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MessaggioInviato: 03/10/2011, 20:16 
Dopo le lezioni di Prodi, De Benedetti in cattedra Ma cos'ha da insegnare?

Prima andava di moda scrivere libri, ora andare all'università a tenere lezioni. Dopo il Professore, ora tocca al patron dell'Espresso. De Benedetti finanzierà un corso in Bocconi per formare i dirigenti.

Continua: http://www.ilgiornale.it/interni/dopo_l ... comments=1



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MessaggioInviato: 03/10/2011, 20:19 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Dopo le lezioni di Prodi, De Benedetti in cattedra Ma cos'ha da insegnare?

Prima andava di moda scrivere libri, ora andare all'università a tenere lezioni. Dopo il Professore, ora tocca al patron dell'Espresso. De Benedetti finanzierà un corso in Bocconi per formare i dirigenti.

Continua: http://www.ilgiornale.it/interni/dopo_l ... comments=1


de benedetti insegnera' come piazzare i dipendenti olivetti,alle varie sedi comunali et provinciali,o regionali..........dopo averli sbolognati..... [;)] [;)] [;)]


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MessaggioInviato: 04/10/2011, 13:01 
Da operaio a rapinatore di pizzerie: "Non ho soldi per i miei figli"
Martedì, 4 ottobre 2011

Non ce la faceva più a mantenere i tre bambini piccoli con lo stipendio da operaio così ha messo su, con due complici, una vera e propria banda specializzata in rapine ai danni dei fattorini delle pizze. Così un giovane sardo terrorizzava i pony express di Conegliano, in provincia di Treviso. Ai carabinieri che lo hanno arrestato ha confessato di essere arrivato a tanto perché "non riusciva più a tirare avanti solo con il suo lavoro".
Carabinieri
Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto i tre sono stati individuati dopo che, in pochi giorni avevano messo a segno tre colpi, due ai danni di pony express di pizzerie di Conegliano, in provincia di Treviso, e il terzo di una tabaccaia di Vittorio Veneto.

In manette è finito il cagliaritano 26enne Ivan Fenu, operaio incensurato, nella cui abitazione i carabinieri hanno trovato una pistola giocattolo priva del tappo rosso, un coltello a serramanico e i passamontagna. Denunciati i complici, un 26enne sardo e un 29 dominicano entrambi operai e con precedenti penali.

Non ci hanno messo molto i carabinieri di Vittorio Veneto ad identificare gli autori delle tre rapine compiute il 27 e il 30 settembre. Merito anche della testimonianza di un passante che ha visto i due uscire dalla tabaccheria di Annalisa Tonel in via Sant'Antonio a Vittorio Veneto teatro, venerdì sera, del secondo colpo. Il testimone ha notato i due uomini togliersi il passamontagna prima di salire su una Y10 bianca e si è annotato il numero di targa. I due avevano appena intimato alla tabaccaia di consegnare loro l'incasso di 300 euro. Meno di due ore dopo, quando i carabinieri li stavano già cercando, i rapinatori hanno colpito a Conegliano in via Vittorio Veneto dove hanno fatto arrivare un fattorino della pizzeria da asporto di via Madonna. Quando il pony, un 19enne marocchino è arrivato, i due brandendo la pistola si sono fatti consegnare pizze e incasso, circa 290 euro, fuggendo con una Fiat Tempra station wagon.

