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MessaggioInviato: 09/08/2011, 13:19 
quindi in base al teorema dalema le affermzioni della lega sull'italia sono in linea di principio giuste......................................... [:84] [:67] [:251]


Ultima modifica di ubatuba il 09/08/2011, 13:20, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 09/08/2011, 13:28 
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ubatuba ha scritto:

quindi in base al teorema dalema le affermzioni della lega sull'italia sono in linea di principio giuste......................................... [:84] [:67] [:251]


una cosa giusta è riuscito a dirla in vita sua D'Alema riferendosi all'inesistenza dell'etnia italiana , peccato che il conseguente sillogismo sia del tutto errato.

Qui si è creato uno stato, quello italiano senza che prima si formasse in modo del tutto naturale una nazione.
E la nazione continua a non esistere dopo 150 anni. Ma solo un pachidermico inutile stato italiano.



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MessaggioInviato: 10/08/2011, 01:14 
stesso discorso tra roma e lazio, milan e inter, beghe condominiali, ogni italiano ha la sua etnia, anche bossi e maroni sono diversi, prima si divideranno dai terroni (Da Genova in giu') poi tra como e varese, reggio e modena.
in italia il DNA viene preso troppo alla lettera, ma solo alcuni cromosoma, tutto il resto e' uguale anche a quello dei babbuini....... ma vallo a spiegare a bossi [xx(]
d'alema ultimamente profetizza , non puo' fare il pensionato normale come tutti gli altri ?
la verita' e' che l'italiano e' andato fuori di testa ragazzi!
le strade sono piene di gente fuori di testa, parlano di cose inutili, fanno cose inutili per loro e dannose per tutti, l'illegalita' e' diventata una cosa normale, anzi quasi e' un diritto , un'immensa scala sociale dove c'e' sempre un pesce piu' grosso che si mangia quello piu' piccolo, altrimenti non sa cosa fare..... e' diffusa la tendenza al non saper come fare, allora si frega qualcuno, e qualcuno frega noi. anche i politici sono fuori di testa, e vengono fuori degli aborti di partiti, che hanno ideologie trash,
che durano 3 giorni, politici che danno l'esempio, ma sbranare un tedesco e' fuori portata, e allora.... che si fa ? mah..... forse la colpa e' del terrone che vive nel lato sud del palazzo(anche se e' di aosta).
certe politiche trovano consenso individuando un nemico, convogliando il male di vivere verso qualcuno che appartiene a qualcosa di diverso, che sia politico di pelle o geograficamente qualche metro piu' in la, basta trovare a chi dare la colpa della propria pochezza.
questo a livello globale, paesi ricchi e paesi poveri, primo secondo, terzo e pure quarto mondo, altrimenti il capitalismo chi lo alimenta? solo che ormai non c'e' piu' nulla da dividere, e da affamare, diventeremo ogniuno il feudo di noi stessi........ stiamo giocando a risiko sul mondo ma i carrarmatini di colore diverso stanno finendo, con chi ce la prenderemo alla fine? col terrone del piano di sotto? e riusciremo a capire che all'ultimo piano non ci stiamo tutti? che il capitalismo o meglio la sua peggiore forma , quella che va di moda oggi ci portera' dritti non al crack delle borse ma alla terza guerra mondiale?



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MessaggioInviato: 10/08/2011, 17:39 
Insider/ Tremonti vuole la patrimoniale. Insorge il Pdl e il Cavaliere è furioso

Mercoledí 10.08.2011 16:30

Tornano tesi i rapporti tra Tremonti e Berlusconi. Questa volta a dividere il premier dal super ministro è la patrimoniale. Una tassa, che secondo quanto è in grado di rivelare Affaritaliani.it, il ministro dell'Economia vorrebbe introdurre per porre un argine alla crisi economica. Ma il Cavaliere è pronto alla guerra e considera la patrimoniale un odioso balzello che solo un governo di sinistra potrebbe introdurre. Proprio per questo ha dichiarato che piuttosto che avallarla sarebbe disposto a lasciare Palazzo Chigi. Intanto nel Pdl in molti sono venuti in soccorso del premier bacchettando implicitamente l'inquilino di Via XX settembre.

