04/06/2011, 23:50
Cecco ha scritto:
Per Chimofafà
***(Testimonium Flavianum), certamente interpolato:***
Sai darci una risposta, o motivo del perche gli esegeti
hanno avuto bisogno di queste interpolazioni? [PERCHE?]
Egesippo, Eusebio, Origene sono verità, lo dicono loro!
Ma Celso! non per quello scritto di sua mano e fatto sparire,
ma riportato dal veritiero Origene. Che peso diamo a questa frase;
<< Colui al quale [size=150]avete dato il nome di Gesù in realtà non era che il capo di una banda di briganti………..>>.
Gesù non è il suo nome, ma voi ce lo avete chiamato.
Domande per te: come si chiamava il capo della banda di briganti?
Quello che riporta Origene di Celso, è verità o una balla?
Se è una balla, che bisogno aveva Origene di far conoscere ai posteri le balle di Celso?
Saluti con stima Cecco
[/size]
Sai darci una risposta, o motivo del perche gli esegeti
hanno avuto bisogno di queste interpolazioni? [PERCHE?]
<< Colui al quale avete dato il nome di Gesù in realtà non era che il capo di una banda di briganti………..>>.
Gesù non è il suo nome, ma voi ce lo avete chiamato.
come si chiamava il capo della banda di briganti?
05/06/2011, 06:35
L'Egregio Sig. Chimofafà scrive:
<< Colui al quale avete dato il nome di Gesù in realtà non era che il capo di una banda di briganti………..>>.
Gesù non è il suo nome, ma voi ce lo avete chiamato.
come si chiamava il capo della banda di briganti?
Francamente non ho questo riferimento, se posti cortesemente il cfr o la fonte da dove l'hai attinto.
L'Egregio Sig. chimofafà scrive:
Io posso dirti quello che penso attualmente, per l'idea che via via mi sto facendo, e sono pronto a modificarla previo argomentazioni.
05/06/2011, 09:03
Carissimo amico chimofafà anche io nostante abbia ricercato nei testi specifici di Contro Celso la frase "<< Colui al quale avete dato il nome di Gesù in realtà non era che il capo di una banda di briganti………..>>.
Gesù non è il suo nome, ma voi ce lo avete chiamato.
spesso sento la mancanza del Gesù di Nazareth e inconsciamente nutro sempre la speranza di ritrovarlo
05/06/2011, 10:36
05/06/2011, 10:43
Egregio Sig. chimofafa scrive:
Quello che puoi trovare e non certo tramite analisi storiche, è l'idea che di Gesù ciascuno di noi si è fatta o si era fatta, cioè Cristo è un fatto metafisico e non storico, che passa attraverso la coscienza dei singoli, la quale ha anche un bisogno primario di "spiritualità". Cristo è la materia prima con cui l'establishment della Chiesa (composta da un collegio di filosofi) soddisfa le esigenze dei "consumatori", comunque questa conclusione è possibile modularla come si vuole. Il Gesù a cui vorresti riferirti tu, non lo troverai mai attraverso la storia, il credere non passa attraverso conferme storiche.
05/06/2011, 11:13
L'Egreio Sig. Cecco scrive:
Io non so se questo riportato sia veritiero o meno, so solo che i suoi apostoli-briganti erano [Sicari, vadasi Simone e la fine dei poveri Anania e Zafira, erano "BONAERGHE", non figli del tuono, ma della vendetta, ed erano "ZELOTI
05/06/2011, 17:06
Giovanni dalla Teva ha scritto:Egregio Sig. chimofafa scrive:
Quello che puoi trovare e non certo tramite analisi storiche, è l'idea che di Gesù ciascuno di noi si è fatta o si era fatta, cioè Cristo è un fatto metafisico e non storico, che passa attraverso la coscienza dei singoli, la quale ha anche un bisogno primario di "spiritualità". Cristo è la materia prima con cui l'establishment della Chiesa (composta da un collegio di filosofi) soddisfa le esigenze dei "consumatori", comunque questa conclusione è possibile modularla come si vuole. Il Gesù a cui vorresti riferirti tu, non lo troverai mai attraverso la storia, il credere non passa attraverso conferme storiche.
Ma se la storia mi dice che non è esistito storicamente a cosa devo credere?