Stessa tecnica usata tre giorni prima, quando intorno alle 21 avevano chiamato la «New Pizza 2000» ordinando 5 pizze da consegnare allo stesso indirizzo. Il fattorino, un 17enne di Vittorio Veneto, si è trovato davanti un bandito solitario, scuro di pelle e col volto travisato da un foulard che, minacciandolo con la pistola, si è fatto dare pizze e incasso, 180 euro circa, fuggendo poi a piedi.


http://affaritaliani.libero.it/sociale/ ... 41011.html



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MessaggioInviato: 04/10/2011, 18:02 
siamo alle banalita',mentre la crisi attanaglia il paese,i ns parlamentari parlano di proporzionale o similari,intanto con l'iva al 21%fa danni rilevanti e le riforme stano nel cassetto,i parlamentari sembrano abitare un altro pianeta........................... [:37] [:76] [:79]


Ultima modifica di ubatuba il 04/10/2011, 18:03, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 04/10/2011, 18:05 
Cita:
ubatuba ha scritto:

siamo alle banalita',mentre la crisi attanaglia il paese,i ns parlamentari parlano di proporzionale o similari,intanto con l'iva al 21%fa danni rilevanti e le riforme stano nel cassetto,i parlamentari sembrano abitare un altro pianeta...........................


Infatti tra poco verranno rispediti nel loro pianeta di appartenenza [:D]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 04/10/2011, 18:15 
quindi x evitare ke si ritrovino li spediamo gli uni al pianeta destorso gli altri in quello sinistorso(nuovi pianeti, speriamo vengano accolti) [;)] [;)] [;)]


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MessaggioInviato: 04/10/2011, 18:56 
Barletta: le vittime del crollo lavoravano in nero per 4 euro l'ora.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2011/ ... ref=HREA-1

Scusate l'intromissione nella banalità da bar, ma insomma...


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MessaggioInviato: 04/10/2011, 19:18 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Barletta: le vittime del crollo lavoravano in nero per 4 euro l'ora.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2011/ ... ref=HREA-1

Scusate l'intromissione nella banalità da bar, ma insomma...


Servono regole chiare e applicabili, controlli serrati e sanzioni certe.
E' ora che finisca la strage di chi pur di portarsi a casa un tozzo di pane, si adatta allo sfruttamento.
Solo con il controllo si evitano tragedie del genere.



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MessaggioInviato: 04/10/2011, 19:21 
Poi occorre chi controlla quelli che ... controllano! (Siamo sempre in ... Italia) [8)]



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MessaggioInviato: 05/10/2011, 01:46 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Barletta: le vittime del crollo lavoravano in nero per 4 euro l'ora.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2011/ ... ref=HREA-1

Scusate l'intromissione nella banalità da bar, ma insomma...


L'opificio di via Roma pare che sia sconosciuto all'Inps
Le ragazze lavoravano in nero e per pochi euro all'ora
Il commento del segretario generale della Cgil Bat


Solo pochi euro all'ora. E' il guadagno delle donne che lavoravano nell'opificio appena sotto la palazzina oggi purtroppo totalmente in rovina. Una situazione davvero tragica che ha portato alla luce numerosi problemi. La Cgil Bat infatti afferma che probabilmente le donne lavorassero in nero e che l'azienda fosse completamente sconosciuta all'Inps. Lo stesso segretario generale della Cgil Bat, Luigi Antonucci, ha commentato: «Con la crisi del tessile – abbigliamento – calzaturiero, settore un tempo trainante dell'economia locale, molte grandi aziende hanno chiuso i battenti, sono rimaste solo tante piccole attività sconosciute all'Inps».

Sono numerosi i giovani che, dopo aver lavorato per mesi presso questi tipi di aziende in nero e in condizioni precarie, si recano alla Cgil per chiedere aiuto, un lavoro, del tutto regolamentare. La stessa afferma che più le realtà aziendali sono piccole più è facile sfuggire ai controlli, proprio come è successo all'opificio sito in via Roma a Barletta.