A cominciare dal sottosegretario alla difesa Guido Crosetto mai tenero con Tremonti: "Trovo un po' umiliante continuare a fare proposte di interventi economici, trovare dialogo, condivisione o discussione con economisti o esponenti di altri partiti e non avere alcun cenno dagli esponenti del mio partito che si occupano di economia". Crosetto punta il dito contro quella che definisce una "dominanza di visione socialista che pervade le persone che attualmente stanno facendo le proposte economiche per il governo che rispetto e stimo" ma che non si confrontano con "l'anima liberale del Pdl. La patrimoniale è una cura che rischia di uccidere il malato. C'e' un limite a tutto. Colpire i patrimoni in questo momento storico significa togliere benzina a chi ha la possibilità di investire per far ripartire il Paese", sostiene Crosetto. "Eviterei misure troppo depressive - prosegue - non solo sui patrimoni ma su chiunque. Gli interventi che sottraggono risorse da entrate, che per una grande parte del paese sono già insufficienti per arrivare a fine mese, sono da considerare l'ultima ratio. Due mesi fa mi sono permesso di pronosticare quello che sarebbe successo e purtroppo gli eventi mi hanno dato ragione. Da allora - prosegue Crosetto - ho cercato di fare proposte che non avessero impatto diretto sui cittadini, dicendo che dovevamo abbassare il debito con la vendita del patrimonio mobiliare e immobiliare pubblico e semmai chiedendo alla parte più ricca del paese un contributo di solidarietà non attraverso una tassa ma con la sottoscrizione del debito pubblico". Il sottosegretario alla Difesa se la prende soprattutto con la componente socialista del suo partito: "La dominanza di visione socialista che pervade le persone che attualmente stanno facendo le proposte economiche per il governo, che rispetto e stimo, non mi sembra la più adatta, soprattutto senza un po' di confronto con l'anima del Pdl, a far sterzare il Paese. Vorrei che fossero riprese le idee originarie della discesa in campo di Berlusconi - conclude - perché ora più che mai serve una rivoluzione del Paese e dello Stato".

Ancora più duro il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio che così spiega il suo niet alla patrimoniale: "Prima che si commettano errori gravi da parte del governo e del ministro dell'Economia in particolare, è bene che tutti mettano le carte in tavola. Considero sia mio dovere annunciare che - qualora le misure per giungere al pareggio di bilancio nel 2013 comprendano l'imposta patrimoniale e l'incremento della tassazione sul risparmio (misura geniale quando le borse segnano rosso!) - non potrò votare a favore del governo nemmeno se verrà posta la questione di fiducia". Lo dichiara in una nota Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl. "E' per me inaccettabile sul piano dell'etica pubblica, che è innanzitutto dovere di rispettare la parola data agli elettori, esprimere un voto favorevole a misure economiche che sono l'esatto opposto di quanto scritto nel programma elettorale del 2008 e costantemente ribadito in Parlamento e agli elettori. Se il ministro dell'Economia crede di diventare credibile agli occhi dei potentati della conservazione italiana agendo sotto la dettatura di quanti, nei loro diversi ruoli, hanno provocato il disastro della finanza pubblica, sbaglia di grosso - prosegue Stracquadanio -. Come ha sbagliato in questi tre anni pensando di tenere i conti in ordine senza una riforma strutturale e solo attraverso l'uso poliziesco del fisco a danno del blocco sociale che ha votato per il centrodestra. E se il ministro sbaglia politica, si cambia il ministro e non la politica. Non si invochi lo stato di emergenza, non si dica che non esistono alternative. Perché sono state presentate, e in più di una occasione, misure diverse e almeno altrettanto efficaci dello sconsiderato e incontrollato aumento della tassazione che qualcuno ha in mente di imporre. Se poi qualcuno pensa di intimidire i parlamentari agitando lo spettro del costo della politica, sappia che per quanto mi riguarda l'intimidazione non funziona. Non vivo di politica e non ho nulla da perdere, se non la faccia. Non è tra gli obiettivi della mia vita essere rieletto a qualunque costo - sottolinea il deputato del Pdl -. E il costo che non sono disposto a pagare è quello di tradire la parola data agli elettori. Se il ministro Tremonti ritiene di poterlo fare per soddisfare le proprie ambizioni, sappia che questa volta, e sarebbe la prima, non avrà il mio voto".





