nel vivente non c'è nulla di causale...il vivente in un certo senso inverte la freccia del tempo dell'universo e dimostra come questo sia in grado di organizzarsi in base a fini ossia a cause poste in quello che rispetto al nostro punto di vista è il futuro:
http://www.sintropia.it/italiano/2011-it-1-1.pdfun estratto dal link qui sopra
"L’ipotesi che nei sistemi viventi agisca un fattore causale diverso da quello classico era già stata avanzata da
Hans Driesch (1867-1941), pioniere delle ricerche nel campo dell’embriologia sperimentale. Driesch suggerì
l’esistenza di un principio causale finale, superindividuale e soprapersonale, che rappresenterebbe la causa
dello sviluppo e dell’evoluzione dei viventi, la finalità della natura, la potenzialità biologica. A questo
principio di causalità finale Driesch diede il nome di entelechia. Entelechia è una parola greca la cui
derivazione (en-telos) indica qualcosa che ‘contiene’ in sé il proprio fine o scopo, e che dirige verso tale fine
il sistema su cui agisce. Così, se il percorso di sviluppo normale viene interrotto, il sistema può raggiungere
lo stesso fine in altro modo. Driesch ritiene che lo sviluppo e il comportamento siano regolati da una
gerarchia di entelechie, che in senso ultimo derivano tutte dall’entelechia complessiva dell’organismo e sono
ad essa subordinate. La dimostrazione classica di questo fenomeno venne fornita da Driesch su embrioni di
ricci di mare. Se in un embrione molto giovane allo stadio bicellulare una delle due cellule viene uccisa, la
cellula rimanente non dà origine a metà di un riccio, bensì genera un riccio piccolo, ma completo.
Inversamente, la fusione di due giovani embrioni dà luogo allo sviluppo di un unico riccio gigante e non di
due ricci. Risultati di questo tipo mostrano che nello sviluppo i sistemi procedono verso un fine morfologico
unico. Nel momento in cui interveniamo su di un embrione, ad esempio uccidendo una delle due cellule che
lo compongono, la cellula superstite risponde comunque alla causa finale che porta alla formazione di una
struttura analoga a quella che si sarebbe raggiunta con entrambe le cellule dell’embrione, anche se più
piccola. Ne consegue che la forma finale non è causata dal passato o da modificazioni che possiamo
introdurre nel passato, ma dal futuro. Anche quando una parte del sistema viene asportata o il normale corso
dello sviluppo viene turbato, la forma finale che si raggiunge è sempre la medesima. Un altro esempio
riportato da Driesch è quello della rigenerazione, cioè il processo grazie al quale gli organismi sono in grado
di sostituire o riparare strutture danneggiate. Le piante presentano una gamma stupefacente di capacità
rigenerative, e così gli animali inferiori: per esempio, se un verme piatto viene tagliato a pezzi, ciascun pezzo
rigenera un verme completo. Anche molti vertebrati hanno straordinari poteri di rigenerazione: per esempio,
se la lente dell’occhio di un tritone viene asportata chirurgicamente, una nuova lente si rigenera a partire dal
bordo dell’iride, mentre nello sviluppo normale dell’embrione la lente si forma in modo molto diverso, a
partire dalla pelle. Driesch utilizzò il concetto di entelechia per render conto delle proprietà di integrità e di
direzionalità nello sviluppo e nella rigenerazione degli organismi. "