«In questo momento il nostro pensiero – aggiunge Antonucci – va innanzitutto ai familiari delle vittime e ai residenti dello stabile che da un giorno all'altro hanno perso la casa, ma non possiamo non ricordare il lavoro dei soccorritori e di quanti per ore non si sono risparmiati continuando a scavare tra le macerie. Ora sarà la magistratura a chiarire le cause del crollo e le responsabilità di questa tragedia annunciata. Si tratta ancora di morti bianche che avvengono sul nostro territorio, che ci addolorano da un lato e che ci riempiono di rabbia dall'altro perché morire oggi sul lavoro non è una fatalità ma il frutto di leggi non rispettate. Noi della Cgil spesso ci troviamo a denunciare carenze in materia di sicurezza, quasi sempre non veniamo ascoltati. Le uniche cose che ci chiediamo in questo momento sono: perché un maglificio ancora oggi è situato in pieno centro abitato, al pian terreno di una palazzina pericolante? I locali erano idonei per ospitare il laboratorio? Quante altre situazioni analoghe ci sono a Barletta e in tanti altri centri della nuova provincia? E soprattutto, è possibile che si accendano i riflettori sulla piaga del lavoro nero e della mancanza di sicurezza solo quando viene versato del sangue innocente? Speriamo – conclude Antonucci – di poter trovare risposte a queste domande, solo così forse altre tragedie potranno essere evitate».

http://www.barlettalife.it/magazine/not ... -all-inps/


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MessaggioInviato: 05/10/2011, 08:42 
CONSEGUENZE DI UNA CONDANNA
Il sipario strappato

Le agenzie di rating valutano l'affidabilità di un debitore. Formano un oligopolio a volte collusivo. E sono tra le maggiori responsabili della crisi finanziaria. Diedero, tanto per fare un esempio, la tripla A, il massimo dei voti, a Lehman Brothers poco prima del suo fallimento. Ma, piaccia o no, chi investe non può non tenere conto del loro giudizio. Specie se rischia i soldi di altri. Dunque, inutile polemizzare, inventarsi complotti, dare la colpa ai media, se anche Moody's, dopo Standard and Poor's, ha declassato il nostro debito. La bocciatura era prevista. Arriva solo con un mese di ritardo. Non era però immaginabile l'ampiezza della retrocessione. Tre gradini bruciano. Ci avvicinano pericolosamente alla Grecia.

Il Paese che lavora, risparmia, produce non merita questo trattamento. Gli hedge fund , i fondi speculativi, non hanno cuore. Sono spietati con chi si mostra debole. Ma noi non lo siamo, potremmo obiettare, abbiamo dopotutto la seconda industria manifatturiera d'Europa. Sì, il debito sfiora i 2.000 miliardi, più o meno il valore del patrimonio pubblico, ma la ricchezza netta privata è quattro volte tanto. Perché i mercati se la prendono con noi e non più, per esempio, con la Spagna, che ha uno spread - la differenza fra rendimenti dei propri titoli di Stato e quelli tedeschi - inferiore al nostro? Eppure la nostra ricchezza pro capite è quasi il triplo di quella iberica. Il debito è il doppio, ma il deficit circa la metà. Perché? La risposta è lapidaria. Non siamo né credibili, né seri. Nessuno più investe in Italia e chi ci presta soldi vuole tassi usurari. La nostra immagine è a pezzi. Chi lavora con l'estero prova una profonda umiliazione, cui si accompagna un sempre crescente moto d'ingiustizia, per come viene trattato il nostro Paese.

Noi ci sforziamo di pensare che un sussulto di dignità, uno scatto d'orgoglio siano ancora possibili. Anche dall'attuale maggioranza. La manovra annunciata e smentita più volte in agosto è stata varata, alla fine, e vale 58 miliardi. Ma è insufficiente. La lettera della Bce al governo italiano, pubblicata dal Corriere , è rimasta in gran parte inascoltata, al punto che nei giorni scorsi, a Francoforte, si è persino pensato di mandarne un'altra. Ha diviso in profondità anche l'opposizione. E i mercati guardano avanti, perplessi. Riforme vere, privatizzazioni e liberalizzazioni, rimangono sulla carta. Siamo stati capaci di aumentare le tasse, ma la spesa pubblica (800 miliardi) prosegue la sua corsa. Abbiamo annunciato che avremmo abolito le Province: non era vero. Tagliato i costi della politica: una presa in giro. La nomina più delicata, quella del governatore della Banca d'Italia, è finita mestamente nel tritacarne delle liti di maggioranza. Il premier mostra di occuparsi solo delle sue questioni personali. E, infatti, oggi di che cosa discute la Camera dopo aver votato in diretta televisiva (ci vedono anche all'estero) sulle inchieste Papa, Milanese e Romano? Delle questioni contenute nella lettera della Bce? No, delle intercettazioni. Bossi non appare, anche agli stranieri, nel pieno delle sue facoltà. Non c'è membro del governo o della maggioranza che non affermi in privato che Berlusconi debba lasciare. Su questo giornale abbiamo suggerito al premier di fare come è accaduto in Spagna: annunciare che non si ricandiderà, chiedere le elezioni e non trascinare con sé l'intero centrodestra. Nessuna risposta.

