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MessaggioInviato: 21/08/2011, 20:05 
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vimana131 ha scritto:

Gli Usa sono ormai un gigante di cartapesta

Si si...se vogliono pigiano 4 bottoni e fanno fuori tutti...altro che cartapesta...[8D]



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MessaggioInviato: 21/08/2011, 20:17 
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Ufologo 555 ha scritto:

Questo è il frutto della globalizzazione ... Ed il popolo se la prende in .... saccoccia!


Questo è il frutto di un CERTO modo di intendere la globalizzazione... cioè una globalizzazione del capitalismo, senza che esista una globalizzazione delle culture, dei diritti umani, della politica di unione e fratellanza dei popoli, della difesa dell'ambiente, dei bambini, delle donne e delle libertà civili.... globalizzazione non doveva essere solo capitalisti che fanno il bello e il cattivo tempo dovunque nel mondo.... doveva essere pensare GLOBALMENTE i problemi... una cosa per nulla negativa....


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MessaggioInviato: 21/08/2011, 20:30 
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Enkidu ha scritto:

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Ufologo 555 ha scritto:

Questo è il frutto della globalizzazione ... Ed il popolo se la prende in .... saccoccia!


Questo è il frutto di un CERTO modo di intendere la globalizzazione... cioè una globalizzazione del capitalismo, senza che esista una globalizzazione delle culture, dei diritti umani, della politica di unione e fratellanza dei popoli, della difesa dell'ambiente, dei bambini, delle donne e delle libertà civili.... globalizzazione non doveva essere solo capitalisti che fanno il bello e il cattivo tempo dovunque nel mondo.... doveva essere pensare GLOBALMENTE i problemi... una cosa per nulla negativa....


Corretta interpretazione. Sempre efficace amico mio.[;)]

Non sono le idee ad essere sbagliate o almeno non tutte, è l' uomo che non và. Dico una cosa scontata e appurata. Vabbè!!!!!! E' meglio ricordarlo ogni tanto.[:D]


Ultima modifica di greenwarrior il 21/08/2011, 20:34, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 21/08/2011, 23:07 
Ragazzi chiedo scusa se è già stata postata:

Bilderberg 2011: l'Europa va eliminata

Nel mese di giugno 2010 questa testata pubblicata l'articolo: «Bilderberg 2010: obiettivo povertà mondiale e bloccare il risveglio». Un articolo molto chiaro sulle vere future intenzioni dei pochi che pilotano questo povero pianeta. Lo scorso mese di giugno abbiamo pubblicato l'articolo: «Bilderberg 2011: obiettivi, prezzi petroliferi alle stelle e crisi globale», che conferma in maniera enequivocabile l'altro articolo del 2010. Recentemente il prestigioso quotidiano wallstreetitalia.com pubblica questo articolo. Buona lettura...

Uno degli argomenti principali trattati nell'ultima riunione della società quasi segreta dei potenti di Bilderberg, una delle più ambiziose élite del mondo (vogliono il controllo globale), pare sia stata “la liquidazione dell'Europa”.

Ecco come sono andate le cose, punto per punto, sulle Alpi Svizzere il 9-12 giugno 2011, secondo i racconti di diversi analisti, il cui contenuto va letto e interpretato con il dovuto distacco e senso critico. WSI ne aveva già offerto un primo resoconto due mesi fa.

A Saint Moritz non si è parlato solo del disastro di Fukushima e delle rivolte della primavera araba, ma anche della chiusura degli impianti nucleari in Germania, dei presunti problemi legati alle attività su Internet e (come reso noto dal direttore generale della Deutsche Bank J. Akkerman, tra i membri fissi della lobby che punta a instaurare un nuovo ordine mondiale) del “prolungamento artificioso” della crisi allo scopo di indebolire le economie nazionali.

Una delle colpe maggiori del continente è avere 400 milioni di persone che vivono con standard di vita troppo alti e costosi per lo stato (vedi sistema di sussistenza e servizi sociali). Per annullare tali privilegi, l'idea è scatenare “un caos gestito” che sarebbe “utile non solo per screditare i politici, ma l'istituzione della statualità come tale”, che la plutocrazia considera il suo nemico principale.

Non si potrà arrivare a un nuovo sistema di governance, senza prima provocare la demolizione della fortezza Europa. Per farlo vanno colpiti i settori finanziario, politico e sociale.

Gli obiettivi principali per scardinare i tre pilastri sono:

1) minare le economie nazionali

2) provocare la rottura dell'Unione Europea

3) scatenare un “caos gestito” esportando le rivoluzioni, i flussi migratori di rifugiati musulmani e la dipendenza da sostanze stupafecenti.

Per raggiungere il primo obiettivo, il piano ambizioso si propone non solo di minare la credibilità dell'euro, ma provocare anche un default del debito di paesi che non fanno parte dell'area della moneta unica. Un default che sarebbe la conseguenza di una crisi finanziaria iniziata quattro anni fa e che riguarda tutti i membri della piramide mondiale, compresa la Federal Reserve.

