Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




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Marziano
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MessaggioInviato: 06/09/2011, 22:01 
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Messaggio di Enkidu


Comunque, quello che volevo far capire con tutta questa serie di esempi, è che quando si parla dell’America, gli animi si scaldano… troppo.


E' quasi sempre così, infatti.

Cita:
Io che sono italiano, ho il dovere di amare l’America?


Dal mio punto di vista, no di certo;

Cita:
Perché quando qualcuno parla male dell’Italia, sputando nel piatto in cui mangia, nessuno si scandalizza, ma anzi tutti gli danno manforte, mentre invece se qualcuno parla male dell’America, , bisogna dargli addosso anche se non abbiamo nessun dovere né alcun debito nei confronti degli yenkee?


Per tante ragioni, la prima delle quali a mio parere è la croce che portiamo (e soprattutto che abbiamo portato in passato) da 1600 anni a questa parte, ossia la presenza di un potere temporale afferente ad una particolare religione (non autoctona del paese) da sempre ostile ad un'Italia politicamente forte, libera e soprattutto una; l'ultima delle quali è una guerra mondiale persa con conseguente spadroneggiamento di ideologie che avevano il baricentro oltre atlantico ed oltre cortina. Ci sono poi altre ragioni che si innestano in queste.


Cita:
Per che cosa dovremmo ringraziarli? Per essersi opposti a Hitler e all’URSS? Ma loro mica l’hanno fatto per buon cuore… se fosse stato per loro, ci avrebbero lasciato sterminare, come hanno fatto con altri popoli. L’hanno fatto per il loro interesse personale, quindi perché ringraziarli?


Non solo, a questo si può aggiungere che non bisogna pensare agli USA degli anni '40 come se fossero gli USA di oggi; in Alabama ci fu segregazione razziale negli autobus fino al 1956, per non parlare delle politiche pro segregazione di diversi stati del sud degli USA portate avanti apertamenti per tutti gli anni '50 ed il voting act rights è solo del 1965, non 1935 ma 1965. Ancora fino al 1967 c'erano posti, come in Virginia, dove vigevano restrizioni ai matrimoni interrazziali. Insomma, immaginate come dovessero essere gran parte degli USA negli anni '30 o '40; di certo non erano gli USA di oggi.


Cita:
Scusate, non ho mica capito…. Non vi sembra che all’America si dia troppa importanza?


Io penso di sì.

Cita:
io sono italiano e sono contento ed orgoglioso di esserlo


Anche io, fortemente e da sempre.

Cita:
e il mio essere orgoglioso di vivere in Italia non viene inficiato dai corrotti e dai ladri e dei mafiosi che la infestano



Condivido in pieno questo idem sentire.


Cita:
Sì, perché per me l’unico problema vero che abbiamo noi italiani, che viviamo in uno dei migliori paesi del mondo (o ci vivevamo, fino a quando negli ultimi anni le cose hanno preso una brutta piega per colpa nostra, senz’altro, ma anche a causa di situazioni contingenti fuori del nostro controllo), è che non sappiamo ribellarci agli abusi dei potenti e dei mascalzoni, a causa della nostra disunione e anche di uno scarso carattere combattivo, sembra…



In parte sembra, ed è esagerato ad arte, complice anche certa filmografia sapientemente orientata, complici certi presunti luoghi comuni sapientemente alimentati.

In parte è a causa di una voluta (non dal popolo ignaro) divisione, sistematicamente perseguita dal papato e dai suoi lanzichenecchi di turno (i primi in ordine cronologico i tanto coccolati franchi, secondo una tradizione antiunitaria continuata fino in pieno diciannovesimo secolo).
1600 anni di invasioni, divisioni, servilismo, o franza o spagna purchè se magna, non passano invano e lasciano traccia in vario modo sui comportamenti degli italiani di oggi, di ieri e di ieri l'altro. Anzi che siamo ancora qui, anzi che bene o male abbiamo conservato un'identità, sebbene frastagliata. Non so quanti altri popoli ci sarebbero riusciti a parità di condizioni.

E pensare che un tempo questo era o comunque si sentiva o comunque aspirava ad essere il paese di Marte e di Venere, di forza e bellezza coronate da Giustizia. Un bel salto, non c'è che dire.

