciato a protestare e lui cosa fa? Ricorre alla violenza, come al solito, minacciando il mondo intero.
La guerra l'ha dichiarata lui a tutti quanti, e noi siamo stati semplicemente costretti a farci coinvolgere, perché rimanere neutrali ed indifferenti sarebbe stato, oltre che ingiusto, anche terribilmente stupido e controproducente. Abbiamo troppi interessi in Libia per restarne fuori.
Se poi qualcuno ha paura che l'Italia venga invasa dai terroristi, dico: sarebbe ora di smetterla di sventolare lo spauracchio dei terroristi islamici ogni volta che si tratta dei paesi islamici. Sono passati 10 anni dall'11 settembre 2001 e le cose sono cambiate.
Vedere i popoli islamici solo come una massa di fanatici religiosi che passano il loro tempo a inchinarsi al muezzin di fronte al minareto e a imparare a usare mitra e bombe per sterminare gli occidentali, è una forma di razzismo passatista e retrogrado che non capisce come sta cambiando il mondo. Eppure le recenti rivoluzioni ne sono la dimostrazione! Perché nessuno vuole vivere nel presente, ma agitare sempre gli stessi spauracchi da decenni e decenni?
Ma basta, per favore! Viviamo nel XXI secolo, ma nessuno se ne ricorda!


Ultima modifica di Enkidu il 20/03/2011, 11:57, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/03/2011, 11:53 
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Angeldark ha scritto:

Ma vi rendete conto che tra Italia e Libia c'era un interscambio import/export per 12 miliardi di euro annui!
Le finanziarie di gheddafi hanno delle proprietà sterminate in Italia, non solamente partecipazioni azionarie ma anche proprietà immobili...
Probabilmente, nel nostro territorio operano molte persone che non figurano direttamente come operatori libici ma agiscono come veri e propri prestanome e avranno verosimilmente a loro disposizione enormi somme di denaro!
Se gheddafi minaccia di farcela pagare, ho il brutto presentimento che potrebbe farlo.
Quindi, sono personalmente d'accordo con la posizione della Lega, non perchè il tipo sia un angioletto da difendere, ma per il fatto che ci siamo buttati in una vera e propria guerra senza minimamente considerare le possibili conseguenze.
Poi...altro che far rispettare una no-fly zone, hanno iniziato a bombardare a tutto spiano utilizzando le nostre basi...
Chiamiamo la cosa con il suo vero nome, abbiamo dichiarato guerra alla Libia! [8)]



pienamente daccordo, non è che senza di noi l'attacco europeo era impossibilitato, potevamo restarne fuori semplicemente perchè abbiamo troppo da perdere.



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MessaggioInviato: 20/03/2011, 11:55 
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robs79 ha scritto:

Il problema é che qua si tratta di un tiranno che avendo capacita' militari rasa al suolo tutto cio' che ritiene contro di lui.In libia non si puo' essere contro il regime,o con il regime o a morte.Ditemi se questo puo' essere accettato;questo forum é pieno di pacifisti contro la guerra e contro il calpestare la democrazia e le ideologie della gente,ma allora sono queste persone le prime che devono appoggiare la caduta,anche con la forza,di un TIRANNO di un DITTATORE.


Ma qui non si tratta di essere pacifisti o guerrafondai.
è solo pragmatismo o meglio , opportunismo.

1- del popolo (anzi, dei popoli libici) libico non frega un accidenti a nessuno oggi come non ha fregato nulla in questi ultimi 40 anni di regime. Come non frega un accidenti al sottoscritto.

2- All'Italia tutto sommato fa comodo il rapporto privilegiato con la Libia

3 - Ad altri partner occidentali , brucia proprio quel nostro rapporto privilegiato con Gheddafi e con Putin. (solo che bombardare la russia non è così facile)

4- Una delle conseguenze di questo conflitto sarà la perdità di quel rapporto privilegiato a favore di Francia e Inghilterra e US ed altri stati.

5- L'Italia comunque vada lo prende davvero in quel posto. Si è allineata con gli altri paesi perchè non ha molta scelta. O restarne fuori rinunciando alla spartizione della torta, oppure partecipare sperando di avere almeno qualche briciola in cambio. Sempre che il nuovo governo libico accetti di fare affari con noi perchè gli insorti, dopo gheddafi, odiano gli italiani per i recenti rapporti di 'amicizia' e per la vecchia retorica coloniale anti-italiana.

