Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




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Ufetto
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MessaggioInviato: 07/04/2011, 16:46 
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falpi ha scritto:

Ma questa modesta attività sismica della Sicilia, potrebbe essere collegata o meglio si potrebbe poi ripercuotere innescando una reazione a catena su questa catena vulcanica sottomarina di cui fa parte anche il Marsili?


Beh, il Marsili è lontanuccio da queste scosse.....

( Ripeto comunuqe che non sono uno scienziato, ne' un geologo ;) sono solo un appassionato.)

Ricordatevi che l' Italia è il frutto dell' Incontro della placca Africana con quella EuroAsiatica.

La catena degli appennini è quindi il punto di incontro delle due placche.

Muovendosi (le due placche) generano terremoti sia lungo quella catena, che ai lati.

ecco quindi i terremoti, sia lungo la catena, che nelle vicinanze.

tutti i terremoti sono collegati ma indipendenti

cioè, non è che uno richiama l'altro (potrebbe accadere, se sono molto fori), ma sono sia uno che l'altro il frutto dello stesso movimento.

quindi se oggi tocca al punto A, domani potrebbe (o meglio dovrebbe) toccare al punto B che gli sta vicino.

Ma non è A che causa B. sono entrambi causati dal movimento delle placche.

(questo è quello che io credo, derivato dalla lettura di tutto quello che ho trovato in giro. smentitemi pure. vorrà dire che imparerò qualcosa di nuovo) ;)




Cita:
falpi ha scritto:
Altra domanda: Giuliani nell'intervista parla di un possibile evento sismico verso il 10 giugno centro meridione dicendo che potrebbe accadere anche in mare.... Potrebbe interessare il Marsili?
Grazie


Giuliani può dire quello che vuole, la Lagorio pure.
Ma a meno che non abbia nascosto fino ad oggi delle carte che sono saltate fuori solo oggi, ci sono diversi riscontri che dicono che Bendandi non abbia previsto niente fino ad oggi

Per questo mi viene anche da pensare che le scritte (Quelle del 2011) non siano del Bendandi, ma postume....
;)

Una delle dichiarazioni è addirittura di Cristiano Fidani, che ha studiato molto Bendandi e i suoi scritti, e che dice:

"La raccolta di queste previsioni è stata ultimata nel dicembre
2008 (13) con la stesura di un catalogo. Il catalogo delle previsioni di Bendandi copre un intervallo
di tempo che va dal mese di ottobre del 1914 al mese di agosto del 1977, esso comprende in tutto
143 eventi nella regione mediterranea e 167 nel resto del mondo. Gli eventi sismici indicati non si
distribuirono uniformemente nell'arco dei 63 anni. Fra il 1924 e il 1927 le previsioni furono più
dense con cadenze mensili, quindicinali e anche settimanali. Le previsioni diminuirono sul finire
dell'anno 1927 e scomparvero nei primi mesi del 1928, quando il regime vietò a Bendanti di fare
ulteriori previsioni “per non far fuggire i turisti dall'Italia”; e per evitare il suo esilio (14). Qualche
rara previsione risale agli anni 1939/40. Dall'inizio del 1950 fino al 1964 Bendandi riprese
un'attività sistematica di previsione. Alcune previsioni vennero pubblicate ancora negli anni dal
1971 al 1977. Una verifica di tutte le previsioni di Bendandi richiederà qualche anno di studio
approfondito attraverso tutti i cataloghi sismici storici del mondo."


Volevo allegare il PDF in cui Fidani ne parla, ma è quasi 900 Kb......