Cita:
Non vedo niente nel carattere degli americani che mi faccia pensare che abbiano un atteggiamento più “serio” nei confronti della vita di noi.



Sono tremendamente superficiali; l'americano medio è tremendamente ignorante. Ma quando si parla di soldi si fanno tutti molto seri e questo dà loro una forza non banale; qui da noi non è la stessa cosa, non in quel modo; lì c'è quasi una mistica del denaro molto diffusa, anche tra gli strati meno abbienti. Certo una serietà ottenuta per questa via non è il massimo, ma esiste anche questa componente, bisogna tenerne conto.

Bisogna ammettere poi che in fatto di tecnologia moderna, per via di tutta una serie di fatti a cominciare dalla fuga dei cervelli da Italia e Germania verso gli USA avvenuta negli anni 30, è partita una spirale di supremazia nei confronti di gran parte del mondo (si pensi all'informatica) difficilmente recuperabile a breve. Su questo ci sono dei primati, io credo. Ma è essenzialmente una questione di mezzi e di denaro.

C'è poi da dire che il benessere ha anche permesso che qualcuno potesse coltivare in modo libero ed approfondito studi storici molto interessanti, ma pur sempre bidimensionali, estranei per esempio alla dimensione del sacro nella storia dell'uomo. In quanto a studi filosofici sono tremendamente carenti, a parte forse qualcosa in Emerson. In ogni caso quello che hanno non è neanche lontanamente paragonabile alla tradizione che c'è in Italia in queste cose. Idem nel campo della musica classica (dove l'italiano è ancora oggi la lingua dominante).

Cita:
a come si sono comportati con quelle dell’uragano Katrina,



In quell'occasione, terzo mondo (nel senso peggiore del termine) allo stato puro.

Cita:
Ma a parte quello, essere antiamericani non è una colpa, se si è italiani.


A mio modo di vedere, se si è italiani non è mai una colpa essere anti-qualcos'altro. Non lo è nemmeno essere "anti-italiani" se lo si fa per costruire e non per distruggere, se lo si fa amando in realtà l'Italia anche senza darlo a vedere, amando cioè la propria Patria (cioè la terra dei Patres) nella speranza che migliori.

Cita:

Non è un “tradimento della patria”, ricordiamocelo!



Verissimo

Cita:
È molto peggio essere leghisti, essere nemici dell’unità d’Italia, che essere antiamericani, che se si spezzasse in tutti i suoi stati e staterelli, non m’importerebbe niente, e forse la troverai anche una cosa negativa, se non dovesse mettere in pericolo l’economia mondiale…


Mi trovi perfettamente d'accordo.

Cita:
Quindi io dico: sono anti-americano perché per me gli americani non hanno nulla di speciale, non li adoro, non li amo, non mi piace il loro stile di vita, il loro modo di pensare, il loro modo di agire e di considerare gli altri paesi come se loro avessero qualcosa di speciale e gli altri no.


Concordo su tutto tranne che sull'anti-americano; io, con gli stessi sentimenti, mi sento semplicemente a-americano, non sono anti. Non avendo nulla di speciale non mi interessano molto come popolo in genere, come cultura, naturalmente, non sto parlando di singoli. Ho amici americani. Ci sono poi molti americani che amano e che capiscono anche un po' l'Italia al di là dei soliti stereotipi, ma questo vale anche per alcuni francesi, inglesi etc ed anche viceversa. Io non mi sento anti- americano, la questione anti/pro non mi appassiona.

Cita:
l’Italia diventerà uno dei posti migliori per viverci per cultura, stile di vita, eredità storica, bellezza e mentalità pacifica della gente.