Se tassano berlusconi, è la volta che l'italia esce definitivamente dalla crisi [:246]



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MessaggioInviato: 10/08/2011, 18:26 
Cita:
dark side ha scritto:

stesso discorso tra roma e lazio, milan e inter, beghe condominiali, ogni italiano ha la sua etnia, anche bossi e maroni sono diversi, prima si divideranno dai terroni (Da Genova in giu') poi tra como e varese, reggio e modena.
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che durano 3 giorni, politici che danno l'esempio, ma sbranare un tedesco e' fuori portata, e allora.... che si fa ? mah..... forse la colpa e' del terrone che vive nel lato sud del palazzo(anche se e' di aosta).
certe politiche trovano consenso individuando un nemico, convogliando il male di vivere verso qualcuno che appartiene a qualcosa di diverso, che sia politico di pelle o geograficamente qualche metro piu' in la, basta trovare a chi dare la colpa della propria pochezza.
questo a livello globale, paesi ricchi e paesi poveri, primo secondo, terzo e pure quarto mondo, altrimenti il capitalismo chi lo alimenta? solo che ormai non c'e' piu' nulla da dividere, e da affamare, diventeremo ogniuno il feudo di noi stessi........ stiamo giocando a risiko sul mondo ma i carrarmatini di colore diverso stanno finendo, con chi ce la prenderemo alla fine? col terrone del piano di sotto? e riusciremo a capire che all'ultimo piano non ci stiamo tutti? che il capitalismo o meglio la sua peggiore forma , quella che va di moda oggi ci portera' dritti non al crack delle borse ma alla terza guerra mondiale?



Non ti sto a quotare, ti dico solo: Fondiamo un partito!


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MessaggioInviato: 10/08/2011, 19:16 
Cita:
sezione 9 ha scritto:


Non ti sto a quotare, ti dico solo: Fondiamo un partito!


Un'altro?

In Italia si è capaci solo a creare partiti.
E i partiti a cosa , o meglio, a chi servono?
Agli elettori? nooo
Ai politici come vitalizio? ma siii
[:o)]



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MessaggioInviato: 10/08/2011, 19:55 
[:136]

Mah. Forse è un apprezzamento locale di qua. Però dire "fondiamo un partito" voleva solo significare che le cose dette da dark side erano così in sintonia da poter "fondare un partito", non che ci fosse la "concreta volontà" di fondare un partito. Accipicchia, abbiamo i nervi a fior di pelle... Deve essere il sederino che brucia a veder crollare non il mondo (chissenefrega degli altri) ma del governo...

Come dicevo, ci sarà da divertirsi, oh, sì, eccome!

PS: vogliamo farla pagare la crisi di Peter Pan ("la crisi che non c'è") anche ai ricchi? Politici, ma anche evasori, ladri, imprenditori multimiliardari e tutta quella casta che non viene mai definita tale (chissà perchè: perchè vi votano?) che non ha soldi per piangere ma per comperarsi ferrari, barche e ville sì? Così, tanto per sapere se la democrazia italiana è diventata come l'Ancien Régime: i poveri (sempre più poveri) che pagano i privilegi dei ricchi? No, perchè, nel caso, mi preparo, perchè gli italiani sono pigri, ma fino a un certo punto...


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MessaggioInviato: 10/08/2011, 20:10 
Mmmm, se non ricordo male l'ultima volta che ho sentito parlare di patrimoniale era al tempo di Amato che senza ritegno ha prelevato forzosamente una certa percentuale dei saldi dei conti correnti. Altro che tassare i ricchi. Qui sono sempre gli stessi che pagano.