Il collasso del sistema della banca centrale americana finirà per pesare sulle spalle della popolazione statunitense e sarà l'inevitabile e logica fine dei 40 anni di dominio dei soliti noti delle forze mondiali, che è stato redditizio per gli organizzatori del sistema e penalizzante per tutti gli altri.

Grecia e Piigs sono diventati i capri espiatori solo perché non sono riusciti a resistere alle pressioni esercitate dal “casino globale” e hanno perso sempre più fonti di risorsa interne. Dalla riunione di due mesi fa è emerso inoltre che la solidarietà politica della Ue non assicura per forza l'integrità della stessa unione.

È una situazione in cui tutti preferiscono morire soli. All'inizio della crisi greca si parlava di “effetto domino” e della catastrofe che avrebbe rappresentato l'uscita di Atene dall'Ue. Ma a fine giugno ormai il crack di un solo paese era diventato un'opzione a breve termine presa in considerazione come la pillola meno dolorosa da ingerire. Al contempo sono aumentate le richiedeste di espulsione di tutti i paesi insolventi dalla confederazione europea.

Per quanto riguarda l'attacco all'economia, porterà da un lato alla disintegrazione dell'Unione Europea e alla riduzione dei finanziamenti per i programmi di assistenza e servizi sociali con il conseguente inevitabile ampliamento del gap tra ricchi e poveri, dall'altro creerà la prima ondata di caos, i cui primi sintomi già si possono notare a questo stato delle cose.

Fonte: wallstreetitalia.com


Ultima modifica di Sirius il 21/08/2011, 23:07, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 22/08/2011, 13:41 
"Se dollaro e franco svizzero affamano il mondo interoLa valuta Usa affossa i giganti tecnologici nipponici. Est Europa non sa come pagare i mutui stipulati con la moneta elvetica

Che cosa possono avere in comune un operaio polacco, un impiegato delle poste di Budapest e un gestore di un locale chic della spiaggia più chic di Francia? Niente,a prima vista. Ma in realtà tutti e tre hanno avuto l’infausta idea, negli anni buoni, di fare un mutuo in franchi svizzeri, allettati dai tassi di interesse, da sempre i più bassi, della valuta elvetica. Ma, ahimè, la crisi globale ha cambiato le carte in tavola.

E così il comune di Saint Tropez rischia di pagare l’anno prossimo il 30 per cento di interessi sul prestito di quasi 7 milioni di euro. Una bella mazzata che si tradurrà in tasse locali salate per i residenti e gli ospiti Vip. Chissà come la prenderanno i due Paperone di Francia, ospiti assidui di Saint Tropez: François Pinault, tra l’altro proprietario di Gucci, che d’estate ospita Jacques Chirac e il “nemico” Bernard Arnault, fresco proprietario di Bulgari, il cui figlio si diverte a fare il dj nelle discoteche popolate da modelle russe od ucraine che, almeno per ora, non hanno aggiornato il tariffario in valuta elvetica. Assai più salata, però, rischia di essere la bolletta per migliaia di cittadini dell’Est Europa che, al pari di città e governi, sono ancora indebitati in franchi svizzeri. Certo, dopo la grande paura del 2008/09, quando l’impennata del franco minacciò di far saltare in aria i bilanci di centinaia di migliaia di famiglie dell’Est (e, di riflesso, i conti delle banche austriache), la situazione è un po’ cambiata grazie agli accordi (vedi la sanatoria per le banche più esposte) con i creditori, ivi compreso Unicredit. Ma l’instabilità delle valute, a partire dalla forza del franco che nemmeno gli gnomi di Zurigo sanno come fermare, è destinata a provocare dolori un po’ per tutta l’Europa. Sulle rive del Danubio, in particolare.

Non a caso il governo ungherese ha già messo a punto un piano d’emergenza: chi ha un mutuo in franchi può “congelare” il tasso di interesse per tre anni. La differenza la pagherà più avanti, accendendo un prestito in fiorini su cui, però, pagherà interessi aggiuntivi. Il salasso, insomma, ci sarà comunque. E, per giunta, rischia di protrarsi nel tempo, a tutto danno dei consumi e della ripresa che si allontana sempre più. Chissà perché non mi hanno proposto un prestito in dollari, si sta chiedendo Jean Pierre Tuveri, il sindaco di Saint Tropez che rischia di esser lapidato dai 5.444 abitanti della perla del Midi. Forse perché, a giudicare dalle disavventure borsistiche delle banche francesi, i finanzieri parigini sono stati colti impreparati da questa tempesta delle valute, la più violenta da una generazione. O forse più.

Prendete il rapporto di cambio tra yen e dollaro: la moneta del Sol Levante, nella serata di venerdì, ha toccato a quota 75,93 il record assoluto dalla fine della Seconda Guerra mondiale. Per la disperazione degli esportatori di Tokyo, elettronica in testa, che dipendono dagli acquisti di americani ed europei. La Banca del Giappone ha già tentato di affondare la propria moneta con acquisti massicci di dollari. Ma la Pearl Harbour alla rovescia non ha sortito effetti. Così come le operazioni della banca centrale di Berna che, pur di frenare la corsa del franco che sta compromettendo il turismo e una bella fetta dell’industria, sta accarezzando l’idea di agganciare la moneta all’euro su cui ha guadagnato un buon 15 per cento di valore negli ultimi sei mesi. Per la gioia dei frontalieri,gli unici che possono guardare con soddisfazione ad un’estate pazza e terribile, in cui la corsa al bene rifugio fa sì che le obbligazioni franchi siano precipitate ad un valore negativo. Sembra assurdo, ma, pur di rifugiarsi nel franco, si accetta di pagare un coupon per il parcheggio, invece di chiedere un interesse.

