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Grigio
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MessaggioInviato: 17/05/2011, 16:44 
FINANZA/ Gli Usa preparano un nuovo “attacco” all’Europa

Visto che gli USA sono indebitati fino al collo… e il limite di legge è superato.. come faranno a pagare flotte …militari…ed altro… ? Il dollaro sta per finire la sua vita ?Dolbyjack

Detto fatto, la terza ondata di quantitative easing da parte della Fed è pronta! Nonostante proprio ieri il debito Usa abbia toccato il suo tetto legale di 14,3 trilioni di dollari, sempre più voci si fanno sentire in favore di una prosecuzione della politica monetaria espansiva che sta inondando il mondo con moneta a costo e valore facciale zero.

Giovedì scorso è stato il turno dell’economista di Princeton ed ex vice-governatore della Fed, Alan Blinder, che a Bloomberg ha dichiarato chiaramente che una «ulteriore espansione è necessaria», mentre venerdì si è alzata alta in cielo la voce del padrone: Goldman Sachs. Attraverso un report dal titolo “Fiscal Adjustment without Fed easing: a tall order”, a cura di Sven Jari Stehn, la banca d’affari sposa in pieno la tesi di Blinder, sottolineando che per migliorare la figura riguardante il mercato del lavoro, nuovamente in stato di deterioramento, è necessario un nuovo stimolo fiscale.

Un qualcosa di formalmente impossibile, stante la promessa del Congresso di tagli al deficit per 4 trilioni di dollari nei prossimi anni. Occorre, però, vedere come sostanziare e giungere a questi tagli: c’è chi vuole, come i Repubblicani, tagli alla spesa e chi, come i Democratici, punta a un innalzamento delle tasse per i più ricchi. Nonostante nessuno dei due approcci sia destinato a funzionare negli Stati Uniti senza un’austerity indotta da un crash obbligazionario sovrano, Goldman ha una certezza: nessuna riduzione del deficit può funzionare senza l’assistenza parallela della politica monetaria, sia essa un abbassamento dei tassi o un ulteriore programma di Qe.

In parole povere, l’unica cosa che può prevenire una contrazione dell’economia nei prossimi due anni di semi-austerity, è un’ulteriore espansione monetaria. E stante lo stallo politico a Washington, appare chiaro che la palla tornerà a breve nelle mani della Fed, la quale sta già facendo tutto quanto in suo potere per sgonfiare il prezzo delle commodities. Insomma, se come sembra l’unica alternativa è monetaria, prepariamoci a un terzo diluvio di denaro stampato in cantina.

Quanto sta accadendo è chiaro, Goldman ha ripreso il suo ruolo di supplenza rispetto alla politica per quanto riguarda l’economia Usa: d’altronde, un Congresso che per quattro mesi non è riuscito a trovare una soluzione per il tetto di debito che permettesse di sopravvivere ai prossimi 90 giorni - passati i quali, se non ci sarà un innalzamento, sarà default tecnico -, sembra aver quasi bisogno di qualcuno che operi in sua vece. E state certi, quando arriverà giugno e la parola default diverrà qualcosa di quotidiano, il buon Bernanke dovrà affrontare le grida isteriche di molti “esperti” che gli porranno l’alternativa tra deflazione e stampare moneta:

http://www.ilsussidiario.net/News/Econo ... pa/177446/


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MessaggioInviato: 17/05/2011, 19:14 
E adesso non se ne parla più.
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MessaggioInviato: 17/05/2011, 23:12 
il loro debito è 7/8 volte il ns.mentre il loro fatt.generale e circa 26 volte il ns.
se si considerano le sinergie militari/politiche in chiave economica e geopolitica di cui dispongono si stima tranquillamente si tratti di un potenziale di un'ottantina di volte il ns pil...meglio che pensiamo per noi,va'.


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MessaggioInviato: 19/05/2011, 19:31 
Altro che crescita boom. La Cina farà crack

di: WSI Pubblicato il 20 maggio 2011| Ora 16:30

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http://www.wallstreetitalia.com/article ... crack.aspx

New York - La crescita del Pil cinese sembra non avere ostacoli. Boom degli investimenti verso il dragone. Altro record per Pechino. Il top dei mercati emergenti. Quante volte avete letto dei titoli simili, in cui la performance degli ultimi anni della Cina veniva descritta come un qualcosa che ci avrebbe accompagnato ancora a lungo?