Chi sa, mai disperare. Forse sì. Personalmente mi piace ricordare che uno squattrinato ed isolato Arturo Reghini, nel prologo all'opera (quasi tutta ancora inedita) dedicata ai numeri pitagorici, in pieno 1944 (sarebbe morto due anni dopo), sulla linea gotica, in un'Italia divisa ed in fiamme, invasa brutalmente dai francesi (ricordiamo le donne "marocchinate", "grazie" alla Francia ancora una volta) e dagli angloamericani da sud e con i loro cugini di lingua tedesca in rabbiosa ritirata a nord, ripetendosi il quasi bimillenario scenario di un'Italia terra di passaggio e conquista di vandalici eserciti stranieri, amava ricordare: "Ho anche avuto l'intendimento di fare opera che onori la mia patria terrena (cioè l'Italia) destinata malgrado tanti errori ed orrori ad un'avvenire e ad una funzione degna del suo passato sotto la guida degli Dei . Mi rincresce non essere stato capace di fare di più. Il tempo stringe e Gnosis ed Ananke non mi permettono altro."


Ultima modifica di quisquis il 06/09/2011, 22:20, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 07/09/2011, 12:37 
Quisquis, anche gli italiani sono generalmente superficiali e ignoranti (e ovviamente mi metto nel calcolo della media). Però trovo che altri popoli (non solo gli americani) riescano a vedere più i pregi che i loro difetti... Noi abbiamo un enorme problema, ora: siamo stanchi, vecchi, sfatti, stiamo marciando rassegnati verso la fine. Io quella particolare forza e unità che, come si dice, l'Italia ha sempre dimostrato nei momenti di crisi, stavolta non riesco a vederla chiaramente. Gli americani (o i francesi, gli inglesi, i tedeschi, perfino i greci) comunque vada "credono" nel loro Paese, noi no. Loro sono in crisi (morale) e si "inventano" Obama che riesce a raccogliere molti giovani e a farli partecipare, a farli coscienti dei problemi e ad attivarli. Noi siamo in crisi morale, sociale, politica, economica, e pensiamo "ecco, è finita la cuccagna, si salvi chi può". Se vogliamo parlare di "sentimento nazionale" e di... Autostima, allora gli americani sono certamente migliori di noi.


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sezione 9 ha scritto:

Quisquis, anche gli italiani sono generalmente superficiali e ignoranti


Questo è vero, ma si stava parlando delle ragioni per cui si può dire " io sono antiamericano".

Ma forse un esempio banale, uno tra i tanti è ovvio, può chiarire meglio quello che intendo:
Gli americani sono fissati con le procedure e con i processi, dove per processo non intendo processo in senso legale (un processo al tribunale), ma processo in senso gestionale, come un insieme di strumenti e tecniche che riceve degli input ed eroga degli output, applicabile in qualunque tipo di contesto lavorativo.
Anche i nord europei amano lavorare per processi, ma gli americani ne hanno un culto. Viceversa gli italiani (di oggi) in genere amano di meno lavorare in questo modo.
Da noi si privilegiano di più i rapporti interpersonali anche in ambito lavorativo; questo può trasformarsi in un rischio, infatti se la gente con cui si lavora è di qualità tutto fila benissimo, in modo molto più snello che agendo pedissequamente secondo processi e procedure, viceversa tutto fila peggio, soprattutto quando cambiano le persone ma ovviamente i processi restano. Perché non essere più ligi ai processi e alle procedure anche in Italia? Ho detto secondo me perché, c'è una storia che pesa negativamente in questo senso. Ma il fanatismo con cui gli americani possono raggiungere l'eccesso opposto non trova eguali, ottusità allo stato puro, feticismo della procedura in ogni caso, anche nei casi più stupidi, chiusura mentale totale: è a questo tipo di superficialità e stupidità che mi riferivo.
Altro esempio banale: prendiamo un contadino nostrano, di quelli della generazione di mio nonno, classe 1902, per esempio. Gente ignorante in senso ufficiale, appena la quinta elementare; un po' rozza nei modi di fare, sicuramente. Ma non superficiale, sapevano di non sapere, questo era il punto. Sapevano che c'era tutto un mondo (anche in senso geografico) di cui sapevano poco o niente o a cui loro non appartenevano, ma sapevano che c'era e non si sentivano il non plus ultra a priori, sapevano trovare la loro giusta collocazione, con equilibrio. L'americano medio di oggi, non del 1902 (il che è molto più grave), per la mia esperienza e a mio parere è lontano anni luce da tutto ciò: non sa niente o quasi di ciò che non è USA, non ne ha proprio idea, se non quelle quattro stupidaggini che gli hanno propinato al cinema e nei media. E quel che è peggio crede di essere il numero uno, lo scrive nelle magliette (viste innumerevoli volte), "grazie America per avermi fatto americano". Tutto questo è molto stupido, gli europei (forse un po' gli inglesi, ma fino ad un certo punto) non sono così. C'è più equilibrio anche nell'ignoranza; questo era il senso di fondo. Molti altri esempi si potrebbero fare.