Ferruccio de Bortoli
05 ottobre 2011 07:42©
Fonte:http://www.corriere.it/editoriali/11_ottobre_05/il-sipario-strappato-ferruccio-de-bortoli_f5fd53c2-ef10-11e0-a7cb-38398ded3a54.shtml

Moodys ci ha declassato da AA2 ad A2, tre gradini in una botta...adesso siamo alla pari con Malta e sotto di noi soltanto cipro,irlanda,portogallo e grecia...
Oggi, con questa notizia la nostra borsa...[xx(]



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MessaggioInviato: 05/10/2011, 11:21 
INCHIESTA: Gli immigrati? Sono un business. Per l'Italia è un salasso: ci costano un miliardo.



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Ora Lampedusa è deserta. Ma l'Italia è stata costretta ad aumentare le tasse sulla benzina per aiutare 22.268 stranieri. Ai Comuni coinvoltila Protezione Civile versa 46 euro per ogni ospite. Il nostro Paese ha dovuto sopportare da solo l’enorme peso dell’emergenza dopo lo scoppio delle rivolte nelle nazioni islamiche mediterranee.

Lampedusa è deserta, svuotata. Spariti i turisti, che quest’estate comunque non erano accorsi in massa. Niente più clandestini sbarcati dalle carrette del mare, smistati sul continente dopo aver incendiato il centro di raccolta a colpi di molotov artigianali, fabbricate con gli aiuti alimentari ricevuti dalla Protezione civile: bottigliette di plastica vuotate dall’acqua e riempite di zucchero e olio d’oliva, inneschi infiammabili. Con loro, si è anche dissolta gran parte della truppa di accompagnamento. Giornalisti, fotografi, volontari e funzionari della Protezione civile, personale delle Onlus, forze di polizia. In mancanza dei vacanzieri, sono stati loro a riempire ristoranti e stanze d’albergo lampedusani.

IL BILANCIO
È tempo di bilanci per l’isola. E un dato giganteggia su tutto: gli sbarchi dal Nordafrica sono costati circa un miliardo di euro all’Italia, che ha sopportato da sola l’enorme peso dell’emergenza dopo lo scoppio delle rivolte nelle nazioni islamiche mediterranee. È un’operazione umanitaria di dimensioni difficilmente immaginabili. I numeri non esauriscono la complessità degli interventi, le responsabilità assunte dal governo centrale e dagli enti locali, l’immane sforzo organizzativo sostenuto dal Paese per dare a decine di migliaia di disperati cibo, vestiti, farmaci, un tetto. Per non lasciare i profughi in mare, come fanno Malta e Grecia. Per non cannoneggiare i barconi, come fa la Spagna.