Eppure Mark Lapolla, global investment strategist per Knight Capital, non ne sarebbe così convinto. Sarebbe addirittura esterrefatto di come il mondo conti su un "regime comunista repressivo che controlla l’economia, che adotta numerose misure protezionistiche sul commercio e che viola innumerevoli diritti umani".

A suo dire l’economia cinese presenterebbe dei tratti che tanto ricordano il periodo precedente la grande depressione negli Stati Uniti o gli anni ’90 in il Giappone. Ne cita 8:

- Aumento della disparità di reddito, di potere d’acquisto e dell’educazione

- Rapida industrializzazione e movimento di lavoro

- Dati economici manipolati, poco trasparenti e ingannevoli

- Leverage eccessivo sulla classe emergente

- Bolla sia nel settore delle proprietà residenziali, che negli investimenti in infrastrutture

- Crescita incontrollata ed eccessivamente rapida del credito

- Ritardi nel trasferimento della crescita economica verso la domanda interna

- Una spirale prezzi/salari in eccessivo aumento



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 20/05/2011, 17:27 
In Spagna gli "indignados" preannunciano elezioni di fuoco

(Teleborsa) - Roma, 20 mag - La febbre da rivolte popolari sta travalicando Africa e Medio Oriente per approdare nella ricca Europa. I motivi del malcontento sono ben diversi, sia chiaro. Da una parte si chiede democrazia, dall'altra si vorrebbero standard di vita adatti ad un paese membro della Comunità economica europea.

Il "movimiento 15-M" spagnolo, anche detto degli "indignados", sta catalizzando in queste ore l'attenzione dei media mettendo in secondissimo piano le elezioni amministrative e regionali in Spagna di domenica. Su Twitter, per esempio, si parla solo di "spanish revolution".

Migliaia di persone sono attualmente accampate nella Puerta del Sol a Madrid, ma le manifestazioni si stanno diffondendo a macchia d'olio, con Barcellona e Granada già contagiate.

Gli "indignados" ce l'hanno sostanzialmente contro i due maggiori partiti spagnoli, quello socialista (Psoe) del premier Zapatero e il partito popolare (Pp) di Rajoy, e reclamano contro l'attuale modello politico ed economico chiedendo maggiori riforme sociali. Le categorie riunite nel movimiento 15-M sono quelle che più di tutte stanno sentendo il peso della crisi: giovani (per loro la disoccupazione è al 45%!), disoccupati in genere (21% della popolazione), precari e pensionati.

E', tra l'altro, una protesta bipartisan. Non importa chi voterà domenica l'indignato che ci si trova accanto, ognuno ha piena libertà di scelta. L'importante è che le cose cambino. Per questo si sfila in piazza e ci si abbraccia a vicenda, tanto per consolarsi della crisi.

In tutto questo inatteso parapiglia, i politici, un po' tristi per essere stati messi in secondo piano, sembrano quasi paralizzati. Molti media, anche nazionali, incolpano i leader di non aver ascoltato le tante voci disperate. Sembra che lo stesso Zapatero abbia preferito tenere un comizio in un luogo più sicuro piuttosto che affrontare un doloroso faccia a faccia con gli indignados. Insomma, si nota una certa freddezza. Ma forse i candidati sono solo basiti e storditi da tante novità tutte insieme.

Secondo Zapatero, la gente è scontenta soprattutto per la forte disoccupazione, e assicura che migliorerà nei prossimi mesi, anche grazie al turismo. Per quanto riguarda la fame di riforme sociali, il Premier pensa che questo governo è quello che ha raggiunto il miglior livello di protezione sociale.
Una sicurezza ostentata che potrebbe però passare per sordità.

Secondo molti quotidiani di stampo prettamente economico-finanziario le attuali vicende in Spagna potrebbero alterare l'attuale panorama politico e aumentare i già forti timori sulla situazione debitoria del Paese, spaventando i potenziali investitori esteri che lentamente tentano di riprendere fiducia nella nazione.

Domani è giorno di riflessione elettorale in Spagna. La Giunta elettorale ha vietato qualsiasi manifestazione di Piazza. Ma a Puerta del Sol non c'è la minima intenzione di levare le tende.

