Ferrara, ecco una nuova provocazione
"Attento Pdl, Silvio potrebbe lasciare".
"Cari amici, se continua così con la stessa rapidità con cui sono sceso in campo me ne ritorno in tribuna a godermi lo spettacolo". A parlare è solo un Silvio Berlusconi apparso in sogno a Giuliano Ferrara, che racconta sul "Foglio" l'epifania notturna firmando con l'Elefantino rosso.
"Ma veramente tutte queste riunioni segrete, questi posizionamenti correntizi e le richieste che piovono sul premier da tutte le parti rivelano che in molti pensano di essere già al dopo Berlusconi. Invece stiamo attenti, perché se cade lui restiamo tutti con il culo per terra", è l'analisi meno elegante nella forma ma identica nei contenuti di un esponente di punta del Pdl.
Di fatto il partito è in subbuglio. E certo anche alle grandi manovre dei suoi pensava il premier quando ha detto "mi attaccano da tutte le parti, ma io mi sento nel giusto, vincerò le amministrative e poi ristrutturerò il partito". Perché è noto che ai risultati elettorali di primavera guarda chi si prepara al dopo-Cavaliere. E allora l'Elefantino avverte che Berlusconi in sogno gli ha spiegato che "può mollare" se nel partito si continua "a litigare come lavandaie d'inizio secolo", soprattutto adesso che lui è sotto un concentrico attacco giudiziario-politico-patrimoniale e si prepara domani a tornare davanti ai magistrati per il processo Mediaset. "Ma non illudetevi, la mia relativa debolezza - dice il Cavaliere sempre in sogno - non è un fattore di forza per le vostre ambizioni, personali e di gruppo. Lo champagne che qualcuno stapperebbe il 25 luglio avrebbe un retrogusto amaro e in breve tempo vi ritrovereste assetati e affamati, con i vostri progetti e la vostra dignità politica a disposizione della Repubblica delle procure e dei suoi speaker politici".
Dunque c'è chi, da Fabrizio Cicchitto ad Osvaldo Napoli fino a Gianfranco Rotondi, invoca "unità" in vista della battaglia campale sul processo breve in parlamento, senza "irresponsabili" divisioni proprio adesso che si fiuta nell'aria un possibile "agguato" al premier. "Noi abbiamo avuto l'ordine di scuderia di andare avanti senza polemizzare - spiega Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati Pdl - se loro vogliono un giorno in più lo avranno". Ma è chiaro a tutti che - tra ex aennini indispettiti dalle cene segrete dei ministri pidiellini, leghisti tesi per le scelte su immigrazione e "sgarbi" a Tremonti, scajoliani sul piede di guerra (e, si dice, persino pronti a passare con Casini) - l'incidente è pericolo reale e assenze calcolate potrebbero pesare sul piatto della bilancia. Soprattutto se si considera che il conflitto di interesse nei giorni scorsi è passato per soli 10 voti.
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