Io cerco di studiare con estrema onestà e obbiettività intellettuale la storia nella speranza di riscontrare qualche errore storico alle mie convinzioni, basate su stuidi storici, che mi portono a credere alla non esistenza di Gesù di Nazaret, ma bensì al personaggio storico in parte censurato del primogenito di Giuda il Galileo.
Un caro saluto.
Ma se la storia mi dice che non è esistito storicamente a cosa devo credere?
basate su stuidi storici,
« Colui al quale avete dato il nome di Gesù
(Celso, Contro i Cristiani, traduzione, premessa e note di Rizzo S., Biblioteca Universale Rizzoli, 1989)
Io non so se questo riportato sia veritiero o meno, so solo che i suoi apostoli-briganti erano [Sicari, vadasi Simone e la fine dei poveri Anania e Zafira, erano "BONAERGHE", non figli del tuono, ma della vendetta, ed erano "ZELOTI" i quali dicevano: “Lc 9,54 ”Veduto ciò, i suoi discepoli Giacomo e Giovanni dissero: Signore, vuoi tu che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?” DERUBAVANO; UCCIDEVANO E INCENDIAVANO LE CASE DEI MALCAPITATI] Celso o chiunque abbia scritto quella frase ricalca perfettamenteil la sua e loro vera identità.
Celso o chiunque abbia scritto quella frase ricalca perfettamenteil la sua e loro vera identità.
05/06/2011, 18:27
05/06/2011, 19:12
L'egreio Sig. chimofafa scrive:
Giovanni, la storia o se vuoi anche intendere come la tradizione dei manoscritti, su un certo Gesù dice che è esistito
L'Egregio Sig. chimofafa scrive:
Ad essere sincero vedo molto anticlericalismo e questo può avere una certa influenza nel dibattito anche con la contraparte che si "attacca".
Si ma le tesi, con tutti gli studi che vuoi, come vedi e per come stiamo procedendo non reggono,
Sull'altro termine "boanergher", ha già detto Don Silvio nel breve documento in risposta a Cascioli (nota 98 pag. 29).
Per quanto riguarda Lc 9,54, tra l'altro il passo non ha paralleli negli altri evangelisti, è un evangelista estremamente attento a non mettere in cattiva Luce Gesù, infatti lima parecchio, non credo proprio che ci sia qualche allusione "storica" di natura zelota. Teologicamente il passo vuole fare risaltare la bontà di Gesù.
05/06/2011, 22:07
Giovanni dalla Teva ha scritto:L'egreio Sig. chimofafa scrive:
Giovanni, la storia o se vuoi anche intendere come la tradizione dei manoscritti, su un certo Gesù dice che è esistito
Attualmente non sono d'accordo, attualmente credo sia esistito storicamente, il primogenito figlio di Giuda il Galileo.
L'evangelista Matteo così scriveva in 26,69 del suo vangelo:"Anche tu eri con Gesù, il Galileo!"; non sapendo che Giuseppe Flavio avrebbe scritto:
"Fu allora che un certo Menahem, figlio di Giuda detto il galileo un dottore assai pericoloso che già ai tempi di Quirinio aveva rimproverato ai giudei di riconoscere la signoria dei romani quando già avevano Dio come signore, messosi alla testa di alcuni fidi raggiunse Masada," Guerra Giudaica II,433:
Il Galileo riportato dall'evangelista Matteo in 26.69 non poteva essere la stessa persona detto il Galileo riportato da Giuseppe Flavio in Guerra Giudaica II, 433.
Infatti sempre da Giuseppe Flavio noi sappiamo che Giuda il Galileo negli anni 30 d.c., avrebbe avuto più di 80 anni, osservando questo suo scritto:"Antichità giudaiche libro XVII, 27; "V'era Giuda (il Galileo) figlio del capo bandito Ezechia, che era stato uomo di grande potere e fu catturato da Erode solo con molta difficoltà." Ora sempre da Giuseppe Flavio in Antichità Giudaiche libro XIV, 159: "Venuto a sapere (riferito a Erode il Grande) che Ezechia un capo bandito, con un numeroso seguito, infestava ai confini della Siria con una numerosa banda, lo catturò e l'uccise, e con lui molti banditi che erano con lui" e tutto questo avvenne circa nel 47 a.c.. Perciò Giuda il Galileo è nato prima del 47 a.c. e appare logico che Gesù, il Galileo di cui tratta l'evangelista Matteo in 26,69 crocifisso negli anni 30 d.c. sia stato proprio suo figlio, molto probabilmente il primogenito.