Intanto, Saint Tropez e il nostro impiegato delle Poste di Budapest rischiano di restare in bolletta per far fronte alle rate del mutuo. L’unica consolazione è che, a lungo andare, il cambio forte può essere un bel guaio: ne sa qualcosa il Brasile che, dopo anni di corsa del real “drogato” dall’afflusso di dollari a caccia di alti rendimenti, oggi rischia la recessione: i suoi prodotti sono troppo cari per essere esportati mentre l’afflusso di denaro fresco ha trasformato San Paulo in una delle città più care del pianeta. A danno della gente comune, la vera vittima di questa tempesta valutaria che porta con sé nuovi venti di crisi. "

http://www.libero-news.it/news/806421/S ... ntero.html

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MessaggioInviato: 23/08/2011, 22:29 
Tutto vero: le agenzie di rating
aggiustano i giudizi degli analisti


di: WSI-ANSA Pubblicato il 23 agosto 2011

http://www.wallstreetitalia.com/article ... listi.aspx

Roma - Agenzie di rating in oggettivo conflitto di interesse, responsabili di marketing che 'aggiustano' i giudizi degli analisti per "far felice il cliente" ed evitare che si rivolgano alla concorrenza, analisti visti come "piantagrane" e quindi "minacciati" o licenziati se non si adeguano.

Questo, in sintesi, tutto il marcio delle agenzie di rating svelato dall'ex vicepresidente di Moody's William J. Harrington, analista per 11 anni.

Harrington - riferisce Finanza e Mercati - ha reso pubblica la sua storia attraverso un commento di 78 pagine alla riforma delle agenzie di rating proposta dalla Sec (l'autorità regolatrice di borsa americana). Le confessioni del top manager sono state pubblicate da Business Insider e confermano le accuse che vengono rivolte anche alle rivali S&P e Fitch.

Secondo Harrington però, la riforma che sta elaborando la Sec renderà l'integrità dei rating ancora peggiore e la campagna di trasparenza interna adottata da Moody's sarebbe solo "un abbellimento a uso e consumo delle pubbliche relazioni". Ad oggi - riferisce Finanza e Mercati - Moody's non ha denunciato Harrington per calunnia o diffamazione e si è rifiutata di commentare.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 23/08/2011, 23:56 
ll colossale inganno del debito pubblico


By Edoardo Capuano - Posted on 23 agosto 2011

http://www.ecplanet.com/node/2650

Se volessero davvero risanare il “debito pubblico” la strada da seguire esiste già e l'hanno messa in pratica paesi come l'Argentina 10 anni fa, l'Equador, qualche anno fa e l'Islanda un anno fa (clicca qui: http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... =0&thold=0 ).

In realtà hanno ben altro in mente, ossia, continuare in questo sistema in cui una ristretta cerchia di persone "pontifica" che il resto dell'umanità deve fare sacrifici, deve lavorare duramente, deve obbedire alle leggi sempre più oppressive, etc, etc.

L'unica ricetta efficace per risolvere una volta per tutte il "problema" del debito pubblico è svegliarci dall'incubo in cui crediamo di vivere e:

1 - Nazionalizzazione del 94,3% del capitale della Banca d'Italia, senza redenzione delle quote (il 5,7% è già statale.

2 - Emissione straordinaria di Nuove Lire, in sostituzione degli Euro in ragione di 2 a 1 (2 Nuove Lire per 1 Euro).

3 - Lancio di un programma di lavori pubblici locali, definiti dai cittadini attraverso consultazioni dirette, finanziati direttamente dallo stato in Nuove Lire, senza nessun tipo di indebitamento.

4 - Azzeramento del debito con default dei titoli detenuti da investitori esteri e conversione di titoli in euro detenuti da cittadini italiani con titoli denominati in Nuove Lire di valore nominale doppio.

5 - Default dei titoli di stato detenuto dalle banche nazionali. Nazionalizzazione senza redenzione delle quote per quelle banche che dichiarassero fallimento a seguito del default dei titoli di stato posseduti.

Non esiste altra soluzione, i nostri dipendenti al governo lo sanno benissimo e faranno di tutto per NON fare queste riforme e solo e soltanto se saranno costretti le faranno, controvoglia...

La Banca d'Italia NON è di noi italiani perché le sue azioni sono possedute da un cartello di banche private, assicurazioni e finanziarie. Solo il 5% appartiene all'INPS è lo 0,7% all'INAIL

Ma la cosa che sorprende di più è che se andiamo ad analizzare chi sono realmente i soci azionisti delle prime banche italiane, scopriamo che non sono nemmeno italiani, ma sono altre aziende, finanziarie, assicurazioni, etc, etc, di tutto il mondo. Ergo, la Banca d'Italia, non è degli italiani, ma NON è nemmeno di proprietà di banche italiane. I reali proprietari di Banca d'Italia SpA, sono entità impossibili da individuare con sicurezza, ma sono gli stessi che con il medesimo sistema, possiedono le altre banche nazionali...

