In Spagna gli "indignados" preannunciano elezioni di fuoco
(Teleborsa) - Roma, 20 mag - La febbre da rivolte popolari sta travalicando Africa e Medio Oriente per approdare nella ricca Europa. I motivi del malcontento sono ben diversi, sia chiaro. Da una parte si chiede democrazia, dall'altra si vorrebbero standard di vita adatti ad un paese membro della Comunità economica europea.
Il "movimiento 15-M" spagnolo, anche detto degli "indignados", sta catalizzando in queste ore l'attenzione dei media mettendo in secondissimo piano le elezioni amministrative e regionali in Spagna di domenica. Su Twitter, per esempio, si parla solo di "spanish revolution".
Migliaia di persone sono attualmente accampate nella Puerta del Sol a Madrid, ma le manifestazioni si stanno diffondendo a macchia d'olio, con Barcellona e Granada già contagiate.
Gli "indignados" ce l'hanno sostanzialmente contro i due maggiori partiti spagnoli, quello socialista (Psoe) del premier Zapatero e il partito popolare (Pp) di Rajoy, e reclamano contro l'attuale modello politico ed economico chiedendo maggiori riforme sociali. Le categorie riunite nel movimiento 15-M sono quelle che più di tutte stanno sentendo il peso della crisi: giovani (per loro la disoccupazione è al 45%!), disoccupati in genere (21% della popolazione), precari e pensionati.
E', tra l'altro, una protesta bipartisan. Non importa chi voterà domenica l'indignato che ci si trova accanto, ognuno ha piena libertà di scelta. L'importante è che le cose cambino. Per questo si sfila in piazza e ci si abbraccia a vicenda, tanto per consolarsi della crisi.
In tutto questo inatteso parapiglia, i politici, un po' tristi per essere stati messi in secondo piano, sembrano quasi paralizzati. Molti media, anche nazionali, incolpano i leader di non aver ascoltato le tante voci disperate. Sembra che lo stesso Zapatero abbia preferito tenere un comizio in un luogo più sicuro piuttosto che affrontare un doloroso faccia a faccia con gli indignados. Insomma, si nota una certa freddezza. Ma forse i candidati sono solo basiti e storditi da tante novità tutte insieme.
Secondo Zapatero, la gente è scontenta soprattutto per la forte disoccupazione, e assicura che migliorerà nei prossimi mesi, anche grazie al turismo. Per quanto riguarda la fame di riforme sociali, il Premier pensa che questo governo è quello che ha raggiunto il miglior livello di protezione sociale.
Una sicurezza ostentata che potrebbe però passare per sordità.
Secondo molti quotidiani di stampo prettamente economico-finanziario le attuali vicende in Spagna potrebbero alterare l'attuale panorama politico e aumentare i già forti timori sulla situazione debitoria del Paese, spaventando i potenziali investitori esteri che lentamente tentano di riprendere fiducia nella nazione.
Domani è giorno di riflessione elettorale in Spagna. La Giunta elettorale ha vietato qualsiasi manifestazione di Piazza. Ma a Puerta del Sol non c'è la minima intenzione di levare le tende.
Se, come altamente probabile, domani non venisse rispettato il divieto, "il Ministero dell'Interno agirà bene, correttamente e con intelligenza" ha detto Zapatero. Ci mancherebbe...
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vimana131 il 20/05/2011, 17:28, modificato 1 volta in totale.