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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 47796.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Treviso: marcia di 2000 industriali anti governo

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http://www.wallstreetitalia.com/article ... verno.aspx

CAMBIA IL VENTO | Nella provincia più leghista d'Italia (45% delle preferenze alle elezioni di due settimane fa) duemila imprenditori sfilano in strada, guidati da Emma Marcegaglia. "Il centro-destra è incapace di riforme" e' la clamorosa protesta proprio nella roccaforte di Bossi. Obiettivo? Prendere le distanze dal governo PDL/Carroccio appoggiato con convinzione per 3 anni ma da cui ora gli industriali si sentono traditi.

Duemila industriali in corteo, ieri dopo l'assemblea di Unindustria, guidati da Emma Marcegaglia, Alessandro Vardanega e Andrea Tomat. Una protesta silenziosa, l'hanno definita, contro l'assenza di politiche per lo sviluppo.

Comincia con un pugno alla Lega, nel cuore del sua roccaforte, l'assemblea degli industriali trevigiani. Il presidente Alessandro Vardanega chiama l'Inno d'Italia e tutti si alzano in piedi. Persino il governatore Luca Zaia (che però non lo canta) e il vicesindaco Giancarlo Gentilini, che sull'inno non ha mai avuto incertezze.

Poi, al termine dell'assemblea, il momento più atteso: la marcia silenziosa degli imprenditori trevigiani dallo stadio di rugby di Monigo alla nuova Area Appiani, in testa il presidente nazionale Emma Marcegaglia accompagnata da Andrea Tomat e Alessandro Vardanega. Il ministro Maurizio Sacconi, che alla camminata non partecipa, evoca quella dei quarantamila a Torino contro il terrorismo e azzarda un giudizio non proprio fortunato: «E' una marcia contro la Cgil».

Ma i duemila imprenditori che sfilano lungo i due chilometri di viale Europa non pensano né a Pomigliano né alla Cgil: «Abbiamo votato per questo governo ma non ci stiamo più: i risultati sono troppo scarsi e anche la Lega sta deludendo. Adesso tocca a noi imprenditori dare il segnale che bisogna cambiare e anche in fretta».

Si sfilano un po' di big - Gilberto Benetton, Gianfranco Zoppas, Mario Moretti Polegato, Stefano Beraldo se ne vanno un po' prima - ma gli altri ci sono tutti. Lasciano le loro auto nel parcheggio e si sciroppano la strada, graziati da una violenta grandinata che un paio d'ore prima aveva persino interrotto l'assemblea.

Ed è un fiume di rabbia contro il governo Berlusconi, cui gli imprenditori trevigiani non credono più. Renzo Dametto, che produce i tortellini Dalì, descrive bene la situazione: «L'idea della marcia è buona. Almeno ha il merito di muovere le acque perchè abbiamo esaurito la pazienza. Se sono col governo? No, sto con il presidente Vardanega. Perchè io sono tra quelli che aveva creduto a questo governo, ma ora non più. Non ha fatto abbastanza».

Tra i partecipanti è un crescendo di giudizi negativi. Aggiunge Massimo Tonello di Oderzo: «E' una marcia silenziosa. E il silenzio è molto eloquente. Questo è un segnale alla politica: siamo uniti e vogliamo cambiare le cose perchè così, è inutile nascondercelo, non si va da nessuna parte».

Lo stesso commento di Gianni Sartor, di Computer srl di Susegana: «Serve a sbloccare la situazione. Il governo poteva fare molto, ma molto di più. Per carità, c'è stata la grave crisi, ma mi sembra che abbiano perso tempo a litigare invece che a governare».

Vincenzo Papes, imprenditore medico: «In Italia ci vuole meno Stato e più impresa. Pensavo davvero che questo governo facesse di più, all'inizio ci avevo creduto pure io. Anche la Lega ha perso la spinta, a mio parere. Purtroppo manca ancora l'alternativa e la sinistra non riesce ad aggregare abbastanza». Il costruttore Silvano Armellin di Conegliano: «Questa marcia non è la soluzione ma almeno un contributo. Noi, del resto, siamo abituati ad arrangiarci, a fare le cose da soli».



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MessaggioInviato: 29/05/2011, 14:47 
Tav, nessuna pietà: piegare la valle di Susa ad ogni costo

Scritto il 29/5/11

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http://www.libreidee.org/2011/05/tav-ne ... gni-costo/

Nessuna pietà per la valle di Susa: questione di ore, e i militanti No-Tav saranno nuovamente attaccati dalle forze antisommossa, pronte a sgombrare il campo “ad ogni costo” su ordine del governo per consentire l’apertura a Chiomonte del primo cantiere della Torino-Lione entro il 31 maggio. Si teme che l’assalto venga sferrato nella notte fra domenica e lunedì, scrive “Il Fatto Quotidiano”, una volta diradatasi la folla accorsa numerosa, sabato 28, per colorare la protesta lungo i tornanti del Colle delle Finestre su cui si è arrampicato il Giro d’Italia. Ma non c’erano solo attivisti valsusini: ha raggiunto i No-Tav una delegazione di operai della Fincantieri, per sostenere la resistenza della valle di Susa contro la maxi-opera «inutile», mentre i cantieri navali di Genova e Napoli sono sotto minaccia di chiusura.