QUANTI SONO
Secondo fonti del governo, dal 1° gennaio al 20 settembre sono sbarcate a Lampedusa 58.274 persone: una media di 1.500 ogni settimana. Il 20 settembre scorso, vigilia della drammatica insurrezione incendiaria, sull’isola erano presenti 1.219 migranti mentre altri 1.681 erano ospitati nel centro di accoglienza di Mineo (Catania) che un tempo alloggiava le famiglie dei militari americani di stanza alla base aerea di Sigonella e oggi è diventato l’imbuto che convoglia i richiedenti asilo.
Dopo la sommossa, la situazione è drasticamente mutata. Nella settimana degli scontri sono sbarcati soltanto 365 fuggiaschi immediatamente trasferiti assieme alla quasi totalità dei rivoltosi: al 27 settembre a Lampedusa si contavano soltanto 40 irregolari mentre gli sbarchi totali ammontano a 58.639 persone.

CHE ASSISTENZA RICEVONO
Ufficialmente, meno del 40 per cento di questa massa di profughi è rimasta in Italia. La Protezione civile, infatti, al 19 settembre assisteva direttamente 22.268 migranti (il Viminale ne aveva previsti 25mila): degli altri non si sa nulla. Una quota consistente ha sicuramente proseguito la fuga verso la Francia, la Germania e altri Paesi europei, ma un numero imprecisato non ha varcato i nostri confini. Irreperibili, clandestini.
In attesa del rimpatrio, i quasi 22.500 sono stati ripartiti sul territorio nazionale in proporzione al numero di abitanti di ogni regione (tranne l’Abruzzo terremotato). Sono soprattutto maschi adulti di nazionalità tunisina. Essi vengono ospitati dalle regioni, in coordinamento con Protezione civile, province e comuni, in strutture comunitarie pubbliche o private, soprattutto alberghi e vecchi edifici non più destinati a colonia estiva o casa di riposo.

I COSTI DELL’EMERGENZA
Per ognuno dei migranti assistiti, ai sindaci dei comuni ospitanti la Protezione civile versa 46 euro al giorno per vitto, alloggio e prima assistenza sanitaria. La retta raddoppia per i minorenni (3.500 ingressi dal 1° gennaio): può raggiungere anche i 120 euro quotidiani perché vanno affidati a strutture speciali. E siccome in Italia non ci sono posti a sufficienza in questi centri per minori, il ministero del Welfare come soggetto attuatore ha dovuto aprire una serie di comunità temporanee di prima accoglienza dotandosi di immobili, educatori, medici, psicologi, interpreti, mediatori culturali.
Ma questa non è che una parte delle spese sostenute dal nostro bilancio pubblico. Vanno aggiunte quelle per l’ordine pubblico, i voli di rimpatrio, gli agenti di scorta, le spese legali: ogni pratica costa allo stato circa 650 euro. E ancora le spese sanitarie delle Asl, il lavoro della Croce rossa, le centinaia di militari inviati nell’isola.
Tutti impegni ai quali governo ed enti locali non si sono sottratti. Davanti a questo epocale dramma umano, in questi mesi di crisi finanziaria generale, l’Italia ha messo in campo energie sconosciute e preziose: dagli agenti di polizia alla Protezione civile fino al personale delle Aziende sanitarie, che non hanno lesinato in vaccini, profilassi di malattie infettive e ogni altro tipo di cura, indipendentemente dal possesso del permesso temporaneo di soggiorno. Interventi che gravano pesantemente sui conti dello stato senza che dai partner internazionali sia arrivato qualcosa in più che una pacca sulle spalle. L’esecutivo calcola che l’emergenza nordafricana costerà alle casse pubbliche un miliardo di euro. Finanziato, all’italiana, con l’aumento delle accise sulla benzina.
(1. Continua)

http://www.ilgiornale.it/interni/sbarch ... comments=1


Ultima modifica di Ufologo 555 il 05/10/2011, 11:23, modificato 1 volta in totale.


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guardate cosa sta succedendo....