La Francia come sempre tutela i suoi interessi (ed è molto brava in questo), tutela le sue industrie strategiche impedendo ai compratori stranieri di acquisirle.
Nel contempo la Francia cerca di accaparrarsi industrie strategiche straniere.
La Francia è una sorta di piccola Cina, che facogita il più possibile estendendo il suo monopolio commerciale in particolare in casa nostra.

l'ultimo tentativo qui
http://www.corriere.it/economia/11_marzo_18/trmonti-parmalat-francia_745f8326-5190-11e0-b0a4-77b20470b36e.shtml


Ultima modifica di rmnd il 20/03/2011, 11:57, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 20/03/2011, 11:55 
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bleffort ha scritto:

In parole povere direi che ci siamo dati una bella mazzata in testa,vedrete come sprofonderà l'Italia,verrà una crisi semza precedenti,ancora più profonda di quella in cui siamo e in più avremo UN MAGGIORE FLUSSO DI EMIGRATI E IL TERRORISMO IN CASA
Gli batto le mani hai nostri Politici,BRAVI!!!!!CLAP....CLAP...CLAP....[:247]



Non esageriamo!!!!



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MessaggioInviato: 20/03/2011, 11:55 
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Enkidu ha scritto:

... per me è invece è Gheddafi che ha dichiarato guerra al mondo (e al suo stesso popolo) quando è salito al potere 42 anni fa. Con la sua follia tirannica, gonfiato dallo stropotere che gli dava il petrolio in un paese semi-deserto in una posizione strategica del Mediterraneo, ha fatto il bello e il cattivo tempo riuscendo a diventare odioso al mondo intero, se non ai tiranni suoi colleghi (per questo Russia e Cina non hanno approvato l'attacco nei suoi confronti).
Il suo popolo, o meglio le etnie sue suddite si sono ribellate semplicemente perché non ne potevano più, e perché, come tutti i popoli del Terzo Mondo che escono progressivamente dalla povertà e dall'arretratezza, i libici si sono detti: "perché diavolo non possiamo avere gli stessi diritti che hanno gli occidentali?" Richiesta assolutamente legittima su cui non è lecito neanche discutere, se si crede ai diritti umani e civili. Hanno cominciato a protestare e lui cosa fa? Ricorre alla violenza, come al solito, minacciando il mondo intero.
La guerra l'ha dichiarata lui a tutti quanti, e noi siamo stati semplicemente costretti a farci coinvolgere, perché rimanere neutrali ed indifferenti sarebbe stato, oltre che ingiusto, anche terribilmente stupido e controproducente. Abbiamo troppi interessi in Libia per restarne fuori.


se dovesse andar male sarebbe stata questa la scelta più stupida.



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MessaggioInviato: 20/03/2011, 11:56 
La nostra classe politica e dirigente si è dimostrata ancora una volta inetta ed impreparata.
Silvio & C. (e dentro ci metto anche l'opposizione) non hanno saputo opporsi non solo agli USA (e lì è capibile,siamo una loro colonia), ma nemmeno alla Francia.
Questo dimostra quanto contiamo: meno di zero...


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MessaggioInviato: 20/03/2011, 12:07 
Un altro partner commerciale strategico, è l'Iran. Potrei sbagliarmi ma l'Italia è il primo partner commerciale europeo con l'Iran. Bombardiamo anche l'Iran tanto che ci siamo per favorire gli interessi dei Francesi (ma ci rendiamo conto , dei Francesi?), mentre l'unione europea che fa? Dorme?

Se perdiamo il rifornimento di gas libico, sarà giocoforza ricorrere al nucleare.
Tanto più ora che ora la psicosi nucleare si esaurirà rapidamente dopo la quasi messa in sicurezza dei reattori in Giappone (e in Giappone si affronterà la vera tragedia, le migliaia di morti causati dallo tsunami)

bravi [:264]



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MessaggioInviato: 20/03/2011, 12:10 
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Enkidu ha scritto:
ha fatto il bello e il cattivo tempo riuscendo a diventare odioso al mondo intero, se non ai tiranni suoi colleghi (per questo Russia e Cina non hanno approvato l'attacco nei suoi confronti).