L’Italia che sta affrontando la peggiore crisi della sua storia recente, con spaventosi tagli in arrivo sulla spesa sociale – 46 miliardi l’anno, la scure europea sul welfare – non prende neppure in considerazione l’ipotesi di riflettere meglio sulla Torino-Lione, in teoria la maggiore infrastruttura nazionale: 20 miliardi di euro, per i quali non esiste un rapporto costi-benefici. In pratica un atto di fede (interamente scaricato sulle tasche dei contribuenti, attuali e futuri) nella sbandierata convinzione che la nuova linea ferroviaria sia una leva strategica di sviluppo. Tesi bocciata dalla valle di Susa: tutti gli indicatori rivelano che la Torino-Lione, idea ormai obsoleta – nata all’inizio degli anni ’90 per l’Europa di allora, ancora in espansione – sarebbe una linea fantasma, senza traffico né passeggeri né merci, visto che la rotta continentale è ormai la Genova-Rotterdam che trasferisce da sud a nord le importazioni da Cina e India attraverso gli snodi novaresi e lombardi e i trafori Italia-Svizzera.

Il sospetto è che la Torino-Lione faccia semplicemente gola a chi la realizzerà: tutta o anche solo in parte, quanto basta per mettere le mani sulla quota europea del faraonico finanziamento, anche a costo di ridurre la valle di Susa a un inferno di cantieri pericolosi. «Il più appassionato», scrive Roberto Cuda sul “Fatto”, sembra il sindaco uscente Sergio Chiamparino, a pochi giorni dalla scadenza del mandato, «seguito a ruota dal successore Piero Fassino, dalla Confindustria e dalla Camera di Commercio locali e naturalmente dai vertici della Provincia di Torino e dalle Regione Piemonte». Tutti uniti contro “la valle che resiste”: «E per non cedere di fronte a quella che viene definita “una minoranza” – composta però dalla grande maggioranza dei sindaci e dei valsusini interessati dalla linea – si va parlando da qualche giorno di militarizzazione del territorio. Ma non sarà una passeggiata respingere un movimento così compatto, in una zona impervia e assai poco praticabile».

«Basta parole», scandisce Chiamparino, irremovibile. «Basta progetti di lungo periodo come andare nelle scuole. Abbiamo ancora cinque giorni di tempo per far partire i lavori e allora dobbiamo chiedere a Maroni di mettere in campo tutte le azioni che possano garantire la legalità nel rispetto delle regole». Il sindaco uscente, scrive Maurizio Tropeano su “La Stampa”, sprona il “gotha” del mondo politico-economico piemontese, che sulla Tav «parla con una voce sola». Giura che «la Tav è strategica», senza mai spiegare perché, né tantomeno fornire cifre credibili, provando a contestare – conti alla mano – le contro-analisi che i No-Tav hanno commissionato ai migliori esperti universitari italiani. Niente da fare: il leader degli industriali torinesi, Gianfranco Carbonato, annuncia l’invio di una lettera al ministro dell’interno: la Confindustria chiede a Maroni di aprire il cantiere ad ogni costo, anche usando la forza. D’accordo anche Barbara Bonino, assessore regionale Pdl alle infrastrutture, e Antonino Saitta, presidente Pd della Provincia di Torino.

«Non possiamo gettare a mare le aspettative di lavoro create», dice Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom, senza spiegare se allude alla semplice attività cantieristica o anche alle eventuali ricadute dell’infrastruttura sul sistema industriale – in quel caso, mai dimostrare da nessuno studio in oltre vent’anni di tentativi di logorare o piegare la resistenza civile della valle di Susa. Una posizione che appare ideologica, ribadita anche da Cna e Confesercenti. Il sottosegretario berlusconiano alle infrastrutture, Mino Giachino, si allinea coi dirigenti del centrosinistra, da Chiamparino a Fassino: si vuole «agire subito e con determinazione, per evitare che prendano corpo e forma progetti alternativi come quello che passa da Genova oppure sopra le Alpi, da Ginevra». Per l’economia piemontese «sarebbe impensabile perdere la Torino-Lione», dice il presidente della Camera di Commercio torinese, Alessandro Barberis, anche lui senza preoccuparsi di fornire la minima dimostrazione della sua tesi.