Cita:
Però trovo che altri popoli (non solo gli americani) riescano a vedere più i pregi che i loro difetti...



Vero

Cita:
Noi abbiamo un enorme problema, ora: siamo stanchi, vecchi, sfatti, stiamo marciando rassegnati verso la fine.



La maggioranza degli italiani ha sempre coltivato sentimenti più o meno di questo tipo, in alternativa ai quali si è rifugiata nel menefreghismo; il perché (a mio parere) l'ho detto.



Cita:
Io quella particolare forza e unità che, come si dice, l'Italia ha sempre dimostrato nei momenti di crisi,



Non l'ha mai dimostrata veramente in 1600 anni, solo una minoranza è stata sempre consapevole di questa forza e di questa unità, il popolo ha quasi sempre tirato a campare alla meno peggio;

Cita:
Gli americani (o i francesi, gli inglesi, i tedeschi, perfino i greci) comunque vada "credono" nel loro Paese, noi no.



Certamente, niente di nuovo sotto il sole. Chiaramente quel "noi" si riferisce alla maggioranza degli italiani, non a tutti. E' così (mutatis mutandis) da 1600 anni a questa parte.


Cita:
Loro sono in crisi (morale) e si "inventano" Obama che riesce a raccogliere molti giovani e a farli partecipare, a farli coscienti dei problemi e ad attivarli.


Questi sono fatti contingenti, sono la superficie, non cambia a mio parere la sostanza delle cose; la politica estera USA è più o meno sempre quella, al prossimo presidente repubblicano svuoteranno gli arsenali che adesso stanno riempendo. I cambiamenti se ci sono si vedono nei decenni, non negli anni. Il punto è la mentalità, non le questioni di politica contingente, se non nella misura in cui queste sono la spia di un mutamento di mentalità, ma nel caso degli USA nei fatti non mi sembra affatto.

Cita:
Noi siamo in crisi morale, sociale, politica, economica, e pensiamo "ecco, è finita la cuccagna, si salvi chi può".


Come sempre, niente di nuovo sotto il sole; almeno oggi si assaggia un benessere che un secolo fa in Italia le masse si potevano solo sognare, per non parlare dei secoli precedenti, quando gli altri paesi europei sguazzavano nell'oro dei propri imperi coloniali in Italia il popolo nella maggior parte dei casi faceva la fame sotto il giogo clericale e straniero . Che poi questo benessere non sempre lo si apprezzi e non sempre se ne faccia buon uso è tutto un altro discorso.

Cita:
Se vogliamo parlare di "sentimento nazionale" e di... Autostima, allora gli americani sono certamente migliori di noi.


Anche qui niente di nuovo. 1600 anni non passano invano.
Tornando agli americani, il fatto è che quella autostima a prescindere a mio modo di vedere è solo una forma di ottusità e superficialità.


Ultima modifica di quisquis il 07/09/2011, 21:15, modificato 1 volta in totale.


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quisquis ha scritto:

Tornando agli americani, il fatto è che quella autostima a prescindere
a mio modo di vedere è solo una forma di ottusità e superficialità.



E sei stato gentile...... [:2]



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quisquis ha scritto:

Questi sono fatti contingenti, sono la superficie, non cambia a mio parere la sostanza delle cose; la politica estera USA è più o meno sempre quella, al prossimo presidente repubblicano svuoteranno gli arsenali che adesso stanno riempendo. I cambiamenti se ci sono si vedono nei decenni, non negli anni. Il punto è la mentalità, non le questioni di politica contingente, se non nella misura in cui queste sono la spia di un mutamento di mentalità, ma nel caso degli USA nei fatti non mi sembra affatto.


Quoto in pieno, inoltre aggiungo che purtroppo è per questo che le elezioni le fanno ogni 4 anni, cambia il piatto ma la minestra è sempre quella.



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