Questo figlio primogenito di Giuda il Galileo lo troviamo anche sotto il nome censurato di "costui" nel vangelo di Marco 6,3: "Non è costui il falegname,il figlio di Maria, il fratello di Giacomo,di Giuseppe, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?", perchè noi sappiamo per certo, che Giacomo e Simone furono due figli di Giuda il Galileo crocifissi negli anni 44/46 d.c. sotto il governatore Tiberio Alessandro; Antichità Giudaiche libro XX, 102: "Oltre a ciò, Giacomo e Simone, figli di Giuda Galileo, furono posti sotto processo e per ordine di Alessandro, vennero crocefissi; questi era il Giuda che - come ho spiegato sopra ~ aveva aizzato il popolo alla rivolta contro i Romani, mentre Quirino faceva il censimento in Giudea."
Sicuramente questo figlio primogenito di Giuda il Galileo lo troviamo in croce con sopra il titolo riportato dal vangelo di Mc.15,26: "Il re dei Giudei" infatti, sempre da Giuseppe Flavio noi sappiamo che pure suo padre Giuda il Galileo ambiva agli onori reali, Antichità giudaiche libro XVII, 27; "V'era Giuda (il Galileo) figlio del capo bandito Ezechia, che era stato uomo di grande potere e fu catturato da Erode solo con molta difficoltà. Questo Giuda, a Seffori, in Galilea, mise insieme un numero di uomini disperati e assalì il palazzo reale, prese tutte le armi che vi erano immagazzinate, armò ognuno dei suoi uomini e se ne andò con tutte le proprietà che potè prendere. Divenuto ormai lo spavento di tutti, depredava quanti incontrava, aspirava a cose sempre più grandi, la sua ambizione erano ormai gli onori reali, premio che egli si aspettava di ottenere non con la pratica della virtù, ma con la prepotenza che usava verso tutti."
Giuda prese il sopranome di Galileo perchè a capo di un gruppo "Galilaios" che identificava una parte del movimento insurrezionale nazional religioso e social giudaico che trovava aderenti e operava proprio in Galilea, Antichità giudaiche libro XVII, 27: "Questo Giuda, a Seffori, in Galilea, mise insieme un numero di uomini disperati e assalì il palazzo reale, prese tutte le armi che vi erano immagazzinate, armò ognuno dei suoi uomini e se ne andò con tutte le proprietà che potè prendere."
Possiamo apprendere dei "Galilaios" anche dal vangelo di Luca 13,1: "In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici."
Quindi il termine Galileo non deriva dalla località geografica di provenienza, perchè sappiamo da Antichità Giudaiche libro XVIII, 4: "Ma un certo Giuda, un Gaulanita della città chiamata Gamala,......." che non era una città della Galilea, infatti la sua città era Gamala in Gaulanitide una regione al confine con la Siria, dove proprio aveva combattuto suo padre Ezechia, Antichità Giudaiche libro XIV, 159: "Venuto a sapere (riferito a Erode il Grande) che Ezechia un capo bandito, con un numeroso seguito, infestava ai confini della Siria con una numerosa banda".
La fortezza di Gamala in precedenza era stata conquistata dall'Asmoneo Alessandro Janneo, Antichità Giudaiche libro XIII, 394 e quindi anche Ezechia doveva essere un parente del suo ultimo conquistatore. Ora noi sappiamo che pure Gesù, il Galileo di Mt 26,69 come suo padre Giuda il Galileo, era cresciuto a Gamala, e ce lo conferma indirettamente l'evangelista Luca 4, 29-30. ".......lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro se ne andò." dove descrive esattamente le caratteristiche della città di Gamala e non di Nazareth.
Giuda il Galileo fondatore della setta dei sicari era chiamato da Giuseppe Flavio dottore (fariseo) della legge. E' dunque nell'ambito del fariseismo che è sorta la setta dei sicari.