P.s.
Ma possibile che non si riesca a trovare da nessuna parte il PDF del libro di Bendandi ?????
Il titolo è : " Un Principio fondamentale dell' Universo"


Ultima modifica di webmasterone il 07/04/2011, 16:49, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/04/2011, 16:55 
segnalo questi due terremoti

Magnitude Mw 6.5
Region VERACRUZ, MEXICO
Date time 2011-04-07 13:11:24.0 UTC
Location 17.48 N ; 93.97 W
Depth 165 km
Distances 81 km SE Minatitlán (pop 150,895 ; local time 08:11:24.8 2011-04-07)
51 km S Las choapas (pop 40,304 ; local time 08:11:24.8 2011-04-07)

Magnitude Mw 7.4
Region NEAR EAST COAST OF HONSHU, JAPAN
Date time 2011-04-07 14:32:43.0 UTC
Location 38.30 N ; 141.62 E
Depth 40 km
Distances 32 km SE Ishinomaki (pop 117,233 ; local time 23:32:43.2 2011-04-07)
37 km E Yamoto (pop 32,028 ; local time 23:32:43.2 2011-04-07)


uno in giappone uno in messico...entrambi forti


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MessaggioInviato: 07/04/2011, 17:35 
ma non è possibile, non passa giorno che non c'è un terremoto di magnuitudo 6... ma è normale?


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MessaggioInviato: 07/04/2011, 17:39 
Ma tutti questi terremoti che accadono dall'altra parte del globo, cosa vuol dire? Vorrei sapere se quello che dice molta gente è verità o sono fandonie: molti sostengono che prima o poi, visto che " si è mosso " qualcosa di là, per compensare si potrebbe muovere qualcosa di qua!


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MessaggioInviato: 07/04/2011, 18:01 
questo arriva fino al 2010...

Immagine:
Immagine
44,27 KB


direi che non siamo troppo fuori dalla media... almeno fino al 2010


Ultima modifica di golden il 07/04/2011, 18:03, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/04/2011, 21:21 
questi terremoti ci sono stati e sempre ci saranno e non potranno mai mancare..sono fenomeni naturali..altrimenti la terra sarebbe morta...certo cataclismi sono brutti :/


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MessaggioInviato: 07/04/2011, 23:07 
E un'altro 5.6 sempre li (Honduras)
http://www.emsc-csem.org/Earthquake/ear ... ?id=217189

c.ca 200 Km in linea d'aria dall' Isola dei famosi.....
:D


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MessaggioInviato: 07/04/2011, 23:47 
un altro ancora
http://www.emsc-csem.org/Earthquake/ear ... ?id=217195

qui gatta ci cova.....


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Grigio
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MessaggioInviato: 08/04/2011, 19:52 
Immagine

Guardate la cartina sismica delle ultime 48 ore: praticamente siamo accerchiati.. che stia bollendo in pentola qualcosa di grosso?


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MessaggioInviato: 08/04/2011, 22:43 
Sul Web ho trovato questo:


ILSOLE24ORE.
Se imitassimo i Borboni?
di Lara Ricci

Apocalisse sullo Stretto
Messina 100 anni dopo: memorie di un «nipote del terremoto»
Dalla California al Giappone, occhio alle norme antisismiche
Terremoto nel Nord Italia Non ci sono feriti e danni gravi
L'ultima tragedia in 100 anni di terremoti
A cento anni di distanza dal terremoto-maremoto di Messina e Reggio Calabria vi è una sola certezza: se tornasse sarebbe una tragedia ancora maggiore. La catastrofe che è costata la vita a centoventimila persone non è servita neppure a ridurre il rischio che la carneficina si ripresenti, anzi. Negli anni le regole antisismiche non sono state rispettate, le aree pericolose sono oggi ancora più popolate e anche le misure di allerta e educazione della popolazione in caso di maremoto non sono state messe a punto. Sono «in corso di progettazione», come nelle altre zone a rischio d'Italia.