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A Barletta crolla la sinistra: "Lavorare in nero? E' lecito"Le operaie morte non in regola e pagate 4 euro all'ora. Il sindaco: "Difendiamo chi dà lavoro". E il modello Vendola?
M
orte per meno di quattro euro all'ora. Le quattro sartine sepolte sotto le macerie dell'edificio in cui lavoravano anche 14 ore al giorno (nella foto, tre delle vittime), hanno scoperchiato la realtà della schiavitù sommersa. Le macerie di Barletta hanno fatto scoprire un sistema imprenditoriale basato sulle commesse che arrivano al Sud dalle grandi marche. In questo contesto suonano come uno schiaffo le parole del sindaco (di sinistra) di Barletta Nicola Maffei: "Non mi sento di criminalizzare chi, in un momento di crisi come questo, viola la legge assicurando, però, lavoro, a patto che non si speculi sulla vita delle persone".

Schiavitù sommersa - Il riferimento è ai proprietari della maglieria al primo piano di via Roma, che nella sciagura oltre a quattro operaie hanno perso la figlia di 14 anni per una tragica coincidenza. "Sarebbe un paradosso - continua Mafferi - se i titolari dopo avere perso una figlia e il lavoro, venissero anche denunciati". Il lavoro (nero) prima di tutto. E come il sindaco la pensano anche i parenti delle vittime, impiegate (al limite dello sfruttamento) nel laboratorio Cinquepalmi, che ad oggi risulta ancora clandestino come accusa il sindacato Cgil-Bat: "Queste erano donne normali - spiegano i familiari -. Lavoravano per bisogno, mica per divertimento. Avevano bisogno di pagare il mutuo, la benzina. Non avevano il contratto ma avevano la tredicesima pagata. Magari non erano proprio assunte, ma il lavoro da queste parti serve, mica ci si sputa sopra".

Il fumo di Vendola - Segno che il realismo, crudo e cinico, vince ancora sul fiume filosofico-politichese di parole spese in questi anni anche dal governatore Nichi Vendola, il fautore del tanto decantato e sopravvalutato rinascimento pugliese. Anche in Puglia, nel distretto tessile di Bari e dintorni colpito dalla crisi e aggrappato alla sopravvivenza, si naviga a vista, giorno dopo giorno. Nonostante i tavoli tecnici e le sedute straordinarie del consiglio regionale convocate da Vendola, a strage avvenuta. E anche i 200mila euro destinati al Comune di Barletta sembrano poca, pochissima cosa. Sempre più del canonico: "Fare memoria delle tragedie perché tragedie come queste avrebbero potuto essere evitate" e del "Non è possibile accettare tragedie annunciate".
http://www.libero-news.it/news/837946/A ... ecito.html


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Primo: la sinistra difende il lavoro nero.

Anche ammesso che sia vero, non significa che le responsabilità siano tutte da una parte. Di chi è il ministro del lavoro? E il ministro dello Sviluppo? Bimbi belli, smettiamola di fare come il bambino pescato con le mani nella marmellata che dice "mia sorella oggi non ha studiato". Le responsabilità sono del Governo. Punto.

Secondo: i sindacati (cioè, no, la CGIL) difende il lavoro nero.

Provare schifo per l'Italia non autorizza a sorvolare sulla comprensione dell'italiano. Qua si dice una cosa e una sola: siamo ridotti alla fame, e tra la fame e un lavoro nero è meglio lavorare in nero. Ricordo che le menti geniali del governo dissero un po' di anni fa che era meglio un contratto precario che un lavoro nero. Ora siamo diventati tutti precari e il lavoro nero non è diminuito. Il sindacato deve difendere il lavoro E i lavoratori, e non può fare quello che il Governo non fa, perchè è compito del Governo adottare misure che garantiscano lavoro e sicurezza. Dov'è finito il milione di posti promesso? Guardate che IO (IO) ho buona memoria.

Terzo: dato che per qualcuno "fanno tutti schifo" ma gli articoli riportati sono SEMPRE (e dico SEMPRE) contro una parte sola dello schieramento politico, faccio un po' da supplente.

L'esercito è stufo dell'incompetenza e del servilismo del ministro della Difesa.

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HREC1-8


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