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

"People willing to trade their freedom for temporary security deserve neither and will lose both" - Benjamin Franklin
"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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MessaggioInviato: 10/08/2011, 20:38 
Ma questi vogliono tagliare anche le pensioni d'invalidità ...MA COME, SONO ANNI CHE NON L'AUMENTANO ....! [:49] [:203] [:207] [:213] [:209] [:89] [:218] [:216] [:142]
Allora, DINI: 40 mila euro

CIAMPI: 34 mila

AMATO: 31 mila

VIOLANTE: 16 mila

SCALFARO : 15 mila

PRODI: 14 MILA

TONI NEGRI: 3 MILA PER AVER FATTO 63 GIORNATE DA ...."ONOREVOLE" BRIGATISTA!


Bastardi!


W L'ITALIA!



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SI TAGLIASSERO I LORO "ZEBEDEI"! (Ma non credo che li abbiano più ... Se li sono mangiati i gatti!) [^]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 10/08/2011, 20:39, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 10/08/2011, 20:44 
ci tocchera'.probabilmente lavorare piu' anni x evitare il fallimento del paese,ci puo' pure stare,ma gli onorevoli comincino a tagliarsi tutti vantaggi previdenziali,attualmente hanno 2 assegni sia come onorevoli x x il precedente lavoro,ma versare il tuto in una cassa sola o megli0 ancora percepire solo un assegno da parlamentare o del lavora precedente,come hanno ridotto l'italia bisognerebbe inviarli in un gulag ai lavori forzati [:209] [:54] [:204]


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Nervino ...!



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Ai politici bastano 5 anni per prendersi il vitalizio
Articolo di Marco Capizzi pubblicato su Libero Quotidiano, il 10/08/11




Forse i nostri onorevoli rimpiangono di non essere stati in Parlamento prima del 1997. Fino a quell'anno, infatti, bastava essersi seduti solo una volta nel proprio scranno parlamentare per poter godere del vitalizio appena terminato il proprio mandato. Nel '97 la prima svolta. Non sarebbero più bastate poche ore a Montecitorio o a Palazzo Madama, bensì ci sarebbero voluti "addirittura" due anni e sei mesi, ovvero metà legislatura. Non solo. La pensione sarebbe maturata solo al compimento del sessantesimo anno di età.

La seconda grande svolta è più recente e ha cambiato il sistema di pensioni dei parlamentari, rimanendo in vigore fino a oggi. Dal 2008 un onorevole deve aver speso almeno cinque anni di mandato (ovvero un'intera legislatura, anche se questi anni possono anche non essere stati consecutivi) e Prima del 2008 era anche peggio aver compiuto i 65 anni. Dopo un quinquiennio di fatiche, il vitalizio è di 2.486 euro mensili, che diventano 4.973 se gli anni di mandato sono stati almeno dieci.

Si diceva che prima del 1997 bastava anche solo un'ora in Parlamento. Il libro di Mario Giordano, Sanguisughe. Le pensioni d'oro che ci prosciugano le tasche riporta alcuni esempi che meritano di essere ricordati. La vicenda più interessante è quella dell'onorevole Luca Boneschi. Eletto per i radicali nel collegio di Como il 12 maggio 1982, lasciò l'incarico non un anno dopo le elezioni, non il mese successivo, bensì appena 24 ore dopo. Il 13 maggio, infatti, presentò le dimissioni. Da quel giorno, Boneschi riceve 3.108 euro lordi (1.733 netti) al mese. L'avvocato di Como all'epoca aveva solo 44 anni. Un altro caso emblematico è quello di Toni Negri. Il fondatore di "Potere operaio", colui che aveva teorizzato la violenza operaia, gode di una pensione di 3.108 euro mensili per i suoi giorni da deputato negli anni Ottanta. Pochi giorni, in realtà, perché il professor Negri esercitò quel mandato per poco più di due mesi (64 giorni), durante i quali furono convocate 9 (nove) sedute.