«La possibilità che in tempi brevi, anche una decina d'anni, avvenga un terremoto nella zona di Reggio Calabria – in un'area di trenta chilometri a cavallo dello stretto – è reale. È probabile che accada entro venticinque anni. Non è detto che sia della stessa intensità di quello di un secolo fa. Potrebbe essere minore o anche maggiore» afferma Annibale Mottana, geologo dell'università di Roma Tre e accademico dei Lincei.
«Dopo che, nel 1783, durante il terremoto che precedette quello del 1908, le scosse rasero al suolo Messina e Reggio Calabria, i Borboni presero una decisione saggia - racconta Mottana –: suggerirono che le costruzioni fossero fatte con un sistema di travi riempite, una specie di metodo antisimico dell'epoca. Ma i messinesi vollero ricostruire i palazzi che fronteggiavano il porto (detti la Palazzata) e lo fecero con le pietre. Nei 50 anni successivi fu dimenticato il sistema di costruzione borbonico e le nuove case della media borghesia vennero edificate secondo il metodo tradizionale. Queste e la Palazzata crollarono nel sisma di cento anni fa. I borghesi morirono più dei poveri. Ciò nonostante, dopo il 1908 i parlamentari locali riuscirono a imporre di ricostruire, e oltretutto senza curarsi delle norme antisismiche. Non solo, quando la città crebbe, per realizzare le vie che dalle autostrade portano al centro furono semplicemente riempite le fiumare che scendono dai Monti Peloritani. Nulla impedisce che queste coperture saltino in caso di terremoto, o che vengano invase dall'acqua. Tagliando così le principali vie di fuga».

«È la classica situazione italiana: un'infinità di leggi molto buone, che sono rispettate per qualche anno e poi ignorate» continua l'accademico dei Lincei. «Nel 1909 fu emanata una modernissima normativa sismica che introduceva criteri di progettazione (per esempio il cemento armato) e la limitazione in altezza degli edifici – gli fa eco Mauro Dolce, direttore dell'ufficio sismico della Protezione civile –. Ma nel tempo le regole furono ridotte, sono state costruite zone prima disabitate, si è edificato sulle macerie o in aree instabili e di fatto non si è più posto un limite all'altezza delle case, che arrivano anche a sette piani. Solo negli ultimi 5-10 anni sono state introdotte nella normativa le moderne regole antisismiche. In questa zona il rischio è purtroppo elevato».

«Abbiamo raccolto un gran numero di informazioni sui luoghi dove arrivò l'acqua e sulla sua altezza, le abbiamo "spalmate" su una mappa del territorio e abbiamo visto che la costa interessata dal maremoto è oggi più abitata di allora. Non è solo abusivismo edilizio. Molte case hanno i permessi. È mancata la pianificazione territoriale» spiega Eutizio Vittori, responsabile del Servizio rischi naturali dell'Ispra (Istituto superiore per la ricerca e protezione ambientale).
Se sul fronte del terremoto è oramai difficile intervenire, più facile sarebbe ridurre i danni di una grande onda. «Le coste italiane sono a rischio maremoto – afferma Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e geologia (Ingv) – : per esempio quella pugliese o della Sicilia meridionale, lo stretto di Messina. Abbiamo fatto una classificazione delle aree a rischio».

Se il fenomeno che innalza l'onda avvenisse vicino alla costa ci sarebbe ben poco da fare: l'onda arriverebbe troppo presto per permettere alla popolazione di fuggire, ma se arrivasse da lontano, per esempio dalla Grecia, ci sarebbero 30 minuti per evacuare la zona. «Per reagire in tempo dobbiamo monitorare le sorgenti di un possibile maremoto, ovvero frane e terremoti», spiega Bernardo De Bernardinis, vice capo dell'area operativa della Protezione civile che usa le informazioni di stazioni sismometriche gestite dall'Invg e da altre istituzioni quali le università.