Prossimamente allora, dichiariamo guerra anche a Russia e Cina!...[8D]



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MessaggioInviato: 20/03/2011, 12:12 
Gheddafi è un feroce colonnello militare e un terrorista:
E' il mandante della strage di lokerbie dove abbattè un jumbo con 270 civili a bordo. è quello che ci ha tirato i missili su lampedusa ed è quello che durante le manifestazioni libiche (inizialmente pacifiche) di fine febbraio fece alzare i jet per bombardare i manifestanti facendo un migliaio di vittime innocenti!
Per non parlare di altre migliaia di nefandezze compiute nel corso degli anni.
Ho sentito il suo ultimo discorso: è il delirio totale di un pazzo.
Spero finisca presto e paghi i suoi debiti con una condanna a morte per crimini contro l'umanità
(P.S. Sono contrario alla pena di morte...)

Detto questo, sino a qualche anno fa i dittatori nell'area nord africana facevano comodo a tutti e quindi si è tollerata la presenza di leader come Gheddafi per mantenere la stabilità in aree potenzialmente a rischio di radicalismo islamico.
Ora lo scenario è cambiato perchè l'area nordafricana viene oramai vista come potenziale espansione del mercato globale, un area con un grosso potenziale di best-shore, dove molte multinazionali hanno già investito per aprire la produzione e la distribuzione (lo so per certo visto che ci lavoro).
Questo perchè i tassi di crescita di economie tradizionalmente atte alle politiche delle multinazionali, come india e cina hanno fatto lievitare oltremisura i costi degli insediamenti produttivi. Attualmente i valori sono simili di quanto costa produrre in messico.
Si cercano quindi nuove aree dove poter produrre in maniera competitiva.

E ciò non è conveniente farlo in paesi ove sono presenti governi di stampo dittatoriale.


E' tutto un fatto di Globalizzazione come diceva anche un altro utente del Forum (Enkidu mi pare):
Il mercato per funzionare va esteso, e lo puoi fare solo in aree "democratizzate da poco" ove puoi con determinata facilità far nascere di nuovi insediamenti produttivi e tecnologici che a loro volta creano relativa ricchezza e innalzamento della crescita economica locale.
In tal modo si creano in una decina d'anni, i milioni di potenziali nuovi consumatori che servono al nostro sistema economico per funzionare!
Le motivazioni certo non sono etiche ma son convinto che un mondo dove la globalizzazione uniforma costi e retribuzioni medie sarà un mondo migliore con meno diseguaglianze.
(Non vedetela dal nostro punto di vista che economicamente un pò ci rimetteremo di sicuro ma vedetela dal punto di vista dell'africano che guadagna 100 dollari; in ogni caso comunque un africano che guadagna 600 dollari è un problema in meno anche per noi)

P.S.
Il petrolio c'entra poco, è un dead man walking!
La strada energetica è stata tracciata da Germania Cina e Usa, nel 2050 non si userà più, tra 20 anni le pompe di benzina nei paesi più evoluti saranno solo un ricordo

Saluti


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MessaggioInviato: 20/03/2011, 12:12 
Cita:
Messaggio di Mero

Per la No-Fly-zone manca solo l'ufficialità, ma è logico pensare che sarà dichiarata a breve, giorni, forse ore....La parte degli alleati si muove verso il golfo libico: Inghilterra, Francia, Norvegia,Qatar, Italia.

Ore 14:00
La Libia, «ha deciso di osservare immediatamente un cessate il fuoco e di mettere fine a tutte le operazioni militariche...

Ore 15:00
Libia: bombe su Misurata, 25 morti...
Comandante insorti, cessate fuoco per noi e' bluff


A questo punto penso proprio che lo scontro sia inevitabile....
Attacchi dal cielo e dal mare, piogge di missili sulle coste libiche per costringere Muammar Gheddafi a cessare il fuoco e a porre fine alle violenze contro i civili. L'operazione Odissey Dawn della coalizione internazionale è entrata nel secondo giorno con notizie di un bombardamento su Tripoli. Ieri l'equipaggio di un rimorchiatore italiano è stato trattenuto nel porto di Tripoli da uomini armati: le persone a bordo sarebbero otto italiani, due indiani e un ucraino.