Luigi Rossi di Montelera, antico boiardo democristiano ora alla guida della società Transpadana, ne fa addirittura un problema di democrazia: «Non possiamo accettare che quest’opera venga abbandonata per colpa di una minoranza». Mariella Enoc, presidente di Confindustria Piemonte, si rammarica che la Coldiretti si sia schierata coi No-Tav a difesa del verde, che significa pascolo per gli allevamenti. E racconta di aver fatto pressione anche sull’arcivescovo torinese, monsignor Nosiglia, perché convinca il vescovo di Susa e i cattolici valsusini – schierati anch’essi nella difesa della loro valle – perché «evitino di diventare una forza No-Tav». Ancora una volta, il network trasversale al potere finge che i No-Tav siano «una minoranza» addirittura violenta, pronta a prevaricare la mite «maggioranza silenziosa» dei valsusini. «Ormai sono quattro gatti», disse Chiamparino un anno fa, ricevendo per tutta riposta un corteo popolare con 40.000 cittadini decisi ancora una volta a marciare contro la Torino-Lione. Ripresero i sondaggi geologici contrastati dai No-Tav, e una inerme manifestante finì all’ospedale, massacrata di botte dalla polizia.

I consiglieri regionali e comunali grillini hanno regalato a Piero Fassino (che è nato ad Avigliana, in valle di Susa) 1200 banconote da 10 euro con il marchio No-Tav: «Tanto costa un centimetro di quell’opera inutile e dannosa», una infrastruttura demenziale che rappresenta «una dichiarazione di guerra al popolo No-Tav». I sindaci valsusini, contrari all’opera, provano a resistete ancora, tentando un profilo istituzionale: hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro la procedura per l’apertura dei cantieri per il “tunnel geognostico” della Maddalena di Chiomonte, l’anteprima della Torino-Lione, il cui avvio darebbe il via libera alla cascata di finanziamenti. «Ci sono quattro punti che secondo i nostri avvocati presentano vizi di legittimità», spiega il presidente della Comunità Montana, Sandro Plano: «Per questo motivo abbiamo chiesto ai giudici la sospensione immediata dell’esecutività della delibera Cipe».

Plano è iscritto al Pd come molti suoi colleghi valsusini: tutti bollati come “eretici”, al momento di schierarsi sul futuro della valle. «Dicono che la Torino-Lione porterà lavoro, ma sbagliano: si tratta di un’opera faraonica e inutile, che devasterà per sempre la valle di Susa». L’area investita dal progetto teme i cantieri, i disagi, le polveri pericolose (uranio e amianto) e l’impatto sul territorio: cementifici, viabilità sconvolta, tonnellate di materiale estratto dalle gallerie. Una catastrofe ambientale, sociale e anche economica: crollerebbe il valore degli immobili. I valsusini tuttavia non accettano compensazioni: dicono che la Torino-Lione sarebbe una sciagura non solo per la valle di Susa, ma per l’Italia. «Un crimine contro l’umanità di domani – secondo Beppe Grillo – costretta a pagare un debito immenso, per un’opera completamente inutile». Si teme anche l’infiltrazione della nuova mafia, attratta da investimenti “sicuri” come le grandi opere, e si paventa il rischio che le falde acquifere possano essere tagliate: la valle di Susa, pur nel cuore delle Alpi, potrebbe restare all’asciutto, come il Mugello prosciugato dai cantieri Tav della Bologna-Firenze.

In vent’anni di discussioni, negoziati e scontri sul terreno, le istituzioni non si sono mai prese la briga di provare a dimostrare pubblicamente l’utilità della Torino-Lione, limitandosi sempre a ripetere slogan (“non possiamo perdere quel treno”) isolando i valsusini, grazie anche alla disinformazione generale che, in Italia, protegge i fautori della maxi-opera. Poche le inchieste serie, come quella di “Exit” su “La7” che ha dimostrato, cifre alla mano, l’assoluta insostenibilità dell’opera. «Siamo mobilitati per difendere le nostre case, la nostra salute, la nostra valle – dicono i No-Tav – ma sapendo che la nostra battaglia è per l’Italia: per impedire che gli italiani (tutti: da Bolzano a Palermo) siano poi costretti a pagare, in termini di tasse e tagli sui servizi sociali, il costo di un’opera pubblica mostruosa e totalmente inutile, vantaggiosa solo per la Casta politico-economica, la lobby dei costruttori».

Il momento è cruciale, ribadisce “Il Fatto”, poiché entro il 31 maggio scadono ufficialmente i termini per l’erogazione dei soldi europei. Se la Casta preme anche su Maroni perché stavolta gli agenti antisommossa espugnino “ad ogni costo” il presidio No-Tav della Maddalena, dove nei giorni scorsi i militanti hanno fermato un primo “assalto” notturno (anche ricorrendo a barricate improvvisate e ad una fitta sassaiola), ora «la tensione è palpabile e tutti sanno che un’incursione delle forze dell’ordine è solo questione di ore». Voci ricorrenti parlano della notte tra il 29 e il 30 maggio. «Il mandato dell’assemblea di giovedì scorso è quello di non reagire in caso di attacco», dice Alberto Perino, tra i portavoce del movimento, che annuncia: gli attivisti si limiteranno stavolta a fare resistenza passiva. «Con questa convinzione, resisteremo per mantenere il presidio alla Maddalena». Mentre l’Italia sarà incollata ai monitor per seguire in diretta l’esito dei ballottaggi di Milano e Napoli, sulla valle di Susa potrebbe abbattersi l’ultima tempesta.