Ma un sistema di allerta tzunami come quello che si vede sulle coste della Thailandia (allarmi sonori, cartelli con segnalate le vie di fuga, educazione della popolazione) ancora in Italia non c'è. «In collaborazione con altri Paesi europei stiamo sviluppando un piano di emergenza per le coste a rischio, esattamente come abbiamo fatto a Stromboli» spiega De Bernardinis. Nelle Eolie infatti c'è un sistema di monitoraggio per allertare la popolazione, istruita sul da farsi, attraverso sirene. «Contiamo di essere pronti entro un anno», assicura De Bernardinis.
«A causa delle distanze ridotte il concetto di early warning nel Mediterraneo perde un po' di significato» osserva Gianluca Valenzise, sismologo dell'Ingv, che con Manuela Guidoboni ha curato un volume scientifico «Il terremoto e il maremoto del 28 dicembre 1908», un'opera di 800 pagine pubblicata dall'Ingv che contiene contributi di 35 ricercatori di varie discipline. «La prevenzione e i sistemi di allarme dovrebbero comunque essere previsti. Anche se dovessero servire a salvare una sola vita umana» afferma Mottana. «In Italia è preponderante il rischio sismico e idrogeologico, non quello di maremoti», ci tiene a rilevare Dolce: l'80% del patrimonio edilizio non è antisismico. E anche solo l'educazione della gente è importante: «Nel 1908 la popolazione spaventata dal terremoto scappò verso le zone aperte, cioè anche verso il mare, e il maremoto fece ancora più vittime» dice Dolce. «È assurdo che i bambini inglesi, dove non ci sono scosse da secoli, sappiano come comportarsi in caso di terremoto e in Italia i ragazzini abbiano le idee molto confuse» afferma Vittori. «Tutti i grandi terremoti italiani non sono frequenti, rispetto per esempio a Giappone o California. Nel nostro Paese ci sono molte faglie, ma gli spostamenti non sono veloci e questo fa sì che i tempi di ritorno di una scossa violenta siano lunghi» dice Valenzise. Come da copione, la commedia all'italiana prevede che s'incrocino le dita, si tocchi ferro e si invochi la dea bendata.


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MessaggioInviato: 09/04/2011, 10:06 
segnalo un 4.0 molto superficiale ( 10 km ) nella parte nord orientale della Spagna, che se non mi ricordo male, negli ultimi 2 anni era rimasta più che quieta ( da quando c'è stato il terremoto dell'Aquila, seguo sempre il sito emsc e ingv ) ... io non sono un esperto, ma secondo me la botta del giappone dell'11 marzo, e quella " più piccola " dell'altro giorno, non possono che aver avuto delle ripercussioni sulla stabilità di tutto il globo ... e secondo me non sarà assurdo , davvero, predire un terremoto forte, a breve.. è come se il giappone avesse scatenato un effetto domino, su scala globale


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MessaggioInviato: 10/04/2011, 05:53 
Cita:

aprile
10...... 60% giappone 11.30
19....... 95% oltre il 7°

maggio
1 ....... ore 6.00
11 ......... 99%
15 .......... 99% ore 18.40

giugno
22
agosto
4-5 ............ 80%
17
settembre
8
ottobre
25
novembre
5
dicembre
8 ........ 90%
18-22
23
27


oggi 10 aprile ,
inizia una nuova "situazione planetaria" a medio-alto rischio
durata solo 48 ore circa,

inizio 10 aprile - (ore 3.00 am utc)
fine 12 aprile (3.00 am utc)

momento maggior rischio dalle ore 11.00 utc del 10/04 alle ore 3.00 dell 11/04.


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MessaggioInviato: 10/04/2011, 10:21 
http://www.fanpage.it/il-terremoto-a-ro ... -bendandi/


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MessaggioInviato: 10/04/2011, 10:22 
massrol quando parli di rischio, potresti sbilanciarti un po' sulla magnitudo? magari in privato


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MessaggioInviato: 10/04/2011, 11:57 
stavo per fare la stessa domanda
:)

poi......

aprile
10...... 60% giappone 11.30


e se anzichè giappone fosse la Cina appena avvenuta (un 5.1)

siamo li a un tiro di schioppo....
http://www.emsc-csem.org/Earthquake/ear ... ?id=217415


Ultima modifica di webmasterone il 10/04/2011, 12:01, modificato 1 volta in totale.

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