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MessaggioInviato: 20/03/2011, 12:17 
Cita:
rmnd ha scritto:

Se perdiamo il rifornimento di gas libico, sarà giocoforza ricorrere al nucleare.
Tanto più ora che ora la psicosi nucleare si esaurirà rapidamente dopo la quasi messa in sicurezza dei reattori in Giappone....



Non ci sperare troppo..... [:53]



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MessaggioInviato: 20/03/2011, 12:20 
L'Italia è un paese tradizionalmente antinucleare. Al limite l'opinione pubblica si assesterà su posizioni pre-fukushima con il 70% di voti a sfavore del nucleare.



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MessaggioInviato: 20/03/2011, 12:31 
Cita:
Mero ha scritto:
gli Stati Uniti daranno appoggio logistico, ma staranno a guardare come gli Europei se la caveranno....

ah, allora è per quello che durante la notte i B-2 hanno sganciato qualche "confetto" [:p]



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MessaggioInviato: 20/03/2011, 12:32 
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superza ha scritto:

Gheddafi è un feroce colonnello militare e un terrorista:
E' il mandante della strage di lokerbie dove abbattè un jumbo con 270 civili a bordo.è quello che ci ha tirato i missili su lampedusa

Concordo in pieno e ribadisco che, una posizione più neutrale, non serviva a difendere lui, ma noi in futuro!

Cita:
ed è quello che durante le manifestazioni libiche (inizialmente pacifiche) di fine febbraio fece alzare i jet per bombardare i manifestanti facendo un migliaio di vittime innocenti!
Per non parlare di altre migliaia di nefandezze compiute nel corso degli anni.

Alt, questa mi spiace ma è solo propaganda, non beviamoci le str.... che ci hanno rifilato per giustificare l'attacco, se fosse stato vero avremmo visto i cadaveri maciullati, ed invece ci hanno mostrato tre buche vuote in un cimitero!


Cita:
E' tutto un fatto di Globalizzazione come diceva anche un altro utente del Forum (Enkidu mi pare):
Il mercato per funzionare va esteso, e lo puoi fare solo in aree "democratizzate da poco" ove puoi con determinata facilità far nascere di nuovi insediamenti produttivi e tecnologici che a loro volta creano relativa ricchezza e innalzamento della crescita economica locale.

La globalizzazione...quanto ci costerà, in futuro, questa parola...
Le aree "democratizzate da poco" sarebbero quelle che, da migliaia di anni, hanno vissuto una cultura tribale guidata da leggi religiose?
Auguri!...[xx(]


Ultima modifica di Angel_ il 20/03/2011, 12:34, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 20/03/2011, 12:36 
Tratto da:

L’ OPERAZIONE LIBIA E LA BATTAGLIA PER IL PETROLIO
http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... e-seconda/


Il petrolio è il “Trofeo” della guerra USA-NATO
Un’invasione della Libia servirebbe gli interessi delle imprese stesse, come l’invasione e l’occupazione dell’Iraq del 2003. L’obiettivo di fondo è quello di prendere possesso delle riserve di petrolio della Libia, destabilizzare la National Oil Corporation (NOC) e, infine, la privatizzazione dell’industria petrolifera del paese, vale a dire trasferire il controllo e la proprietà delle ricchezze petrolifere dalla Libia alle mani straniere.
La National Oil Corporation (NOC) è classificata tra le prime 25 compagnie petrolifere del mondo. (The Energy Intelligence ranks NOC 25 among the world’s Top 100 companies. – Libyaonline.com)
La pianificata invasione della Libia è già in corso nell’ambito della più ampia “battaglia per il petrolio”. Quasi l’80% delle riserve di petrolio della Libia si trovano nel bacino del Golfo dalla Sirte, nella Libia orientale.
La Libia è un premio economico. “La guerra fa bene agli affari”. Il petrolio è il trofeo di una guerra USA-NATO.
Wall Street, i giganti petroliferi anglo-statunitensi, i produttori di armi USA-UE, sarebbero i beneficiari occulti di una campagna militare condotta da USA e NATO contro la Libia.
Il petrolio libico è una manna per i giganti petroliferi anglo-statunitensi. Mentre il valore di mercato del petrolio greggio è attualmente ben al di sopra dei 100 dollari al barile, il costo del petrolio libico è estremamente basso, a partire da 1,00 dollaro al barile (secondo una stima). Un esperto del mercato petrolifero ha commentato, un po’ cripticamente:
“A 110 dollari sul mercato mondiale, la semplice matematica dà alla Libia un margine di profitto pari a 109 dollari” (Libya Oil, Libya Oil One Country’s $109 Profit on $110 Oil, EnergyandCapital.com, 12 Marzo 2008)