In Sanguisughe troviamo anche le pensioni d'oro (o meglio di platino) di altri volti molto noti della politica italiana. Risulta che Giuliano Amato - quello della patrimoniale del'92 - percepisce un totale di circa 31 mila euro di vitalizio mensili, 1.047 euro al giorno. I fratelli Prodi, Romano e Paolo, godono entrambi di una pensione decisamente sostanziosa. L'ex primo ministro prende circa 14 mila euro al mese, il fratello "solo" 3.108: anche lui è uno di quelli che sono stati in Parlamento prima del'97, usufruendo così della pensione nonostante i soli 126 giorni di esercizio parlamentare. Da citare anche due ex presidenti della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi. Il primo riceve 15 mila euro di pensioni, tra quella da giudice e quella da parlamentare; il secondo addirittura 34 mila. Il recordman è però Lamberto Dini: per lui 40 mila euro di vitalizio. Luciano Violante si "accontenta" di più di 16 mila euro. Chiude la carrellata la pensione di Armando Cossutta. L'ex leader del Pci, per una legge del 1980, riceve la pensione dall'Inps come dirigente di partito, pur non avendo mai versato i contributi. A questa si aggiungano, ovviamente, i 9.604 euro di pensione da parlamentare.

© 2011 Libero Quotidiano. Tutti i diritti riservati
http://www.radicali.it/rassegna-stampa/ ... -vitalizio

ma quindi la costituzione non viene rispettata,se dice che tutti i cittadini hanno uguali diritti e pure doveri,evidentemente x i parlamentari tutto cio' e' un optional


[:196] [:200] [:185]


Ultima modifica di ubatuba il 10/08/2011, 21:12, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 10/08/2011, 23:38 
Nel 2010 oltre 427 mila giovani
hanno perso il posto di lavoro
Quasi il 20 % dei disoccupati sotto i 35 anni lavorava nel 2009 e circa il 60 % non ha più un'occupazione da oltre un anno. Nord e Centro in recupero, Sud senza alcun segno di ripresa

Nel 2010 oltre 427 mila giovani hanno perso il posto di lavoro
ROMA - Mercato del lavoro ancora bloccato per i giovani nel nostro paese nel 2010. Quasi il 20 per cento dei disoccupati nel 2010 lavorava nel 2009, e circa il 60 per cento è disoccupato da più di un anno. E' quanto emerge da una indagine di Datagiovani che sottolinea come le regioni del sud hanno reagito meglio alle dinamiche di involuzione, creando più posti di lavoro rispetto alla media nazionale e con una minore probabilità di perderli nel corso di un anno. Ma l'indice di evoluzione globale mostra come le regioni del Centro e parte del Nord, dopo un 2009 pessimo, stiano recuperando parte del terreno perso, mentre il sud non dà segni di ripresa.

Il centro di ricerche mette il luce come quasi 2 giovani disoccupati su 10 lavoravano nel 2009. Si tratta di poco meno di 210mila giovani che hanno perso un posto di lavoro. Ad essi vanno però aggiunti i quasi 218mila ragazzi che sono passati dalla condizione di 'occupato' a quella di 'inattivo', o perché si sono rimessi a studiare o perché sono scoraggiati nella possibilità di trovare un altro posto di lavoro. Da rilevare poi che sono circa 686 mila gli under 35 che cercano lavoro da oltre un anno.

La graduatoria dell'indice 2010 vede in testa il Sud, in coda le regioni settentrionali. L'indice di evoluzione del mercato del lavoro giovanile 2010 mostra come rispetto alle tendenze medie nazionali, come era avvenuto del resto anche nel 2009, siano le regioni del sud Italia a reagire meglio. In testa troviamo Molise e Campania, con venti punti in più della media nazionale, poi la calabria. L'ottimo posizionamento di questi tre regioni è da addebitare alla creazione di nuovi posti di lavoro (oltre il 20 per cento degli occupati del 2010 non aveva un lavoro nel 2009) ed al basso rischio di perdita del lavoro (meno del 12 per cento dei disoccupati del 2010 erano occupati nel 2009, contro una media nazionale del 18 per cento). Tra le regioni del nord si 'salvano' solo Liguria e Trentino - Alto Adige, grazie soprattutto a buone capacità di stabilizzazione contrattuale. Le altre regioni settentrionali si posizionano in coda essenzialmente per la combinazione di pochi posti di lavoro nuovi creati per i giovani (meno del 12 per cento) e per un elevato rischio di cessazioni di rapporti esistenti.

