zakmck ha scritto: Cita:
morpheus85 ha scritto: Ma anche io visto che sono in vita vivo, però vorrei evitare a qualcuno questo genere di vita breve e non esente da problemi
![Occhiolino [;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif)
Vivessimo almeno 1000 anni in piena salute allora si che pensare alla morte sarebbe tutto tempo sprecato, ma qui gli anni volano via e non c'è certezza su niente, tutti quelli che conosci muoiono e neanche tanto bene, tu invecchi in fretta e l'unica cosa che avrai fatto maggiormente sarà stato lavorare e dormire a chi la vuoi donare una vita così?
![Compiaciuto [8)]](./images/smilies/UF/icon_smile_shy.gif)
Non si puo' dare per scontato che le valutazioni sul bilancio gioie/dolori siano uguali per tutti. Ogni individuo ha il suo personale bilancio e, quel che piu' conta, la propria personale valutazione. Puo' darsi che molti siano sfortunati ma sicuramente NON ci si puo' arrogare il diritto di decidere per gli altri.
Personalmente sono particolarmente grato ai mie di avermi fatto e le gioie fino ad oggi avute superano di gran lungo tutti i dolori avuti. Quanto poi alla fine di sicuro arrivera', ma siamo poi cosi sicuri che si tratti di una fine? Dove trovi questa certezza?
Vorrei poi porre alla tua attenzione alcune considerazioni fatte sul "Pessimismo Cosmico" di Leopardiana memoria, che, a mio avviso, sintetizzano piuttosto bene la tua posizione:
Cita:
Anche se l'individuo potesse raggiungere il piacere, il bilancio della sua esistenza sarebbe comunque negativo, per la quantità dei mali reali (infortuni, malattie, invecchiamento, morte) con cui la natura, dopo averlo prodotto, tende a eliminarlo per dar luogo ad altri individui in una lunga vicenda di produzione e distruzione, destinata a perpetuare l'esistenza e non a rendere felice il singolo.
In altri momenti il Leopardi approfondisce la sua meditazione sul problema del dolore e conclude scoprendo che la causa di esso è proprio la natura, perché è proprio essa che ha creato l'uomo con un profondo desiderio di felicità, pur sapendo che egli non l'avrebbe mai raggiunta: "0 natura, natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? Perché di tanto inganni i figli tuoi ?", dice il poeta nel canto "A Silvia".
Così, di fronte alla natura, il Leopardi assume un duplice atteggiamento: ne sente allo stesso tempo il fascino e la repulsione, in una specie di "odi et amo" catulliano. L'ama per i suoi spettacoli di bellezza, di potenza e di armonia; la odia per il concetto filosofico che si forma di essa, fino a considerarla non più la madre benigna e pia (del primo pessimismo), ma una matrigna crudele ed indifferente ai dolori degli uomini, una forza oscura e misteriosa, governata da leggi meccaniche ed inesorabili .
E' questo il terzo aspetto del pessimismo leopardiano che investe tutte le creature (sia gli uomini che gli animali).
Ma in questo momento della sua meditazione il Leopardi rivaluta la ragione, prima considerata causa di infelicità. Essa gli appare colpevole di aver distrutto le illusioni con la scoperta del vero, ma è anche l'unico bene rimasto agli uomini, i quali, forti della loro ragione, possono non solo porsi eroicamente di fronte al vero, ma anche conservare nelle sventure la propria dignità, anzi, unendosi tra loro con fraterna solidarietà, come egli dice nella "Ginestra", possono vincere o almeno lenire il dolore.
Infine se posso, un consiglio. Hai inserito questo topic solo ieri e dopo nemmeno un giorno gia' ti lamenti che nessuno ha partecipato a sufficienza. Non so' gli altri che fanno, ma non e' che passiamo le giornate incollate al PC per postare sul Forum (non tutti almeno credo
![Imbarazzato [:I]](./images/smilies/UF/icon_smile_blush.gif)
). Forse sarebbe piu' proficuo affrontare le cose con maggiore calma e tranquillita'. Capisco che ritieni troppo breve la vita ma a volte passare il giusto tempo sulle questioni puo' aiutare moltissimo.
![Davvero Felice [:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif)
Allora sei una delle poche persone fortunate.. C'è chi ha detto che questo mondo non è ancora adatto ad accogliere un ipotetico figlio per diversi motivi ed è forse la cosa che si avvicina di più a quello che intendo io, non si può giocare con la vita altrui, molte persone quando fanno figli sembrano giocare d'azzardo e spesso perdono tutto perchè non ragionano mai, guardano al momento e mai al tutto.
Non è forse così? L'uomo è bravissimo a rimandare è una delle sue doti migliori e poi le conseguenze sono queste 6 miliardi di persone in continuo aumento tra poco ci sarà il collasso per il semplice fatto che in pochi si fermano a riflettere. E' questo il sistema del quale siete schiavi "produci, consuma, crepa" e ci cascate continuamente... e poi volete introdurre pure me nel giochetto?