Se, come altamente probabile, domani non venisse rispettato il divieto, "il Ministero dell'Interno agirà bene, correttamente e con intelligenza" ha detto Zapatero. Ci mancherebbe...

http://finanza.repubblica.it/News_Detta ... 20&src=TLB


Ultima modifica di vimana131 il 20/05/2011, 17:28, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/05/2011, 22:56 
Allora, leggevo i messaggi precedenti sul FMI che lanciava allarmi, e mi trovo ora col FMI decapitato e con la Grecia subito declassata?!


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MessaggioInviato: 23/05/2011, 14:38 
Euribor: tracollo inevitabile, banche
hanno smesso di erogare prestiti


di: WSI Pubblicato il 23 maggio 2011| Ora 12:15

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http://www.wallstreetitalia.com/article ... stiti.aspx

Roma - Tasso Euribor a 3 mesi in calo, all’1,434% rispetto al precedente 1,435%, secondo quanto comunicato dall’European Banking Federation, l’organizzazione portavoce del mondo bancario e interlocutore con le istituzioni comunitarie di Bruxelles.

Crescono i timori sulla situazione economica europea dopo il taglio di rating della Grecia, il downgrade dell'Italia e le stime della Bundesbank di una crescita economica tedesca più lenta.

Il tasso Euribor (euro interbank offered rate), rappresenta il tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in euro tra le grandi banche europee.

Intanto lo spread (overnight indexed swap), indicatore della riluttanza delle banche a prestare, è salito a 28,1 punti base da 26,8 punti base.




La Grecia ha 2 mesi di cash
in cassa poi salta (default sicuro)


di: WSI Pubblicato il 23 maggio 2011| Ora 09:10

http://www.wallstreetitalia.com/article ... icuro.aspx

Attacchi concentrici contro bond e CDS di Grecia, Spagna e Italia, i paesi PIIGS nel mirino degli hedge funds. Mentre l'euro sta per sfondare al ribasso quota 1.40, arriva il rumor che Atene ha soldi in cassa per pagare gli interessi sul debito fino al 18 luglio, cioe' la Grecia ha 2 mesi di euro nelle casse del Tesoro poi salta. L'Europa in trincea difende un sistema basato sul debito che alimenta debito. Intanto ci sono i primi segnali su una quasi insolvenza della stessa Banca centrale europea.



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MessaggioInviato: 25/05/2011, 16:58 

COSA SUCCEDE SE LA GRECIA VA IN DEFAULT


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DI ANDREW LILICO
blogs.telegraph.co.uk

http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... n-default/

È quando, non se. I mercati finanziari semplicemente non sono sicuri se sarà domani, fra un mese, un anno o due anni (non più a lungo di così). Dopo che la BCE ha giocato la “carta finale”, questo comporta di esercitare il bailout sugli irlandese, minacciando la bancarotta del settore bancario del paese, e presumibilmente vedremo un altro bailout greco o un default nel giro di qualche giorno.

Cosa succede se la Grecia va in default. Ecco un po’ di cose:

- Tutte le banche greche saranno insolventi.

- Il governo greco nazionalizzerà tutte le banche greche.
- Il governo greco vieterà i prelievi dalle banche greche.

- Per prevenire la rivolta dei risparmiatori, come successo in Argentina nel 2002 (quando il presidente argentino dovette scappare in elicottero dal tetto del palazzo presidenziale per evitarsi un assalto), il governo greco dichiarerà un coprifuoco, forse addirittura le legge marziale.

- La Grecia ridenominerà tutti i suoi debiti in “Nuove Dracme” o in qualsiasi altro modo si chiami la nuova divisa (è lo stratagemma classico dei paesi insolventi).

- La Nuova Dracma si svaluterà dal 30 al 70 per cento (probabilmente intorno al 50 per cento, forse di più), facendo abbassare del 50 per cento o più dei debiti della Grecia denominati in euro.

- Gli irlandesi, nel giro di pochi giorni, fuggiranno dai debiti del loro sistema bancario.

- Il governo portoghese aspetterà di vedere il livello del caos raggiunto in Grecia prima di decidere se andare anche lui in default.

- Un numero di banche francesi e tedesche dovranno affrontare una quantità di perdite tali da non poter più avere i requisiti di capitalizzazione richiesti.