Nonostante le regioni del nord Italia nel 2010 abbiano mostrato tendenze peggiori rispetto alla media nazionale in termini di evoluzione complessiva del mercato del lavoro giovanile, le cose stanno andando un po' meglio di quanto verificato nel passaggio dal 2008 al 2009: molte recuperano terreno, in particolare la Liguria ed il Veneto. Bene anche l'Emilia Romagna, più stabili le altre, mentre solo il Friuli Venezia Giulia appare in netta difficoltà. A parte la Toscana, poi, tutto il centro Italia mostra dinamiche migliori rispetto al 2009. Discorso totalmente diverso invece per il sud, il cui mercato del lavoro giovanile nel 2009 si era comportato in maniera decisamente migliore rispetto alle regioni del nord: perdono terreno in particolare la Sicilia e la Puglia.

Anche se vi sono alcune eccezioni - sottolineano i ricercatori di Datagiovani - in generale la tendenza negativa del Mezzogiorno è da attribuire ad una crescita del rischio di perdita del posto di lavoro e ad un aumento della disoccupazione oltre 12 mesi: sembra dunque che l'onda lunga della crisi occupazionale stia facendo sentire maggiormente ora i suoi effetti nel sud Italia rispetto al 2009.

http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -20273187/


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Qui sta diventando uno schifo generalizzato!
Mi sembra di leggere l'Apocalisse, nazione contro nazione ...



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"Silvio che fai, mi riprendi?" . Fini pentito a cena col Cav.

Gianfranco e Berlusconi, prove di disgelo: si sono incontrati qualche giorno fa e a breve un nuovo summit. Pensano a fronte comune



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Si sono già incontrati, a cena, qualche giorno fa, subito dopo quelle due strette di mano, cercate e non casuali alla Camera in occasione del discorso del premier, che sono l’argomento sussurrato vero della dolorosa politica di crisi agostana. In una Camera incredibilmente popolata, almeno fino alle cinque del pomeriggio quando si chiudono gli uffici (si vede che non vogliono rischiare che i nostri parlamentari lavorino troppo), un politico che le cose le sa perché le ha viste ci conferma che torneranno a cenare insieme forse già domani, forse in Sardegna, e nel giro di qualche settimana gli effetti della pace si vedranno. Il primo ha bisogno di tornare alla struttura solida di maggioranza del tempo che fu per affrontare la tempesta economica e il varo di misure che rischiano l’impopolarità diffusa, il secondo ha fallito nel progetto di spallata, ha verificato che il progetto di un Terzo Polo non decolla, teme di essere preceduto da Pier Ferdinando Casini, tutti e due sono pentiti e pronti a perdonarsi.

Potete rubricarlo sotto il titolo sarcastico ed evocativo che preferite, «Che fai, mi riprendi»?, o il ritorno del figliol prodigo, tanto tuonò che piovve, molto rumore per nulla, la situazione è grave ma non è seria, oppure potete accettare che politics is politics, specialmente ai tempi della peggior crisi economica mondiale che si potesse prevedere: fatto sta che Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini sarebbero sul punto di siglare un accordo che ha del clamoroso, visti i toni, la durezza, le imboscate, che caratterizzarono un anno fa la rottura di un’alleanza che sembrava inossidabile.

