Primo, non sono comunista. Il solito accostamento "no Berlusconi=comunista" dimostra (appunto) pressapochismo. E in ogni caso, i comunisti italiani hanno avuto il loro bel ridire sul comunismo sovietico. Quindi, non ci sarebbe niente di strano nel vedere un comunista italiano criticare la Russia (che poi è tutto tranne che un regime comunista, e dunque è ancora meno strano vedere un comunista criticare Putin, anzi, sarebbe suo dovere).
Secondo, Gambero, non riesco proprio a paragonare l'Italia fascista a quella di oggi. All'epoca, per fare un'esempio, Matteotti (mio conterraneo) è stato ucciso per aver fatto "l'anti-italiano", ora non vedo nessuno dell'opposizione morire pestato, o al confino, o condannato a morte. Dire poi che in fin dei conti il nazismo non sarebbe stato poi così disastroso, penso che sia proprio una perla. I polacchi, per dire, hanno subito un regime autoritario filo-fascista (che si occupava "solo" della segregazione ebraica), poi l'invasione nazista (che ha sterminato "solo" gli ebrei perchè non ha fatto in tempo a finire il popolo polacco) e infine un regime comunista (che si è occupato "solo" della repressione dei dissidenti). Il regime nazista era una dittatura nata col preciso intento di sterminare le razze inferiori, quello comunista no, e neppure quello attuale. Questa tirata sul nazismo, mi spiace pensarlo, mi fa capire che le critiche alla guerra in Libia siano prima di tutto critiche al mondo arabo, incapace di ideare autonomamente un percorso politico di indipendenza democratica perchè inferiore. E se sbaglio, smentitemi subito che vi chiedo scusa.
Terzo, libertà è un concetto ben chiaro in teoria, nella pratica no (purtroppo). Io non credo di vivere in un mondo "libero", sono sicuro di vivere in un mondo "più libero" della Germania nazista, dell'Italia fascista, della Russia comunista, della Libia di Gheddafi e della Russia di Putin. Poichè penso che una dittatura sia illegale in sè, ad una dittatura posso rispondere solo con la violenza (perchè è essa stessa una violenza: è "legittima difesa" ribellarsi). Anzi, penso che sia doveroso farlo, e ipocrita definire il regime in cui si vive "non libero" e non fare nulla per "liberarlo". Se pensate che viviamo in dittatura, com'è che non state sparando in pazza?
Quarto, io ho fatto un discorso diverso dalla propaganda occidentale (anche qui, la cosa è detta male: Francia, Usa, Germania e Italia dicono tutti cose diverse). Io dico che chi è intervenuto ha fomentato (oppure anche solo sfruttato) un movimento di ribellione contro una dittatura. Dico che gli interessi occidentali (e non solo: gli interessi di ogni Stato) sono legati principalmente all'energia, cioè al petrolio, o comunque al potere. Dico che i ribelli avranno pure una base "tribale", e che sono un miscuglio di idee diverse, ma che la parte islamista (che è cosa diversa da quella islamica) è ben più che minoritaria, e che l'idea degli insorti è "cacciamo Gheddafi e mettiamo in piedi un regime democratico".
Quinto, continuate a vedere solo i brutti e cattivi americani (anche se non vedo quanto l'Italia potesse essere più buona a farsela con un dittatore pazzo e megalomane, baciando mani e ridendo delle amazzoni, comprando petrolio e regalando armi con cui uccidere i migranti, e importando come prodotto tipico solo il bunga bunga), ma non guardate mai la cosa dal punto di vista degli insorti. Allora, io sono un libico, sinceramente democratico, e voglio eliminare Gheddafi. Cosa faccio, selezioni gli alleati in base alla loro purezza di spirito? Quello che si fa per abbattere una dittatura è guerra (e la guerra, si sa, non è un pranzo di gala), e dunque non valgono più regole: la guerra si vince solo eliminando fisicamente il nemico. E se per farlo (dato che si tratta di vivere o morire) sono disposto ad allearmi con chiunque, purchè mi garantisca il raggiungimento dell'obiettivo militare e dello scopo politico. E questo, se non vi spiace, è leninismo applicato.
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