Ma anche Gesù è chiamato rabbi, maestro, che è il titolo aramaico che spetta al dottore (fariseo) della legge, e benchè si possa seriamente dubitare che Gesù abbia avuto una formazione specifica nella scuola degli scribi, non c'è dubbio che come un rabbi fariseo egli si presentasse, che insegnava nelle sinagoghe e si circondava di discepoli.
L'insegnamento e l'interpretazione della legge erano sicuramente una caratteristica principale sia del padre sia del figlio. Entrambi venivano percepiti da numerosi ebrei di quel tempo e luogo, non solo come rabbi ma anche come profeti e potenziali Messia, predicatori e annunciatori del regno dei cieli. Una realtà di un popolo oppresso che aspirava alla libertà fiducioso nel suo Dio, e perciò convinto della vittoria finale sull'invasore romano. In entrambi l'idea della signoria di Dio è infatti al centro della loro predicazione. Il loro annuncio del regno di Dio, soprattutto nell'ambiente galilaico dove nasce e si sviluppa per entrambi la loro predicazione, generò speranze messianiche con implicazioni politiche in quella gente che sono percepibili tuttora nei vangeli.
La loro condanna a morte, da parte del potere romano è la conferma indiscutibile. Importante notare pure che il figlio, incomincia ad operare nella scena della Galilea, dopo la morte del padre.
L'Egregio Sig. chimofafa scrive:
Ad essere sincero vedo molto anticlericalismo e questo può avere una certa influenza nel dibattito anche con la contraparte che si "attacca".
Io non ho anticlericalismo, io amo e rispetto tutto e tutti di qualsiasi fede o religione o atei, compreso Lei Signor chimofafa.
Si ma le tesi, con tutti gli studi che vuoi, come vedi e per come stiamo procedendo non reggono,
Ma Lei sa quello che io ho trovato confrontando gli studi di Emilio Salsi con i vangeli? Alle domande che Lei mi pone, io Le ho sempre risposto.
Sull'altro termine "boanergher", ha già detto Don Silvio nel breve documento in risposta a Cascioli (nota 98 pag. 29).
L’amanuense cristiano, con lo pseudonimo di “Giovanni detto anche Marco” - che trascrisse in greco un vangelo aramaico primitivo - nel versetto (Mc 3,17) riportò il vocabolo “#946;#959;#945;#957;#8134;#961;#947;#949;'#962;” (leggi “Boanergés”) e lo tradusse con la espressione “#933;#7985;ò#953; #946;#961;#959;#957;#964;#8134;#962;" (leggi “Uiòi Brontés”) che vuol dire “Figli del Tuono”. Egli intese, volutamente, documentare la voce come se quel concetto fosse testimoniato da un cittadino ellenico dell’epoca.
E’ oggi accertato che nessun greco di allora avrebbe mai detto o scritto “#946;#959;#945;#957;#8134;#961;#947;#949;'#962;” (Boanergés) per significare “Figli del Tuono” ma si sarebbe limitato a dire o scrivere “#933;#7985;ò#953; #946;#961;#959;#957;#964;#8134;#962;“.
Infatti, in tutta la letteratura greca classica, “#946;#959;#945;#957;#8134;#961;#947;#949;'#962;”, citato nel vangelo, è l’unico caso ove ricorre tale vocabolo; ne consegue che la parola non può avvalersi di alcuna etimologia pur se scritta in tale lingua ed è quanto risulta nei vocabolari.
In realtà la fonetica è di origine ebraica, non greca, e il suo etimo lo ritroviamo in due sezioni del lemma: il primo, “boan e”, un modo di “bèn e” che significa “figli di”; il secondo, “rgés” la cui radice semitica indica “ira” o “collera”. Pertanto “#946;#959;#945;#957;#8134;#961;#947;#949;'#962;” (“Boanergés”) vuol dire “Figli dell’ira” o “Figli della collera”.
Dunque la proposizione “Figli del Tuono”, secondo il progetto dello scriba cristiano che lo riferì, esprime un concetto riduttivo e fuorviante rispetto all’originale vocabolo aramaico il quale, effettivamente, rivela il medesimo intento ribelle nazionalista degli altri fratelli Zeloti.
per comprendere le parole in greco non riportate
dal Sig. Emilio Salsi
http://www.vangeliestoria.eu/approfondimento.asp?ID=3
Per quanto riguarda Lc 9,54, tra l'altro il passo non ha paralleli negli altri evangelisti, è un evangelista estremamente attento a non mettere in cattiva Luce Gesù, infatti lima parecchio, non credo proprio che ci sia qualche allusione "storica" di natura zelota. Teologicamente il passo vuole fare risaltare la bontà di Gesù.