- La Banca Centrale Europea diventerà insolvente a causa dell’alta esposizione dovuta al debito del governo greco e ai debiti del settore bancario greco e di quello irlandese.

- I governi di Francia e Germania si incontreranno per decidere se (a) ricapitalizzare la BCE o (b) consentire alla BCE di stampare moneta per ripristinare la solvibilità. (Siccome la BCE ha una relativamente piccola esposizione denominata in divise extra-UE, potrebbe in linea di principio stampare per risolvere la situazione, ma questo è proibito dai suoi principi fondativi. A dire il vero, il Trattato dell’Unione vieta esplicitamente la forma di salvataggio usata per Grecia, Portogallo e Irlanda, ma anche se la cosa è così palesemente illegale non ha impedito che accadesse, e allora non è così ovvio che un’altra illegalità, attuata con la stampa di moneta, sia poi un grosso ostacolo.)

- Si ricapitalizzeranno e ricapitalizzeranno le loro banche, ma porranno fine a tutti i salvataggi.

- Ci sarà una strage nel mercato delle obbligazioni bancarie spagnole, quando i possessori di obbligazioni richiederanno la permuta del valore in azioni.

- Quest’affermazione potrebbe avere una ragione se gli spagnoli sceglieranno di scavalcare la struttura dei contratti in essere delle obbligazioni del settore bancario spagnolo, ricapitalizzando un numero di banche con i debt-equity swaps.

- I possessori di obbligazioni porteranno il settore bancario spagnolo di fronte alla Corte Europea dei Diritti Umani (e anche in altri tribunali), denunciando la violazione dei diritti di proprietà. Questi casi non andranno in giudizio per anni. Quando alla fine ci arriveranno, non ci sarà più nessuno che si preoccuperà.

- L’attenzione verrà rivolta alle banche britanniche. Poi si vedrà.…


***********************************

Fonte: http://blogs.telegraph.co.uk/finance/an ... -defaults/

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE



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Oddio, il rischio c'è. Ma dovete pensare che chi parla (Maria Damanaki, http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... ef=HREC1-8) è una politica. E nel linguaggio politico quello che ha detto non significa "la Grecia è sicuro che uscirà dall'Euro", ma "assicurateci i fondi per pagare l'FMI sennò usciamo". E' una minaccia (in politichese "pressione"), non un dato di fatto.


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La Grecia potrebbe uscire dall'euro?
ehi Germania... paura eh [}:)]



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[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
© Anonymous/The Irish Rovers
http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
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Grecia, "l'uscita dall'euro è ormai sul tavolo"
Lo scrive la commissaria Ue per la pesca Maria Damanaki

25 maggio, 18:47

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 68325.html

BRUXELLES - ''Lo scenario di una uscita della Grecia dall'euro ormai e' sul tavolo''. Lo ha scritto la Commissaria europea per la pesca, Maria Damanaki, in un intervento che compare sulla homepage del suo sito personale. ''Sono obbligata a parlare apertamente'' aggiunge la politica greca, esponente del Pasok attualmente al governo. ''Abbiamo la responsabilita' morale di guardare al dilemma con chiarezza: o troviamo un accordo con i creditori in modo che il nostro programma di duri sacrifici abbia risultati, oppure torniamo alla dracma''. Introducendo l'argomento, Damanaki afferma che ''la piu' grande conquista della Grecia nel dopoguerra, l'euro e (la presenza) del nostro paese nel mercato europeo e' in pericolo''.

ATENE - Il futuro della Grecia e' soltanto ''nel quadro dell'euro'' e non c'e' ''alcuna discussione'' di un'eventuale uscita dalla moneta unica. Lo ha detto il portavoce del governo greco Georges Petalotis, rispondendo alla domanda dei giornalisti se nei negoziati per risolvere la crisi del debito figuri anche l'ipotesi di un abbandono della divisa unica. ''No, non c'e' una simile discussione'', dice Petalotis. In una nota sulla homepage del suo sito personale Maria Damanaki, Commissaria Ue per la Pesca, scrive che ''lo scenario di una uscita della Grecia dall'euro ormai e' sul tavolo''.