Sono i veri depositari della nostra Sovranità, sono coloro che decidono quanto vale o non vale il tuo lavoro, il mio e quello di altri 7 miliardi di persone. Se finora avevi pensato di essere libero, rifletti sul fatto che il “valore” del tuo lavoro non lo decidi tu, non lo decide la comunità in cui vivi, non lo decide il governo italiano, i sindacati o l'Europa. No, lo decidono “loro”, che si sono arrogati il diritto di battere moneta in esclusiva e noi glielo permettiamo ogni volta che scambiamo un foglietto colorato con su scritto “BCE ECB EZB EKT EKP”.

Pubblicità ingannevole

Sai cosa significa realmente il concetto di "pubblicità ingannevole?" Secondo me pensi di saperlo, ma non è così, purtroppo...

“Pubblicità ingannevole” significa inculcare in modo profondissimo credenze false al solo scopo di indurci a fare azioni che non faremmo mai, se fossimo correttamente informati. In questo modo, nel tempo, si instaurano delle “reazioni automatiche” alle quali non facciamo più caso, anzi le consideriamo del tutto “normali”.

Vuoi un esempio? Bene, lo hai voluto tu, ricordalo...

Leggi cosa c'è scritto su ognuno dei foglietti colorati che hai in nel portafoglio, vicino alla bandierina europea: “BCE ECB EZB EKT EKP” e NON c'è scritto “Comunità Europea”, o cose simili. No, c'è l'acronimo di una azienda privata, di proprietà di privati, attraverso le banche centrali nazionali che sono possedute da banche private, che fanno ESCLUSIVAMENTE gli interessi dei propri azionisti.

E noi, che siamo convinti che quei foglietti siano “denaro”, siano “ricchezza”, facciamo pubblicità inconsapevole ad una azienda che ha come UNICO SCOPO la massimizzazione dei propri profitti a nostro danno... Hai capito adesso perché dobbiamo lavorare sempre di più per guadagnare sempre di meno? Perché stiamo regalando la NOSTRA VERA RICCHEZZA ad un ristretto gruppo di banchieri!

Torniamo Sovrani nell'emissione del mezzo di scambio economico!

Riprendiamoci la nostra vera Ricchezza e saremo di nuovo Sovrani!


Fonte: glollo.com



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MessaggioInviato: 24/08/2011, 17:05 
Articolo del SOLE 24 ORE
Cita:
I timori del cigno nero

Non è solo la maggiore incertezza a spaventare i mercati. Quello che preoccupa è invece la possibilità che si realizzi un "cigno nero". Un evento raro e catastrofico, detto anche di coda. Evento che, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più probabile e che sappiamo ha la caratteristica di manifestarsi nel modo più naturale e prevedibile possibile.

Non è una recessione a "W". Sarebbe troppo ottimistico pensare che se si dovesse imboccare la strada della recessione saremmo in grado di uscirne subito con una nuova espansione. È semplicemente la paura di una grande stagnazione che può condurre ad una nuova Grande Depressione.

Il cigno nero, che i mercati temono in questo momento, può scaturire dall'inizio di una piccola contrazione negli Stati Uniti che si propaga in Europa. A quel punto, con una crescita sotto zero, salterà qualsiasi parametro di sostenibilità dei debiti pubblici europei e sarà vano, anzi deleterio, continuare a perseguire manovre di aggiustamento fiscale. Salterà anche il sistema bancario che, nel suo complesso, ha un'esposizione debitoria maggiore rispetto alla taglia del settore pubblico, e non si sa chi lo può salvare. Le interconnessioni globali dei mercati finanziari faranno il resto per condurci ad una profonda contrazione. A quel punto anche la deflazione ci metterà il suo gonfiando i debiti privati e pubblici. L'euro si sdoppierà o sbriciolerà. Ecco quindi il decennio perduto, il cigno nero il cui sguardo dobbiamo rifuggire.

Non siamo però spettatori passivi e inermi rispetto al verificarsi di questi eventi. Da un lato, nell'oscurità del pessimismo delle aspettative, possiamo scambiare qualche cigno di colore bianco o grigio per nero. In effetti, in questo periodo, stiamo raccogliendo dati sull'andamento delle economie occidentali per capire se ci sarà o no una nuova recessione. Fino a poco tempo fa, queste informazioni erano di segno altalenante, mentre ora sono sempre più negative. Ma la velocità e la sfiducia, con le quali i mercati finanziari le processano, puntano direttamente al panico che contribuisce al verificarsi dell'evento sfavorevole. La distruzione di ricchezza finanziaria nei mercati azionari, le tensioni nei mercati creditizi vanno a sommarsi ad uno scenario già estremamente fragile che, diversamente dal 2007-2008, parte ora da un livello elevato di disoccupazione. Anche l'economia reale, per paura dell'evento sfavorevole, ritarda le decisioni di investimento di lungo periodo come quelle di assunzioni di forza lavoro indebolendo ulteriormente la domanda.