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MessaggioInviato: 22/06/2011, 15:37 
Scontri davanti a Montecitorio

VIDEO ANSA:
http://www.ansa.it/web/notizie/videogal ... 44105.html

I Cobas assaltano Montecitorio con uova, fumogeni
e petardi per chiedere le dimissioni del premier. VIDEO

http://affaritaliani.libero.it/politica ... 20611.html



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MessaggioInviato: 22/06/2011, 17:30 
Beati loro che non fanno un c...o nella vita, io lavoro, e tempo da perdere per lanciare uovo non ne ho!!!!!



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MessaggioInviato: 22/06/2011, 18:27 
è vero,convenire nn conviene davvero incazzarsi per gl'altri.
ricordo una domanda di una tv nazionale fuori dall'aeroporto militare di cervia ai tempi dei primi bombardamenti che le forze di pace facevano in jugoslavia ad una specie di umanoide che abitava nei pressi sul fatto o meno se ritenesse giusto tt ciò,e lui disse in uno stentatissimo italiano romagnolizzato al max:
'chi ca..o z'ientriamo noi..si hanno delle beghe tr d'loro chi s'incul...
tra d'loro.'


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MessaggioInviato: 23/06/2011, 12:24 
Ci vorrebbe un 3d intitolato "quello che non fanno vedere i tg di berlusconi"

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=NWjA-AQ_kRQ[/BBvideo]


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Rettiloide
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MessaggioInviato: 23/06/2011, 12:36 
Guarda caso mentre Berlusconi interviene (cosa rarissima) in Parlamento, ci sono degli scontri fuori. Guarda caso, i precari erano lì da tempo senza fare nulla, e, guarda caso, proprio mentre B. stava dentro (dico, dentro il Parlamento) la Polizia carica, e nascono degli scontri. Ma gli scontri non riescono bene, non c'è l'assedio che era venuto tanto bene le altre volte, e, guarda caso, stavolta nei TG le immagini non le fanno vedere, perchè, guarda caso, vedere la polizia che picchia per portar via una tenda non è proprio il massimo...

Lo dico sempre, state attenti alle provocazioni, bastano una o due persone per rovinare tutto. State attenti, non cascate nel gioco del "brutto comunista" perchè chi vivacchia coi governi balneari non aspetta altro di sviare l'attenzione da crisi, licenziamenti, manovrine da 40 (e più) miliardi e rating che calano...


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MessaggioInviato: 09/09/2011, 16:29 
BASTA CON I PRIVILEGI DELLA CASTA POLITICA
BASTA CON L’IMPUNITÀ DELLA CASTA


http://www.cittademocratica.it/profiles ... e=activity

È nata un'opinione pubblica indignata che non ne può più di questi mandarini appollaiati in Parlamento a difendere i propri privilegi. Da vent'anni e forse più costoro, ogni volta che sentono salire il disprezzo del Paese verso di loro, promettono di fare qualcosa ma poi, puntualmente, non fanno nulla come nell’ultima maxi-manovra a proposito delle loro pensioni d’oro, sull’abolizione delle Province rimandata alle calende greche, sul ridotto taglio alle indennità per chi ha doppio stipendio e sulla mancata riduzione del numero dei parlamentari. Continuano invece a togliere sempre di più a famiglie, lavoratori e pensionati onesti pur di mantenere intatti i loro privilegi e la ricchezza dell’elettorato di riferimento dell’attuale governo.

Lo stesso Berlusconi ha reso intoccabile la "casta" dei politici, preoccupato di non irritare ministri e parlamentari appena comprati, indispensabili per la sopravvivenza della sua risicata e dannosa maggioranza.

a) I COSTI DELLA POLITICA quantificati ufficialmente da "Il Sole 24 Ore" ammontano a 24,7 miliardi l'anno, cioè circa 18,3 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere i costi derivanti da un “sovrabbondante” sistema istituzionale quantificabili in circa 6,4 miliardi di euro. La sola Camera dei deputati costa al cittadino 2.215 Euro al minuto.

b) LA BUSTA PAGA DI UN PARLAMENTARE: l'indennità netta è di 5.486,58 euro, a cui bisogna aggiungere una diaria di 3.503,11 euro. Lo stipendio è arricchito con il rimborso spese forfettario per garantire il rapporto tra l'eletto e il suo collegio (3.690 euro al mese), cui si aggiungono gli emolumenti che coprono le uscite per trasporti, spese di viaggio e telefoni (altri 1.500 euro circa). In tutto oltre 14 mila euro al mese netti. Incassano il gettone di presenza anche se restano a casa, basta che dicano di essere stati ad un convegno. A tutto questo alcuni possono sommare altre indennità di carica. Inoltre molti parlamentari non hanno gli assistenti e si intascano i 3.690 euro destinati ai portaborse. Per quelli che sostengono di non intascare i soldi destinati ai collaboratori pagati in nero è già pronta e depositata la riforma: il deputato o il senatore fornisce al Parlamento il nome del collaboratore di fiducia e questi viene pagato direttamente dal Parlamento, e così l'«equivoco infamante» su certe furbizie è risolto all'istante.


c) OGNI TIPO DI BENEFIT che nulla ha a che fare con la funzione parlamentare, ma serve solo per utilizzare a sbafo e a scrocco servizi, forniture, emolumenti personali. Si tratta di ingressi gratis ai teatri, posto fisso gratis allo stadio, assicurazioni gratis, cliniche gratis, ristorante dove la bistecca di manzo costa poco più di due euro, sconti su auto e mutui, 3.098 euro l'anno per pagare le telefonate, un plafond di altri 1.500 euro per i computer, non si pagano le multe per eccesso di velocità (v. intervista a Monai su “L’Espresso”), hanno un pass per andare ovunque, voli blu di Stato che per ministri e sottosegretari sono cresciuti del 154% rispetto a quelli del governo Prodi.