PARIGI - La ripresa dell'economia mondiale sta divenendo piu' generale e in grado di sostenersi da sola tuttavia restano dei rischi potenziali e la crescita mostra due velocita' fra i paesi emergenti e quelli sviluppati che continuano a recuperare in maniera moderata. Queste le previsioni del rapporto semestrale Ocse secondo cui il tasso di disoccupazione dei paesi dell'area, la cui crescita del Pil si fermera' al 2,3% quest'anno contro il 4,2% del mondo, rimane ben al di sopra dei livelli pre-crisi con una stima in lieve calo al 7,9% che scendera' al 7,4% nel 2012.

ITALIA MANTENGA VIGILANZA SU CONTI, PESA DEBITO - L'Italia deve mantenere la stretta vigilanza sui conti pubblici dimostrata fino a ora a causa del suo alto debito rispetto al Pil. E' quanto chiede l'Ocse nel suo economic outlook secondo cui ''dopo aver raggiunto un deficit inferiore a quello previsto nel 2010'', ''il governo italiano sta mantenendo i suoi precedenti obiettivi di bilancio per il 2011 e 2012''. Cio' richiede, nota l'Ocse, ''un mantenimento dello stretto controllo sulla spesa e sugli ulteriori miglioramenti nelle entrate fiscali''. Questa vigilanza ''e' necessaria a causa dell'altro rapporto debito/Pil, seppure questo sia in via di riduzione nel 2012, oltre al probabile aumento nel costo del finanziamento del debito visto che i tassi di di interesse sono previsti in salita nel medio termine''. L'Ocse ricorda inoltre come il piano nazionale di riforme dell'esecutivo contenga una vasta lista di priorita' ''che deve essere effettivamente portata a termine in modo da migliorare il potenziale dell'economia e cosi' ridurre il peso del debito attraverso la crescita del Pil''.

GIAPPONE, DA SISMA IMPATTI MEDIO TERMINE ECONOMIA - Il sisma e successivo tsunami che ha colpito il Giappone non avrà impatti diretti sull'economia mondiale nel breve ma potrebbe averli nel medio termine in maniera indiretta, a causa dei problemi di produzione nei settori dell'auto e dell'elettronica. E' quanto scrive l'Ocse nel suo economic outlook in un focus dedicato al paese. L'economia giapponese, ricorda l'organizzazione, conta per l'8,7% del Pil mondiale e anche se dovesse verificarsi "un grande impatto negativo nelle importazioni in Giappone a causa del calo della domanda questo dovrebbe avere solo un piccolo effetto diretto". Tuttavia, nel medio termine, l'impatto indiretto "potrebbe essere più severo" a causa della riduzione delle esportazioni industriali giapponesi strettamente interconesse con la produzione in Europa e Stati Uniti, L'Ocse cita così gli episodi già verificatisi nell'industria dell'auto dove alcuni produttori hanno dovuto fermare la produzione temporaneamente a causa della scarsità di componenti provenienti dal Giappone. Problemi potrebbero sorgere anche nell'industria dell'elettronica che fornisce buoni quantitativi di prodotti specifici agli Stati Uniti.

PER ITALIA CRESCITA LENTA,OCCUPAZIONE NON DECOLLA - L'Italia continua a crescere in maniera lenta con un qualche rafforzamento atteso nel 2012 che vedrà un aumento del Pil di circa l'1,6% dopo l'1,1% di quest'anno. E' quanto stima l'Ocse nel suo economic outlook secondo cui la domanda mondiale stimolerà le esportazioni e anche la crescita degli investimenti dovrebbe riprendere a crescere. L'organizzazione nota comunque come "la disoccupazione scenderà solo lentamente in parte perché l'iniziale miglioramento della domanda sarà assorbita dalla riduzione dell' utilizzo del lavoro a tempo determinato"

ITALIA RISPETTERA' OBIETTIVI RIDUZIONE DEFICIT NEL 2012 - L'Italia dovrebbe raggiungere gli obiettivi di riduzione del deficit al 2012 previsti dal governo nel programma di stabilità. E' quanto si legge nell'Economic Outlook dell'Ocse secondo cui il deficit scenderà al 3,9% del Pil nel 2011 e al 2,6 l'anno successivo, in linea così con le stime dell'esecutivo (3,9 e 2,7%) e rispettando i parametri europei. Questo, spiega l'organizzazione, "dovrebbe essere più facile da raggiungere dato il miglioramento già visto nel 2010" con un calo dal 5,3 al 4,5%. "Va notato inoltre che le proiezioni sono basate su una più bassa, prudente aspettativa di crescita rispetto al precedente programma" il quale "conferma anche che il governo cercherà di portare il bilancio verso il pareggio nel 2014". Un obiettivo "importante se il rapporto debito/Pil sarà ridotto nel medio termine, visto che i tassi di interesse in rialzo potrebbero generare un aumento del finanziamento a servizio del debito".