Non siamo spettatori inermi anche perché la politica economica può fare molto per il verificarsi, o non, del cigno nero. In fondo, le grandi depressioni sono il frutto degli errori di politica economica. Di errori già ne sono stati fatti abbastanza: uno stimolo di politica fiscale insufficiente negli Stati Uniti, il rientro anticipato verso l'austerità fiscale e monetaria in Europa, la mancata regolamentazione degli intermediari finanziari, la tragedia greca che per l'imbarazzante incapacità dei politici europei è divenuta tragedia europea a cui ha fatto da controcanto il dibattito inutile sul limite del debito negli Stati Uniti. Non si può sbagliare nuovamente e, per fortuna, ci sono ancora armi a disposizione.

Gli Stati Uniti possono contribuire con un nuovo stimolo di politica fiscale che crei domanda di beni e di lavoro e che colmi quel buco scavato dal crollo degli investimenti in edilizia. La fuga dei capitali verso la qualità ha portato i rendimenti dei titoli decennali americani a valori irrisori, il 2%. Sarebbe un grave errore ora avere paura della sostenibilità del debito pubblico americano e non direzionare questi capitali verso un ulteriore stimolo di domanda aggregata. Qualsiasi uso pubblico sarebbe più produttivo rispetto al non fare nulla e lasciare che l'economia imploda su se stessa.

L'Europa avrebbe la soluzione immediata dei suoi problemi se mai si decidesse a scambiare tutti i debiti pubblici in un debito federale garantito da una tassazione comunitaria. A quel punto il pareggio di bilancio, depurato dai debiti, sarebbe facilmente sostenibile da ciascun paese. Ma l'asse franco-tedesco ci ha fatto capire che non è questa la strada da percorrere.

Siamo nelle mani della Bce se mai, per evitare il collasso, decida di garantire tutto il debito pubblico dei singoli stati. Ma per arrivare a tanto, dovrà riuscire a scacciare quelle cattive idee che suggeriscono che aumenti della base monetaria portano necessariamente a maggiore inflazione. L'anello mancante a queste teorie è la sconnessione fra base monetaria e aggregati monetari, come M2 e M3, che si osserva in periodi di profonda contrazione che appunto lascia molto margine di manovra alle banche centrali. In fondo, una delle più belle lezioni sulla Grande Depressione viene non da Keynes ma da Milton Friedman, il padre del monetarismo, che con Anna Schwartz ha mostrato come la contrazione degli aggregati monetari sia stata una causa del perdurare della Grande Depressione. Non si può commettere lo stesso errore.

Sappiamo però che non possiamo aspettarci molto dall'Europa. Per ora accontentiamoci di pendere dalle parole di Bernanke, a Jackson Hole, e poi di Obama, dopo la festa americana del lavoro. Speriamo siano sufficienti anche per noi.
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti ... d=AaAx5sxD


Ultima modifica di GIANLUCA1989 il 24/08/2011, 17:09, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 25/08/2011, 10:40 
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 08454.html

Era da un pò che la volevo mettere, ma ho voluto aspettare...

Sono un pò di giorni che le borse sono in aumento e l'oro scende. Che chi doveva guadagnare ha avuto quello che voleva e adesso ci regalano un pò di tregua...???



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Leggermente OT, per filo e per segno come funziona l'UE. Pdfdivulgato dal sito della commissione europea. Scaricate quello senza immagini, è essenziale e ben fatto! E poi occupa di meno, ciao!

http://ec.europa.eu/publications/bookle ... dex_it.htm



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La piu' grande rapina del mondo:
la Fed ha regalato $16 trilioni alle banche mondiali


di: WSI Pubblicato il 25 agosto 2011

http://www.wallstreetitalia.com/article ... diali.aspx

New York - Ben oltre il Pil degli Stati Uniti. Più di $16 trilioni. Ecco quanto la Federal Reserve avrebbe elargito in aiuti a grandi istituti finanziari e società, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, secondo uno studio del Government Accountability Office (GAO), l’agenzia di controllo contabile del Congresso americano.

Leggi il rapporto integrale Government Accountability Office (GAO)
http://sanders.senate.gov/imo/media/doc ... gation.pdf

L'anno scorso il Pil statunitense si e' attestato a 14.500 miliardi di dollari. Della somma "regalata" alle banche di tutto il mondo, 3,08 miliardi sono andati a istituti in Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia e Belgio.

Inoltre, degli accordi di scambio di asset (swap) sono statti stretti con societa' finanziare britanniche, canadesi, brasiliane, giapponesi, sudcoreane, messicane, norvegesi, svizzere e di Singapore. Di questi accordi, 12 sono ancora in corso, essendo stati prolungati fino ad agosto del prossimo anno.

Dove sono ora Citigroup e Bofa/Merrill lo devono alle migliaia di miliardi di dollari versati dai contribuenti americani.

Di tutti i gruppi e' Citi quello che ha ricevuto in prestito la somma piu' alta: 2.500 miliardi di dollari. Al secondo posto Morgan Stanley con $2.040 miliardi, seguita da Merill Lynch ($1.900 miliardi) e Bank of America ($1.300 miliardi).