I parlamentari mettano tutto on line, così il cittadino potrà vedere le loro dichiarazioni dei redditi e sapere anche il passaggio dato su un volo di Stato a una ballerina di flamenco.


d) LAVORANO POCHISSIMO solo da martedì al giovedì sera. Nel 2010 e nel 2011 l'aula non è mai stata convocata di venerdì. Nelle Commissione l'assenteismo è da record: su una quarantina di membri, se ce ne sono una decina presenti è tanto.

e) PENSIONI D’ORO: Alla Camera e al Senato i contributi pensionistici versati dai parlamentari sono un undicesimo di quanto da loro effettivamente riscosso. Al netto dei reciproci versamenti addirittura un tredicesimo. Come dicono le sentenze della Corte Costituzionale (390 del ‘95 , 211 del ‘97, 240 del ’94), il vitalizio è una via di mezzo tra la pensione ed un atto di liberalità che può essersi ridotto in maniera definitiva sostituendo i vitalizi dei parlamentari con un sistema previdenziale tipo quello erogato dall'Inps, come avviene per tutti gli altri cittadini, in modo che la pensione sia calcolata unicamente sulla base dei contributi effettivamente versati dal parlamentare. Farebbe risparmiare un miliardo e 100 milioni di euro l'anno e impedirebbe di riscuotere pensioni d’oro dopo solo 5 anni di legislatura, non permettendo più che gli Scilipoti di turno tengano in piedi un governo dannoso e moribondo solo per incassarsi un lauto vitalizio.


f) RIMBORSI ELETTORALI: I partiti incassano circa 450.000 Euro con il rimborso spese elettorali, in barba al referendum del 1993 in cui oltre 31 milioni di elettori, pari al 90,3 per cento dei votanti e al 65,8 per cento degli aventi diritto al voto si espressero contro il finanziamento pubblico dei partiti. Infatti la legge n. 156 varata nel 2002 dal governo Berlusconi, ha previsto un fondo rimborsi elettorali per ogni singolo partito o movimento politico rappresentato in Parlamento, calcolato sulla base di 5 euro per ciascun iscritto nelle liste elettorali della Camera e del Senato. Siccome gli elettori della Camera sono circa 47 milioni e quelli del Senato circa 43 milioni: moltiplicando per 5 le due cifre si ha il complesso dei rimborsi elettorali dei due rami del parlamento: 230 mila euro circa per Montecitorio e 220 mila circa per Palazzo Madama.



DOBBIAMO PRETENDERE

La diminuizione del numero dei parlamentari
Il dimezzamento delle indennitá dei parlamentari
La revisione dei rimborsi elettorali ai partiti
Una seria e severa legge anticorruzione
L’abolizione delle province
L’eliminazione dei vitalizi dei politici a tutti i livelli
La cancellazione dei privilegi della politica: abuso di scorte ed auto blu, viaggi gratis non giustificati da impegni istituzionali, eccetera.
Tutti i soldi risparmiati dovranno essere devoluti al finanziamento della pubblica istruzione, della ricerca, dello sviluppo tecnologico, delle opere di pubblica utilità.


BASTA CON L’IMPUNITÀ DELLA CASTA

1) UN PARLAMENTO PIENO DI INQUISITI con un altissimo tasso di concentrazione di persone con problemi giudiziari, l’11%, roba che neppure in un campo rom! Se il Parlamento fosse lo specchio del Paese, significherebbe che su 60 milioni di abitanti, 6 milioni sono sotto processo o sono già stati condannati, una cosa semplicemente impensabile. Dunque il Parlamento è molto peggio del Paese!

Ci sono ormai da 3 o 4 legislature un centinaio tra imputati e indagati fissi e dai 20 ai 30 condannati definitivi. Abbiamo un governo travolto dagli scandali Bertolaso, Scajola,Verdini, Brancher, Cosentino, Caliendo. Milanese, con la P2, la P3, la cricca degli appalti, le cordate degli amici degli amici….

Una volta, nei partiti, valeva la regola che quando si veniva scoperti si andava a casa: ora non va più a casa nessuno, nemmeno se viene preso con le mani nel sacco, nemmeno se viene condannato in via definitiva. Ormai il Parlamento e le istituzioni sono diventate un rifugio per coloro che vogliono sfuggire alla giustizia, e chi occupa questa funzione pubblica si sente nella condizione di non dover rendere conto a nessuno.