Vuol far apparire che il suo Gesù non è un capo sicario e non una questione teologica, o meglio hanno nascosto il suo vero significato con una giustificazione teologica.
Un caro saluto.
Attualmente non sono d'accordo, attualmente credo sia esistito storicamente, il primogenito figlio di Giuda il Galileo.
L'evangelista Matteo così scriveva in 26,69 del suo vangelo:"Anche tu eri con Gesù, il Galileo!"; non sapendo che Giuseppe Flavio avrebbe scritto:
"Fu allora che un certo Menahem, figlio di Giuda detto il galileo
Il Galileo riportato dall'evangelista Matteo in 26.69 non poteva essere la stessa persona detto il Galileo riportato da Giuseppe Flavio in Guerra Giudaica II, 433.
Infatti sempre da Giuseppe Flavio noi sappiamo che Giuda il Galileo negli anni 30 d.c., avrebbe avuto più di 80 anni, osservando questo suo scritto:"Antichità giudaiche libro XVII, 27; "V'era Giuda (il Galileo) figlio del capo bandito Ezechia, che era stato uomo di grande potere e fu catturato da Erode solo con molta difficoltà." Ora sempre da Giuseppe Flavio in Antichità Giudaiche libro XIV, 159: "Venuto a sapere (riferito a Erode il Grande) che Ezechia un capo bandito, con un numeroso seguito, infestava ai confini della Siria con una numerosa banda, lo catturò e l'uccise, e con lui molti banditi che erano con lui" e tutto questo avvenne circa nel 47 a.c..
Perciò Giuda il Galileo è nato prima del 47 a.c. e appare logico che Gesù, il Galileo di cui tratta l'evangelista Matteo in 26,69 crocifisso negli anni 30 d.c. sia stato proprio suo figlio, molto probabilmente il primogenito.
Questo figlio primogenito di Giuda il Galileo lo troviamo anche sotto il nome censurato
perchè noi sappiamo per certo, che Giacomo e Simone furono due figli di Giuda il Galileo crocifissi negli anni 44/46 d.c. sotto il governatore Tiberio Alessandro; Antichità Giudaiche libro XX, 102: "Oltre a ciò, Giacomo e Simone, figli di Giuda Galileo, furono posti sotto processo e per ordine di Alessandro, vennero crocefissi; questi era il Giuda che - come ho spiegato sopra ~ aveva aizzato il popolo alla rivolta contro i Romani, mentre Quirino faceva il censimento in Giudea."
Sicuramente questo figlio primogenito di Giuda il Galileo lo troviamo in croce con sopra il titolo riportato dal vangelo di Mc.15,26: "Il re dei Giudei"
sempre da Giuseppe Flavio noi sappiamo che pure suo padre Giuda il Galileo ambiva agli onori reali, Antichità giudaiche libro XVII, 27; "V'era Giuda (il Galileo) figlio del capo bandito Ezechia, che era stato uomo di grande potere e fu catturato da Erode solo con molta difficoltà. Questo Giuda, a Seffori, in Galilea, mise insieme un numero di uomini disperati e assalì il palazzo reale, prese tutte le armi che vi erano immagazzinate, armò ognuno dei suoi uomini e se ne andò con tutte le proprietà che potè prendere. Divenuto ormai lo spavento di tutti, depredava quanti incontrava, aspirava a cose sempre più grandi, la sua ambizione erano ormai gli onori reali, premio che egli si aspettava di ottenere non con la pratica della virtù, ma con la prepotenza che usava verso tutti."
Giuda prese il sopranome di Galileo perchè a capo di un gruppo "Galilaios" che identificava una parte del movimento insurrezionale nazional religioso e social giudaico che trovava aderenti e operava proprio in Galilea, Antichità giudaiche libro XVII, 27: "Questo Giuda, a Seffori, in Galilea, mise insieme un numero di uomini disperati e assalì il palazzo reale, prese tutte le armi che vi erano immagazzinate, armò ognuno dei suoi uomini e se ne andò con tutte le proprietà che potè prendere."