In alcuni casi i finanziamenti avvenivano in un contesto di chiaro conflitto di interesse, dove i vari responsabili detenevano investimenti, preoccupandosi dunque più degli interessi dei vari CEO di Wall Street, che di quelli delle famiglie americane.

"I risultati dello studio ci dicono che la Federal Reserve ha elargito più di $16.000 miliardi in aiuti ai più grandi istituti finanziari e alle più grandi società negli Stati Uniti e nel mondo", ha detto Bernie Sanders, senatore del Vermont. "Questo è un chiaro caso di socialismo per i ricchi e un amaro individualismo ‘siete in mano a voi stessi’ per tutti gli altri".

Tra le scoperte più interessanti il fatto che la Fed unilateralmente ha fornito trilioni di dollari in aiuti finanziari a banche straniere e società, dalla Corea del Sud alla Scozia, secondo il report del GAO. "Nessun istituto degli Stati Uniti dovrebbe avere l’autorità di salvare una banca straniera o una società senza l’approvazione del Congresso e del Presidente", ha aggiunto Sanders.

Si parla di conflitti di interesse. Aiuti mirati in punti specifici, per difendere i propri investimenti e quello di persone vicine. Ad esempio, il CEO di JPMorgan ha partecipato al board dei direttori della Fed di New York quando la sua banca ricevette più di $390 miliardi in aiuti finanziari. Ancora, William Dudley, ora presidente della Fed di New York, ha avuto l’autorizzazione a mantenere il suo investimenti in AIG e General Electric; anche queste hanno ricevuto aiuti sotto la sua amministrazione.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 25/08/2011, 21:20 
Ecco, appunto. Trovo contraddittorio che da una parte si dica che ci sia qualcuno che controlla l'economia mondiale che voglia mandare deliberatamente in crisi il sistema e da un'altra che la banca centrale americana (la "meglio" banca del mondo, quindi, credo, in buone e ben controllate mani) faccia di tutto per salvarlo.

Che poi non capisco che senso abbia scatenare il caos per instaurare la dittatura. Ce l'hanno già ladittatura, a suon di consumismo e individualismo egoista. Già la tv serve solo a spegnere le menti. Lavora e compra, non pensare ad altro: tipica mentalità da Milano da bere, no? Un crollo del sistema pilotato (e dunque fasullo) deve essere deliberato, con un piano preciso dietro, visto che già il "mercato" è finto. Doveva fallire l'America, no? PAM! Miracolo! Hanno alzato il tetto del debito. Non fallirà mai un Paese che può decidere quando fallire, a meno che non VOGLIA fallire. Dunque, perchè creare il caos quando il potere è già accentrato e la dittatura è già in itinere attraverso la "morte delle coscienze" (e il qualunquismo, e l'antipolitica eccetera eccetera)? Non ha senso. O è una teoria sbagliata, o hanno fretta di finire il piano, perchè c'è qualcosa di imprevisto alla porta, o perchè forse quel potere occulto non è poi così potente, e un contropotere sta diventando sempre più forte e pronto a spodestare "chi-sappiamo-noi"?


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MessaggioInviato: 25/08/2011, 22:16 
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sezione 9 ha scritto:

Ecco, appunto. Trovo contraddittorio che da una parte si dica che ci sia qualcuno che controlla l'economia mondiale che voglia mandare deliberatamente in crisi il sistema e da un'altra che la banca centrale americana (la "meglio" banca del mondo, quindi, credo, in buone e ben controllate mani) faccia di tutto per salvarlo.

Che poi non capisco che senso abbia scatenare il caos per instaurare la dittatura. Ce l'hanno già ladittatura, a suon di consumismo e individualismo egoista. Già la tv serve solo a spegnere le menti. Lavora e compra, non pensare ad altro: tipica mentalità da Milano da bere, no? Un crollo del sistema pilotato (e dunque fasullo) deve essere deliberato, con un piano preciso dietro, visto che già il "mercato" è finto. Doveva fallire l'America, no? PAM! Miracolo! Hanno alzato il tetto del debito. Non fallirà mai un Paese che può decidere quando fallire, a meno che non VOGLIA fallire. Dunque, perchè creare il caos quando il potere è già accentrato e la dittatura è già in itinere attraverso la "morte delle coscienze" (e il qualunquismo, e l'antipolitica eccetera eccetera)? Non ha senso. O è una teoria sbagliata, o hanno fretta di finire il piano, perchè c'è qualcosa di imprevisto alla porta, o perchè forse quel potere occulto non è poi così potente, e un contropotere sta diventando sempre più forte e pronto a spodestare "chi-sappiamo-noi"?


Beh.... è comunque abbastanza stupido pensare che non ci siano fazioni contrapposte in campo. Auguriamoci che ci sia davvero un contropotere da qualche parte... altrimenti saremmo davvero finiti. Tutti quanti.

Per quanto riguarda il concetto "non fallirà mai un Paese che può decidere quando fallire, a meno che non VOGLIA fallire", direi che i giochi finanziari messi in atto attraverso la propaganda della "crisi mondiale" (secondo me costruita a tavolino), ha già messo in ginocchio tanta gente.... e quella stessa gente è pronta a scendere a compromessi (soprattutto gli americani... con le loro sbagliate abitudini) pur di non vedersi togliere la casa, o il lavoro o qualsiasi altro bene.