Basterebbe l’approvazione delle tre disposizioni chiave, contenute in un disegno di legge a prima firma Antonio Di Pietro:

1) I condannati non devono essere candidati. Qualora un esponente politico venisse condannato nel corso del suo mandato, deve decadere dalla carica.

2) Gli imputati non possono assumere incarichi di governo né locale, né nazionale (quindi né assessori, né ministri). E qualora un esponente di governo venisse rinviato a giudizio durante il suo mandato, deve decadere dalla carica.

3) Gli imprenditori che si sono macchiati di reati contro la pubblica amministrazione, in particolare per reati di corruzione, falso in bilancio, evasione fiscale e finanziamento illecito ai partiti, non possono partecipare alle gare pubbliche né direttamente, né per interposta persona.


2) IL SISTEMA DELLA CORRUZIONE POLITICA SI È INGEGNERIZZATO e sono i cittadini a pagare senza volerlo, in quanto i loro soldi servono spesso per finanziare Consigli d’amministrazione di società o Enti, frutto di spartizioni tra partiti. Non si trovano più mazzette o soldi nascosti nei puff, ma invece dei "benefit" strappati, come le ristrutturazioni, l’assunzione del figlio, prostitute alle case, consulenze, nuovi mobili per la villa. Altre volte ancora il piacere sarà restituito da un terzo che poi avrà qualcosa in cambio, una sorta di triangolo (corrotto-intermediario-corruttore). Le mazzette oggi si chiamano consulenze, super fatturazioni, appalti e incarichi pilotati. Spesso si assiste alla commistione d’interessi nelle nomine in aziende pubbliche e società municipalizzate, che sovente sono usate anche per ricavarne benefici per il partito. Oggi basta dichiarare di aver ricevuto una certa somma da un industriale perchè tutto sia in regola, ma in realtà e' quasi sempre solo un modo per legalizzare un fatto illecito perchè non si è mai visto che qualcuno regali soldi ad un partito senza ottenere qualcosa in cambio.

3) BERLUSCONI MONARCA AL DI SOPRA DELLA LEGGE: si ritiene legittimato all’impunità in virtù di una investitura popolare che si fa incontrollata e fanatica e grazie a leggi ad personam. In questi 17 anni ne sono accumulate 36: il lodo Schifani (L. 140/2003), il Lodo Alfano (L. 124/2008) ed il legittimo impedimento (L. 51/2010) – giustamente affossate dalla Corte Costituzionale –; la legge sulla semplificazione delle rogatorie (L. 5/10/2001 n. 367), la legge sulla remissione dei processi per legittimo sospetto (L.7/11/2002 n. 248), la legge ex Cirielli sulla prescrizione breve per gli incensurati (L. 5/12/2005 n. 251), la legge sul falso in bilancio (L. 28/12/2005 n. 262), la legge Pecorella che vietava l’appello del Pubblico Ministero (L. 20/2/2006 n. 46), e tutte le leggi ancora in gestazione in questa legislatura sulle intercettazioni, sul processo breve e sul bavaglio all’informazione, perché Berlusconi e i suoi fedelissimi balilla sono sempre al lavoro per difendersi dai processi anziché nei processi; pronti ad attaccare la magistratura, colpevolizzata solo perchè vuol far rispettare la legge e la Costituzione esercitando l’obbligatorietà dell’azione penale e considerando Berlusconi un cittadino come gli altri.


TUTTO CIÒ È IGNOBILE!

In questo momento la politica di governo sta diventando mera esecutrice delle politiche imposte dalla Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale, che chiedono tagli alla spesa sociale, privatizzazioni, precarizzazione e attacco ai diritti dei lavoratori, facendo pagare agli onesti e trascurando le rendite, i grandi patrimoni, i grandi evasori e soprattutto evitando un sistema di regole contro la speculazione delle banche private europee. E senza regole la speculazione continuerà ad essere pagata da lavoratori, famiglie e pensionati.


LA POLITICA DEVE USCIRE DALLA SUA CONDIZIONE DI CASTA!

IL GOVERNO BERLUSCONI E LA SUA MAGGIORANZA SE NE DEVONO ANDARE: ELEZIONI SUBITO!

È ORA CHE IL POPOLO DEGLI ONESTI SI MOBILITI CONTRO QUESTA VERGOGNA

PIAZZA PULITA: IL POPOLO VIOLA MANIFESTERÀ
A ROMA SABATO 10 SETTEMBRE ORE 14 P.ZZA DELLA REPUBBLICA



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 09/09/2011, 18:32 
Se posso dire la mia (personalissima e non "partitica") idea...

A) Costi della politica. Vanno ridotti i costi senza diminuire la rappresentanza. Ha senso tagliare le Province per sostituirle con "enti intermedi" le cui scelte saranno determinate magari in stile unione di comuni da una assemblea dei sindaci? Io voglio votare di più, non di meno, Bisogna però che la politica sia efficace, se manda il Paese in bancarotta anche se lavorasse gratis sarebbe solo dannosa. Bisogna restituire ai cittadini il diritto di eleggere fisicamente il parlamentare e non votare solo la lista. E bisogna proibire doppi e tripli incarichi, enti inutili, doppioni le cui competenze potrebbero essere benissimo gestite da altri enti.