Possiamo apprendere dei "Galilaios" anche dal vangelo di Luca 13,1: "In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici."
Quindi il termine Galileo non deriva dalla località geografica di provenienza,
Ora noi sappiamo che pure Gesù, il Galileo di Mt 26,69 come suo padre Giuda il Galileo, era cresciuto a Gamala,
e ce lo conferma indirettamente l'evangelista Luca 4, 29-30. ".......lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro se ne andò." dove descrive esattamente le caratteristiche della città di Gamala e non di Nazareth.
Ma anche Gesù è chiamato rabbi,
e benchè si possa seriamente dubitare che Gesù abbia avuto una formazione specifica nella scuola degli scribi,
non c'è dubbio che come un rabbi fariseo egli si presentasse, che insegnava nelle sinagoghe e si circondava di discepoli.
Una realtà di un popolo oppresso che aspirava alla libertà fiducioso nel suo Dio, e perciò convinto della vittoria finale sull'invasore romano.
La loro condanna a morte, da parte del potere romano è la conferma indiscutibile.
Vuol far apparire che il suo Gesù non è un capo sicario e non una questione teologica, o meglio hanno nascosto il suo vero significato con una giustificazione teologica.
06/06/2011, 00:57
06/06/2011, 00:58
06/06/2011, 10:02
L’amanuense cristiano, con lo pseudonimo di “Giovanni detto anche Marco” - che trascrisse in greco un vangelo aramaico primitivo - nel versetto (Mc 3,17) riportò il vocabolo “#946;#959;#945;#957;#8134;#961;#947;#949;'#962;” (leggi “Boanergés”) e lo tradusse con la espressione “#933;#7985;ò#953; #946;#961;#959;#957;#964;#8134;#962;" (leggi “Uiòi Brontés”) che vuol dire “Figli del Tuono”. Egli intese, volutamente, documentare la voce come se quel concetto fosse testimoniato da un cittadino ellenico dell’epoca.
E’ oggi accertato che nessun greco di allora avrebbe mai detto o scritto “#946;#959;#945;#957;#8134;#961;#947;#949;'#962;” (Boanergés) per significare “Figli del Tuono” ma si sarebbe limitato a dire o scrivere “#933;#7985;ò#953; #946;#961;#959;#957;#964;#8134;#962;“.
Infatti, in tutta la letteratura greca classica, “#946;#959;#945;#957;#8134;#961;#947;#949;'#962;”, citato nel vangelo, è l’unico caso ove ricorre tale vocabolo; ne consegue che la parola non può avvalersi di alcuna etimologia pur se scritta in tale lingua ed è quanto risulta nei vocabolari.
In realtà la fonetica è di origine ebraica, non greca, e il suo etimo lo ritroviamo in due sezioni del lemma: il primo, “boan e”, un modo di “bèn e” che significa “figli di”; il secondo, “rgés” la cui radice semitica indica “ira” o “collera”. Pertanto “#946;#959;#945;#957;#8134;#961;#947;#949;'#962;” (“Boanergés”) vuol dire “Figli dell’ira” o “Figli della collera”.
Dunque la proposizione “Figli del Tuono”, secondo il progetto dello scriba cristiano che lo riferì, esprime un concetto riduttivo e fuorviante rispetto all’originale vocabolo aramaico il quale, effettivamente, rivela il medesimo intento ribelle nazionalista degli altri fratelli Zeloti.
per comprendere le parole in greco non riportate
Alle domande che Lei mi pone, io Le ho sempre risposto.
06/06/2011, 10:30
leviatan ha scritto:
Caro Chimo,prova a mettere in relazione Lc 9,54 con Atti 1,26(scritti come sai dallo stesso personaggio),e se proprio non troverai nature zelote nel gruppo dei discepoli di Gesu’,e’ difficile negare le incredibili similitudini tra i due gruppi,non fosse altro quelle di natura comportamentali e di gruppo!
Un saluto
Caro Chimo,prova a mettere in relazione Lc 9,54 con Atti 1,26(scritti come sai dallo stesso personaggio)
e’ difficile negare le incredibili similitudini tra i due gruppi,non fosse altro quelle di natura comportamentali e di gruppo!
06/06/2011, 15:09