DIANA, ISIDE E LA BEFANA. LE JANARE E L’UNGUENTO DELLE STREGHE. SCIAMANESIMO E STREGONERIA. (2° parte): Le leggende sulle streghe, e in particolar modo le janare del Beneventano, raccontano che esse conoscevano la formula di un prodigioso unguento, detto appunto l’unguento delle streghe, che spalmato sul corpo dava loro il potere di volare o di trasformarsi in qualche animale per poter andare al sabba, la festa di Diana che si svolgeva nella notte fra sabato e domenica (nel Paesi Baschi invece pare che avvenisse fra venerdì e sabato) o durante il plenilunio. Di recente, si è riuscito a capire cosa fosse tale unguento delle streghe, e quali fossero i suoi reali effetti. Sapendo la sua vera natura, vediamo che le parole del Canon Episcopi, che dichiarava i prodigi della stregoneria essere solo delle illusioni e degli autoinganni, assumono una nuova luce. Il famoso unguento sarebbe stato in realtà una mescolanza di erbe velenose dalle proprietà allucinogene: aconito, stramonio e belladonna, che se ingeriti (soprattutto la stramonio è velenosissimo) causano la morte, se invece amalgamati nelle giuste dosi assieme a del grasso o dell’olio per formare l’unguento, e spalmati sul petto e sotto le ascelle come avrebbero fatto appunto le streghe, avrebbero dato luogo ad allucinazioni molto vivide, per cui il soggetto crede veramente di essere in volo verso luoghi lontani, o di trasformarsi in un animale, in compagnia degli altri membri della Società di Diana, e di poter volare al suo seguito e di poter incontrare la Dea e altri spiriti della notte e della natura. Sui nostri antenati però questa pericolosa mistura avrebbe avuto un effetto più intenso di quello che avrebbe avuto su di noi, in quanto la nostra pelle è più integra, libera da escoriazioni e parassiti come i pidocchi, per cui le sostanze allucinogene su di noi farebbero meno effetto (adesso spero che nessuno si metterà a fare esperimenti strani con le poche e imprecise indicazioni che ho dato…). Comunque, sapendo questo, se ne deduce in pratica che le streghe erano sovente, di fatto, delle sciamane. Lo sciamano, parola che deriva da un termine degli Americani Nativi che significa “uomo-medicina” era, se vogliamo, uno stregone e un guaritore fra i cui compiti c’era quello di entrare in una sorta di trance visionaria, di “viaggio” allucinogeno che per lui (o lei) era di fatto un viaggio reale nel mondo degli spiriti, per poter parlare con loro e chiedere favori per la comunità a cui apparteneva. Lo scopo della Società di Diana doveva essere più o meno lo stesso: l’unguento delle streghe permetteva loro di uscire dallo stato di coscienza normale per poter “viaggiare” al seguito di Diana e agli altri spiriti della natura, per poterne trarre benefici per sé e per le comunità agricole a cui appartenevano. A supporto di questo, è il caso di parlare di un’altra tradizione riguardo le streghe: esse credevano che ogni 6 gennaio Diana uscisse in volo sopra i campi assieme al suo seguito di spiriti e streghe, per benedirli e permettere un buon raccolto in primavera. Sapendo questo, molte tradizioni assumono una luce diversa ed esplicativa. Innanzitutto, bisogna guardare alle tradizioni sulla Befana. Il termine “befana” deriva da una corruzione del termine greco “epifania” che significa manifestazione ed è riferita alla presentazione di Gesù al Tempio, ma il personaggio della Befana non ha assolutamente niente a che fare con la tradizione cristiana. Chi sia la Befana, non si sa. Anche se c’è qualche tradizione che cerca di infilarla da qualche parte delle Sacre Scritture (come per esempio la leggenda che racconta che sarebbe in realtà una delle madri i cui figli sarebbero stati sterminati nella Strage degli Innocenti voluta da Erode), di fatto non entra in alcun modo nella tradizione delle figure “fiabesche” della tradizione cristiana, come Babbo Natale, che è in realtà San Nicola di Bari, o i Re Magi. La Befana non è una santa cristiana, e anzi appare molto simile a una strega, dato che è una vecchia che vola su una scopa, esattamente come una strega. Ma poi, perché diavolo la Befana e le streghe avrebbero dovuto volare in cielo con una scopa? Perché proprio una scopa e non un badile o un tappeto o una slitta o qualsiasi altra cosa? Se noi cerchiamo di dare un significato ai simboli alla luce di quello che ho appena detto sul conto di Diana, tutto ci appare più chiaro e comprensibile. Pensiamo poi a certi riti dell’Epifania che consistono nel “bruciare la vecchia”, una sorta di spaventapasseri di paglia che rappresenta la Befana, e che appaiono anch’essi molto simili a certi riti pagani propiziatori presenti nell’antichità e nel Medioevo in tutta Europa. Se Diana davvero volava sopra i campi per benedirli il 6 gennaio, è probabile che la scopa le servisse per spazzare via i malanni, le disgrazie dell’anno vecchio, e che lei stessa avesse l’aspetto di una vecchia, prima del rinnovamento del nuovo anno. La scopa è lo strumento con cui la donna, la madre, la casalinga spazza via la sporcizia dalla casa. Diana, che è la madre della natura e la cui casa è il mondo stesso, ogni anno “puliva” la terra all’inizio dell’inverno per preparare la primavera, volando con la sua scopa, e le sue seguaci facevano altrettanto per aiutarla. Almeno, questa è la spiegazione più semplice che viene alla mente, considerando tutti i dati precedenti. Questa tradizione doveva essere così radicata nelle campagne, poiché ritenuta essenziale per il benessere delle comunità agricole, che la Chiesa Cattolica non poté sradicarla, e perciò cercò di togliere il carattere pagano alla festa del 6 gennaio, così come aveva fatto per altre feste e per alcune divinità particolarmente amate, trasformandole in santi cristiani. La Befana-Diana però non riuscì a trasformarla in una santa: troppo simile a una strega. Si limitò a sottacere il fatto che avesse un’origine pagana, e la lasciò vivere come innocua vecchietta che porta i dolci ai bambini. Da qui poi si comprende anche il significato del nome delle janare: esse davvero dovevano essere le “ianuariae”, le donne di gennaio, il cui nome significa che è il mese che “apre” il nuovo anno e annuncia l’allungarsi dei giorni e la promessa dell’arrivo dei giorni. Il mese di Diana-Ianua, Porta della Vita e della Luce. Esse seguivano in massa Diana nel cielo per compiere il sacro rito del rinnovamento, e lo facevano tramite l’unguento delle streghe. Il Canon Episcopi poi fece le sue considerazioni: le streghe erano delle povere autoilluse che credevano di poter volare e trasformarsi, anche se a quel tempo non si aveva ancora conoscenza dei reali effetti degli allucinogeni. Nel prossimo post parlerò del destino del culto di Diana nell’epoca moderna, e conseguentemente delle streghe di oggi.
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