Gli interessi petroliferi stranieri in Libia
Le compagnie petrolifere straniere che operavano prima dell’insurrezione in Libia erano la francese Total, l’ENI dell’Italia, la China National Petroleum Corp (CNPC), British Petroleum, il consorzio petrolifero spagnolo REPSOL, ExxonMobil, Chevron, Occidental Petroleum, Hess, Conoco Phillips.
Attenzione, la Cina gioca un ruolo centrale nel settore petrolifero libico. La China National Petroleum Corp (CNPC) ha avuto fino al suo rimpatrio, una forza lavoro in Libia di 30.000 cinesi. British Petroleum (BP) invece aveva una forza lavoro di 40 britannici che sono stati rimpatriati.
L’undici per cento (11%) delle esportazioni di petrolio libico viene incanalato verso la Cina. Mentre non ci sono dati sulla dimensione e l’importanza della produzione e delle attività di esplorazione della CNPC, vi sono indicazioni che siano notevoli.
Più in generale, la presenza della Cina in Africa del Nord è considerata da Washington costituire un’intrusione. Dal punto di vista geopolitico, la Cina è in sovrapposizione. La campagna militare contro la Libia è finalizzata a escludere la Cina dal Nord Africa.
Altrettanto importante è il ruolo dell’Italia. ENI, il consorzio petrolifero italiano, estrae 244 mila barili di gas e petrolio, che rappresentano quasi il 25% delle esportazioni totali della Libia (Sky News: Foreign oil firms halt Libyan operations, 23 febbraio 2011).
Tra le aziende statunitensi in Libia, Chevron e Occidental Petroleum (Oxy) hanno deciso, appena 6 mesi fa (ottobre 2010), di non rinnovare le loro licenze di esplorazione petrolifere e gasifere in Libia. Sapevano già in anticipo dell’insurrezione? (Why are Chevron and Oxy leaving Libya?: Voice of Russia, 6 ottobre 2010). Al contrario, nel novembre del 2010, la compagnia petrolifera della Germania, RW DIA E aveva firmato un accordo pluriennale di vasta portata con la National Oil Corporation (NOC) della Libia, che coinvolgeva la produzione e condivisione delle esplorazioni. (AfricaNews – Libya: German oil firm signs prospecting deal – The AfricaNews).
La posta finanziaria in gioco, così come “bottino di guerra”, sono estremamente alti. L’operazione militare è intenta a smontare gli istituti finanziari della Libia, nonché a confiscare miliardi di dollari di attività finanziarie libiche, depositati nelle banche occidentali.
Va sottolineato che le capacità militari della Libia, compreso il sistema di difesa aerea, sono deboli.

