Ufologo 555 ha scritto: Libia: la disinformazione dei media francesi cancella l’Italia dalla guerra.
Gianandrea Gaiani
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77,36 KBDifficile continuare a definire partner o alleati Paesi europei che non perdono occasione per denigrare l’Italia o addirittura ignorarne il ruolo di primo piano sullo scacchiere internazionale. Nella crisi libica fin dall’inizio della guerra è apparsa evidente la volontà di Francia e Gran Bretagna di assumere la leadership esclusiva del conflitto col chiaro obiettivo di scavalcare l’Italia e mettere le mani sul mercato libico. Londra e Parigi hanno giocato spesso in modo scorretto conducendo iniziative militari autonome, cercando di tagliare fuori Roma dalle iniziative diplomatiche e criticando il governo italiano per i rapporti con Muammar Gheddafi.
Dittatore che anche gli anglo-francesi (e gli statunitensi) avevano corteggiato in cambio di petrolio e commesse. Certo Roma sembra fare ben poco per imporre la propria presenza in Libia lasciando a Nicolas Sarkozy e David Cameron in visuta a Tripoli il ruolo di liberatori della Libia. Ciò nonostante e con tutte le contraddizioni più volte evidenziate anche su questo blog, l’Italia ha svolto un ruolo di primo piano nel conflitto, secondo in termini numerici (16 aerei e una mezza dozzina di navi inclusa una portaerei) solo a quanto messo in campo da Londra e Parigi mentre sul piano logistico occorre ricordare che la Nato non avrebbe potuto fare la guerra a Gheddafi senza la disponibilità di sette basi aeree italiane, impiegate anche dai jet anglo-francesi.
Informazioni che andrebbero ricordate ad Alain Fraichon che su Le Monde del primo settembre ha pubblicato un’analisi intitolata “Quelques leçons à tirer de la campagne de Libye” che mostra lacune incredibili per un analista strategico a proposito dell’Italia che non viene nemmeno citata. In una lettera al quotidiano francese l’ambasciatore italiano a Parigi, Giovanni Caracciolo di Vetri, ha notato come l’Italia “sia stata semplicemente cancellata dalla carta geopolitica contemporanea”.
Un’operazione di disinformazione che fa ben poco onore alla stampa d’oltralpe evidentemente più impegnata a sostenere i sogni di grandeur di Nicolas Sarkozy che a raccontare e analizzare i fatti. Non si tratta solo di Le Monde ma, come ha sottolineato Caracciolo di Vetri, il ruolo dell’Italia nelle operazioni in Libia è sistematicamente “sotto stimato se non ignorato dalla stampa francese”. Nell’articolo di Fraichon si afferma che la guerra è stata sostenuta solo da Gran Bretagna e Francia sottolineando il mancato intervento di Germania e Polonia definite le “altre nazioni europee che hanno ancora una certa potenza militare”.
L’Italia non viene mai nominata e per completare l’opera di disinformazione Fraichon sottolinea come tra i Paesi europei “che hanno giocato un ruolo solo Danimarca, Belgio e Norvegia hanno effettuato missioni da bombardamento al fianco dei piloti britannici e francesi”. Non occorre essere grandi esperti militari (è sufficiente leggere i giornali) per sapere che l’Italia ha aderito ai raids sulla Libia fin dalla fine di aprile e, anche se la cosa viene tenuta nascosta all’opinione pubblica dal nostro ministero della Difesa, da allora i nostri piloti hanno lanciato oltre 500 bombe e missili sulla Libia.
Possibile che l’analista strategico di Le Monde non lo sappia? Che abbia dimenticato il ruolo chiave delle basi, delle forze militari e dell’intelligence italiani in questa guerra? Dopo tante parole al vento sull’integrazione militare europea e sul ruolo internazionale della Ue forse è tempo di svegliarsi e di accettare il fatto che quelli che definiamo partner e alleati sono soprattutto nostri concorrenti, spesso privi di scrupoli, sui mercati internazionali.
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Gianandrea Gaiani, ha seguito tutte le missioni italiane degli ultimi 20 anni. Dirige Analisi Difesa, collabora con i quotidiani Il Sole 24 Ore, Il Foglio e Libero ed è opinionista del Giornale Radio RAI e Radio Capital. Ha scritto Iraq Afghanistan: guerre di pace italiane
http://blog.panorama.it/mondo/2011/09/1 ... ra-libica/ I francesi in particolare si sono sempre comportati così con noi, gli inglesi a fasi alterne, a seconda se gli servivamo (magari in funzione anti francese) oppure no. Io, per quel che mi riguarda, ho sperimentato questi atteggiamenti insopportabili più di una volta sulla mia pelle.
Tutto sommato però, nel caso della Libia, io non credo che tutto questo possa danneggiarci oltre misura. La geografia sta pur sempre dalla nostra ed i gasdotti è più facile farli arrivare in Italia che in Francia. Quello che come Italia dovremmo cercare di fare è lavorare a lungo termine per una Libia più stabile e serena, capace di godersi in santa pace le sue ricchezze e di condividerle con i suoi vicini più prossimi , in un mediterraneo più sereno e tranquillo. Se i nostri governanti facessero questo, francesi ed inglesi sarebbero scavalcati di fatto loro malgrado, nonostante la loro propaganda ed i loro giochetti, perché a guadagnarne saremmo comunque noi. Ma non è cosa facile.