Tutto perdonato, dopo settimane, forse mesi, di un ordito faticoso tramato abilmente da alcuni uomini di Fli, come Alessandro Ruben, discreto esponente della comunità ebraica italiana e non solo, osservato con benevolenza da un superpotente del Pdl come Denis Verdini, che gradirebbe un ridimensionamento delle aspirazioni degli esponenti della vecchia An rimasti con Berlusconi, infine sancito su ordine del capo proprio dal falco numero uno, almeno del falco più esposto mediaticamente nella diaspora finiana, ovvero Italo Bocchino con la sua intervista inaspettata al Corriere della Sera.

Che ci sia stato anche un intervento di Angelino Alfano non è confermato: il coordinatore sembrava più interessato a tessere il rapporto con Casini, e la semplice confidenza dovuta all’abitare nello stesso palazzo di Bocchino che affaccia su villa Borghese non è sufficiente, ma forse aiuta. Di più: l’ipotesi che un’Udc stanca della deriva a sinistra di Bersani e del Pd (destinata a peggiorare se non altro per pressione della Cgil in occasione della manovra), sia pronta a riavvicinarsi al governo potrebbe aver spinto Fini ad affrettare le mosse di riconciliazione. Quanto al premier, tra i due preferisce quello che conosce meglio. E i falchi irriducibili, i Granata, i Briguglio, le Perina? Peggio per loro, tutti al Fatto, e questa è la prima buona notizia certa in attesa di sapere se qualcuno dei Responsabili un tanto a posto di governo saranno anche loro messi da parte. Il popolo furibondo da una parte e dall’altra, gli scapigliati di Futuro e Libertà, esaltati dal mito della cacciata, arringati contro il Cav dai Filippo Rossi, ma anche gli elettori del Pdl che si sono sentiti mortificati, insultati, umiliati dalle accuse di Fini? Ecco, a tutti loro, se davvero sigleranno una pace stabile, i due leader dovranno spiegazioni convincenti.

Gli eventi conosciuti fino all’indiscrezione che abbiamo raccolto su una cena, anzi due, erano due strette di mano e un’intervista. Non era sfuggito infatti lo scambio di cortesie della scorsa settimana, quando in occasione del discorso di Berlusconi a Montecitorio, Fini lo attese all’ingresso per stringergli la mano e accompagnarlo ai banchi del governo e il premier ricambiò a fine seduta aspettando che il presidente della Camera scendesse dal suo scranno per una seconda stretta di mano. Non una semplice formalità, visti i rapporti gelidi dell’ultimo anno, per tacere di quel 14 dicembre quando alla Camera Fini fu il regista del tentativo di sfiducia al governo. Ma da qualche giorno sono diventate quotidiane le dichiarazioni di esponenti di primo piano dei due partiti, sulla necessità di «costruzione di un fronte unico per arginare la minaccia della crisi economica».

Poi l’intervista al Corsera di Bocchino, incredibile per chi abbia seguito nell’ultimo anno l’escalation di attacchi riservati a Silvio Berlusconi e al governo, e dunque significativa di una vistosa marcia indietro. «Noi di Fli su Berlusconi abbiamo già espresso il nostro giudizio. Auspicando, come si sa, un suo passo indietro. Ma visto che non ha alcuna intenzione di procedere in tale direzione, e considerato però che la nazione vive ore drammatiche, francamente non ci sembra il caso di continuare a litigare». «Noi rompemmo con Berlusconi per tre motivi. Uno: chiedevamo un coordinatore unico e al coordinatore unico, con Alfano, siamo arrivati, sia pure in ritardo. Due: chiedevamo che in politica economica non fosse dispensato un ottuso ottimismo, come alla fine sta accadendo. Tre: segnalavamo un appiattimento sulla Lega, problema che anche nel Pdl, in qualche modo, comincia ad emergere. Fini chiedeva tre cose, e tre cose, mi sembra, sono politicamente accadute». Non se la prenda Bocchino: gli argomenti sono risibili, la rivendicazione di una qualunque vittoria campata per aria, ma se sta bene a Berlusconi, buon appetito non si dice, buona fortuna sì.

di Maria Giovanna Maglie

http://www.libero-news.it/news/801384/S ... l-Cav.html

CHE FACCIE DI BRONZO ...! [:o)]



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