Ridisegnare la mappa dell’Africa
La Libia ha le maggiori riserve di petrolio in Africa. L’obiettivo dell’ingerenza USA-NATO è strategico: consiste nel vero e proprio furto, rubare la ricchezza petrolifera della nazione, sotto le mentite spoglie di un intervento umanitario.
Questa operazione militare è intenta a stabilire l’egemonia statunitense nel Nord Africa, una regione storicamente dominata da Francia e in misura minore, da Italia e Spagna.
Per quanto riguarda la Tunisia, il Marocco e l’Algeria, il disegno di Washington è quello di indebolire i legami politici di questi paesi verso la Francia, e spingere ad l’installazione nuovi regimi politici che hanno un rapporto stretto con gli Stati Uniti. Questo indebolimento della Francia come parte di un disegno imperiale degli Stati Uniti, fa parte di un processo storico che risale alle guerre in Indocina.
L’intervento USA-NATO, indirizzato pure a escludere la Cina dalla regione e a mettere fuori gioco la cinese National Petroleum Corp (CNPC), porta alla fine alla creazione di un regime fantoccio filo-Stati Uniti. I giganti del petrolio anglo-statunitensi, tra cui British Petroleum, che hanno firmato un contratto di esplorazione nel 2007 con il governo di Gheddafi, sono tra i potenziali “beneficiari” della proposta operazione militare USA-NATO.
Più in generale, ciò che è in gioco è il ridisegno della mappa dell’Africa, un processo di ridistribuzione neo-coloniale, la demolizione della demarcazione delle Conferenza di Berlino del 1884, la conquista dell’Africa da parte degli Stati Uniti in alleanza con la Gran Bretagna, in una operazione congiunta USA-NATO.

Libia: Porta strategica sahariana sull’Africa centrale
La Libia confina con molti paesi che sono nella sfera di influenza francese, tra cui Algeria, Tunisia, Niger e Ciad.
Il Ciad è potenzialmente una ricca economia petrolifera. ExxonMobil e Chevron hanno interessi nel sud del Ciad, tra cui un progetto di gasdotto. Il Ciad meridionale è una porta sulla regione sudanese del Darfur. La Cina ha interessi petroliferi in Ciad e Sudan. La China National Petroleum Corp (CNPC) ha firmato un accordo pluriennale con il governo del Ciad nel 2007.
Il Niger è strategico per gli Stati Uniti nell’ottica delle sue ingenti riserve di uranio. Attualmente, la Francia domina il settore dell’uranio in Niger attraverso il gruppo francese nucleare Areva, precedentemente noto come Cogema. La Cina ha anche una partecipazione nel settore industriale dell’uranio del Niger.
Più in generale, il confine meridionale della Libia è strategico per gli Stati Uniti, nel loro tentativo di estendere la propria sfera di influenza nell’Africa francofona, un vasto territorio che si estende dal Nord Africa all’Africa centrale e occidentale. Storicamente questa regione era parte della Francia e dell’impero coloniale del Belgio, i cui confini sono stati stabiliti alla Conferenza di Berlino del 1884.
Fonte http://www.hobotraveler.com
Gli Stati Uniti svolsero un ruolo passivo nella Conferenza di Berlino del 1884. Questa nuova spartizione, nel 21° secolo, del continente africano, basata sul controllo di petrolio, gas naturale e minerali strategici (cobalto, uranio, cromo, manganese, platino e uranio) è ampiamente favorevole ai dominanti interessi aziendali anglo-statunitensi.
L’interferenza degli Stati Uniti in Africa del Nord ridefinisce la geopolitica di un’intera regione. Ciò mina la Cina e mette in ombra l’influenza dell’Unione europea.
Questa nuova spartizione dell’Africa non solo indebolisce il ruolo delle ex potenze coloniali (tra cui Francia e Italia) nel Nord Africa, è anche parte di un più ampio processo di emarginazione e indebolimento della Francia (e Belgio) su gran parte del continente africano.
Regimi fantoccio filo-Stati Uniti sono stati installati in diversi paesi africani, i quali storicamente erano nella sfera d’influenza della Francia (e del Belgio), comprese le Repubbliche del Congo e del Ruanda. Diversi paesi dell’Africa occidentale nella sfera francese (tra cui la Costa d’Avorio) sono candidati a diventare Stati filo-statunitensi.
L’Unione europea è fortemente dipendente dal flusso di petrolio libico. L’85% del suo petrolio viene venduto ai paesi europei. Nel caso di una guerra con la Libia, le forniture di petrolio all’Europa occidentale potrebbero essere interrotte, interessando in gran parte Italia, Francia e Germania, che sono fortemente dipendenti dal petrolio libico. Le implicazioni di queste interruzioni sono di vasta portata. Hanno anche un’influenza diretta sul rapporto tra Stati Uniti e l’Unione europea.