REHN, GRECIA CASO PIU' DIFFICILE TRA I PAESI SALVATI - "La Grecia è il caso più difficile" fra i tre Paesi che hanno ricevuto il salvataggio targato Ue-Fmi. Lo ha detto il Commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, durante una tavola rotonda a Parigi organizzata dall'Ocse, secondo quanto scrive Bloomberg. Il Commissario ha sottolineato che la Ue è riuscita a contenere la crisi in Grecia, Irlanda e Portogallo.

TREMONTI, AVANZA TEMA REGOLE GLOBALI PROPOSTO DA ITALIA - Le regole del 'global standard' proposte dall'Italia al G8 "stanno avanzando" e si nota "un progresso rispetto all'anno scorso". E' quanto afferma il ministro dell'Economia Giulio Tremonti arrivando alla riunione ministeriale dell'Ocse. "L'anno scorso c'era la presidenza italiana. Siamo venuti a vedere come si coltiva la vigna delle regole" ha spiegato, ricordando come "la vigna fu piantata dalla presidenza italiana del G7-G8 e sta avanzando e quanto propone l'Ocse sulle regole: integrity, trasparency, property è assolutamente un progresso rispetto all' anno scorsò. Il ministro dell'economia ha ricordato che certo, "si tratta di un processo. Non hai tutto istantaneo, ma è importante. E' fondamentale che le regole devono farle i governi, la politica, le organizzazioni internazionali come questa". Questi soggetti "devono proporle, farle avanzare, non sono una cosa privata e non sono una cosa solo finanziaria. I tre principi riguardano tutto lo spettro dell'economia ma soprattutto la morale e i comportamenti".

GURRIA; S&P SU ITALIA? NOSTRO GIUDIZIO INVARIATO - La recente decisione di Standard and Poor's di tagliare l'outlook dell'Italia non "cambia per nulla la nostra valutazione" sul paese recentemente espressa. E' quanto afferma il segretario generale dell'organizzazione Angel Gurria a margine della presentazione dell'economic outlook cui segue la riunione ministeriale. "Noi non siamo un'agenzia di rating - ha spiegato - siamo l'Ocse e meno male". Fonti dell'organizzazione hanno d'altra parte sottolineato come le agenzie di rating stiano continuando a produrre effetti prociclici attraverso le loro decisioni sui rating degli stati sovrani. Gurria ha detto poi di non voler commentare "cifre non ufficiali" a chi gli chiedeva di una possibile manovra aggiuntiva da 40 miliardi per garantire il pareggio di bilancio al 2014.

DRAGHI, DA CRISI DEBITO SERI RISCHI PER LA CRESCITA - La crisi del debito pone "seri rischi per la crescita", anche se il sistema finanziario è "in via di guarigione". Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi durante una conferenza a Berlino, riferisce la Bloomberg. Secondo Draghi, inoltre, il problema posto dagli elevati livelli di debito e deficit pubblico in alcuni Paesi rappresenta "una grande sfida". Per il governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Board, la risposta coordinata alla crisi è stata "molto efficace e tempestiva". Draghi, nel suo intervento intitolato 'Gestire l'eredità della crisì, ha spiegato che "la ripresa dell'economia mondiale continua. Nel complesso il Pil quest'anno dovrebbe espandersi del 4,4%, nelle economie emergenti del 6,5%. I timori di una doppia recessione sono diminuiti rispetto ad alcuni mesi fa. E il sistema finanziario, nel complesso, è in via di guarigione". Tuttavia - avverte il governatore designato dall'Eurogruppo alla presidenza della Banca centrale europea - "la crisi non è finita" e la crescita globale, pur avendo guadagnato robustezza, è "molto disomogenea" e rimane "con l'eccezione della Germania rimane debole nelle economie avanzate" e "troppo lenta per risanare seriamente i bilanci e i tassi di disoccupazione". Esistono inoltre - avverte Draghi - "significativi" rischi al ribasso per la crescita globale creati dall'alto indebitamento: "per preservare le prospettive di crescita sono decisive - è l'invito del governatore - disciplina fiscale e politiche credibili orientate all'offerta". Altro fattore che mette a rischio la solidità della crescita globale è l'inflazione, tanto nelle economie avanzate che in quelle emergenti: "di fronte a rischi inflazionistici accresciuti, c'é maggiore necessità di procedere con una normalizzazione della politica monetaria" che globalmente rimane "accomodante". Anche l'Unione europea - cui è dedicata una sezione dell'intervento di Draghi - necessita di stabilità dei prezzi, disciplina fiscale e politiche nazionali che portino alla crescita: "la prima è stata assicurata dalla Bce, ma in alcuni PAesi non abbiamo la seconda e la terza".