B) Busta paga. Ripeto l'idea: se un operai prende di media 1200 euro, moltiplica per due e siamo apposto. Punto. Senza altro, senza biglietti gratis, senza privilegi ed emolumenti extra.

D) Lavorano pochissimo. E' colpa del Governo. Il Governo non porta provvedimenti in aula perchè non ha idee oltre al problema giustizia e non ha una maggioranza solida con un chiaro progetto politico. Basta vedere con la Finanziaria cosa hanno fatto. E quel poco che arriva in discussione, viene subito ucciso con la fiducia. Ora come ora, il Parlamento serve solo a ratificare le scelte del Governo, che è poi quello che ha sempre voluto Berlusconi. Questo, insomma, non è un problema di "costi e casta", è un enorme problema democratico.

E) Pensioni d'oro. Già risposto, in parte. Ma, siccome voglio farmi del male, se volete provo a fare una cosa. Qua a Rovigo pare (pare...) che il PD sia a corto di soldi. Quasi quasi chiedo che quei due o tre parlamentari pensionati (e tutti gli altri che beccano quattrini grazie al Partito) versino un extra, un "contributo di solidarietà", visto che possono permetterselo. Secondo voi che risposta arriva?

F) Rimborsi elettorali. I partiti scomparsi non ne devono avere diritto. Anzi, non devono averli neanche quelli creati ad arte dopo le elezioni: il rimborso lo concedo solo a chi aveva il simbolo sulla scheda, non ai vari gruppetti parlamentari. Però, i rimborsi non vanno cancellati, perchè, per esempio, la Moratti ha preso una barca di voti anche grazie ai milioni che ha speso, e se il M5S (sempre per dire), che dice di spendere pochissimo per sua scelta, se ne ha presi molto meno, è anche perchè aveva pochi mezzi. O si proibisce di spendere oltre un tot (molto basso)... Ma altrimenti, se deve diventare tutto una donazione privata, si finisce come in America, dove i poteri forti (e ricchi) contribuiscono alle spese in cambio di leggi di favore. O, visto che siamo italiani, troveremo un altro riccone che si compra l'Italia. E lo steso discorso vale per i finanziamenti all'editoria.

Politici delinquenti. Sarei anche più duro, per certi versi. Se un avvocato commette la sua bella "marachella", gli viene proibito ad mortem la possibilità di esercitare la professione legale. In fabbrica. E così per ogni altro professionista, che sono casta tanto quanto i politici e potere altrettanto forte (forse di più). L'imprenditore che non paga le tasse non può più fare l'imprenditore. In fabbrica. E così via. Sulle proposte (in particolare, chi è imputato non può essere eletto) la cosa è delicata. Perchè votare e farsi votare è un diritto costituzionale, non può essere sospeso se non dopo condanna definitiva. In teoria, dovrebbe essere un fatto di cultura nazionale che un politico imputato non lo si voti. E penso che già cambiare legge elettorale potrebbe aiutare in questo senso. Ma dire che un imputato (o anche un condannato non definitivo) non possa farsi eleggere è incostituzionale, anche se fa schifo a prima vista. Peggio ancora se si parla di indagati. Penati è indagato, ora, ma per me non è candidabile da nessuna parte. Per me, non per la legge. E la legge è sempre più seria di tutti noi. Metti caso che ci sia un giudice comunista o fascista, che si trova nella possibilità, dietro magari pagamento (e sappiamo che chi ha i soldi riesce perfino a corrompere dei giudici, perfino a falsare il concorso nazionale dei notai (La Russa)), di stroncare la carriera di una persona onesta. Non si può delegare ad una persona sola questo potere, ecco perchè si chiede la condanna definitiva, così il controllo passa sempre per molte mani. Ricordo a tutti, per dire, che tale Di Vittorio (persona onestissima non solo per la sinistra) è stato eletto mentre era in galera. Che Pertini e tanti altri politici onesti avevano la fedina penale sporcata dalle decisioni dei tribunali fascisti. Fascisti, ma validi. E dunque? E' troppo rischioso dire che basta un controllo sommario (come è il rinvio a giudizio: si chiama così appunto perchè il giudice rileva che ci sono le condizioni per approfondire, non per condannare) per negare un diritto. E peggio ancora "far decadere dalla carica".