Pensa solo alle restrizioni che verranno introdotte in Italia nei prossimi mesi.
Da mettersi le mani dei capelli.......


Ma la domanda è sempre la stessa: sarebbero mai passate quelle "restrizioni" (flessibilità del lavoro, tasse, etc etc) SENZA la crisi finta e farlocca che è stata creata da quel famoso manipolo di criminali? Io penso proprio di no.....



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Le cicliche variazioni climatiche raddoppiano il rischio di guerre civili
ultimo aggiornamento: 26 agosto, ore 15:28
La scarsità di cibo, acqua e risorse energetiche può minacciare l'ordine pubblico, innescando conflitti e migrazioni di massa

Roma, 25 ago. - (Adnkronos) - Le cicliche variazioni climatiche raddoppiano il rischio di guerre civili. Lo rileva una ricerca pubblicata su Nature. In particolare, gli scienziati hanno collegato il fenomeno climatico El Niño che si verifica nell'Oceano Pacifico caratterizzato da temperature torride, siccità e altre perturbazioni, ai focolai di violenza nei paesi del sud del Sudan, in Indonesia e Perù.

Dall'analisi emerge che 50 di 250 conflitti tra il 1950 e il 2004 sono stati innescati proprio da queste variazioni climatiche. L'approccio statistico dimostra, dunque, che il rischio di un conflitto raddoppia dal 3% al 6% durante questo fenomeno che si verifica ogni 3-7 anni.

Addirittura, “è possibile ipotizzare che una lontana dinastia egizia fu rovesciata al potere durante una siccità” spiega Solomon Hsiang, che ha guidato la ricerca presso la Columbia University di New York che aggiunge: “dipendiamo molto dal clima”.

Per Hsiang, dunque, un'azione preventiva potrebbe impedire lo spargimento di sangue che nel caso di El Niño può essere prevista fino a due anni prima. "Ci auguriamo che il nostro studio possa contribuire a ridurre le sofferenze umanitarie".

Tra le cause dei 'conflitti-clima' è prioritario il cibo. E' noto, infatti, che raccolti e redditi provenienti dall'agricoltura crollano durante l'anno del El Niño. "Quando le colture falliscono, è facile che le persone, per guadagnarsi da vivere, possano ricorrere ad una pistola", continua il ricercatore.

Tuttavia, il maltempo sembra combinare guai solo nei paesi meno sviluppati. Hsiang, infatti, indica l'esempio del Sudan meridionale, dove la guerra scoppiò durante l'anno di El Niño del 1963. Alla quale ha fatto seguito la fiammata del 1976, fino ad arrivare alla violenta guerra del 1983 che ha segnato l'inizio di oltre 20 anni di combattimenti, lasciando 2 milioni di morti.

In Australia, invece, il fenomeno climatico non ha provocato conflitti civili. "Un'ipotesi è che i paesi più poveri non hanno le risorse per far fronte agli impatti di El Niño”, spiega il ricercatore. Ma può esserci anche un'altra spiegazione: “alcune popolazioni potrebbero essere fisicamente più vulnerabili al fenomeno”.

Gli scienziati, però, fanno notare che il riscaldamento globale causato dall'uomo, con il continuo dilagare di temperatura e condizioni climatiche estreme, avrebbe un maggiore impatto climatico rispetto a El Niño. Per questo secondo, Mark Cane, membro del team, "è difficile immaginare che" non possa avere uguali risvolti. La scarsità di cibo, acqua e risorse energetiche può minacciare l'ordine pubblico, innescando conflitti e migrazioni di massa.

http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibil ... 08192.html


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MessaggioInviato: 26/08/2011, 16:31 
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sezione 9 ha scritto:

Ecco, appunto. Trovo contraddittorio che da una parte si dica che ci sia qualcuno che controlla l'economia mondiale che voglia mandare deliberatamente in crisi il sistema e da un'altra che la banca centrale americana (la "meglio" banca del mondo, quindi, credo, in buone e ben controllate mani) faccia di tutto per salvarlo.
Che poi non capisco che senso abbia scatenare il caos per instaurare la dittatura. Ce l'hanno già ladittatura, a suon di consumismo e individualismo egoista. Già la tv serve solo a spegnere le menti. Lavora e compra, non pensare ad altro: tipica mentalità da Milano da bere, no?