Considerazioni conclusive
I media mainstream, attraverso la disinformazione di massa, sono complici nel giustificare un ordine del giorno militare che, se attuato, avrebbe conseguenze devastanti non solo per il popolo libico: l’impatto sociale ed economico sarebbe sentito in tutto il mondo.
Ci sono attualmente tre distinti teatri di guerra nella più ampia regione del Medio Oriente e dell’Asia Centrale: Palestina, Afghanistan, Iraq. Nel caso di un attacco contro la Libia, un quarto teatro di guerra sarebbe aperto in Nord Africa, con il rischio di un’escalation militare.
L’opinione pubblica deve tener conto del programma nascosto dietro questo presunto impegno umanitario, annunciato dai capi di Stato e di governo dei paesi della NATO come una “guerra giusta”. La teoria della guerra giusta, in entrambe le sue versioni, classica e contemporanea, sostiene la guerra come “operazione umanitaria”. Chiede un intervento militare per motivi etici e morali contro gli “stati canaglia” e i “terroristi islamici“. La teoria della guerra giusta oggi demonizza il regime di Gheddafi.
I capi di Stato e di governo dei paesi della NATO sono gli architetti della guerra e della distruzione in Iraq e in Afghanistan. In una logica totalmente distorta, sono spacciate come la voce della ragione, come rappresentanti della “comunità internazionale”.
La realtà è capovolta. Un intervento umanitario è lanciato dai criminali di guerra al comando, che sono i guardiani della teoria della guerra giusta.
Abu Ghraib, Guantanamo, le vittime civili in Pakistan, in seguito agli attacchi dei droni USA su città e villaggi, ordinati dal presidente Obama, non sono notizie da prima pagina, né lo sono i 2 milioni di morti civili in Iraq. Non esiste una cosa come la “guerra giusta“.


La storia dell’imperialismo degli Stati Uniti dovrebbe essere chiara.

La relazione del 2000 del Progetto del Nuovo Secolo Americano intitolato “Rebuilding America’s Defense”, prevede l’attuazione di una lunga guerra, una guerra di conquista. Uno dei componenti principali di questa agenda militare è: “Combattere e vincere in modo decisivo in diversi teatri di guerra contemporaneamente”.
L’Operazione Libia è parte di questo processo. Si tratta di un altro teatro nella logica del Pentagono dei “teatri di guerra simultanei”.
Il documento PNAC rispecchia fedelmente l’evoluzione della dottrina militare degli Stati Uniti dal 2001. Gli Stati Uniti pianificano di essere coinvolti contemporaneamente in diversi teatri di guerra in diverse regioni del mondo.
Mentre proteggere gli USA, vale a dire la “sicurezza nazionale” degli Stati Uniti d’America, è accolto come un obiettivo, il rapporto PNAC spiega perché questi diversi teatri di guerra sono necessari. La motivazione umanitaria non è menzionata.
Qual è lo scopo della tabella di marcia militare degli USA?
La Libia è presa di mira in quanto è uno dei tanti altri paesi al di fuori della sfera d’influenza degli USA, che non sono conformi alle richieste degli Stati Uniti. La Libia è un paese che è stato selezionato come parte di una “road map” militare, che consiste nel “teatri di guerre multipli simultanei“. Nelle parole dell’ex comandante della NATO, Wesley Clark:
“Nel Pentagono, nel novembre 2001, uno dei più alti ufficiali ebbe il tempo per una chiacchierata. Sì, eravamo ancora in pista per andare contro l’Iraq, ha detto. Ma c’era di più. Questo è stato oggetto di discussione nell’ambito della pianificazione di una campagna quinquennale, ha detto, e vi rientra un totale di sette paesi, a partire dall’Iraq, poi Siria, Libano, Libia, Iran, Somalia e Sudan…” (Wesley Clark, Winning Modern Wars, p. 130).


Versione originale:
Michel Chossudovsky
Fonte: http://globalresearch.ca
Link: http://globalresearch.ca/PrintArticle.p ... leId=23605
9.03.2011
Versione italiana:
Fonte: http://www.eurasia-rivista.org
Link: http://www.eurasia-rivista.org/8640/lop ... l-petrolio
11.03.2011
Traduzione a cura di ALESSANDRO LATTANZIO
http://www.aurora03.da.ru
http://www.bollettinoaurora.da.ru
http://sitoaurora.xoom.it/wordpress/



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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