Corruzione. Problema gravissimo, da affrontare non con la ghigliottina ma coi mezzi che ho scritto sopra (più rappresentatività e democrazia, più "partiti" nel senso giusto del termine, cioè più vita politica e non meno), e soprattutto dando più mezzi alla giustizia. Nell'elenco di leggi manca una piccola modifica fatta ufficialmente per combattere il terrorismo, ancora all'epoca del precedente Governo Berlusconi. Si è deciso una riduzione del controllo dei magistrati sulla Polizia Giudiziaria (quella sotto gli ordini diretti dei magistrati), perchè così, si diceva, si hanno più risorse di polizia contro gli attentati. E invece così i magistrati si sono trovati con meno polizia per fare indagini, consegnare atti e notificazioni e così via. Non serve a niente dire di essere più duri se poi non si danno ai "tecnici" i mezzi concreti per farlo. Bisogna fare anche processi più rapidi. Pensate un po' al politico che si trova ingiustamente accusato di un reato. Rischia di andare avanti anni. Se tutto durasse pochi mesi, avremo un controllo migliore sui criminali e una garanzia in più sugli onesti.

Mi piace comunque che oltre all'indignazione si dica che occorre mobilitarsi. E mi piace anche che ci si sia voluto dare una piattaforma programmatica precisa. Buon lavoro.


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Corteo anti-Lega a Venezia
Scontri con la polizia, occupati i binari


18 settembre 2011 16:59

Immagine
Il consigliere comunale Beppe Caccia,
rimasto ferito durante gli scontri (foto You Reporter)


http://informarexresistere.fr/2011/09/1 ... -i-binari/

Circa mille persone, in testa uno striscione con la scritta “Lega ladrona”. Il corteo organizzato da centri sociali, partiti e associazioni anti-razziste a Venezia arriva a meno di ventiquattr’ore dalla Festa del popolo padano. E, fin da subito, la tensione è alta, con la polizia in assetto antisommossa che blinda le strade. Le tensioni cominciano davanti al Ponte degli Scalzi, non lontano dalla stazione ferroviaria, quando alcuni manifestanti tentano di forzare il cordone delle forze dell’ordine, che rispondono con una carica. Da lì partono dal corteo fumogeni e una bomba carta. Il risultato è che ci sono una ventina di feriti: 12 tra polizia e carabinieri e una mezza dozzina tra i manifestanti; tra questi il consigliere comunale Beppe Caccia che, insieme ad altri esponenti del parlamento cittadino, procedeva nella prima fila del corteo con le mani alzate.

E che ci sarebbero stati tafferugli forse lo si poteva prevedere, visto che solo poche ore prima che cominciasse la manifestazione Questura e Prefettura avevano negato la possibilità di sfilare lungo il percorso richiesto, da Strada Nova a Santa Margherita passando per Rialto e San Marco. Ma gli organizzatori hanno deciso di dire no al divieto imposto dalle istituzioni.

Nel pomeriggio sono stati occupati per circa mezz’ora anche i binari della stazione di Santa Lucia. Il traffico dei treni ha poi ripreso intorno alle 18:50 con pesanti ritardi.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09 ... ri/158179/



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15 ottobre, un milione di indignati
in corteo verso il parlamento


18 settembre 2011 16:29

Immagine

http://informarexresistere.fr/2011/09/1 ... arlamento/

Ora:: sabato 15 ottobre alle ore 14.00 – sabato 14 gennaio 2012 alle ore 21.30

Luogo: accampamento in piazza Montecitorio

Creato da: I segreti della casta di Montecitorio (http://www.facebook.com/SpiderTruman.anticasta)

Maggiori informazioni: Siamo sull’orlo del baratro, la bancarotta è ormai vicina. Scioperare non basta per farli intimorire. Appuntamento 15 ottobre 2011, ore 14. Giornata di mobilitazione mondiale indetta dagli indignados spagnoli. Un milione di cittadini indignati marceranno verso Montecitorio al grido “CHE SE NE VADANO TUTTI”. Senza bandiere, ma con tende e sacchi a pelo. Prima che sia troppo tardi.

Iniziano i preparativi.
info: http://www.facebook.com/15OTTOBRE
appello e prima riunione organizzativa: http://isegretidellacasta.blogspot.com/ ... ti-al.html

Fonte: http://www.facebook.com/event.php?eid=187465401324920



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MessaggioInviato: 18/09/2011, 18:07 



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Ottime notizie [;)] [;)] [;)]



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 18/09/2011, 19:24 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Corteo anti-Lega a Venezia
Scontri con la polizia, occupati i binari


18 settembre 2011 16:59

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Il consigliere comunale Beppe Caccia,
rimasto ferito durante gli scontri (foto You Reporter)


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E che ci sarebbero stati tafferugli forse lo si poteva prevedere, visto che solo poche ore prima che cominciasse la manifestazione Questura e Prefettura avevano negato la possibilità di sfilare lungo il percorso richiesto, da Strada Nova a Santa Margherita passando per Rialto e San Marco. Ma gli organizzatori hanno deciso di dire no al divieto imposto dalle istituzioni.

Nel pomeriggio sono stati occupati per circa mezz’ora anche i binari della stazione di Santa Lucia. Il traffico dei treni ha poi ripreso intorno alle 18:50 con pesanti ritardi.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09 ... ri/158179/




Notizia nel topic sbagliato.

Questa non è l'italia che protesta ma bensi solo miserevoli rifiuti sociali..che per fortuna qualche volta hanno quello che si meritano.



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[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
© Anonymous/The Irish Rovers
http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
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