'INFLAZIONE PUO' MINARE SOLIDITA' CRESCITA' - L'inflazione può minare la "solidità" della crescita globale e le condizioni monetarie a livello globale continuano ad essere accomodanti. Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi durante la conferenza a Berlino. Draghi - riferisce la Bloomberg - ha aggiunto che la politica monetaria dovrà prendere in considerazione l'andamento dei prezzi

'SUCCESSO UNIONE MONETARIA HA SUPERATO ASPETTATIVE' - Il successo dell'Unione monetaria europea è andato ben oltre le nostre aspettative". Lo ha detto a Berlino il governatore della Banca d'Italia e presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, sottolineando che "bisogna mantenere questo successo"

'BCE HA RISPOSTO IN MODO EFFICACE E TEMPESTIVO' - "La Bce ha risposto alla crisi molto bene, in modo molto efficace e tempestivo". Lo ha detto a Berlino il governatore della Banca d'Italia e presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, mettendo in evidenza anche che "la credibilità della Bce nell'ancorare le aspettative di inflazione ha pagato molto durante la crisi"

GOVERNATORE LODA GERMANIA, ECCEZIONE FRA ECONOMIE AVANZATE - La Germania può essere un modello economico e sociale e del resto la sua economia è l'unica fra quelle avanzate a registrare una crescita davvero robusta. Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia, è tornato a ribadirlo nel corso di una conferenza economica organizzata a Berlino dalla Cdu, il principale partito al governo. Draghi ha evidenziato dapprima la "notevole eccezione" della Germania rispetto ad una ripresa che rimane troppo lenta e debole nelle economie avanzate. E poi ha richiamato le politiche dei governi nazionali alle loro responsabilità. "La Germania é un utile esempio anche guardando alla sua storia", ha detto Draghi richiamandosi ad un dibattito cui fu invitato da Hans Tietmeyer, ex presidente della Bundesbank, due anni fa. "Come la crisi ha evidenziato, la fede dogmatica nei meccanismi di mercato che si correggono da soli è pericolosa". Ma allo stesso tempo, la prosperità delle persone "dipende dalla responsabilità individuale verso noi stessi e la società, e nella libertà e competizione come motori di crescita". "Sono convinto - conclude Draghi - che ancora oggi ci sia una lezione cruciale da imparare dall'esperienza dell'economia sociale di mercato".



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 26/05/2011, 14:08 
Speriamo che si decida anche l'Italia ad uscire da quella moneta sanguisuga, bene ha fatto l'Inghilterra a starne fuori.

Comunque da più parti ci sono segni di cedimento per l'Europa, sempre nella speranza che non usino gli eserciti per convincere con la forza, la guerra di secessione americana insegna e purtroppo la storia è ciclica.



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MessaggioInviato: 26/05/2011, 17:03 
Massì, torniamo al medioevo feudale. Meglio zecchini, carlini, tarì e fiorini.


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Cita:
sezione 9 ha scritto:

Massì, torniamo al medioevo feudale. Meglio zecchini, carlini, tarì e fiorini.


Continuiamo a fare i servi della BCE.

Poi più medioevo di questo, manca solo la peste nera per il resto c'è tutto compresa la sudditanza a Israele e all'America.



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