Secondo me sono due le questioni.
1) L'attuale sistema economico è basato sul debito (la stessa emissione-creazione di moneta produce debito), quindi è implicito nel sistema il fallimento, la povertà, la diseguaglianza, tutto ciò che in teoria può produrre profitto. Più la diseguaglianza tra classi, paesi, nazioni aumenta e più facilmente potrai avere costo lavoro, risorse naturali, libertà di inquinare e corrompere le leggi, a costi irrisori.
Un ambiente pulito, l'abbattimento nelle malattie, la pace nel mondo, una prevenzione efficace... sono tutti concetti che in questo sistema sono economicamente deprecabili. Nella sanità il PIL aumenta quando aumentano le malattie e le cure, non certo se nessuno si ammalata, dato che il PIL non tiene certo conto della morte delle persone, del debito che viene scaricato sulla collettività o sui più poveri (già perché gli interessi che percepiscono i crassi capitalisti vengono pagati dai debiti contratti dalla povera gente).
Non sono un economista, ma mi sembra evidente che il fallimento di aziende, di privati, la miseria, le guerre etc... non sia eventi casuali, ma siano parte stessa integrante e necessaria del SISTEMA.
2) Ora qual è il problema. La base monetaria in circolazione si è allargata a dismisura, attraverso i tanti giochini finanziari, leve, riserve monetarie, forme di speculazioni, profitti sui debiti etc... il problema è che il capitale che è in circolazione sostanzialmente non esiste, e non esiste nulla che lo possa coprire. In parole povere siamo tutti falliti, tutti gli stati lo sono. Si è arrivati secondo me ad un punto tale che presto tutto comincerà ad implodere. Nonostante si dica il contrario ci sono molti punti in comune con la crisi del 29 ma a livelli esponenzialmente ben più elevati.

Prima, indebitare artificialmente gli stati (tramite il FMI, la Banca Mondiale, delinquenti vari a soldo dei governi) era un giochino abbastanza redditizio, lo si faceva sistematicamente per sottrarre risorse e aprire nuovi mercati (tantissimi sono gli esempi, soprattutto in sud e centro america, che per anni è stato il puttanaio degli Stati Uniti... altro che crimini contro l'umanità... roba da giudizi ben superiori). Tu corrompevi individui o classi facilmente acquistabili, li obbligavi ad indebitarsi per fare costruire alle loro multinazionali le infrastrutture del paese o tanti ammenicoli del tutto inutili, e poi sotto il ricatto del debito li obbligavi a deregolamentare completamente le economie dei paesi, a cedere le infrastrutture e i servizi pubblici, aprendo il mercato a multinazionali che smerciando sottocosto o a prezzi insostenibili azzeravano le economie locali. Una volta ridotte le popolazioni alla miseria, oltre a "comprare" risorse a basso costo, potevi contare anche su manodopera a costo zero.
Questo giochino è andato avanti per decenni.

Poi il giochino è stato trasferito anche in Europa, grazie alle deregolamentazioni dei mercati finanziari, alla "Globalizzazione" (ah... quanto avevano ragione i famosi Noglobal presi a mazzate e randellate dalle polizie d'europa e dai media che li definivano nei peggior modi possibili), e agli illuminati politici del vecchio continente (i cosidetti "tecnici"). La truffa si è allargata, non solo andando a gabbare enti locali, comuni, regioni (la truffa dei derivati), ma anche coinvolgendo interi Stati e Nazioni.
Così paesi come la Grecia si sono indebitati (e sobillati a farlo) per cose assurde come le olimpiadi, ma soprattutto per FARE LAVORARE chi i soldi li prestava. Acquisto di armi, aerei militari, sottomarini etc... e intando il debito e gli interessi crescevano... Pensate che a questi signori importasse qualcosa? No perché metterli alle strette significava poi OBBLIGARLI a distruggere il tessuto sociale ed economico del paese. La loro parola d'ordine è PRIVATIZZAZIONI, TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA. Ora davvero c'è qualcuno sano di mente che possa credere che svendendo il patrimonio e i servi pubblici, tagliando scuola, sanità, pensioni, uno Stato possa svilupparsi e pagare i suoi (FASULLI) debiti? Già... perché qualcuno si è mai chiesto se quei soldi prestati esistano davvero o siano in un qualche modo coperti?
Già perché se così non fosse, anch'io potrei prestare ad un pensionato 100.000 euro per sistemare la casa, non avendoli, ben sapendo che non avrà mai i soldi per restituirmeli più tutti gli interessi. Perché lo faccio? Ma perché voglio rapinarlo della sua casa.

Lo stesso è avvenuto con altri paesi... vi siete chiesti come mai l'indebitatissima Irlanda sia diventato una sorta di paradiso fiscale per molte aziende europee, con condizioni salariali e contrattuali indecorose?
L'Italia è uno dei prossimi obbiettivi. E potete stare certi che potremo fare qualsiasi manovra, anche da 500 miliardi, ma fino a quando non metteremo mano ai famosi punti base: PRIVATIZZAZIONI, TAGLI ALLA SPESA, LIBERALIZZAZIONI, questi non molleranno l'osso.

Il punto però è che ora il sistema sta collassando. Non c'è alcuna recessione, secondo me, c'è il crollo del sistema, punto.
In questo sistema basato sul profitto e sul debito, quando i consumi si fermano, con l'entità raggiunta oggi dal debito, tutto finisce per crollare.

La soluzione potrebbe essere il solito inganno... una mega guerra mondiale, questo secondo me è l'unico modo che hanno per stare a galla, continuare a dividerci tra di noi come hanno sempre fatto... e noi ******** a scannarci tra di noi, tra destra-sinistra, interisti-romanisti, cattolici-atei etc...
Ve lo immaginate uno sciopero di tutti in tutte le città che fa collassare il SISTEMA?


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